Ferla

Sezione in fase di correzione e/o completamento

Homepage – Il SiracusanoFerla

Ferla

Mappa di Ferla e del suo territorio


Mappa di Ferla (per ingrandire la mappa clicca qui).

Torna all’elenco

Cenni principali su Ferla

La città di Ferla, posta a pochi chilometri dal sito di Pantalica e dalla Valle dell’Anapo, è uno dei luoghi montani più belli della Sicilia sudorientale per le sue bellezze architettoniche e paesaggistiche e difatti è entrata a far parte del circuito dei “Borghi più belli d’Italia” (di esso fa parte anche la vicina Palazzolo Acreide). Ferla si trova nel cuore dell’area iblea della Provincia di Siracusa interessata dal sito di Pantalica; dista 42 chilometri dalla città capoluogo e ne dista appena 5 da Cassaro, città con cui Ferla sembra formare un unico agglomerato urbano. Trovandosi geograficamente al centro dell’entroterra ibleo della Provincia di Siracusa, la città di Ferla è stata ribattezzata anche come “Cuore degli Iblei”. La città, il cui nome deriva dalla presenza nel suo territorio di numerose piante note col nome di “Ferula” (utilizzate sia in passato, sia oggigiorno per costruire oggetti in vimini), sorge su un’altura di 550 metri sul livello del mare nota come Monte Rigoria dominante il corso del fiume Anapo. La struttura viaria cittadina è a scacchiera asimmetrica ma alcune vie risultano curve, poiché le strade si adattano alla conformazione montana del territorio cittadino. La principale arteria cittadina è Corso Vittorio Emanuele che attraversa la piazza principale, Piazza San Sebastiano posta nella zona meridionale della cittadina iblea, dove sorge l’omonima monumentale chiesa. Il centro esatto del paese è posto presso la Piazza Sant’Antonio in cui si incrociano la Via Umberto I e il Corso Vittorio Emanuele formando i cosiddetti “Quattro Canti”. Anche Ferla, come i centri vicini di Cassaro, Buscemi e Sortino è ricca di numerosi edifici tardobarocchi di una certa eleganza architettonica come le Chiese di San Sebastiano, San Giacomo e Sant’Antonio e i Palazzi Rau, Tarallo e Mirabella (oggi sede del Museo Sacro di Ferla).


Il centro storico di Ferla fotografato dall’alto, con in basso la Piazza San Sebastiano su cui si affacciano le Chiese di San Sebastiano e di San Giacomo.


La Chiesa di San Sebastiano.


La Chiesa Madre di San Giacomo.


La Chiesa di Sant’Antonio Abate.

Nel territorio comunale ferlese, insieme a quelli limitrofi di Cassaro e Sortino, è stata istituita la “Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande” divenuta nel 2005 “Patrimonio dell’Umanità”, quindi anche la città di Ferla, oltre ad esser stata dichiarata dal governo italiano come “Città d’Arte” possiede anche alcune considerevoli porzioni di territorio comunale facenti parte della Necropoli di Pantalica, diventata “Patrimonio dell’Umanità” grazie all’Unesco (in particolare l’area attorno al Torrente Calcinara), senza contare le altre zone montane limitrofe alla cittadina ferlese.


La zona facente parte della Riserva di Pantalica.

C’è da dire che Ferla, proprio le sue notevoli bellezze architettoniche e paesaggistiche, ma anche per la sua enogastronomia che si basa su prodotti semplici quali pane, olio d’oliva, ortaggi, formaggi e miele tutto delle zone limitrofe, sta divenendo una meta turistica che in estate e nei periodi di festa, attira molti visitatori curiosi di esplorare la questa pittoresca cittadina montana e di apprezzarne le sue festività più note (tra cui vanno citati i festeggiamenti pasquali considerati come i più belli della Provincia di Siracusa, e le feste del “Corpus Domini”, di “San Sebastiano” e le celebrazioni natalizie culminanti col “Presepe Vivente”, degna di nota è anche la “Rassegna Lithos” incentrata sulla cultura e sulla musica popolare siciliana).

Ferla inoltre fa parte insieme a: Canicattini Bagni, Palazzolo Acreide, Cassaro, Buscemi, Buccheri e Sortino della “Zona Montana” della Provincia di Siracusa (www.unionevalleiblei.it).

