Pachino

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Pachino
(Marzamemi)

Mappa di Pachino e del suo territorio


Mappa di Pachino (per ingrandire la mappa clicca qui).

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Cenni principali su Pachino

La città di Pachino, il cui perimetro urbano comprende anche la pittoresca borgata marinanra di Marzamemi, si trova nell’estrema punta meridionale della provincia aretusea, nel punto più a sud della Sicilia. Questa città dista 51 chilometri da Siracusa, e appena 5 dall’ex frazione marinara di Portopalo di Capo Passero.

Pachino è situata su di un piccolo promontorio di origine tettonica posto al centro di una piccola piana poco distante dal mare chiamato appunto “Promontorio di Pachino”; esso risulta circondato da una pianura di origine alluvionale in certi punti desolata e acquitrinosa per la presenza di molti “pantani”; formazioni paludose la cui presenza di acqua è dovuta all’infiltrazione delle acque marine dal terreno.

Come tutti i centri di origine settecentesca, Pachino presenta una struttura viaria a scacchiera molto regolare confluente nella piazza centrale della città, la “Piazza Vittorio Emanuele”, ma bisogna dire che il centro storico della città ha risentito parecchio dell’abusivismo edilizio della seconda metà del novecento con cui vennero distrutti molti palazzi storici risparmiando solo la Chiesa Madre del Santissimo Crocifisso, la Chiesa della Madonna di Pompei e vari palazzi settecenteschi ed ottocenteschi.


La Piazza Vittorio Emanuele di Pachino.

Della città fanno parte numerose frazioni ma la più importante è senza dubbio quella marittima di Marzamemi, considerata la meta turistica più importante nel territorio pachinese, poiché presenta molte attrazioni turistiche di immenso valore architettonico, paesaggistico e culturale, ma anche molte strutture ricettive e innumerevoli locali di ritrovo.


Foto panoramica di Marzamemi.

La città di Pachino (con l’attigua frazione di Marzamemi), insieme a Portopalo di Capo Passero, è stata nominata come “Città più soleggiata d’Italia”, per le scarse precipitazioni dovute al fatto che le due città si trovano nel punto più a sud della penisola italiana (escludendo l’isola di Lampedusa, che si trova a pochi chilometri dalla costa tunisina).  Infatti in questo lembo di terra siciliano il clima è simile a quello africano, dove essendoci molta calura anche in inverno, le piogge sono poche, ma molto intense tanto da far straripare i corsi d’acqua circostanti.

Proprio questo clima ha fatto si che nel circondario di Pachino si sviluppasse la serricoltura con cui vengono prodotti numerosi ortaggi che in Italia troviamo solo in estate tra cui peperoni, melanzane, zucchine e pomodori. E proprio il pomodoro è divenuta la ricchezza principale della città pachinese dove vengono prodotte numerose quantità di pomodori, tra cui vi è il pregiato “Ciliegino di Pachino” divenuto una ricercata “DOP” (“Denominazione di Origine Protetta”). Degni di nota sono anche le angurie e i meloni prodotti nelle serre pachinesi.


Il pomodoro Ciliegino di Pachino.

Oltre agli ortaggi da serra, Pachino è giustamente nota per i suoi vini tra cui appunto l’ “Eloro di Pachino” (considerato come uno dei più pregiati della Sicilia), ma soprattutto il cosiddetto “Pistammutta”. Questi due vini, ottenuti dallo stesso vitigno del “Nero d’Avola”, si sono affacciati da poco sul mercato nazionale ed internazionale riscuotendo un grandissimo successo (anche grazie alla Borsa Internazionale del Turismo di Milano e ad altre manifestazioni nazionali ed internazionali simili), tenendo conto che un tempo venivano commercializzati solo esclusivamente nel sud est delle province di Siracusa e Ragusa.

Bisogna dire infine che Pachino fa parte del “Comprensorio Eloro” (www.galeloro.orginsieme agli altri comuni della Zona sud della Provincia; Noto, Avola, Rosolini e la vicina Portopalo di Capo Passero, con cui condivide la partecipazione al “GAC (Gruppo di Azione Costiera) dei Due Mari” (www.gacdeiduemari.it) assieme alle città di Avola, Noto, Ispica (RG) e Pozzallo (RG). Nell’area del territorio pachinese il dialetto è simile a quello parlato presso la Provincia di Ragusa e per questo non prevede l’uso della “CH” davanti a parole come “Ciuovu”, “Ciazza”, “Ciavi” ecc…

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Statistiche generali

  • Nome in siciliano: “Pachinu” (“Mazzamemi” );
  • Abitanti: pachinesi e marzamesi;
  • Popolazione abitante: 21563 abitanti;
  • Comuni confinanti: NotoPortopalo di Capo Passero (SR)Ispica (RG);
  • Fiumi e Torrenti limitrofi: Torrente Calafarina, Torrente Carrubba, Torrente Luparello;
  • Zone lacustri: “Pantani del Promontorio di Pachino” (Pantano Cuba, Pantano Baronello, Pantano Ciaramiraro,  Pantano di MarzamemiPantano Longarini, Porto Ulisse), Saline di Marzamemi;
  • Monti e rilievi limitrofi: Costa di Sant’Ippolito, Promontorio di Pachino;
  • Clima: freddo e umido in inverno con eventuali precipitazionicaldo e torrido in estate con venti di ponente o sciroccomite con eventuali piogge in autunno e primavera;
  • Santi Patroni: Santa Maria Assunta (Pachino), San Francesco di Paola (Marzamemi);
  • Altri Santi venerati: San Corrado ConfalonieriSan GiuseppeSacro Cuore di GesùSanta Maria di PompeiSan Francesco d’Assisi;
  • Economia pachinese: agricoltura, serricoltura, allevamento, turismo, pesca, acquacoltura, lavorazione e conservazione di prodotti ittici, settore turistico – alberghiero, industria agroalimentare;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: “Pomodoro di Pachino” (“Ciliegino”, “Datterino”, “Piccadilly”, “Marmande” ecc…), ortaggi e frutta coltivata in serra (peperoni,  melanzane, zucchine, meloni del tipo “Cantalupo” e angurie), pasta casereccia (“Cavatieddi” e “Lolli” ), pizze e focacce caserecce (“Mpanati” e “Scacce” ), Conserve ittiche (Filetti di Tonno o di altri pesci sott’olio o sotto sale, Bottarga di Tonno, Lattume di Tonno, “Salumi” di Tonno, Creme di tonno o di altri pesci), dolciumi tipici (“Mustata” e“Cuddureddi Cini” ) e “Cremolate”, Vini di Pachino (“Nero d’Avola”, “Eloro”, “Novello”, “Pistammuta”);

