Ferla, Festa di San Sebastiano

Ferla

Festa di San Sebastiano

La Festa di San Sebastiano, “Patrono della città”, è una bella festa che a Ferla viene festeggiata due volte l’anno; il 20 Gennaio, giorno in cui venne martirizzato il “Santo”, e 20 Luglio, in cui ricade la festa estiva che è quella più fastosa ed attesa dai ferlesi (specie quelli che trascorrono le ferie nel loro paese). Questa festività in onore del “Bimartire” è molto simile a quella che si svolge nella vicina Palazzolo Acreide ogni anno il 10 Agosto, poiché anche qui vi è la grandiosa Processione diurna resa pittoresca dalla “Nisciuta i Sam’Mastianu” cosi come dai sontuosi spari di “Nzareddi” e di colorati fuori pirotecnici, ma soprattutto dall’effervescente devozione al “Santo Patrono” di Ferla. A questa festività partecipano anche devoti di “San Sebastiano” provenienti da gran parte della provincia siracusana (specie da Palazzolo Acreide, Buscemi e Cassaro).

Storia di San Sebastiano

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Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani intorno al 256 d.C. Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei Classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora. Sebastiano, cresciuto con la dottrina cristiana non ebbe scelta, per diventare qualcuno doveva studiare le presunte “gesta” di dei pagani il cui culto stava man mano scemando poiché nessuno si beveva più che ogni cosa (il sole, l’acqua, la terra ecc..) avesse un proprio dio bizzoso che voleva essere venerato con inutili privazioni di denaro e assurdi sacrifici (di animali). Anche il culto sull’Imperatore di Roma stava scemando a favore del Culto Cristiano in cui si venera “Cristo”, la sua “Famiglia” e tutti i “Martiri” morti sotto le persecuzioni romane (tra cui molti Santi che hanno calcato il suolo aretuseo come “San Paolo”, “Santa Venera”, i “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”; e addirittura Santi originari del siracusano come “Santa Lucia”, “Santa Sofia” e “San Marziano”); così l’Imperatore di allora, Diocleziano, ordinò che tutti i Cristiani venissero torturati ed uccisi in modo che il Cristianesimo svanisse facendo spaventare chiunque volesse seguire la “Religione infedele all’Imperatore di Roma”.

A Sebastiano non importava e andò a Roma sia per fare la carriera militare, sia per “Aiutare i Cattolici romani a continuare a perseguire la loro fede”. L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia, Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto; così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”. Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i Cristiani”, ma lui, all’insaputa dell’Imperatore, aiutò moralmente molti Cristani durante la prigionia e fece scagionare tanti di essi salvandoli dal martirio.

Dopo i primi miracoli (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai Cristiani, incominciò a predicare il Cristianesimo davanti a tutti senza paura di essere arrestato e torturato. Un tirapiedi dell’Imperatore lo spiò e andò a riferire a Diocleziano quanto visto. L’Imperatore non volle credere che il suo allievo prediletto fosse uno “Sporco Cristiano” (così venivano chiamati dai Romani coloro che credevano in “Cristo”) e lo fece chiamare. Diocleziano allora chiese a Sebastiano se era vero quanto detto sul suo conto. Il giovane rispose di si, e che fin dalla nascita era stato educato col “Cristianesimo” e che era ormai stanco di queste assurde persecuzioni contro gente civile che dovrebbe “Amarsi come è stata amata da Gesù” e no ammazzarsi a vicenda. Diocleziano andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco nel “Colle Palatino”, venne legato ad un albero e trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) che lo lasciarono in un primo momento esanime. Ma alcuni suoi proseliti si accorsero poi che “Sebastiano non era morto” poiché “Gesù Cristo lo aveva protetto dalle frecce”. Così, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), presero il giovane e lo curarono fino a quando non guarì.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro” , Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>. L’Imperatore sentito quanto detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte. Sebastiano venne frustato ininterrottamente finché per le ferite e per il dolore perse i sensi cadendo esanime. Non contento delle torture inflitte al giovane, Diocleziano lo fece strangolare e annegare finché Sebastiano morì definitivamente. Era il 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” (nel frattempo venne canonizzato dal Papa di allora) apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”. Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà; dopo alcuni anni scesero i Barbari (Ostrogoti, Vandali ecc..) e, dopo aver causato numerosi danni alle città dell’Impero,costrinsero Diocleziano a ritirarsi a Spalato dove morì di morte naturale ma tra sofferenze atroci; dopo di lui venne un nuovo grande Imperatore, Costantino il Grande, che abolì il paganesimo e fece divenire il Cristianesimo “Unica religione dell’Impero Romano”. Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano”; lì riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

