Monterosso Almo

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Monterosso Almo

Mappa di Monterosso Almo e del suo territorio


Mappa di Monterosso Almo (per ingrandire la mappa clicca qui).

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Cenni principali su Monterosso Almo


Foto panoramica di Monterosso Almo.

Monterosso Almo è il centro abitato più a nord della Provincia di Ragusa.

Questa cittadina è posta a poca distanza col confine tra le Province di Siracusa e Catania a circa 28 chilometri dal capoluogo di provincia Ragusa, a cui è collegata tramite la SS 194 “Ragusana” che, più a nord si collega a sua volta con la SS 514 “di Chiaramonte” formando l’asse viario noto come “Ragusa – Catania”.

Questa strada in futuro sarà con molta probabilità affiancata da una superstrada (sempre nota come “Ragusa – Catania”) comprendente uno svincolo che tramite la SS 194 si collega appunto a Monterosso Almo (e alla vicina Giarratana).

Monterosso Almo è ubicata su un’altura che domina la confluenza tra il Fiume Amerillo e il Torrente Lavandaio formando il Fiume Dirillo (uno dei più importanti corsi d’acqua dei Monti Iblei e della Sicilia sudorientale).

Si tratta del centro urbano più alto della provincia ragusana, ed è anche quello meno popolato della corrispettiva provincia (preceduto dalla vicina Giarratana).

Per la sua particolare posizione montana da cui si può godere di ottimi panorami delle vallate iblee circostanti (tra cui quelle che formano il Fiume Dirillo) e per la bellezza dei suoi edifici storici (tra chiese e palazzi nobiliari), Monterosso Almo fa parte dal 2013 del circuito dei “Borghi più belli d’Italia” (sito web borghipiubelliditalia.it) assieme alle vicine cittadine di Palazzolo Acreide e Ferla (poste nel poco distante versante ibleo della Provincia di Siracusa che si affaccia presso la valle del Fiume Anapo).

Monterosso Almo fa anche parte dell’Unione dei Comuni “Ibleide” assieme alle cittadine di Chiaramonte Gulfi e Giarratana (sito web www.unioneibleide.it).

Il nome “Monterosso Almo” deriva dall’antico nome della cittadina chiamata “Monte Iahalmo” (o “Monte Almo”) dal nome del rilievo in cui venne costruita in epoca arabo – normanna, ma in seguito alla signoria del Conte Enrico Rosso il centro abitato assunse l’attuale denominazione.

La cittadina è chiamata in siciliano “Muntirrussu” (o “U Muntirrussu” ).

Il centro abitato di Monterosso Almo presenta un assetto viario di chiara impronta medievale, formato da vari vicoletti che si affacciano presso tortuosi assi viari.

Esso è lambito ad ovest dal tratto urbano della SS 194 noto come “Viale Giovanni XXIII” che è la principale via di transito cittadina, dalla quale si possono ammirare ad est i quartieri storici della cittadina monterossana e ad ovest la sottostante valle solcata dal Fiume Amerillo.

Le arterie viarie principali del centro storico monterossano sono il Corso Umberto I e la Via Roma, che si congiungono presso la centrale Piazza San Giovanni.

Essa è la piazza principale della cittadina monterossana in cui si affacciano alcuni dei principali edifici storici cittadini, tra cui vanno citate le Chiese di San Giovanni Battista e di Sant’Anna e i Palazzi Cocuzza, Sardo, dei Baroni Noto e del Municipio.

A settentrione, al termine della Via Roma è posta la Piazza Sant’Antonio in cui possiamo ammirare le Chiese di Santa Maria Addolorata e la monumentale Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, quest’ultima raggiungibile da una scenografica scalinata.

Il centro storico monterossano è composto inoltre da vari quartieri in cui sono collocate chiesette, palazzetti nobiliari e pittoreschi edifici abitativi che si affacciano in stretti ma suggestivi vicoli.

Per la bellezza di questi edifici e per il suo assetto urbano tipico dei borghi medievali, Monterosso Almo come detto in precedenza è stato appunto proclamata come uno dei “Borghi più belli d’Italia”.

Va detto anche che il centro storico monterossano è stato scelto come ambientazione di varie riprese cinematografiche, di cui quelle più note appartengono al film “L’Uomo delle Stelle” del regista Giuseppe Tornatore.


Il centro storico di Monterosso Almo.


La Chiesa di San Giovanni Battista.


La Chiesa Madre di Santa Maria Assunta.

L’area iblea circostante presenta varie zone naturalistiche ed archeologiche di cui vanno citate:

  • le aree boschivo – archeologiche di Calaforno e Canalazzo comprese all’interno di folti boschi, che formano assieme alla limitrofa “Pineta di Chiaramonte” uno dei principali “polmoni verdi” della Provincia di Ragusa e della Sicilia sudorientale in generale;
  • il Monte Casasia alto circa 734 metri di altezza sul livello del mare;
  • le valli in cui scorrono i corsi d’acqua noti come “Fiume Amerillo” e “Torrente Lavandaio” che formano a nordovest il Fiume Dirillo, dando vita anche all’invaso artificiale del Lago Dirillo (posto tra i territori comunali di Monterosso Almo, Vizzini e Licodia Eubea).

Monterosso Almo è nota per la sua eccellente enogastronomia basata sulla produzione di frutta di cui va vitata la ciliegia locale nota come “Raffiuni”, legumi come la “Cicerchia”, ortaggi, cereali, formaggi, salumi, olio extravergine d’oliva e prodotti da forno di cui il rinomato “Pane di Monterosso Almo” e i tradizionali “Scacciuni”.

Inoltre vanno menzionate le sue interessanti festività che si tengono all’interno della cittadina tra cui vanno citate il Carnevale Monterossano, le festività religiose di “San Giovanni Battista” e “Santa Maria Addolorata” (i “Santi Patroni” della cittadina) famose per gli spettacoli pirotecnici, il Presepe Vivente che si tiene nel periodo natalizio.

A tutto ciò si aggiungono ovviamente le sagre di prodotti tipici locali e tantissimi altri eventi, che si tengono nel centro storico monterossano o nei suoi dintorni.

Va detto infine che il dialetto siciliano parlato a Monterosso Almo differisce sensibilmente da quello parlato in gran parte della Provincia di Ragusa noto per la mancanza della cosiddetta “CH” davanti ad alcune parole.

A Monterosso Almo invece avviene il contrario (quindi le parole del tipo “Ciavi” o “Ciuovu” diventano “Chiavi” o “Chiuovu” ) perché il dialetto è chiaramente influenzato da quello dei limitrofi centri del “calatino” (facenti parte della Provincia di Catania).

Altri centri del ragusano in cui avviene ciò sono Scicli e Acate.

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Statistiche generali

  • Nome in siciliano: “Muntirrussu” ;
  • Abitanti: monterossani;
  • Popolazione abitante: 2954 abitanti;
  • Comuni confinanti: Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Giarratana (RG), Licodia Eubea (CT);
  • Fiumi e torrenti limitrofi: Fiume Dirillo, Fiume Amerillo, Fiume Vizzini, Torrente Cava dei Volaci – Alia, Torrente Cava San Nicola – Grottaperciata, Torrente Fosso di Margi, Torrente Lavandaio, Torrente MasciuluniTorrente Miele, Torrente RagoletoTorrente Rossura, Torrente San Giorgio – Calaforno, Torrente Santa Lena – Cava Piana – Canalazzo, Torrente Sperlinga, Torrente Vallone Bottiglieri, Torrente Vallone Casaletto;
  • Monti e rilievi limitrofi: Monte AliaMonte Almo, Monte Casasia, Monte Pizzuto, Poggio Cappello, Poggio Fungitello, Poggio San Giovanni, Serra Rossa, versante orientale del Monte Arcibessi;
  • Clima: freddo e secco in inverno con eventuali nevicatecaldo in estate con venti di ponente o scirocco mitigati dalla posizione montanamite e umido con eventuali piogge e nebbia in autunno e primavera;
  • Santo Patrono: Santa Maria Addolorata;
  • Altri Santi venerati: San Giovanni Battista, Sant’Antonio Abate, Santa Maria Bambina;
  • Economia monterossana: agricoltura, allevamento, produzione di olio extravergine di oliva, produzione di salumi ed insaccati di suinoturismoeconomia commerciale a conduzione familiare, commercio agroalimentare, settore ricettivo;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: Ciliegia “Raffiuni” di Monterosso Almo, Cicerchia di Monterosso Almo, Pane di Monterosso Almo, Olio Extravergine di Oliva, Pane di Monterosso Almo, salumi e insaccati di suino, funghi e tartufi, formaggi e latticini, cereali, legumi, prodotti ortofrutticoli, miele, “Scacciuni” , pizze e focacce, conserve, dolciumi;

