Ferla, Chiesa di Sant’Antonio Abate

La Chiesa di Sant’Antonio Abate, posta in Via Vittorio Emanuele di fronte alla Piazza Francesco Crispi presso la zona nota come i “Quattro Canti”, è considerata come la più bella della città di Ferla, ma anche come una delle più belle chiese barocche della provincia aretusea, dichiarata come “Monumento Nazionale” dal Governo Italiano.


L’imponente prospetto della Chiesa di Sant’Antonio Abate.

Progettata dal frate – ingegnere Michele La Ferla un’illustre esponente della “Scuola di Rosario Gagliardi” (importante architetto di origini siracusane che nel 700 ha contribuito alla ricostruzione di molti edifici sacri e civili nelle Provincie di Ragusa  e Siracusa) ispirandosi ad un progetto dell’architetto messinese Filippo Juvara (che ha progettato edifici celebri dell’Europa settecentesca come il Palazzo Madama e il Palazzo di Stupinigi a Torino, nonché altri palazzi e chiese a Milano, Roma, Madrid, Parigi ecc…), questa chiesa si presenta differente dalle altre chiese ferlesi, perché possiede elementi architettonici che all’epoca erano considerati molto innovativi (vedi la facciata, l’interno e la cupola della chiesa).

Il sagrato di questa chiesa posto all’incrocio tra le Vie Vittorio Emanuele e Umberto I è formato da pietre di fiume poste in modo da formare splendidi motivi geometrici. La facciata si presenta suddivisa in tre corpi concavi presentanti notevoli elementi architettonici capaci di dare movimento alla statuaria parete del luogo sacro. L’ordine inferiore della facciata presenta un bel portale sormontato da un architrave decorato da bassorilievi raffiguranti motivi geometrici e floreali. Esso è posto nel mezzo di due possenti colonne corinzie ai cui lati vi sono due pregevoli nicchie incavate nella parete, che risultano sormontate da uno splendido timpano spezzato decorato da pregevoli bassorilievi. Nei due corpi esterni della facciata vi sono due nicchie dello stesso tipo di quelle descritte prima, ai cui lati vi sono sempre poderose colonne corinzie. Sopra il portale e le nicchie vi è una splendida trabeazione merlata che segue la concavità della facciata. 


L’elegante facciata della Chiesa di Sant’Antonio Abate, posta sul suo caratteristico Sagrato.

L’ordine superiore della facciata è sempre diviso in tre corpi: il corpo centrale presenta una nicchia arcuata inquadrata da due piccoli pilastrini che sostengono un timpano spezzato. Ai lati di essa vi sono due colonne corinzie che sostengono un grande timpano merlato di tipo spezzato sovrastato da due imponenti pinnacoli a coppa. I corpi laterali sono occupati dalle celle campanarie; quello destro presenta una bella cupoletta a pagoda di forma cuspidata presentante un piccolo orologio meccanico e due pinnacoli a coppa; il corpo sinistro era simile a quello descritto poch’anzi; ora risulta deturpato a causa del “Terremoto di Messina” (che nel 1908 colpì anche buona parte della Sicilia orientale, Provincia di Siracusa compresa) che fece crollare la cupola e parte della parete sinistra della facciata.


L’unica torre campanaria della Chiesa di Sant’Antonio Abate, che si è miracolosamente salvata dal terremoto del 1908.

La cupola della chiesa è di forma ottagonale, in netto contrasto con le cupole costruite all’epoca, che erano di forma emisferica (a mezza sfera).

Da ammirare inoltre anche le ali laterali della Chiesa con portale rettangolare sormontato da un timpano spezzato sorretto da pilastrini e con finestra ellittica incassata in un corpo trapezoidale, che formano rispettivamente i transetti di destra e di sinistra dell’edificio sacro.

 L’interno di questa chiesa è caratterizzato da un’unica Navata a “Croce Greca” (altro elemento architettonico piuttosto innovativo per l’epoca) avente pregevoli stucchi policromi (attribuiti alla scuola del Maestro Serpotta) e greche scolpite a bassorilievo. Da ammirare il gruppo scultoreo posto tra la splendida volta a botte al centro della quale vi è raffigurato “San Matteo Evangelista” (opera del pittore Giuseppe Crestadoro).


Particolare delle decorazioni barocche poste all’interno della volta della Chiesa di Sant’Antonio Abate.

Tra la Navata principale della chiesa e il suo Presbiterio vi è collocata una splendida composizione barocca formata da un timpano spezzato adornato da merlature che reca al centro la figura di “Dio Padre” in mezzo ad un gruppo di Angeli.


Il gruppo scultoreo che raffigura “Dio Padre” insieme agli Angeli.

Dentro di essa vi sono numerose opere d’arte del settecento e dell’ottocento, ma le più degne di nota sono le statue lignee raffiguranti “Santa Maria Assunta”, “San Michele Arcangelo” (poste negli altari barocchi posti nei transetti laterali) e “Sant’Antonio Abate” (posto nella nicchia sull’Altare Maggiore). Da ammirare i dipinti che raffigurano “La Madonna degli Agonizzanti”, “I Sette Arcangeli”, “La Madonna Assunta”, (di fattura ignota), “La Fuga in Egitto” (attribuito al pittore Pietro Novelli) e “La Predica di Sant’Antonio” (dipinto da Giuseppe Crestadoro), tutti del periodo settecentesco.


La bella statua di “Santa Maria Assunta”.


La statua che raffigura “San Michele Arcangelo”.


La statua raffigurante “Sant’Antonio Abate”.


Il dipinto che raffigura “La Madonna degli Agonizzanti”.


Il dipinto raffigurante “I Sette Arcangeli”.


Il dipinto che ritrae “La Madonna Assunta”.


Il dipinto in cui è raffigurata “La Fuga in Egitto”.


Il dipinto in cui è ritratta “La Predica di Sant’Antonio”.

Presso il Presbiterio della chiesa è però situata lo stupendo Altare maggiore (interamente in marmo policromatico) che come detto prima contiene la bella statua di “Sant’Antonio Abate”. Da ammirare il notevole gruppo scultoreo in stucco raffigurante le “Virtù Teologali”, altra opera che, assieme alle altre opere d’arte sopraelencate, rende unica questa bella chiesa, il cui patrimonio architettonico e artistico risulta ancora sconosciuto.


Le statue che raffigurano le “Virtù Teologali” poste all’interno del Presbiterio della chiesa.

Al centro della chiesa vi è collocata la cupola ottagonale; si tratta della bella raffigurazione del “Trionfo di Sant’Antonio nei Quattro Continenti della Terra” (a quei tempi si credeva che erano quattro invece di cinque) formata da un sontuoso affresco del Crestadoro diviso in quattro spicchi, incorniciato da pregevoli stucchi policromi sempre attribuiti alla scuola del Serpotta in cui sono ritratti i “Quattro Evangelisti”.


La stupenda cupola della Chiesa di Sant’Antonio con la bella decorazione scultoreo – pittorica raffigurante “Il Trionfo di Sant’Antonio”.

Torna indietro