Giarratana

Giarratana

Mappa di Giarratana e del suo territorio


Mappa di Giarratana (per ingrandire la mappa clicca qui).

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Cenni principali su Giarratana

Giarratana è il centro urbano più piccolo della Provincia di Ragusa il cui territorio è posto a ridosso del confine con le Province di Siracusa e Catania corrispondente all’area più a nord del territorio ragusano occupata dal versante occidentale del Monte Lauro,la vetta più alta dei Monti Iblei.

Il centro urbano dista circa 24 km dal capoluogo Ragusa, a cui è collegata tramite la SS 194 “Ragusana” che si collega anche alla SS 115 per Modica, mentre a nord la SS 194 dopo aver oltrepassato Monterosso Almo, va a collegarsi con l’Autostrada “Catania – Siracusa” in territorio lentinese.

Giarratana è posta su di una collina posta tra il tratto più a monte del Fiume Irminio e il Torrente Cuccovio suo affluente a sud (che scorrono rispettivamente ad est e ad ovest della cittadina), nota come “Poggio delle Dise” (localmente “U Puoju di li Disi” derivante da “Disa” ossia il nome volgare della pianta di Ampelodesmo).

Il suo primitivo impianto urbano è però localizzato più a nord sulla collina di Contrada Terravecchia in cui era posta la medievale “Cerretanum”, distrutta dal terremoto dell’11 Gennaio 1693 che distrusse gran parte del Val di Noto, essendo poi ricostruita più a sud sul sopracitato rilievo.

Infatti Giarratana rappresenta l’unico centro abitato del ragusano ad esser stato ricostruito dopo il sopracitato sisma quasi interamente in un’altra sede, più o meno distante dal suolo cittadino originario.

La cittadina è posta a ridosso di un’altura nota come “U Cuozzu” che si affaccia sulla cava del Torrente Cuccovio, a meridione della quale è posto il centro urbano attuale avente una planimetria caratterizzata da isolati disposti “a scacchiera”.

Gli assi viari del Corso Umberto I e dal Corso XX Settembre dividono in quattro parti l’area urbana della cittadina giarratanese.

Grazie a questa planimetria regolare, Giarratana è urbanisticamente uno dei centri urbani più interessanti del ragusano, caratterizzato tra l’altro dalla presenza di eleganti edifici settecenteschi come le Chiese di San Bartolomeo, Santa Maria Annunziata e Sant’Antonio Abate, e il nobiliare Palazzo Barone.

Ad est Giarratana è lambita da un breve corso d’acqua noto come “Torrente Tiracavalli” che più a sud di immette nel Fiume Irminio.

Al di fuori di Giarratana vi sono interessanti aree montuose di tipo ibleo di cui oltre al Monte Lauro e al limitrofo bosco di Contrada Marchesa va citato anche il Monte Casale – Erbesso su cui sono poste le rovine della città greca di Casmene, poste al confine col territorio di Buscemi in Provincia di Siracusa.

Altri importanti rilievi posti lungo il confine con la provincia siracusana sono il Monte Difisi e la Serra Casale, che è la seconda vetta più alta dei Monti Iblei, e il Monte Cortese.

Questi rilievi delimitano il versante occidentale della Contrada Guffari, da cui si origina il Fiume Anapo, importante fiume dei Monti Iblei siracusani.

I siti montani giarratanesi sono posti in aree solcate da vari corsi d’acqua tra cui il tratto iniziale del Fiume Irminio.

Esso è il più importante fiume della Provincia di Ragusa ricevente vari corsi d’acqua tra cui il Torrente Miele che lambisce l’antico sito abitativo di Terravecchia a nord di Giarratana, e Torrente Cuccovio a sud della cittadina giarratanese nei pressi del bosco di Calaforno, che è un’area archeologico – naturalistica di notevole importanza all’interno della provincia ragusana.


Il Monte Lauro.

