Il Siracusano

Il Siracusano

Mappa della Provincia di Siracusa


La mappa della Provincia di Siracusa (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali sulla Provincia di Siracusa

L’area corrispondente alla Provincia di Siracusa, ora nota come “Libero Consorzio Comunale di Siracusa” (in seguito alla riforma del 4 Agosto 2015) è ubicata presso l’estremità sudorientale della Sicilia essendone quindi l’area più a sud.

Essa confina a nord e con la Città Metropolitana – Ex Provincia di Catania, mentre ad ovest con il Libero Consorzio Comunale – Ex Provincia di Ragusa, mentre ad oriente risulta delimitata dal Mare Ionio.

I centri abitati della Provincia di Siracusa sono:

  • Siracusa – capoluogo di provincia (122304 abitanti);
  • Augusta (36482 abitanti);
  • Avola (31729 abitanti);
  • Lentini (24210 abitanti);
  • Noto (23799 abitanti);
  • Floridia (22655 abitanti);
  • Pachino (22217 abitanti);
  • Rosolini (21469 abitanti);
  • Carlentini (18049 abitanti);
  • Melilli (12897 abitanti);
  • Francofonte (12392 abitanti);
  • Priolo Gargallo (12189 abitanti);
  • Palazzolo Acreide (9061 abitanti);
  • Sortino (8986 abitanti);
  • Solarino (7503 abitanti);
  • Canicattini Bagni (7354 abitanti);
  • Portopalo di Capo Passero (3838 abitanti);
  • Ferla (2636 abitanti);
  • Buccheri (2182 abitanti);
  • Buscemi (1153 abitanti);
  • Cassaro (839 abitanti);
  • totale abitanti Provincia di Siracusa= 403985 abitanti.

Le principali fonti di economia dell’area sono: agricoltura, allevamento, pesca, industria petrolchimica – edilizia – alimentare, settore turistico – ricettivo.

I principali centri industriali sono Siracusa, Augusta, Melilli e Priolo Gargallo.

Il porto principale è quello di Augusta che svolge le funzioni di “Porto Commerciale”, mentre il principale scali ferroviari sono quelli di Siracusa e di Augusta.

Il principale porto peschereccio è quello di Portopalo di Capo Passero, seguito dagli scali portuali di Siracusa, Augusta, Marzamemi (Pachino) e da vari scali minori situati ad Avola, Brucoli (Augusta), Ognina (Siracusa) e Calabernardo (Noto).

La principale arteria viaria è la E45 Catania – Siracusa – Gela di tipo autostradaleche comprende  i tratti “NSA 339 Catania – Siracusa”, “SS 114 Augusta – Siracusa” e “A 18 Siracusa – Gela” (in esercizio fino a Rosolini) provvista di svincoli autostradali per (da nord verso sud) Lentini – Carlentini (SS 194 per Ragusa), Augusta – Villasmundo, Sortino, Melilli, Priolo Gargallo – Cava Sorciaro, Priolo Gargallo Sud, Siracusa Nord (Belvedere), Siracusa Sud (Floridia – Solarino), Canicattini Bagni (Palazzolo Acreide), Cassibile, Avola, Noto e Rosolini (Pachino e Provincia di Ragusa).

La rete ferroviaria principale (escludendo le tratte inattive “Siracusa – Ragusa – Vizzini” e “Noto – Pachino”) è rappresentata dalle tratte “Messina – Catania – Siracusa” (con fermate ferroviarie principali a Lentini, Augusta, Priolo Gargallo e Siracusa) e “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi” (con fermate principali a Siracusa, Fontane Bianche, Cassibile, Avola, Noto e Rosolini).

Gli aeroporti più vicini sono quelli di Catania (Aeroporto Fontanarossa – Vincenzo Bellini) e di Comiso (Aeroporto Pio La Torre).


Il centro urbano di Siracusa.


Il Porto di Augusta.


Il porticciolo di Marzamemi.

Il turismo è molto sviluppato e diffuso sia nel capoluogo Siracusa che in molti centri della sua provincia, di cui Noto e Palazzolo Acreide dal 2002 fanno parte dei Patrimoni dell’Umanità Unesco con la dicitura “Città Barocche del Val di Noto”.

