Siracusa

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Siracusa
(Ortigia – Belvedere – Cassibile – Fontane Bianche)

Mappa di Siracusa e del suo territorio


Mappa di Siracusa (per ingrandire la mappa clicca qui).

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Cenni principali su Siracusa


L’ingresso della città di Siracusa posto all’imbocco del Viale Scala Greca.

La città di Siracusa è il principale centro urbano ed economico della provincia più a sud d’Italia escludendo le Isole Pelagie), di cui essa è comune capoluogo.

Siracusa è la quarta città della Sicilia per numero di abitanti dopo Palermo, Catania e Messina, essendo uno dei centri urbani più popolosi dell’area geografica nota come “Val di Noto”, corrispondente alla cuspide sudorientale della Sicilia (escludendo Catania che geograficamente fa parte del Val di Demona), precedendo Ragusa, Vittoria, Gela e Modica.

Inoltre Siracusa, assieme alle aree urbane di Catania e Messina, fa parte di una linea continuativa corrispondente all’area più densamente popolata della Sicilia.

La città aretusea è posizionata al centro della provincia omonima su di un promontorio roccioso di origine vulcanica a picco sul mare, delimitato ad ovest e a sud dai Fiumi Ciane e Anapo oltre che da piccoli corsi d’acqua.

Essa è circondata dalla cosiddetta “Piana di Siracusa”, piccola pianura di origine alluvionale che prende appunto il nome dalla corrispettiva città, a sua volta delimitata da un “anfiteatro naturale” formato dalle propaggini orientali dei Monti Iblei.

Foto aerea di Siracusa.

La città capoluogo della provincia aretusea risulta divisa in cinque grandi “quartieri”;

  • Neapolis;
  • Acradina;
  • Tiche;
  • Epipoli;
  • Isola di Ortigia – centro storico di Siracusa.

Questi quartieri formavano in età greca la cosiddetta “Pentapoli”, cioè cinque grandi “agglomerati urbani” o per meglio dire “sobborghi” in cui l’antica città siracusana era divisa.

Questi quartieri oggigiorno sono suddivisi in vari rioni (o quartieri più piccoli).

  • Neapolis;
  • Parco Archeologico della Neapolis (Viale Paolo Orsi – Viale Teracati);
  • Corso Gelone – Piazza Adda;
  • Madonna delle Lacrime (Piazza della Vittoria – Viale Teocrito);
  • San Giovanni alle Catacombe (Piazza San Giovanni – Via Von Platen);
  • Borgata Santa Lucia (Viale Cadorna – Piazza Santa Lucia – Riviera Dionisio il Grande);
  • Foro Siracusano – Pozzo Ingegnere (Piazza Marconi);
  • Stazione (Viale Ermocrate);
  • Quartiere Umbertino – Porto di Siracusa;
  • Pantanelli – Zona Circuito (Via Necropoli Grotticelle – Via Columba – Via Elorina).
  • Acradina
  • Balza Acradina – Latomia dei Cappuccini;
  • Viale Zecchino;
  • Bosco Minniti;
  • Via Italia;
  • Piazza Matila – Via Filisto;
  • Grottasanta;
  • Mazzarrona.
  • Tiche;
  • Viale Tica;
  • Via Polibio;
  • Santa Panagia (Viale Santa Panagia);
  • Via Italia;
  • Viale del Comuni;
  • Scala Greca (Viale Scala Greca);
  • Pizzuta (Via Piazza Armerina).
  • Epipoli;
  • Via Necropoli Grotticelle;
  • Viale Epipoli;
  • Villaggio Miano;
  • Acquedotto (Via dell’Acquedotto).

L’assetto urbano della parte moderna della città aretusea, è caratterizzato da una planimetria a scacchiera regolare, recante piccoli dislivelli dovuti alla conformazione orografica cittadina.

La moderna Siracusa presenta quindi ampie arterie stradali rettilinee, che a loro volta delimitano o suddividono le sopracitate aree cittadine, formando inoltre diversi isolati abitativi e circondando grandi aree di verde pubblico, o aree urbane aventi importante valenza archeologica.

Le strade principali del settore meridionale della città moderna sono: Via Elorina, Via Columba, Via Necropoli del Fusco, Viale Paolo Orsi, Viale Ermocrate, Corso Gelone, Viale Luigi Cadorna, Corso Timoleonte, Via Agatocle, Corso Umberto I e Via Malta.

In quest’area sono poste anche importanti piazze che sono: Piazza Stazione, Piazza Adda, Piazza della Repubblica, Piazza della Vittoria, Piazza San Marziano, Piazza Santa Lucia, Piazza Leone Luigi Cuella, Piazza Euripide, Piazza Marconi e Piazza Lepanto.

Le principali strade settore centro – settentrionale della città invece sono: Viale Teracati, Via Ettore Romagnoli, Viale Teocrito, Via Von Platen, Via Christiane Reimann, Viale Tica, Viale Zecchino, Via Tisia, Via Maria Politi Laudien, Via Grottasanta, Viale Tunisi, Viale Algeri, Via Bartolomeo Cannizzo, Viale Santa Panagia, Viale dei Comuni, Viale Scala Greca, Via Piazza Armerina, Via Professore Lino Romano, Via Professore Vittorio Guardo, Via Antonio Federico Ozanam, Viale Epipoli, Viale Rizzo e Via Necropoli Grotticelle.

Presso quest’area sono poste le seguenti piazze: Piazzale Carmelo Ganci, Largo Leonardo Da Vinci, Piazza Giovanni XXIII, Largo Dicone, Piazza Matila, Piazza San Francesco d’Assisi, Largo Servi di Maria, Largo Latomia, Largo Campania, Largo Tantillo, Piazza Marcello Sgarlata, Piazza Provincia, Largo Giovanni Palatucci, Largo Nino Piscitello, Largo Guido Carnera e Largo Vitaliano Brancati.


La zona moderna di Siracusa.


Il Teatro Greco facente parte del Parco Archeologico della Neapolis.


Il Santuario della Madonna delle Lacrime.


La Piazza Santa Lucia con il Sepolcro della Patrona di Siracusa.

il centro storico chiamato Ortigia è situato su un’isoletta rocciosa posta a sud dell’area moderna di Siracusa, alla quale è collegata da due ponti: il principale di aspetto monumentale chiamato “Ponte Umbertino” solcato dal Corso Umberto I, mentre quello più moderno è chiamato “Ponte Santa Lucia” attraversato dalla Via Malta.

Questo importante quartiere, che ovviamente si differenzia in maniera vistosa dal resto della città, è anch’esso suddiviso in vari quartieri che sono: “Umbertino”, “Graziella”, “Sperduta”, “Marina”, “Duomo”, “Maestranza”, “Giudecca”, “Maniace”, “Mastrarua”.

 L’assetto urbano di Ortigia è caratterizzato una struttura viaria di aspetto medievale, recante da pochi assi viari veri e propri che sono: Via dei Mille, Via Savoia, Via Trieste, Corso Matteotti, Via Roma, Via Maestranza e Lungomare di Levante.

Le altre vie sono perlopiù strettissimi vicoli, di cui gran parte preclusi al traffico veicolare.

Le piazze principali sono: Riva della posta, Riva Nazario Sauro, Piazza Pancali, Largo XXV Luglio, Piazza Archimede, Piazza Duomo, Largo Caravaggio, Largo Porta Marina, Piazza Corpaci, Piazza San Giuseppe, Piazza San Filippo, Piazzetta San Rocco, Piazza del Carmine, Piazza del Precursore, Piazza Cesare Battisti, Largo Aretusa e Piazza Federico II (in corrispondenza del “Castello Maniace”).

Ortigia è divenuta in gran parte “Isola Pedonale”, per cui in alcune aree è severamente vietato il transito veicolare.


Il centro storico di Siracusa.


Il Ponte Umbertino.


La Piazza Duomo.


La Fonte di Aretusa.

Siracusa è a sua volta divisa in quattro Municipalità: 

  • “Municipalità Siracusa Sud”, comprendente i quartieri della periferia meridionale (Neapolis, e il centro storico di Ortigia); 
  • Municipalità Siracusa Nord, comprendente i quartieri della periferia settentrionale cittadina (Acradina, Tiche, Epipoli);
  • “Municipalità di Belvedere”, comprendente la frazione extraurbana di Belvedere e le sue contrade limitrofe;
  • “Municipalità di Cassibile”, comprendente la frazione extraurbana di Cassibile, le sue contrade limitrofe e le zone marine di Siracusa (Fontane Bianche, Ognina, Arenella, Terrauzza – Plemmirio, Isola della Maddalena).


La frazione di Belvedere.


L’antico borgo di Cassibile.

La città di Siracusa è collegata a Catania e a Ragusa tramite un’altalenante rete ferroviaria.

Essa è relativamente moderna ed elettrificata nel tratto nord verso Catania e Messina, mentre antiquata e sprovvista di linea elettrica lo è quella del tratto “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi”.

Bisogna dire che parte della tratta ferroviaria è stata spostata fuori dalla città, mentre prima la ferrovia attraversava l’area nordorientale corrispondente ai quartieri “Borgata” e “Mazzarrona”; ora è stata sostituita in gran parte da una “pista ciclo – pedonale” e dal Viale Unità d’Italia.

La rete stradale ed autostradale è stata rimodernata nel periodo di tempo tra gli anni 1980 e 2010, difatti sono stati completati i tratti autostradali “Siracusa – Rosolini” (che fa parte della A 18 “Siracusa – Gela”) e “Augusta – Catania” collegando così la Provincia di Siracusa alla rete autostradale nazionale.

Essi sono congiunti dal tratto “autostradale” della SS 114 “Siracusa – Catania” (che però dovrebbe essere classificata come “autostrada” a tutti gli effetti).

Va detto inoltre che in città è attivo il servizio di trasporto urbano tramite bus navetta (curato dall’AST) ed extraurbano, in grado di collegare Siracusa a città come Catania, Palermo, Ragusa, ma anche con le altre città della provincia.

A Siracusa sono presenti due porti:

  • il “Porto Piccolo” utilizzato per l’attracco di imbarcazioni da diporto;
  • il “Porto Grande” utilizzato per l’attracco di pescherecci, navi da crociera e motovedette della Capitaneria di porto e della Guardia di Finanza.

Il porto che non svolge più funzioni mercantili a favore dei vicini attracchi di Pozzallo (RG), Augusta e Catania, è stato abilitato all’attracco di navi pescherecce e turistiche.

A nord di Siracusa in località “Targia”, è presente un importante pontile per l’attracco di navi petroliere.

A sud di Siracusa sono inoltre poste le località balnerari di Isola della Maddalena, PlemmirioTerrauzza, Arenella, Ognina e Fontane Bianche.

A nord vi è posta l’area costiera di Riviera Dionisio il Grande a cui segue l’alta scogliera attraversata dalla “Pista Ciclabile Rossana Maiorca”, e le zone di Santa Panagia, Targia e Stentinello.

Della città fanno inoltre parte le due già frazioni extraurbane frazioni di Belvedere e Cassibile.

Belvedere è posta a nordovest di Siracusa, ed è caratterizzata dalla presenza delle aree archeologiche delle Mura Dionigiane e del Castello Eurialo.

Cassibile è posta a sud di Siracusa lungo l’area di confine con i territori comunali di Avola e Noto la cui fama è dovuta allo storico “armistizio” firmato durante la II guerra mondiale, nei pressi della quale è posta l’area solcata dal “Fiume Cassibile”.

Va detto infine che nel 2005 la città di Siracusa è stata inserita insieme alla Necropoli di Pantalica (ubicata presso la vicina città di Sortino) nella lista dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” dall’Unesco, per le sue bellezze naturalistiche e architettoniche (in molti però in maniera errata la citano all’interno dell’elenco delle “Città Barocche del Val di Noto”, comprendenti tra l’altro i limitrofi centri urbani di Noto e Palazzolo Acreide, siti Unesco dal 2002).

Difatti Siracusa è uno dei maggiori poli culturali della Sicilia e (volendo) anche dell’intero Sud Italia, dato che qui si tengono numerose rassegne culturali come le “Rappresentazioni Classiche” di tragedie greche presso le rovine del “Teatro Greco” siracusano, ma anche numerosi concerti, mostre e vari eventi che mettono in risalto l’importanza culturale di questa città della Sicilia meridionale.

Siracusa non è solo una città avente un vasto patrimonio storico – culturale, ma è anche un’ambita meta enogastronomica, visto che ne sono originari diversi piatti tipici siciliani come il “Pesce alla siracusana” (in umido con pomodoro ed erbe aromatiche), la “Pasta fritta alla siracusana”, i dolci noti come “Occhi di Santa Lucia” e inoltre contende a Palermo la paternità della “Cuccìa” (un dolce tipico che si prepara tradizionalmente per la festa consacrata a “Santa Lucia”), ma bisogna citare anche i frutti della terra come la patata “Novella di Siracusa”, il limone “Femminello di Siracusa” e la “Fragola di Cassibile”, che hanno ricevuto sia la certificazione “IGP” (“Indicazione di Origine Protetta”) sia la “DOP” (“Denominazione di Origine Protetta”). Infine bisogna citare la città aretusea sotto il profilo enologico, visto che nel suo territorio viene coltivato il vitigno che da origine al “Moscato di Siracusa” (considerato come il vino liquoroso più antico del mondo).

Va detto infine che Siracusa fa parte di numerosi progetti e consorzi turistici oltre ad essere gemellata con le città di Stoccolma (Svezia), Corinto (Grecia), Erchie (BR), Perugia e Alessandria.

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Statistiche generali

  • Nome in siciliano: “Sarausa” (o “Sirausa” );
  • Abitanti: siracusani o aretusei;
  • Popolazione abitante: 123494 abitanti;
  • Comuni confinanti: Avola, Canicattini Bagni, Floridia, Melilli, Noto, Palazzolo Acreide, Priolo Gargallo, Solarino;
  • Fiumi e torrenti limitrofi: Fiume CassibileFiume Anapo – Acquedotto GalermiFiume Ciane, Torrente Cava Patiddi – Fontane Bianche, Torrente Cifalino, Torrente Fontana Mortilla, Torrente Cavadonna – Canale Mammaiabica, Torrente Monasteri, Torrente Mortellaro – Cava Giorgia, Torrente Moscasanti, Torrente Picci, Torrente Targia;
  • Monti e rilievi limitrofi: Colle Temenite, Cozzo Pantano, Cugno Galera, Cugno PunteruoloRilievi Iblei al confine con i territori di AvolaNoto e Canicattini Bagni (aree Cugni – Spinagallo);
  • Clima: freddo e umido in inverno in invernocaldo e torrido in estatemite con eventuali piogge in autunno e primavera;
  • Santa Patrona: Santa Lucia Vergine e Martire;
  • Altri Santi venerati: San Sebastiano, Sant’Antonio Abate, San Giuseppe (Cassibile), Santa Maria di Lourdes, Santa Rita da Cascia, San Giuseppe Innografo, San Metodio, San Marziano da Siracusa, Santa Maria Stella Maris (Fontane Bianche), Santa Maria Assunta, Sant’Anna (Belvedere), Santa Maria delle LacrimeSan Francesco d’Assisi, Santa Maria Immacolata;
  • Economia siracusana: agricoltura, allevamento, pesca, economia commerciale a conduzione familiare, industria, artigianato manifatturiero, attività ricettive – alberghieri, attività turistico – culturali;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: Limone Femminello di Siracusa IGP, Fragola di Cassibile, Patata Novella di Siracusa IGP, coltivazioni agrumicole, coltivazioni serricole, coltivazioni cerealicole (Grani Antichi Siciliani), olio extravergine d’oliva, prodotti ittici di vario tipo, pasta casereccia e prodotti da forno (pane, focacce e pizze), salumi e insaccati, “Pasta fritta alla siracusana”, vino “Moscato di Siracusa”, “Cuccìa”, “Occhi di Santa Lucia” e dolciumi tipici;

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Come Raggiungere Siracusa

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada Catania – Siracusa – Gela (in esercizio fino a Rosolini). Dopo aver oltrepassato gli svincoli di Augusta, Sortino, Melilli, Priolo Gargallo Nord e Priolo Gargallo Sud possiamo raggiungere Siracusa da tre svincoli autostradali:
  1. Svincolo Siracusa Nord – Belvedere (sulla SS 114 SR – CT), che tramite la S.P. 55 Belvedere – Targia conduce all’Area Commerciale di Belvedere, alla Zona Industriale di Contrada Targia e ai quartieri settentrionali di Siracusa (Mazzarrona, Villaggio Miano, Santa Panagia, Scala Greca, Pizzuta – Belvedere, Epipoli, Bosco Minniti, Tiche e Acradina).
  2. Svincolo Siracusa Sud – Floridia – Solarino (sul tratto tra la A 18 SR – Gela e la SS 114 SR – CT), che conduce ai quartieri meridionali della città (Neapolis – Parco Archeologico, Corso Gelone – Stazione – Porto, Borgata Santa Lucia, Pantanelli – Circuito e Centro Storico – Ortigia).
  3. Svincolo Canicattini Bagni (sulla A 18 Siracusa – Gela), che si immette sulla S.P. 14 “Maremonti” che mette in collegamento l’area montana della Provincia di Siracusa col capoluogo aretuseo (stesse zone raggiungibili dallo svincolo “Siracusa Sud”). 

