Il Ragusano

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Il Ragusano

Mappa della Provincia di Ragusa


La mappa della Provincia di Ragusa (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali sulla Provincia di Ragusa

L’area corrispondente alla Provincia di Ragusa, ora nota come “Libero Consorzio Comunale di Ragusa” (in seguito alla riforma parlamentare del 4 Agosto 2015, è collocata nell’area meridionale della Sicilia ad ovest del punto più meridionale dell’isola, ossia Capo Isola delle Correnti (posto nella confinante Provincia di Siracusa nel comune di Portopalo di Capo Passero).

È nota come la “Provincia Iblea” per la sua conformazione montuosa occupata dal versante sudoccidentale dei Monti Iblei.

Confina ad est con la Provincia di Siracusa (a sua volta occupata dal versante orientale dei suddetti monti), a nord con la Provincia di Catania (con l’area nota come “Calatino”) e ad ovest con quella di Caltanissetta (area di Gela – Niscemi), mentre a sud è bagnata dal Mare Mediterraneo.

È la provincia più giovane della Sicilia essendo nata il 2 Gennaio 1927 per opera del politico ragusano Filippo Pennavaria, prima di quell’anno l’area apparteneva alla Provincia di Siracusa.

I centri abitati della Provincia di Ragusa sono:

  • Ragusa – capoluogo di provincia (74018 abitanti);
  • Vittoria (63589 abitanti);
  • Modica (55328 abitanti);
  • Comiso (30569 abitanti);
  • Scicli (26550 abitanti);
  • Pozzallo (19378 abitanti);
  • Ispica (15573 abitanti);
  • Acate (10192 abitanti);
  • Santa Croce Camerina (10160 abitanti);
  • Chiaramonte Gulfi (8297 abitanti);
  • Monterosso Almo (3191 abitanti);
  • Giarratana (3158 abitanti);
  • Totale abitanti della Provincia di Ragusa= 320003 abitanti.

Le principali risorse economiche sono: agricoltura, allevamento, pesca, attività estrattive (petrolio e asfalto), industria manifatturiera – edilizia – petrolchimica – alimentare, attività commerciali e settore turistico – ricettivo.

I principali centro agroindustriali sono Ragusa, Vittoria, Modica, Scicli, Pozzallo, Comiso e Ispica.

Il porto più importante per quanto riguarda le attività mercantili – pescherecce è quello di Pozzallo (con collegamenti via nave con Malta), seguito da quelli di Marina di Ragusa e Scoglitti (poi vi sono piccoli approdi pescherecci a Donnalucata, frazione di Scicli e Punta Secca, appartenente a Santa Croce Camerina).

Le principali stazioni ferroviarie sono quelle di Ispica, Modica, Scicli, Ragusa, Comiso, Vittoria e Acate poste sulla linea ferroviaria Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi.

Il principale aeroporto è posto a Comiso (Aeroporto “Pio La Torre”) che rappresenta la principale infrastruttura per quanto riguarda il movimento turistico – commerciale per l’intera Sicilia meridionale (in particolare per le Province di Ragusa, Siracusa, Caltanissetta e Agrigento).

Va comunque detto che in futuro la Provincia di Ragusa sarà allacciata alla rete autostradale nazionale grazie alla Autostrada (E45) Catania – Siracusa – Gela nel tratto Rosolini – Modica (con uscite autostradali per Ispica, Pozzallo e appunto Modica) mentre il restante ramo che da Modica conduce a Gela (con uscite per Scicli, Ragusa – Marina di Ragusa, Comiso e il suo Aeroporto, Vittoria e Acate) è in progettazione, così come lo è la Superstrada Ragusa – Catania (che dovrebbe collegarsi dalla A18 all’altezza di Comiso all’Autostrada Catania Siracusa e quindi, tramite la Tangenziale di Catania, al resto della rete autostradale siciliana ed italiana in generale).

Queste infrastrutture dovrebbero migliorare sensibilmente il movimento turistico – commerciale di cui già la provincia è interessata da moltissimo tempo.