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Come raggiungere Monterosso Almo

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada Catania – Siracusa – Gela (in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” (con indicazione anche per Ragusa), per poi immettersi sulla SS 194 Lentini – Vizzini arrivando al “bivio Ragusa – Vizzini” tra la SS 514 per Ragusa e la SS 194 per Vizzini, Monterosso Almo e Giarratana andando in direzione di quest’ultima strada superando il centro abitato di Vizzini per poi arrivare all’ingresso di Monterosso Almo;
  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella tangenziale, dopodiché sull’Autostrada Catania – Siracusa uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” e seguire le indicazioni sopracitate;
  • Per chi proviene da Gela e Agrigento: immettersi sulla SS 115 fino a Comiso, percorrendo poi la S.P. 7 Comiso – Chiaramonte fino all’ingresso della città chiaramontana, e da qui percorrere le S.P. 8 Chiaramonte – Maltempo e S.P. 62 Bivio Maltempo – Bivio Giarratana fino alla SS 194 andando in direzione di Monterosso Almo;
  • Per chi proviene da Siracusa: immettersi sull’Autostrada A 18 Siracusa – Gela in direzione sud (Gela) uscendo allo svincolo di Rosolini, percorrendo la SS 115 oltrepassando Ispica e Modica per poi uscire allo svincolo “Modica Alta – Ragusa Ibla” percorrendo la SS 194 fino a Monterosso Almo, oppure percorrere la SS 124 fino a Palazzolo Acreide, imboccare la S.P. 23 – S.P. 12 fino a Giarratana e da li percorrere la SS 194 in direzione di Monterosso Almo, o infine uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” dell’Autostrada Siracusa – Catania percorrendo la SS 194 fino al bivio per Vizzini e andando poi in direzione di Monterosso Almo.

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Ragusa e Vittoria) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • Gli aeroporti più vicini a Monterosso Almo sono quelli di Comiso (Aeroporto “Pio La Torre” www.aeroportodicomiso.eu) e di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sui siti controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dagli aeroporti di Catania e Comiso conducono a Monterosso Almo (controllate le Autolinee AST, Interbus e Sais Trasporti).

Via Autobus

Via Mare

  • Monterosso Almo è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

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Storia di Monterosso Almo

Dal periodo protostorico ai giorni nostri

I dati storici più antichi appartenenti al territorio di Monterosso Almo risalgono al 2000 a.C. quando presso le aree attorno ai principali rilievi iblei del territorio monterossano cominciarono a sorgere vari nuclei abitativi e sepolcrali di tipo rupestre, di cui quello principale rinvenuto presso l’area iblea di Calaforno (a sudovest di Monterosso Almo) risalente al periodo tra il 2000 e il 1900 a.C.

Altre aree che vennero abitate nel periodo protostorico durante le età del rame e del bronzo da popolazioni di origine sicana prima e sicula poi, furono quelle dell’attuale sito cittadino (con reperti rinvenuti lungo l’area della “Circonvallazione” ossia dell’attuale Viale Giovanni XXIII) sul Monte Almo, le alture confinanti con i territori comunali di Chiaramonte Gulfi, Ragusa, Giarratana, Vizzini e Licodia Eubea comprendenti oltre all’area di Calaforno anche le zone di Canalazzo, il versante orientale del Monte Arcibessi, il Monte Pizzuto ma soprattutto il Monte Casasia che ospitò un importante sito abitativo.

Le aree popolate erano quindi quelle di Calaforno e di Monte Casasia rispettivamente a sud e a nord della città attuale di Monterosso Almo, ma in seguito ai ritrovamenti sopracitati non si esclude che sul rilievo in cui è posta l’attuale cittadina monterossana vi possa essere stato presente un piccolo villaggio abitativo di epoca neolitica.

Ciò lo si è dedotto grazie al ritrovamento di diversi reperti litici e ceramici risalenti al 2000 a.C. circa rinvenuti presso l’area sottostante all’attuale Viale Giovanni XXIII.

Comunque sia l’abitato di Calaforno posto in una vallata a ridosso del Torrente San Giorgio (affluente del Fiume Irminio) a mano a mano si spopolò a favore dell’altura del Monte Casasia.

Quest’ultima era più facilmente difendibile e posta lungo vari corsi d’acqua che in maggior parte confluiscono presso il Fiume Dirillo facendone un’area importante dal punto di vista strategico – militare circondata da corsi d’acqua che favorivano una maggiore risorsa idrica ottimale per lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento.

Sulla cima del rilievo venne costruito nel 700 a.C. un villaggio fortificato formato da costruzioni in muratura, corredato anche da una vasta necropoli rupestre comprendente tombe a grotticella artificiale.

Durante l’espansione greca molto probabilmente il villaggio venne conquistato dai coloni provenienti da Siracusa mantenendo le sue funzioni agricolo – militari.

Il villaggio rimase abitato anche in epoca romana e a testimonianza di ciò vi sono vari rinvenimenti archeologici posti tra gli altopiani delle Contrade Fossa Quadara e Alia (al confine col territorio di Licodia Eubea), Canalazzo e Santa Lena (al confine con il territorio di Chiaramonte Gulfi).

Vennero popolate anche le aree dei Monti Casasia, Pizzuto e lungo le valli torrentizie dei Fiumi Dirillo, Vizzini, Amerillo e Lavandaio oltre ad una ripopolazione dell’area di Calaforno e delle zone limitrofe a sud di Monterosso Almo, oltre al rilievo in cui è posta tuttora la cittadina monterossana.

Queste aree vennero utilizzate come rifugio durante le persecuzioni contro i cristiani avvenute in epoca romana per la presenza di molti ipogei rupestri venendo utilizzate anche come siti sacri (chiese rupestri) o sepolcrali durante il periodo bizantino a partire dal V secolo d.C. e più precisamente dopo la caduta dell’Impero Romano di Occidente (avvenuta nel 476 d.C.).

Ebbe quindi inizio il periodo bizantino in cui le alture del territorio limitrofo a Monterosso Almo cominciarono ad essere popolate e a sorgere varie aree sacre come ad esempio le Grotte dei Santi della vicina Contrada Alia (in territorio di Licodia Eubea) o l’Ipogeo di Calaforno per citare solo i luoghi più importanti (dato che gran parte dell’area iblea monterossana presenta molti siti rupestri da studiare più dettagliatamente).

A partire dall’anno 878 l’area sudorientale della Sicilia divenne una colonia araba in seguito alla caduta di Siracusa, per cui anche le aree iblee dell’entroterra cominciarono ad essere popolate da gente di origine araba che cominciò a sfruttare le risorse naturali che queste aree offrivano.

Per cui anche il fertile territorio di Monterosso Almo venne popolato da coloni arabi che cominciarono a sfruttare le risorse idriche dei principali corsi d’acqua.

A questo periodo probabilmente risalirebbe il primo vero e proprio “insediamento urbano” posto sulla cima del rilievo in cui tuttora è posta Monterosso Almo, il cui nome doveva essere “Rahal Alm”.

Passato il periodo arabo, con la conquista normanna della Sicilia, questo villaggio divenne noto col nome di “Jahalmo” ed il rilievo ibleo su cui poggiava divenne noto quindi come “Monte Jahalmo”.

I dati storici certi su Monterosso Almo risalgono all’anno 1168 quando il villaggio (che doveva presentare già opere di fortificazione ed edifici sacri) passò a Goffredo I d’Altavilla Conte di Ragusa.

La cittadina divenne uno dei centri strategico – militari più importanti del Val di Noto per la sua posizione “panoramica” da cui si può scorgere gran parte delle aree iblee limitrofe (attualmente poste tra le Province di Ragusa, Siracusa e Catania) solcate dalle valli dei fiumi Dirillo a nordovest, Anapo a nordest e Irminio a sud.

Inoltre il centro abitato risultava chiaramente difficile da attaccare, e quindi facilmente difendibile.