Oltre che per le bellezze architettoniche e paesaggistiche, Giarratana è rinomata per belle festività religiose tra le quali citiamo le feste consacrate a “Sant’Antonio Abate” (celebrata a Gennaio), “San Giuseppe” (ricadente nei mesi di Marzo e Settembre) e ai due Santi Patroni “Santa Maria della Neve” e “San Bartolomeo Apostolo” (celebrati entrambi nel mese di Agosto), a cui si aggiungono i riti della Pasqua e il “Presepe Vivente” del periodo natalizio.

Oltre a ciò Giarratana è nota come la “Città della Cipolla” poiché nel suo territorio limitrofo viene coltivata la particolare “Cipolla di Giarratana” divenuto “Presidio Slowfood” (per saperne di più clicca qui), i cui esemplari dalla forma tondeggiante leggermente schiacciata oltre a possedere un ottimo sapore, arrivano a raggiungere considerevoli dimensioni.

Attualmente la coltivazione, il commercio e la lavorazione di questo ortaggio sono la principale fonte di reddito della cittadina, presso la quale il 14 Agosto si tiene la “Sagra della Cipolla di Giarratana”, che ovviamente è il più importante evento enogastronomico della cittadina giarratanese.

Le Cipolle di Giarratana.

Giarratana fa parte dell’Unione dei Comuni “Ibleide” assieme alle limitrofe cittadine di Chiaramonte Gulfi e Monterosso Almo (sito web www.unioneibleide.it).

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Statistiche generali

  • Nome in siciliano: “Gerratana” ;
  • Abitanti: giarratanesi;
  • Popolazione abitante: 2970 abitanti;
  • Comuni confinanti: Ragusa, Modica, Monterosso Almo (RG), Licodia Eubea, Vizzini (CT), Buccheri, Buscemi (SR);
  • Fiumi e torrenti limitrofi: Fiume Irminio, Fiume Anapo, Fiume Vizzini, Torrente Casa Grande, Torrente Cuccovio, Torrente Fosso di MargiTorrente LiequaTorrente Miele, Torrente San Giorgio – Calaforno, Torrente Tiracavalli;
  • Monti e rilievi limitrofi: Cozzo Ferraro, Monte Casale – Erbesso, Monte Cortese, Monte Difisi, Monte Lauro, Poggio Cantarello, Poggio Giallupo, Serra Casale, Serra Mola, Serra Muraglia;
  • Clima: freddo e secco in inverno con eventuali nevicate sui rilievi iblei più alticaldo in estate con venti di ponente o scirocco mitigati dalla posizione montanamite e umido con eventuali piogge e nebbia in autunno e primavera;
  • Santi Patroni: Santa Maria della Neve e San Bartolomeo Apostolo;
  • Altri Santi venerati: Sant’Antonio Abate, San Giuseppe;
  • Economia giarratanese: agricoltura e coltivazione delle Cipolle di Giarratana, allevamento, produzione di olio extravergine di oliva, produzione di formaggi e latticini, produzione di salumi ed insaccati di suinoturismoeconomia commerciale a conduzione familiare, commercio agroalimentare, settore ricettivo;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: Cipolla di Giarratana, Olio Extravergine di Oliva, salumi e insaccati di suino, funghi e tartufi, formaggi e latticini, cereali, legumi, prodotti ortofrutticoli, miele, pizze e focacce, conserve, dolciumi;