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Come Raggiungere Pachino – Marzamemi

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada Catania – Siracusa – Gela (in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Rosolini”, per poi immettersi sulla S.P. 26 Rosolini – Pachino ed arrivare così nella città pachinese (presso la S.P. 19 Noto – Pachino). Arrivati nei pressi di Pachino, troviamo un incrocio: a sinistra si va a Marzamemi e Portopalo di Capo Passero (S.P. 85), dritto per il centro storico di Pachino, a sinistra per la periferia est di Pachino, da cui si possono raggiungere le contrade facenti parti del Promontorio di Pachino (S.P. per Portopalo, Granelli, Longarini – Marza e Ispica);
  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna, Agrigento e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella tangenziale, dopodiché sull’Autostrada Siracusa – Gela sempre (in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Rosolini”, per poi immettersi sulla S.P. Rosolini – Pachino ed arrivare così nella città pachinese (presso la S.P. Noto – Pachino) dopodiché procedere come descritto prima
  • Per chi proviene da Gela e Ragusa: immettersi sulla SS 115 fino a Rosolini e imboccare la S.P. 26 Rosolini – Pachino dopodiché procedere come descritto prima, oppure imboccare le S.P. 49 e 22 da Ispica andando in direzione Pachino.

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Siracusa poiché a Pachino non vi sono stazioni ferroviarie; da Siracusa prendere l’autobus delle autolinee Interbus) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • L’aeroporto più vicino a Pachino è quello di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sul sito controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dall’Aeroporto Fontanarossa conducono a Pachino (controllate le Autolinee Interbus).

Via Autobus

  • Pachino è attraversata dalle autolinee Interbus (www.interbus.it); nel rispettivo sito internet potrete visualizzare gli orari e le autolinee che riguardano Pachino.

Via Mare

  • Pachino è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

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Storia di Pachino

Dalle origini siculo – fenicie (1200 a.C.) all’epoca seicentesca (1693)

L’attuale zona comprendente Pachino e Portopalo di Capo Passero, nei tempi preistorici era completamente sommersa dal mare; ma in seguito alle esplosioni vulcaniche sottomarine, il fondo marino si alzò notevolmente fino a formare una pianura alluvionale piuttosto acquitrinosa composta da numerosi pantani (Cuba, Longarini, Porto Ulisse ecc…). I movimenti tellurici che si sono susseguiti durante i millenni però hanno sollevato il terreno formando così il Promontorio di Pachino, in cui risultano presenti molte cavità naturali (le grotte Corruggi, Calafarina, Caitina e ed altre cavità minori). Nelle vicinanze di esse furono ritrovati molti reperti tra cui resti di antiche capanne neolitiche e di necropoli a fossa scavate nel terreno.

Facendo un lungo balzo millenario arriviamo nel 1200 a.C. quando il promontorio divenne punto d’approdo dei Fenici, popolo di mercanti e abili navigatori che ebbero ottimi rapporti commerciali con le locali popolazioni sicule, che nei secoli passati si stabilirono presso il Promontorio di Pachino costruendo vari villaggi).

Allora la città di Pachino non esisteva, ma presso l’attuale territorio urbano vi erano situati alcuni di questi accampamenti di chiara matrice sicula. Il territorio venne così chiamati dai Fenici col nome di “Pachys” o “Pachum”.

Intorno al 700 a.C. nell’attuale territorio pachinese vi si stabilirono i coloni greci provenienti sia da Siracusa e presumibilmente dall’antica città di Kamarina (che era situata sulla costa ragusana tra Santa Croce Camerina e Scoglitti) che qui praticavano perlopiù agricoltura e pastorizia. Ma i siracusani utilizzarono questo lembo di Sicilia come importante zona strategica utilizzata per avvisare la colonia di Siracusa in caso di eventuali attacchi dei Persiani da sud tramite la “Torre Fano” posta nei pressi di Marzamemi.

Con la dominazione romana, l’estrema punta della Sicilia sud orientale diveniva così una zona strategica in cui veniva controllato il traffico mercantile ai tempi di Roma. Difatti presso la zona marina del territorio comunale pachinese vi troviamo nelle vicinanze molte rovine romane tra cui alcuni resti di ville (tra cui va citata la famosa Villa Romana del Tellaro situata nel comune di Noto e resti di un antico villaggio romano) e antichi basamenti che fungevano da fondamenta a templi o ville. Ma fu molto eclatante la scoperta dei resti subacquei di tempietti tardo romani e addirittura di una nave presso la località chiamata “Porto Ulisse” (ubicata presso il confine con il territorio comunale di Ispica, vedi sempre il link “Promontorio di Pachino” per saperne di più).

Nel periodo bizantino il territorio non perse il suo ruolo strategico – militare poiché i Bizantini utilizzarono sempre “Porto Ulisse” come vera e propria rada naturale dove potevano attraccare le loro imbarcazioni e nel frattanto controllare il traffico marittimo per paura delle scorrerie dei Vandali e dei Saraceni. 

Successivamente il territorio pachinese divenne territorio degli Arabi, che bonificarono le tante paludi con alcuni sistemi usati ancora ai giorni oggi come canali idrici sotterranei, “Saie” (condotte idriche in pietra sopraelevate rispetto al terreno) e “Gebbie” (gigantesche vasche circolari in grado di contenere litri e litri d’acqua), costruite e utilizzate ancora nelle campagne nella zona meridionale della provincia aretusea. Gi arabi inoltre fondarono il villaggio di Marzamemi, oggi la più importante località turistica in territorio pachinese.