Nel periodo posto tra le seconde metà dei secoli 1100 e 1200 risalirebbe la costruzione delle due principali chiese cittadine, l’attuale Chiesa Madre di Santa Maria Assunta (un tempo consacrata a “San Nicola di Bari”) e la Chiesa di San Giovanni Battista poste rispettivamente nelle aree a nord e a sud dell’attuale centro storico cittadino.

Per essere precisi nel secolo 1100 venne costruita la Chiesa di Santa Maria Assunta, mentre nel secolo 1200 circa venne edificata l’antica Chiesa di San Mauro (collocata li dove ora è posta l’attuale Chiesa di Santa Maria Addolorata), e infine nell’anno 1265 venne costruita la Chiesa di San Giovanni Battista.

Durante i periodi svevi, angioini e aragonesi la città visse relativamente in pace anche se molto probabilmente venne interessata dalla rivolta del “Vespri Siciliani” di cui va citata la cattiva sorte occorsa alla vicina Gulfi che venne distrutta nel 1299 in seguito alla “Guerra del Vespro” da cui scaturì il “Massacro di Gulfi” in cui le truppe angioine, dopo la caduta della città (che venne rifondata più a monte divenendo l’attuale Chiaramonte Gulfi), uccisero gran parte dei suoi abitanti che si rifugiarono nei centri limitrofi, tra cui molto probabilmente anche la ben munita Monterosso Almo.

Comunque sia in questo periodo il centro abitato passò al Conte Enrico Rosso, discendente della famiglia d’Altavilla che successivamente si sposò con la figlia di Federico III Chiaramonte dei Conti di Modica facendo in modo che la cittadina monterossana ed il suo territorio facessero parte della Contea di Modica (retta appunto dalla famiglia Chiaramonte).

In questo periodo risalirebbe l’ampliamento del fortificato castello normanno posto nell’area più alta del colle in cui era collocato un villaggio noto come “Lupia” o “Casale Lupino” (l’estremità nordoccidentale dell’abitato immediatamente a settentrione dell’attuale Chiesa Madre di Santa Maria Assunta chiamato così per la probabile presenza di lupi, animali ora estinti in seguito alla dissennata caccia nei loro confronti, ma che in passato popolavano le limitrofe aree iblee) che risultava già caposaldo di imponenti opere di fortificazione.

La città venne quindi ribattezzata “Montis Rubei” ossia “Monte Rosso” (da cui deriva l’attuale nome di “Monterosso Almo”).

Nell’anno 1393 la città di Monterosso Almo, con la caduta della famiglia Chiaramonte, appartenne assieme alla Contea di Modica al Conte Bernardo Cabrera che fece divenire la contea modicana un vero e proprio “stato indipendente” dal Regno di Sicilia (retto dalla famiglia d’Aragona) dando benefici ai centri posti all’interno dei suoi confini, tra cui anche Monterosso Almo.

Alla morte del conte avvenuta nell’anno 1423, succedette il figlio Giovanni Bernardo Cabrera che, al contrario del padre, non riuscì ad amministrare in maniera ottimale la contea data la sua dissennata sete di potere arrivando a macchiarsi anche di vari crimini contro la popolazione causando anche gravi tumulti come la “Rivolta di Ragusa” del 1448.

Per risolvere la grave crisi economica vennero venduti o dati in affitto alcuni territori appartenenti alla contea, tra essi quello di Monterosso Almo.

Comunque sia in questo periodo risale la costruzione della Chiesa di Santa Maria Addolorata posta nell’attuale area di Sant’Antonio il Vecchio con la proclamazione  della “Madonna Addolorata” a “Patrona” della cittadina monterossana avvenuta il 31 Gennaio 1644 in seguito ad un editto redatto da Re Filippo IV di Spagna, mentre “San Giovanni Battista” assunse il ruolo di “Compatrono e Protettore” della città dall’anno 1590

Estintasi la dinastia Cabrera, la Contea di Modica e quindi anche il territorio di Monterosso Almo passarono alla famiglia Enriquez – Cabrera in seguito al matrimonio tra la contessa Anna Cabrera (ultima erede dell’omonima famiglia) con il nobile Federico Enriquez avvenuto nel 1481 a Modica, dando vita così alla stirpe dei Conti Enriquez – Cabrera.

Nel 1508 alcuni eredi degli Enriquez – Cabrera acquisirono il territorio monterossano.

Durante i secoli 1500 e 1600 ci furono netti miglioramenti economici legati allo sviluppo dell’agricoltura, dell’allevamento e dell’artigianato grazie a nuove riforme economiche redatte dai nuovi Conti di Modica.

La cittadina ebbe un nuovo sviluppo urbano con la costruzione di nuove opere di fortificazione (molto probabilmente un altro “castello” stavolta posto a sudest) e di nuovi edifici nobiliari e sacri di cui va citato il Convento dei Frati Minori Osservanti con la Chiesa di Sant’Anna costruito in Piazza San Giovanni nel 1649 per volere dei nobili Don Giovanni Francesco Di Stefano e Donna Giovanna Dell’Albani.

L’11 Gennaio 1693 la cittadina iblea di Monterosso Almo venne rasa al suolo dal terribile terremoto che seminò morte e distruzione in buona parte della Sicilia orientale.

I sisma uccise circa 200 persone e provocò crolli (o nel migliore dei casi gravi danneggiamenti) ai principali edifici cittadini, specie quelli che si affacciavano presso la valle in cui scorre il Fiume Amerillo.

Negli anni seguenti al terremoto venne ordinata la ricostruzione della cittadina che avvenne leggermente più a monte occupando gran parte dell’area centro – orientale del rilievo su cui è ubicata.

Vennero ricostruite le Chiese di San Giovanni, di Santa Maria Addolorata e quella principale di Santa Maria Assunta oltre agli edifici conventuali e ai palazzi nobiliari.

In seguito ai lavori di ricostruzione man mano ripresero a rifiorire anche le attività economiche monterossane.

Comunque sia questi furono gli ultimi anni di esistenza della Contea di Modica, che nel 1816 cominciò a far parte del Regno delle Due Sicilia venendo inglobata nel Distretto di Modica facente parte dell’allora Provincia di Siracusa.

Tutte le città che facevano parte della Contea di Modica, tra cui Monterosso Almo, fecero parte del sopracitato distretto.

Nel 1800 la cittadina di Monterosso Almo si presentava come un borgo rurale la cui economia era retta sempre dall’agricoltura, dall’allevamento e dall’artigianato, e inoltre vi era la presenza di alcune famiglie nobiliari che possedevano vari appezzamenti agrari di cui vanno citate le famiglie Noto, Sardo e Cocuzza.

Dopo l’Unità d’Italia avvenuta nel 1861, Monterosso Almo appartenne alla Provincia di Siracusa facendo parte del Circondario di Modica.

In questo periodo nacque la personalità più importante della città, l’imprenditore e senatore Federico Cocuzza discendente da una nobile famiglia baronale che visse tra l’ultima metà dell’1800 e la prima del 1900.

Nei primi anni del secolo 1900 la cittadina di Monterosso Almo cominciò ad espandersi verso est con la costruzione di edifici più moderni, mentre le fonti economiche principali rimanevano sempre agricoltura, allevamento ed artigianato.

Con lo scoppio della I guerra mondiale nel 1915 però molta forza lavoro venne a mancare con l’arruolamento forzato dei giovani monterossani che vennero inviati a combattere lungo il “fronte” posto nell’Italia nordorientale.

Molti di loro vennero uccisi oppure gravemente feriti e in pochi ritornarono presso la loro cittadina di origine.

Tutto ciò oltre al dolore per la perdita dei propri cari, comportò anche una grave crisi economica che attanagliò la cittadina fino agli anni 1920.

In questo periodo prese avvento il partito fascista che divenne chiaramente la principale forza politica anche a Monterosso Almo, essendo malvisto da coloro che non si sentivano rappresentati da questa ideologia politica.

Il 2 Gennaio 1927, grazie al decreto redatto dal politico ragusano Filippo Pennavaria, venne istituita ufficialmente la “Provincia di Ragusa” (dal 4 Agosto 2015 nota come “Libero Consorzio Comunale di Ragusa”) di cui Monterosso Almo cominciò a fare parte. 