[riduci]

Il culto di San Sebastiano a Ferla

Il culto ferlese legato a “San Sebastiano” è di origini molto antiche, addirittura risalenti all’alto medioevo. Il sempre più crescente culto verso questo giovane “Santo” che si venne  a creare dopo il ritrovamento del Simulacro di “San Sebastiano” presso la Penisola Magnisi (a quei tempi feudo di Melilli) fa si che nella prima metà del 400 venga costruita una sontuosa Chiesa in onore del “Bimartire”. Facendo un salto secolare arriviamo al XVI secolo, quando Ferla venne liberata da una pestilenza proprio grazie alle preghiere indirizzate al “Santo Martire” da parte dei cittadini. Il Barone di Ferla Don Gaspare Moncada, vista la fervente riconoscenza verso “San Sebastiano”, decide che per undici giorni tutta la cittadinanza è libera da obblighi lavorativi in modo che si potesse almeno degnamente festeggiare il “Santo” almeno con riti ecclesiastici. Sempre nel 1500 venne scolpita la bella Statua che raffigura “San Sebastiano” utilizzando però legno d’arancio (proveniente da alberi della campagna ferlese), uno dei meno costosi poiché la città in quegli anni era sotto una brutta crisi economica. Il 13 Settembre 1642 l’allora Papa Urbano VIII diede il permesso ai cittadini ferlesi di poter festeggiare il loro Patrono “San Sebastiano” e di avere possesso di alcune sue “Reliquie” (frammenti ossei provenienti forse dal braccio). Neanche il catastrofico terremoto del 1693 fermò la festa anzi con le offerte ricavate da essa si costruì la monumentale Basilica barocca in onore di “San Sebastiano”. Anticamente la festa veniva il 26 di Luglio e la sera precedente ad essa nelle vie del centro era praticato il “Giru a Sammastianu” (“Giro a San Sebastiano”) dove i “Nuri” correvano di notte scalzi e come dice il nome “nudi” (vestiti solo con mutandine rosse) gridando a squarciagola per espletare un voto di grazia ricevuta e concludendo il loro giro all’alba. La gente che aveva bisogno di un grosso miracolo o di espletare un voto verso il “Santo” arrivava a “Caminari ca lingua a trascinuni” cioè a camminare in ginocchio leccando il pavimento della Chiesa. Oggigiorno la festa è stata anticipata al 20 Luglio e queste usanze sono state proibite dalle autorità ecclesiastiche; ciononostante questa festa viene comunque seguita con particolare fervore e devozione dai ferlesi e dagli abitanti delle città vicine, nonché da gente proveniente da altre città della Sicilia, dell’Italia e da qualche anno a questa parte anche da numerosi turisti stranieri.

La “Curruta” invernale di “San Sebastiano” e la sua Festa Liturgica (19 e 20 Gennaio)

