Siracusa, Festa di San Sebastiano

Siracusa

Festa di San Sebastiano

La festa consacrata a “San Sebastiano”, Compatrono e Protettore della città di Siracusa, è la prima festività sacra che si celebra nella città aretusea. Essa si tiene il 20 Gennaio di ogni anno presso il centro storico di Ortigia, in cui risiede un gran numero di devoti al “Santo Martire” di origine milanese il cui culto in Sicilia orientale risale al 1414, anno in cui venne ritrovata la statua di “San Sebastiano di Melilli”. Questa bella festività invernale è animata dalla “Confraternita dei Portuali di San Sebastiano”, ossia dei discendenti dei “Portuali di Siracusa” che per tradizione sono molto devoti al “Bimartire”, che è venerato anche da molti siracusani (assieme a “Santa Lucia”) e da gran parte della provincia siracusana (specialmente presso Melilli, che è il vero e proprio centro del culto siciliano a “San Sebastiano”).

Storia di “San Sebastiano”

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Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani intorno al 256 d.C. Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei Classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora. Sebastiano, cresciuto con la dottrina cristiana non ebbe scelta, per diventare qualcuno doveva studiare le presunte “gesta” di dei pagani il cui culto stava man mano scemando poiché nessuno si beveva più che ogni cosa (il sole, l’acqua, la terra ecc..) avesse un proprio dio bizzoso che voleva essere venerato con inutili privazioni di denaro e assurdi sacrifici (di animali). Anche il culto sull’Imperatore di Roma stava scemando a favore del Culto Cristiano in cui si venera “Cristo”, la sua “Famiglia” e tutti i “Martiri” morti sotto le persecuzioni romane (tra cui molti Santi che hanno calcato il suolo aretuseo come “San Paolo”, “Santa Venera”, i “Santi Alfio Cirino e Filadelfo”; e addirittura Santi originari del siracusano come “Santa Lucia”, “Santa Sofia” e “San Marziano”); così l’Imperatore di allora, Diocleziano, ordinò che tutti i Cristiani venissero torturati ed uccisi in modo che il Cristianesimo svanisse facendo spaventare chiunque volesse seguire la “Religione infedele all’Imperatore di Roma”.

A Sebastiano non importava e andò a Roma sia per fare la carriera militare, sia per “Aiutare i Cattolici romani a continuare a perseguire la loro fede”. L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia, Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto; così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”. Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i Cristiani”, ma lui, all’insaputa dell’Imperatore, aiutò moralmente molti Cristani durante la prigionia e fece scagionare tanti di essi salvandoli dal martirio.

Dopo i primi miracoli (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai Cristiani, incominciò a predicare il Cristianesimo davanti a tutti senza paura di essere arrestato e torturato. Un tirapiedi dell’Imperatore lo spiò e andò a riferire a Diocleziano quanto visto. L’Imperatore non volle credere che il suo allievo prediletto fosse uno “Sporco Cristiano” (così venivano chiamati dai Romani coloro che credevano in “Cristo”) e lo fece chiamare. Diocleziano allora chiese a Sebastiano se era vero quanto detto sul suo conto. Il giovane rispose di si, e che fin dalla nascita era stato educato col “Cristianesimo” e che era ormai stanco di queste assurde persecuzioni contro gente civile che dovrebbe “Amarsi come è stata amata da Gesù” e no ammazzarsi a vicenda. Diocleziano andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco nel “Colle Palatino”, venne legato ad un albero e trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) che lo lasciarono in un primo momento esanime. Ma alcuni suoi proseliti si accorsero poi che “Sebastiano non era morto” poiché “Gesù Cristo lo aveva protetto dalle frecce”. Così, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), presero il giovane e lo curarono fino a quando non guarì.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro” , Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>. L’Imperatore sentito quanto detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte. Sebastiano venne frustato ininterrottamente finché per le ferite e per il dolore perse i sensi cadendo esanime. Non contento delle torture inflitte al giovane, Diocleziano lo fece strangolare e annegare finché Sebastiano morì definitivamente. Era il 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” (nel frattempo venne canonizzato dal Papa di allora) apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”. Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà; dopo alcuni anni scesero i Barbari (Ostrogoti, Vandali ecc..) e, dopo aver causato numerosi danni alle città dell’Impero,costrinsero Diocleziano a ritirarsi a Spalato dove morì di morte naturale ma tra sofferenze atroci; dopo di lui venne un nuovo grande Imperatore, Costantino il Grande, che abolì il paganesimo e fece divenire il Cristianesimo “Unica religione dell’Impero Romano”. Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano”; lì riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