Comunque sia in questo periodo che comprende gli anni 1920 e 1930, la città venne dotata di rete idrico – fognaria ed elettrica che comportò un notevole miglioramento delle condizioni di vita, anche se molta gente emigrò all’estero (soprattutto in America) per cercare migliori opportunità economiche e lavorative.

Con lo scoppio della II guerra mondiale nel 1940, si è ripetuto ciò che avvenne durante la prima degli anni 1915 – 1918 con l’aggravante delle incursioni e i bombardamenti avvenuti in special modo durante il periodo dello “Sbarco in Sicilia” del Luglio 1943, che coinvolsero ovviamente anche l’area di Monterosso Almo.

Nel secondo dopoguerra dopo i restauri postbellici, nel periodo comprendente gli anni 1950, 1960 e 1970, ci fu una graduale ripresa economica ripartendo sempre dai sopracitati settori economici (agricoltura, allevamento ed artigianato) che grazie alla modernizzazione delle tecniche e degli strumenti lavorativi divennero molto più redditizi, vennero affiancati ovviamente da quello edilizio anche grazie ad una nuova espansione urbana che occupò gran parte del rilievo su cui è ubicato il centro abitato di Monterosso Almo.

Nonostante ciò in molti preferirono emigrare o in Italia settentrionale o all’estero (in Germania, Francia o in altre nazioni nordeuropee) poiché vi era bisogno di trovare lavori (e quindi fonti economiche) più redditizie.

Tra il 1961 e il 1962 grazie alla costruzione della Diga di Ragoleto (in territorio di Licodia Eubea) per conto degli stabilimenti petrolchimici di Gela (CL) con cui venne sbarrato il tratto iniziale del Fiume Dirillo, venne creato l’invaso artificiale noto appunto come “Lago Dirillo” (o “Lago di Licodia”), che è divenuto un’importante risorsa idrica (e ovviamente anche naturalistica) per i territori circostanti, tra cui anche quello di Monterosso Almo che si affaccia presso l’estremo versante sudorientale dell’invaso.

Oltretutto venne costruita anche la “Circonvallazione” (attuale Viale Giovanni XXIII) che divenne il principale tratto urbano della SS 194 “Ragusana” che collega più facilmente la cittadina di Monterosso Almo  al capoluogo Ragusa e alle limitrofe aree del calatino, del siracusano e del catanese.

Gli anni 1980 e 1990, oltre ad una nuova espansione edilizia extraurbana e al sempre più consistente miglioramento delle sopracitate fonti economiche cittadine, Monterosso Almo ha cominciato anche a godere di un discreto movimento turistico legato ad opere di pubblicizzazione delle bellezze architettoniche, paesaggistiche e naturalistiche.

A ciò si è aggiunta la promozione dei prodotti tipici, dell’artigianato locale e soprattutto degli eventi di vario tipo (feste, sagre ecc…) che si tengono tradizionalmente all’interno della città.

Va detto inoltre che nei primi anni 1980 a Monterosso Almo vi trasmetteva un’emittente televisiva locale nota come “Tele Monte Lauro” (inaugurata nel 1979 e chiusa nel 1982).

Ciò continua anche durante gli anni 2000 anche grazie ad internet e a sempre più moderne tecniche di comunicazione.

Il coronamento di ciò è avvenuto nel 2013 con l’inclusione di Monterosso Almo all’interno del circuito dei “Borghi più belli d’Italia” cercando di continuare a favorire la promozione turistica e quindi anche le sorti economiche della cittadina monterossana.

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Monterosso Almo oggi; economia, turismo, personaggi famosi

Economia 

La cittadina di Monterosso Almo si presenta come un piccolo ma vivo centro montano tipico dei Monti Iblei la cui economia è basata prettamente sui settori agricolo – zootecnico, agroindustriale, edilizio e ovviamente sull’artigianato e sul turismo.

L’agricoltura è una delle principali fonti economiche cittadine grazie alla salubrità del clima e alla fertilità dei terreni circondati da molti corsi d’acqua di cui i Fiumi Amerillo, Lavandaio e Dirillo oltre che da varie sorgenti idriche.

Le colture erbacee principalmente diffuse sono quelle cerealicole comprendenti coltivazioni di frumento della varietà “a grano duro” (oltre ad alcune specie dei cosiddetti “Grani Antichi” siciliani).

Sono diffuse le colture leguminose (ceci, fave, lenticchie) tra cui va citata la locale “Cicerchia”, di alcuni ortaggi (lattuga, cicoria, zucche, zucchine, melanzane, cipolle di cui la varietà “di Giarratana”, patate ecc…), e le colture da foraggio.

Tre le colture arboree vanno citate le presenze di oliveti (da cui si ottengono olive da cui si ottiene un ottimo olio extravergine), mandorleti, carrubeti e alberi da frutto di vario tipo (fichi, melograni, susine, nespole, noci ecc…) di cui va citata la Ciliegia di Monterosso Almo nota come “Raffiuni”.

Sono diffuse sia la coltivazione di uva da vino, che la raccolta ed il commercio di Fichi d’India, funghi e tartufi.

L’allevamento è una risorsa economica molto importante per l’economia monterossana; vengono allevati bovini, ovini (da latte o carne), suini, cavalli, asini, muli e vari animali da cortile (galline ovaiole, polli da carne, conigli, oche, anatre ecc…).

Non è diffusa la pesca di pesci di acqua dolce (trote, lucci ecc…) lungo il Lago Dirillo.

I settori industriali presenti all’interno del territorio monterossano riguardano la trasformazione dei prodotti agricolo – zootecnici in veri e propri “prodotti tipici”. 

Con il latte bovino e suino vengono prodotti ottimi formaggi e latticini, ma anche le carni sono di ottima qualità, specie quelle suine che sono la materia prima per la produzione di salumi ed insaccati di ottima qualità (tra i migliori prodotti nell’area dei Monti Iblei).

Vi è diffusa inoltre la produzione di olio extravergine di oliva (con cui sono prodotte anche varie conserve di ottima qualità), vino, prodotti da forno impiegando le farine derivanti dalle varietà di grano coltivato in territorio di Monterosso Almo di cui vari formati di pasta, pane (eccellente quello “di casa” tipico di Monterosso Almo), focacce e pizze di vario tipo (di cui il locale “Scacciuni” ) oltre a vari tipi di dolciumi.

Sono presenti anche piccole ma importanti aziende edilizie oltre a varie botteghe artigiane all’interno della cittadina monterossana.

Turismo

Monterosso Almo, facendo parte dal 2013 del circuito dei “Borghi più belli d’Italia”, è divenuta una particolare meta turistica che non risente del “turismo di massa” presente in altre aree vicine della stessa Provincia di Ragusa (e della Sicilia intera), ma di una parte di turisti che va alla scoperta di piccoli centri abitati caratterizzati da aree urbane pittoresche ed inalterate in cui sono posti stupendi edifici storici, tradizioni di vario tipo che vengono ancora rispettate e ovviamente ottima cucina del territorio, oltre a stupendi paesaggi.

La cittadina monterossana ovviamente offre tutto ciò facendo in modo che questo movimento turistico diventa man mano una vera e propria “fonte economica” vitale per il suo sostentamento. Ovviamente anche la vicinanza alle aree naturalistiche dei Boschi di Calaforno, Serra Rossa e Canalazzo e alla presenza del Lago Dirillo oltre a varie aree archeologiche rendono Monterosso Almo una meta molto appetibile.

Al movimento turistico presente a Monterosso Almo contribuiscono infine anche le sagre e le feste popolari come il Carnevale Monterossano che comprende allegre sfilate in maschera, la Pasqua Monterossana con i suoi toccanti riti tra cui la “Via Crucis Vivente”, le Feste di San Giovanni Battista e di Santa Maria Addolorata note per i suoi spettacoli pirotecnici che ricadono la prima e la terza Domenica di Settembre, e infine il periodo natalizio comprendente lo svolgimento di un interessante “Presepe Vivente”. 

Personaggi famosi

A Monterosso Almo sono nati l’imprenditore e politico Federico Cocuzza, lo scultore Rosario Di Giacomo, l’architetto Francesco Meli e il poeta Peppino Burgio.