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Come raggiungere Giarratana

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada Catania – Siracusa – Gela (in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” (con indicazione anche per Ragusa), per poi immettersi sulla SS 194 Lentini – Vizzini arrivando al “bivio Ragusa – Vizzini” tra la SS 514 per Ragusa e la SS 194 per Vizzini, Monterosso Almo e Giarratana andando in direzione di quest’ultima strada superando i centri abitati di Vizzini e Monterosso Almo per poi arrivare all’ingresso di Giarratana;
  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella tangenziale, dopodiché sull’Autostrada Catania – Siracusa uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” e seguire le indicazioni sopracitate;
  • Per chi proviene da Gela e Agrigento: immettersi sulla SS 115 fino a Ragusa, percorrendo poi la S.P. 7 Comiso – Chiaramonte fino all’ingresso della città chiaramontana, e da qui percorrere le S.P. 8 Chiaramonte – Maltempo e S.P. 62 Bivio Maltempo – Bivio Giarratana fino alla SS 194 andando in direzione di Giarratana;
  • Per chi proviene da Siracusa: immettersi sull’Autostrada A 18 Siracusa – Gela in direzione sud (Gela) uscendo allo svincolo di Rosolini, percorrendo la SS 115 oltrepassando Ispica e Modica per poi uscire allo svincolo “Modica Alta – Ragusa Ibla” percorrendo la SS 194 fino a Giarratana, oppure percorrere la SS 124 fino a Palazzolo Acreide, imboccare la S.P. 23 – S.P. 57 fino a Giarratana, o imboccare la SS 115 Noto – Rosolini imboccando la S.P. 18 Noto – Giarratana e proseguendo (percorrendo in territorio modicano la S.P. 55 in direzione della cittadina giarratanese), o infine uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” dell’Autostrada Siracusa – Catania percorrendo la SS 194 fino al bivio per Vizzini e andando poi in direzione di Giarratana.

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Ragusa e Vittoria) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • Gli aeroporti più vicini a Giarratana sono quelli di Comiso (Aeroporto “Pio La Torre” www.aeroportodicomiso.eu) e di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sui siti controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dagli aeroporti di Catania e Comiso conducono a Giarratana (controllate le Autolinee AST, Interbus e Sais Trasporti).

Via Autobus

Via Mare

  • Giarratana è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

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Storia di Giarratana

Dalla protostoria (2000 a.C.) alla distruzione del terremoto dell’11 Gennaio 1693

I primi insediamenti abitativi limitrofi all’attuale Giarratana risalgono tra il 2000 e il 1900 a.C nel periodo di transizione tra le età del rame e del bronzo quando presso l’attuale area di Calaforno (a sudovest della cittadina giarratanese a ridosso dell’estrema area meridionale del territorio comunale di Monterosso Almo) sorse un’area abitativa e funeraria riutilizzata in epoche successive tra cui quella greco – romana.

Altri insediamenti protostorici di epoca siculo – castellucciana (risalenti all’epoca della “Civiltà del Castelluccio”) erano collocati a sud dell’attuale Giarratana presso le Contrade Donna Scala e Piano Manna (sempre a ridosso del bosco di Calaforno) e sui rilievi montuosi a nord di Giarratana tra cui le aree dei Monti Cortese, Difisi e Serra Casale, oltre al sito in cui sorgerà la medievale cittadina giarratanese noto come “Terravecchia”.

Durante l’epoca greca il territorio giarratanese venne conquistato dai coloni provenienti da Siracusa che nel 644 a.C. fondarono l’insediamento abitativo chiamato “Kasmenai” ovvero “Casmene” sull’altura iblea del Monte Casale – Erbesso (posto tra i territori di Giarratana e Buscemi tra le Province di Ragusa e Siracusa). Questo villaggio era in realtà un avamposto militare collocato nei pressi dell’antica “Via Selinuntina”, strada che collegava le antiche città greche di Siracusa e Selinunte (le cui rovine sono poste presso Castelvetrano in Provincia di Trapani), collegandosi ai centri abitati di “Akrai” le cui rovine sono poste presso la vicina Palazzolo Acreide (SR), “Akrillai” e all’insediamento di Contrada Scornavacche (in territorio di Chiaramonte Gulfi) proseguendo verso ovest lungo la costa mediterranea della Sicilia meridionale collegandosi alle antiche Gela e Agrigento, arrivando poi a Selinunte. Casmene era quindi sede di un’importante guarnigione militare posta a protezione della limitrofa “Akrai” ed ebbe un fondamentale ruolo durante la “Battaglia di Kamarina” del 553 a.C. condotta da Siracusa contro la ribelle colonia camarinense. Il sito abitativo e militare di Casmene però cominciò a cadere in declino e venne abbandonata tra il 400 e il 301 a.C.