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Le origini del culto siracusano a “San Sebastiano”

Il culto dei siracusani verso “San Sebastiano” è di epoca quattrocentesca e risale al ritrovamento del miracoloso Simulacro di “San Sebastiano di Meililli” presso la Penisola Magnisi (posta nei pressi di Priolo Gargallo) avvenuto nel 1414. I fedeli siracusani tentarono di portare così la statua nella loro città, ma non vi riuscirono poiché si fece pesante e immobile, mentre i melillesi non ebbero problemi e lo portarono nella loro città poiché “San Sebastiano aveva scelto Melilli”. I siracusani comunque cominciarono a venerare il “Santo Melillese” e a presenziare alle prime feste a Lui consacrate. Nel 1449 nella città di Siracusa e in alcune città vicine si diffuse una gravissima epidemia di peste che uccise gran parte della popolazione aretusea. L’allora Arcivescovo Paolo Santafede, oltre a fornire una notevole mole di aiuto agli appestati, li consacrò tutti a “San Sebastiano”. Tutti coloro che furono consacrati al “Bimartire” sanarono dalla peste e da allora Egli venne proclamato “Compatrono e Protettore” di Siracusa. Col tempo venne fatto un Simulacro argenteo (oggi esposto nel Tesoro del Duomo di Siracusa) ed una chiesetta detta di “San Sebastianello” posta accanto all’attuale Palazzo Municipale di Siracusa. Nei primi anni del 1600 i discendenti di coloro che videro lo sbarco del Simulacro del “Santo” fondarono la “Confraternita (o “Fratellanza”) dei Portuali di San Sebastiano” (poiché lavoravano da generazioni nel porto della città siracusana) che organizzarono da sempre la festa e le celebrazioni in onore del “Santo” da loro venerato. Col terremoto dell’11 Gennaio 1693 la Chiesa di San Sebastianello crollò e venne ricostruita, con un nuovo simulacro (quello che tuttora è venerato dai siracusani) che restò in questo luogo sacro fino alla demolizione avvenuta nei primi anni del 900. Da allora esso venne traslato nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia, in cui è tuttora venerato e da cui esce tuttora in Processione per le vie del centro storico siracusano. Va anche detto che la Confraternita fece erigere nei pressi della Porta Marina una particolare edicola votiva consacrata a “San Sebastiano”, posta a protezione del porto aretuseo.

La Festa siracusana in onore di “San Sebastiano”

La “Svelata” del Simulacro e il Triduo che precede la Festa di “San Sebastiano” (16 – 17, 18 e 19 Gennaio)

Il pomeriggio del 16 Gennaio alle 17.30, presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia avviene la “Svelata” del Simulacro di “San Sebastiano”, accolto dalle grida di invocazione dei fedeli e in special modo dei “Confratelli di San Sebastiano”. Dopodiché alle ore 18.30 vi sarà una solenne Messa in onore del “Compatrono di Siracusa” (il cui Simulacro è posto sull’Altare Maggiore della Chiesa) a cui parteciperanno i portatori e i maggiori membri della Confraternita. Al termine della Messa il Simulacro verrà posto sull’Altare Maggiore della chiesa.

Il 17 Gennaio inizia il Triduo di preparazione alla festività che prevede solenni Messe (che si tengono alle ore 08.00 e 18.00) presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia (se ricade di Domenica le Messe si tengono anche alle ore 11.00 e 19.00). Durante il Triduo viene distribuito il tradizionale “Pane di San Sebastiano” e si tengono mostre artistiche e concerti presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia.

Il 19 Gennaio, che è la vigilia dei festeggiamenti, vi saranno delle solenni Celebrazioni Eucaristiche presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia. Quella più importante è quella serale (che si tiene intorno alle 18.00 di pomeriggio) presieduta assieme ai Vespri dall’Arcivescovo di Siracusa.

