Noto, Manghisi

Mappa di Manghisi


Mappa di Manghisi (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali e storici su Manghisi

Oltrepassata la Contrada Luogo dei Monaci e il bivio con la S.P. 4 per Avola Antica, si ha la possibilità di visitare la Contrada Manghisi e il suo omonimo fiume. Si raggiunge proseguendo dalla SS 287 Noto – Palazzolo Acreide.

Provenendo da Noto bisogna oltrepassare il bivio per la Madonna della Scala, la Contrada Villa Vela e come detto prima il bivio per Avola Antica andando sempre dritto per Palazzolo Acreide finché raggiungendo un ponte simile a quello sul Fiume Cassibile sulla SS 115 Avola – Siracusa. Siamo così giunti in Contrada Manghisi.

Il Fiume Manghisi che dà il nome alla contrada, rappresenta il vero e proprio ramo iniziale del Fiume Cassibile, che scendendo sempre più verso valle va a formare la Cava Grande del Cassibile. Scendendo verso il fiume notiamo una natura lussureggiante fino ad ora non intaccata dall’uomo. Difatti la Forestale ha chiuso molte aree di Manghisi ritenute sotto minaccia. Tuttavia è possibile raggiungere il fiume da una piccola rientranza in cui è stato posto un parcheggio custodito. Proseguendo si ha la possibilità di raggiungere il fiume (la cui acqua è bassa fino ad un certo punto, quindi da attraversare con cautela).

Nei paraggi vi sono resti di masserie (le più notevoli sono le Masserie Manghisi – Lombardo e Donna Giulia) piccoli casolari di campagna e numerosissime grotte calcaree scavate nella roccia o dalla forza del fiume o dal paziente lavoro di antiche comunità (in special modo bizantine). Qui è possibile visitare parte del fiume o fare una bella scampagnata. Ma va comunque detto che alcune aree interne di Manghisi (in special modo quelle poste verso nord ovest che vanno dall’imbocco della Cava Cinque Porte in cui scorre il primissimo tratto iniziale del Fiume Cassibile alla Cava Putrisino – San Marco, in cui scorre il Torrente San Marco, suo affluente principale, per non parlare delle Cave Testa e Buongiorno) presentano una vegetazione più fitta della Cava Grande.

Come detto presso Manghisi vi è la pittoresca confluenza col corso d’acqua chiamato “Fiume San Marco”, affluente del Manghisi. In prossimità di questo fiume possiamo ammirare una quercia secolare (secondo uno studio fatto da scienziati e biologi, dovrebbe avere almeno 600 anni di vita) e in una sua ansa interna vi è il Monastero Rupestre di San Marco, dove vi sono una chiesa rupestre ma anche un inghiottitoio che forma una grotta che si sviluppa per 94 metri e termina con un laghetto profondo 3 metri (l’accesso a quest’ultima è altamente sconsigliato a chi non è esperto in speleologia poiché per i non esperti è pericolosissimo addentrarsi dentro queste caverne iblee poiché i rischi sono molto numerosi). In questa zona vi è anche posta la località “Arco” in cui sarebbero le rovine dell’antica Abbazia cistercense di Santa Maria dell’Arco.

Questa zona è raggiungibile sempre dalla SS 287, ma bisogna andare in direzione della S.P. San Marco – Aguglia – Rigolizia (che collega questa zona alle frazioni netine di Rigolizia e Testa dell’Acqua).

La flora e la fauna sono le stesse della Cava Grande del Cassibile difatti sono presenti numerose piante mediterranee arboree ed erbacee come Bagolari (“Favaragghi”), Frassini, Capelvenere, Oleandri ma soprattutto l’Ortica Iblea (priva di peli urticanti, che cresce solo sui Monti Iblei) e specialmente numerose specie di piante autoctone come le “Orchidee degli Iblei”. Come fauna acquatica va segnalata la massiccia presenza di Trote (della specie “Macrostigma”) anche belle grosse, ma anche di Tinche, Carpe, Anguille e Granchi di Fiume (che non è possibile pescare in quanto la zona di Manghisi fa parte della Riserva Naturale della Cava Grande del Cassibile); altri animali presenti sono la Volpe, il Gatto Selvatico, la Donnola, i Topi di Campagna (Mammiferi), i Gerridi, le Libellule, Api, Bombi (Insetti) e infine (come Rettili) Ramarri, la rarissima “Lucertola degli Iblei” ma anche molte specie di serpenti innocui come la Biscia Acquatica, la Biscia dal Collare, il Biacco e il Colubro Leopardino; ma nell’area di San Marco – Putrisino (e qualche volta anche nella zona del ponte di Manghisi) vi è anche una vasta concentrazione di Vipere (forse la più alta della Provincia di Siracusa visto che quest’area è solcata da molti corsi d’acqua ed è piuttosto umida, col fatto che è quasi inesplorata quest’animale ha trovato le condizioni ideali per prolificare indisturbatamente, mentre in altre zone iblee è quasi assente perché viene indiscriminatamente sterminata) e quindi bisogna fare molta attenzione ed avere molta cautela nel muoversi difatti quando si incontra una vipera basta stare fermi e aspettare che passi oppure non disturbarla poiché come serpente è pacifico, ma se si sente minacciata non esita ad attaccare provocando dolorosi morsi anche mortali a causa del veleno che spruzzano dai denti; comunque sia è consigliabile indossare stivali o scafandri di plastica dura che proteggono dai morsi delle vipere

Bisogna inoltre fare molta attenzione anche nel percorrere i sentieri poiché molti sono dissestati e per chi non fosse un esperto in escursioni nell’attraversare i vari fiumi (Manghisi e San Marco) c’è anche la possibilità di farsi male, e quindi è meglio essere avvisati in tempo prima di arrischiarsi. Ma comunque una visita a Manghisi o meglio ancora, passarci una giornata, almeno nel suo tratto iniziale che è più antropizzato (dove c’è il parcheggio, la cui tariffa è di una decina di euro) vale la pena di essere effettuata in quanto questa zona fa parte del vasto patrimonio naturale ed archeologico della Provincia di Siracusa.

Infine è severamente vietato accendere fuochi, fare campeggi notturni, danneggiare la flora, molestare la fauna e lasciare qualsiasi tipi di rifiuti sia organici sia inorganici.

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