Per raggiungere Cassibile bisogna percorrere la A 18 Siracusa – Gela fino all’uscita obbligatoria per Cassibile (da cui si può raggiungere anche la frazione balneare di Fontane Bianche). Per raggiungere le zone balneari di Fontane Bianche – Arenella – Terrauzza – Plemmirio – Isola della Maddalena, bisogna percorrere da Siracusa la SS 115 per Cassibile e prendere la S.P. 104 Carrozzieri – Fontane Bianche e proseguire per le destinazioni desiderate.

  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna, Agrigento e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella Tangenziale di Catania, dopodiché sull’Autostrada Catania – Siracusa (che a sua volta si immetterà sul tratto autostradale Siracusa – Gela in esercizio fino a Rosolini tramite la SS 114) e seguire i percorsi sopraelencati);
  • Per chi proviene da Gela e Ragusa: immettersi sulla SS 115 fino a Rosolini e imboccare l’Autostrada A 18 Siracusa – Gela e seguire i percorsi sopraelencati;

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Siracusa) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • L’aeroporto più vicino a Siracusa è quello di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sul sito controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dall’Aeroporto Fontanarossa conducono a Siracusa (controllate le Autolinee AST e Interbus).

Via Autobus

Via Mare

  • Siracusa è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

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Storia di Siracusa

Il periodo preistorico e neolitico (2000 a.C. – 1200 a.C.)

La storia di Siracusa è molto lunga e complessa. Nell’età preistorica l’intera area che oggi occupa il suolo cittadino era sommersa dal mare, ma con il passare dei secoli si aprirono man mano fratture vulcaniche che sollevarono i fondali marini formando così l’esistente territorio cittadino di Siracusa e la cosiddetta Penisola della Maddalena, che “abbraccia” letteralmente lo specchio di mare antistante al porto della città aretusea. Proprio presso la Penisola della Maddalena (e in parte anche nella zona marina di Ognina) sono presenti interessanti fondali di tipo fossile in cui possiamo notare un agglomerato di conchiglie ed esoscheletri legati tra essi dalle rocce effusive che si innalzarono dagli abissi.

Parecchi secoli più tardi con l’evoluzione umana, arriviamo nel periodo dell’Età del Bronzo, dove queste zone furono popolate da piccole comunità neolitiche di origine sicana che andarono ad abitare nelle tante grotte carsiche presenti nel territorio aretuseo. Infatti sono stati rinvenuti molti reperti (oggetti in bronzo, statuette e altri piccoli oggetti lavorati) nella stessa città di Siracusa (nelle caverne presenti nel “Parco Archeologico” e nelle “Latomie”) e nelle vicine contrade di Targia (presso cui vi sono le rovine dell’interessante Villaggio Neolitico di Stentinello), Cozzo Pantano (adiacente alla “Fonte del Ciane”), Terrauzza, Plemmirio e nella zona della “Grotta Monello” divenuta Riserva Naturale. Va detto che nella Grotta di Spinagallo (posta nei pressi della riserva della Grotta Monello) è stato scoperto un interessante scheletro appartenente ad un Elefante Nano, specie animale ormai estinta che popolava la Sicilia meridionale.

Intorno al XVI secolo a.C. la Sicilia orientale venne popolata dai Siculi, che costruì dei piccoli villaggi fortificati sia sull’odierna isola di Ortigia, sia su alcune zone dell’odierna periferia siracusana dando vita ad una rudimentale forma di governo gerarchico.

La dominazione greca (dal 734 a.C. all’211 a.C.)

La dominazione sicula durò fino a quando sbarcarono alcuni coloni provenienti dalla città greca di Corinto guidati dal guerriero Archia sull’attuale isola di Ortigia. Loro cacciarono via la popolazione sicula che occupava l’isola e vi fondarono una piccola città chiamata “Syracusae”, nome derivante dalla parola greca “Syrako” che significa “fonte acquatica”, forse attribuito dalla numerosa presenza di corsi d’acqua nelle zone limitrofe (tra cui gli esistenti fiumi Anapo e le fonti “Aretusa” e “Ciane”, da cui nasce l’omonimo fiume).

Dopo la costruzione della città sull’isoletta, chiamata “Ortygea” (Ortigia) significante “Quaglia” per la sua forma adffusolata, qualche anno dopo furono costruiti i quartieri di Neapolys (Neapolis), Tike (Tica), Epypoleys (Epipoli) e Akradyna (Acradina). Questi cinque quartieri formavano la cosiddetta “Pentapoli” (che significa “cinque città”) una conurbazione a stella circondata da maestose muraglie difensive che andava a formare la grande Siracusa antica, che allora aveva tre porti, il “Porto Grande”, il “Porto Piccolo” e il “Porto di Santa Panagia” (quest’ultimo ubicato dove ora sorge la Tonnara di Santa Panagia erroneamente scambiato col “Porto di Trogilo” facente parte dell’omonimo villaggio che doveva sorgere nei pressi di Priolo Gargallo) chiamato così per via di un piccolo villaggio di pescatori di origine sicula divenuto porto militare sotto i coloni siracusani.

Qualche anno dopo in seguito all’espansione siracusana nella Sicilia sud orientale, vennero costruite le città di Akrai (Palazzolo Acreide), Casmene (Buscemi), e Camarina (Santa Croce Camerina, in Provincia di Ragusa).

I cittadini di Siracusa di dividevano in due classi sociali: quella dei “Gamaroi”, che era la classe dei ricchi e degli aristocratici, e quella dei “Kilyroi” che era quella dei popolani e dei servi, che più volte si scontrarono per il controllo della città aretusea; questi ultimi riuscirono addirittura a cacciare i ricchi dalla città. Finché Gelone discendente dei Dinomenidi di Gela, prese l’assoluto controllo di Siracusa istituendo una nuova forma di gerarchia, la “Tirannide”. Lui riportò i ricchi dentro la città e pubblicò numerosi editti per far si che le due classi sociali andassero d’accordo. Inoltre Gelone conquistò le città di Neas (Noto), Eloro (le cui rovine sono ubicate presso Lido di Noto), Hybla (presso Pantalica, Sortino), Hybla Mayor (Avola), Megara Hyblea (Augusta), Nasso (Giardini Naxos, in Provincia di Messina), Zancle (Messina), Katane (Catania), Leontinoi (Lentini), Motyka (Modica), Tauromenio (Taormina), Cephaledium (Cefalù), Hymera (Termini Imerese), Panormo (Palermo), Selinunte (Castelvetrano) ecc…

 Gelone fece aumentare la popolazione nella città aretusea facendovi trasferire metà degli abitanti di Gela e buona parte della popolazione di Megara Hyblea (presso Augusta), prima schiavizzata e poi distrutta dai siracusani. Ierone fece così ingrandire la città creando i quartieri sopraelencati e nel frattempo diede impulso alla cultura drammatico – umanistica facendo costruire molti edifici colturali tra cui il noto “Teatro Greco” in cui vi recitarono grandi poeti dell’epoca tra cui Eschilo.

Nel frattempo una nuova città voleva dominare il Mediterraneo al posto di Siracusa, si tratta di Cartagine (le cui rovine sono collocate presso Tunisi). I Cartaginesi comandati da Amilcare minacciavano i possedimenti siracusani, così Gelone si alleò allora con Terone di Agrigento e insieme sconfissero l’esercito cartaginese a Mozia (vicino Trapani) presumibilmente nel 480 a.C. In ricordo della vittoria contro Amilcare venne innalzato ad Ortigia un grandissimo tempio alla dea Atena (sulla cui struttura è stata innalzata l’attuale Cattedrale consacrata a Santa Lucia).

Il successore di Gelone, il fratello minore Ierone, intraprese una spedizione contro gli Etruschi che sconfisse nel 478 a.C. a Cuma (vicino Pozzuoli, Napoli) conquistando così territori strategici che garantivano a Siracusa il completo controllo del Tirreno meridionale. Nonostante Ierone fosse un tipo molto violento, Siracusa in quegli anni divenne la città più importante della “Sicilia Greca” per la sua importanza militare, economica e culturale. Lo stesso Ierone fu glorificato dai poeti Bacchilide e Pindaro. Secondo il poeta Pindaro fu Ierone a fondare la mitologica città di Etna (presumibilmente situata nel triangolo Paternò – Biancavilla – Belpasso, in Provincia di Catania).

La fama della città di Siracusa si espanse anche al di là dei confini siciliani, essendo rinomata in gran parte della Magna Grecia (ossia l’insieme delle colonie greche poste nelle regioni meridionali dell’Italia peninsulare).

Alla morte di Ierone nel 476 a.C. salì al potere Trasibulo che fu ancora più violento e sanguinario del suo predecessore. Per questo fu ordita una congiura contro di lui e mandato in esilio lontano da Siracusa. Nella città aretusea si instaurò da allora un governo democratico guidato da una sorta di parlamento.

Nel frattempo, i Siculi guidati dal guerriero netino Ducezio dal 459 al 451 a.C. creavano grattacapi al governo siracusano perché volevano impossessarsi di nuovo dei loro originari territori e le città di Segesta (vicino Alcamo, Trapani) e Lentini si alleavano con Atene per far cadere Siracusa una volta per tutte. Siracusa allora si alleò con Sparta, che nel frattempo dichiarò guerra ad Atene nel 416 a.C. Gli ateniesi allora nel 413 a.C. attaccarono Siracusa via mare, ma la flotta siracusana vinse nella “Battaglia del Porto Grande” e sconfisse nello stesso anno la fanteria ateniese prima nella meno nota “Battaglia del Fiume Erineo” (presso l’odierna Contrada Petrara – Elanici sita in territorio avolese) e nella decisiva “Battaglia dell’Asinaro” tenutasi tra Avola e l’odierna frazione netina di Lido di Noto presso le attuali Contrade Fiumara – Piombi (in territorio di Noto) e San Marco – Ragalmaida (in territorio di Avola) con la quale Siracusa annientò le truppe atenesi in Sicilia infierendo un gravissimo colpo ad Atene che, da li a poco avrebbe perso la guerra contro Sparta.

Nel frattempo il generale Ermocrate salì al governo della città aretusea, che ora doveva fronteggiare il pericoloso esercito cartaginese che, dopo aver distrutto Agrigento voleva fare altrettanto con Siracusa. Dionisio I, che nel frattempo prese potere a Siracusa strinse dei trattati di pace con i cartaginesi, ma perse i territori intorno alla città di Camarina (le cui rovine sono poste in Provincia di Ragusa, presso Santa Croce Camerina). Dionisio allora militarizzò la città ampliando le fortificazioni intorno alla città costruendo il “Castello Eurialo” e fece di Ortigia la roccaforte dell’esercito siracusano. In poche parole Dionisio aveva un pensiero fisso: vendicarsi dei cartaginesi.

Inizialmente Dionisio sottomise una volta per tutte le città ribelli di Lentini, Catania e Nasso, e si scontrò con l’esercito cartaginese guidato da Imilcone, fermato a Siracusa dopo alcuni anni di assedio.

Dopo un nuovo trattato di pace stipulato con Cartagine nel 392 a.C. Dionisio fonda la città di Tyndaris (Tindari, le cui rovine sono ubicate in territorio di Patti, in Provincia di Messina), conquista i territori dell’Aspromonte intorno all’odierna città di Reggio Calabria e addirittura fonda delle colonie che daranno vita alle città di Ancona (Marche) e Lissa (Croazia), per poi spingersi fino in Corsica (Francia) e fondare colonie siracusane anche lì. Sotto Dionisio I Siracusa toccò la sua massima espansione coloniale.

Dionisio I cercò anche di ampliare il ruolo culturale di Siracusa richiamando a se numerosi poeti e scienziati, ma nonostante tutto lui fu ricordato come un terribile tiranno che governò con durezza la città. Fu proprio lui a rinchiudere i suoi oppositori nelle “Latomie”, prigioni ricavate dentro caverne rocciose dove i prigionieri morivano in seguito agli stenti e alle sofferenze. La latomia più famosa è quella “del Paradiso” dove sorge la grotta chiamata appunto “Orecchio di Dionisio” che si trova nel Parco Archeologico nel quartiere Neapolis.

Il suo successore, il figlio Dionisio II non fu da meno; anche lui aveva lo stesso carattere difficile del padre con l’aggravante che al posto di governare passava le giornate a bere e a far baldoria dissipando tutte le entrate economiche che venivano procurate con pesanti tasse sulla popolazione. Il suo maestro Dione cercò di riportarlo sulla retta via ma l’allievo despota lo cacciò in esilio. Dione nel 357 a.C. si mise a capo di un piccolo esercito che conquistò in breve tempo alcuni quartieri di Siracusa. Dionisio II fu cacciato a Lentini, ma un suo sicario, Callippo di Atene uccise Dione e fece ritornare la tirannia a Siracusa. Dionisio II ritornò a guidare la città aretusea nel 346 a.C. I siracusani si erano stancati ed avevano mandato richiesta di soccorso a Corinto spaventati anche dalla nuova aggressione cartaginese finanziata da Iceta di Lentini. Arrivò allora nel 346 a.C. da Corinto il Comandante Timoleonte, che dopo aver sconfitto i Cartaginesi a Taormina (Messina) attaccò Siracusa facendo così arrendere Dionisio II. Dopo alcune battaglie ancora contro Cartagine e Lentini, Timoleonte prese il potere di Siracusa.

Alla morte di Timoleonte avvenuta nel 336 a.C. ci fu un breve periodo di pace interrotto dalla guerriglia che porta nel 316 a.C. il tiranno Agatocle al governo della città. Lui intraprese dure spedizioni punitive contro le città siciliane alleate con i Cartaginesi (fra cui Agrigento, la vecchia alleata di Siracusa passata sotto Cartagine). Dopo un’iniziale sconfitta presso Hymera, Agatocle guida una rischiosa missione siracusana in Africa per colpire direttamente Cartagine. L’effetto sorpresa giovò all’esercito aretuseo che vinse alcune battaglie, ma i cartaginesi sconfissero l’esercito guidato dal figlio Arcagato costringendo suo padre Agatocle ad intervenire nuovamente in Africa.

Dopo una sanguinosa lotta di successione, Arcagato salì al potere e governò stabilmente la città di Siracusa. Nel frattempo i cartaginesi non demordevano nell’intento di conquistare Siracusa. Arcagato allora chiamò in suo aiuto il re dell’Epiro Pirro che aiutò i siracusani a sconfiggere ancora una volta i cartaginesi.

Il succesore di Arcagato, Gerone II, nel 269 sconfisse i Mamertini (una popolazione di origine sicula alleata con i cartaginesi) presso il fiume Longano (ubicato vicino a Messina). I Mamertini chiamarono in loro aiuto i Romani, che guidati da Appio Claudio minacciarono i possedimenti siracusani. Siracusa allora si alleò con Roma che cacciò via i cartaginesi dalla Sicilia a patto che Siracusa cedesse dei territori a Roma. Fece parte della città aretusea solamente l’attuale territorio provinciale e qualche piccola colonia in Sicilia. Nonostante ciò Gerone II cercò comunque di mantenere il ruolo culturale ed economico che Siracusa aveva avuto nei secoli passati stringendo alleanze vantaggiose con Roma e Alessandria d’Egitto. Sotto Gerone II operarono numerosi filosofi e scienziati tra cui Teocrito e Archimede.

L’ultimo reggente di Siracusa Geronimo ruppe tutte le alleanze con Roma e strinse alleanza con i Cartaginesi per attaccarle guerra e spartirsi poi i territori. Ma Geronimo fu assassinato a Lentini durante la vigilia dei combattimenti. A questo punto il Generale Ippocrate prende il comando dell’esercito e insieme ad Annibale attacca i possedimenti romani in Sicilia.

Nel 213 a.C. i Romani guidati dal Console Marcello tengono Siracusa sotto assedio sia via terra sia via mare. Ma l’ingegnosità dello scienziato Archimede venne fuori anche in quella brutta situazione, lui creò dei grandi specchi di vetro che riflettevano la luce del sole contro le navi romane incendiandole, (i tanto celebrati “specchi ustori” di Archimede).

Nel 212 a.C. Marcello distrusse le fortificazioni intorno ai quartieri Tiche, Epipoli e Neapolis, ma trovò però una serrata resistenza nei quartieri Acradina e Ortigia. Finché nel 211 a.C. la città di Siracusa si arrese e i soldati romani incominciarono a razziare le case dei siracusani uccidendo molta gente inerme andando però contro l’ordine di risparmiare i cittadini emanato da Marcello. Venne ucciso anche lo scienziato Archimede mentre difendeva dall’opera di distruzione dei Romani alcuni dei suoi manoscritti.

Così finiva la gloriosa dominazione greca di Siracusa nel Mediterraneo.

L’egemonia romana (211 a.C.)

Dopo la conquista romana, Siracusa passò uno dei più brutti periodi della sua storia. Innanzitutto dopo la III guerra punica tutta la Sicilia passò sotto le mani di Roma divenendone “Provincia consolare” e come capoluogo fu posta proprio la città aretusea, ma tutta la popolazione siracusana di allora venne scacciata dalle propria città, che venne così abitata dai nuovi coloni romani che abolirono la libera proprietà dei terreni agricoli in favore del latifondismo.