 Il turismo presso la Provincia di Ragusa è in crescita di anno in anno grazie alla bellezza delle sue città di cui Modica, Scicli e appunto Ragusa facenti parte dei Patrimoni dell’Umanità Unesco dal 2002 con la dicitura “Città Barocche del Val di Noto”, ma non sono da meno i centri storici di Ispica, Comiso, Vittoria, Giarratana, Chiaramonte Gulfi, Acate e Monterosso Almo oppure la città marittima di Pozzallo o i borghi marinari che si affacciano sul Mare Mediterraneo (Santa Maria del Focallo in territorio ispicese, Marina di Modica in territorio modicano, Sampieri, Cava d’Aliga e Donnalucata in territorio sciclitano, Marina di Ragusa in territorio ragusano, Punta Secca e Punta Braccetto in territorio santacrocese, Scoglitti in territorio vittoriese e Marina di Acate in territorio acatese) circondate da lunghe spiagge intervallate da stupende scogliere, nonché le zone più interne occupate dai Monti Iblei.

Questa area (assieme a buona parte della Provincia di Siracusa) dovrebbe far parte del cosiddetto “Parco degli Iblei”.

Le principali aree archeologiche sono rappresentate dai siti di Kamarina (tra i territori di Comiso, Santa Croce Camerina e Ragusa), Cava d’Ispica (nei territori di Modica e Ispica), Hybla Heraia (presso Ragusa Ibla), Akrilliai, Scornavacche e Monte Arcibessi (Chiaramonte Gulfi), Caucana (Santa Croce Camerina) e Castiglione (Ragusa).

I monti più alti oltre al già citato Monte Arcibessi (906 metri di altezza) sono il Monte Lauro (987 metri al confine con la Provincia di Siracusa) che è rilievo più alto, la Serra Casale (910 metri), la Serra Burgio (884 metri), il Monte Scannalupi (784 metri), il Monte Cortese (762 metri), il Monte Casasia (734 metri), il Monte Raci (610 metri), il Monte Racello (540 metri) e il Monte Renna (565 metri).

Le principali aree naturalistiche sono le Riserve del Fiume Irminio (nei territori di Ragusa e Scicli), del Pino d’Aleppo (nei territori di Comiso, Vittoria e Ragusa), di Cava Randello (Ragusa), dei boschi di Canalazzo (Monterosso Almo), Calaforno (presso i territori di Giarratana e Monterosso Almo) e della Pineta di Chiaramonte Gulfi, oltre alle aree umide dei Pantani Roselle – Bruno, Gorgo Salato e Longarini – Porto Ulisse (in territorio di Ispica) facenti parte dell’area occidentale del “Promontorio di Pachino”.

I principali fiumi sono l’Irminio, il Dirillo, l’Amerillo, l’Ippari, la Fiumara di Modica e i Torrenti Para, Cuccovio, Lavandaio, Rifriscolaro, Volpe e Favara posti all’interno del territorio provinciale, mentre i Fiumi Tellesimo e Tellaro invece vanno a confluire verso il territorio dell’adiacente Provincia di Siracusa.

Il principale lago è quello di Santa Rosalia, creato sbarrando proprio il Fiume Irminio con un’imponente mentre il secondo per importanza è il Lago Dirillo (confinante col territorio di Monterosso Almo, anch’esso creato sbarrando il corso dell’omonimo fiume con una diga).


La barocca Cattedrale di San Giovanni Battista di Ragusa.

Oltre alla bellezza dei luoghi vanno citate anche le moltissime tradizioni popolari come le principali feste religiose e no come le festività di “San Giorgio” di Modica e Ragusa Ibla, “San Giovanni Battista” a Ragusa, “San Pietro e Paolo” a Modica, la ricorrenza della “Madonna delle Milizie” di Scicli, le Processioni a mare di “San Giovanni Battista” a Pozzallo, “San Francesco di Paola” e “Santa Maria di Cammarana” a Scoglitti, le Processioni di Pasqua (la “Settimana Santa” di Ispica e Comiso, “A Madonna Vasa – Vasa” di Modica, “I Parti” di Vittoria, “A Paci” di Monterosso Almo e “U Gioia” di Scicli su tutte), le feste di Vittoria (“San Francesco di Paola”, “Sacro Cuore di Gesù”, “San Giovanni Battista”, “Santa Lucia”), Ispica (“Sant’Antonio Abate”, “San Giuseppe”, “Santa Maria delle Grazie”, “Santa Maria del Carmine”, “Santa Maria Assunta”, “Santa Maria Addolorata”), Comiso (“Santa Maria Addolorata”, “San Biagio” e “Sant’Antonio di Padova”), Giarratana (“Sant’Antonio Abate”, “Santa Maria della Neve” e “San Bartolomeo”), Chiaramonte Gulfi (“Santa Maria di Gulfi”, “Santa Maria delle Grazie”, “San Giovanni Battista”, “Santissimo Salvatore”, “San Vito Martire”), Monterosso Almo (“San Giuseppe”, “San Giovanni Battista”, “Santa Maria Addolorata” e “Santa Maria Bambina”), Acate (“San Biagio”, “San Giuseppe”, “San Vincenzo”) e Santa Croce Camerina (“San Giuseppe” e “Santa Rosalia”).