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Guida turistica di Monterosso Almo
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

La cittadina di Monterosso Almo è famosa per il suo interessante centro storico facente parte dei “Borghi più belli d’Italia” che si affaccia sulle vallate iblee in cui scorrono il Torrente Lavandaio e il Fiume Amerillo. Esso è lambito ad ovest dal Viale Giovanni XXIII, strada panoramica che collega tra loro i tratti della SS 194 per Ragusa e Vizzini, da cui si possono ammirare ottimi panorami delle limitrofe cavità iblee oltre a vari resti archeologici tra cui quelli attribuiti all’antico Castello di Monterosso Almo. Da qui si raggiunge l’Edicola Votiva di Sant’Antonio il Vecchio costruita nel luogo in cui era ubicata l’antica Chiesa consacrata a “Santa Maria Addolorata”, la Villa Comunale “D’Iapico”, la Via Mercato che si collega al centro storico, la Via Padre Pio e la sua limitrofa area di verde pubblico, il Viale Antonio Gramsci col suo belvedere panoramico che conduce a sua volta all’Edicola Votiva delle Tre Croci, e infine il Viale Papa Giovanni Paolo II che conduce al centro storico monterossano e alla SS 194 per Ragusa lambendo un’area di verde pubblico; qui possiamo ammirare il Cimitero di Monterosso Almo. il Parco Urbano “Poggio Angeli” al cui interno è collocato un importante osservatorio astronomico e il Belvedere Panoramico dell’Affacciata limitrofo alla Via Francesco Meli. Tramite il Corso Umberto I entriamo all’interno del centro storico di Monterosso Almo potendo ammirare l’Edicola Votiva dell’Addolorata e raggiungendo la Piazza della Rimembranza in cui è posto il Monumento ai Caduti della I guerra mondiale, e la limitrofa Via Acquasanta da cui si gode di un ottimo panorama sulla cava del Torrente Lavandaio. Proseguendo per il Corso Umberto I ammiriamo la Casa natia delle Suore Giuseppa e Cristina Inzinga. Al termine di questa strada è posta la grande Piazza San Giovanni che è la principale della cittadina iblea monterossana circondata dal limitrofo quartiere noto come “Chianu”; qui possiamo ammirare il Palazzo dei Baroni Noto in stile barocco, la Chiesa di Sant’Anna col limitrofo ex Convento dei Frati Minori Riformati, il Palazzo Comunale sede del Municipio e del Circolo di Conversazione “Principe di Napoli” con l’adiacente Palazzo Cocuzza – Melfi, l’elegante Palazzo Cocuzza in stile neoclassico che è il più importante edificio nobiliare di Monterosso Almo sede del Museo Comunale cittadino, il Palazzo Sardo e infine la grandiosa Chiesa di San Giovanni Battista che è il più grande edificio sacro cittadino consacrato al “Santo Compatrono e Protettore” di Monterosso Almo. A sud è posto il Largo Giuseppe Mazzini in cui è posto l’Istituto delle Suore Orsoline di Monterosso Almo. Ad ovest di Piazza San Giovanni è posta la Via Fogazzaro in cui è posto un belvedere panoramico che si affaccia sulla valle del Fiume Amerillo e da cui si può ammirare l’area settentrionale del centro storico monterossano. A sudest di Piazza San Giovanni è posta la Via Principe di Piemonte in cui possiamo raggiungere il Palazzo Sardo – Roccuzzo e il Vecchio Istituto delle Suore Orsoline. Ad est di Piazza San Giovanni imbocchiamo la Via Roma, che è una strada molto importante poiché conduce all’area settentrionale del centro storico monterossano collegandosi al Viale Giovanni XXIII presso l’imbocco della SS 194 per Vizzini. Qui possiamo ammirare il neoclassico Palazzo Azzaro, la Casa di Suor Arcangela Salerno e il Palazzo Barone. A nordest di Piazza San Giovanni è posta la Via Vittorio Emanuele III che conduce all’area più antica del centro storico di Monterosso Almo collegandosi poi alla Via Roma, potendo ammirare la Casa Inghilterra, il vicino belvedere panoramico posto presso le Vie San Gaetano e Dante Alighieri e il Palazzo Barresi – Impellizzeri. Da questa via raggiungiamo la pittoresca Piazza Sant’Antonio posta a ridosso del Quartiere “Matrice” che occupa la cuspide settentrionale del centro storico monterossano. Qui possiamo ammirare l’elegante Palazzo Cassarino, la settecentesca Chiesa dei Santi Antonio Abate e Maria Addolorata consacrata alla “Patrona di Monterosso Almo” e sede di un “Santuario Diocesano” e il limitrofo Borgo Medievale del Quartiere della Cava che è l’area più antica di tutta la cittadina di Monterosso Almo. A nord della piazza lungo il tratto settentrionale della Via Roma possiamo ammirare l’Ex Convento Carmelitano oggi sede della biblioteca comunale “Giorgio La Pira” e il barocco Palazzo Burgio. Da qui tramite una monumentale scalinata raggiungiamo la monumentale Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, il più importante edificio sacro di Monterosso Almo in stile neogotico con gli interni barocchi col suo sagrato che funge anche da belvedere panoramico. Proseguendo infine per il tratto finale di Via Roma che si immette presso la SS 194 possiamo ammirare il Belvedere Panoramico di Via Pia, l’ottocentesca Fontana Pubblica di Monterosso Almo e il limitrofo Frantoio Scibilia al cui interno è posto un palmento in cui un tempo avveniva la produzione dell’olio d’oliva; da qui imbocchiamo la Via Ugo La Malfa da cui possiamo ammirare un ottimo panorama delle circostanti aree iblee a ridosso della Valle del Torrente Lavandaio.

Il territorio ibleo monterossano posto a ridosso della cittadina, presenta interessanti aree naturalistiche ed archeologiche. Attorno a Monterosso Almo sono posti i ruderi archeologici di gran parte del suo sito urbano medievale posti ad est e ad ovest del perimetro cittadino, invece a sud e a nord di Monterosso Almo è posto il tratto dell’Ex Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini comprendente la vecchia stazione, il tratto a sud di Monterosso Almo che conduceva a Giarratana e a Chiaramonte Gulfi, e il tratto a nord che invece conduceva all’area di Alia (Licodia Eubea), Buccheri e Vizzini. Ad est di Monterosso Almo è posto il Poggio Fungitello che si affaccia sulla Cava Miele (che lambisce il sito archeologico di Terravecchia in territorio di Giarratana), le aree iblee di Contrada Pantano e di Contrada Montagna, la Casa Sardo, l’interessante Valle del Torrente Lavandaio che è un importante corso d’acqua che scorre a nord di Monterosso Almo e infine l’area iblea di Alia posta al confine col territorio di Licodia Eubea (CT) comprendendo interessanti siti di tipo rupestre tra cui la “Grotta dei Santi”. Ad ovest di Monterosso Almo sono posti il Parco Forestale Bosco Canalazzo che forma una vasta area forestale tra le più importanti della Sicilia sudorientale, il Monte Casasia importante rilievo ibleo in cui sono posti siti naturalistici ed archeologici, l’area iblea di Contrada Pezza Cugni – Chianotto – Cantonazzo, i siti iblei di Cava Rossura – Vallone Filo Zingaro, Cava San Nicola – Grotta Perciata, e del Vallone Ragoleto. L’intera area occidentale del territorio ibleo di Monterosso Almo è solcata dalla Valle del Fiume Amerillo, importante corso d’acqua che lambisce molte aree iblee ricche di siti naturalistici ed archeologici oltre a vari mulini ad acqua e che, ricevendo le acque del Fiume Vizzini forma il Fiume Dirillo, il cui sbarramento posto in Contrada Ragoleto (in territorio di Licodia Eubea) ha formato il Lago Dirillo che è uno dei più importanti laghi artificiali della Sicilia. Nei pressi di questo lago è posta la Necropoli Romana di Contrada Fossa Quadara. A sud di Monterosso Almo sono poste l’area iblea di Contrada Gazzena, la zona rupestre in Contrada Vigneri – Calorio, l’importante Bosco di Serra Rossa posto in un’area iblea bagnata dal Fiume Amerillo e dal Torrente Fosso di Margi, le rovine archeologiche di Poggio Cappello – Chiusa Tremula, l’area iblea di Contrada Serra Muraglia in cui sono posti varie rovine di epoca romana, il versante orientale del Monte Arcibessi il rilievo ibleo più alto posto interamente all’interno della Provincia di Ragusa compreso all’interno delle Contrade Corulla e Rizzarello poste all’interno del territorio monterossano e infine l’importante area naturalistica ed archeologica del Bosco di Calaforno posta nell’estremità meridionale del territorio comunale di Monterosso Almo, ma molto limitrofa alla cittadina di Giarratana a poca distanza dalla valle solcata dal Fiume Irminio.

