Augusta, Castello Svevo di Augusta

Augusta

Castello Svevo di Augusta

Il Castello Svevo di Augusta è senza dubbio il monumento più importante della città megarese, poiché esso è la testimonianza lampante delle importanti origini della cittadina portuale aretusea ma è anche il principale castello medievale della provincia siracusana rimasto intatto assieme al Castello Maniace di Siracusa.


Il Castello Svevo di Augusta visto dall’alto.

Esso sorge in Piazza Castello a sud della Villa Comunale Orso Maria Corbino in una pittoresca posizione a situata a picco sul mare a nord dell’isola in cui è posto il centro storico cittadino. Infatti la sua mole è facilmente riconoscibile dall’imbocco dei ponti di collegamento tra la periferia e il centro storico augustano (Ponte Vecchio e Viadotto Federico II) e dal Lungomare Rossini. Ultimamente il Castello Svevo di Augusta, chiuso da diversi anni, è stato protagonista di molte vicende giudiziarie legate alla sua cattiva gestione e ciò ha suscitato molte polemiche da parte degli augustani e dei siciliani in generale (infatti ad Augusta sono stati creati molti “movimenti” e sono state fatte numerose petizioni per far si che il castello venisse di nuovo riaperto). Infatti il Castello essendo uno dei principali monumenti medievali della Provincia di Siracusa deve essere “necessariamente” restaurato, riqualificato e riaperto completamente al turismo visto che dopo una breve parentesi tra gli anni 90 e i primi anni 2000 in cui era parzialmente aperto ai visitatori oggi è del tutto chiuso. Con un eventuale restauro di tutto il castello, esso potrebbe sicuramente diventare la più importante attrazione turistica per la città di Augusta magari ospitando anche vari tipi di eventi. In passato il castello ospitava anche il cosiddetto “Museo della Piazzaforte” in cui erano esposti cimeli risalenti alle due guerre mondiali (ritrovati presso il territorio augustano) oggi posto in un’ala del Municipio della città augustana.


Il Castello Svevo di Augusta con i suoi bastioni triangolari facenti parte delle fortificazioni spagnole della città.

La storia di questo castello è lunga e ripercorre buona parte di quella della città augustana. Le origini di questa fortezza risalgono al 1229, quando secondo una leggenda locale, Federico II di Svevia sbarcò presso Augusta dopo un naufragio. Vista la bellezza “incontaminata” della “Rada di Augusta” (allora non vi erano raffinerie), l’Imperatore decise di costruirvi una residenza, difesa da una maestosa fortezza anche se molto probabilmente l’imperatore aveva esigenze di tipo strategico – militari visto che molto probabilmente fece erigere il castello nei pressi di una “torre” di epoca normanna (molto probabilmente simile ai “Dongioni” posti nelle città di Motta Santa Anastasia, Paternò e Adrano in Provincia di Catania). Il progetto del castello e la sovrintendenza alla sua edificazione venne affidata al capomastro Riccardo Da Lentini dallo stesso Federico II che, progettò uno dei più maestosi castelli inglobando appunto questa vecchia torre normanna (di cui pare se ne siano perse le tracce). Dopo la sua completa edificazione (avvenuta intorno al 1242), Federico II soggiornò molte volte presso questo castello (contemporaneo al Castello Maniace di Siracusa, altra fortezza voluta dall’Imperatore Svevo) assistendo alla costruzione della città che chiamò Augusta. Dopo la sua morte (avvenuta a Lucera presso Foggia nel 1250), la fortezza venne rilevata dagli Angioini ed affidata al sanguinario Guglielmo di Estendard, che qui fece giustiziare molti oppositori. Durante la rivolta dei “Vespri Siciliani” (1282) gli augustani riuscirono ad entrare dentro il castello saccheggiandolo, fino a quando non passò a Pietro d’Aragona. Dopo pochi anni il castello passò nuovamente in mano dei francesi ad opera del condottiero Rinaldo Del Balzo, ma l’intervento di Ruggero di Lauria e di Giacomo d’Aragona. Dopo altre vicende storiche in cui il castello divenne teatro delle battaglie di Blasco d’Aragona contro gli Angioini (che volevano riconquistare Augusta), della segregazione di Maria d’Aragona (qui tenuta segreta ad Artale Alagona), e di varie battaglie contro i Saraceni che si protrassero per quasi due secoli. Il castello tra il 1326 e il 1567 divenne la sede della “Contea di Agosta” (nome con cui veniva chiamata in quel periodo Augusta, che comprendeva le attuali zone di Melilli, Villasmundo, Priolo, Sortino e Ferla) che vide i Conti Moncada protagonisti fino al 1565 quando la vendettero ai Conti Staiti di Brancaleone, che divennero i nuovi “Conti di Augusta” fino al 1567 quando la contea venne soppressa. L’ex Contea di Agosta passò sotto il demanio vicereale spagnolo i cui maggiori esponenti (i Viceré di Sicilia) man mano si interessarono alla fortificazione della città augustana di cui il castello era la principale fortezza militare contro le scorrerie saracene che interessarono le coste siciliane. Il castello venne fortificato con ben quattro bastioni angolari posti ai vertici del castello (noti rispettivamente come “Bastioni Vigliena”, “San Giacomo”, “San Bartolomeo” e “San Filippo”) divenendo una vera e propria fortezza militare di prim’ordine nell’intera area del “Val di Noto”. Dopo lunghissime lotte tra francesi e spagnoli e un’ultima incursione saracena (in cui sarebbe avvenuto il cosiddetto “Miracolo di San Domenico”), il castello ne uscì danneggiato e semi distrutto; ma una colossale colletta popolare proposta dal Viceré di Sicilia Francesco Benavides IV Conte di Santo Stefano (colui che fece erigere i bastioni posti a ridosso dell’ingresso di Augusta nonché le monumentali porte di ingresso alla città tra le quali l’attuale “Porta Spagnola”) fece in modo che il castello venisse restaurato. La gente di ogni ceto donò circa 30000 scudi affinché la loro fortezza potesse essere restaurata; quasi sicuramente al restauro partecipò anche l’architetto olandese Carlos de Grunenberg (colui che progettò le fortificazioni di Augusta). Nel 1693 il castello venne gravemente danneggiato nel terremoto del 1693; a causa di questo sisma scoppiò una polveriera situata all’interno dell’antica fortezza che uccise tutti gli augustani che si erano rifugiati all’interno del castello per sfuggire alla furia distruttrice del terremoto.