Da citare anche molti eventi che si tengono in Provincia di Ragusa come la Fiera Emaia di Vittoria (che si tiene in primavera e in autunno) e l’Addio all’Estate che si tiene ogni anno a Settembre a Marina di Ragusa.

Per quanto riguarda l’enogastronomia, va detto che in Provincia di Ragusa vengono prodotti molti prodotti di eccellenza di cui vanno citati il Cioccolato di Modica. le “Scacce” di Modica e Ragusa, il “Formaggio Ragusano” in generale (di cui il “Ragusano”, i “Caciocavalli”, le “Provole”, i vari tipi di “Pecorini”, Mozzarelle e Ricotte), i Salumi di Chiaramonte Gulfi, Giarratana e Monterosso Almo, il Vino Cerasuolo di Vittoria e vari prodotti ortofrutticoli di pregio come la Cipolla di Giarratana, la Carota di Ispica, la Fava Cottoia di Modica e il Fagiolo “Cosaruciaru” di Scicli.

È diffusa anche la coltivazione del Pomodoro “Ciliegino” e dell’Uva “Nero d’Avola”. 

Storia della Provincia di Ragusa

Le alture iblee della Provincia di Ragusa si popolarono fin dalla periodo protostorico grazie a popolazioni di origine sicana e sicula che si insediarono in molti villaggi che erano collocati ai bordi delle cavità iblee del ragusano (su tutti Cava d’Ispica) oppure presso le alture (Castellieri di Monte Arcibessi vicino Chiaramonte Gulfi) e altri siti sparsi per le contrade iblee e marine delle città della provincia, che comprendono anche numerose necropoli rupestri.

In seguito alla conquista greca della Sicilia, presso il Monte Cammarana (altura costiera posta a sud di Ragusa, al confine con i territori di Vittoria, Santa Croce Camerina e Ragusa) venne fondata la città greca di Kamarina nel 598 a.C. da coloni provenienti da Siracusa.

A poca distanza da Kamarina venne fondato anche il centro marittimo di Caucana, il principale “porto” sul mediterraneo di epoca greco – romana.

All’interno della provincia sorsero i centri di Casmene sul Monte Erbesso (tra i territori di Giarratana e di Buscemi in Provincia di Siracusa), Akrilliai e il limitrofo abitato di Contrada Scornavacche (aree archeologiche poste presso Chiaramonte Gulfi), Motyka (l’attuale Modica) e Hybla Heraia (collocata dove ora sorge il centro di Ragusa Ibla).

Con la conquista romana della Sicilia, le città sopracitate ebbero un drastico ridimensionamento fungendo perlopiù da postazioni militari e da aree popolate da agricoltori, allevatori e pescatori, ma anche come primitiva “area vacanziera” per i nobili romani che abitavano in Sicilia vista la presenza di molti ruderi di insediamenti abitativi sparsi nel territorio meridionale della provincia (che si affaccia sul Mare Mediterraneo).

I più importanti di essi sono quelli dell Terme Romane di Diana a Comiso e della Villa Romana di Orto Mosaico a Giarratana, in cui sono stati rinvenuti dei mosaici del tutto intatti.

Passata l’epoca romana, la Provincia di Ragusa venne abitata dai bizantini che crearono diversi villaggi rupestri con annesse chiese e catacombe di cui i ruderi più importanti sono situati presso la Cava di Ispica e sono i Villaggi Rupestri di Parco Forza, la Catacomba della Larderia, (la più grande della Sicilia dopo quelle di Siracusa) e il Villaggio Rupestre di Sant’Alessandra.

Da citare anche la Catacomba di Grotta delle Trabacche a Ragusa e il sito rupestre di Chiafura (Scicli).

Durante il medioevo l’attuale territorio ragusano venne conquistato dagli arabi che costruirono anche vari casali agricoli nelle campagne iblee.