La “Festa Liturgica di San Sebastiano” (20 Gennaio)

La mattina del 20 Gennaio l’isola di Ortigia (ma anche la città di Siracusa) vengono svegliate da un forte sparo di salve che avverte la cittadinanza dell’arrivo del giorno consacrato a “San Sebastiano”. Alle 08.00 di mattina presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia vi è la prima Messa in onore del “Bimartire”. Dopo la sfilata dei Vigili Urbani (di cui “San Sebastiano” è anche Protettore) che si tiene alle 10.00 in Piazza Duomo, sempre nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia si tiene alle ore 11.00 la solenne Messa Mattutina presieduta dall’Arcivescovo di Siracusa. Un’ultima Messa si tiene alle ore 18.00 al cospetto del Simulacro di San Sebastiano.

La Festa Esterna di “San Sebastiano” (Domenica limitrofa al 20 Gennaio)

La “Processione di San Sebastiano” 

La Domenica limitrofa al 20 Gennaio, giorno in cui avviene la festa esterna consacrata a “San Sebastiano”, la città verrà svegliata da un folto sparo di salve mentre le campane della Chiesa di Santa Lucia alla Badia risuoneranno. La mattinata vedrà una serie di solenni Celebrazioni Eucaristiche celebrate presso la Chiesa di Santa Lucia alla Badia che di cui la prima comincia alle ore 8.00 mentre quella più solenne si tiene alle ore 11.30.

Alle 17.00 dalla Chiesa di Santa Lucia alla Badia partirà la Processione del Simulacro di “San Sebastiano” che uscirà salutato dallo sparo di fuochi d’artificio nonché dalle invocazioni dei fedeli. Il “Santo” verrà portato faticosamente a spalla come Voto di Grazia Ricevuta dai Portatori facenti parte della “Confraternita di San Sebastiano”. Il Simulacro verrà accompagnato dai membri della “Confraternita di Santa Lucia” che porteranno grandi candelabri decorati con ghirlande di fiori (vedi link riguardante le festività in onore di “Santa Lucia” per saperne di più). La Processione toccherà buona parte dei quartieri di Ortigia e verrà seguita da molti fedeli, che andranno appresso al “Santo” che viene portato a spalla per un lungo tratto comprendente anche scoscese e strette stradine che metteranno a dura prova i portatori del “Santo Milanese” seguendo il seguente tragitto partendo da Piazza Duomo per percorrere successivamente Via Pompeo Picherali, Largo Aretusa, Passeggio Adorno fermandosi davanti all’edicola votiva di “San Sebastiano” posta in Via Ruggero Settimo, per poi passare sotto la Porta Marina e percorrere poi le Vie Savoia, Largo XXV Luglio, Corso Matteotti, Piazza Archimede, Maestranza, della Giudecca, Piazza San Giuseppe, del Teatro, Roma e Minerva per poi ritornare in Piazza Duomo. La Processione quindi rientrerà in serata nella Chiesa di Santa Lucia alla Badia tra le toccanti invocazioni dei fedeli, che viene salutata da un sontuoso fuoco pirotecnico sparato nei pressi del Largo Aretusa ma che è ben visibile dalla Piazza Duomo.

Dopo l’entrata in Chiesa, presso la Piazza Duomo vi sarà una folcloristica vendita all’asta di doni offerti al “Santo” (perlopiù prodotti tipici come olio, vino, pane, formaggi, verdure, focacce, dolciumi tipici ecc…). I soldi ricavati saranno devoluti in beneficenza.

L’Ottava e la chiusura dei festeggiamenti (27 Gennaio)

Dopo la festa esterna di “San Sebastiano” comincia l’Ottavario che termina il 27 Gennaio e comprende solenni Messe alle ore 08.00 e 18.00

Al termine della Messa delle 18.00 del 27 Gennaio avverrà la “Velata di San Sebastiano”. Il Simulacro del “Compatrono di Siracusa” verrà riposto nel suo Altare tra le toccanti urla di invocazione dei fedeli che, nel momento in cui vengono chiusi gli sportelli della nicchia, applaudono calorosamente il loro “Santo Protettore” con la consapevolezza che lo rivedranno il prossimo anno.

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