Torna all’elenco

Statistiche principali

  • Nome in siciliano: “Ferra” ;
  • Abitanti: ferlesi;
  • Popolazione abitante: 2759 abitanti;
  • Comuni confinanti: Cassaro, Buscemi, Buccheri, Sortino, Carlentini (SR);
  • Fiumi e torrenti limitrofi: Fiume AnapoTorrente CalcinaraTorrente Ferla, Torrente ArancioTorrente San MartinoTorrente Mascà, Torrente CavigliaTorrente San RanieriTorrente Sapillone;
  • Monti e rilievi limitrofi: Sella di FiliportoCozzo CastagnaMonte BruiseriMonte San Sebastiano – San RanieriMonte Santa Venera;
  • Clima: freddo e umido in inverno con eventuali nevicatecaldo e torrido in estate, mite con eventuali piogge in autunno e primavera;
  • Santo Patrono: San Sebastiano;
  • Altri Santi venerati: Santa Maria delle GrazieSantissimo Crocifisso, Sant’Antonio AbateSanta SofiaSanta Maria ImmacolataSanta Lucia;
  • Economia ferlese: agricolturaallevamentoturismoeconomia commerciale a conduzione familiare;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: Pane di grano duro, Impanate e Schiacciate, Funghi di bosco, Tartufo di Ferla, Cacciagione, Salumi e salsicce, Formaggi e latticini, “Pipicorni”, “Alivi a Puddastredda”, Olio Extravergine di Oliva, Biscotti “Ncillipati”, “Cassateddi”, “Cavagneddi”, “Cutugnati”, “Sfingi”;

Torna all’elenco

Come raggiungere Ferla

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada  Catania – Siracusa – Gela (in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Siracusa Nord”, per poi immettersi sulla SS 124 Solarino – Palazzolo, e arrivati al bivio con la S.P. 45 che conduce a Cassaro e a Ferla, seguire le indicazioni per Cassaro fino a quando non si arriva nella cittadina cassarese, dopodiché oltrepassare Cassaro e andare in direzione Ferla ed entrare cosi nella cittadina ferlese;
  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna, Agrigento e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella tangenziale, dopodiché sull’Autostrada Catania – Siracusa – Gela e uscire allo svincolo “Siracusa Nord”, per poi immettersi sulla SS 114 Solarino – Palazzolo, e arrivati al bivio con la S.P. 45 che conduce a Cassaro e a Ferla, seguire le indicazioni per Cassaro fino a quando non si arriva nella cittadina cassarese, dopodiché oltrepassare Cassaro e andare in direzione Ferla ed entrare cosi nella cittadina ferlese;
  • Per chi proviene da Gela e Ragusa: immettersi sulla SS 115 fino a Ragusa o continuare sulla medesima strada per imboccare l’Autostrada A 18 Siracusa – Gela andando in direzione “Catania” ed uscire allo svincolo “Siracusa Nord” e seguire il percorso sopraelencato. Per chi proviene sempre dalla provincia ragusana vi è un percorso alternativo; bisogna percorrere la S.P. 23 Palazzolo – Giarratana fino al bivio per Palazzolo Acreide in prossimità della SS 124. Arrivati lì andate in direzione Buscemi, oltrepassate quest’ultima città e imboccate la S.P. 7 per Cassaro e Ferla.

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Siracusa poiché a Ferla non vi sono stazioni ferroviarie; da Siracusa prendere l’autobus delle autolinee AST) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • L’aeroporto più vicino a Ferla è quello di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sul sito controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dall’Aeroporto Fontanarossa conducono a Ferla (controllate le Autolinee AST).

Via Autobus

  • Ferla è attraversata dalle autolinee AST (www.aziendasicilianatrasporti.it); nel rispettivo sito internet potrete visualizzare gli orari e le autolinee che riguardano Ferla.

Via Mare

  • Ferla è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

Torna all’elenco

Storia di Ferla

Dalle origini (2000 a.C.) ai giorni nostri (2000)

Il territorio di Ferla, essendo vicinissimo alla necropoli di di Pantalica, è stato certamente abitato da popolazioni neolitiche di origine sicana che, a partire dal 2000 a.C. circa, andarono a popolare le tante grotte montane presenti nelle vallate e nelle “cave” circostanti.

Dopo alcuni millenni giunsero i Siculi, che iniziarono a costruire alcuni villaggi sugli altipiani montuosi intorno all’attuale Ferla. A mano a mano questi villaggi divennero grandi città fortificate, tra cui ricordiamo l’antica città di Hybla, le cui rovine si trovano al di sopra della vicina “Sella di Filiporto” (sotto cui troviamo la Necropoli di Pantalica). Da queste città giunsero pastori e agricoltori che costruirono molti insediamenti rurali. Anche nell’attuale territorio di Ferla, sulla collina chiamata “Castello” a sud est in cui tuttora vi sono i ruderi del castello medievale della città e presso l’area sotto Via Castelverde a sud ovest della città, sono stati ritrovati i resti di un piccolo villaggio siculo e di piccole Necropoli, intorno all’area che in futuro ospiterà il primitivo centro abitato di Ferla.

Intorno al 740 a.C. nel territorio ferlese vennero i coloni greci provenienti da Siracusa che, secondo gli storici del tempo, vi costruirono alcune dimore tra cui il leggendario “Castel di Lega”, fortezza militare di cui si sono perse le tracce (o che molto probabilmente venne inglobato nel Castello medievale di Ferla, di cui oggi restano solo alcune rovine poste a sud est della città). Con la dominazione romana divenne certamente zona di transito per le truppe legionarie, ma non si è certi se vi siano vere e proprie rovine romane nel territorio apparte quelle del villaggio tardoromano – bizantino sito in Contrada Giarranauti tra i territori di Ferla e Sortino, in piena area di Pantalica.