La città fu attaccata anche dal Generale Verre, che la saccheggiò tra il 73 e 71 a.C. e inoltre i danni subiti durante la “Guerra dei Triumviri” fecero cadere completamente nella rovina la città aretusea. Finché nel 21 a.C. Cesare Ottaviano Augusto, Imperatore di Roma, si occupò personalmente della questione siracusana e mandò una guarnigione a riportare l’ordine nella città aretusea.

Da allora a Siracusa tornò la pace e rifiorirono le attività artistico – culturali che la resero famosa negli anni in cui dominava nel Mediterraneo e inoltre la città si arricchì di nuovi edifici religiosi, civici, culturali (“Ginnasio Romano”) e inoltre nel quartiere di Neapolis vicino al Teatro Greco fu costruito un grande Anfiteatro (di cui ammiriamo tuttora le rovine) e altre infrastrutture urbane.

Sotto i Romani Siracusa divenne il principale scalo portuale commerciale della Sicilia sud orientale. Sbarcavano a Siracusa tessuti e spezie provenienti dall’Asia Minore (comprendente la Turchia, la Siria, la Palestina e la Giordania), animali dall’Africa e purtroppo schiavi utilizzati nei lavori forzati o come gladiatori nell’anfiteatro cittadino. Inoltre facevano scalo a Siracusa numerose navi militari.

Il 33 d.C. fu l’anno della “Crocifissione e Resurrezione” di “Gesù Cristo”, la cui religiosità arrivò anche a Siracusa dove fiorirono numerose comunità cristiane. Questo fece si che tante personalità illustri del Cristianesimo calcarono il suolo siracusano; difatti anche i più importanti predicatori del Cristianesimo, “San Pietro” e “San Paolo”, misero anch’essi piede a Siracusa.

Nei secoli a venire la nuova religione si espanse rapidamente in tutte le province imperiali facendo spaventare le massime autorità romane. Fu deciso allora di attuare una persecuzione contro le comunità cristiane presenti in tutto l’impero; chi rinnegava il Cristianesimo aveva salva la vita, chi si dichiarava Cristiano fino alle estreme conseguenze veniva torturato ed ucciso. Cosa che avvenne anche a Siracusa e nelle città limitrofe, dove molti cristiani furono arrestati e uccisi atrocemente. Tra cui una ragazzina di 17 anni nota col nome di “Santa Lucia” fu torturata e martirizzata sotto le persecuzioni di Diocleziano (vedi la sezione riguardante le feste e le tradizioni di Siracusa per saperne di più).

I cristiani a Siracusa non si persero d’animo e continuarono a predicare la loro religione andandosi a nascondere nelle “Catacombe”, vaste gallerie sotterranee dove venivano sotterrati i morti nel periodo romano. Oggi a Siracusa ne restano tre: le “Catacombe di San Giovanni”, le “Catacombe di Vigna Cassia” e le “Catacombe di Santa Lucia”.

Molti siracusani aiutarono i cristiani a sfuggire alla morte e a praticare segretamente la religione cristiana in città, fino a quando la popolazione venne convertita del tutto e il paganesimo venne definito ormai ridicolo dalla cittadinanza siracusana.

Vedendo che al paganesimo dei vari Giove, Marte, Minerva, Giunone ecc… non credeva più nessuno gli imperatori romani Costantino e Teodosio dichiararono finalmente il Cristianesimo “religione di stato”; così le persecuzioni ebbero fine anche a Siracusa.

La caduta dell’Impero Romano (476 d.C.)

In questi anni la potenza ed il prestigio dell’Impero Romano erano agli sgoccioli; ormai gravi crisi di governo e le sempre più opprimenti invasioni dei popoli barbari lo stavano definitivamente mettendo in ginocchio. Innanzitutto l’Impero venne diviso in due grandi regioni; “Impero Romano d’Occidente” con capitale Roma (di cui faceva parte anche la Sicilia con Siracusa) e “Impero Romano d’Oriente” con capitale Costantinopoli.

Nel 429 d.C. la Sicilia facente parte dell’Impero Romano d’Occidente venne attaccata dai Vandali capitanati da Genserico. Loro fecero danni anche a Siracusa poiché distruggevano tutto quello che capitava loro a tiro, uccidevano e depredavano sistematicamente la popolazione aretusea. Dal 468 al 476 essi terrorizzarono la Sicilia (e con essa anche Siracusa) con la loro dittatura sanguinaria, finché non la venderono ad Odoacre re dei Goti.

Nel frattempo, nell’anno 476 veniva deposto anche l’ultimo Imperatore di Roma, Romolo Augustolo, determinando così la fine dell’Impero Romano d’Occidente e con esso del glorioso “Impero” che fece di Roma e dell’Italia il vero e proprio “Centro del Mediterraneo”.

Ma finiva così anche la dominazione romana a Siracusa.

La storia di Siracusa durante il medioevo e il rinascimento fino al terremoto che nell’11 Gennaio del 1693 distrusse Siracusa e il sud est siciliano

Dopo le incursioni vandaliche e l’occupazione gotica, il generale bizantino Belisario, sotto ordine dell’Imperatore Romano d’Oriente Giustiniano, sconfisse l’intero Impero Vandalico e cacciò via dalla Sicilia i Goti comandati da Totila e nel 536 e conquistò l’intera Sicilia e buona parte dell’Africa settentrionale. Siracusa e il suo attuale territorio provinciale passarono allora in mano bizantine. Fu quindi posto a comando della città il Vescovo cristiano Zosimo, che fece costruire numerose abbazie cristiane a Siracusa e nei suoi territori limitrofi.

Nel 663, sotto l’Imperatore Costante, Siracusa divenne il massimo centro culturale e religioso bizantino dopo Costantinopoli; difatti la città aretusea divenne il primo vero e proprio “Capoluogo della Sicilia” (carica che in età arabo – normanna passerà a Palermo). Ma nel 692 la città decadde per cause di natura politica.

Dopo un secolo di dominio bizantino, Siracusa venne conquistata dagli Arabi nel 878 dopo una lunga guerra. Gli Arabi entrati in città razziano tutti gli edifici sacri, uccidono chi tenta di ribellarsi a loro e vietano la costruzione di nuovi edifici cristiani; anche se durante la dominazione araba, Siracusa conobbe un nuovo periodo di splendore grazie alle nuove attività matematico – scientifiche praticate dagli Arabi nella città aretusea, che aprirono inoltre molte botteghe artistiche e ceramografiche che fecero di Siracusa un importante fulcro dell’arte araba in Sicilia, anche se Siracusa, seppur ricoprendo la carica di “Capoluogo della Sicilia”, faceva (e fa ancora parte) parte della cosiddetta area geografica del “Val di Noto”, una delle tre regioni storiche in cui la Sicilia venne divisa dagli Arabi.

Finché, nel 1038, il generale bizantino Maniace tenta di riannettere Siracusa all’Impero Bizantino, anche se questo generale è tristemente noto per aver portato via il corpo incorrotto di “Santa Lucia” da Siracusa a Costantinopoli (da quest’ultima città il prezioso corpo della “Martire Siracusana” venne traslato a Venezia, dove ancora è custodito in attesa di un suo perenne ritorno nella città aretusea).

Dopo vari anni di lotte arabo – bizantine, un nuovo popolo proveniente dal Nord Europa noto col nome di “Normanni”, aveva intenzione di impadronirsi della Sicilia. Siracusa venne allora conquistata dal condottiero normanno Ruggiero nel 1105. Il ruolo di capoluogo di regione, come detto prima, passò dalla città aretusea a Palermo, ritenuta sede più consona dai Normanni.

Intorno al 1200 la Sicilia passò agli Svevi; il loro esponente di spicco Federico II di Svevia ricoprì di privilegi la città di Siracusa e inoltre costruì una poderosa fortezza, il “Castello Maniace” (nome datogli in memoria del condottiero bizantino che combattè eroicamente gli Arabi anche se come “premio” ha ritenuto giusto portarsi a Costantinopoli il corpo di “Santa Lucia”) che utilizzò molte volte come residenza quando scendeva a visitare sia la città aretusea, sia la vicina città di Augusta (allora importantissima roccaforte militare sveva).

Alla morte di Federico II Siracusa passò sotto gli Angioini che governarono la città aretusea così come tutta la Sicilia con metodi dittatoriali. Fu così che tutte le città siciliane (Siracusa compresa) effettuarono contro gli Angioini la rivolta dei “Vespri Siciliani” facendo salire nel 1303 gli Aragonesi al “Trono di Sicilia”.

Gli Aragonesi ricompensarono Siracusa e i siracusani con molti privilegi e onorificenze per l’aiuto dato a loro nella rivolta contro gli Angioini. Innanzitutto furono intraprese nuove attività mercantili che fecero di Siracusa il fulcro commerciale del sud est siciliano; inoltre furono costruiti nuovi monumenti sacri e civili per la popolazione. Ma dopo alcuni anni, la pestilenza del 1348 e le lotte per governare i feudi siracusani fecero cadere nuovamente la città in decadenza.

Nel 1400 la Sicilia cade sotto la dominazione spagnola dei Viceré, che governarono Siracusa in modo dissennato (non fu così per la vicina città di Augusta). Le cattive condizioni igieniche in cui la città versava fecero si che si diffondessero carestie e pestilenze che decimavano la popolazione, mentre la classe nobiliare pensava ad arricchirsi e diventare sempre più potente. Talvolta queste famiglie scatenavano gravi tumulti da cui scaturivano anche fatti di sangue. In poche parole il cosiddetto “Rinascimento” non portò a Siracusa quel benessere e quell’importanza culturale che le maggiori città italiane ricoprirono in quel periodo (Firenze, Milano, Roma e Napoli su tutte) anche se in quel periodo vennero costruiti numerosi edifici religiosi e no in stile gotico – catalano che ancora oggi possiamo ammirare interi o in frammenti sopravvissuti a terremoti e guerre.

Nel 1500 le cose non cambiarono e inoltre nel 1542 un grave terremoto danneggiò Ortigia e portò nuovamente carestie e pestilenze nella città.

Nel 1600 sotto l’impero di Carlo V la città tentò di risvegliarsi in qualche modo ma con esiti piuttosto negativi. Il 1649 fu un’altro anno molto nero per la città aretusea perché la popolazione scatenò numerose rivolte contro il malgoverno del regime spagnolo. Le autorità cittadine filo spagnole allora punirono duramente i rivoltosi anche con sanguinarie esecuzioni.

L’11 Gennaio 1693 avvenne la catastrofe più grave per Siracusa e per la sua popolazione. Un catastrofico terremoto uccise la maggior parte della popolazione cittadina e ridusse ad un cumulo di macerie tutta la città. La potente Siracusa che dall’inizio della sua fondazione e per tutti i secoli passati era considerata come una delle città più importanti del Mediterraneo malgrado le tante avversità, ora non era altro che una città fantasma colma di cadaveri e di macerie. La città di Siracusa incassò allora un gravissimo colpo che demoralizzò i cittadini sopravvissuti e causò numerosi altri problemi che afflissero la città aretusea fino a quando i cittadini non decisero di rimboccarsi le maniche per ricostruire la loro città.

Dalla ricostruzione di Siracusa (1700) fino ai giorni nostri (anni 2000)

Il terremoto dell’11 Gennaio 1693 aveva seminato morte e distruzione a Siracusa tanto che ormai non restava quasi niente della vecchia città e solo pochissimi edifici restavano in piedi. Si decise allora di ricostruire la nuova città città sul sito originario di Ortigia. Innanzitutto bisognava dare una precisa impronta architettonica alla città e si scelse lo stile architettonico considerato più all’avanguardia nel settecento; lo stile barocco.

Così come per la ricostruzione delle maggiori città del Val di Noto (Ragusa, Comiso, Modica, Scicli, Ispica, Noto, Avola, Augusta, Palazzolo Acreide, Sortino, Buccheri, Catania, Grammichele, Vizzini, Militello, Acireale, Belpasso, Niscemi e Caltagirone), anche a Siracusa lavorarono i più capaci architetti, ingegneri e capomastri dell’epoca. Tra essi vanno giustamente ricordati i palermitani Andrea Palma e Giovanni Vermexio, i siracusani Pompeo Picherali e Rosario Gagliardi, il licatese Fra’ Angelo Italia e i netini Francesco Sortino e Vincenzo Sinatra.

Fu così che la città rinacque sotto veste barocca che, unitasi agli antichi stili greci, bizantini, arabi, normanni e rinascimentali, fa si che Siracusa ancora oggi venga considerata come una delle più belle città dell’intero Meridione d’Italia.

Ritornando alla storia cittadina, nel 1735 Siracusa così come tutta la Sicilia passò sotto i “Borbone” di Napoli. In città il regime borbonico era malvisto dalla maggior parte dei cittadini di medio – alta borghesia poiché era caratterizzato da una monarchia di tipo assoluto; infatti molti di loro fondarono potenti società segrete di ispirazione massonica, che istigavano tutta la popolazione a ribellarsi per essere indipendenti dai Borbone.

Dal 1821 al 1849, in pieno Risorgimento, si scatenarono molti tumulti nella città aretusea guidati proprio da queste sette massoniche. Gli artefici di queste rivolte furono tutti giustiziati. Per punizione, visto l’ostracismo dei siracusani nel denunciare gli adepti di queste società, furono mise leggi restrittive verso gli abitanti di Siracusa, e inoltre la città venne privata dal titolo di Capoluogo di Provincia a favore di Noto fino al 1865 (anche se poi quest’ordinanza non venne mai emanata veramente).

Siracusa venne finalmente liberata da Garibaldi nel 1860 durante la “Spedizione dei Mille” e nello stesso anno la città aretusea fece parte insieme a tutte le città siciliane al neonato Regno d’Italia. Siracusa divenne così “Capoluogo” di una grande Provincia che comprendeva quattro comuni chiave che furono “capoluoghi di circondario”: Noto (che divenne anche “Diocesi” staccandosi da Siracusa), Ragusa. Modica e appunto Siracusa, fino a quando non si venne a formare l’attuale “Provincia aretusea” (che dal 4 Agosto 2015 è nota ufficialmente come “Libero Consorzio Comunale di Siracusa”) nel 1927 per via dal distaccamento da essa delle città che andarono a formare la Provincia di Ragusa (qui ci furono molti tumulti poiché da una parte Modica pretendeva di essere “Capoluogo” della nuova Provincia siciliana poiché essa comprendeva i comuni facenti parte dell’antica “Contea di Modica” che vedeva Ragusa come città di Provincia). Dopo l’Unità d’Italia anche il territorio siracusano venne interessato dal fenomeno del brigantaggio; nei territori attorno Siracusano si formarono bande di briganti che si definivano fedeli ai Borbone ed erano avverse ai “Piemontesi” visti come veri e propri invasori che depredavano il Sud Italia. Il Brigante più importante fu il canicattinese Giovanni Boncoraggio che operò anche in territorio di Siracusa fino a quando non venne arrestato.

Durante la seconda metà del 1800 e i primi anni del 1900 vennero iniziati i lavori per la costruzione di nuovi quartieri cittadini fuori Ortigia per garantire la nascita di nuove attività economiche e dare un’abitazione alla gente lavoratrice. Intanto venivano costruite reti idrico – fognarie, linee elettriche, edifici di pubblica utilità (scuole, ambulatori medici, edifici governativi). Vennero inoltre costruite inoltre le cinture ferroviarie che uniscono tuttora la città sia a Catania sia a Ragusa (tra cui la ex ferrovia che collegava Siracusa a Ragusa e a Vizzini il cui tracciato è inglobato tuttora all’interno della Riserva di Pantalica). Infine il cosiddetto “Porto Grande” di Siracusa veniva attrezzato per l’attracco di grandi navi mercantili. A Siracusa (e nella limitrofa provincia) inoltre prendeva piede lo stile architettonico Liberty, con cui vennero costruiti meravigliosi edifici.

Il primo ventennio del ‘900 fu funestato dall’evento bellico della I guerra mondiale, che vide due opposte fazioni politiche: una interventista, favorevole a mandare truppe di soldati siracusani in guerra; e l’altra neutrale che era invece contraria. Prevalse purtroppo la fazione interventista che fece inviare truppe di giovani soldati al fronte, situato tra le città di Trento e Fiume (Croazia). La maggior parte di questi soldati lavorava o nelle campagne o in mare come pescatori senza aver mai imbracciato un’arma in vita loro, non aveva neanche la minima idea di quale atroce sorte toccasse loro. Difatti molti di essi morirono sotto i combattimenti nelle trincee, e furono pochi quelli che si salvarono dalla morte.