Da uno di questi si originò il famoso borgo di Donnafugata in cui è collocato l’omonimo castello (che non è medievale, ma fatto erigere nei primi anni del 1900 dalla famiglia Arezzo – Spuches).

Nel frattempo la Sicilia venne divisa in tre aree territoriali note come “Valli” che erano Val di Mazara (comprendente la Sicilia occidentale), Val di Demona o Val Demone (comprendente la Sicilia centrosettentrionale) e Val di Noto (che comprendeva la Sicilia sudorientale) di cui faceva parte l’attualeterritorio ragusano.

Intorno all’anno 1000 la Sicilia passò sotto il dominio normanno sotto il Conte Ruggero I di Altavilla (primo Re di Sicilia) e il territorio ragusano divenne “Contea” con capitale proprio a Ragusa, che durò dal 1090 al 1194.

Durante questi anni Ragusa venne ampliata e circondata da mura che facevano capo ad un munito castello; venne eretta anche la prima Chiesa consacrata a “San Giorgio”.

Con l’assedio del 1194 da parte di Enrico IV di Franconia la Contea di Ragusa cessò di esistere, passando così sotto la dominazione sveva. In parallelo a Ragusa crebbe anche il centro abitato di Modica.

Durante il regno di Federico II di Svevia l’area cominciò a popolarsi e le due città di Ragusa e Modica cominciarono ad essere i principali centri dell’attuale area ragusana. Sotto il dominio angioino nel 1286 scoppiò  la rivolta dei Vespri Siciliani con la quale la Sicilia passò agli aragonesi.

In questo periodo si formò la Contea di Modica, che durò ben 500 anni, sotto la quale l’attuale territorio ragusano (la cui città più importante diventò Modica) con una bolla di Re Federico II di Aragona che emise nel 1296 nel Castello Ursino di Catania.

La Contea passò alla famiglia Chiaramonte che, oltre a fare edificare nel 1343 l’attuale città di Chiaramonte Gulfi, rasa al suolo dagli angioini nel 1299, cominciò a fare in modo che il territorio della contea cominciò a rendersi semi indipendente dal resto della Sicilia avendone così vari privilegi e ricchezze.

Alla fine del 1300 (1392) la Contea passò alla famiglia Cabrera, di cui divenne conte Bernardo Cabrera che fece erigere l’attuale Torre posta nel centro storico di Pozzallo (la “Torre Cabrera”). Nel 1478 nacque la città di Biscari (attuale Acate) per volere della famiglia Castello; nel 1938 la città venne chiamata Acate.

Nel 1481 la Contea passò agli Enriquez – Cabrera, che la detennero fino alla fine del 1600. In questo periodo cominciarono ad espandersi i centri urbani di Spaccaforno (Ispica), Pozzallo, Comiso, Giarratana, Monterosso Almo e soprattutto Vittoria, eretta per volontà di Vittoria Colonna (madre del Conte Giovanni Alfonso Enriquez – Cabrera).

Va detto che questa contea comprendeva anche le città di Caccamo (in Provincia di Palermo), Alcamo e Calatafimi (in quella di Trapani).

L’11 Gennaio 1693 un fortissimo terremoto seminò distruzione in tutta la Sicilia sudorientale distruggendo gli attuali territori delle province di Catania, Siracusa e Ragusa provocando un gran numero di morti e la totale distruzione di tutte le città di quella zona. Nell’area ragusana, corrispondente alla Contea di Modica, la situazione era molto grave.

L’unica città che ebbe meno danni fu la seicentesca Vittoria mentre le altre erano completamente rase al suolo.

Nei primi anni del 1700 partì la ricostruzione e sorsero i primi contrasti a Ragusa tra i fedeli alle “parrocchie” di “San Giovanni” e di “San Giorgio”.

I primi abbandonarono l’originario sito (attuale Ragusa Ibla) salirono sull’altura nota come “Colle Patro” e eressero una nuova città con strade regolari e “moderni” palazzi barocchi e una grande Chiesa consacrata a “San Giovanni Battista” (attuale Cattedrale della Diocesi di Ragusa) formando rispettivamente i centri urbani di “Ragusa Superiore” e “Ragusa Inferiore – Ibla” (che per molti secoli formarono due comuni diversi), mentre i secondi rimasero a Ibla e eressero oltre al grandioso Duomo di San Giorgio anche numerosi palazzi e chiese monumentali, rimanendo sul tortuoso sito medievale.