Dopo la caduta dell’Impero Romano passarono molte popolazioni conquistatrici, in particolare Bizantini (che come detto prima popolarono la limitrofa contrada sortinese di Giarranauti) e Arabi. Forse proprio gli Arabi hanno cominciato a costruire le abitazioni vere e proprie nel punto in cui tuttora sorge Ferla.

Con la discesa dei Normanni in Sicilia, si ebbe la primitiva divisione della zona circostante in due feudi: “Ferula” (sostantivo derivante dal nome di una pianta utilizzata per produrre le fascette in vimini, che tuttora cresce abbondante nei campi circostanti) ubicato lungo il Torrente Ferla e “Xirume” (nome forse di origine araba di cui non si conosce il significato; va detto che un feudo omonimo si trovava tra i territori di Lentini e Francofonte) che forse sorgeva sull’attuale sito cittadino di Ferla. Nel 1269 ci fu una brutta contesa tra Perrucchio Lanza (Barone di Ferula) e Damiano Rubeo (Barone di Xirume) sull’appartenenza di alcuni terreni da pascolo; la contesa andò avanti finché il 23 Luglio di quell’anno si misero d’accordo e unirono i loro due feudi in uno. Va anche detto che secondo alcuni archeologi locali (tra cui lo studioso Giuseppe Garro) l’area a nord di Ferla sarebbe stata interessata dalla presenza di numerosi Eremi popolati da comunità di Monaci. È nota la presenza dei ruderi di un Monastero in Contrada Braida a nord est di Ferla, luogo sorto vicino ad una Necropoli bizantina posta in Contrada San Martino divenuto poi Feudo delle famiglie Rau e Tarallo. Altri probabili monasteri erano quelli di San Sisto – San Leonardo, Sant’Antonio e San Ranieri, che danno nome alle omonime contrade montane ferlesi.

 Nei secoli successivi la città di Ferla si ampliò; vennero costruite chiese, luoghi pubblici e palazzi nobiliari che sorgevano attorno al sito di Castelverde (a sudovest dell’attuale sito urbano di Ferla chiamato così poiché qui vi era posta una fortezza difensiva che sorgeva nella “verde” vallata del Vallone Arancio) mentre l’area militare era ubicata a sud est nella zona di “Castello”, oggi nota col nome di “Castel di Lega” (dal mitico insediamento militare di probabile origine greca), che si congiungeva al sito di Castelverde tramite un imponente cinta muraria, di cui i vari corsi d’acqua (i torrenti Tre Canali, Arancio e Ferla, volendo si potrebbe citare anche il Torrente Calcinara a nord) ne erano il fossato naturale. Il territorio ferlese poi passò alla famiglia netina Rau della Ferla che detenne i diritti feudatari per un lungo periodo di tempo. L’11 Gennaio 1693 arrivò il devastante terremoto, che uccise quasi tutti i ferlesi e distrusse tutta la città. Nel secolo successivo, vista l’impossibilità di ricostruire la città nel sito originario, si decise di riedificarla in un piccolo pianoro sul Monte Rigoria, nelle cui parenti meridionali sorgeva la vecchia Ferla. Furono chiamati molti ingegneri e capomastri, tra cui Antonio de Mastro Jacopo; loro ridisegnarono la planimetria cittadina e progettarono la ricostruzione delle case, delle chiese e dei luoghi pubblici.

Nel 1800 e nella prima metà del 1900 la popolazione aumentò, venne migliorata l’agricoltura, vennero costruite numerose opere pubbliche (tra cui la rete idrica, fognaria ed elettrica) ed edificati nuovi quartieri periferici. Dal 1860 Ferla fece parte della Provincia di Siracusa (dal 4 Agosto 2015 nota come “Libero Consorzio Comunale di Siracusa”) sotto il “Circondario di Noto”.

Come tutti sappiamo la prima metà del 1900 fu tragica per tutta la provincia aretusea, Ferla compresa. Innanzitutto con la I guerra mondiale partirono molti soldati da Ferla; la maggior parte di loro cadde combattendo e i sopravvissuti tornarono orrendamente mutilati. In seguito venne il ventennio fascista che soffocò la libertà della cittadinanza. Infine arrivò la tragica II guerra mondiale che tra combattimenti, repressioni e uccisioni mise in ginocchio la cittadina montana.

Negli anni 50 la popolazione aveva voglia di rinascere: furono ricostruiti gli edifici bombardati e tutte le opere pubbliche andate distrutte, furono costruite altre zone periferiche e furono rimise in sesto le attività economiche cittadine. In seguito all’handicap che ha avuto la Sicilia nei decenni passati, la popolazione ferlese risentì del flusso emigratorio dei giovani verso le grandi città del nord, facendo arrestare la sua crescita economica.