Per tutto il periodo medioevale, in tutto il territorio pachinese vennero fondati numerosi feudi che venivano coltivati a latifondo tra cui quello di Maucini. Nel 400 divenne territorio di Noto, città che detenne quei feudi fino al 1600. Le devastazioni del terremoto del 1693 colpirono il territorio pachinese solo sotto l’aspetto economico, poiché i contadini scampati alla morte per essere sfuggiti alle macerie scappando in aperta campagna persero tutto (case, coltivazioni e bestiame). Le masserie e le stalle erano distrutte e il terremoto aveva sconvolto profondamente le piantagioni facendo così cadere nella miseria quella popolazione contadina che in futuro avrebbe contribuito a fondare una nuova città nella provincia aretusea, Pachino.

Non fu così per Marzamemi (vedi link “Marzamemi” nella pagina inerente ai luoghi da visitare di Pachino) che venne completamente rasa al suolo.

Pachino dal 1700 al 2000

 Il 24 Aprile 1756, dopo che le attività dell’agricoltura e dell’allevamento a mano a mano ripresero a riavviarsi, Don Gaetano Starrabba Calafato, Principe di Giardinelli e Marchese di Rudinì,  fece edificare una nuova città sull’allora feudo di Scibini (facente parte del territorio netino). Lui le diede appunto il nome di Pachino (dal vecchio toponimo fenicio) e la popolò con i contadini provenienti dalle campagne limitrofe, ma anche con famiglie provenienti dalla Grecia, dall’Albania e da Malta. Ma nella nuova città arrivarono anche famiglie da varie zone della Provincia di Siracusa, che speravano di trovare un posto per abitare serenamente dopo anni e anni di stenti causati dal terremoto del 1693. Dal 1768 Pachino, dopo molte traversie burocratiche, divenne indipendente da Noto formando così una propria area territoriale ed amministrativa divenendo “città” a tutti gli effetti.

Durante la seconda metà del 700 e per gran parte della prima metà dell’800, Pachino era una città – cantiere essendo stata fondata pochi anni prima e durante la seconda metà dell’800 inglobò i piccoli centri marinari di Marzamemi e Portopalo di Capo Passero, che divennero così “frazioni amministrative”. Dopo l’Unità d’Italia Pachino cominciò a far parte dell’attuale Provincia di Siracusa  (dal 4 Agosto 2015 nota come “Libero Consorzio Comunale di Siracusa”) appartenendo al “Circondario di Noto”.

Nella prima metà del 900 vennero migliorati i fondi agricoli e bonificate buona parte delle paludi circostanti, vista la presenza dei cosiddetti “Pantani”, specchi d’acqua dovuti o alla subdsidenza tettonica del terreno (cioè l’abbassamento di certe porzioni di terreno dovuto ad alterne correnti di magma sotterraneo che alzano e abbassano la crosta terrestre dell’estrema punta meridionale della Sicilia) o all’ammasso di acque meteoriche o per filtrazione di acqua marina; molti di questi pantani erano gli habitat ideali per le zanzare, insetti che causavano la mortale “Malaria”.

 Oggi nei territori circostanti Pachino, rimangono solo poche zone umide di questo tipo tutte a rischio perché soggette all’incuria e all’abbandono.

Quel periodo però fu uno dei più duri per i pachinesi poiché imperversava lo spettro della I guerra mondiale. Difatti anche Pachino pagò il suo tributo di sangue per le perdite di molte giovani vite al fronte. Dopo il primo conflitto mondiale arrivò il fascismo che con le sue repressioni e le sue intimidazioni fece cadere quasi tutta la popolazione in miseria. Arrivò anche la II guerra mondiale e incominciarono i bombardamenti degli angloamericani che fecero molte vittime tra la popolazione. Nel 1943 le coste a sud di Pachino furono teatro dello Sbarco degli eserciti inglesi e americani in Sicilia, che fu determinante per la sconfitta del Nazismo in Italia. Da li a poco i pachinesi si ribellarono ai fascisti e ai nazisti cacciandoli dal loro territorio grazie all’aiuto dei vecchi nemici divenuti ora Alleati.

 Negli anni seguenti alla guerra bisognava rifondare l’agricoltura e soprattutto ricostruire le opere pubbliche distrutte dai bombardamenti e proprio anni 50 in poi si cercò di risollevare le sorti della città pachinese introducendo la “serricoltura”, anche se la situazione economica per i pachinesi non era una delle migliori e per tutto il quarantennio che va dal 1950 al 1980 Pachino si spopolò a causa dell’emigrazione dei giovani verso il Nord Italia, il Nord Europa e il Nord America (in particolare verso il Canada dove tuttora vi sono delle comunità pachinesi).

Dal 1 Marzo 1975, la Regione Sicilia stabilì che Portopalo di Capo Passero, divenisse indipendente da Pachino andando a formare così un nuovo comune facente parte della Provincia di Siracusa. Pachino perse così un porto importante che tramite la pesca faceva andare avanti l’economia cittadina.

 Negli anni 80 è arrivata la svolta economica per la città di Pachino, un gruppo di agronomi locali ha creato un tipo di pomodoro incrociando una varietà di pomodorino israeliana (dal sapore molto aspro ma molto resistente agli agenti biologici come clima e microrganismi) ed una locale (dal sapore più o meno dolce, ma più delicata sotto il punto di vista della resistenza agli agenti biologici) creando appunto il “Ciliegino di Pachino”, il pomodorino rosso che avrebbe dato fama e notorietà alla piccola cittadina situata nell’estremo sud dell’Europa.

A partire dalla seconda metà degli anni 90 arrivando poi al 2000, Pachino è divenuta la principale città nel siracusano (assieme alla vicinissima Portopalo) capace di produrre tonnellate e tonnellate di ortaggi da serra dando così un profondo scossone alla sua economia, malgrado la situazione economica in Sicilia non è delle più rosee dell’Italia.

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Pachino oggi; economia, turismo, personaggi famosi

Economia

Oggi Pachino è una città moderna e polifunzionale anche se più della metà della popolazione è dedita all’agricoltura, però questo non è un male, perché proprio grazie all’agricoltura che la città si è svegliata dall’isolamento economico che ha travolto la Sicilia negli anni passati. Difatti grazie alle moderne tecnologie è stato possibile creare a Pachino un tipo di agricoltura molto avveniristica con cui produrre ortaggi prettamente estivi nel bel mezzo della fredda stagione invernale.