Va detto inoltre che questo sito archeologico lo si riteneva vicino alla città di Comiso in base a studi condotti nel 1862 dal religioso e archeologo comisano Padre Biagio La Leta, che effettuò vari studi presso la Contrada Cozzo di Apollo (altura ad est della città comisana) rinvenendo vari ruderi di epoca greco – romana. In base a ciò Padre Biagio La Leta credette che il nome della sua città “Comiso” deriverebbe dall’evoluzione del nome “Casmene” in “Camesne”, che divenne poi “Camese” e infine “Comiso”. Tutto ciò venne sconfessato agli inizi del 1900 col ritrovamento della sopracitata “Casmene” sul Monte Casale – Erbesso da parte dell’archeologo roveretano Paolo Orsi. 

Ritornando alla storia di Giarratana, il sito di Casmene divenne sede di insediamenti rurali abitati da pastori e contadini popolati fino al periodo tardoromano, anche se nel medesimo periodo le popolazioni locali preferirono stabilirsi nella valle solcata dal Fiume Irminio tra le Contrade Monterotondo, Calaforno e Margi; in quest’ultima presso il rilievo noto come “Cozzo delle Anticaglie” era posto un antico villaggio rurale mentre immediatamente a sud di Giarratana in Contrada Orto Mosaico (presso la Via Gulfi) vi sono i resti di una villa di epoca romana. In epoca bizantina il sito di Casmene era già abbandonato mentre altre aree a ridosso del territorio giarratanese limitrofe al Fiume Irminio continuarono man mano ad essere popolate.

All’epoca della conquista araba della Sicilia (avvenuta dall’anno 827) molto probabilmente doveva risalire il primo insediamento urbano vero e proprio del territorio giarratanese sulla collina di Terravecchia lambita dal Fiume Irminio e dal Torrente Miele suo affluente. A questo periodo risalirebbe anche il nome della cittadina giarratanese, la cui radice dovrebbe derivare dal termine “Jara” che significa “recipiente” o “vaso” (e da cui deriva il termine “Giara”). 

Notizie più certe dell’esistenza di Giarratana le si hanno dal periodo della conquista normanna della Sicilia in cui figura il nome del centro abitato sorto sulla collina di Terravecchia noto come “Cerretanum” (o “Ceretanum”), il cui nome è in verità un termine derivato da “Cerrum” ossia quercia, molto probabilmente perché il centro abitato sorgeva a ridosso di un folto bosco di querce. In questo periodo il centro abitato fece parte dell’allora Contea di Ragusa istituita a partire dal 1090 da Ruggero I d’Altavilla (allora Sovrano di Sicilia) che la affidò a Goffredo I d’Altavilla che ne divenne “Conte”. Da allora “Cerretanum” venne fortificata e protetta da un inespugnabile castello.

L’area limitrofa a Giarratana venne divisa in vari feudi noti come “Liequa”, “Pozzi”, “Difisi”, “Doratra” (quelli che un tempo erano più vicini alla cittadina posta sul colle di Terravecchia), “Monterotondo”, “Donna Scala” (che sono quelli più limitrofi all’attuale Giarratana) e “Margi” (posto a sud a poca distanza dall’attuale Lago di Santa Rosalia).