Alla fine degli anni 90 Ferla in un certo senso si è svegliata e grazie ai fondi europei e regionali stanziati per finanziare le aziende locali ed il turismo. Tuttora questo processo economico è in rilancio. Nel 2005 arriva una piacevole sorpresa, la limitrofa “Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell’Anapo e Torrente Cava Grande” è stata inserita dall’Unesco nella lista dei “Luoghi patrimonio dell’umanità” insieme alla città di Siracusa, di questo riconoscimento ne gode anche Ferla perché considerevoli porzioni di Pantalica appartengono al territorio comunale della cittadina ferlese.

Torna all’elenco

Ferla oggi; economia e turismo

Economia

La città di Ferla nei giorni nostri può fregiarsi dei titoli di “Porta di Pantalica” (perché dal suo territorio comunale inizia a serpeggiare l’omonima riserva naturale e archeologica) e “Cuore degli Iblei”, (perché come detto prima, Ferla si trova proprio al centro della Zona montana della provincia aretusea). Il clima è piuttosto variabile; molto freddo nella stagione invernale (si toccano addirittura temperature inferiori allo zero, per cui arrivano nevicate e gelate), molto caldo nella stagione estiva. La temperatura resta mite in primavera e in autunno.

L’economia cittadina resta basata principalmente su agricoltura e allevamento.

Per quanto riguarda l’agricoltura, vengono utilizzati tunnel coperti da teli di nylon per tenere stabile la temperatura attorno alle colture. Vengono coltivati: broccoli, carote, patate, cipolle, legumi, lattuga da insalata, cicoria, zucchine, frumento duro, avena  e erbai da fieno. Troviamo molte colture arboree, le più importanti sono: oliveti, pescheti, mandorleti e carrubeti. Diffusi i boschi, dove possiamo trovare cespugli di more selvatiche e talvolta funghi commestibili. Importante è anche l’economia legata al commercio dei Fichi d’India.

Per quanto riguarda l’allevamento, nel territorio ferlese vengono allevati i seguenti capi di bestiame: bovini da latte o da carne, suini, ovini, caprini, equini (cavalli e asini), galline ovaiole, polli da carne ed altri volatili allevati sia per usi commestibili o amatoriali (anatre, oche, tacchini, conigli e talvolta anche meravigliosi esemplari di pavoni). Diffusa la caccia al cinghiale, alle lepri selvatiche e a volatili tra cui: fagiani, beccacce e piccioni.

Troviamo in città numerose industrie artigiane che producono: oggetti in legno e vimini tra cui “Cavagne” (recipienti per la ricotta) e “Panari” (cestini di vimini); ma anche oggetti in metallo (pentole e utensili vari).

Soprattutto menzioniamo le botteghe alimentari che producono ogni genere di prelibatezze tra cui: latticini (ricotta e “Tuma”) formaggi (provole, forme di pecorino stagionate o fresche e caciocavalli), salumi (salsicce di maiale essiccate e salami di suini neri o di cinghiali cacciati presso i boschi di Buccheri), olio d’oliva, conserve sott’olio (pomodori secchi, olive alla “Stimpirata” e vari ortaggi conservati), prodotti da forno (pane, pizze e calzoni), ma soprattutto prodotti dolciari (torroni e biscotti).

Turismo

A Ferla infine si sta sviluppando un buon movimento turistico, grazie alle associazioni politico – culturali locali, ma soprattutto grazie ai contributi della Provincia Regionale di Siracusa, della Regione Sicilia e dell’Unione Europea.

I cittadini di Ferla, essendo molto ospitali verso i turisti, fanno si che le persone che vanno a visitare le bellezze della loro città vi si trovino a proprio agio. La maggior parte della cittadinanza sta investendo sulla costruzione di strutture ricettive per i turisti. Infatti a Ferla stanno sorgendo: alberghi, bed & breakfast, ristoranti, trattorie, e osterie. La vicinanza al sito di Pantalica rende anche possibile ciò.

Concludiamo dicendo che, anche le feste tradizionali della cittadina iblea ogni anno attirano migliaia e migliaia di persone facendo di Ferla uno dei centri folcloristici più visitati in provincia di Siracusa.

