Punta Secca

Punta Secca

Mappa di Punta Secca


Mappa di Punta Secca (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni generali e storici su Punta Secca


Punta Secca, la località marina principale del territorio di Santa Croce Camerina.

Punta Secca (localmente nota come “Punta Sicca” ) è la principale frazione extraurbana di Santa Croce Camerina, posta a circa 6 chilometri a sud dal centro abitato santacrocese; il suo nome è dovuto probabilmente alla presenza della limitrofa scogliera di Capo Scalambri attorno alla quale è sorto il centro abitato, oppure per una scogliera sottomarina (chiamate localmente “A Sicca” ) posta nello specchio marino antistante la frazione santacrocese. Essa è raggiungibile da Santa Croce Camerina (e quindi da Ragusa tramite la S.P. 60 che si collega all’importante arteria viaria SS 115 Ragusa – Modica) tramite la S.P. 35 Santa Croce Camerina – Punta Secca, mentre dai limitrofi centri posti nei territori vicini di Vittoria e Ragusa (in particolare Scoglitti e Marina di Ragusa) lo è tramite rispettivamente grazie alle S.P. 85 Scoglitti – Santa Croce Camerina (dirigendoci verso le località di Punta Braccetto e Punta Secca imboccando la S.R. 25), e S.P. 88 Punta Secca – Marina di Ragusa (che attraversa anche la località limitrofa di Casuzze).


Il centro abitato di Punta Secca dominato dal suo faro.

Punta Secca si presenta come un piccolo ma animato borgo marinaro abbarbicato sulla scogliera di Capo Scalambri (o Scaramia) li dove venne edificata la “Torre Scalambri”, noto per essere sede di alcune riprese del telefilm “Il Commissario Montalbano” in cui è ambientata la località immaginaria nota come “Marinella” in cui l’omonimo commissario abita. Infatti qui a Punta Secca è posta la cosiddetta “Casa di Montalbano” ossia l’edificio che, nel sopracitato telefilm, funge da abitazione del protagonista della serie, che è divenuta uno dei luoghi più visitati del ragusano (e volendo anche della Sicilia). Punta Secca deve la sua notorietà proprio a questo telefilm, girato in gran parte della Provincia di Ragusa, nota per la presenza dei cosiddetti “Luoghi di Montalbano” ossia le località in cui si effettuano le riprese di questa serie televisiva ispirata dagli omonimi romanzi dello scrittore empedoclino Andrea Camilleri, che appunto fungono da forte richiamo turistico; e Punta Secca tra essi ne è uno dei principali.


La “Casa di Montalbano”.


La Torre Scalambri di Punta Secca.

Ma Punta Secca non è nota esclusivamente per la presenza della “Casa di Montalbano” in quanto questa località marinara ha una storia piuttosto antica legata alla presenza dei limitrofi insediamenti di Kamarina e Kaukana nonché della Torre Scalambri. Oltre ad essere una località marina molto rinomata per la presenza di ampie spiagge che sono state insignite della “Bandiera Verde” in quanto molto sicure per i bambini e i minori in generale, Punta Secca è nota anche per la presenza della sua piccola ma importante peschereccia ormeggiata presso il porto, collocato a poca distanza dai vicini “belvedere” e Lungomare Amerigo Vespucci. Punta Secca è anche limitrofa ad altre importanti località balneari come Casuzze, Punta Braccetto (in territorio santacrocese), Cava Randello, Scoglitti e Marina di Ragusa, ed è posta in prossimità di interessanti siti archeologici come quelli di “San Nicola” e “Torre di Mezzo” (posti all’interno dell’area appartenente a Punta Secca), oltre a quelli più noti (e poco distanti) di Kaukana e Kamarina.


Il Porto peschereccio di Punta Secca.


La scogliera di Capo Scalambri.


La spiaggia di Punta Secca.