Nel 1195 l’antica Giarratana appartenne a Rinaldo d’Acquaviva (parente dell’imperatore Enrico IV di Franconia reggente del “Sacro Romano Impero”) ma negli anni successivi la sua feudalità appartenne a varie famiglie nobili siciliane di cui va citata la reggenza della famiglia Caltagirone a cui apparteneva il cavaliere e nobile Gualtiero di Caltagirone, importante personalità durante la rivolta dei “Vespri Siciliani” tra angioini (di origine francese) e aragonesi (di origine spagnola), che venne decapitato nella natia città caltagironese il 22 Maggio 1283 (per saperne di più clicca qui). Anche la città giarratanese prese parte a questa rivolta schierandosi a favore degli aragonesi comportando alcune battaglie durante le Guerre del Vespro (che si tennero dopo la sopracitata rivolta), in cui gli avversari angioini ebbero la peggio tra cui quella del 1299 combattuta in una zona dell’antica città sul sito di Terravecchia ancora oggi nota come “Porta dei Francesi” posta ad oriente del sito collinare in cui era collocata la cittadina giarratanese.

In questo periodo “San Bartolomeo Apostolo” era già venerato e considerato “Santo Patrono” all’interno di un’importante chiesa, la cui presenza è attestata in antichi manoscritti del 1308 riguardanti il tributo verso le autorità ecclesiastiche del tempo noto come la “Decima”.

Nel 1400 il feudo di Giarratana passò al Conte Bernardo di Cabrera facendo così parte della Contea di Modica  seppur per un breve periodo. Poiché a causa di alcune difficoltà economiche l’allora Conte di Modica Giovanni Bernardo Cabrera (che a differenza del padre resse in malo modo la contea causando una grave crisi economica all’interno di essa) vendette Giarratana ai nobili Nicolò e Guglielmo Casasagia (appartenenti ad una famiglia di origine spagnola come quella dei Cabrera), che a loro volta nel 1454 vendettero l’intero feudo di Giarratana alla famiglia nobile di origine pisana dei Settimo che divenne una delle più prestigiose e potenti famiglie nobiliari siciliane che successivamente acquisì il noto titolo di “Principi di Fitalia”.

Giarratana, non facendo più parte della Contea di Modica, divenne una “baronia” retta prima dai Casasagia e poi dai Settimo (che avevano quindi il titolo di “Baroni di Giarratana”). La cittadina acquisì sempre più importanza almeno dal punto di vista urbanistico dato che cominciò ad occupare gran parte del sito collinare di Terravecchia con l’edificazione di nuovi palazzi e chiese (se ne contavano circa 12) oltre ad avere ovviamente miglioramenti nelle opere di fortificazione.

Nel 1559 sotto l’impero di Filippo II di Spagna (che comprendeva anche la Sicilia), Giarratana venne elevata a “Marchesato” poiché il barone Carlo Settimo, il reggente della cittadina giarratanese, si distinse in battaglia contro i saraceni e venne ricompensato con l’elevazione del suo titolo nobiliare da “barone” a “marchese”. Nel 1592 “San Bartolomeo” venne proclamato “Patrono di Giarratana” anche se il riconoscimento ufficiale avverrà nel 1611 grazie ad un editto redatto dall’allora Viceré di Sicilia Pietro Giron dei Duchi di Ossuna.

Nel 1600 la cittadina giarratanese godeva quindi di un certo prestigio economico grazie alle fiorenti attività agricolo – pastorali praticate nell’area limitrofa, ricca di acque grazie alla presenza del Fiume Irminio e di vari torrenti di cui il limitrofo Torrente Miele oltre ad altri corsi d’acqua che si originano nel territorio giarratanese). Molto probabilmente a questo periodo risalirebbero le prime coltivazioni a carattere intensivo dell’autoctona “Cipolla di Giarratana”. 

Il 19 Marzo 1644 in seguito ad un editto redatto circa un’anno prima (20 Maggio 1643) da Filippo IV d’Asburgo, “Santa Maria della Neve” venne proclamata “Patrona” di Giarratana assieme a “San Bartolomeo Apostolo” celebrati rispettivamente il 5 e il 24 di Agosto. Nel 1667 circa, per impreziosire ulteriormente la Chiesa di San Bartolomeo, venne acquistato a Roma il corpo ormai scheletrito di una “Santa Martire” per volere del prete Antonio Di Stefano; si trattava di “Sant’Ilaria Martire”, molto probabilmente uccisa nel II secolo d.C. assieme ad alcuni membri della sua famiglia durante le persecuzioni contro i cristiani avvenute durante l’Impero Romano. Secondo altre fonti storiche il corpo di questa “Santa Martire” è stato donato alla famiglia dei Marchesi Settimo di Giarratana dall’allora pontefice Papa Alessandro VII.