Torna all’elenco

Guida turistica di Ferla
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

Il centro storico di Ferla, contraddistinto dalle particolari case terragne e dalle sue edicole votive, è uno dei più belli della Provincia di Siracusa che è entrato a far parte dei “Borghi più belli d’Italia”. La visita ad esso comincia dalla “Piazza Carmine” con la sua omonima Edicola Votiva, in cui vi sono la Chiesa di Santa Maria del Carmine e il limitrofo “Quartiere del Carmine” in cui è posta la cosiddetta “Villa Lantieri”. Imboccando la Via Vittorio Emanuele (la strada principale della cittadina) possiamo ammirare i Palazzi Lanteri e Campagna – Fisicaro oltre alla limitrofa Zona Panoramica delle Vie Giardini e Arcolanteri. In questa zona possiamo ammirare il “Quartiere San Sebastiano” comprendente l’area della Piazza San Sebastiano con la sua fontana barocca, in cui si affacciano la stupenda Chiesa di San Sebastiano (considerata tra le più belle chiese barocche della Sicilia orientale) consacrata al “Santo Patrono” della città ferlese, con la sua adiacente Casa Canonica. Più avanti è posta la Chiesa Madre di San Giacomo Apostolo con l’adiacente “Quartiere San Giacomo” e i Palazzi Aprile e Cassarino. Percorrendo le Vie Orto Peluso e Santissimo Sacramento arriviamo presso l’ex Palmento Pisasale, posto presso un’antica chiesa bizantina. Proseguendo per la Via Vittorio Emanuele troviamo l’ex Chiesa di San Rocco con l’adiacente Convento dei Benedettini (oggi sede dell’auditorium comunale), i Palazzi La Bruna e Paravizzini arrivando presso la Piazza Francesco Crispi in cui si affacciano il Palazzo Tarallo – Braida e la particolare Chiesa di Sant’Antonio Abate dall’interessante prospetto barocco. Si arriva all’incrocio tra le Vie Vittorio Emanuele e Umberto I che formano i “Quattro Canti di Ferla”, incrocio viario posto all’esatto centro cittadino dividendolo in quattro “quartini”; qui si affaccia il Palazzo Bonaiuto. Dietro la Chiesa di Sant’Antonio è posto il “Quartiere di Sant’Antonio” solcato dalla Via Garibaldi (seconda strada principale di Ferla) in cui si affacciano il Palazzo Mirabella (sede del Museo “Casa della Memoria”), il Municipio di Ferla, le Case Italia e Lantieri, la Chiesa e il Convento di Santa Maria di Gesù e il retrostante ed omonimo quartiere noto anche come “Trappeto”. Lungo la vicina Via Umberto I è posta la Casa Bellofiore. Ad est di Ferla, lungo la Via Cavour, possiamo ammirare i Palazzi Pupillo e Bellofiore. A poca distanza è posto il “Quartiere di Santa Sofia” comprendente la Piazza Marconi in cui si affaccia la Chiesa di Santa Sofia. A poca distanza è posta la panoramica Via Savonarola con l’Edicola Votiva del Vallone. A nord del centro storico di Ferla, percorrendo il tratto settentrionale della Via Vittorio Emanuele, troviamo i Palazzi Cicero e Bonanno, la Chiesa di Santa Maria delle Grazie col retrostante “Quartiere Madonna delle Grazie”. Al termine della Via Vittorio Emanuele, delimitato dall’Edicola Votiva del Crocifissoraggiungiamo il “Quartiere Calvario – Cappuccini” in cui possiamo ammirare la Chiesa di Santa Maria Odigitria col Convento dei Cappuccini, i e infine la grande Edicola Votiva del Calvario. Ad ovest di Ferla è posta la Villa Comunale con l’Edicola Votiva di Santa Maria e il medievale “Quartiere Castelverde”.

Al di fuori di Ferla è posto il suo interessante territorio ibleo comprendente anche il tratto della Valle dell’Anapo appartenente al comune ferlese. Nell’area occidentale vi sono i ruderi medievali ad ovest di Ferla, l’area del Vallone Arancio, il Cimitero di Ferla, le aree di Piano Croce, Montagna, Coste della Casa, la Cava del Torrente Ferla e l’area di Montitto. L’area orientale comprende i ruderi medievali ad est di Ferla, le rovine del Castel di Lega, il Vallone Tre Canali, la particolare area di Braida comprendente le rovine di un monastero benedettino, la zona archeologica di San Martino – San Sisto – San Leonardo e la Contrada Campanio. A nord vi è posto il tratto iniziale della Cava Sapillone e il versante ferlese del Monte Santa Venera.

A nordest della cittadina ferlese è posta la Valle dell’Anapo di Ferla comprendente le aree di Filiporto e Calcinara facenti parte della Riserva di Pantalica; qui si può ammirare il rilievo noto come “Sella di Filiporto”, la Cava Sperone, la zona occidentale di Pantalica, la Cava del Torrente Calcinara, e il bosco con l’area archeologica di Case Giarranauti. Più a monte vi sono le interessanti aree note come Contrade San Giovanni, Calanca, Piano Sant’Antonio, Case San Bastiano, San Ranieri e Bruiseri. Va citata infine la presenza della “Foresta Calcinara” importante area boschiva del territorio ferlese.

Torna all’elenco

Elenco dei luoghi da visitare

Centro urbano di Ferla

Su all’elenco Luoghi da Visitare

Torna all’elenco

Territorio ibleo e Valle dell’Anapo di Ferla

Su all’elenco Luoghi da Visitare

I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

Torna all’elenco

Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

La principale festività religiosa ferlese è la “Pasqua Ferlese” considerata la più bella celebrazione pasquale della Provincia di Siracusa, che comprende i toccanti riti religiosi riguardanti la “Passione e Morte di Cristo” quali la “Via Crucis Vivente”, “U Signuri a’ Canna”, “U Signuri a’ Cruci”, “A Scisa a’ Cruci”, “U Signuri a’ Cascia”, “A Bedda Matri ro Scontru”, “A Sciaccariata”, “U Gesummaria”, “A Cerca” e infine “U Scontru”.

