Rosolini, Castello Platamone e Basilica Rupestre Bizantina

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Rosolini

Castello Platamone e Basilica Rupestre Bizantina
(Ex Palazzo Platamone – Moncada e Oratorio Rupestre di epoca bizantina – Museo dell’Olio – Sito dell’Ex Chiesa della Madonna Immacolata)

Presso l’estrema area orientale del centro storico di Rosolini, è posto il “Castello Platamone”, il più antico edificio in cui è racchiusa gran parte della storia cittadina.

Esso è ubicato presso la discesa di Via Immacolata, che possiamo raggiungere dal centro storico tramite il Corso Savoia percorrendo Via Platamone, Via Monreale o la scalinata di Via Paternò.

L’area la possiamo raggiungere anche dal “Viale Paolo Orsi” (tratto urbano della SS 115 per Ispica) a sud della rotatoria per la S.P. 26 “Rosolini – Pachino” (che conduce all’imbocco autostradale della A 18), seguendo le indicazioni per l’Oleificio “Nobile”.


L’edificio noto come “Castello Platamone” posto nella zona più antica del centro storico rosolinese.

Il palazzo era l’antica dimora della famiglia Platamone, primi feudatari delle terre rosolinesi.

La costruzione dell’edificio risalirebbe però in epoca medievale, più precisamente al secolo 1300 (anno 1330?) quando la famiglia De Girgia ossia i primi veri e propri feudatari del territorio rosolinese costruirono la loro dimora che corrisponderebbe all’attuale “Castello Platamone”.

I dati più certi su questo edificio però coincidono con il periodo in cui il territorio rosolinese (appartenente alla città di Noto) divenne di proprietà della famiglia Platamone che acquisì il feudo metà del secolo 1400 in seguito al matrimonio tra Margherita De Podio e il nobile Antonio Platamone. 

L’attuale edificio venne edificato nel secolo 1600 fungendo da vera e propria “residenza fortificata, nel periodo in cui la famiglia Platamone intendeva rendere il feudo indipendente da Noto in modo da costruirvi un centro abitato.

Ciò avverrà avverrà l’1 Agosto 1712 grazie alla “Licentia Populandi” rilasciata dall’allora Sovrano di Sicilia Re Filippo V di Borbone a Don Antonio Platamone, i cui eredi furono la sua unica figlia Eleonora, principessa di Rosolini e suo marito Don Francesco Cirino Moncada.

L’edificio per cui sarebbe stato edificato nel 1600 adeguando il vecchio edificio feudale trecentesco costruito in prossimità di un’area rupestre di epoca bizantina contraddistinta dalla presenza di un oratorio scavato nella roccia, che venne consacrato alla “Madonna del Buon Consiglio”.

La costruzione, appartenuta alle prime famiglie feudatarie del feudo rosolinese (De Girgia, De Apello e De Podio) e di conseguenza ampliata dalla famiglia Platamone, venne certamente restaurata durante il periodo posteriore al terremoto dell’11 Gennaio 1693 assieme alle limitrofe case feudali.

Il palazzo divenne quindi residenza del ramo rosolinese della famiglia Platamone – Moncada di Larderia che detenne la feudalità di Rosolini fino all’anno 1812, in cui venne abolito il feudalesimo dall’allora Regno delle due Sicilie.

In adiacenza del palazzo era posta la Chiesa della Madonna Immacolata, oggi non più esistente.

Il palazzo feudale era circondato dagli edifici a cui appartenevano al primo nucleo abitativo cittadino noto come “Corte” ubicato presso l’area a sudest di Piazza Garibaldi solcata dalla sopracitata Via Immacolata, che andava a comprendente anche le aree di Via Sipione e di Piazza del Crocifisso, laddove era ubicata la prima chiesa feudale del “Santissimo Sacramento” consacrata alla “Croce Santa di Rosolini” (ora divenuta l’attuale Chiesa del Santissimo Crocifisso).

Di questo edificio chiamato dai rosolinesi “U Castieddu” (“Il Castello”) oggi resta ben poco.

Dopo l’abbandono dell’edificio avvenuto in seguito all’estinzione del ramo rosolinese dei Moncada, esso rimase abbandonato.

Ala fine del 1800, l’edificio venne studiato dall’ingegnere e archeologo catanese Carmelo Sciuto – Patti, che tra l’altro fu il primo ad esaminare in maniera approfondita la basilica rupestre posta all’interno del palazzo feudale; altri studi vennero eseguiti dall’archeologo roveretano Paolo Orsi.