Il prestigio e la ricchezza di Giarratana che celebrava in maniera fastosa i propri “Santi” durò una ventina d’anni prima di un’immane catastrofe che cancellerà per sempre l’antica città medievale. Infatti l’11 Gennaio 1693 un terribile terremoto sconvolse interamente la Sicilia sudorientale distruggendo molte città in maniera completa e uccidendone gli abitanti. Giarratana non venne risparmiata e le scosse sismiche cancellarono l’antica cittadina arroccata sulla collina di Terravecchia e gran parte dei suoi abitanti trovò la morte sotto le macerie degli edifici crollati.

Cessava così l’esistenza della prosperosa “Cerretanum” con i pochi superstiti che videro in poco tempo la loro città distrutta e gran parte dei loro cari morti.

Dalla ricostruzione settecentesca ai giorni nostri

Il periodo posteriore al terremoto dell’11 Gennaio 1693 non fu chiaramente un periodo felice per i superstiti che riuscirono a scampare al sisma, anche se grazie all’immanente opera di ricostruzione della Sicilia sudorientale avviata dal Conte Giuseppe Lanza Duca di Camastra per conto del Vicereame di Sicilia (appartenente all’Impero di Spagna) molte città cominciarono ad essere ricostruite in gran parte nei preesistenti siti ormai crollati o spostandosi in parte in aree limitrofe a quelle distrutte non uscendo dal preesistente perimetro cittadino. Non fu così per altri centri distrutti che vennero ricostruiti a qualche chilometro di distanza dai preesistenti siti urbani che divennero vere e proprie “città fantasma” prima e “aree archeologiche” poi. Furono i casi di Occhiolà (attuale Grammichele), Fenicia Moncada (attuale Belpasso) nell’attuale Provincia di Catania; Noto, Avola e Sortino facenti tuttora parte della Provincia di Siracusa  e appunto Giarratana nell’odierna Provincia di Ragusa.

I giarratanesi superstiti guidati dalle famiglie nobili locali di cui i Settimo, decisero che la città doveva essere ricostruita più a sud in un sito più spazioso e più sicuro. Venne scelto il colle noto come “U Puoju di li Ddisi” (ossia il “Poggio delle Dise” dal nome delle piante di ampelodesmo o “Disa” che ne occupavano la superficie), che era posto tra i Torrenti Cuccovio e Tiracavalli, immissari del Fiume Irminio a sud risultando simile al colle di Terravecchia (nome che nel frattempo venne dato al sito abbandonato in cui erano poste le rovine dell’antica “Cerretanum”) ma molto più ampio e molto meno alto con pochi dislivelli. Dopo l’acquisto del vasto terreno collinare appartenente ad una certa “Donna Pasqua”, il 26 Agosto 1693 nacque ufficialmente la nuova Giarratana che qui venne man mano ricostruita.

La cittadina venne ricostruita con un assetto viario “a scacchiera” diviso in quattro isolati dagli attuali Corsi Umberto I e XX Settembre, dotato di larghe strade la cui unica “altura” è rappresentata dal quartiere noto come “U Cuozzu” posto a nordovest sulla valle del Torrente Cuccovio su cui venne costruito il palazzo nobiliare della famiglia Settimo a partire dal 1703. All’interno della cittadina vennero costruite solamente tre grandi chiese a tre navate; la Chiesa Madre di Santa Maria Annunziata consacrata al culto del Protettore “San Giuseppe” e costruita a partire dal 1696, la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo consacrata all’omonimo “Patrono” e la Chiesa di Sant’Antonio Abate consacrata alla Patrona cittadina ossia la “Madonna della Neve” (quest’ultima progettata dall’architetto siracusano Mario Diamante, che progettò anche la Chiesa di San Sebastiano presso la vicina Palazzolo Acreide). La cittadina giarratanese fu quindi riedificata da zero seguendo una nuova concezione urbanistica che prevedeva bassi edifici delimitati da un reticolo di larghe strade che formano una grande “scacchiera”.