Anche Siracusa e la Necropoli di Pantalica (posta tra i territori comunali di Sortino, Ferla e Cassaro) nel 2005 sono entrate a fare parte dei Patrimoni dell’Umanità Unesco.

Altre importanti località molto interessanti dal punto di vista turistico sono Augusta (e le sue frazioni marine di Brucoli e Agnone Bagni), Avola, Rosolini, Pachino (e la sua frazione Marzamemi), Melilli, Priolo Gargallo, Lentini e Carlentini, Francofonte Floridia, Solarino, Sortino (e la limitrofa Pantalica), Cassaro, Ferla, Buscemi, Buccheri e il centro di Portopalo di Capo Passero, posto nella punta più a sud dell’isola siciliana.

La provincia siracusana ha anche un alto numero di siti archeologici di cui i più noti sono quelli di Siracusa (Parco Archeologico Neapolis, Castello Eurialo, Mura Dionigiane, Catacombe di Siracusa), Akrai (Palazzolo Acreide), Leontinoi (Lentini e Carlentini), Megara Hyblaea (Augusta), Pantalica (Sortino), Noto Antica, Castelluccio ed Eloro (Noto), Casmene (Buscemi), Cava Lazzaro (Rosolini).

Oltre ad esse si aggiungono varie aree poco note sparse per tutto il territorio provinciale.

Da citare anche le aree naturalistiche come quelle di Cava Grande del Cassibile (nei territori di Avola, Noto, Siracusa), della Valle dell’Anapo (compresa nei territori di Buccheri, Buscemi, Palazzolo, Cassaro, Ferla, Sortino, Solarino, Floridia, Priolo e Siracusa), Vendicari (Noto), Ciane e Plemmirio (Siracusa), i Boschi di Buccheri e le aree umide delle Saline di Siracusa, Priolo, Augusta, Vendicari (Noto), Marzamemi e Pantano Longarini (Pachino) e il Biviere di Lentini.

I principali fiumi sono l’Anapo, il Tellaro, il San Leonardo, il Cassibile, l’Asinaro, il Marcellino (o Fiumara Grande) e il Mulinello.

Il principale lago è il Biviere di Lentini, a cui seguono le aree umide dei “Pantani di Vendicari” (Noto), dei “Pantani del Promontorio di Pachino” (Pachino – Portopalo di Capo Passero) e dei “Pantani Gelsari” (Agnone Bagni – Augusta).

Gran parte delle sopracitate aree faranno parte dell’area naturalistica nota come “Parco degli Iblei”.

Ogni centro della Provincia ha tradizioni popolari e religiose che vanno a formare varie festività sacre molto sentite e festeggiate in maniera vivace come ad esempio le feste patronali delle città della provincia siracusana.

Quelle più famose sono le Feste di Palazzolo Acreide (“San Paolo”, “San Sebastiano”, “Santa Maria Addolorata” e “San Michele Arcangelo”), le Feste di “Sant’Alfio” a Lentini, “San Sebastiano” di Melilli, “San Corrado Confalonieri” di Noto e ovviamente “Santa Lucia di Siracusa” (venerata anche in altri centri della provincia come ad esempio Carlentini).

Da citare anche le feste pasquali (“Settimane Sante” di Augusta, Avola, Noto, Ferla, Canicattini Bagni, Pachino, Melilli, Francofonte e u “Passiu Santu” di Buccheri) e le festività esterne di Augusta (“San Domenico”, “San Nicola di Bari” a Brucoli), Avola (“San Sebastiano” e “Santa Venera Martire”), Buccheri (“Sant’Antonio Abate”, “San Francesco di Paola”, “Santa Maria della Provvidenza”), Buscemi (“Madonna del Bosco”), Canicattini Bagni (“San Sebastiano”, “Maria Ausiliatrice”, “San Giovanni Battista” e “San Michele Arcangelo”), Cassaro (“Sant’Antonio Abate”, “San Sebastiano” e “San Giuseppe” a cadenza triennale), Ferla (“San Sebastiano”), Floridia (“Santa Maria Immacolata”), Francofonte (“San Sebastiano” e “Santa Maria della Neve”), Marzamemi (“San Francesco di Paola”), Pachino (“Santa Maria Assunta”), Portopalo di Capo Passero (“Santi Gaetano e Francesco di Paola”), Priolo Gargallo (“San Giuseppe Operaio” e “Angelo Custode”), Rosolini (“San Giuseppe”, “Croce Santa”, “San Luigi Gonzaga” e “Sacro Cuore di Gesù”), Solarino (“San Paolo”), Sortino (“Santa Sofia Martire”) e Villasmundo (“San Michele”).