Le altre città più importanti vennero ricostruite sui siti originari; Modica venne ricostruita sotto la rupe in cui era posto il Castello dei Conti di Modica, Scicli su una valle compresa su vari siti collinari, Ispica (nota ancora come “Spaccaforno”) venne ricostruita ad ovest della sua “Cava”, Comiso attorno al suo “Castello” così come Chiaramonte Gulfi e Monterosso Almo.

L’unica città ad essere costruita su un’altro sito fu Giarratana, i cui abitanti si trasferirono dall’area della ormai distrutta cittadina che venne chiamato “Terravecchia” per fondare più a sud l’attuale centro abitato giarratanese.

Vittoria venne invece ampliata.

Durante il 1700 la Provincia di Ragusa fu un cantiere aperto e le città vennero man mano ricostruite con l’elevazione dei celebri edifici in stile barocco che le contraddistinguono, ma la Contea di Modica cadde in declino passando a varie famiglie che non avevano neanche residenza nella città modicana, fino a quando nel 1816 la Contea venne soppressa e l’intero territorio ragusano passò al Regno delle Due Sicilie in cui la Sicilia venne suddivisa in vari distretti territoriali noti come “Intendenze” (simili alle odierne “province”) suddivise in vari “circondari”.

Modica divenne “Capoluogo di Circondario” (comprendendo i comuni dell’attuale Provincia di Ragusa perdendo però i territori di Caccamo, Calatafimi e Alcamo che fecero parte rispettivamente di Palermo e Trapani) assieme a Noto (che comprendeva le limitrofe Avola, Pachino, Rosolini e i centri sugli Iblei siracusani Canicattini, Palazzolo, Cassaro, Ferla, Buscemi, Buccheri e Sortino) e Siracusa (che comprendeva Floridia, Solarino, Augusta, Francofonte, Carlentini e Lentini) che divenne poi “Capoluogo di Intendenza”.

Nel 1800 Modica fece parte della Provincia di Noto, dato che Siracusa perse il titolo di Capoluogo di Intendenza in seguito a vari tumulti antiborbonici.

Nel 1860 Modica dichiarò la propria indipendenza dal Regno delle Due Sicilie divenendo così parte del Regno d’Italia. Ragusa Superiore e Ragusa Ibla intanto rimanevano “divise”.

Dal 1860 fino ai primi anni del 1900 il Circondario di Modica, anche grazie al potenziamento del Porto di Pozzallo e alla costruzione delle Ferrovie Siracusa – Ragusa – Gela e Siracusa – Ragusa – Vizzini (quest’ultima non più esistente) cominciò ad essere attiva nel commercio di prodotti ortofrutticoli e vitivinicoli.

Nel frattempo i primi “turisti” vennero a visitare l’attuale provincia iblea.

Con l’inizio della I guerra mondiale iniziò un declino nell’attuale provincia visto che la forza lavoro composta dai vari giovani venne a mancare, poiché i ragazzi venivano arruolati e mandati a combattere in Italia settentrionale.

Tra coloro che vennero inviati a combattere pochi si salvarono e i mutilati furono molti. Nel frattempo presso la cittadina vittoriese venne istituito in “campo di concentramento” in cui venivano rinchiusi i soldati di origine austro – ungarica che oggi ospita la sede del “Museo Italoungherese”.

Dal 1920 in poi nel territorio si diffusero idee socialiste di sinistra tant’è che il ragusano divenne un’area che venne definita “rossa” in merito al colore con cui si identificavano coloro che sostenevano queste idee politiche.

Il neonato movimento fascista decise di “estirpare i rossi” dal territorio provinciale facendo chiudere con la forza i circoli socialisti; durante la chiusura di questi vi furono delle vittime e numerosi feriti (in maniera speciale a Vittoria e nella stessa Ragusa).

Per la repressione condotta a sfavore dei socialisti partita dalla città di Ragusa, il governo fascista grazie all’operato del politico ragusano Filippo Pennavaria concesse a partire dal 2 Gennaio 1927 al territorio che un tempo faceva parte della Contea di Modica di diventare “Provincia” comprendendo gli attuali comuni che ora ne fanno parte.