Dopo l’evento bellico, arrivò il ventennio fascista, accolto con riserva dalla maggior parte della popolazione, che non si fidava del nuovo governo. Infatti furono tolte le libertà di parola e di stampa alla gente per la gioia dei seguaci del Duce, ma con lo sconforto di chi si sentiva oppresso dal fascismo. Però sotto la dominazione fascista la città acquisì un preciso ruolo di spicco nel sud est siciliano. Difatti venne meccanizzata l’agricoltura, venivano aperte le prime officine industriali e in seguito vennero costruiti nuovi quartieri moderni che ingrandirono notevolmente il suolo cittadino e inoltre vennero costruite le prime case residenziali nelle contrade marine della città (Fontane Bianche, Ognina, Arenella, Terrauzza, Plemmirio, Isola della Maddalena). contribuendo ad un rapido aumento della popolazione abitante.

Nonostante ciò, l’oppressione fascista non riuscì a soddisfare la cittadinanza aretusea, privata anche delle più basilari libertà politiche e inoltre il 2 Gennaio 1927 in seguito al “Decreto Pennavaria” il territorio provinciale aretuseo perse tutto il “Circondario di Modica” che divenne a tutti gli effetti l’attuale Provincia di Ragusa e ciò causò molti malumori. Inoltre molti cittadini che non riconoscevano le leggi fasciste ovviamente venivano puniti con le punizioni istituite dal regime fascista contro i sovversivi.

Arrivò anche la II guerra mondiale e proprio nel territorio aretuseo vennero cambiate le sorti della guerra in Italia. Dopo i bombardamenti degli angloamericani (che feero un imprecisato numero di morti tra i siracusani, per non contare i danni ad abitazioni, monumenti e opere di pubblica utilità) lo sbarco degli alleati sulle coste di Portopalo di Capo Passero, Lido di Noto, Siracusa ed Augusta tenutosi il 10 Luglio 1943, causa la caduta italiana delle iniziali ostilità attuate dalla dittatura fascista ovviamente ordinate da Mussolini contro Francia e Inghilterra. Dopo la sparuta resistenza delle truppe fasciste, il 3 Settembre 1943 in una masseria ubicata presso la Contrada San Michele nella vicina frazioine siracusana di Cassibile, i generali Giuseppe Castellano e Bedell Smith, rispettivamente a nome di Pietro Badoglio e Dwight Eisenhower, firmarono un armistizio dove l’Italia si impegnava a collaborare con gli alleati angloamericani e a sconfiggere i nazisti.

Il risultato fu che l’Italia fu immediatamente occupata dai militari nazisti che bombardarono le principali città italiane, deportavano e uccidevano militari e civili (molti dei quali ebrei).

Dopo il conflitto mondiale, Siracusa era ridotta ad un cumulo di macerie. Con i finanziamenti stanziati dal “Piano Marshall” fu totalmente ricostruita la città. Comunque imperversava un gravissimo disagio socio – economico, che neanche la costruzione del “Polo petrolchimico” nel triangolo Priolo Gargallo – Melilli – Augusta (finanziata dalla “Cassa per il Mezzogiorno”) risolse. Molta gente emigrava verso il Nord Italia, le nazioni del Nord Europa (in particolare Germania Occidentale, Olanda, Francia settentrionale e Scandinavia) e addirittura in America, perché la città non offriva più le condizioni per poter mandare avanti un’economia familiare. La situazione durò anche negli anni 50, finché il 29 Agosto del 1953 in un’umile abitazione sita in Via degli Orti, nella “Borgata Santa Lucia”, una statuetta di gesso si mise miracolosamente a piangere facendo salire rapidamente alla ribalta la città aretusea e le condizioni di vita della povera gente che abitava a Siracusa in quel decennio. Quella statuetta venne poi chiamata col nome di “Madonna delle Lacrime”.

Nel trentennio ’60 – ’70 – ’80, malgrado il complesso apparato burocratico (guidato come sappiamo tutti dalla mafia siciliana) che bloccava ogni proposta di finanziamento o accettava quello che più interessava a loro, il tenore di vita è cominciato via via a salire, anche per le nuove leggi europee che erano nate per salvaguardare regioni sottosviluppate come la Sicilia. Ma tutto ciò non bastava poiché la maggior parte della cittadinanza siracusana continuava a stare al di sotto della soglia del reddito medio che serve ad una famiglia per poter vivere con una certa tranquillità economica.

Negli anni ’90 l’antica cultura siracusana radicata su agricoltura, pesca, pastorizia e artigianato locale mutò completamente; oramai le attività economiche legate al settore terziario del lavoro (informatica, attività bancarie, trasporti e soprattutto turismo) stavano facendo evolvere l’economia aretusea mettendola a passo con i tempi moderni; difatti è anche merito della cittadinanza che più volte ha alzato la voce per far valere i propri diritti in campo economico, politico e sociale.

Oggigiorno Siracusa sta diventando sempre più un attiva nel campo commerciale e turistico, grazie anche all’ausilio dell’Unione Europea che ha convogliato moltissimi finanziamenti verso la città aretusea per far si che vengano aperte nuove attività economiche. Ma soprattutto come è stato detto nel paragrafo precedente è anche grazie ai cittadini siracusani, che insieme all’intera popolazione provinciale, hanno capito che per uscire dal ritardo economico accumulato rispetto ad altre aree dell’Italia bisognava semplicemente rimboccarsi le maniche ed avere coraggio nell’intraprendere nuove attività economico – formative anche superando numerose difficoltà, ma al costo di poter offrire un’opportunità lavorativa alla gente vogliosa di entrare a far parte del mondo del lavoro. Non è che la situazione sia tanto migliorata rispetto ad alcuni anni fa (continuano ad esserci sempre più poveri che ricchi), però si stanno facendo molti passi avanti per fa si che questa città siciliana possa finalmente svegliarsi dal torpore che ha avvolto gran parte del Sud in questi ultimi decenni.

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Siracusa oggi; economia, turismo, personaggi famosi

Economia

Oggi la città di Siracusa è divenuta un importante centro economico e commerciale in grado di trainare l’intero peso economico nella Provincia da essa governata. Dopo i passati decenni in cui la città annaspava nella povertà e nella mancanza di attività economiche e stando nella più assoluta carenza delle infrastrutture logistiche (a cui oggi si sta finalmente ponendo rimedio), la città si è ripresa grazie alla buona volontà della maggior parte dei cittadini, supportati anche dallo stanziamento di fondi di denaro da parte della Regione Sicilia e soprattutto dall’Unione Europea, che hanno aiutato anche la Provincia Regionale di Siracusa a risollevarsi economicamente e politicamente. Anche se bisogna dire che l’economia siracusana è ancora prettamente improntata sull’agricoltura, sull’allevamento, sulla pesca e sulle attività artigianali.

Per quanto riguarda l’agricoltura, nei terreni agricoli ubicati nel vasto territoro comunale aretuseo, vengono coltivate molte colture ortive da campo aperto o da serra e molte coltivazioni arboree. Le principali colture da campo aperto sono: lattuga da insalata, cicoria, spinaci, patate (soprattutto la varietà autoctona “Novella di Siracusa” che ha ricevuto la certificazione IGP), carote, cipolle, porri, sedani, finocchi, cavolfiori, carciofi, cetrioli, zucche, fiori di zucca, leguminose (piselli, fagioli, fagiolini, lenticchie, ceci e fave), cereali (frumento duro, avena e orzo) e erbai da fieno. Quelle serricole sono rappresentate da: pomodori, peperoni, melanzane, zucchine, meloni gialli, angurie e fragole (che vengono coltivate soprattutto nella frazione di Cassibile).

Tra le colture arboree troviamo prevalentemente coltivazioni di: limoni (soprattutto la varietà autoctona “Femminello di Siracusa” che ha ottenuto le certificazioni IGP e DOP), cedri (chiamati anche “Bastarduna”), arance a polpa bionda e rossa (“Tarocco”), clementine e mandarini. Le altre colture arboree presenti sono: oliveti, mandorleti, carrubeti, pescheti, vigneti, nespole, fichi, gelsi, cachi, mele cotogne e frutteti vari. Bisogna dire che presso il territorio comunale di Siracusa viene coltivato il vitigno da cui si ottiene il “Moscato di Siracusa”, considerato come uno dei vini più antichi del mondo (a cui è stata recentemente rilasciata sia la certificazione “IGT”, che la certificazione “DOC”).

Inoltre va detto che nelle rive del Fiume Ciane vengono raccolti i celebri “Papiri del Ciane” usati anticamente dalle popolazioni greche e sicule per fabbricare una rudimentale carta, che viene ancora oggi prodotta per scopi turistici commerciali di cui parleremo più sotto.

Per quanto riguarda l’allevamento di bestiame, nelle campagne siracusane possiamo trovare fattorie che allevano: bovini da latte e da carne, suini, ovini, caprini, volatili (galline ovaiole, polli e tacchini da carne, quaglie, anatre, oche e talvolta anche pavoni, questi ultimi allevati per uso estetico), conigli e infine equini (asini e cavalli da corsa).

Diffusa anche la pesca e la vendita di prodotti ittici. Siracusa possiede grandissimi mercati ittici (tra cui quelli giornalieri in Via Trento ad Ortigia presso la Via Giarre nel quartiere popolare di Santa Panagia e quello notturno situato sul Molo Sant’Antonio nel “Porto Grande”) in cui si vende pesce, crostacei e molluschi freschi pescati da equipaggi pescherecci siracusani o di altre città della provincia (Portopalo di Capo Passero, Marzamemi – Pachino, Avola e Augusta). Vengono pescati soprattutto: tonni, alalunghe, pesci spada, lampughe, sarde, alici, acciughe, sgombri, sauri, merluzzi, cernie, spatole, boghe, ricciole, triglie, sogliole, saraghi, anguille, murene ed altro pesce locale. Tra i crostacei vengono pescati: gamberi, scampi, cicale di mare, aragoste ed astici. Tra i molluschi vengono pescati soprattutto: polpi, seppie, totani e calamari.

In Contrada Isola della Maddalena troviamo molte aziende specializzate nell’allevamento di frutti di mare, in particolare cozze, vongole, tartufi di mare, patelle, fasolari, cannolicchi e ostriche.

Diffusa la pesca di granchi e lumache di mare (lisce o spinose) commestibili, tartufi di mare e “Ricci di Mare”, quest’ultimi però sotto permesso della Guardia Costiera poiché considerati in via di estinzione, quindi divenuti di conseguenza “cibo altamente pregiato”.

E diffusa inoltre anche la raccolta di conchiglie vuote, vendute come souvenir turistici.

I settori industriale e artigianale stanno avendo ultimamente un ruolo molto importante nell’economia siracusana. Le seguenti industrie cittadine sono:

  • edili, dove vengono prodotti: materiali da costruzione (cemento e laterizi), infissi in legno o in metallo (soprattutto in alluminio), materiale di carpenteria (sostegni per il cemento armato in ferro e legno), tubature metalliche e infine elementi decorativi (taglio industriale del marmo e vendita all’ingrosso di piastrelle in ceramica);
  • chimiche, che producono: solventi chimici e materie plastiche (guaine edili e tubature);
  • navali (verniciatura e riparazione barche e pescherecci).

L’industria artigianale è improntata prettamente sulla produzione di generi alimentari tra cui olio extravergine d’oliva, conserve utilizzate come condimento per qualsiasi cibo (aromi e sughi), ortaggi sott’olio (soprattutto olive alla “Stimpirata”, pomodori secchi e altre verdure sempre sott’olio), formaggi stagionati (caciocavallo, pecorino e provole), latticini (“Tuma” e ricotta), prodotti ittici conservati (“Bottarga” di tonno, alici e acciughe sott’olio o sotto sale), prodotti di macelleria (cibi pronti a base di carne tra cui salsicce suine, fettine, braciole e piatti pronti come “arrotolati”,”falso magro” e “spiedini” di varie carni già preconfezionati), prodotti da forno (pane, pizze, focacce e biscotti), caffè tostato, vino (in particolare il “Moscato di Siracusa” divenuto IGT), liquori e rosoli (Limoncello, Mandarinetto e vari rosoli preparati con essenze di fiori, frutti e aromi, tutti preparati in modo naturale e artigianale) e infine dolciumi (torroni, marmellate agli agrumi, confetture di mele cotogne e pasticcini).

Man mano sta prendendo piede sempre di più nelle tante erboristerie cittadine la produzione e vendita di prodotti cosmetici preparati con essenze di agrumi e fiori (soprattutto “Zagare” di arancio e limone, gelsomino, citronella e lavanda) e prodotti omeopatici (infusi e tisane preparati con erbe mediche spontanee del territorio ibleo) trattati biologicamente.

A partire dalla seconda metà degli anni ’90 a Siracusa sono state aperte numerosi centri commerciali e altri negozi che attirano un numero elevato di consumatori. Recentemente nel triangolo Siracusa Nord – Belvedere – Città Giardino (quest’ultima località facente parte del territorio comunale di Melilli) è sorta un’attiva area commerciale chiamata “Parco Commerciale Belvedere” (il cui sito web è www.parcobelvedere.com), dove troviamo grandi centri commerciali che attirano molte persone soprattutto nel fine settimana che comprano molti prodotti scontati di qualsiasi genere (tipica tattica utilizzata da molte aziende commerciali dettata dalle leggi del marketing per attirare sempre più consumatori ed essere competitivi sul mercato offrendo nello stesso tempo prodotti economici ma di qualità), dando vita ad un flusso di mercato molto ampio che sta risollevando le quotazioni economiche dell’area nord di Siracusa. Nel frattempo anche nella periferia sud della città aretusea stanno sorgendo altri centri commerciali. Questo ha fatto si però che molti negozianti cittadini si lamentassero perché la gente preferisce comprare la qualsiasi merce nei centri commerciali a nord e a sud di Siracusa invece che fare le compere nei negozi cittadini. Per questo il comune aretuseo ha istituito in alcuni quartieri cittadini dei cosiddetti “centri commerciali naturali” (che sarebbero l’insieme dei negozi di un determinato quartiere che associati tra loro danno vita ad una sorta di galleria commerciale) che attuano anche loro campagne pubblicitarie, vendita di prodotti a prezzi vantaggiosi unite ad estrazione di premi, spingendo molta gente a comprare in questi esercizi piuttosto che nei grandi centri commerciali, favorendo una vera e propria “concorrenza pacifica” tra centri commerciali e piccoli negozi (un esempio lampante è dato dal “Consorzio CE.NA.CO.” sorto nella periferia nord – est della città, il cui sito web è www.cenaco.it). Siracusa non è la sola, anche altre grandi città siciliane hanno attuato questo tipo di trasformazione commerciale dei propri quartieri cittadini; tra esse ricordiamo soprattutto Modica (RG), Misterbianco e Caltagirone (CT), Tremestieri (ME), Gela (CL), Licata e Sciacca (AG), Marsala (TP), insieme a tutte le città capoluogo di provincia della Sicilia. Bisogna dire infine che provincia aretusea vi è un altro esempio di “centro commerciale naturale” nel centro storico della vicina città di Avola.

Turismo, cultura e folclore

La principale fonte di reddito a Siracusa resta comunque il turismo. La ricchezza di monumenti storici, sacri e le molte bellezze naturalistiche che sorgono dentro e fuori la città, attirano numerosi turisti provenienti sia dall’Italia sia dall’estero che si riversano in massa principalmente ad Ortigia, nel Parco Archeologico e nel Santuario della Madonna delle Lacrime. Attorno a queste aree sono sorti innumerevoli alberghi, ristoranti e trattorie (specialmente ad Ortigia, quartiere colmo di trattorie e ristoranti, sia di lusso sia “popolari”). Va detto inoltre che nella città sono stati aperti moltissimi bed & breakfast, che tuttora si stanno diffondendo a “macchia di leopardo” in tutto il tessuto urbano di Siracusa ma anche nelle frazioni amministrative. Anche il numero delle aperture di aziende agrituristiche nelle campagne aretusee è divenuto sempre più crescente, difatti stanno sorgendo moltissimi agriturismi in particolare nell’area iblea del territorio comunale siracusano (presso i confino con i territori comunali di Floridia, Canicattini Bagni e Noto). Inoltre bisogna dire che stanno sorgendo numerosissime aree parcheggio attrezzate per custodire automobili e camper dentro e fuori la città. Presso le frazioni marinare di Siracusa (Fontane Bianche, Ognina, Arenella, Terrauzza, Plemmirio e Isola della Maddalena) sono sorti numerosi camping e villaggi turistici dotati di ogni lusso.

Negli ultimi tempi sono stati inaugurati tantissimi locali di ritrovo per i giovani (discoteche, pub) sia nel centro storico che nei quartieri periferici della città (comprendenti le frazioni amministrative balneari) e addirittura un “Parco Acquatico” nella periferia nord della città aretusea, ubicato presso l’area commerciale posta nei pressi della frazione di Belvedere.

Sono anche diffuse anche attività turistiche legate al folclore siciliano tra cui: giri turistici della città vecchia su carretti siciliani, “Opera dei Pupi Siciliani”, lavorazione del “Papiro del Ciane” da cui viene estratta la sopraelencata carta sopra cui vengono dipinte raffigurazioni legate alla città di Siracusa (raffiguranti spesso monumenti di Ortigia, il Teatro Greco, l’Orecchio di Dionisio, “Santa Lucia” e la “Madonna delle Lacrime”), la fabbricazione artigianale e vendita di souvenirs (di cui troviamo: carrettini siciliani, ceste in canna o vimini dette “Panari”, recipienti per la ricotta in legno detti “Cavagne”, strumenti musicali folcloristici come “Maranzani”, zufoli di legno detti in siciliano “Friscaletti” o “Frischitti” e tamburelli siciliani detti “Tabballini”, oggetti sacri legati alla Patrona “Santa Lucia” o alla “Madonna delle Lacrime” e infine piccoli ricordini in ceramica, legno o plastica legati alla città nonché la stampa e il commercio di numerose cartoline raffiguranti monumenti di Siracusa e delle città in provincia).