Come altro tipo di tradizioni vi sono i Carnevali di Avola, Palazzolo Acreide e Melilli, i Palii ippici di San Giuseppe a Rosolini e dell’Ascensione a Floridia, il “Capodanno Estivo” di Fontane Bianche (che si tiene in concomitanza con la solennità della “Madonna Assunta” di Siracusa), la “Festa della Fragola” di Cassibile e il “MedFest” di Buccheri.


La Festa di San Paolo a Palazzolo.


La Festa di San Sebastiano a Melilli.


La Festa di San Corrado a Noto.

Il Carnevale di Avola.

Non indifferente la presenza di numerosi prodotti tipici e di varie specialità alimentari tipiche dei centri della Provincia di Siracusa di cui vanno citati il Pomodoro Ciliegino di Pachino, i vini Nero d’Avola, Moscati di Noto e Siracusa e l’Eloro di Pachino, il Limone Femminello di Siracusa, le Arance Rosse di Lentini e Francofonte, la Mandorla di Avola, la Fragola di Cassibile, le Carrube e il Cavolo Vecchio di Rosolini, l’Olio di Oliva dei Monti Iblei, le conserve ittiche di Marzamemi, i Salumi di Palazzolo Acreide, Buscemi e Buccheri, i Funghi e i Tartufi degli Iblei, il Pane di Lentini, il Pizzolo di Sortino solo per citare i prodotti più famosi.


Il Vino Nero d’Avola.


Il pomodoro Ciliegino di Pachino.


Il Pizzolo di Sortino.

Il Pane di Lentini.

Per saperne di più vedi le sottosezioni riguardanti i singoli centri oppure il soprastante menù a tendina cliccando nelle voci “Leggende e tradizioni popolari” e “Golosità e prodotti tipici”.

Storia della Provincia di Siracusa

La storia umana della Provincia di Siracusa si riflette in quella del capoluogo, sorto nel 734 a.C. ad opera di coloni greci provenienti dalla città di Corinto che, conquistando buona parte dei suoi territori limitrofi che erano abitati sin dal periodo preistorico.

I siti preistorici più noti del siracusano sono il “Dolmen Ciancio” di Avola e la “Grotta Lazzaro” di Rosolini, varie aree in cui sono stai rinvenuti ruderi megalitici nell’area iblea posta a cavallo tra le province di Siracusa e Ragusa (in particolare le aree di Noto, Rosolini e Avola).

A ciò si aggiunge il rinvenimento di fossili marini lungo le aree iblee e marine del siracusano, oltre al ritrovamento degli scheletri appartenenti ad esemplari di Elefanti Nani avvenuto presso la Contrada Spinagallo vicino Cassibile (Siracusa).

Il successivo periodo protostorico vide la presenza di popolazioni di origine sicana prima e sicula poi che dimorava in numerosi villaggi posti sui Monti Iblei, rilievi di natura vulcanica nati da eruzioni sottomarine avvenute milioni di anni fa

Le aree protostoriche più importanti erano quelle di Pantalica (Sortino), Cassibile (Siracusa), Stentinello (Siracusa), Favara (Sortino – Carlentini), Castelluccio (Noto), Finocchito (Noto), Monte Alveria (Noto), Cozzo Aguglia (Noto), Cava Lazzaro (Rosolini), Metapiccola (Lentini – Carlentini), Monte San Basilio – Castellana – Palazzelli (Lentini), Monte Aquilone (Avola), Thapsos (Priolo Gargallo), Monti Climiti (Priolo Gargallo – Melilli) e Monte Tauro (Augusta).