Dopo un breve Triduo di Preparazione comprendente solenni Messe alle ore 18.30 circa che inizia il 17 (data che coincide con la ricorrenza liturgica di “Sant’Antonio Abate”) e prosegue il 18 Gennaio), il 19 Gennaio di ogni anno, dopo la Messa solenne che si tiene presso la Chiesa di San Sebastiano delle ore 18.30 circa, alle 21.00 nella medesima chiesa viene svelata la Statua di “San Sebastiano” assieme alle sue “Reliquie” tra il tripudio dei fedeli ma soprattutto di quello della “Confraternita di San Sebastiano” i cui membri, dopo aver invocato il “Santo” con forti grida di preghiera, prendono la Statua del “Santo” dalla nicchia in cui è posizionata se la caricano sulle spalle mettendosi poi a correre in Chiesa posizionandola infine sull’Altare Maggiore per esporla a tutti i devoti ferlesi. Questo evento molto particolare è chiamato “Curruta i Sam’Mastianu” (“Corsa di San Sebastiano”). Dopo la “Curruta” vengono cantati solenni Vespri in onore del “Santo”, vengono benedette le “Cuddure” (pani a forma di ciambella) e viene praticato il “Bacio della Reliquia” in cui i fedeli baciano il Reliquiario contenente le sopracitate Reliquie di “San Sebastiano”. L’indomani, il 20 Gennaio, vi sarà la solenne Festa Liturgica che comprende solenni Messe alle ore 07.30, 10.30 e 18.30 al cospetto del Simulacro del Patrono,.

Il “Santo” rimarrà esposto in chiesa, in cui per tutta la settimana si terranno solenni Messe (ore 18.00) fino al 27 Gennaio in cui ricorre l’Ottava della festa. Nei giorni precedenti ad essa (25, 26 e 27) verrà esposto l’Ostensorio del “Santissimo Sacramento” perché verranno fatte le cosiddette “Quaranta Ore di San Sebastiano” con Adorazione pomeridiana che inizia dalle 14.30, prosegue alle 17.15 con i vespri e si concludono con la Messa solenne alle ore 18.00. Dopo l’ultima Messa in onore di “San Sebastiano” con cui viene solennemente ringraziato dopo le “Quaranta Ore”, la sua Statua verrà velata nella nicchia tra le grida di invocazione dei fedeli. Dopo l’ultimo bacio del Reliquiario, nella Piazza San Sebastiano la gente assiste ad un discreto spettacolo pirotecnico che sancisce la chiusura della Festa invernale di “San Sebastiano”; da allora i ferlesi aspetteranno con ansia i festeggiamenti estivi per riabbracciare il loro “Santo Patrono”.

Il Pellegrinaggio a Melilli dei devoti ferlesi a “San Sebastiano” (3 – 4 Maggio)

La notte tra il 3 e il 4 Maggio molti devoti ferlesi (noti come “Nuri”) vanno in pellegrinaggio a piedi da Ferla a Melilli in occasione della Festa di San Sebastiano che si tiene in quest’ultima città il 4 Maggio di ogni anno. Come “voto di grazia ricevuta” al “Santo” o per una particolare richiesta di grazia, i ferlesi camminano a piedi fino a Melilli lungo l’insieme di strade provinciali che separano le due cittadine. Lungo il percorso i ferlesi non sono soli visto che assieme a loro si uniscono i devoti di Cassaro, Buscemi, Buccheri, Palazzolo, Carlentini, Francofonte, Sortino, Canicattini, Floridia e Solarino che, incontrandosi lungo il cammino, arrivano a piedi nella mattinata del 4 Maggio presso la Basilica di San Sebastiano di Melilli in cui è posto il suo miracoloso Simulacro rinvenuto lungo la costa a nord di Siracusa nel 1414. 

La festività estiva di “San Sebastiano”

I riti iniziali e il Triduo di Preparazione

Nel mese di Luglio la città di Ferla comincia a prepararsi per i solenni festeggiamenti consacrati a “San Sebastiano”, molto sentiti sia dai ferlesi, che dai vicini cassaresi (anch’essi molto devoti al “Martire Milanese”), che entrano nel vivo durante l’ultima Settimana di Luglio, quando l’intera cittadinanza di Ferla comincia a visitare in pellegrinaggio la Chiesa di San Sebastiano a partire dal 17 Luglio con il pellegrinaggio all’edicola votiva detta di “Sammastianeddu” che si trova nella periferia di Ferla (che inizia alle ore 21.00 dal sagrato della Chiesa di San Sebastiano), oppure nei tre giorni precedenti quando comincia il Triduo di preparazione all’imminente Festa in onore del suo Patrono “San Sebastiano” che comprende solenni Messe in chiesa alle ore 9.00 e alle ore 19.00. La città viene addobbata a festa con drappi rossocrociati (che raffigurano simbolicamente il “Martirio di San Sebastiano”) e illuminata da una sontuosa illuminazione artistica. Nel frattempo in città vengono organizzate manifestazioni sportive e spettacoli musicali che allieteranno le serate di festa, tra cui citiamo anche la manifestazione enogastronomica “Nero di Ferla” con cui si sponsorizza un prodotto di nicchia che sta venendo solo ora alla ribalta, il pregiato Tartufo Nero di Ferla (vedi sezione “Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche” nella pagina riguardante Ferla).