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Elenco completo dei luoghi da visitare

Centro urbano di Monterosso Almo

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Territorio ibleo monterossano e Valle del Fiume Dirillo

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I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

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Geolocalizzazione del luoghi da visitare

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Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

Presso la cittadina di Monterosso Almo vengono celebrate due importanti festività religiose considerate tra le migliori della Provincia di Ragusa per le loro antiche tradizioni religiose, i vari spettacoli, concerti ed eventi di vario tipo organizzati in concomitanza ad esse, ma soprattutto per gli spettacoli pirotecnici tra i più rinomati dell’area sudorientale della Sicilia.

La prima è la “Festa di San Giovanni Battista” consacrata al “Compatrono e Protettore” di Monterosso Almo che viene celebrato il 24 Giugno in forma liturgica e la prima Domenica di Settembre in forma esterna con lo svolgimento di concerti, vari eventi e ottimi spettacoli con fuochi d’artificio.

La seconda è quella di “Santa Maria Addolorata” con cui viene celebrata la “Santa Patrona” principale di Monterosso Almo, che invece viene celebrata ben quattro volte durante l’anno; il Martedì di Pasqua con la “Festa del Patrocinio”, la Domenica in Albis con la “Processione a Sant’Antonio il Vecchio”, la terza Domenica di Pasqua con la “Festa degli Angeli” e infine la terza Domenica di Settembre con la vivace “Festa Esterna” comprendente oltre alla ricorrenza liturgica (celebrata il 15 Settembre) eventi di vario tipo, concerti e stupendi spettacoli pirotecnici.

Altre festività sacre piuttosto importanti comprendenti eventi di vario tipo e tradizionali riti sacri sono la “Ricorrenza in memoria del terremoto dell’11 Gennaio 1693”, la “Festa dei Santi Mauro e Antonio Abate” culminante con i tradizionali falò del 17 Gennaio, la “Festa di San Giuseppe” con la preparazione dei tradizionali “Altari di San Giuseppe” e la Processione del suo Simulacro la Domenica limitrofa al 19 Maggio, la “Pasqua Monterossana” con la “Via Crucis Vivente” e i riti della Settimana Santa quali la Processione del “Cristo alla Colonna” il Giovedì Santo, del “Cristo Morto” il Venerdì Santo e del “Cristo Risorto” la Domenica di Pasqua, la “Festa del Corpus Domini”, la “Festa del Sacro Cuore di Gesù”, la “Festa di Santa Maria Bambina” celebrata l’ultima Domenica di Settembre (o la prima di Ottobre) con la Processione del simulacro di “Sant’Anna con Maria Bambina”, la “Commemorazione di tutti i Defunti” e il “Natale Monterossano” comprendente le festività in onore di “Santa Maria Immacolata”, “Santa Lucia” e lo svolgimento del “Presepe Vivente di Monterosso Almo” che è uno dei più importanti della Sicilia sudorientale.

Da citare inoltre la celebrazione del vivace Carnevale Monterossano (che si svolge in inverno a Febbraio e in estate solitamente l’ultima settimana di Luglio), e della tradizionale Festa di San Martino.

Infine vanno menzionate anche le tradizioni popolari monterossane.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Monterosso Almo

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Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Sagra dei “Cavatieddi” (Vigilia della Festa degli Angeli)

La Sagra dei “Cavatieddi” si tiene verso le ore 21.00 il terzo Sabato dopo Pasqua in cui ricade la Vigilia della Festa degli Angeli consacrata a “Santa Maria Addolorata”.

In questa sagra vengono sponsorizzati i “Cavatieddi”, gnocchetti a base di semola di grano duro noti anche come “Cavati”, che vengono conditi  con sugo di carne di maiale e formaggio. 

Assieme ai “Cavatieddi” si possono degustare anche i “Crispeddi” (frittelle di semola di grano duro fritte in olio bollente che possono essere dolci o salate), e vari dolciumi locali di cui torroni al miele con sesamo o mandorle, dolci farciti con ricotta come i “Cannoli”, la tradizionale “Pagnuccata” e tanti altri piatti tipici, accompagnati da vino locale.

La serata della sagra è allietata da spettacoli di vario tipo curati da artisti locali.

Festa della Ciliegia

La terza Domenica di Giugno a Monterosso Almo si tiene la “Festa della Ciliegia” con cui si sponsorizzano le ciliegie locali note come “Raffiuni” che vengono coltivate e raccolte nel territorio monterossano.

La manifestazione comincia alle ore 11.00 con una conferenza presso il Circolo di Conversazione “Principe di Napoli” (posto all’interno del Municipio cittadino) a cui seguirà l’allestimento in Piazza San Giovanni degli stand in cui avverranno le degustazioni (e la vendita) delle ciliegie monterossane e di dolciumi a base di esse (tra cui biscotti, confetture, marmellate, gelati ecc…) oltre a tanti prodotti tipici locali.

Durante la sagra che prosegue fino a serata inoltrata, si tengono spettacoli di vario tipo curati da artisti locali. 

Estate Monterossana

L’Estate Monterossana è il contenitore degli eventi che si tengono a Monterosso Almo durante il periodo estivo all’interno della cittadina monterossana che comprendono spettacoli musicali e cabarettistici, esibizioni di danza, manifestazioni sportive, escursioni presso le aree naturalistiche limitrofe e sagre di prodotti tipici locali oltre alle festività consacrate a “San Giovanni Battista” e a “Santa Maria Addolorata”.

Per saperne di più clicca qui.

Festa del Folclore Siciliano  – Almo Art Festival

La “Festa del Folclore Siciliano – Almo Art Festival” si tiene l’ultimo Sabato di Agosto presso la Piazza San Giovanni, in concomitanza con il novenario della Festa di San Giovanni.

Questa festa comprende vari spettacoli ed esibizioni che fanno riferimento al vasto folclore popolare siciliano, promuovendone tradizioni popolari e musicali.

L’inizio della manifestazione è previsto per le ore 22.00 circa e comprende spettacoli curati di vari gruppi folcloristici, intervallate da esibizioni di artisti di strada. Alle ore 24.00 si tiene un grande concerto di musica siciliana che durerà fino a tarda notte.

Sagra del Pane e dei Sapori Monterossani (Domenica del Novenario della Festa di San Giovanni)

L’ultima Domenica di Agosto che ricade all’interno del Novenario della festività consacrata a “San Giovanni Battista”, presso la Piazza San Giovanni si tiene la “Sagra del Pane e dei Sapori Monterossani” che è la più importante rassegna agroalimentare della cittadina di cui se ne valorizzano i vari prodotti tipici locali.

Il principale di esso è il “Pane di Monterosso Almo”, uno dei più buoni prodotti all’interno del territorio provinciale ragusano.

La manifestazione comincia alle ore 08.00 “Cammino di San Giovanni”, l’escursione organizzata dall’associazione “Monterosso Trekking” (pagina facebook) verso l’edicola votiva consacrata al “Santo Compatrono” di Monterosso Almo posta nei pressi della Valle del Fiume Amerillo. 

Alle ore 18.30 inizia ufficialmente la “Sagra del Pane e dei Sapori Monterossani” presso la Piazza di San Giovanni in cui vengono allestiti vari stand dove si possono degustare molti prodotti tipici locali in cui il più importante è appunto il Pane di Monterosso Almo,  fritto o “Cunzatu” con ingredienti vari, oltre a focacce tipiche note come “Mpanate” o “Scaccioni”, salumi e formaggi, varie conserve, dolciumi e moltissimi altri prodotti tipici locali.

Per saperne di più visita la pagina facebook della Sagra del Pane.

Premio Aquila d’Oro

Il “Premio Aquila d’Oro” è una manifestazione organizzata il primo Venerdì di Settembre in concomitanza col novenario della Festa di San Giovanni, in cui a partire dalle ore 21.30 si tiene presso la Piazza San Giovanni la premiazione di vari personaggi (monterossani o no) che hanno reso celebre il nome di Monterosso Almo o fatto del bene all’interno della cittadina, con lo svolgimento di vari spettacoli tra una premiazione e l’altra.