Di questi antichi centri abitati vi sono ancora i resti delle antiche costruzioni simili a capanne.


Le rovine di Castelluccio.

Questi villaggi sorgevano accanto a interessanti siti funerari formati da grotte o anfratti scavati nelle rocce che formavano varie necropoli.

Di esse le principali sono quelle di Pantalica, Cassibile, Castelluccio, Favara, Cava Lazzaro, Avola Antica, Città Giardino (Melilli), Rovettazzo (Solarino – Sortino), Cantera (Melilli), Marcellino (Melilli), Mulinello (Augusta – Melilli), Pineta (Palazzolo Acreide) oltre a vari siti rupestri funerari sparsi per la provincia.


La Necropoli di Pantalica.

Tornando a parlare dei Monti Iblei, va detto che questi rilievi sono divisi tra loro da numerose cave formatesi dallo scorrimento delle acque che fuoriuscivano (e fuoriescono tuttora) da sorgenti sotterranee che alimentano i principali fiumi della Provincia.

Le principali sono la Valle dell’Anapo comprendente anche il sito di Pantalica (posta nei territori comunali di Buccheri, Buscemi, Palazzolo, Cassaro, Ferla, Sortino, Solarino, Floridia e Siracusa) solcata dall’omonimo fiume, la Cava Grande del Fiume Cassibile (nei territori di Avola, Noto e Siracusa), la Cava Carosello in cui scorre il Fiume Asinaro (in territorio di Noto) posta in prossimità del sito di Noto Antica (vedi più sotto), la Valle del Tellaro in cui scorre l’omonimo fiume (tra i territori di Buscemi, Palazzolo, Noto, Rosolini e le aree ragusane di Modica e Ragusa), la Valle del Fiume San Leonardo (tra i territori di Buccheri, Francofonte, Carlentini e Lentini), la Cava Lazzaro, dei Servi, Paradiso e un breve tratto della Cava di Ispica (in territorio di Rosolini al confine con le aree ragusane di Ispica e Modica), e le Cave dei Fiumi Marcellino e Mulinello (tra i territori di Melilli e Augusta) oltre a varie cavità iblee sparse per la provincia.

Presso queste cave vi sono molte rovine archeologiche di varie epoche.


La Cava Grande del Cassibile.

Tra queste cave sono posti i maggiori rilievi dei Monti Iblei di cui il Monte Lauro (posto in territorio di Buccheri al confine con le aree di Giarratana e Vizzini) con i suoi 986 metri di altezza va a formare il rilievo più alto della Provincia di Siracusa.

Altri rilievi importanti sono il Monte Contessa, il Monte Erbesso, la Serra Casale (tra Buscemi e Buccheri), il Monte Santa Venera (Pedagaggi), il Monte Vignitti (Buscemi), Monte Pancali (Carlentini – Lentini), il Monte Carrubba (Carlentini – Sortino), il Monte Aita (Sortino), il Monte Aquilone, Monte d’Oro, Monte Sant’Elia, Monte Aquilone, Monte d’Oro, Serra Palazzo (Avola), il Cugno Punteruolo (Siracusa), il Monte Tauro (Augusta), il Monte Alveria, il Colle Meti, la Serra Vento, la Serra Vetrana, il Cozzo Aguglia (Noto) oltre a vari rilievi minori.

Con l’espansione greca in Sicilia, oltre a Siracusa nacquero le città di Leontinoi (Lentini – Carlentini), Megara Hyblaea (Augusta), Akrai (Palazzolo Acreide), Neas (Noto), Eloro (Noto), Casmene (Buscemi) oltre a vari insediamenti sparsi per tutto il suolo provinciale.