Innanzitutto questo tipo di agricoltura richiede “tunnel” in nylon, ma soprattutto enormi serre in metallo e plastica somiglianti a grandi capannoni. Dentro di esse viene coltivato perlopiù il “Ciliegino” tramite una tecnica di lavorazione semicomputerizzata. Quando poi viene raccolto, viene subito confezionato e spedito ai mercati dell’Italia Settentrionale e negli altri paesi europei (soprattutto nei paesi del Nord Europa). Oltre al “Ciliegino” vengono coltivate altre varietà di pomodoro sopratutto la varietà “Costoluta” utilizzata nella produzione di conserve di pomodoro (salse e concentrati) e varietà di bassa pezzatura (considerata come prodotto di scarto) ugualmente venduta e utilizzata come “comune pomodoro da insalata”. Da qualche anno vi è una varietà do pomodoro simile al “Ciliegino” che sta venendo apprezzato e commercializzato; il cosiddetto pomodoro “Datterino” (dalla forma allungata simile a quella di un dattero, ma dalle stesse qualità organolettiche del “Ciliegino”).

Nelle serre non vengono coltivati solo pomodori, ma anche zucchine, peperoni, melanzane, meloni gialli e specialmente angurie rosse. Quest’ultime tramite una speciale tecnica di coltivazione, in cui vengono tagliati i fiori laterali lasciando solo quello centrale (quello che poi darà il frutto), si ottiene un’anguria di forma ovoidale molto grossa e succosa chiamata localmente  “Miluni ri iacqua” che significa “Melone di acqua”, poiché questa varietà di anguria, essendo molto ricca di acqua, risulta molto dissetante. Anche questi ultimi prodotti sono molto ricercati in Italia e all’estero.

 Per quanto riguarda l’agricoltura praticata in campo aperto, vengono coltivati: cereali (frumento duro e altri cereali minori tra cui avena e orzo utilizzate per produrre mangimi per il bestiame), lattuga, zucche, legumi (ceci, fagioli, fagiolini, fave, lenticchie e piselli), carote e cipolle; tra le “erbacee” va anche menzionato il Fico d’India, ampiamente commercializzato. Diffusa anche la coltivazione di erbai da fieno.

Per quanto riguarda le coltivazioni arboree troviamo: agrumeti (arance, limoni, clementine e mandarini), oliveti, mandorleti e frutteti vari (pesche, gelsi, nespole, melograni e carrube). Parlando sempre di coltivazioni arboree, Pachino è anche molto famosa anche per la sua fama vitivinicola, infatti troviamo coltivazioni di vari vitigni da vino (Nero d’Avola, Eloro, Moscato ed altri di cui parleremo più sotto).

Per quanto riguarda l’allevamento di bestiame, vengono allevati bovini ovini e caprini da latte e da carne; suini, polli da carne, galline ovaiole, tacchini, anatre, conigli, quaglie ed equini tra cui cavalli da competizione e asini (il cui numero sta andando a calare).

Nella vicina frazione marinara di Marzamemi, inoltre troviamo dei grandi allevamenti ittici dove vengono coltivate varie specie di pesci tra i quali: spigole, orate e cernie.

Per quanto riguarda il settore manifatturiero, a Pachino troviamo industrie specializzate nella produzione di prodotti agricolo – zootecnici (concimi, fertilizzanti, mangimi), edilizie (mattoni e vari materiali da costruzione) e meccaniche. Importante è anche il settore vivaistico – floreale incentrato sulla produzione di sementi e di piante agricole ed ornamenatali. Meritevoli di essere menzionate anche recentissime aziende in grado di progettare e costruire serre e impianti di irrigazione e fertilizzazione altamente tecnologici.

 Ma le principali imprese produttive della città pachinese sono date dalla presenza di industrie artigianali che attuano la trasformazione dei prodotti agricoli in cibi di qualità. Tra le quali spiccano molte piccole aziende che trattano unicamente il “Ciliegino” producendo principalmente: conserve di pomodoro (salse, passate e concentrati) ma soprattutto i pomodorini secchi all’olio d’oliva. Altre aziende alimentari sono: quelle molitorie (che producono un ottimo olio d’oliva), quelle lattiero casearie, quelle ittico – conserviere nella vicina Marzamemi (che producono specialmente conserve di pesce sott’olio, sotto sale, affumicate e sotto forma di sughi per pasta, utilizzando anche il pomodoro “Ciliegino”) e le industrie vitivinicole che producono moltissimi litri di vino sia da vendita immediata sia da invecchiamento tra i quali vanno menzionati l’Eloro di Pachino, il “Pistammutta” e altri vini ottenuti dalla fermentazione del mosto ricavato dal vitigno “Nero d’Avola” e da “vitigni aromatici” quale il “Moscato”.

Altre piccole aziende alimentari di carattere familiare sono quelle che producono: latticini e formaggi (tra cui ricotta e formaggi stagionati tra cui caciocavalli e provole), prodotti da forno (pani, focacce, pizze e biscotti), liquori e dolciumi.

Turismo

Pachino, oltre ad avere la fama di paese operaio, negli ultimi anni sta diventando una meta turistica molto ambita per la dolcezza del clima, per il mare pulito ma soprattutto per la fama delle sue delizie enogastronomiche.

Ma il fulcro principale del turismo pachinese è la frazione marinara di Marzamemi, che ogni anno si riempie di turisti provenienti da tutta Italia e dall’estero che sono intenzionati a soggiornare nel sempre più mondano e animato borgo marinaro.

Marzamemi è un esempio lampante di come dalle antiche e semplici tradizioni si possa ricavare una base valida per attuare un piano turistico in grado di produrre una sempre più solida occupazione giovanile legata al sempre più crescente traffico turistico. L’amministrazione comunale pachinese lo sa bene e per questo sta favorendo l’apertura di discoteche, ristoranti, pizzerie, paninoteche, trattorie, alberghi e campeggi.

Inoltre è stata riqualificata e bonificata buona parte del Lungomare per abbellirlo e sono stati poi costituiti turni di Guardia Medica e di Pubblica Sicurezza per tutelare i turisti, i residenti e i commercianti.