L’altra importante ricorrenza è la “Festa di San Sebastiano” consacrata al “Patrono di Ferla”, che viene celebrata ogni anno il 20 Luglio e comprende toccanti riti come “A Curruta i Sammastianu”, “A Scisa re Nuri”, “A Nisciuta” e le processioni diurne e serali del “Santo Martire”.

Sono sentite anche le festività consacrate a “Santa Maria delle Grazie”, al “Corpus Domini”, a “San Giovanni Battista”, a “Santa Maria Assunta” oltre al Carnevale Ferlese (invernale ma soprattutto quello estivo), alla Commemorazione dei Defunti, alla Festa di San Martino e al Natale Ferlese comprendente le Feste di Santa Maria Immacolata e Santa Lucia oltre allo svolgimento di un interessante Presepe Vivente. In maniera eccezionale vengono festeggiati a cadenze annuali anche “Santa Rita”, “Sant’Antonio Abate”, “Santissimo Crocifisso”“Santa Sofia” e “San Francesco di Assisi”. Da citare infine le varie tradizioni popolari ferlesi.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Ferla

* In circostanze eccezionali vengono festeggiati con festività esterne comprendenti Processioni e eventi vari “San Giacomo”, “Sant’Antonio Abate”, “Santa Rita”, il “Santissimo Crocifisso”. “Santa Sofia” e “San Francesco di Assisi” vai sui siti www.isolainfesta.it www.sebastianopuccio.com per saperne di più oppure clicca nei link sottostanti.

Per informazioni più dettagliate sulle feste ferlesi visitate le pagine facebook delle Chiese di San Giacomo e di San Sebastiano.

Torna all’elenco

Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Festa della Piccola Grande Italia

La “Festa della Piccola Grande Italia” è organizzata ogni anno dalla Legambiente nelle piccole città d’arte italiane, tra cui spicca anche Ferla, dichiarata “Città d’Arte” per le sue bellezze artistiche e architettoniche. Essa si tiene ogni anno agli inizi di Giugno (giorno 1) e prevede importanti conferenze sull’ambiente, visite ai luoghi turistici ferlesi, escursioni (in maniera speciale presso la Cava del Torrente Ferla e presso l’area di Pantalica) e rassegne (“sagre”) enogastronomiche in cui si possono gustare i prodotti tipici locali del territorio ferlese.

Estate Ferlese

È il contenitore degli spettacoli, delle feste e delle sagre che allieteranno Ferla nel periodo estivo. Oltre alle già citate feste e sagre vi sono anche numerosi spettacoli teatrali, musicali, cabarettistici e rassegne sportive, per saperne di più visita il sito del comune di Ferla www.comune.ferla.sr.it.

Sagra del Tartufo Nero di Ferla

Questa importante sagra enogastronomica (conosciuta in passato come “Sagra dei Prodotti Tipici della Montagna”) che si tiene ogni anno a Luglio nei giorni consacrati a “San Sebastiano” (18 e 19 Luglio), sponsorizza il cosiddetto “Tartufo Nero di Ferla”, prodotto di nicchia piuttosto pregiato che solo ora sta venendo alla ribalta proprio grazie a questa manifestazione. Oltre all’ottimo tartufo ibleo (che punta ad essere famoso come quello della limitrofa Palazzolo) che nasce nelle zone incontaminate dei Monti Iblei ferlesi, tutte le pietanze tipiche della zona montana aretusea e ovviamente in particolare quelle di Ferla. Negli stand possiamo trovare di tutto: Tartufi e cibi e conserve varie aromatizzate con esso (salumi, conserve, creme, olio ecc…) ma anche “Pane di Casa” (gustoso pane impastato con farina di semola e cotto nel forno a legna), focacce (tra cui le “Mpanate” e le “Scacciate”), pizze casereccie, formaggi freschi (Ricotta, “Tuma”, “Primosale”) e stagionati (Caciocavallo, Provola, Pecorino), ortaggi sott’olio (tra cui i “Pomodori secchi”, le “Melanzane arrostite” e i “Funghi di Bosco” anch’essi tipici del territorio ferlese), olive (conservate sott’olio, sott’aceto alla “Stimpirata”, a “Pollastrella”, in salamoia ecc…), olio d’oliva extravergine (tra cui in pregiato “Olio dei Monti Iblei”), carni e salumi (tra cui salsicce condite al peperoncino, salami e porchette di maiale o cinghiale ecc…), vini e liquori locali (tra cui il Nero d’Avola, il Moscato e numerosi liquori alla frutta come il Limoncello o il Mandarinetto) e per finire tanti dolciumi tradizionali al miele (in particolare quelli elencati nel paragrafo riguardante il Natale), Oltre alla sagra enogastronomica è possibile ammirare anche rassegne sugli antichi mestieri che si praticavano negli Iblei e assistere a spettacoli musicali e cabarettistici.