Sagra dello Scaccione (Sabato del Novenario di Santa Maria Addolorata)

Il Sabato facente parte del novenario di preparazione della Festa Liturgica di “Santa Maria Addolorata” (ricadente il 15 Settembre) viene organizzata presso la Piazza Sant’Antonio la “Sagra dello Scaccione”, in cui vengono preparati i “Scacciuni” che sono delle focacce tipiche della tradizione locale farcite con ingredienti di vario tipo.

Presso la piazza verranno posti vari forni a legna mobili in cui verranno preparati gli “Scacciuni” che vengono poi farciti con ingredienti di vario tipo, assieme a vino locale e ad altri prodotti tipici del territorio monterossano e ragusano.

La serata in cui si svolge la sagra verrà allietata da spettacoli curati da artisti locali.

Festa del Borgo

La “Festa del Borgo” viene celebrata alle ore 21.00 del 15 Settembre in cui ricade la solennità liturgica in onore di “Santa Maria Addolorata”.

Essa è una rassegna artistico – culturale riguardante la presenza di Monterosso Almo all’interno del circuito dei “Borghi più belli d’Italia”, che prevede anche la partecipazione di artisti locali oltre alla presenza dei sindaci dei centri siciliani facenti parte di questo importante circuito turistico italiano (tra cui le vicine cittadine di Ferla e Palazzolo Acreide in Provincia di Siracusa).

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo. 

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono a Monterosso Almo visitate i siti www.monterossoalmo.gov.it e la relativa pagina facebook, www.unioneibleide.itwww.italreport.itwww.lettera32.org, e le pagine facebook Monterosso Almo uno dei borghi più belli d’Italia e Monterosso Almo ospitalità diffusa.

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Prodotti tipici monterossani

Il Pane di Casa di Monterosso Almo

Il “Pane di Monterosso Almo” viene considerato come il principale prodotto tipico della cittadina monterossana.

Si tratta di un tipico pane detto “a pasta dura” (tipico della zona iblea a cavallo tra le province di Ragusa e Siracusa) la cui origine è molto antica.

Le forme di pane sono a base di un impasto formato da lievito madre (“Criscienti” ), acqua e farine di frumento rigorosamente locale ottenuto impiegando varietà di grano duro coltivate nel territorio tra cui anche quelle note come “Grani Antichi”.

Il pane a Monterosso Almo è sempre stato sinonimo di “festa” in quanto durante le varie festività venivano e vengono prodotti vari pani votivi offerti durante i festeggiamenti dei “Santi” venerati a Monterosso Almo; non a caso vi sono il “Pane di Sant’Antonio” prodotto il 17 Gennaio, il “Pane di San Biagio” il 3 Febbraio, il “Pane di San Giuseppe” a forma di “Vastuni”, “Cruci” o “Cucciddatu” il 19 Marzo o durante la sua solennità esterna, il “Pane di San Giovanni” prodotto il 24 Giugno e in occasione dei festeggiamenti esterni coincidenti con la “Sagra del Pane di Monterosso Almo” (che si tiene l’ultima Domenica di Agosto per sponsorizzare appunto questo prodotto tipico) e infine il “Pane di Santa Lucia” a forma di occhi prodotto il 13 Dicembre.

Il Pane di Monterosso Almo è ottimo tagliato a fette e Cunzatu” ossia condito con olio, sale, aromi vari (origano), salumi, formaggio, “Capuliatu” (pomodori secchi sott’olio tritati) ecc… oppure per accompagnare minestre di verdure o legumi, piatti di carne o pesce o infine impanato nell’uovo e fritto.

La Pasta Casereccia di Monterosso Almo

A Monterosso Almo è diffusa la preparazione di vari formati pasta caserecci il cui impasto è a base di acqua e farina di grano duro locale (tra cui anche varietà di “Grani Antichi Siciliani” coltivati nell’area monterossana e ragusana in generale).

I formati più noti sono i “Cavatieddi” (o “Cavati” ) che sono gnocchetti curvati su loro stessi, i”Maccarruni” lavorati con filo di ferro, i “Ravioli” formati da due sfoglie di pasta che racchiudono un ripieno a base di ricotta, le tradizionali tagliatelle, e infine vari tipi di formati,

La pasta casereccia monterossana è ottima condita con sugo di carne al pomodoro, oppure con legumi di vario tipo (freschi o secchi), funghi locali ecc...

La Cicerchia di Monterosso Almo

La Cicerchia è un legume molto coltivato all’interno del territorio comunale di Monterosso Almo, localmente nota come “Ciciruocculu”.

Con questo legume si preparano ottime minestre (anche abbinato ad altri tipi di legumi come ceci, fave, lenticchie, fagioli ecc…) oppure viene utilizzato per la produzione dei “Frascatili” ossia una specie di polenta a base appunto di cicerchie e broccoli, insaporita con olio extravergine di oliva locale, che viene cucinata nei mesi invernali tra Dicembre e Febbraio.

La carne, gli insaccati e i salumi di Monterosso Almo

Presso Monterosso Almo è diffuso l’allevamento di animali tra cui bovini, ovini, suini, pollame ecc… da cui si ottengono ottime carni, base di molte ricette tradizionali. 

Con le carni di bovino e suino sono ottime per essere grigliate e cotte al forno con ingredienti di vario tipo, ma anche per la preparazione di varie ricette tra cui cotolette, polpette, spezzatini, sughi, arrosti misti, involtini farciti e il celebre “Falsomagro” (un arrotolato di carne farcito con ingredienti di vario tipo).

 La carne ovina (agnello o capretto) è ottima cotta al forno con verdure (patate o cipolle ) o utilizzata per farcire “Mpanati” e “Pastieri” (tipiche focacce del periodo pasquale). 

 Tra il pollame è va citata la preparazione del “Iaddu Chinu”, un galletto che viene disossato e cotto in pentola venendo farcito al suo interno con un gustoso ripieno a base di riso e carne (comprendenti le interiora dello stesso galletto) insaporito con sale, pepe, erbe aromatiche e olio d’oliva.

Oltre al pollame da carne va citato anche quello “da uova” formato da galline ovaiole che depongono uova (non fecondate) di ottima qualità dato che vengono allevate con mangimi naturali e in modo ruspante.

È diffuso anche il consumo di carne proveniente da selvaggina di vario tipo (conigli, cinghiali, volatili ecc…).

Tra gli insaccati va citata la salsiccia locale a base di carne di maiale tagliata e mescolata con grasso, il tutto insaporito con vino e aromi e posto dentro sacche formate da budella fini.

Questa salsiccia è ottima arrostita sulla griglia oppure cotta in forno o in padella, ma la si può anche lasciare a seccare divenendo un ottimo salume.

Tra i salumi sempre a base di carne di maiale e grasso tritato che viene stagionata dopo un’accurata lavorazione, citiamo i vari tipi di salami di vari formati e salsicce secche.

Questi salumi possono anche essere insaporiti con peperoncino, pistacchio o tartufo ibleo locale.

I salumi monterossani sono ottimi accompagnati col locale Pane di Monterosso Almo.


Vari salumi prodotti a Monterosso Almo.

Formaggi e latticini

Presso Monterosso Almo è diffusa la produzione di ottimi formaggi e latticini grazie al latte di ottima qualità proveniente da allevamenti bovini e ovini, che avviene presso alcune masserie specializzate nella produzione di prodotti caseari.

Qui vengono prodotti innanzitutto il tipico formaggio “Ragusano” dalla forma a parallelepipedo che stagiona lasciato appeso dentro ad un apposito locale assieme a varie forme di “Provole” (entrambi formaggi a base di latte bovino), oltre a varie forme di “Pecorino” (fatto con latte di pecora) che a seconda della stagionatura può essere morbido (“Primo Sale”) o stagionato, e insaporito con pepe nero o peperoncino al suo interno.

Tra i latticini va citata la produzione di “Ricotta” (principalmente con latte ovino) di ottima qualità (con cui vengono farciti anche molti dolciumi locali), assieme alla “Tuma” (un formaggio morbido che si forma dalla bollitura della ricotta, che è la “base” da cui poi deriva il “Pecorino).

Anche i formaggi e i latticini prodotti a Monterosso Almo sono ottimi accompagnati col locale pane monterossano.