Infine va detto che ogni anno in estate è presente un mercatino che tutte le sere costantemente attira clienti e turisti, senza poi contare i molti spettacoli folcloristici, musicali(tra cui spiccano artisti molti importanti) e cabarettistici organizzati per allietare le serate estive.

Personaggi illustri di Pachino

Pachino ha dato i natali a molti personaggi illustri tra cui: il patriota Diego Arancio, gli uomini politici Raffaele e Francesco Garrano, il fondatore di Pachino Don Antonio Starrabba e il suo discendente Gaetano Starrabba, divenuto potente uomo politico a Palermo; l’uomo di cultura Michelangelo Bartolo; il cantastorie Sebastiano Runza; lo scrittore Vitaliano Brancati, il regista Gian Paolo Cugno, l’ex Vescovo della Diocesi di Noto Monsignor Giuseppe Malandrino e infine il calciatore Cristian Baglieri.

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Guida turistica di Pachino e Marzamemi
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

La città di Pachino possiede un interessante centro storico il cui imbocco è dato dalle Vie Indipendenza e Garibaldi in cui possiamo ammirare la piccola Piazza Vincenzo Starrabba col suo Monumento. A poca distanza vi sono poste le Chiese del Sacro Cuore di Gesù e di San Francesco di Assisi. Entriamo quindi presso la Piazza Vittorio Emanuele in cui è posta la Chiesa Madre del Santissimo Crocifisso e i Palazzi Passanisi, Di Natale, Costa – Quartarone, Bellomia, Borghi, Valenti – Santuccio, Marino e la Casa Colletti. Tramite la Via Libertà raggiungiamo una particolare Casa in stile Maltese e la Pinacoteca Comunale. Presso la Via Roma possiamo ammirare la Chiesa di San Giuseppe, mentre in Via Cavour è posto il Palazzo Tasca. Da ammirare anche la Casa di San Giuseppe, il Palazzo Cassar – Scalia e la Chiesa della Madonna di Pompei. Dal Corso Nunzio Costa raggiungiamo la Chiesa di San Corrado Confalonieri, il Museo del Vino e l’Ex Stazione di Pachino. In periferia sono poste le Chiese dei Santissimi Angeli e di San Pietro e Paolo. A poca distanza dalla città è posta l’ex Distilleria di Pachino.

Il territorio al di fuori della città è compreso all’interno del Promontorio di Pachino, un rilievo collinare posto nell’area più a sud della Sicilia antistante alle aree di Capo Passero e del Capo Isola delle Correnti (in territorio di Portopalo di Capo Passero) costellato da diversi pantani noti come “Ponterio Pilieri”, “Ciaramiraro”, “Baronello”, “Auruga”, “Cannone” e i grandi Pantani “Cuba” e “Longarini” (quest’ultimo posto al confine con la Provincia di Ragusa col territorio di Ispica). Qui sono poste le rovine della Torre Scibini (torre di avvistamento di epoca medievale), della Necropoli di Contrada Cuba e di varie rovine in Contrada Costa Sant’Ippolito. Vi sono anche l’ex Colonia Valdese di Pachino e anche importanti masserie feudali come quelle dei Feudi Carrata e Maucini. Da ammirare le zone marine di Carrata, Punta delle Formiche, Scarpitta, Scogliera delle Concerie, Porto Scaro, Punta Chiappa, la Costa dell’Ambra, la lunga Spiaggia di Granelli e l’area di Porto Ulisse confinante col territorio ispicese.

Di Pachino fa parte l’importante frazione di Marzamemi, principale centro marinaro e turistico del territorio pachinese. Qui possiamo ammirare i Lungomari Morghella (Viale Paolo Calleri), il Lungomare Gaetano Starrabba noto anche come “Via Marzamemi” (la via principale del centro marinaro) e il Lungomare Spinazza (Via Corrado Deodato). Il cuore di Marzamemi è posto all’interno del suo Borgo Marinaro che comprende la Tonnara di Marzamemi, la Piazza Regina Margherita con il Palazzo Villadorata nonché la Chiesa Vecchia e la Chiesa Nuova di San Francesco di Paola, il Porto di Marzamemi e al largo l’Isola Brancati. A poca distanza sono posti il Pantano di Marzamemi e il Pantano Littera, ma anche l’ex Stabilimento Di Rudinì, la vecchia Stazione di Marzamemi e il tratto pachinese della dimessa Ferrovia Noto – Pachino. A sud di Marzamemi è posta l’area archeologica e balneare di “Calafarina – Cugni – Morghella – Torre Fano” che comprende le aree della Cava di Calafarina e della Grotta Calafarina, la Grotta del Fico, il sito archeologico dei Cugni, le aree di Maltempo e Volpiglia, la Grotta Corruggi, il Litorale di Morghella, i ruderi di un Villaggio Ellenistico – Romano, il Pantano Morghella e le Saline di Marzamemi, la Necropoli di Costa Caitina, la Grotta Caitina, i ruderi della Torre Fano, il Belvedere dei Due Mari e il Litorale di Torre Fano – Case Bruno.

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Elenco completo dei luoghi da visitare

Centro urbano di Pachino

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Promontorio di Pachino e “Pantani”

Su all’elenco Luoghi da Visitare

Marzamemi

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I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

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Geolocalizzazione dei luoghi da visitare

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Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

Le principali festività religiose di Pachino sono quelle consacrate a “Santa Maria Assunta” (Patrona di Pachino), a “San Corrado Confalonieri” (Protettore di Pachino) oltre ai riti della Pasqua Pachinese, mentre sono da citare gli allegri eventi del Carnevale Pachinese e dell’Inverdurata. Altre ricorrenze sono le feste di “San Giuseppe”, del “Sacro Cuore di Gesù”, di “San Francesco di Assisi”, della “Madonna di Pompei”, la Commemorazione dei Defunti, la Festa di San Martino e il Natale Pachinese.

La festa più importante di Marzamemi (e forse la più nota dell’intero territorio pachinese) è quella consacrata al suo Patrono “San Francesco di Paola” che prevede la “Processione a Mare” del suo simulacro, che viene posto su una grossa barca che attraversa il tratto marino antistante la costa pachinese seguito da molte imbarcazioni; la sera a Marzamemi si tengono vari spettacoli e gli immancabili fuochi pirotecnici sul mare.