Di esse possiamo visitarne le rovine di cui, molte fanno parte di veri e propri parchi archeologici come quello della Neapolis di Siracusa (in cui vi sono le principali rovine greche cittadine come ad esempio il Teatro Greco e l’Orecchio di Dionisio) o delle Mura Dionigiane comprendente il Castello Eurialo (tra Siracusa e Belvedere), di Akrai (Palazzolo), di Megara Hyblaea (Augusta), di Leontinoi (Lentini) ecc…


Il Teatro Greco facente parte del Parco Archeologico della Neapolis di Siracusa.


I ruderi di Akrai a Palazzolo Acreide.


Le rovine di Leontinoi.


Le rovine di Megara Hyblaea.

In epoca romana queste aree furono abitate e vennero addirittura ingrandite grazie alla costruzione di edifici abitativi di un certo pregio architettonico (come ad esempio la Villa Romana del Tellaro a Noto) o a strutture sportive (come l’Anfiteatro posto nel Parco della Neapolis a Siracusa).


L’Anfiteatro Romano di Siracusa.

Non indifferente il numero di catacombe posto in territorio siracusano, in cui le principali sono poste all’interno di Siracusa (le principali sono quelle di San Giovanni, Vigna Cassia e Santa Lucia) mentre altri siti sepolcrali sono sparsi nei centri limitrofi (di essi vanno citate le Catacombe poste a ridosso di Priolo Gargallo).


La Chiesa di San Giovanni alle Catacombe di Siracusa.

Passato il periodo romano, arriva quello bizantino che vede la presenza di numerosi insediamenti rupestri comprendenti i cosiddetti “Dieri” con le loro gallerie scavate nella roccia, oratori cristiani e catacombe funerarie.

Tra le chiese rupestri citiamo il complesso delle Chiese Rupestri di Lentini di cui la più importante è quella del Crocifisso, le Chiese Rupestri di Pantalica (in territorio di Sortino), la Chiesa di Sant’Elia (Avola), la Basilica Platamone e l’Eremo di Croce Santa (Rosolini), la Chiesa di Bibbinello (Palazzolo), la Grotta di San Pietro (Buscemi), la Grotta di San Nicola (Buccheri), le “Grotte dei Santi” di Pianette e Castelluccio, l’Eremo di San Marco, (Noto) l’Eremo di San Corrado di Fuori (sempre in territorio netino) e moltissime altre chiese rupestri minori sparse per tutto il territorio provinciale.

Molte di queste chiese nella grotta hanno ancora tracce di antichi affreschi.


La Grotta dei Santi di Contrada Pianette vicino Noto.

Per quanto riguarda i “Dieri”, i più importanti di essi sono la Timpa Dieri di Villasmundo, i Dieri di Baulì in territorio di Noto e i Dieri di Cava Grande ad Avola.

Da citare anche gli insediamenti abitativi come i villaggi rupestri di Pantalica, le aree di Stafenna, Cava Lazzaro e di Sant’Alessandra in territorio rosolinese, e la “Grotta dei Briganti” presso la Cava Grande del Cassibile.

Inoltre vi erano veri e propri villaggi come quello di Giarranauti (Sortino – Ferla) e la Cittadella dei Maccari (Noto).

Successiva a quella bizantina è l’epoca araba in cui la Provincia di Siracusa fece parte del “Val di Noto”che, assieme alle altre aree note come “Val di Demone” e “Val di Mazara” formavano l’antica divisione politico – territoriale della Sicilia (durata quasi fino alla fine del 1700).

Nel frattempo le antiche città greche e romane stavano espandendosi (Siracusa, Lentini, Palazzolo) e alcuni insediamenti diedero vita a vere e proprie città (Avola, Buscemi, Buccheri, Cassaro, Ferla, Sortino).

In epoca medievale dopo l’anno 1000 la Sicilia passò a normanni, svevi, angioini e aragonesi in circa 300 anni. In questo periodo vennero fondate le città di Augusta, Melilli e Francofonte, e cominciarono a sorgere i primi centri abitati che avrebbero formato le future città di Floridia, Solarino, Canicattini, Carlentini, Pachino e Rosolini.


Il Castello Maniace di Siracusa.


Il Castello Svevo di Augusta.