La Vigilia della Festa (19 Luglio)

La “Curruta” estiva e la Benedizione delle “Cuddure”

Il 19 Luglio è il giorno in cui si celebra la vigilia della festa ferlese di San Sebastiano con cui i cittadini si preparano ai solenni festeggiamenti. La mattina alle 8.00 la città viene svegliata dalla banda musicale che accompagna la raccolta benefica di doni al “Santo” che saranno dati in beneficenza, dopodiché vi sarà una solenne Messa alle ore 9.30 in Chiesa. Durante il pomeriggio la Chiesa di San Sebastiano si riempie di fedeli e comincia ad animarsi il mercatino con le tradizionali bancarelle.

 La sera del 19 Luglio presso la Chiesa di San Sebastiano si terrà la solenne Messa Vespertina delle ore 19.00. Dopo aver esposto anche le Reliquie (parte delle ossa del braccio e della mano di “San Sebastiano”) avviene alle 21.30 uno dei momenti più attesi della festa, la “Curruta” della Statua di “San Sebastiano” (simile a quella del 20 Gennaio) che acclamata dalle grida di gioia dei fedeli e da quelle dei membri della “Confraternita di San Sebastiano” (che si occupa della svelata) alla frase “Chi siemu tutti muti?” rispondono gridando “Sammastianu Viva!”. A quest’evento seguirà la Benedizione collettiva con la Reliquia del “Santo Patrono” che verrà fatta sui fedeli e sulle “Cuddure” votive che verranno vendute alla gente per ricavarne offerte per il “Santo” e per i poveri. Le “Cuddure” che avanzano verranno distribuite gratuitamente sempre ai poveri della città. Le Reliquie usciranno poi in Processione per le vie del centro storico ferlese fino alle ore 22.30. Al termine di essa, nella Piazza San Sebastiano verrà organizzato un bel concerto curato da artisti locali con il proseguimento della sagra del Tartufo Nero di Ferla unendo il sacro alla sponsorizzazione delle prelibatezze enogastronomiche ferlesi, tra cui questo pregiato tartufo, e a vari spettacoli legati sia alla festa del Patrono sia alla sagra.

La Festa del 20 Luglio consacrata a “San Sebastiano”

I riti mattutini della Festa di San Sebastiano

La mattina del 20 Luglio verso le 06.00 la città viene svegliata da 21 colpi di cannone che simbolicamente chiamano i ferlesi al pellegrinaggio presso la Chiesa di San Sebastiano (che verrà aperta alle 06.15) per rendere omaggio a “San Sebastiano” col dono di fiori e di ceri. Dopo lo sparo mattiniero delle salve (la cosiddetta “Alborata”), la gente riempie la Chiesa Madre per la prima solenne Messa del Mattino che si tiene alle 07.30; nel frattempo continuano a venir donati al “Santo” sempre più enormi ceri votivi di colore giallo (i cosiddetti ceri “N’torci”), usanza che si tiene anche a Melilli e ad Avola in occasione delle rispettive feste in onore di “San Sebastiano”.

Dopo le solenni Messe delle 09.00 (nel mezzo delle quali verranno benedetti i neonati al cospetto di “San Sebastiano), arriveranno varie confraternite da città limitrofe come ad esempio i Portatori dei “Cili” di “San Corrado” da Noto, i membri della Confraternita di “Santa Maria dl Rosario” di Pedalino (RG) e le Confraternite di “San Sebastiano” di Palazzolo Acreide, Avola, Acireale (CT) e Cerami (EN) a dare onore al “Patrono di Ferla”.