Da citare infine le importanti tradizioni popolari pachinesi.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Pachino e Marzamemi

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Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Estate Pachinese

Rappresenta l’insieme di eventi sacri e mondani che si tengono a Pachino e a Marzamemi; essi vengono organizzati per allietare la cittadinanza e i turisti nel periodo che va dalla fine di Giugno agli inizi di Settembre. Per questo periodo oltre alle feste e alle sagre citate nella pagina corrente, vengono organizzati una moltitudine di spettacoli musicali, folcloristici, cabarettistici abbinati a eventi sportivi e attività ludiche per i bambini. Il programma dell’Estate Pachinese varia di anno in anno.

Festival del Cinema di Frontiera

È un’importante manifestazione cinematografica che si tiene ogni anno a Marzamemi nell’ultima settimana di Luglio. In questo festival cinematografico vengono proiettati cortometraggi diretti da giovani registi professionisti e no provenienti da paesi europei, africani e asiatici che si affacciano sul Mediterraneo. Difatti il compito di questa manifestazione è quello di dimostrare al mondo del Cinema (bombardato costantemente da film americani) che anche i registi delle aree mediterranee producono ottimi film (anche se al concorso partecipano solo cortometraggi) di qualsiasi genere esso sia, abbattendo così le frontiere che dividono la civiltà mediterranea da altre mentalità europee e mondiali (difatti da qui deriva il nome “Cinema di Frontiera”). Infatti si è scelto proprio l’estremo sud della Sicilia, posto idealmente al centro del Mediterraneo, per organizzare questa prestigiosa manifestazione che sta mietendo consensi nell’Europa intera. La manifestazione del Cinema di Frontiera prevede proiezioni pubbliche in Piazza Regina Margherita, mentre nel Cortile del Palazzo Villadorata si svolge il concorso vero e proprio; le categorie si suddividono in “Corti Siciliani” (a cui partecipano cortometraggi diretti da registi siciliani esordienti o semi professionisti) e in “Corti Nazionali e Internazionali” (dove partecipano cortometraggi diretti da registi provenienti da altre regioni italiane o da altre nazioni che si affacciano sul Bacino del Mediterraneo). I vincitori ricevono oltre al Premio, anche ampi riconoscimenti che li spingeranno a produrre qualcosa di più di un cortometraggio, ma anche chi non arriva ad essere premiato può liberamente cercare di produrre film veri e propri, poiché lo scopo finale del Festival non è proprio quello di premiare il regista del film con premi e riconoscimenti vari, ma di far uscire allo scoperto nuovi talenti in grado di continuare a portare avanti la Cinematografia del bacino del Mediterraneo. A questa manifestazione partecipano anche numerosi volti noti del Cinema italiano e internazionale. Bisogna dire infine che il Festival del Cinema di Frontiera è gemellato con quello finlandese chiamato “Midnight Film Festival” (che si tiene a Sodankilia, una città finlandese), che ha più o meno lo stesso scopo della manifestazione pachinese, soltanto che è riservato a registi del Nord Europa, altra area che come il Mediterraneo cerca un’identità cinematografica trascurata dal Cinema mondiale. Per saperne di più su questo Festival clicca qui.

Sagra della “Tonnina”

si tiene a metà Agosto nella frazione di Marzamemi la Sagra del “Tonno Rosso” (tonno a carne rossa), chiamato in siciliano “Tonnina”. Questa è un’importante manifestazione organizzata per far conoscere ma soprattutto gustare la prelibatezza del tonno locale ai turisti, che scendono a Marzamemi per ammirarne le bellezze turistiche, ma anche per gustarne i sapori. Il pesce viene cucinato al momento e servito sia grigliato sia a “Ghiotta” (preparazione in cui il tonno tagliato a bocconi viene cucinato in padella assieme a verdure varie quali peperoni, pomodori, melanzane, cipolle ecc…). Oltre al tonno cucinato, viene anche fatto gustare il tonno conservato, vero e proprio vanto di Marzamemi; le due ditte principali che si occupano della lavorazione e conservazione del tonno (Adelfio e Campisi), tramite appositi stand o nei loro punti vendita situati sul Lungomare di Marzamemi, fanno assaggiare le varie conserve di tonno sott’olio (tra cui la conserva di tonno e “Ciliegino” all’olio extravergine di oliva), ma anche altre preparazioni molto gustose tra le quali il tonno salato sott’olio o affumicato, la “ventresca” o “Buzzonaglia” (sarebbe la carne proveniente dal ventre del tonno, di gusto grasso ma delizioso) e il “Salame di Tonno” detto anche “Suppizzata” (fatto con carne proveniente sia dalla ventresca sia dalla coda); anche la Bottarga viene valorizzata con una certa importanza, anche se la sua “sagra” si tiene alla fine d’Agosto (vedi più sotto). Ovviamente la serata non è incentrata solo sul tonno, poiché vi sono anche altri stand dove vengono venduti e fatti assaggiare altri prodotti tipici quali “Ciliegino”, vini e liquori, dolciumi e altre pietanze di genere agroalimentare-biologico.

Palio del Sud

Essa è una manifestazione nuova che si svolge a Marzamemi la Domenica posteriore alla Festa di San Francesco di Paola come competizione goliardica marinaresca. Il “Palio del Sud” è una regata che si tiene nel Porto della frazione marittima, cui partecipano gli equipaggi dei sei comuni marinari in Provincia di Siracusa; Augusta, Siracusa, Avola, Noto (o meglio Lido di Noto), Portopalo di Capo Passero e infine Marzamemi (Pachino). L’equipaggio vincente riceve un importante riconoscimento, quello di rappresentare i comuni marittimi del siracusano fino all’anno successivo.