Il Castello Svevo di Augusta visto dal Ponte Federico II di Svevia.

Dopo un primo restauro nel 700, il castello divenne sede di una fortezza militare in epoca borbonica che ospitava un importante carcere in cui venivano rinchiusi malviventi oltre che oppositori del regime borbonico. Dopo l’Unità d’Italia divenne per un breve periodo osservatorio solare, poi di nuovo carcere fino al 1978 stravolgendone alcuni elementi architettonici originari (il Carcere di Augusta poi venne trasferito presso l’odierna sede collocata in Contrada Piano Ippolito tra Augusta e Brucoli sulla S.P. 1). Dopo un breve periodo di apertura al pubblico, questo Castello è stato posto sotto sequestro dai Carabinieri del nucleo patrimonio storico di Siracusa facendo partire una serie di indagini verso le alte cariche della Regione Siciliana, colpevole di aver omesso volontariamente l’inizio di vari interventi di restauro nei confronti del castello che presenta alcune aree pericolanti e a rischio crollo. Dopo ciò si auspica un necessario e urgente intervento di restauri affinché, come detto prima, il Castello Svevo di Augusta venga completamente restaurato, riqualificato e aperto al turismo (dovrebbe ospitare la sede del Museo del Mediterraneo Moderno di Augusta a restauri ultimati che, oltre a consolidare il castello, dovrebbero riportarlo com’era in origine eliminando alcuni stravolgimenti che si sono ottenuti convertendo la fortezza medievale in casa di reclusione).


Il Castello Svevo di Augusta visto dalla zona della Porta Spagnola.

Dopo aver parlato dell’importante storia di questo monumento unico in Provincia di Siracusa, passiamo alla descrizione dettagliata del Castello Svevo di Augusta.

Il Castello Svevo presenta la forma di un grande quadrato, i cui vertici sono cuspidati da imponenti bastioni triangolari chiamati come detto prima con i nomi di “Vigliena” (quasi completamente distrutto) posto nel vertice nordovest del castello, “San Giacomo” posto a sudovest (ex sede del Museo della Piazzaforte e provvisto di un portale d’ingresso), “San Bartolomeo” posto a nordest e “San Filippo” posto a sudest tutti e quattro fatti costruire nel 1500 per rendere più facilmente difendibile il castello e la sua area limitrofa. I bastioni presentano camminamenti che servivano per controllare l’area limitrofa ed eventualmente a difendere il castello dagli attacchi esterni nonché magazzini interni; essi (a differenza del Bastione San Giacomo con porta esterna e del Bastione Vigliena ormai non più esistente poiché venne distrutto dal terremoto del 1693) sono raggiungibili dall’interno delle mura dell castello.

L’ingresso del castello è posto presso un “rivellino” interno a forma di “V” in cui è stata edificata nella seconda metà dell’800 l’attuale commissariato di Polizia di Augusta. Qui possiamo ammirare un massiccio edificio bastionato con basamento poligonale ad ingresso arcuato (caratterizzato da eleganti elementi architettonici) che conduce presso il retro del commissariato vi è una passerella posta li dove era posto un ponte levatoio di epoca medievale da cui si raggiunge il portale di ingresso del castello di forma rettangolare in cui possiamo ammirare tre bassorilievi cinquecenteschi che raffigurano lo stemma araldico del Vicereame Spagnolo di Sicilia (stemma centrale) e quelli dei Viceré spagnoli di quel periodo. Presso l’ingresso è collocata vi è l’iscrizione in latino “AUGUSTAM DIVUS AUGUSTUS CONDIDIT URBEM ET TULIT UT TITOLO SIT VENERANDA SUO THEUTONICA FRIDERICUS EAM DE PROLE SECUNDUS DOTAVIT POPULO FINIBUS ARCE LOCO” che indicava le chiare origini sveve della città. Nella parete nord vi è un’altro ingresso. Qui possiamo ammirare le mura di cinta del castello il cui prospetto nord ospitava gli edifici amministrativi dell’ex penitenziario augustano.