Festa della Birra

Nei giorni che precedono il Ferragosto a Ferla viene organizzata la “Festa della Birra” (così come avviene da qualche anno in molte città del siracusano). Presso gli stand è possibile assaggiare diversi tipi di birra e pietanze aromatizzate con questa bevanda (che con il territorio siracusano non ha niente che vedere poiché essa è di importazione germanica, ma che da molto tempo è apprezzata anche dagli italiani, siciliani compresi). Allieteranno le serate esibizioni musicali curate da artisti locali;

“Sagra re Pipicorni”

Il fine settimana che precede il Ferragosto a Ferla si tiene la “Sagra re Pipicorni” (peperoncini che possono essere dolci o piccanti a seconda della varietà) che viene organizzata per sponsorizzare questo prodotto ancora semisconosciuto. Negli stand possiamo gustare i “Pipicorni” sott’aceto, ma anche altri ortaggi sempre sott’aceto, ma anche sott’olio (tra cui le rinomate olive a “Pollastrella” ferlesi) accompagnati dal fragrante “Pane di Casa”. La serata sarà allietata da vari spettacoli musicali curati da artisti locali.

Rassegna Lithos

È una rassegna di spettacoli etnico – musicali che si tiene ogni anno nella città di Ferla durante il primo fine settimana di Settembre presso il sagrato della Chiesa dei Cappuccini. A questa rassegna musicale, curata dal cantante e musicista siracusano Carlo Muratori (uno dei più famosi autori e interpreti di musica popolare siciliana) partecipano molti gruppi musicali che suonano musica etnica di tipo sperimentale. Essi provengono da tutta la Sicilia ma anche da altre parti di Italia e d’Europa. Infatti questa rassegna viene organizzata a Ferla, che geograficamente è il paese posto nel cuore dei Monti Iblei della Sicilia sudorientale a pochi passi dai siti iblei dell’area del Val di Noto meridionale comprendente le aree meridionali del siracusano e del ragusano, da Pantalica vera e propria culla di civiltà di questa vasta area montana, e da quelli settentrionali posti tra le province di Catania e Siracusa. E proprio Ferla è stata scelta proprio per la sua vicinanza a queste zone come agglomerato di cultura popolare musicale della Sicilia meridionale e non solo. Per saperne di più su questa importante rassegna musicale clicca qui.

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo. 

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono a Ferla visitate i siti www.comune.ferla.sr.it e www.sebastianopuccio.com.

Torna all’elenco

Prodotti tipici ferlesi

Tartufo Nero di Ferla

Il Tartufo degli Iblei è sicuramente una piacevole scoperta enogastronomica salita alla ribalta da pochi anni a questa parte, anche se di questo prodotto si sa ancora poco e niente proprio perché è “di nicchia” e quindi piuttosto pregiato, anche se risulta poco costoso rispetto ai più noti tartufi del centro – nord Italia e, secondo alcuni esperti di cucina, questo tartufo non ha niente da invidiare a questi ultimi. Quello più pregiato è il Tartufo Nero, particolarmente abbondante nel territorio ibleo di Ferla tant’è che ormai è stato localmente ribattezzato “Tartufo Nero di Ferla” (anche se il medesimo tipo di tartufo è diffuso anche nei limitrofi territori di Cassaro, Palazzolo, Buscemi, Buccheri, Sortino e Pedagaggi). Lo si trova grazie ai cani da tartufo che, sentendone l’odore abbaiano segnalando la presenza del pregiato tubero. Il tartufo, dopo esser stato pulito, si appresta ad insaporire pasta, zuppe, carne, formaggi e ad aromatizzare conserve e addirittura l’ottimo olio d’oliva ibleo (specie quello ferlese). Ogni anno a Ferla si tiene appunto la Sagra del Tartufo Nero locale (nei giorni di San Sebastiano in cui vi è più affluenza turistica) in cui questa importante pietanza viene servita a fatta conoscere ai turisti che visiteranno la bella cittadina ferlese.

Olive, Olio Extravergine d’oliva e Conserve sott’olio

Il principale prodotto alimentare ferlese oltre al tanto sponsorizzato (e con ragione) Tartufo di Ferla è rappresentato dalle sue olive. Questi frutti mediterranei trovano presso il territorio ferlese l’ambiente giusto per svilupparsi (come del resto in gran parte della provincia aretusea) venendo considerati anche come il principale prodotto alimentare capace di innalzare l’economia cittadina nonché fonte di sostentamento da secoli per le famiglie ferlesi che le coltivano, le raccolgono e le lavorano. Le olive coltivate presso Ferla sono consumate a tavola, ma soprattutto fungono da materia prima per uno squisito olio extravergine d’oliva (simile a quello prodotto nella vicina Cassaro) piuttosto fragrante e profumato, utilizzato per condire numerosi alimenti (carne, pesce, verdure, legumi, bruschette ecc…). Con quest’olio vengoo anche preparate numerose conserve di ortaggi vari come olive (che possono essere o alla “Stimpirata” o a “Pollastrella”), pomodori secchi, melanzane ecc…