Alle 10.30 dal Municipio partirà il corteo delle massime autorità ferlesi,che terminerà presso la Chiesa di San Sebastiano. Dopodiché vi sarà la Messa Solenne, in cui il Sindaco di Ferla accenderà un cero in onore del “Patrono” della città.

“A Scisa re Nuri”

Terminata la solenne Messa delle 10.30, presso i “Quattro Canti” ossia di fronte alla Chiesa di Sant’Antonio Abate, alle 11.45 vi sarà il toccante rito chiamato “A Scisa re Nuri” significante “La Discesa dei Nudi”, ossia la frangia più accanita e rumorosa degli uomini ferlesi fedeli a “San Sebastiano” il cui appellativo sta a significare un’antica usanza in cui moltissimi anni fa erano scalzi e vestiti solo con un paio di mutandine rosse, con fascia rossa a tracolla, rigorosamente scalzi (usanza ormai vietata). I “Nuri” di Ferla indossano pantaloni bianchi e recano a tracollo una fascia rossa con l’immagine di “San Sebastiano”, che ricopre il loro petto nudo (a differenza di quelli degli altri paesi devoti a “San Sebastiano” in cui sono vestiti con una camicia bianca e una fascia rossa a tracolla), che dalla Chiesa di Sant’Antonio Abate inizieranno a correre scalzi per le strade di Ferla fino ad arrivare nella Chiesa di San Sebastiano per acclamare il “Santo” con squarcianti grida del tipo  “E chi siemu tutti muti? Sammastianu Viva!”.

Arrivati in Chiesa i “Nuri” danno onore al “Santo” invocandolo fortemente con le consuete grida d’invocazione mentre incominciano ad essere alzati i bambini all’indirizzo di “San Sebastiano” per porli sotto la sua protezione e iniziano pure ad arrivare anche le prime vere e proprie sostanziali offerte in denaro. Il tutto succede mentre i fuochisti preparano le cariche che saluteranno la “Nisciuta” del Fercolo di “San Sebastiano”.

La “Nisciuta” e la Processione diurna

Dopo l’arrivo dei “Nuri”, il “Santo” viene posto sulla “Vara” grande, agghindata dalle banconote offerte dai fedeli (che i ferlesi non si sognerebbero mai di rubare) e da ex voto vari (gioielli e i vestitini dei neonati alzati al “Santo”); mentre l’ “Urna – Reliquiario” viene posta sulla “Varetta” più piccola. Dopo aver sistemato le due “Vare”, verrà deciso chi saranno i “Nuri” che per primi porteranno (a spalla) quella di “San Sebastiano”, mentre quella contenente la “Reliquia” verrà portata a spalla dai bambini (che già in tenera età si dimostrano fedeli al “Santo”).

Lo sparo di un colpo di cannone dà il segnale che mezzogiorno è arrivato, i portatori si caricheranno sulle spalle i “Simulacri” e usciranno dalla Chiesa di San Sebastiano acclamati dal festoso scampanio. Dopo un anno di attesa, è iniziata la spettacolare “Nisciuta i Sammastianu”. Dalla Chiesa prima uscirà la “Varetta” della “Reliquia”, poi la “Vara” di “San Sebastiano”. Inizia così la “Nisciuta” alle ore 12.00 in punto.

Appena la “Vara” di “San Sebastiano” si affaccia dalla chiesa, partirà il sontuoso sparo degli “Nzareddi”, strisce di carta multicolore che verranno poste dentro piccole cariche che le spareranno in aria dando vita ad una vera e propria “cascata di colori”. La pioggia di carta colorata (seguito da un folto sparo di fuochi artificiali) dà molto fasto all’uscita del “Santo Patrono”, salutata oltre che dallo sparo di potenti salve, anche dalle grida di gioia e dagli applausi della gente.