Inoltre le svariate feste religiose e no che si susseguono durante l’anno attirano anch’esse un enorme numero di visitatori provenienti dalle città limitrofe e anche molti turisti da altre regioni italiane o addirittura da altre nazioni europee. La festa più importante della città che attira più visitatori e turisti di ogni altra è quella dedicata a “Santa Lucia”, Patrona di Siracusa e di tante altre città siciliane e italiane, ma non sono da trascurare le festività consacrate a “San Sebastiano”, alla “Madonna Assunta”, alla “Madonna delle Lacrime”, alla “Madonna Immacolata” e alle festività natalizie.

Bisogna dire infine che il turismo cittadino è stato sensibilmente finanziato dai fondi stanziati dalla Provincia Regionale di Siracusa, dalla Regione Sicilia e soprattutto dall’Unione Europea; i quali hanno anche messo (e continuano a mettere) ingenti somme di denaro a disposizione dei cittadini che desiderano aprire un’attività economica legata al turismo, che dia anche nel frattempo un’opportunità di lavoro per i giovani disoccupati.

Concludiamo citando qualche breve cenno sul ruolo formativo – culturale che la città sta avendo ultimamente.

A Siracusa vi hanno sede numerosi istituti di istruzione secondaria superiore che richiamano a loro molti studenti dai paesi di provincia poiché esse danno un diploma in grado di poter far si che i giovani possano affacciarsi sul mondo del lavoro. Inoltre la città è dotata anche di numerosi enti di formazione professionale finanziati dalla Regione Sicilia, che cercano di dare sbocchi professionali ai disoccupati adulti o giovani di Siracusa e provincia.

Dal 1997 ad Ortigia è stata aperta inoltre una sede distaccata della facoltà di architettura dell’Università di Catania, dislocata in varie sedi (si parla anche di un “Quarto Polo Universitario Siciliano” che, oltre a Siracusa, dovrebbe sorgere anche nelle città di Ragusa ed Enna). E inoltre sono presenti a Siracusa numerose scuole private che insegnano materie artistiche (musica, danza classica e moderna, pittura e arte drammatica).

La città è inoltre sede di numerosi musei. I più importanti sono:

  • il “Museo archeologico Paolo Orsi”, dove vi sono numerosi reperti archeologici di età greca e sicula provenienti da tutto il sud est siciliano;
  • il “Palazzo Bellomo”, pinacoteca dove sono presenti importantissime opere d’arte di pittori rinascimentali e seicenteschi, tra cui quadri di Antonello da Messina e Caravaggio;
  • il “Museo della Lacrimazione”, situato all’interno del Santuario della Madonna delle Lacrime, dove sono conservati filmati storici, articoli giornalistici ed ex-voto legati all’evento della “Lacrimazione della Madonna” del 29 Agosto 1953.

Oltre questi vi sono anche altri piccoli musei o gallerie (dei “Pupi Siciliani”, del “Papiro”, del “Cinema” ecc…).

La città ricopre da molti secoli anche un grandissimo ruolo nel settore teatrale – drammaturgico, divenendo una delle città dove l’arte drammatica è divenuto un vero e proprio “stile di vita”. Difatti in primavera e in estate al Teatro Greco si tengono moltissime rappresentazioni sceniche di poeti classici greci (tra cui Tucidide, Eschilo, Omero ecc…..) a cui assistono molti cittadini siracusani. Inoltre i palazzi barocchi di Ortigia e le sale cinematografiche cittadine fungono molte volte da palcoscenico di opere sia liriche (concerti di musica classica e melodrammi) sia di teatro moderno (recitazioni filodrammatiche e comiche, commedie, musical e saggi di scuole artistiche di Siracusa e provincia). Inoltre in estate nella frazione balneare di Fontane Bianche e nell’area del Castello Maniace vengono organizzati da Agosto a Settembre numerosi concerti a cui partecipano alcuni dei più importanti cantanti di musica leggera.

Va detto infine che dal Dicembre 2005 Siracusa è stata iscritta dall’Unesco nell’elenco dei “Luoghi Patrimonio dell’Umanità” insieme alla “Necropoli di Pantalica” (situata nei pressi di Sortino) proprio per le sue bellezze architettoniche e naturali, ma anche per le attività artistico – culturali – folcloristiche che si svolgono nella città aretusea.

Personaggi famosi

La città di Siracusa ha dato i natali a molte personalità che hanno dato lustro alla storia passata ed attuale del panorama culturale italiano ed internazionale.

Per quanto riguarda l’età greca (escludendo tutti i “Tiranni” che governavano la città) citiamo lo scienziato e filosofo Archimede che fu scienziato, astrologo, inventore, ma soprattutto un grande matematico; il logografo Tisia; lo storico Filisto; i Poeti Mosco e Teocrito.

Per quanto riguarda il periodo romano citiamo “San Marziano”, soldato romano convertitosi al Cristianesimo e martirizzato sotto Diocleziano nel 303 d.C. e “Santa Lucia”, Vergine e Martire martirizzata sempre sotto Diocleziano nel 304 d.C. divenuta “Santa Patrona di Siracusa” e di altre città italiane.

 Facendo un salto millenario arriviamo nel seicento dove citiamo lo scultore Gaetano Zumbo e il pittore Mario Minniti, importanti artisti noti in Italia per le loro opere d’arte.

 Per quanto riguarda il 1700, ricordiamo l’architetto Rosario Gagliardi (disegnatore di molte chiese in stile barocco tra cui: la Chiesa di San Domenico e dell’Immacolata a Noto, della Chiesa dell’Annunziata ad Avola, del Duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla, della Chiesa Madre di Modica, sempre dedicata a San Giorgio e di varie chiese nelle province di Ragusa e Catania), il matematico Saverio Landolina e l’archeologo Valerio Landolina.

Per quanto riguarda l’800 ricordiamo il poeta Tommaso Gargallo, fondatore dell’INDA (Istituto Nazionale Del Dramma Antico), un’associazione che si occupa tuttora nel rappresentare nei vari teatri siciliani e nazionali classici tratti dalla poesia greca.

Per quanto riguarda il 1900 e gli anni 2000 citiamo: lo scienziato Antonino Lo Surdo; lo scrittore Elio Vittorini, l’architetto Gaetano Rapisardi, l’attore teatrale Salvatore Randone; gli arbitri Concetto Lo Bello e Rosario Lo Bello (rispettivamente padre e figlio), il nuotatore Vincenzo Maiorca; il pallanuotista Paolo Caldarella; il giornalista Mario Francese ucciso dalla mafia dopo aver denunciato i mali che essa recava (e reca) alla Sicilia; i pugili Vincenzo Rossitto e Salvatore Battaglia; il campione italiano di salto con l’asta Giuseppe Gibilisco; lo scienziato Fulvio Frisone, che malgrado un suo grave handicap continua coraggiosamente i suoi studi per la “Fusione Nucleare a freddo” che venendo attuata risolverà quasi del tutto il problema energetico abbandonando lo sfruttamento dei combustibili fossili; la modella e showgirl Nadia Bengala; il comico Dario Bandiera; il canottiere Carlo Grande; lo schermidore Stefano Barrera; i calciatori Giovanni Pisano (che ha militato in varie squadre calcistiche nazionali e siciliane tra cui Genoa, Salernitana, Cosenza, Enna, Vittoria, Siracusa e infine Palazzolo, Belvedere e Avola Calcio), Salvatore Amenta (militante in squadre come Modica, Vittoria, Ragusa, Nocerina e Palazzolo) e Maurizio Iannelli (che ha giocato a Catania, San Benedetto del Tronto in C1 e infine a Gela); gli allenatori di calcio Loreno Cassia e Giuseppe Patania; il cantante Mario Venuti autore di molte canzoni di successo; infine il doppiatore Antonino Accolla celebre per i suoi doppiaggi.

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Guida turistica di Siracusa – Belvedere – Cassibile
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

All’ingresso della città di Siracusa è posto il “Parco Archeologico della Neapolis” in cui sono comprese le principali rovine di epoca greca della città siracusana. Al di fuori di esso vi sono la Strada Panoramica, le rovine del Teatro Lineare, il “Tecnoparco Archimede” dedicato al famoso scienziato aretuseo, le rovine di Contrada Zappalà e l’asse viario formato dalle Vie Cavallari – Romagnoli con la statua bronzea del “Prometeo Incatenato” in cui si raggiunge la Casina Cuti (in cui sono poste la biglietteria d’ingresso al parco archeologico e le bancarelle dei souvenirs) e le rovine orientali del parco archeologico. Varcato l’ingresso a pagamento possiamo ammirare la Chiesa di San Nicolò ai Cordari, l’Arco Augusteo e le Piscine Romane, le rovine dell’Anfiteatro Romano di Siracusa (uno dei più grandi esistiti in Sicilia), l’Ara di Ierone ossia un altare votivo fatto erigere dall’omonimo tiranno siracusano, la Casina dei Mugnai che era un antico mulino facente parte di un sistema di palmenti alimentati dall’Acquedotto Galermi (vedi più sotto) e ovviamente il Teatro Greco di Siracusa, che è il monumento più importante del parco archeologico in cui oggigiorno si tengono rappresentazioni di antiche tragedie greche e spettacoli di vario tipo. A poca distanza dal Teatro Greco presso la zona alta del Parco Archeologico della Neapolis vi sono la Grotta del Ninfeo, una fontana che funge da sbocco del sopracitato Acquedotto Galermi, il Colle Temenite e le rovine del Santuario di Apollo Temenite. La parte meridionale del parco archeologico presenta il celebre Orecchio di Dionisio (cavità artificiale caratterizzata da una particolare acustica), la Grotta dei Cordari in cui un tempo vi lavoravano i fabbricanti di corde, la Grotta del Salnitro, le Latomie della Neapolis e la “Necropoli delle Grotticelle” in cui è posta la cosiddetta “Grotta di Archimede”.

Al di fuori del Parco Archeologico della Neapolis è posto il centro urbano di Siracusa composto dai suoi moderni quartieri e viali posti presso un’altura rocciosa che si affaccia presso il Mare Ionio. Al centro di esso è posta la Piazza della Vittoria con le Rovine del Tempio di Demetra e Kore, su cui si erge la massiccia mole del Santuario della Madonna delle Lacrime, costruito in seguito al miracolo che riguardò la lacrimazione di una statuina raffigurante la “Madonna” avvenuta nell’anno 1953. A poca distanza è posta la Piazza San Marziano in cui troviamo il Monastero dei Frati Carmelitani di San Giovanni alle Catacombe ma soprattutto le Catacombe di San Giovanni e la Cripta di San Marziano un vasto sito funerario ipogeico di epoca paleocristiana tra i più grandi d’Italia. Nelle vicinanze vi sono il Casale Broggi con le limitrofe Latomie del Casale. Proseguendo per il Viale Teocrito troviamo l’Ipogeo Politi, il Museo Archeologico “Paolo Orsi” (uno dei più importanti siti museali della Sicilia) e la Villa Landolina – Navanteri posta all’interno di un piccolo sito archeologico. Da ammirare anche le Catacombe di Vigna Cassia (le più grandi poste all’interno di Siracusa), il Pozzo dei Cento Gradini e la Chiesa col Collegio di Santa Maria di Gesù.

L’area sudoccidentale di Siracusa comprende l’area nota come “Borgata di Santa Lucia” delimitato dalla Piazza Euripide e dal Viale Luigi Cadorna. In questa zona si trovano la Villa Cannizzo, la Casa dei Sessanta Letti, l’Ipogeo di Via Piave, la Piazza Luigi Leone Cuella, lo Stadio Vittorio Emanuele III ma soprattutto la grande Piazza Santa Lucia in cui sono poste la settecentesca Chiesa di Santa Lucia al Sepolcro eretta presso il luogo in cui venne martirizzata “Santa Lucia”, l’edificio in cui è collocata la Tomba di Santa Lucia e le Catacombe di Santa Lucia. Da citare anche la presenza dell’Ipogeo Fuhrer, le Catacombe di Orto San Giuliano, le Rovine di Via Napoli, l’Oratorio di Via degli Orti di San Giorgio in cui avvenne la “Lacrimazione della Madonna delle Lacrime”, la Casa Moscuzza, la “Colonna di Santa Lucia”, le rovine delle Terme di Diana e dell’Arsenale Greco di Siracusa e il Palazzo Conigliaro.

Ad est della Borgata è posta la Riviera Dionisio il Grande posta su di un’alta scogliera alla fine del quale è posta la settecentesca Chiesa col Convento dei Frati Cappuccini, un’elegante villa in stile neoclassico e la particolare Latomia dei Cappuccini, uno dei siti archeologico – naturalistici più interessanti della città siracusana. Degno di nota è il grandioso Monumento ai Caduti in Africa eretto alla memoria dei militari siracusani deceduti nel continente africano durante la II guerra mondiale e infine la limitrofa Villa Abela in stile liberty.

A nordest di Siracusa è posto il Quartiere Acradina chiamato così poiché è posto presso il rilievo noto come “Balza Acradina”. Qui possiamo ammirare la moderna Chiesa di Gesù dei Santi degli Ultimi Giorni, la neoclassica Villa Politi (sede di un lussuoso albergo), la Cittadella dello Sport di Siracusa con adiacenti alcune rovine archeologiche in Via Paolo Caldarella, l’edificio liberty ospitante l’Istituto Provinciale di Assistenza all’Infanzia, il Cinema Vasquez, la Latomia di Via Polibio, la moderna Chiesa del Sacro Cuore di Gesù, la medievale Torre di Bosco Minniti, la moderna Chiesa di Santa Maria Madre della Chiesa, il Parco Archimede e la moderna Chiesa di San Metodio.

L’estrema area nordorientale di Siracusa è contraddistinta dai Quartieri Grottasanta e Mazzarrona in cui possiamo ammirare le Latomie di Via Senatore Di Giovanni, la Chiesa di Santa Maria Addolorata della Grotta Santa e il sottostante Eremo della Grotta Santa, alcune rovine Ronco a Via Servi di Maria e la moderna Chiesa di San Corrado Confalonieri.

L’area nordoccidentale di Siracusa comprende il Quartiere Tiche comprendente le aree di Santa Panagia, Scala Greca e della Pizzuta, in cui possiamo ammirare i resti delle Mura di Gelone, la Latomia di Viale Santa Panagia, la Necropoli di Viale Santa Panagia, la Chiesa di Santa Maria Madre di Dio, la Chiesa della Sacra Famiglia, la Chiesa di Sant’Antonio di Padova, la Torre della Pizzuta, la Necropoli di Viale Scala Greca e l’Acquedotto Paradiso, la Villa Moscuzza, la Villa Daniele, la Villa Ortisi e la Villa Lucia.

Ad ovest della città è posto il Quartiere Epipoli – Villaggio Miano in cui troviamo le rovine di Contrada Fondo Ferrante, la Chiesa di San Francesco di Assisi, la Chiesa del Santissimo Salvatore, la Villa Reimann col suo interessante giardino, le Latomie del Carratore, le Terme Ellenistiche di Via Zappalà – Sebastiano Agati, il Canale Galermi (ossia un acquedotto di epoca greca che conduce le acque di Pantalica a Siracusa sgorgando presso la sopracitata Grotta del Ninfeo) e infine l’Ipogeo Cassola.

L’area meridionale della parte moderna di Siracusa è contraddistinta dal “Quartiere Neapolis” solcato dal Corso Gelone, in cui oltre al sopracitato “Parco Archeologico della Neapolis” vi sono posti il Campo Scuola “Pippo Di Natale”, le rovine dell’ex Giardino Spagna, la moderna Chiesa di Santa Rita, la Torre di Villa Modica – Beneventano, l’Istituto Salesiano con la Chiesa di Maria Santissima di Fatima, le rovine lungo la ferrovia siracusana, l’ex Stazione di Siracusa Nuova da cui partiva la linea ferroviaria “Siracusa – Ragusa – Vizzini” che oltrepassava Pantalica e la Valle dell’Anapo e infine la Stazione Ferroviaria di SiracusaL’estrema area meridionale è compresa nel Quartiere Umbertino delimitato dalla Piazza Marconi in cui è posto il Foro Siracusano ossia la principale area verde cittadina caratterizzata anche dalla presenza di rovine archeologiche con a poca distanza la Chiesa di San Tommaso al Pantheon; esso è chiamato così per la presenza del Corso Umberto I che si collega all’isola di Ortigia. Qui possiamo ammirare l’ex Palazzo della Provincia di Siracusa, la Dogana di Siracusa, l’Ex Stazione Marittima di Siracusa, la Piazza Lepanto e il Porto di Siracusa che si divide in “Porto Piccolo” e “Porto Grande”. A poca distanza vi sono i ruderi del Ginnasio Romano, la Contrada Pantanelli con l’Autodromo di Siracusa, il Cimitero Inglese di Siracusa e infine il Cimitero Monumentale di Siracusa.