Le origini di Punta Secca si devono comunque alla presenza dei limitrofi centri abitati di origine greca noti appunto come “Kamarina” e “Kaukana”, posti rispettivamente a nord e a sud dell’attuale centro abitato sorto attorno alla scogliera di Capo Scalambri, in cui in quell’epoca vi era collocato un approdo marittimo peschereccio – commerciale, e ciò lo si deduce dalla presenza di alcuni relitti rinvenuti al largo della costa di Punta Secca, in particolare presso l’area di Punta San Nicola (poco più a nord della località balneare di Santa Croce Camerina). Con molta probabilità l’area, facente parte dell’insieme di villaggi limitrofi noti come “Kaukanae” che fanno capo al corrispettivo insediamento marittimo le cui rovine sono poste nella vicina Caucana presso il Lungomare delle Anticaglie, però era popolata sin dall’età neolitica data la presenza nelle contrade limitrofe di vari siti di epoca neolitica, in particolare presso l’area nota come “Torre di Mezzo” (posta poco più a nord di Punta Secca) in cui vi sono le rovine di insediamenti riconducibili al periodo che va dal XIX al XIV secolo a.C. Nel 827 in seguito alla conquista araba della Sicilia, gli insediamenti di Kaukana e Kamarina vennero distrutti dall’esercito saraceno guidato da Asad ibn al – Furat e l’area venne chiama “Ayn al Qasab” ossia “Fonte delle Canne”, da cui deriverebbe il toponimo “Ras al Karam” indicante la presenza di un golfo, delimitato dal litorale dell’area che un tempo comprendeva un folto bosco. Durante il periodo arabo, questa zona divenne la sede di un vasto feudo che. Dopo la conquista normanna della Sicilia, avvenuta nel 1061, il toponimo venne latinizzato in “Rosacambra” (o “Risgalambro”) divenendo parte del vasto feudo di Santa Croce, che nel 1090 appartenne alla Contea di Ragusa, retta dal Conte Goffredo I d’Altavilla. Va anche detto che l’allora sovrano di Sicilia Ruggero I d’Altavilla, si imbarcò verso Malta in seguito alla campagna che prevedeva la conquista dell’isola maltese dall’approdo di Rosacambra (molto probabilmente l’antico porto di Kaukana)L’attuale Punta Secca era allora nota come “Feudo di Rosacambra” facente parte di quello più grande detto di “Santa Croce”, retto nel 1140 dal Monastero di Santa Maria la Latina prima, e dal 30 Aprile 1470 dalla famiglia modicana dei Celestri (dopo esser dato in affitto per determinati periodi di tempo a varie famiglie nobili locali). Il grande feudo venne diviso in due parti il 23 Dicembre 1580 in cui i nobili Giovan Battista II Celestri e Giovanni Cosimo Bellomo arrivarono ad un accordo da quale il Feudo di Santa Croce (limitrofo all’attuale centro abitato di Santa Croce Camerina) apparteneva ai Celestri, mentre quello di Rosacambra (limitrofo alla località di Punta Secca e comprendente buona parte del territorio marino di Santa Croce Camerina) andò alla famiglia Bellomo. Il feudo passò poi interamente alla famiglia Celestri. Inoltre in questo periodo collocato tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600 venne edificata la “Torre Scalambri”, costruita nel 1594 per volere di Giovanni Cosimo Bellomo (proprietario del Feudo di Rosacambra) facente capo ad una fortezza militare che serviva a contrastare gli attacchi dei saraceni (che a quel tempo tentavano nuovamente di invadere la Sicilia), comprendendo i magazzini del limitrofo approdo portuale; ad essa si aggiunse la “Torre di Mezzo”, avente funzioni affini alla “Torre Scalambri”, costruita nel 1602 poco più a nord (inoltre nel 1607 venne costruita la “Torre Vigliena” presso la limitrofa località di Punta Braccetto, collocata a nord di Punta Secca). Inoltre il 28 Gennaio 1599, in seguito alla licenza “Licentia Habitandi et Rehedificandi” richiesta dal Marchese Giovan Battista Celestri II al re di Spagna Filippo III, nacque il centro abitato di “Santa Croce”, che andò a comprendere anche la località attuale di Punta Secca. In seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 Punta Secca subì gravi danni, che ne comportarono la totale ricostruzione; infatti nel 1766 vennero ricostruiti i magazzini portuali che servivano per lo smistamento del pescato in quanto questo porto svolgeva e svolge tuttora funzioni pescherecce, mentre un anno dopo venne costruita la Chiesa di San Francesco di Paola e Santa Maria di Porto Salvo. La famiglia Arezzi qui costruì anche un piccolo palazzo residenziale. Nel 1859 venne inoltre costruito il Faro marittimo di Punta Secca, il più importante dell’attuale Provincia di Ragusa. Per tutto il 1800 e per gran parte della prima metà del 1900 la frazione di Punta Secca basò la propria economia sul pescato e l’agricoltura. Nel periodo della I guerra mondiale si deve la presenza di un “eremita” che viveva in una grotta marina posta a nord di Punta Secca, e che venne ritenuto dalla gente del posto una spia al soldo dell’esercito austroungarico. Ciò ispirò il regista e scrittore santacrocese Lucio Mandarà che scrisse il romanzo noto come “Una Grotta per Ernesto” che narra le avventure della Ernesto Terdich, una spia inviata dall’esercito austroungarico in missione in Sicilia che si rifugiò proprio all’interno di questa cavità, la quale divenne appunto nota come “Grotta di Ernesto”. Nel periodo della II guerra mondiale, anche se l’area non era direttamente interessata alle operazioni di sbarco avvenute nel 1943 in seguito all’Operazione Husky (nome in codice dello sbarco dell’esercito angloamericano in Sicilia), la frazione di Punta Secca subì danneggiamenti in seguito ad azioni di bombardamento che interessavano gran parte del litorale siciliano. Dopo il secondo conflitto mondiale la località di Punta Secca cominciò a divenire sempre più una località di tipo balneare che cominciava ad animarsi nel periodo estivo, e ciò comportò l’ampliamento del “centro abitato” composto da villette residenziali, con il conseguente adeguamento degli edifici preesistenti utilizzati a scopo residenziale prima e turistico poi; uno di questi è la cosiddetta “Casa di Montalbano” posta a poca distanza dal porto della frazione santacrocese, che un tempo fungeva da piccolo stabilimento per la lavorazione del pesce. Ovviamente l’economia continua ancora a basarsi sull’agricoltura (affiancata dalla serricoltura) e dall’allevamento.