Dopo la “Nisciuta”, inizia la Processione diurna in cui i Portatori della “Vara” di “San Sebastiano” dovranno fare i conti con la fatica, col caldo e con l’asfalto reso cocente sotto il secco sole di Luglio, poiché è teoricamente impossibile portare a spalla un pesante Simulacro camminando a piedi scalzi perlopiù in estate; ma la fede verso il “Patrono” è più forte della fatica e del dolore, e solo unicamente per il loro “Voto di Grazia Ricevuta” loro sono anche pronti a morire nel nome di “San Sebastiano”.

Intanto la Processione prosegue per le vie dello scosceso centro storico ferlese dove i portatori, oltre alle difficoltà sopraelencate, dovranno anche avere perizia nel portare i “Simulacri”; anche i bambini che portano la “Vara” del “Reliquiario” dimostrano grande personalità nel svolgere il loro compito. Dopo due ore la Processione rientra in Chiesa tra le grida di gioia dei partecipanti.

La Processione serale

Dopo la Processione diurna di “San Sebastiano”, il pomeriggio scorre festosamente tra le vie cittadine; c’è chi va alle bancarelle attirato dalle grida degli ambulanti, chi va a visitare le bellezze cittadine (i turisti) e chi continua ad andare in Chiesa Madre ad omaggiare il “Patrono” con offerte e preghiere.

Alle ore 18.00 di sera vi è l’esibizione della banda cittadina sul Sagrato della Chiesa di Sant’Antonio, mentre in Chiesa Madre c’è chi va a recitare il “Rosario” in onore di “San Sebastiano”, che precede la solenne Messa Serale che onorerà ulteriormente “San Sebastiano” che si tiene alle ore 19.00.

Dopo la Messa, il Fercolo di “San Sebastiano” viene preparato dalla Confraternita poiché un’ora dopo dovrà uscire nuovamente in Processione. Alle ore 20.00 – 21.00 circa dalla sua Chiesa “San Sebastiano” sarà nuovamente accolto da carte colorate e fuochi d’artificio, uscendo per la solenne e gioiosa Processione serale della “Statua” e della “Reliquia” di “San Sebastiano”, che gireranno il centro storico di Ferla fino a tarda notte seguito da tanti fedeli ferlesi e delle città limitrofe (su tutte Palazzolo e Cassaro, che sono molto fedeli al “Santo Milanese”).

Quando la Processione arriverà presso la Chiesa della Madonna delle Grazie, inizierà uno stupendo spettacolo pirotecnico che per la sua potenza illuminerà a giorno l’intera città di Ferla ed è considerato come uno dei migliori effettuati in Provincia di Siracusa.

Dopo i fuochi artificiali la Processione scenderà per la Via Vittorio Emanuele rientrando in Chiesa tra gli applausi della gente. Subito dopo nella vicina Piazza San Sebastiano inizierà lo spettacolo musicale (a cui partecipano famosi cantautori italiani) che durerà fino a tarda notte.

L’Ottava di San Sebastiano e la fine dei festeggiamenti (27 Luglio)

Il 27 Luglio, dopo l’Ottavario che comprende solenni Messe presso la Chiesa di San Sebastiano (che si tengono alle ore 9.30 e 19.00), vi sarà l’Ottava della Festa di San Sebastiano, con cui si concluderanno i solenni festeggiamenti in onore del “Patrono di Ferla”. Dopo la solenne Messa che si tiene alle ore 19.00, alle 21.00 presso la Chiesa di San Sebastiano vi sarà l’ultimo toccante rito che chiuderà questa festa, la “Velata di San Sebastiano”. I fedeli, sapendo che rivedranno la Statua di “San Sebastiano” solo il prossimo anno durante la festa liturgica di Gennaio, saluteranno il loro “Patrono” con commoventi grida di invocazione che rendono l’atmosfera irreale. Quando poi la Statua di “San Sebastiano” verrà velata, si alza un forte grido corale “Sammastianu Viva!!!” che saluta il Simulacro del loro “Patrono”.

L’indomani i ferlesi ritorneranno ad aspettare per un anno intero questa Festa per rivedere il loro “Patrono” cominciando già a programmare i festeggiamenti per l’anno venturo per far si che la festa diventi ogni anno più fastosa dell’anno precedente.

Per informazioni più dettagliate visita la pagina facebook della Basilica di San Sebastiano.

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