Olio Extravergine di Oliva e conserve varie

L’olio extravergine di oliva prodotto presso Monterosso Almo è di alta qualità, proveniente dalla lavorazione di varietà locali di olive che crescono presso vasti oliveti collocati nei terrazzamenti posti sulle vallate iblee a ridosso della cittadina monterossana.

Questo olio è piuttosto fragrante ed ottimo per insaporire il “Pani Cunzatu” monterossano, i “Frascatili” ossia la polenta a base di cicerchie e broccoli, zuppe di verdure e legumi, insalate ecc… oltre a dare più gusto a piatti tipici a base di carne o pesce.

Con l’olio monterossano si possono conservare vari ortaggi quali olive schiacciate, pomodori secchi interi o sminuzzati che formano il “Capuliatu” (che è un condimento tipico della Sicilia orientale), melanzane grigliate, carciofi, zucchine e soprattutto le varie specie di funghi commestibili che vengono raccolti presso le aree iblee a ridosso di Monterosso Almo.

La Ciliegia “Raffiuni” di Monterosso Almo

La Ciliegia coltivata nel territorio di Monterosso Almo, nota localmente come “Raffiuni”, è uno dei principali “prodotti tipici” che contraddistingue la cittadina iblea monterossana.

I frutti maturano all’inizio dell’estate ed in particolare nel mese di Giugno presentandosi di colore rosso vivo ed avendo una polpa chiara contraddistinta da un ottimo sapore.

Queste ciliegie sono ottime consumate crude oppure vengono lavorate per la produzione di dolci di vario tipo di cui confetture (che insaporiscono anche ottimi biscotti e pani dolci) e gelati.

Il principale evento che sponsorizza la Ciliegia di Monterosso Almo è appunto la “Festa della Ciliegia” che si tiene la terza Domenica di Giugno.

Funghi e Tartufi

All’interno delle aree iblee monterossane, specie quelle coperte da folti boschi (Canalazzo, Serra Rossa, Calaforno) vi è la possibilità di poter raccogliere varie specie di funghi commestibili (avendo le dovute autorizzazioni rilasciate dagli enti locali), considerati come uno dei principali prodotti tipici di Monterosso Almo.

Tra le specie presenti vanno citati i “Funci i Pagghia” ossia i “prataioli”, i “Funci ri Pani Cauru” del tipo “Pleurotus” e varie specie di funghi commestibili.

I più pregiati sono comunque i “Funci ri Carrua” che si trovano sugli alberi di carrubo.

Questi funghi sono ottimi in umido, cotti in padella, arrostiti, come condimento di vari formati di pasta casereccia locale o conservati sott’olio.

Ovviamente se si ha intenzione di andare a raccogliere questi funghi bisogna innanzitutto avere il patentino per saper riconoscere quelli commestibili da quelli velenosi, e ovviamente chiedere le dovute autorizzazioni presso le istituzioni locali per poterne effettuarne la raccolta.

Comunque sia molti di essi si possono tranquillamente reperire in commercio freschi (nel periodo autunnale) o conservati, e ovviamente si possono mangiare all’interno di ristoranti specializzati nella loro lavorazione, preparazione e cottura.

Al pari dei funghi vanno citati i “tartufi” ossia particolari tuberi commestibili che vengono ritrovati grazie all’ausilio di cani detti appunto “da tartufo” lungo alcune aree del territorio monterossano.

Questi tartufi si presentano come tuberi di colore nero contraddistinti da un particolare profumo, che insaporiscono molte ricette della tradizione locale oppure salumi e insaccati.

“U Scacciuni”, focacce e pizze

A Monterosso Almo, così come nei limitrofi centri della Provincia di Ragusa, è diffusa la produzione di gustose focacce e pizze.

Tra le prime vanno citati i “Scacciuni”, una focaccia rustica formata da una pagnotta che viene stirata venendo cotta nel forno a legna e tagliata in maniera longitudinale venendo condita con ingredienti di vario tipo (salumi, formaggi, verdure, funghi ecc…).

“U Scacciuni” è un prodotto tipico della tradizione locale che viene particolarmente apprezzato anche da gente proveniente dai paesi limitrofi.

Tra le varie focacce tipiche vanno citate le “Mpanati” (focacce rotonde che sono farcite con pezzi di carne di agnello o con ingredienti di vario tipo), i “Pastieri” (focaccine di forma tonda farcite con carne di agnello tritata con formaggio e uova), e le tradizionali “Scacce” farcite con sugo di pomodoro, ricotta e formaggi, verdure di vario tipo, salsiccia di maiale, fave fresche ecc… oltre alle tradizionali e gustose pizze farcite sempre con ingredienti di vario tipo.

Le “Crispelle” e “U Pisci r’Ovu”

Della cittadina monterossana sono tipiche due tipi di “fritture”; “Crispelle” e “U Pisci r’Ovu”.

Le “Crispelle” (in dialetto “Crispeddi” o “Fritteddi” ), tipiche della Festa di San Martino dell’11 Novembre, sono palline il cui impasto è a base di farina semola di grano duro semplice o farcito con ingredienti salati o dolci (venendo quindi cosparse con miele o zucchero a velo) che vengono fritte immergendole in abbondante olio bollente.

Le “Crispelle” sono ottime inzuppate nel “Vino Cotto”, un denso sciroppo di carrube o mosto d’uva.

“U Pisci r’Ovu” è una frittata di uova sbattute tipica della festività di “San Giuseppe” che può essere semplice o farcita con vari ingredienti (formaggio o verdure).

Il Miele di Monterosso Almo

A Monterosso Almo è diffusa l’apicoltura, ossia l’allevamento di api per la produzione di vari tipi di miele di ottima qualità, utilizzato a sua volta per produrre vari dolciumi.

Il miele monterossano, a seconda del tipo di polline prelevato dalle api allevate, può essere di fiori di zagara (di agrumi), di timo selvatico, di fiori misti (noto come “Millefiori”) ecc…

Oltre al miele viene prodotta anche la “Pappa Reale” e la “Propoli” (due prodotti derivanti sempre dall’apicoltura).

I Dolci Monterossani

Infine vanno citati i vari dolciumi prodotti presso la cittadina iblea di Monterosso Almo.

Tra essi vanno citati i vari tipi di biscotti di cui vanno citati i “Marmarati” e i “Maretti” a base di mandorle, i biscotti “Scaurati” (che sono aromatizzati con semi di finocchio selvatico, bolliti e poi infornati), “Ngilippati” (ossia cosparsi con una ricca glassa a base di zucchero e acqua chiamata “Gileppu” ), le “Ossa di Morto” e i “Palummeddi” (biscotti duri a base di cannella e chiodi di garofano che si preparano per la Commemorazione dei Defunti e per la Pasqua) e vari tipi di biscotti al latte, all’uovo o farciti con confetture di ciliegie locali o infine cioccolata.

Tra i pani dolci citiamo i soffici “Firringozza” ottimi per essere bagnati nel latte o nel caffè, e i “Pupi cu l’Ovu” del periodo pasquale aventi varie forme con la particolarità di recare un uovo sodo al loro interno, che rappresenta la nascita della vita (quindi anche la “Resurrezione di Cristo”).

Vanno citate anche le focacce dolci di forma tonda farcite con ricotta dolce note come “Cassateddi”, le “Chiacchiere” di Carnevale (sfoglie dolci fritte cosparse con zucchero a velo), la “Pagnuccata” (dolce formato da palline con impasto a base di farina di grano tenero e zucchero, fritte e cosparse con miele e zuccherini colorati)i “Ravioli” ossia piccoli panzerotti fritti farciti con ricotta dolce e cosparsi con abbondante zucchero, così come le “Crispelle” dolci fritte.

Tra i dolci a base di “Pasta Reale” di mandorle come l’Agnello Pasquale, la “Frutta Martorana” o i “Pupi ri Zuccuru” (tipici del periodo dei Morti).

Da citare infine la “Mustata” secca a base di mosto d’uva che viene fatto bollire e lasciato ad indurire dentro vari stampini, così come la “Cutugnata” che invece è una confettura a base di mele cotogne indurita sempre dentro vari stampi, oltre a varie confetture in barattolo a base di vari tipi di frutta tra cui quella fatta con le Ciliegie di Monterosso Almo.

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Artigianato monterossano

(in allestimento)

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Strutture ricettive monterossane

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Fotogallery di Monterosso Almo

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