Oggi Punta Secca è una delle più rinomate località balneari della Provincia di Ragusa ed è tra le più note della Sicilia sudorientale venendo visitata da moltissimi turisti che, oltre che per la già citata “Casa di Montalbano” e per il Faro, la Torre Scalambri, la Chiesa di San Francesco di Paola e Santa Maria di Porto Salvo e il limitrofo porticciolo (a cui si è aggiunta una piazzetta – belvedere), apprezzano la presenza di spiagge pulite (così come lo sono i poco profondi fondali) dominate da incontaminate scogliere, poste a poca distanza da interessanti siti balneari ed archeologici.

Sottosezioni

I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

Feste, tradizioni ed eventi di Punta Secca

Estate Kamarinense
(Santa Croce Camerina – Punta Secca – Casuzze e Caucana – Punta Braccetto)

L’Estate Kamarinense è il contenitore di spettacoli (musicali, teatrali, cabarettistici ecc…), rassegne culturali, sagre di prodotti tipici ed eventi sportivi che si tengono in estate a Santa Croce Camerina, Punta Secca, Casuzze e Caucana e infine a Punta Braccetto, organizzati dal Comune di Santa Croce Camerina, da varie associazioni locali e da attività commerciali.

Presso queste località (in maniera particolare Punta Secca) si tengono i sopracitati eventi che ne animano la stagione balneare, andando ad allietare i residenti, i turisti e i villeggianti. 

Oltremente Festival

È la rassegna di musica jazz che viene organizzata tra Luglio e Agosto presso le località marine di Punta Secca, Caucana e Scoglitti (frazione di Vittoria) dall’associazione culturale “Quattroetrentatre”, comprendente vari concerti di musica jazz e contemporanea in generale oltre a vari laboratori musicali; per saperne di più visita il sito web www.quattroetrentatre.it

Per saperne di più su prodotti tipici e artigianato visualizzate la pagina principale di Santa Croce Camerina.

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