A sud di Siracusa è posta l’isola di Ortigia in cui è collocato il centro storico della città di Siracusa colmo di edifici storici e di rovine archeologiche il cui accesso è favorito dal monumentale Ponte Umbertino.

Da qui raggiungiamo la Piazza delle Poste in cui è collocato l’imponente Palazzo delle Poste; nelle vicinanze vi sono anche il neogotico Palazzo Lucchetti e i ruderi di epoca greca della Porta Urbica. Al centro dell’area settentrionale di Ortigia è posta la Piazza Emanuele Pancali in cui possiamo ammirare le rovine del Tempio di Apollo comprendente il sito dell’antica caserma borbonica. A poca distanza vi sono il Palazzo del Mercato edificio in cui un tempo si teneva la vendita dei prodotti alimentari che ora ospita uno spazio culturale, il Mercato di Ortigia formato da varie bancarelle in cui ogni giorno vengono venduti generi alimentari (frutta, verdura, pesce, carni, salumi ecc…) e merci di vario genere. A poca distanza vi sono il Palazzo Grimaldi – Daniele di Torresena, il Palazzo Candido e infine la Chiesa di San Paolo Apostolo.

A poca distanza, nell’area nordorientale di Ortigia, è collocato il pittoresco “Quartiere della Graziella” caratterizzato dalla presenza di interessanti edifici quali il medievale Palazzo Abela – Daniele, la Chiesa di San Tommaso Apostolo, la settecentesca Chiesa con l’ex Convento di Santa Maria del Ritiro (ora sede del “Museo Leonardo da Vinci e Archimede”), il medievale Palazzo Gargallo al Carmine, la barocca Chiesa con l’ex Convento del Carmine, il Palazzo Bongiovanni avente eleganti bassorilievi decorativi, la medievale Chiesa di San Pietro Apostolo, il Teatro Politeama Epicarmo e infine il Largo Graziella che da il nome a questo quartiere.

Al centro dell’area settentrionale di Ortigia è posto il Corso Giacomo Matteotti, elegante strada che conduce nel cuore del centro storico aretuseo, in cui è posto il Palazzo Greco e a poca distanza la Chiesa di San Cristoforo. Al termine del Corso Matteotti è collocata l’elegante Piazza Archimede, in cui possiamo ammirare la monumentale Fontana di Diana ed eleganti edifici quali il Palazzo Senatorio, il Palazzo Pupillo, il Palazzo della Prefettura, il Palazzo dell’Orologio, il Palazzo Lanza – Bucceri e infine il Palazzo Gargallo – Interlandi.

A nordest di Piazza Archimede è collocato il Quartiere della Sperduta delimitato dalle Vie dei Mergulensi e Gargallo, in cui possiamo ammirare il Palazzo D’Amico, il Palazzo Montalto che è uno dei più importanti edifici di epoca medievale della città siracusana, ciò che resta della Chiesa dei Quattro Santi Coronati, il Palazzo Gargallo, la Chiesa dei Santi Biagio e Leonardo dei Cavalieri di Malta, il Palazzo Minniti e il Palazzo Spagna – Politi

A nordest di Ortigia è posto il “Quartiere dei Bottai” costeggiato dalle Vie Cavour e dell’Amalfitania oltre che da vari vicoletti, in cui possiamo ammirare il Palazzo Abela di costruzione medievale, il Palazzo del Governatore e il Palazzo Gilistro.

Presso la costa nordorientale di Ortigia si affaccia l’area nota come “Quartiere della Marina” collocato presso l’area del “Porto Grande” di Siracusa. Nell’area più interna del quartiere possiamo ammirare il Palazzo Giaracà, il Palazzo della Camera di Commercio, la medievale Porta Marina, la Cappella Votiva della Fratellanza di San Sebastiano, la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, la Casa Giaracà, il panoramico Passeggio Adorno e il Palazzo Adorno – Zappalà. Presso l’area portuale è posto il lungo Foro Italico ossia l’area di passeggio della “Marina di Siracusa” comprendente anche la “Fontana degli Schiavi” e il Magazzino della Torre dell’Aquila. Al termine del Foro Italico è posta l’alberata Piazzetta IV Novembre in cui è posto l’Acquario Tropicale di Siracusa; da qui parte il panoramico Passeggio Aretusa che conduce al Largo Aretusa da cui si può godere di un ttimpo panorama sul mare siracusano e in cui sono collocati il Palazzo Specchi ma soprattutto uno dei luoghi simbolo di Siracusa; la Fonte Aretusa caratterizzata da alte piante di papiro. A sud del Largo Aretusa vi è posto il Lungomare Alfeo che conduce presso l’area del Castello Maniace (vedi più sotto) mentre a nord è posto l’elegante Palazzo Politi sede di un lussuoso albergo.

Dal Largo Aretusa percorriamo l’elegante Via Pompeo Picherali in cui si affacciano il medievale Palazzo Migliaccio, il settecentesco Palazzo Monteforte – Moncada e la Piazzetta San Rocco con la Chiesa di San Rocco e l’ex Ospedale delle Sante Piaghe. Qui è collocata anche la pittoresca Via delle Vergini col suo famoso arco, in cui è collocata la Chiesa con l’ex Convento di Santa Maria di Montevergini.

Dalle Vie Picherali e delle Vergini raggiungiamo la bella Piazza Duomo, la principale di Ortigia in cui si affacciano i principali edifici religiosi e politici della città aretusea. Qui possiamo ammirare il Palazzo Arcivescovile sede dell’Arcidiocesi di Siracusa e del suo Seminario, l’elegante Cattedrale di Santa Lucia in stile barocco costruita sul preesistente “Tempio di Atena” di epoca greca e consacrata al culto di “Santa Lucia” (Patrona della città di Siracusa) che al suo interno si presenta colma di opere d’arte, il Palazzo Vermexio sede del Municipio di Siracusa comprendente le Rovine dell’Artemision e dell’ex Chiesa di San Sebastianello, il Palazzo Interlandi – Salonia, il monumentale Palazzo Beneventano del Bosco (uno dei più eleganti edifici nobiliari di Siracusa), il Palazzo Arezzo della Targia – Gaetani, il Palazzo della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa, il Palazzo Bonanno – Toscano, l’elegante Palazzo Borgia del Casale e infine la Chiesa di Santa Lucia alla Badia (consacrata a “San Sebastiano”, Compatrono di Siracusa) con il limitrofo Convento. Vicino alla Piazza Duomo sono poste le Vie Carceri Vecchie e Minerva, in cui sono posti la Casa degli Esercizi e l’ex Seminario dei Chierici.

A nord della Piazza Duomo è posta la Via Saverio Landolina in cui possiamo ammirare il Palazzo Francica – Nava e il Palazzo Chiaramonte (entrambi di origine medievale), il Palazzo Scandurra – Impellizzeri e la grande Chiesa del Collegio dei Gesuiti. Da qui percorriamo la Via del Consiglio Reginale con la Corte degli Avolio in cui si affacciano il medievale Palazzo della Camera del Consiglio Reginale (uno delle più antiche organizzazioni politiche femminili), il Palazzo Adorno e il Palazzo Rizza.

Ad est di Piazza Duomo, al centro di Ortigia, è posta la Via Roma facente capo al quartiere noto come “Turba” in cui sono posti interessanti edifici quali il Palazzo Interlandi – Pizzuto, il Palazzo Arezzo – Landolina, il Palazzo Romeo di Magnisi, il Palazzo Burlò – Fardella, la Chiesa di Santa Maria della Concezione con il suo ex Convento (sede della Provincia di Siracusa), il Palazzo Alagona – Fontana, il Palazzo Chindemi, il Palazzo Oddo, il Palazzo Bonanno – Ardizzone, il Teatro Comunale di Siracusa in stile neoclassico, il Palazzo Medievale di Ronco I alla Turba, il Palazzo Lantieri e infine il Palazzo Spagna – Altieri.

Ad est di Ortigia è posta l’elegante Via Maestranza che delimita l’area orientale di Ortigia formando l’omonimo quartiere in cui si affacciano alcuni degli edifici settecenteschi più importanti del centro storico siracusano. Essi sono il Palazzo Dumontier, il Palazzo Impellizzeri – Vianisi, il Palazzo del Governo, il Palazzo Bonanno, il Palazzo Spagna, il Palazzo Zappata – Gargallo, la Chiesa del Santissimo Salvatore annessa all’ex Convento delle Teresiane, il Palazzo Regina, il Palazzo Romeo – Bufardeci, la Chiesa e il Convento di Santa Maria Immacolata, il Palazzo Ardizzone, il Palazzo Blanco, il Palazzo Signer – Reale – Riscica, il Palazzo Rizza – Daniele con facciata curvilinea, il Palazzo Bucceri, l’elegante Palazzo Impellizzeri – Daniele con eleganti bassorilievi decorativi, il Palazzo Nava – Pancali e il Palazzo Bozzanca – La Rocca.

A sud della Via Maestranza è posto il “Quartiere della Giudecca” chiamato così perché nel medioevo era popolato da una vasta comunità giudaica. Qui possiamo ammirare il Teatro dei Pupi Siciliani di Siracusa, il particolare Palazzo D’Alessandro, la Chiesa di San Filippo Apostolo con i suoi ambienti ipogeici (comprendenti una cripta sepolcrale, un rifugio antiaereo e un antico “Bagno Ebraico”), la medievale Chiesa di San Giovanni Battista detta anche di “San Giovannello”, la Chiesa e l’ex Convento di San Francesco di Paola, il Palazzo Midiri – Cardona (sede del Museo dei Pupi Siciliani di Siracusa), la Casa di Mario Minniti (in cui nacque l’omonimo pittore seicentesco siracusano), il Palazzo Bianca – Corpaci con l’annesso Miqweh Ebraico sotterraneo, il Palazzo Fucile e il Museo del Cinema posto all’interno del Palazzo Corpaci.

A sud dell’area della Giudecca è posto il “Quartiere della Cannamela” chiamato così poiché un tempo vi erano botteghe in cui veniva lavorato lo zucchero di canna. Qui possiamo ammirare il Palazzo Scandurra – Navanteri – Meli, la Chiesa di San Giuseppe, il Palazzo Diamante, il Palazzo Ferla (sede del museo “Galleria Roma”), la Chiesa e l’ex Convento di San Domenico, il Monastero di Santa Maria Aracoeli e la Chiesa di Sant’Anna.

La cuspide meridionale di Ortigia comprende il “Quartiere Maniace” delimitato a nord dalla Via Capodieci in cui si affacciano la Chiesa di Gesù e Maria, il Palazzo Bellomo – Parisio sede di un’importante museo di importanza nazionale oltre ad esser stato in passato la sede del Convento Benedettino di Siracusa a cui apparteneva la limitrofa Chiesa di San Benedetto in stile barocco, la medievale Chiesa di San Martino Vescovo, la settecentesca Casa Nazzareno, il Palazzo e la Corte dello Steri e il Palazzo Naro – Avolio – Malfitano. Presso la Via Maniace si affacciano il Palazzo Fortezza – Bongiovanni comprendente una conceria sotterranea e l’elegante Palazzo Blanco di Furmica. Qui è collocata la Piazza Federico II di Svevia caratterizzata dalla presenza di importanti edifici quali il Palazzo Cannizzo – Bellomia (avente anch’esso una conceria sotterranea) e l’imponente Caserma Abela, oggi sede della Facoltà di Architettura e Beni Culturali di Siracusa. A sud della piazza, presso la cuspide meridionale dell’isola di Ortigia, è posto il principale monumento medievale della città aretusea, il Castello Maniace che, oltre a dare il nome al limitrofo quartiere, si presenta come uno degli edifici medievali meglio conservati della Sicilia sudorientale.

Nella parte orientale del centro storico siracusano è posto il Lungomare di Ortigia, scenografica strada che si affaccia sul Mare Ionio che lambisce l’intera costa orientale dell’omonima isola. Qui possiamo ammirare la settecentesca Chiesa dello Spirito Santo con la sua particolare cupola, il Palazzo Platania – Fortezza, la Caserma Caldieri, l’ex Convento dei Carmelitani Scalzi con la Chiesa di Santa Teresa, il panoramico Largo della Gancia in cui si affaccia il Palazzo della Gancia, il Forte Vigliena in cui è posto un belvedere panoramico, l’ex Monastero di Sant’Agostino (attuale sede del “Museo del Papiro di Siracusa”) e il Belvedere San Giacomo.

Presso l’area settentrionale del Lungomare di Ortigia è posto il caratteristico “Quartiere della Mastrarua” caratterizzato dalla presenza di importanti edifici barocchi quali il Palazzo Vitale, il Palazzo Impellizzeri – Mastrarua, il Palazzo Russo, il Palazzo Bellassai, il Palazzo Navanteri – Blanco, il Palazzo Mezio – Blanco, la Chiesa con l’Oratorio di San Filippo Neri, il medievale Palazzo Interlandi, il Palazzo Monteforte, il Palazzo Romano, Palazzo Cilio, il Palazzo Vinci, la Casa Natale di Elio Vittorini e il Palazzo Loffredo di Cassibile.

Nell’estremità nordorientale di Ortigia sono posti il Bastione di San Giovannello da cui si può godere di un’ottimo panorama sulla città siracusana e l’ex Carcere Borbonico della città aretusea.

 Vanno citati infine gli Ipogei sotterranei di Ortigia posti in vari punti del centro storico siracusano di cui i più noti sono gli Ipogei di Piazza Duomo, delle Concerie dell’Aretusa, di San Rocco e del Levante.

Ad ovest della città aretusea vi è posta la Piana di Siracusa col suo Territorio ibleo, in cui nell’area sudoccidentale possiamo ammirare il Tempio di Giove Olimpo, la Necropoli di Contrada Rinaura, le rovine di Cozzo Pantano, la Torre Landolina, il Vallone Cavadonna e le rovine di Contrada Iancarossa – Magrantino. L’area occidentale comprende le vaste necropoli di Contrada Fusco – Regina e Fusco – Canalicchio, la Masseria Bonanno, il tratto aretuseo dell’Ex Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini, il Feudo Beneventano – Cifalino, la Cava di Capo Corso in cui scorre il Fiume Anapo, la Masseria Pezza – Muragliamele, il Vallone Cifalino, la Cava Case Bianche (comprendente il corso orientale del Fiume Anapo), l’area rurale di Rigiliffi – Tivoli – Benali e il Feudo Impellizzeri – Benali. L’area nordorientale comprende il Ponte di Contrada Case Monterosso, l’area iblea della Cava Monasteri, l’ex Feudo Monasteri comprendente un vasto campo di golf, il Feudo Cavadonna – Nava, l’area iblea di Cugno Punteruolo, la Cava Spinitelli e l’area rupestre formata dalle Grotte Chiusazza e Genovese.

L’area ad oriente di Siracusa comprende il suo vasto territorio marino caratterizzato da aree balneari aventi curiosità archeologiche e naturalistiche. Immediatamente a sudest di Siracusa è posta la Riserva Naturale Orientata Fiume Ciane e Saline di Siracusa, che comprende il Lido dei Pantanelli, le aree umide dei “Pantanelli di Siracusa” e delle “Paludi Lisimelie”, il “Sentiero del Ciane”, il corso d’acqua noto come “Canale Mammaiabica”, il “Fiume Ciane” con le sue sorgenti e il suo corso delimitato da un vasto papireto, l’area di Cifalino – Fontana Mortilla, la Masseria Navora, il corso finale del Fiume Anapo e infine l’area umida delle Saline di Siracusa.

Andando ancora verso sud arriviamo presso la zona costiera della Penisola della Maddalena (chiamata così perché si dice che qui vi sbarcò “Santa Maria Maddalena”) comprendente il Faro Carrozzieri, l’area balneare del Lido Sacramento, l’area marina di Contrada Isola – Punta del Pero, il Faro Massolivieri (che segnala l’ingresso al “Porto Grande” di Siracusa), la Villa La Rocca, la Torretta di Contrada Mondio, la Villa Beneventano del Bosco, la neogotica Chiesa di Santa Maria Mediatrice di tutte le grazie, il Villino Beneventano, la Villa Conigliaro, la Villa Parlato e il moderno Santuario della Divina Misericordia.

In questa penisola è collocata l’importante Riserva Marina del Plemmirio, che comprende una vasta area bagnata dal Mare Ionio tutelata dal punto di vista naturalistico, paesaggistico ed archeologico. Possiamo ammirare le aree di Punta Castelluccio, Punta della Mola e Punta Tavola, la Scogliera della Maddalena, la Punta del Gigante in cui è posta la “Grotta della Pillirina”, la Punta Tavernara, la moderna Chiesa della Madonna della Roccia, la Punta dell’Elefante, la scogliera di Capo Murro di Porco che essendo delimitata dal “Faro del Plemmirio” contraddistingue l’estrema protuberanza della Penisola della Maddalena, le Grotte Bizantine del Plemmirio, la Scogliera di Capo Meli, la Costa Bianca, la Necropoli del Plemmirio, il Feudo Giaracà con la presenza di antiche latomie, la Tonnara, il Litorale e il centro urbano di Terrauzza, l’area di Milocca, la Torre di Milocca, l’area archeologica di Matrensa e infine l’area marina di Fanusa

A sud della Penisola della Maddalena è posta la località balneare di Arenella, caratterizzata dalla presenza della Masseria Giaracà protagonista di una curiosa leggenda locale e dalla catacomba nota come “Ipogeo Gallitto“, oltre che dal suo centro abitato posto in prossimità delle sue aree che sono la rocciosa Scogliera dell’Arenella il sabbioso Lido Arenella; a sud è posta l’alta scogliera di Punta Arenella.