Sagra del Ciliegino

Si tiene a Pachino ogni anno ad Agosto, mese in cui la produzione del pomodorino pachinese tocca il suo apice. Numerosi stand sparsi per tutto il centro storico di Pachino, appartenenti alle tante ditte agricole che producono il “Ciliegino” e i suoi derivati, offrono informazioni sull’ “Oro rosso” di Pachino (altro nome dato al pomodoro pachinese per la sua rapida conquista del mercato agroalimentare internazionale, che nel frattempo ha ottenuto anche la Certificazione IGP, sigla che sta per “Origine Controllata e Protetta”) e degustazioni; volendo si può acquistare delle vaschette di “Ciliegino IGP”, conserve varie (sughi, passate, pomodorini sott’olio e sotto sale ecc…). I tanti turisti possono inoltre assaggiare anche ghiotti piatti di pasta conditi con gustosa “Salsa al Ciliegino”. Sono presenti altri stand dove vengono esposte altre pietanze tipiche del sud est siciliano. Allietano la serata spettacoli folcloristici, musicali e cabarettistici.

Bottarga Festival

Dopo la Sagra della “Tonnina”, Marzamemi si rende protagonista di un’altra manifestazione ittico – alimentare, il “Bottarga Festival”, che si tiene ogni anno dal 30 Agosto al 3 Settembre. Esso si tiene nella borgata marinara in prossimità della Tonnara e della Piazza Regina Margherita. Gli stand delle ditte specializzate nella bottarga (ottenuta dalla disidratazione delle uova del tonno grazie all’opera disidratante del sale marino e della luce solare, che assorbono i liquidi contenuti nella sacca delle uova del pesce, che verrà interamente sbriciolata e messa dentro barattoli di vetro), utilizzato per condire in particolare spaghetti e antipasti di pesce. Ovviamente presso questi stand si possono acquistare barattoli di Bottarga in granelli il cui prezzo varia in base al peso. Troviamo anche la Bottarga intera (sarebbe la sacca delle uova integra) affumicata, sotto sale o sott’olio. Si ha inoltre la possibilità di gustare deliziosi spaghetti o bruschette conditi con olio d’oliva e Bottarga. Oltre all’esposizione e alla degustazione della Bottarga, nel borgo marinaro si tengono anche mostre video – fotografiche incentrate sulla vita marinara di Marzamemi. Bisogna dire infine che il Bottarga Festival è l’ultima manifestazione che si tiene a Marzamemi durante l’anno, ed è considerato dalla gente locale come una specie di “Addio all’Estate”, dove vi sono anche spettacoli cabarettistici e musicali.

Sagra della “Mustata” e del “Pistammutta”

l’ultima manifestazione enogastronomica pachinese si tiene la seconda Domenica di Settembre, in piena Vendemmia. In questa sagra viene valorizzato un vino tipico pachinese, ancora semisconosciuto, il “Pistammutta” e il dolce tipico pachinese preparato col mosto d’uva, “A Mustata”. Il “Pistammutta” è un vino ottenuto da uve rosse appena raccolte e convogliate subito alla lavorazione (difatti il nome “Pistammutta” deriva dalle due parole “Pista” che significa “pesta”, e “Ammutta”, che significa “spingi”, che sta a significare la fretta nel lavorare l’uva e convogliare il mosto alla fermentazione alcoolica, che darà un ottimo vino molto leggero, meno colorato ma soprattutto meno alcolico rispetto a Nero d’Avola, Eloro, Cerasuolo e Moscato, le cui uve tenute a riposo diversi giorni prima di essere spremute, assumono una consistente maturazione zuccherina che darà loro maggiore corpo e colore); mentre la “Mustata” è una specie di budino molto dolce ottenuto grazie alla bollitura e all’asciugatura del mosto d’uva. Alla fine esso si presenterà come una gelatina di colore grigio-bluastro opaco, che verrà cosparsa infine con granella di mandorle o di nocciole per dare ulteriore sapore al dolce contadino. Dopo aver parlato ampiamente delle due pietanze, passiamo ad analizzare lo svolgimento della sagra; nella Piazza centrale di Pachino vengono montati degli stand dove possiamo degustare sia il “Pistammutta”, sia la “Mustata”, ma sono presenti anche altri stand dove possiamo acquistare e gustare altri prodotti tipici della provincia aretusea (vini, conserve alimentari, formaggi, l’immancabile “Ciliegino” e dolciumi vari dove troviamo anche i “Cuddureddi cini”, biscotti ripieni di mosto anch’essi tipici di Pachino). Fanno da contorno alla serata spettacoli musicali, cabarettistici e folcloristici.

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo. 

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono a Pachino visitate i siti www.comune.pachino.sr.it,www.pachinoglobale.netwww.pachinocamnews.itwww.corrieredipachino.com e www.marzamemi.com.

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Prodotti tipici pachinesi

Il Pomodoro di Pachino


Foto di una pianta di Ciliegino di Pachino.

Il Pomodoro di Pachino è il prodotto tipico pachinese per eccellenza, ma anche considerato come uno dei più importanti prodotti tipici siciliani conosciuti anche al di fuori del territorio nazionale. Il Ciliegino (pomodorino derivato da una varietà di pomodoro israeliana impiantata in Sicilia, specialmente nei territori di Pachino e Portopalo di Capo Passero), dopo esser coltivato e raccolto all’interno di grandissime serre tecnologiche, viene utilizzato crudo (per condire insalate, bruschette, pasta, carne e pesce), oppure viene fatto essiccare venendo conservato o sott’olio o sotto sale. Dal Ciliegino si ottiene anche uno squisito sugo per pasta. Recentemente ha ottenuto le certificazioni “IGP” (“Identificazione Geografica Protetta”), e “DOP” (“Denominazione di Origine Protetta”).


Prodotti a base di Ciliegino di Pachino.


Insieme di conserve a base di Pomodoro di Pachino.

La pasta fresca pachinese

Come buona parte della zona meridionale della provincia siracusana, anche a Pachino vi è una fiorente produzione di pasta fresca, tra cui citiamo la produzione di “Cavatieddi” (pasta simile ai cavatelli pugliesi) e soprattutto di “Lolli” (una specie di lasagna riccia), che vengono conditi con sugo a base di pomodoro e carne (o pomodoro e ricotta), oppure con legumi (specialmente fave). Diffusa anche la produzione di ravioli (farciti con ricotta semplice, oppure con ricotta e spinaci) conditi sempre con sugo di pomodoro a base di carne o ricotta.

L’Olio d’Oliva pachinese e le Conserve sott’olio di verdure


Varie conserve a base di olio d’oliva.

