Lentini, Parco Archeologico di Leontinoi

Lentini

Parco Archeologico di Leontinoi

Mappa del Parco Archeologico di Leontinoi


Mappa del Parco Archeologico di Leontinoi (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali sul Parco Archeologico di Leontinoi


I resti della città di Leontinoi posta presso il Colle San Mauro.

Il Parco archeologico di Leontinoi comprende una vasta porzione di territorio collinare situato a sud di Lentini presso il confine amministrativo con la vicina Carlentini, ma (volendo) anche rovine archeologiche poste in prossimità della città lentinese (specie nell’area a nord est nei pressi del confine amministrativo con Carlentini, in prossimità del sito carlentinese noto come “Casa dello Scirocco”, che ricadrebbe nel vasto comprensorio archeologico posto tra le due cittadine). Esso è stato istituito nel 2000 dopo anni di scavi e studi effettuati nel territorio che va dalle zone a sud di Lentini a quelle poste ad ovest di Carlentini. L’ingresso a questo parco (e a molte aree archeologiche limitrofe) è totalmente gratuito anche se è controllato dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa. Il parco archeologico è in parte antropizzato e per visitarlo dettagliatamente bisogna chiedere informazioni al Museo Archeologico di Lentini (+39 095 783 2962); in ogni caso l’ingresso è gratuito (volendo lo si può raggiungere da Lentini tramite Via dell’Agorà e Via San Mauro, anche se l’ingresso ufficiale è a Carlentini al termine di Via Archeologica).

A sud di Lentini (in cui l’area è piuttosto limitrofa al comune di Carlentini) troviamo la vasta area archeologica di Leontinoi, comprendente le rovine dell’omonima antica città greca che venne fondata nel 750 a.C. circa inglobando resti di templi, fortificazioni, necropoli, chiese rupestri (di cui quelle più importanti sono quelle di San Giuliano e del Crocifisso) e ruderi medievali di alcuni quartieri della città di Lentini che venne rifondata più a valle come il sito noto “Castellaccio” posto nell’area a sud dell’attuale Lentini li dove sorge tuttora. Altre rovine di origine medievale sono poste a sud del tessuto urbano lentinese.


La Grotta di San Giuliano.


Il Castellaccio di Lentini.

I siti più importanti sono comunque i resti della città greca di Leontinoi comprendenti l’area della Porta Siracusana, dell’Agorà (e dei resti della città greca tutt’attorno), delle necropoli meridionale (monumentale) e settentrionale (rupestre, detta di Sant’Eligio). Come detto prima l’area presenta anche numerose Chiese rupestri come la Grotta del Crocifisso, la Chiesa Rupestre di San Giuliano nota anche come “Grotta della Scalderia” ma anche le chiese rupestre minori note come “Grotta della Solitudine” o di Sant’Andrea e del Cristo Biondo (chiamata così per una raffigurazione pittorica in cui il “Cristo Benedicente” sembra avere i capelli biondi. Altre chiese rupestri sono la Grotte di Sant’Antonio (che sarebbero collocate dietro l’ex Convento della Santissima Trinità), di Santa Lucia al Castellaccio e di Santa Margherita (posta a nord est di Lentini presso la Via Agnone) nonché una presunta grotta in passato consacrata a “Santa Lucia” che poi sarebbe stata inglobata dentro un’abitazione sorta nell’area di “Villa Badda” nella zona nord del centro storico di Lentini. Vi sono infine varie rovine di epoche varie presso le Contrade Bottigliere, Caracausi, Alaimo, Porrazzito e sui rilievi a sud di Lentini (Colli Sant’Eligio, San Mauro, San Francesco, Tirone e San Domenico). Degna di nota è la presenza dei ruderi della Chiesa medievale di San Giuseppe Giusto, posta sul Colle Sant’Eligio. 


La Chiesa di San Giuseppe Giusto.


Una grotta posta presso il Colle San Mauro.