Nei secoli 1400, 1500 e 1600 la Sicilia passò alla Spagna che ne fece di essa un Vicereame retto da Viceré che si alternavano per un certo periodo di anno.

In questo periodo le città si ingrandirono e vennero fortificate per il volere dell’imperatore Carlo V di Asburgo (re di Spagna e quindi anche di Sicilia) per proteggere la Sicilia dalle incursioni saracene che in quel periodo attaccavano le coste siciliane seminando morte e distruzione.

Su tutte vennero fortificate Siracusa, Augusta, Noto e venne creata la città fortificata di Carlentini.


La “Porta Spagnola” di Augusta.


Le fortificazioni di Carlentini.

Alla fine del 1600, precisamente l’11 Gennaio 1693, un gravissimo terremoto con epicentro nel Mare Ionio (di fronte alla città di Augusta) distrusse interamente la Sicilia sudorientale cancellando città, centri abitati e provocando un altissimo numero di morti.


Le rovine di Noto Antica, distrutta dal terremoto del 1693.


Il sito di Avola Antica dove era collocata l’antica città avolese distrutta nel 1693.

Dopo il terremoto partì immediatamente la ricostruzione ordinata da Giuseppe Lanza Duca di Camastra che riguardava anche la Provincia di Siracusa.

Vennero chiamati i più importanti ingegneri ed architetti siciliani come Angelo Italia, Rosario Gagliardi, Vincenzo Sinatra, Francesco Paolo Labisi, Pompeo Picherali, Luciano Alì ecc… che si misero subito all’opera ridisegnando le nuove città sotto forme barocche. 

Alcuni centri vennero costruiti in altri siti come Noto, Avola e Sortino (i vecchi siti abitativi quali Noto Antica, Avola Antica e Sortino Diruta sono diventati aree archeologiche) mentre tutte le altre città della provincia vennero ricostruite nei pressi del sito originario.

Per tutto il 1700 la Sicilia sudorientale era un cantiere aperto che però presentava nuove e funzionali centri abitati con piani regolatori formati da strade ortogonali che formavano strutture a “griglia”.

Di essi vanno citati i nuovi centri di Avola a pianta esagonale disegnato dall’architetto Angelo Italia, la nuova Noto posta sul Colle Meti, Sortino sul Colle Aita, e infine Carlentini e Augusta ricostruite sul proprio sito originario con struttura ortogonale.

Altre città ricostruite sui siti originari con strutture miste derivate dalla conformazione montana.


Il centro esagonale di Avola.


La Chiesa di San Domenico a Noto.

La Cattedrale di Siracusa.


La Chiesa di San Sebastiano a Ferla.


La Chiesa Madre di Sortino.

Dopo la ricostruzione settecentesca e vari eventi storici, nel 1800 la Sicilia passò poi sotto il Regno delle Due Sicilie retto dai Borbone di Napoli venendo suddivisa in province.

La zona sudorientale della Sicilia appartenne a Siracusa andando a comprendere anche l’area del ragusano; il 9 Dicembre 1820 nacque ufficialmente la Provincia di Siracusa.

Nell’estate del 1837 per alcuni tumulti tenutisi a Siracusa, il capoluogo di provincia venne spostato a Noto, che divenne anche sede dell’omonima Diocesi a partire dal 1844.

Dopo l’Unità d’Italia nel 1865 il capoluogo della provincia tornò ad essere Siracusa mentre Noto e Modica divennero “Capoluogo di Circondario” come la stessa città aretusea.

Il Circondario di Siracusa comprendeva al suo interno i centri abitati di Augusta, Melilli, Floridia, Solarino, Sortino, Canicattini Bagni, Carlentini, Lentini e Francofonte; il Circondario di Noto comprendeva al suo interno i centri abitati di Avola, Pachino, Portopalo di Capo Passero, Rosolini, Palazzolo Acreide, Cassaro, Ferla, Buscemi e Buccheri; il Circondario di Modica (comprendeva al suo interno gli attuali centri abitati che tuttora appartengono all’attuale Provincia di Ragusa.

Nel frattempo nacquero molti insediamenti urbani di cui vanno citati Priolo, Cassibile e Villasmundo, oltre a vari centri costieri come Calabernardo e Portopalo di Capo Passero.