Il promontorio di Pachino è ricoperto da una moltitudine di alberi d’olivo da cui si estrae un’olio molto fragrante ottimo per condire numerosi cibi (carni e pesci arrostiti, verdure in insalata e soprattutto zuppe di legumi freschi o secchi). Ma l’olio pachinese serve soprattutto per conservare numerose conserve a base di verdure e pesce (vedi prossimo capitolo). Tra queste conserve il prodotto principe è soprattutto il Ciliegino, che viene mediamente o totalmente essiccato, e conservato sott’olio dentro piccoli barattoli di vetro; stessa cosa avviene anche per peperoni, melanzane, zucchine, carciofi e olive.

Le conserve di Pesce

Varie conserve a base di pesce prodotte a Marzamemi.

Tra le conserve sott’olio e no, menzione speciale hanno quelle di pesce prodotte nella vicina frazione marinara di Marzamemi in modo artigianale. Tra quelle sott’olio (conservate dentro latte o barattoli in vetro) citiamo quelle a base di tonno (tra cui va citata anche la “Tonnina Salata”), pesce spada, ricciole, sgombro, acciughe e altri pesci, tagliati a tocchetti o a filetti e aromatizzati con erbe aromatiche, spezie ma anche con il Ciliegino essiccato. Tra esse citiamo anche le creme di pesce e le uova (Bottarga) di Tonno, Pesce Spada, Muggine, Sgombro e di tanti altri pesci locali. Tra quelle essiccate sotto sale o affumicate citiamo la Bottarga (uova di pesce essiccate di Tonno e altri pesci già elencati) intera (venduta sottovuoto) o sbriciolata (venduta dentro barattolini di vetro), e il cosiddetto Salame (“Suppizzata” ) e Prosciutto di Tonno.

Il Salame di Tonno.


Il Prosciutto di Tonno.

Le Focacce caserecce

La tradizione culinaria della Sicilia sud orientale in cui le focacce caserecce vengono preparate nei vari giorni di festa (ma anche vendute presso panifici, bar e ristoranti), è “rispettata” anche a Pachino, dove buona parte di ortaggi, carni, e pesce locali, serve per prepararle (con risultati eccellenti). Prettamente pachinese è la focaccia nota come “U Caiccu” (a base di patate, cipolle, anguille, lampughe e altro tipo di pesce), a cui seguono vari tipi di “Impanate” e “Scacce” condite con ortaggi, salumi e formaggi.

Le Primizie pachinesi (ortaggi coltivati in serra)


Una pianta di Pomodoro Datterino coltivata in una serra di Pachino.

Oltre al “Ciliegino”, nelle serre poste nell’ampia campagna pachinese vengono coltivati vari ortaggi come Zucchine, Melanzane, Zucche, Peperoni, vari tipi di Pomodori da insalata e da sugo (tra cui citiamo il “Costoluto” o “Marmanti”, e il “Datterino”; un tipo di pomodoro molto affine al “Ciliegino”), Va detto infine che nelle serre pachinesi vi è anche una fiorente coltivazione di Angurie e Meloni.

L’Eloro di Pachino, il “Pistammutta” i vari vini pachinesi


Una bottiglia di Eloro di Pachino.

L’Eloro di Pachino è un vino ottenuto da uve della varietà “Nero d’Avola” coltivate nell’estrema zona meridionale della provincia siracusana; in particolare presso Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini e in buona parte nella porzione meridionale del territorio comunale di Noto, in cui sorgono le rovine dell’antica città di Eloro, il cui nome è stato scelto per questo vino. L’Eloro di Pachino (che ha ottenuto le certificazioni “IGT” e “DOC”) può essere rosso o rosato, e viene servito per accompagnare piatti di carne, formaggi, legumi o pesce.

Il cosiddetto “Pistammutta” è un vino novello prodotto presso la zona di Pachino, sempre con uve “Nero d’Avola”. Viene chiamato “Pistammutta” (da “Pista” che significa “Pesta” e “Ammutta” che significa “Spingi”) per via del suo modo di essere prodotto, difatti le uve vengono subito spremute e il mosto messo subito a fermentare, ottenendo così un vino di tipo “Novello” molto leggero, ma che si può accompagnare a molti tipi di pietanze, in particolare carne e formaggi.

I dolci tipici pachinesi

Concludiamo infine parlando dei dolci tipici pachinesi, preparati a seconda delle festività più importanti (Pasqua e Natale su tutte). Tra essi citiamo un’innumerevole quantità di biscotti e pani dolci in cui citiamo i “Mustazzola” (pani dolci a base di mandorle e miele) e i “Cuddureddi Cini” (pani dolci a forma di mezzaluna o di ciambella farciti con mostarda d’uva). Tra i tanti altri dolci citiamo “A Mustata”, ossia la mostarda dolce a base di mosto d’uva (cosparsa con granella di mandorle sbriciolate), “A Cutugnata” (confettura dura a base di mele cotogne posta dentro stampini per farle poi assumere forme fantasiose), “A Cubbaita” (torrone a base di semi di sesamo, mandorle e miele), a “Mpagnuccata” (palline di farina di grano legate tra loro con miele caramellato) e infine citiamo i “Cassatieddi” (affini alle “Impanate”, ma farcite con ricotta zuccherata aromatizzata con tuorlo d’uovo e cannella). Tipiche del territorio pachinese sono le “Cremolate”, simili alle granite (con cui condividono i vari gusti nella maggior parte dei casi) ma con consistenza più cremosa.

Per conoscere altri prodotti tipici pachinesi visitate i siti www.igppachino.it www.morana.itwww.fortunato-srl.itwww.puntadelleformiche.it, www.agritania.itwww.coopaurora.netwww.aaa-arcobaleno.itwww.ortofruttapaolo.itwww.adelfionline.com,www.specialitadelmediterraneo.itwww.vininobile.comwww.cantinadimartino.itwww.vinisultana.itwww.vinimarino-pachino.comwww.sesaro.itwww.feudoramaddini.comwww.vinirudini.it

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Artigianato pachinese

(in allestimento)

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Strutture ricettive pachinesi

Visita il sito www.tripadvisor.it per saperne di più su hotel, case vacanze, bed & breakfast, pub, discoteche, ristoranti. 

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Fotogallery di Pachino – Marzamemi

(in allestimento)

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