Oltrepassate le mura ci troviamo all’interno di un cortile (facente parte degli edifici che ospitavano prima l’amministrazione del carcere augustano (in origine scuderie, magazzini e residenze per le guardie del castello; di cui quelli alla nostra sinistra ospitanti fino al 1996 il resto del Museo della Piazzaforte) all’interno del quale vi è la fortezza vera e propria di forma rettangolare. Nei vertici di questa fortezza quadrata che prevedeva quattro torrioni quadrangolari ai suoi vertici (ne furono realizzati solo tre, quello di nordest non venne mai realizzato), e quattro torri di cui due poligonali nelle pareti nord e sud (fu realizzata solo la torre sud) e due rettangolari nelle pareti ovest ed est. Questo tipo di fortificazione è tipica di gran parte dei “castelli Svevi” del Sud Italia, difatti quello di Augusta si presenta molto simile a quello ubicato a Barletta (uno dei capoluoghi della nuova Provincia pugliese Barletta – Andria – Trani, tre città anch’esse privilegiate da Federico II di Svevia). In questo “cortile” che svolgeva la funzione di “piazza d’armi” del castello possiamo ammirare i torrioni quadrangolari posti ai vertici sudorientali e sudoccidentali dell’edificio, e al centro la torre a sezione poligonale caratterizzata da blocchi di pietra locale che le conferiscono il suo caratteristico aspetto “bugnato”.


La torre poligonale del Castello Svevo di Augusta.

Oltrepassato l’atrio di forma rettangolare (delimitato da pilastri anch’essi di tipo bugnato), ci troviamo all’interno di un cortile rettangolare situato all’esatto interno del castello in cui possiamo ammirare un massiccio portico arcuato il cui corridoio presenta delle splendide volte a crociera di tipo cuspidato. Le semplici finestre si presentano una volta di forma arcuata, una volta di forma rettangolare, così come l’austera architettura carceraria esigeva. Da ammirare anche le arcate che si affacciano presso il cortile centrale del castello. Va detto infine che al centro del cortile era posto un pozzo che fungeva da riserva idrica della fortezza.


Il portico posto nel cortile interno del Castello Svevo di Augusta.

 I locali interni del castello (adibiti per vari decenni ad uso carcerario) sono caratterizzati dalle rustiche pareti in pietra e sono divisi nelle ale ovest, nord ed est.

L’ala ovest del castello presenta un corridoio formato da volte a crociera caratterizzate da motivi chiaroscurati al centro delle quali vi sono vari fregi decorativi che riportano bassorilievi geometrico – floreali. Da qui possiamo raggiungere l’ala ovest dell’ex carcere di Augusta, nonché le torre sud e nord occidentali del castello caratterizzate da un’ampia volta a crociera, mentre presso l’ex torre mediana di ovest vi era un’antico serbatoio idrico.


L’ala ovest del Castello Svevo di Augusta.


L’interno della torre nordovest del Castello di Augusta.


Particolare delle decorazioni delle volte a crociera.

L’ala nord del castello ospita un lungo corridoio da cui si raggiunge l’ex Cappella interna del castello formata da un ampia stanza formata da volte a crociera e una grossa nicchia arcuata in cui era collocata una statua raffigurante la “Madonna di Lourdes”. La Cappella, che ebbe anche funzioni sepolcrali (vi venivano sepolti i reggenti del castello e alcune lapidi sono esposte sia al Museo della Piazzaforte di Augusta sia al Palazzo Bellomo di Siracusa), venne trasferita in un’altra stanza mentre questa qui divenne aula cinematografica per i carcerati. Presso l’ala nord è posta anche un’interessante scalinata in pietra. La zona superiore ospitava l’ala nord del vecchio carcere.


L’ex Cappella del Castello Svevo di Augusta.


Le scalinate dell’ala nord del Castello Svevo di Augusta.

L’ala est del castello, anch’essa caratterizzata da ampie volte a crociera, ospitava l’ex refettorio carcerario nonché l’ala orientale raggiungibile da alcune scalinate. Da qui possiamo andare a visitare la torre mediana orientale caratterizzata da opere difensive originarie (ormai stravolte nell’ex torre mediana occidentale) sotto la quale è collocata un’altra cisterna idrica. A sud dell’ala orientale vi è posta la torre sudorientale del castello.

Nell’area perimetrale del castello vi è il lungo “camminamento” racchiuso dalle mura di fortificazione che congiungono tra di loro in quattro bastioni, mentre sotto di esse è posto il fossato del castello, che in realtà è un grande “fosso” che separa l’area del castello dal resto della città nonché dai bastioni difensivi (o di quello che ormai ne resta) andando a creare una struttura difficile da espugnare nonché una delle maggiori fortezze militari del Val di Noto che aspetta solo di essere restaurata e valorizzata per essere fruibile ai turisti.

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