La Porta Reale a Noto.

Agli inizi del 1900 la Provincia di Siracusa subì alcune ripercussioni molto notevoli in seguito alla I guerra mondiale e all’inizio della dittatura fascista.

Il 2 Gennaio 1927, in seguito al decreto redatto dal politico ragusano Filippo Pennavaria, nacque ufficialmente la Provincia di Ragusa, che vide i 12 comuni del Circondario di Modica staccati alla provincia siracusana.

Durante la II guerra mondiale la Provincia di Siracusa fu protagonista dello sbarco americano in Sicilia, che culminò con l’Armistizio di Cassibile il 3 Settembre 1943. La zona venne rovinata dai bombardamenti e vi furono molte vittime.

In questi anni comunque si sviluppò lo stile architettonico “Liberty” fiorente presso tutti i centri della provincia, con picchi di eccellenza a Canicattini Bagni, Avola, Augusta, Palazzolo Acreide e nella stessa Siracusa.

Piazza Quattro Canti a Priolo Gargallo.

Dopo il secondo dopoguerra avvenne la ricostruzione dei centri abitati e partì il piano industriale che vide la collocazione di un vasto impianto petrolchimico nella costa a nord di Siracusa, noto come “Petrolchimico Siracusano” che fece in modo di ampliare le capacità economiche provinciali, ma a caro prezzo visto che gli impianti erano (e sono) parecchio inquinanti.

Comunque sia negli anni 70 nacquero ufficialmente i nuovi comuni di Portopalo di Capo Passero (1975) e Priolo Gargallo (1979), ex frazioni di Pachino e Siracusa.


Il Petrolchimico Siracusano.

Alla fine del 1900 avvenne negli anni 1990 il cosiddetto “Terremoto di Santa Lucia” che la notte del 13 Dicembre 1990 portò distruzione nella provincia provocando anche vittime nell’area settentrionale del siracusano.

Seppur non sia stato grave come quello dell’11 Gennaio 1693, questo terremoto danneggiò molti edifici storici che sono ancora in fase di restauro.

Negli anni 2000 la Provincia di Siracusa è entrata nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco per ben due volte prima nel 2002 quando vennero elevate a “Patrimonio Unesco” le città barocche del Val di Noto (di cui fanno parte i comuni di Noto e Palazzolo Acreide, oltre a quelli ragusani di Modica, Scicli, Ragusa e quelli catanesi di Catania, Militello e Caltagirone) e nel 2005 quando nei beni Unesco entrarono a far parte la stessa città di Siracusa e la Necropoli di Pantalica di Sortino.


Il Barocco di Noto divenuto Patrimonio Unesco nel 2002.


La Chiesa di San Paolo di Palazzolo Acreide, Patrimonio Unesco dal 2002.


L’isola di Ortigia presso cui vi è ubicato il centro storico di Siracusa, Patrimonio Unesco dal 2005.


La Necropoli di Pantalica, Patrimonio Unesco dal 2005.

Sono state inoltre create diverse riserve naturali come quelle marine di Vendicari (Noto) e del Plemmirio (Siracusa) nonché quelle naturali di Pantalica e della Valle dell’Anapo (Sortino – Cassaro – Ferla – Buscemi – Palazzolo), della Cavagrande del Cassibile (Avola – Siracusa – Noto), del Fiume Ciane (Siracusa), del Biviere di Lentini (Lentini) e delle Saline di Priolo (Priolo Gargallo).


I Laghetti di Cavagrande del Cassibile.


La scogliera del Plemmirio.


I Pantani di Vendicari.


Il Fiume Ciane.


Il Biviere di Lentini.

Dal 4 Agosto 2015 la Provincia di Siracusa diventa “Libero Consorzio Comunale” in seguito al decreto in cui vengono abolite “Province Regionali” siciliane,  continuando ad avere i confini già delimitati e i comuni appena citati al suo interno.

Elenco delle città, delle feste e tradizioni, e dei prodotti tipici della Provincia di Siracusa

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