Innanzitutto Ragusa divenne un unico comune comprendendo anche “Ibla”, per poi divenire “Capoluogo di Provincia” nel 1928 a discapito di Modica. Inoltre la città di “Ispica”, chiamata anticamente Spaccaforno, nel 1935 assunse l’attuale denominazione; nel 1938 Biscari venne chiamata “Acate”.

Con lo scoppio della II guerra mondiale il territorio di Ragusa subì numerosi bombardamenti da parte degli angloamericani per via delle sue postazioni militari facenti capo all’Aeroporto Militare “Vincenzo Magliocco” (intitolato ad un aviatore facente parte dell’aviazione italiana fascista, caduto in Etiopia).

Il 14 Luglio 1943 nei pressi di Acate, dopo lo Sbarco in Sicilia degli angloamericani avvenuto nel medesimo anno, avvenne uno dei più efferati crimini di guerra che si sono svolti in Sicilia, il “Massacro di Biscari”, in cui per mano dei soldati angloamericani vennero uccisi 76 prigionieri di guerra tedeschi e italiani (se ne salvarono solo tre in maniera molto fortunata).

A guerra terminata la Provincia di Ragusa attraversò un periodo di ricostruzione in cui vennero anche scoperti giacimenti petroliferi presso Ragusa che sono tuttora sfruttati.

Con la costruzione di un lungo oleodotto che da Ragusa arriva a Priolo, questo petrolio viene raffinato tuttora presso le raffinerie del Polo Petrolchimico Siracusano.

Anche a Ragusa venne costruita una raffineria per la produzione di polietilene. Comunque sia la Provincia di Ragusa, invece di seguire le “orme” della limitrofa siracusana, ha deciso di puntare saggiamente su agricoltura, allevamento e turismo sin dal secondo dopoguerra (e su qualche impianto estrattivo di pietra asfaltica), anche se però la non industrializzazione ha fatto in modo che non vi fosse un vero e proprio sviluppo infrastrutturale.

Nonostante ciò il traffico veicolare era (ed è) garantito grazie all’asse viario formato dalla “Ragusa – Catania” (formata dalle SS 514 “di Chiaramonte” e dalla SS 194 Licodia – Lentini – Autostrada SR – CT) dalla  SS 115 Modica – Ragusa in cui sono poste grandiose opere infrastrutturali come gli alti viadotti ” Guerrieri” e “Irminio” (quest’ultimo noto anche come “Ponte Costanzo”), e dalla SS 194 Modica – Pozzallo (che si collega alla SS 115 Modica – Ragusa) con i collegamenti al porto commerciale della cittadina pozzallese.

 Come detto in precedenza, oggigiorno si sta finalmente costruendo il tronco autostradale della A 18 facendo in modo che la rete autostradale lambisca anche il territorio ragusano, e oltretutto è in progetto la Superstrada Catania – Ragusa che faciliterà l’accesso alla provincia iblea da chi proviene da altre aree della Sicilia e dell’Italia, assieme alla sempre più crescente importanza dell’Aeroporto di Comiso.

Quest’ultimo è stato costruito riadattando l’aeroporto militare “Vincenzo Magliocco” che negli anni 1980 ospitò una base NATO comprendente batterie di missili “Cruise” a testata nucleare, la cui collocazione provocò molti tumulti e movimenti di protesta presso la cittadina comisana e l’indignazione del giudice Pio La Torre (vittima della mafia nel 1982).

Ciononostante la situazione economica seguì le sorti del Sud Italia e vi fu comunque un lungo periodo di emigrazioni verso altre aree d’Italia e di Europa.

Va comunque detto che la Provincia di Ragusa ha avuto un numero relativamente minore di reati di mafia (anche se purtroppo le infiltrazioni mafiose non erano, e tuttora non sono esenti neanche in questa zona di Sicilia), facendo in modo di essere un’area piuttosto prospera dal punto di vista economico e imprenditoriale.

Oggigiorno la Provincia di Ragusa, nota dal 4 Agosto 2015 come “Libero Consorzio Comunale di Ragusa” in seguito alla riforma delle province prevista dalla Regione Siciliana, è considerata come l’area più “virtuosa” dell’intera Sicilia ed è oltretutto una zona che man mano si sta aprendo al turismo grazie ai riconoscimenti Unesco, ai prodotti tipici del territorio e alla bellezza delle aree di questa zona considerata come una delle più belle dell’intero Sud Italia.

Elenco delle città, delle feste e tradizioni, e dei prodotti tipici della Provincia di Ragusa

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