A sud dell’Arenella è posta la località nota come “Ognina” caratterizzata da un litorale roccioso caratterizzato da anfratti, insenature e particolari scogli che formano archi naturali. Qui è posto il suo centro abitato con a poca distanza il “Porto Canale” utilizzato dai locali pescatori, l’Isolotto di Ognina, la Scogliera di Ognina, la Punta Asparano e il Capo Ognina.

A nord di Siracusa è posta l’area del Parco Archeologico di Santa Panagia posto tra le aree di Santa Panagia, Scala Greca e Targia, comprendente il Litorale settentrionale di Siracusa posto su di un’alta scogliera, attraversata dal Percorso Ciclabile sulla vecchia Ferrovia Siracusa – Santa Panagia – Targia. Presso il Capo Santa Panagia è posta la settecentesca Tonnara, adiacente alle rovine del Porto Greco posto presso lo sbocco della Cava di Santa Panagia in cui è collocata l’omonima Chiesa Rupestre che da il nome a tutta questa zona. Presso la limitrofa scogliera è posta la particolare sorgente marina di Acqua della Colomba. In quest’area sono poste le rovine della Porta di Hexapylon che era la principale dell’antica città aretusea, i ruderi dell’antica “Scala Greca” che da il nome all’omonima area periferica siracusana, le rovine dell’Artemision e della soprastante“Porta Scea” (posti nell’area nordoccidentale dell’area periferica di Scala Greca). A nord di Siracusa vi sono la Torre di Targia, il medievale Castello di caccia di Federico II ora sede di un’azienda vitivinicola, le rovine delle mura settentrionali di Siracusa, i resti dell’interessante Villaggio neolitico di Stentinello e infine il Litorale Targia – Stentinello – Fondaco Nuovo.

Ad ovest di Siracusa è posta la frazione amministrativa di Belvedere, interessante area urbana avente un piccolo centro storico, solcato da un asse viario formato dalle Vie Alcide De Gasperis – Indipendenza e Siracusa oltre che dalle Piazze Eurialo, Bonanno, Fratelli Bandiera e dalla Via Poggio del Carancino. Qui possiamo ammirare la Chiesa di Santa Maria della Consolazione consacrata a “Sant’Anna” (Patrona di Belvedere), la Chiesa di Santa Maria del Paradiso consacrata a “San Sebastiano” (Compatrono di Belvedere), l’imponente Castello di Belvedere noto come “Semaforo” e l’Ostello della Gioventù.

Ad est di Belvedere è posto il Parco Archeologico del Castello Eurialo e delle Mura Dionigiane, che comprende le rovine della particolare fortezza greca nota come “Castello Eurialo” considerata come uno dei più antichi prototipi di “castello” o “fortezza difensiva” fino ad ora costruiti. Esso si affaccia sul rilievo noto come “Balza di Epipoli” in cui è posta una Necropoli Ellenistica, il sito rupestre delle Latomie del Bufalaro, i ruderi della Porta di Dionisio e il tracciato delle possenti “Mura Dionigiane” che, assieme al Castello Eurialo, difendevano l’antica città di Siracusa. Da citare infine le rovine di Cugno Ballarella e altre rovine facenti parte del Parco delle Mura Dionigiane.

Nei dintorni di Belvedere è posto il suo territorio ibleo in cui possiamo ammirare le rovine e gli edifici storici di Contrada Sinerchia, un ex Monastero Francescano noto come “Villa Cocuzza”, l’ex Convento delle Carmelitane, il Vallone Carancino in cui è posto il tratto siracusano della “Valle dell’Anapo”, la Villa Monteforte, le Necropoli di Contrada Biggemi – Grottone e Case Molino, l’area di Contrada Tremilia, l’ex Feudo Bonanno e le rovine della Chiesa Paleocristiana di San Pietro ad Baias.

Nell’estrema area meridionale del territorio comunale di Siracusa è posta la frazione di Cassibile, il cui centro urbano è solcato per intero dalla Via Nazionale. Qui possiamo ammirare la Piazza Marchese Loffredo di Cassibile nell’area sudoccidentale di Cassibile, la centrale Piazza della Parrocchia con la moderna Chiesa di San Giuseppe (consacrata al “Patrono di Cassibile”) e il Monumento ai caduti della II guerra mondiale. Nell’area orientale di Cassibile è posto il grande Parco di Cassibile, un’ampia e moderna area di verde pubblico, oltre al pittoresco “Presepe di Cartapesta” che viene aperto ai visitatori durante il periodo natalizio. Immediatamente a sud di Cassibile è posto il Vecchio Borgo di Cassibile fatto erigere dai Marchesi Loffredo, al centro della quale vi è posta la Chiesa della Sacra Famiglia. A poca distanza è posta la Stazione Ferroviaria di Cassibile – Fontane Bianche.

Attorno a Cassibile è posto il suo vasto territorio ibleo che a sud è delimitato dalla Cava Grande del Fiume Cassibile che delimita il confine tra i territori comunali di Siracusa ed Avola. Qui possiamo ammirare la Villa del Marchese di Cassibile, le rovine di Contrada Stradigò, ma soprattutto il sito archeologico della Necropoli del Fiume Cassibile compresa tra la sopracitata Cava Grande e altre cavità iblee minori che va a formare con circa 2000 tombe rupestri il secondo sito funerario rupestre più grande della Sicilia dopo la Necropoli di Pantalica. A poca distanza è posto il Cugno Mola su cui è posto il “Castello del Marchese di Cassibile”.

Ad nordovest di Cassibile vi sono il Vallone Mortellaro, l’area di Contrada Teste Mozze nota come “Cacocciulu” per via della presenza di una curiosa roccia a forma di carciofo e il sito rupestre della “Grotta Giovanna”. Nell’antistante piana possiamo ammirare l’ex Feudo Cafici – Spinagallo, il vasto Ippodromo del Mediterraneo uno dei più grandi del meridione d’Italia in cui oltre a corse ippiche si tengono anche eventi di vario genere. A poca distanza sono posti i rilievi iblei in cui è collocata la “Grotta di Spinagallo”, celebre per il ritrovamento degli scheletri di due elefanti nani esposti al Museo Paolo Orsi di Siracusa, con l’adiacente Contrada Maeggio in cui è posto l’ex Feudo Bonanno – Maeggio. In questa zona è collocata la Riserva Naturale Integrata “Grotta Monello” in cui presso alcuni rilievi iblei che si affacciano sul Vallone Moscasanti sono poste varie caverne carsiche di cui le più importanti sono la “Grotta Monello” (la più importante cavità carsica della Provincia di Siracusa comprendente grandi stalattiti e stalagmiti) e la “Grotta del Conzo”.

A nordest di Cassibile, oltre a varie necropoli e rovine collocate a poca distanza dal centro abitato, vanno citati i Feudi Scandurra – Sant’Elia e Midiri – Cardona, la Torre Cuba (costruzione di origine bizantina), le rovine di Contrada Torre Tonda, la Villa dell’Armistizio di Cassibile in Contrada San Michele in cui venne firmata la resa dell’esercito italiano il 3 Settembre del 1943, il Feudo Impellizzeri – Santa Teresa Longarini, la Stazione Ferroviaria di Santa Teresa Longarini e la Villa Romana di Contrada Laganelli di Mottava.

A sudest di Cassibile è posta la frazione marina di Fontane Bianche, una delle più importanti aree balneari del siracusano, contraddistinta da un moderno centro abitato, ma anche dai ruderi di un villaggio neolitico, da alcune sorgenti e soprattutto dalla sua costa rocciosa. Da ammirare il porticciolo nuovo, alcune rovine archeologiche che comprendono anche i ruderi della “Tonnara di Fontane Bianche” e la moderna Chiesa di Santa Maria Stella del Mare. A sud vi è posto il Lido con i Faraglioni di Fontane Bianche contraddistinto da una bella spiaggia sabbiosa sede di importanti stabilimenti balneari, mentre l’estrema costa meridionale è caratterizzata dalla curiosa scogliera nota come “Punta del Cane”.

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Elenco completo dei luoghi da visitare

Chiese, monumenti e rovine dei quartieri moderni di Siracusa

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Parco Archeologico della Neapolis

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Ortigia, centro storico di Siracusa

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Piana di Siracusa, Territorio ibleo siracusano e rovine archeologiche

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Territorio marino siracusano e Parco Archeologico di Santa Panagia

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Belvedere – Castello Eurialo e Parco Archeologico delle Mura Dionigiane

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Cassibile – Fontane Bianche

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I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

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Geolocalizzazione dei luoghi da visitare

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Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

Le principali feste religiose e popolari di Siracusa sono quelle consacrate a “Santa Lucia” la Patrona della città di Siracusa, di cui vanno citate la “Festa di Santa Lucia di Aprile” che commemora la miracolosa sudorazione della statua di “Santa Lucia al Sepolcro” avvenuta nel Maggio 1735 in seguito ad un assedio a cui la città aretusea scampò miracolosamente, la “Festa di Santa Lucia delle Quaglie” che si tiene a Maggio con cui si commemora un miracolo avvenuto il 13 Maggio 1646 quando la città siracusana venne alleviata da una grave carestia, e infine la “Festa di Santa Lucia di Dicembre” che è quella più importante in quanto si celebra il 13 Dicembre, giorno in cui ricorre la data che commemora liturgicamente il “Martirio di Santa Lucia”. Queste festività in onore della venerata “Santa Siracusana” prevedono la presenza di un grande numero di devoti siracusani e no, nonché lo svolgimento di eventi e rassegne di vario tipo, nonché di interessanti spettacoli pirotecnici.

Un’altro importante evento religioso è la “Festa della Madonna delle Lacrime” in cui tra il 29 Agosto e l’1 Settembre di ogni anno si commemora la “Lacrimazione della Madonna” a Siracusa avvenuta nelle medesime date dell’ano 1953 presso una casa collocata in Via degli Orti di San Giorgio.

Altre ricorrenze religiose importanti sono la “Festa di San Sebastiano” celebrata il 20 Gennaio in onore del “Compatrono di Siracusa” e la “Festa di Santa Maria Assunta” celebrata il 15 Agosto comprendente la “Regata dell’Assunta”, la “Processione a Mare” della statua della “Madonna” e vari riti religiosi e popolari oltre a spettacoli pirotecnici sul mare comprendenti anche quelli del “Capodanno Estivo” di Fontane Bianche (vedi più sotto).

Altre importanti feste che si tengono all’interno della città aretusea sono: la “Pasqua Siracusana” (i cui riti sono celebrati anche nelle frazioni di Belvedere e Cassibile), la “Festa di Santa Rita” (celebrata anche a Cassibile), la “Festa della Madonna di Santa Panagia”, la “Festa del Corpus Domini” comprendente l’Infiorata di Ortigia, la “Festa del Sacro Cuore di Gesù”, la “Festa di San Metodio di Siracusa”, la “Festa di Sant’Antonio di Padova”, la “Festa di Santa Maria Addolorata” e la “Festa di San Francesco di Assisi”.

Press la frazione di Belvedere si tiene a Settembre la vivace “Festa di Sant’Anna” consacrata alla “Patrona” della frazione siracusana comprendente vari riti sacri, eventi di vario tipo e spettacoli pirotecnici, così come la “Festa di San Sebastiano” consacrata al “Protettore” della località belvederese che si tiene invece a Gennaio, mentre a Febbraio viene festeggiato il “Carnevale di Belvedere” che è l’unico a svolgersi in maniera festosa all’interno del territorio comunale siracusano.

A Cassibile si festeggia la “Festa di San Giuseppe” consacrata al “Patrono” della frazione, che comprende vivaci riti popolari, mentre nella limitrofa località di Fontane Bianche viene celebrata il 13 Agosto la “Festa di Santa Maria Stella del Mare”, assieme all’evento noto come “Capodanno Estivo” che comprende un bello spettacolo pirotecnico sul mare effettuato la notte tra il 14 e il 15 Agosto.

Da citare infine le ricorrenze della Commemorazione di tutti i Defunti e la Festa di San Martino che si tengono a Novembre, e infine il “Natale Siracusano” comprendente la bella “Festa di Santa Maria Immacolata” celebrata ad Ortigia oltre a vari eventi di tipo natalizio organizzati in tutto il territorio comunale di cui vanno citati i Presepi artistici e il “Presepe Vivente di Belvedere” oltre allo spettacolo danzante della “Vigilia di Capodanno” che si tiene in Piazza Duomo.

Vanno inoltre citate le tradizioni popolari siracusane in cui figurano molte leggende di origine greca come i Miti di Aretusa, di Ciane e Anapo e del nome di Siracusa, oltre a varie leggende di origine popolare.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Siracusa, Belvedere e Cassibile

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Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Festa del Limone

La Festa del Limone si tiene a Siracusa nell’ultimo fine settimana di Febbraio. Essa è una rassegna enogastronomica che promuove il cosiddetto “Limone Femminello di Siracusa” di recente classficato come “IGP” (“Identificazione Geografica Protetta”) con degustazioni di prodotti a base di questo frutto (coltivato nelle campagne siracusane e nei centri costieri della provincia). Questa maniferazione dura tre giorni (Venerdì, Sabato e Domenica) e si tiene presso la Piazza Duomo in Ortigia. Oltre a degustazioni di dolciumi e liquori a base di limone siracusano, si tengono anche visite organizzate per il centro storico della città, mostre fotografiche e convegni sull’agrumicultura della Sicilia sud orientale.

Motoraduno di Cassibile “Memorial Danilo Iacono” (Cassibile)

Il Motoraduno di Cassibile intitolato ad un cassibilese deceduto, si tiene la seconda (o terza) Domenica di Marzo presso la Via Nazionale (SS 115 SR – Avola). Prevede la sfilata e la mostra di auto d’epoca e spettacoli di vario tipo.

Sagra e Festa della Fragola (Cassibile)

La Festa della Fragola, che dura dal 28 Aprile al 1 Maggio, è la rassegna enogastronomica più importante della frazione cassibilese in cui viene promosso il suo prodotto principale, la “Fragola di Cassibile”, in procinto di ottenere la certificazione “IGP” (“Identificazione Geografica Protetta”).

La Festa della Fragola, che si tiene all’Ippodromo del Mediterraneo (posto sulla S.P. Cassibile – Floridia), prevede degustazioni di specialità culinarie a base di fragola in cui, oltre a dolciumi (cannoli, torte e altri dolci) e bevande a base di fragola, figurano anche preparazioni salate (salsicce alla fragola, risotto alla fragola ecc…), nonché gustare direttamente il cosiddetto “Oro rosso di Cassibile” (i cui frutti sono grossi e dolci).

Oltre alle fragole, possiamo anche gustare specialità tipiche siciliane (in special modo delle province di Siracusa e Ragusa) come conserve di verdura (olive, pomodori secchi ecc…) a base di olio extravergine d’oliva locale, formaggi (Caciocavalli, Formaggi Pecorini freschi come il cosiddetto “Primo Sale” o stagionati e Provole) e latticini (Ricotta e “Tuma”, il derivato della bollitura della ricotta), focacce (come le “Impanate” e le “Scacciate”), salumi e insaccati freschi, dolciumi tipici locali e tanti altri prodotti tipici della Sicilia (come sughi a base di peperoncino locale e pistacchio di Bronte, conserve di pesce, liquori e rosoli, prodotti di rosticceria come Arancine e Cartocciate ecc…).

Presso la Festa della Fragola possiamo anche trovare numerosi oggetti dell’artigianato siciliano e multietnico nonché numerosi stand di imprese commerciali locali.

La Festa della Fragola è allietata inoltre da spettacoli cabarettistici, danzanti e musicali (a cura di artisti siciliani, italiani e stranieri), per saperne di più consultate il sito www.festadellafragola.it.

Rappresentazioni Classiche al Teatro Greco

Da Maggio a Giugno, il Teatro Greco di Siracusa ospita le cosiddette “Rappresentazioni Classiche” ossia la recita di commedie scritte dai poeti classici della Grecia antica (Eschilo, Sofocle, Euripide, Omero, Pindaro ecc…) da parte degli attori facenti parte dell’associazione culturale siracusana INDA (“Istituto Nazionale del Dramma Antico”) fondata agli inizi del 900 dal Marchese Mario Tommaso Gargallo con lo scopo di far conoscere alla gente le antiche commedie greche, recitate presso il Teatro Greco della città per riavvicinarsi in un certo modo agli antenati che popolavano la bella e potente Siracusa greca e che qui assistevano a questi medesimi spettacoli.