Ciò che resta del Castello Platamone divenne sede di un palmento per la lavorazione delle olive da olio, acquisito poi dalla famiglia Nobile che qui vi fondò il suddetto oleificio (per saperne di più visita il sito www.aziendanobile.com).

Passiamo alla descrizione del Castello Platamone.

L’ingresso dell’edificio è posto tra le Vie Immacolata e Pachinello, ed è contraddistinto da un portico arcuato delimitato in alto a sinistra da una nicchia campanaria settecentesca di forma arcuata, che si presenta sormontata al centro da una Croce di pietra, oltre ad essere delimitata da due pilastrini al cui termine sono posti altrettanti pinnacoli a “pigna”.

A poca distanza dal Castello Platamone possiamo comunque ammirare le rovine dell’antico borgo feudale poste tra le Vie Pachinello, Immacolata, Micieli, Controscieri e Consiglio

Qui possiamo ammirare ciò che resta delle vecchie abitazioni del feudo rosolinese, tra cui l’edificio in Via Consiglio in cui è posta la statuetta della “Madonna del Buon Consiglio” posta sulla parete di uno dei vecchi edifici feudali (si tratterebbe dell’antica sede della cosiddetta “Universitas” di Rosolini, paragonabile all’attuale “Municipio”).

All’interno del Castello Platamone, oggi sede del palmento della famiglia Nobile, possiamo ammirare il cortile interno e ciò che resta dell’antico edificio feudale.

Da qui accediamo alle rovine di una piccola ma interessante Basilica rupestre di epoca bizantina interamente scavata nella roccia che venne studiata dagli archeologi Carmelo Sciuto – Patti e Paolo Orsi.

Il cortile interno del Castello Platamone.

Dopo vari studi effettuati anche da altri studiosi locali, si può dire che la cosiddetta “Basilica” scavata nella roccia andava a comprendere un “santuario rupestre” che fungeva anche da catacomba, diviso da tre “navate” delimitate da arcate ricavate all’interno del costone roccioso.

All’interno di essa vi sono tracce di altari, nicchie votive – funerarie ad arcosolio e dell’Abside.

Al termine della navata sinistra vi sono i resti di una tomba paleocristiana “a baldacchino” di cui restano i basamenti e parte delle colonne.

Con molta probabilità questa grotta corrisponderebbe alla “Grotta della Croce” che gli arabi chiamarono “Rus Salib’Ni” (o “Garu As Salibin”) durante il periodo alto medioevale corrispondente alla conquista islamica della Sicilia, termine da cui deriva l’attuale toponimo “Rosolini”.

Questa Basilica svolse infine funzione di Cappella del Castello Platamone ed era consacrata appunto alla “Madonna del Buon Consiglio”, ospitando in seguito una stalla e un magazzino rupestre.

Oggi essa svolge il ruolo di “Museo dell’Olio”, all’interno della quale possiamo ammirare vari arnesi antichi utilizzati per la lavorazione delle olive al fine di ottenerne l’olio extravergine oggi prodotto con metodi moderni presso l’adiacente stabilimento oleario.


Foto interne della Basilica Rupestre del Castello Platamone.


L’Abside della Basilica.


La Catacomba rupestre della Basilica del Castello Platamone.

A nordovest del Castello Platamone tra le Vie Immacolata e Paternò, era posta la Chiesa della Madonna Immacolata attigua al palazzo appartenente alla famiglia Platamone – Moncada.

L’edificio era consacrato alla prima “Patrona” di Rosolini che mantenne il medesimo ruolo fino al 1754, anno in cui “San Luigi Gonzaga” venne proclamato “Patrono” dell’attuale cittadina rosolinese.

All’interno di questo edificio sacro era posta la prima statua settecentesca raffigurante la “Madonna Immacolata” di cui ora non si conosce la precisa ubicazione, ma che all’epoca venne donata alla Chiesa del Santissimo Sacramento (attuale Chiesa del Santissimo Crocifisso) dai principi Platamone – Moncada.

In seguito al rimaneggiamento dell’edificio, la chiesa venne demolita nel 1985 e al suo posto troviamo un edificio abitativo in stile moderno.

La chiesa aveva una semplice facciata provvista di un portale, sormontato da una finestra; l’interno era ad unica Navata e comprendeva una cripta sepolcrale.

Per informazioni più dettagliate sulla Basilica Platamone visitate il sito www.oleificionobile.com.

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