Funghi di bosco ferlesi

Nei dintorni della cittadina ferlese, specie nelle aree boschive o presso le cave iblee, non è raro trovare dei funghi, alcuni di essi immangiabili e quindi velenosi, ma alcuni di essi commestibili (bisogna essere comunque esperti in micologia per raccoglierli poiché molte specie di funghi sono letali e quindi bisogna saperli riconoscere). I funghi commestibili che crescono nei dintorni della cittadina ferlese possono essere quelli della Ferula (e in Sicilia noti come “Funghi di Ferla” nome attribuito al nome dialettale della pianta no alla città ferlese, che come sappiamo si chiama proprio così per la massiccia presenza di Ferula nei suoi dintorni) carnosi e succulenti, e il Fungo del Carrubo molto raro da trovare, e quindi piuttosto pregiato e ricercato. Questi funghi (assieme ad altre specie locali commestibili) possono essere usati per condire paste e zuppe (quelli di Carruba in maniera particolare), arrostiti e/o conservati sott’olio (quelli della Ferula). È possibile trovare questi funghi e le loro conserve presso i negozi alimentari ferlesi.

Formaggi e latticini

Nei dintorni di Ferla vi sono molte masserie in cui vengono prodotti formaggi e latticini di altissimo pregio gastronomico. Essi possono essere a base di latte bovino (tra essi citiamo Caciocavalli e Provole) o di latte ovino (tra cui citiamo i vari tipi di Pecorino, fresco o stagionato, la Ricotta e la “Tuma”). Questi formaggi sono molto buoni e sono considerati come un vero e proprio “prodotto di nicchia” piuttosto ricercato.

Salumi caserecci

Ferla è famosa anche per la bontà delle sue carni, provenienti dagli allevamenti ubicati nei dintorni della cittadina iblea. Con esse vengono fatti numerosi insaccati freschi (come la prelibata Salsiccia) o stagionati (Salsicce secche, Salami, Soprressate, Capocolli ecc…). Questi salumi (a base di carne suina o di cinghiale cacciato nei boschi limitrofi ai territori buccheresi e palazzolesi) sono ottimi se accompagnati con del fragrante pane locale o con i formaggi citati poch’anzi.

Pane e focacce caserecce

La notorietà delle specialità enogastronomiche ferlesi è alimentata anche dai prodotti da forno. Tra di essi il pane ricopre un ruolo predominante, poiché esso si presenta fragrante e gustoso, specie se accompagnato da verdure, salumi, formaggi o semplicemente cosparso con abbondante olio e condito con sale e origano (il cosiddetto “Pani Cunzatu”), che serve da base anche a ghiotte bruschette. Assieme al pane, vanno citate anche le prelibate focacce caserecce (“Impanate” e “Scacciate”), farcite con ingredienti vari.

Dolciumi tipici

Concludiamo parlando dei dolci ferlesi, non dissimili a quelli delle città limitrofe. I dolci di Ferla (la maggior parte prettamente a base di miele e mandorle) sono semplici ma deliziosi, e allietano qualiasi festività. I più noti sono i biscotti (“Cuddureddi”, “Piretti”, “Cudduri”, “Viscotti ncillipati” ecc…) seguiti dalle cosiddette “Cavagnedde” (i dolci pasquali a base di farina di grano tenero e rosso d’uovo cosparsi con zucchero colorato che al loro interno recano un uovo sodo intero), ai torroni a base di semi di sesamo (“Ciciurena”), alla “Pagnuccata” (dolce a base di palline di farina di grano tenero legate tra loro con miele caramellato), da varie forme di pani dolci a base di mandorle e miele semplici (come i “Mustazzoli”) o farciti con vari ingredienti (mandorle, miele, confetture di frutta, e noti come “Pasticciotti”) alle forme fantasiose di “Cutugnata” (confettura dura a base di mele cotogne fatta solidificare dentro stampini con forme fantasiose) ed infine concludiamo con le “Cassatedde”, che sono focacce dolci farcite con ricotta zuccherata aromatizzata con cannella e rosso d’uovo. Sono tipici anche i torroni al sesamo (“Ciciurena”) e alle mandorle a base di miele e i “Sfingi”, dolci fritti simili alle Crispelle di San Martino farcite con miele e zucchero.

Torna all’elenco

Artigianato ferlese

(in allestimento)

Torna all’elenco

Strutture ricettive ferlesi

Visita il sito www.tripadvisor.it per saperne di più su hotel, case vacanze, bed & breakfast, pub, discoteche, ristoranti. 

Torna all’elenco

Fotogallery di Ferla

(in allestimento) 

Torna all’elenco

Se volete inviarci materiale fotografico oppure informazioni aggiuntive di vario tipo oppure conoscete altri luoghi da visitare, festività, tradizioni, eventi, prodotti tipici ecc… da aggiungere al sito
cliccate qui.

Torna indietro

Torna alla home page