Come detto prima l’area più importante è data dalle antiche rovine di “Leontinoi”, che si estendono a sud di Lentini tra il Colle San Mauro (dove vi sono le rovine greche e medievali) e il Colle Metapiccola (dove invece vi sono rovine neolitiche e di epoca sicula). Leontinoi, come abbiamo letto nella storia di Lentini, era una delle principali città fondate dai coloni greci Calcidesi che, dopo aver fondato Nasso (Giardini Naxos) Tauromenio (Taormina) e Catania, andarono a sud per fondare Leontinoi, considerato  dai Calcidesi l’avamposto ideale per sferrare l’assalto alla potente Siracusa. Dopo esser passata sotto il dominio dei siracusani, Leontinoi divenne una città ricca e potente in cui fiorì una certa cultura grazie a individualità tra cui va citato il poeta classico Gorgia da Lentini. Dopo esser passata nelle mani dei Romani, Leontinoi (divenuta Leonzio) decadde finché la popolazione, dopo la caduta di Roma, si spostò a nord del Colle Tirone fondando l’odierna Lentini. Da allora le rovine leontine versavano in pessime condizioni finché archeologi come Paolo Orsi e Luigi Bernabò Brea riportarono alla luce molte rovine dell’antica città leontina i cui guerrieri venivano chiamati “I leoni” per il loro coraggio; difatti lo stemma araldico di Lentini riporta un leone abbarbicato sotto una rocca medievale, poiché i Cavalieri della Lentini medievale (in particolare il Conte Alaimo da Lentini) avevano lo stesso coraggio leonino dei guerrieri dell’antica Leontinoi; e proprio lo stesso coraggio leonino dei lentinesi ha permesso dopo il terremoto del 1693 di ricostruire la loro città rendendola ancor più fastosa di prima con lo stile barocco utilizzato nelle città limitrofe.

Tornando a parlare delle rovine di Leontinoi, bisogna dire che l’antica città leontina è andata ad ampliarsi man mano nei secoli passati; quindi possiamo trovare rovine risalenti ad epoche abbastanza diverse. Le rovine greche presentano innanzitutto resti di antiche fortificazioni risalenti ai secoli VII e III a.C. che cingono parte di costoni rocciosi del Colle San Mauro sotto i quali vi sono caverne naturali utilizzate anticamente come tombe rupestri dagli stessi abitanti di Leontinoi. L’Acropoli dell’antica città leontina si trovava sulla vetta del Colle San Mauro. Essa era il cuore dell’antica città greca dove vi sorgevano i principali templi e gli edifici politici più importanti. Al centro delle rovine leontine vi è una strada che è considerata come la principale arteria urbana di Leontinoi; attorno ad essa vi sono i resti di tanti edifici forse abitativi e di una vecchia fornace, presumibilmente utilizzata per fondere i metalli.

Al centro del sito archeologico vi è un grande spiazzale circolare che presumibilmente fungeva da “Agorà” (termine greco che sta ad indicare la piazza principale delle città greche), in cui vi si tenevano le principali feste in onore elle divinità greche, il mercato cittadino e i “comizi” che i politici leontini tenevano alla popolazione. Le rovine dell’antico Teatro Greco di Leontinoi non sono ancora state rinvenute; secondo gli studiosi non si trattava di un’ampia cavea semicircolare, ma di un “teatro lineare” le cui rovine dovrebbero trovarsi da qualche presso il Colle San Mauro.


Rovine dell’Agorà della città di Leontinoi.

Nella parte meridionale delle rovine, in uno spiazzo triangolare delimitato dai resti di una parete che probabilmente serviva da baluardo di difesa, possiamo trovare i resti della “Porta Siracusana” detta “a tenaglia” per la forma triangolare del sito.


Le rovine della “Porta Siracusana”.

Poco lontano dalla Porta Siracusana troviamo alcune tombe a gradoni chiamate “Epitimbie” dove sono stati rinvenuti molti reperti quali; anfore, piatti, monete, monili e armi esposti al Museo Archeologico di Lentini.


La Necropoli di Leontinoi.

All’esterno delle rovine di Leontinoi troviamo altre rovine molto interessanti tra cui i resti delle imponenti fortificazioni esterne che racchiudevano il sito cittadino di Colle San Mauro; il Villaggio protostorico nel vicino Colle Metapiccola, di età superiore a quella di Leontinoi, dove sono stati rinvenuti resti di abitazioni di tipo siculo, tracce di focolai, reperti archeologici (vasellame dipinto, vasi, anfore e giare) e numerose Necropoli rupestri e a fossa (secondo alcune iscrizioni questo villaggio doveva chiamarsi con il nome “Xouthia”); una vasta Necropoli con ben 600 tombe situata nella vallata adiacente al Colle San Mauro (Necropoli di Sant’Eligio); la grotte rupestri che fungevano da abitazioni e da oratori per i Bizantini, tra cui la Chiesa rupestre di San Mauro, decorata con affreschi murali in stile tipicamente bizantino. Senza contare molti siti limitrofi elencati nelle soprastanti sottosezioni di cui vanno citate le grotte bizantine utilizzate come chiese ed eremi rupestri sopracitate e le rovine medievali di cui quella più importante è quella del Castellaccio. Vi sono infine rovine di insediamenti di tipo rurale e di opere agricolo – fondiarie.


Il Villaggio Rupestre sul Colle Metapiccola.


La Necropoli di Sant’Eligio.

Bisogna dire infine che dai siti collinari di questo splendido parco archeologico possiamo ammirare uno splendido panorama su Lentini, sul Biviere, su Catania e soprattutto sull’Etna.

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