Durante questa importantissima manifestazione siracusana, che si tiene dal 1914 presso il Teatro Greco, vengono rappresentate tragedie (commedie) greche, a cui assistono, oltre ai siracusani ed ai turisti, anche artisti e attori italiani e internazionali di una certa fama, interessati a questa forma d’arte drammaturgico – comica (perché la commedia greca si divide in comica e drammatica, a seconda di cosa narra).

Tutte le rappresentazioni (i cui attori sono iscritti all’associazione INDA) si tengono dal tardo pomeriggio e iniziano alle 18.30 e alle 18.45. Per sapere di più sulle commedie, sui prezzi del biglietto d’ingresso e quant’altro, visitate il sito www.indafondazione.org.

Premio Vittorini

Il Premio Vittorini (intitolato allo scrittore siracusano Elio Vittorini) si tiene a Giugno presso il Teatro Greco. Questo concorso letterario è riservato ai migliori scrittori siciliani e italiani ed è finanziato dalla Provincia Regionale di Siracusa. In questa manifestazione interverranno anche artisti (cantanti, scrittori, attori) nazionali e internazionali di una certa fama. Per saperne di più visitate il sito www.provsr.it/PV

Estate Siracusana, Latomia Arte, Ortigia Festival, Festa del Mare, spettacoli e concerti all’Arena Maniace e varie rassegne e manifestazioni

L’Estate Siracusana è colma di eventi che si tengono nella città aretusea. Oltre a visite guidate per i turisti nei vari monumenti siracusani, sagre, rassegne enogastronomiche, culturali, musicali, sportive, giochi e spettacoli per i bambini, mostre artistiche nei vari musei della città (Museo Paolo Orsi, Palazzo Bellomo ecc…) vi sono contenitori artistico – culturali come “Latomia Arte” e “Ortigia Festival” (insieme di spettacoli drammaturgico – musicali che si tengono rispettivamente presso le Latomie dei Cappuccini e presso il centro storico di Ortigia).

L’evento più vivace della ricca estate siracusana è la “Festa del Mare” di Agosto in cui figura la regata storica dei cinque quartieri principali di Siracusa (Ortigia, Tica, Acradina, Epipoli e Neapolis) che si tiene il 15 Agosto durante i festeggiamenti in onore di “Santa Maria Assunta” (che prevede anche una degustazione di prodotti ittici siracusani).

L’estate siracusana è anche contraddistinta da importanti spettacoli all’Arena Maniace (lo spiazzale posto di fronte al Castello Maniace di Ortigia) in cui si tengono rassegne di danza classica e moderna, concerti musicali e rassegne teatrali (in cui partecipano artisti siciliani, italiani e internazionali di una certa fama).

Nel periodo estivo presso Ortigia non è raro incontrare piccole sagre enogastronomiche, e spettacoli musicali, così come nelle frazioni marine della città aretusea.

Per saperne di più sul ricco programma dell’Estate Siracusana consultate i siti www.comune.siracusa.it, www.siracusanews.it, www.siracusa2000.com, www.siracusaoggi.itwww.ortigiafestival.itwww.gozzodimarika.it, www.cassibile.com.

Festa dei Sapori Meditarranei (Cassibile)

La Festa dei Sapori Mediterranei si tiene a Cassibile l’ultimo fine settimana di Luglio. Questa rassegna enogastronomica è di tipo multietnico (una delle poche in Sicilia) e valorizza i prodotti e le specialità tipiche siciliane ed orientali (in particolare di origine araba) facendole conoscere e gustare anche ai turisti che in questo periodo visitano la Sicilia (in particolare Siracusa e provincia) ma anche per avvicinare le culture siciliane (ed italiane) a quelle orientali ed africane (in particolare quelle di matrice araba) e quest’evento si tiene proprio a Cassibile, che è un simbolo di tolleranza e rispetto verso le altre culture.

Negli appositi stand possiamo gustare specialità di origine araba (Cous Cous e Kebab in particolare) oltre a piatti tipici siciliani e no, allietati da spettacoli musicali, danzanti e cabarettistici (curati da artisti locali); vi è anche presente l’animazione per i più piccini.

Estate Belvederese e Premio Eurialo (Belvedere)

L’Estate Belvederese è il principale contenitore di spettacoli musicali, eventi sportivi, rassegne culturali, e sagre enogastronomiche che si tengono nella frazione aretusea di Belvedere.

Oltre a tanti eventi organizzati per grandi e bambini, vi è anche l’importante rassegna musico – culturale per ragazzi denominata “Premio Eurialo”, che si tiene nell’ultimo fine settimana di Agosto. In questa manifestazione vengono premiati giovani cantanti, ballerini, poeti e musicisti, ma anche la simpatia dei più piccoli (maschietti e femminucce).

Anniversario dell’Armistizio di Cassibile (Cassibile)

Il 3 Settembre di ogni anno, a Cassibile si tiene l’Anniversario dell’Armistizio firmato dalle forze angloamericane in una masseria di Contrada San Michele (a nord di Cassibile) che sanciva la fine della guerra tra Italia, Francia e Inghilterra (aiutata dall’esercito americano durante il conflitto) a cui seguirà l’invasione nazista della nazione italiana.

Presso la Piazza San Giuseppe vi sarà la deposizione della corona d’alloro sul monumento ai caduti della II guerra mondile nonché una rappresentazione figurata dello sbarco degli Alleati in Sicilia. Non mancano spettacoli musicali e mostre fotografiche.

Luci a Siracusa

E’ il contenitore invernale di spettacoli e rappresentazioni musicali e culturali (nonché di mostre artistiche) a Siracusa, che dura da Dicembre a Gennaio. Durante questo periodo di tempo (comprendenti le feste di Natale, Santa Lucia e San Sebastiano) sotto il nome “Luci a Siracusa” si tengono: proiezioni di film e giochi per bambini, spettacoli musicali, mostre artistiche, saggi di danza e di recitazione ecc… Per saperne di più visitate il sito www.luciasiracusa.it.

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo. 

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono a Siracusa visitate i siti www.comune.siracusa.sr.itwww.siracusanews.itwww.giornaledisiracusa.itwww.siracusa2000.com, www.siracusaoggi.itwww.ortigiafestival.itwww.cassibile.comwww.kairos-web.comwww.cassibile.com e www.belvedere.spazioblog.it.

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Prodotti tipici siracusani

Patata Novella di Siracusa


La Patata Novella di Siracusa.

La Patata Novella di Siracusa, originaria del territorio aretuseo, è uno dei prodotti agricoli più importanti della Sicilia sudorientale nonché della Provincia di Siracusa. Questo tipo di patata viene coltivata tra i territori di Siracusa (in particolare Cassibile e Fontane Bianche), Priolo Gargallo, Augusta, Avola, Noto e Floridia venendo esportata sia nel resto d’Italia che in altre nazioni.

Questo tipo di patata (caratterizzata da una buccia di colore dorato) di forma tondeggiante è piuttosto compatto e questa sua caratteristica organolettica la rende adatta a qualsiasi tipo di preparazione; difatti si appresta ad essere bollita, fritta, infornata e la sua polpa viene utilizzata per la produzione di paste alimentari (gnocchi), purè, specialità tipiche (come le “Zeppole” siracusane) o per arricchire piatti di verdura, carne e pesce.

Limone Femminello di Siracusa


Il Limone Femminello di Siracusa.

Il Limone Femminello di Siracusa (o semplicemente “Femminello”) è la principale specie agrumicola della Sicilia sud orientale la cui coltivazione è estesa in tutto il territorio provinciale, anche se il “centro produttivo” è collocato nei terreni posti tra Siracusa, Avola, Noto, Floridia, Solarino e Canicattini Bagni.

Il Femminello di Siracusa, originario del territorio aretuseo, è uno dei limoni più pregiati d’Italia per le sue importanti qualità organolettiche che lo rendono resistente alle malattie parassitarie e agli sbalzi di temperatura, ma anche alla sua perenne presenza nel mercato con le sue tre fioriture invernali, primaverili ed estive. Dalla fioritura invernale si ottiene il “Primofiore” che è il principale frutto del “Femminello” (di forma ovale con buccia semi ruvida) con profumo e sapoere più deciso; dalla fioritura primaverile si ottiene il “Maiolino” o “Bianchetto” (di forma tonda schiacciata con buccia giallo chiara semiliscia) che ha sapore e profumo più tenue; dalla fioritura estiva si ottiene il “Verdello” (di forma tondo – ovale con buccia verde intermedia) di profumo e sapore leggermente più aspro (dalla buccia di questo limone si ottiene il Limoncello tramite un’apposita lavorazione).

Le tre varietà di Femminello di Siracusa presentano un succo gradevole in grado di insaporire carni, pesci, verdure, ma anche utilizzato come una bevanda altamente vitaminica (poiché l’acido citrico presente nel Femminello e nei limoni in generale è ricco di Vitamina C, che possiede notevoli proprietà disinfettanti e antiossidanti) anche se l’utilizzo maggiore lo si ha nell’industria dolciaria artigianale. Difatti numerosi dolciumi siciliani (come la Granita per non citare i vari pasticcini, biscotti e torte) sono aromatizzati con succo, scorze o crema al limone Femminello. Da citare l’impiego di questo limone nella produzione di liquori come il Limoncello (meglio se artigianale) o la Crema di Limoncello (ottenuta con l’aggiunta di latte).

Altro tipo di Limone Femminello è la varietà detta “Zagara Bianca”, molto più resistente e diffusa ampiamente nella zona meridionale della Provincia di Siracusa. Da citare anche il “Bastarduni”, un limone di grosse dimensioni che viene tagliato a fette e mangiato con zucchero o in insalata.

Per informazioni più approfondite visitate il sito www.limonedisiracusa.it.

L’Anguria di Siracusa

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Fragola di Cassibile


Fragole di Cassibile.

La Fragola di Cassibile è uno dei prodotti agricoli più importanti del territorio siracusano. Le principali coltivazioni di fragole sono ubicate nei pressi di grandi serre poste nell’area cassibilese e sempre a Cassibile si tiene l’evento enogastronomico più importante dell’ampio circondario siracusano, ossia la “Festa della Fragola” (vedi la sezione “Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche” nella pagina precedente per saperne di più).

La Fragola di Cassibile presenta frutti grossi e di colore rosso scuro abbastanza ricchi di zuccheri e vitamine, che si apprestano ad essere mangiati crudi oppure per la trasformazione in confetture, succhi, sciroppi, bevande di vario tipo e dolciumi vari (torte, cannoli, gelati ecc… a base di crema alla fragola). Con la Fragola di Cassibile si confezionano anche ottimi insaccati di maiale (la Salsiccia alla Fragola) e si prepara anche un ottimo risotto (il cui condimento è rappresentato dalla Fragola di Cassibile).

Pasta casereccia siracusana

La produzione di pasta fresca a Siracusa a base di grano duro locale di cui vanno citate anche varietà di “grani antichi siciliani”, è piuttosto fiorente. Su tutti i formati di pasta (gnocchetti, “Cavati”, maccheroni ecc… ottimi se conditi con sugo di carne) va citata la produzione di particolari tagliolini di semola la cui preparazione li prevede appena bolliti, passati nell’uovo e nel pangrattato fino a formare delle polpette, venendo poi fritti nell’olio caldo e cosparsi infine con miele locale. Questa specialità molto antica si chiama “Pasta Fritta alla Siracusana”.

Prodotti ittici siracusani


Varie specie ittiche pescate al largo di Siracusa.

Siracusa, vista la felice posizione sul mare che favorisce l’attività della pesca, della piscicoltura (allevamento di pesci) e dell’acquacoltura (allevamento di frutti di mare, crostacei e molluschi), ha un ruolo molto importante nel settore ittico – conserviero. 

Innanzitutto presso i Mercati giornalieri di Ortigia e di Santa Panagia possiamo trovare pesci, crostacei e molluschi freschi con cui vengono preparate numerose ricette, tra le quali spicca la preparazione nota come “alla Siracusana” in cui qualsiasi tipo di pesce (perlopiù pesce azzurro come sgombri, tonni, pesci spada ecc…) vengono cucinati con pomodoro, cipolla, sale, pepe ed erbe aromatiche del luogo (origano, salvia ecc…). Tipiche di Siracusa anche le triglie passate nella farina e fritte (così come altri tipi di pesci come occhiate, saraghi, gronghi, aguglie e murene), il pesce arrostito sulla griglia, la zuppa di pesce di scoglio o di fondo.

Per quanto riguarda i frutti di mare, va detto che a Siracusa vi sono impianti di cultura per cozze, vongole, cannolicchi, pettini, fasolari, ostriche e altri molluschi; ciò contribuisce al largo consumo (e al basso costo rispetto ad altre aree italiane) di essi, che vengono adoperati per essere consumati freschi o in preparazioni varie (antipasti, zuppe, gratinati ecc…). Stessa cosa dicasi di crostacei (come astici, aragoste e gamberi) o pesci di acqua salmastra (anguille e capitoni).

I bassi costi del pescato fanno si che a Siracusa vi sia una fiorente industria conserviera in grado di produrre molti tipi di conserve di pesce vario come tonno, sgombro, pesce spada ecc… sott’olio, in crema o utilizzati per la preparazione di sughi e salse per pasta… Per non parlare di numerose specialità precotte che, vista la sempre crescente assenza di tempo libero, sono appositamente preparate per essere cucinate e mangiate subito (i cosiddetti “Pronto – Cuoci”). 

Focacce e pizze caserecce

Come buona parte della Sicilia sudorientale, anche a Siracusa vi è la tradizione di preparare focacce e pizze di tipo casereccio, che possiamo acquistare nei panifici e nelle tavole calde della città. Tra le focacce troviamo le cosiddette “Impanate” farcite con vari ingredienti (patate, spinaci, bietole, salumi e insaccati di maiale, formaggi, pesce ecc…), stessa cosa dicasi per le pizze.

Zeppole e Crispelle

Le cosiddette “Zeppole” sono una specialità autunnale di Siracusa (e di gran parte della sua provincia) che consiste il palline a base di impasto di farina di semola di grano duro, semplice o farcito in vari modi (soprattutto con ricotta, finocchio selvatico e acciughe) fatte friggere nell’olio bollente. Affini alle “Zeppole” sono le “Crispelle” (farcite con acciughe e cosparse di miele) la cui unica differenza è nell’impasto, presentante riso bollito.

La produzione di “Zeppole” e “Crispelle” è, come detto prima, concentrata nel periodo autunnale dal periodo che va da Ottobre a Dicembre. Esse, fatte in casa o comprate dagli “Zippulari” (piccoli chioschi in cui vengono fritte e vendute “Zeppole” e “Crispelle”) vengono consumate l’11 Novembre per San Martino o durante la Vigilia di Natale.

La “Cuccìa” di Santa Lucia

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Gli “Occhi di Santa Lucia”

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Le “Schiumette di Siracusa”

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Dolciumi tipici siracusani

Nella città di Siracusa vi sono numerosi dolciumi tipici e, alcuni di essi legati alle festività principali, come la “Cuccìa” (dolce a base di ricotta zuccherata e grano bollito) e gli “Occhi di Santa Lucia” (biscotti di mandorla a forma di occhio) preparati in occasione della festa consacrata alla “Patrona di Siracusa”. I dolci pasquali sono invece i” Cassateddi” (focacce dolci a base di ricotta zuccherata, tuorlo d’uovo e cannella) e talvolta vengono preparati i “Pupi cu l’ovu” ossia pani dolci recanti un uovo sodo al loro interno. Per Natale invece è usanza consumare vari tipi di biscotti e pani dolci (come i “Mustazzoli” a base di miele e mandorle) e torroni con mandorle e semi di sesamo (“Giuggiulena” ). Altri dolci tipici sono i “Totò” (biscotti al cioccolato o con glassa al limone), i biscotti al latte, al burro, con le mandorle, agli agrumi ecc…

Moscato di Siracusa


Una bottiglia di Moscato di Siracusa.

Il Moscato di Siracusa è uno dei vini più importanti della Sicilia, considerato addirittura come il vino più antico d’Italia poiché secondo gli studiosi esso anticamene era noto come “Pollio Siracusano” ed era prodotto tra il VIII e il VII a.C. con uva di origine greca impiantata in Sicilia (ora si utilizza l’uva Moscato bianca). Questo tipo di vino (molto dolce) viene prodotto nel territorio di Siracusa da aziende locali che ogni anno esportano il loro prodotto sia in Italia che nel resto de’Europa.

Il Moscato di Siracusa è un vino da dessert di colore giallo oro che viene utilizzato per accompagnare frutta e dolciumi tipici siciliani, specie quelli del siracusano.

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Artigianato siracusano

Il Papiro di Siracusa

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La Pietra di Siracusa e il suo utilizzo

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I maestri d’ascia siracusani

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Gli attrezzi da pesca utilizzati dai pescatori siracusani

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La produzione di strumenti musicali a Siracusa

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I “Ceri di Santa Lucia”

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Strutture ricettive siracusane

Visita il sito www.tripadvisor.it per saperne di più su hotel, case vacanze, bed & breakfast, pub, discoteche, ristoranti.

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Fotogallery di Siracusa – Belvedere – Cassibile

(in allestimento)

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