Dopo la ricostruzione settecentesca, nel 1800 con l’abolizione del feudalesimo Giarratana fece parte del Regno delle Due Sicilie retto dai Borboni di Napoli, essendo collocata all’interno del Distretto di Modica facente parte della Provincia di Siracusa. La famiglia Settimo abbandonò la cittadina stabilendosi a Palermo mentre andò a svilupparsi una nuova aristocrazia agraria di cui le famiglie più di spicco erano i Barone, i Cannizzo e i Dell’Agli; a quest’ultima faceva parte lo studioso ed archeologo Antonio Dell’Agli che scrisse il libro “Ricerche storiche su Giarratana” in cui vennero riportati i suoi studi sul territorio giarratanese, in particolare l’area di Terravecchia. Nel frattempo nel 1848 il nobile Ruggero Settimo dei Marchesi di Giarratana tentò di rendere indipendente la Sicilia dal regno borbonico grazie ad una rivolta scoppiata a Palermo nota come “Rivoluzione Siciliana del 1848”, ma dopo un anno il territorio siciliano venne riconquistato dai Borboni e Ruggero Settimo andò in esilio a Malta fino all’annessione della Sicilia al Regno d’Italia nel 1860. Dal 1861 Giarratana fece quindi ufficialmente parte del “Regno d’Italia”. 

Il periodo tra la seconda metà del 1800 e i primi anni del 1900 furono piuttosto tumultuosi a seguito di proteste di varie categorie di lavoratori contro le condizioni di lavoro a cui erano sottoposti. Il 13 Ottobre 1902 scoppiò una vera e propria rivolta che culminò col il cosiddetto “Eccidio di Giarratana” in cui un carabiniere originario di Buscemi (SR), Antonino Giancastro, e due contadini giarratanesi, Giuseppe Scorso e Giovanni Manzitto, rimasero uccisi durante una rivolta in cui i contadini chiedevano migliori condizioni di lavoro che però degenerò in gravi scontri tra forze dell’ordine e lavoratori.

Comunque sia agli inizi del 1900 ci fu un’espansione urbana a sud e ad est della cittadina giarratanese e in questo periodo risalgono i primi studi archeologici sul sito di Casmene condotti dall’archeologo Paolo Orsi. Oltre a ciò vennero affinate molte tecniche agricole per la coltivazione di cereali e ortaggi (tra cui molto probabilmente anche la “Cipolla di Giarratana”), anche se furono molti i giarratanesi che emigrarono in particolare in America.

Con lo scoppio della I guerra mondiale molti giovani lavoratori giarratanesi vennero arruolati e inviati a combattere in Italia settentrionale lasciando la cittadina senza una vera e propria “forza lavoro”, e la maggior parte di loro morì durante i combattimenti mentre altri tornarono gravemente feriti o mutilati.

Nel primo dopoguerra con l’avvento del periodo fascista, Giarratana ebbe un nuovo sviluppo urbano anche grazie a vari miglioramenti come la sistemazione definitiva delle reti idrico – fognarie, telefoniche ed elettriche. In seguito al decreto redatto il 2 Gennaio 1927 dal politico ragusano Filippo Pennavaria, Giarratana faceva parte della “Provincia di Ragusa” (comprendente l’ex Circondario di Modica facente un tempo parte della Provincia di Siracusa). Comunque sia coloro che emigravano altrove per cercare maggiori fortune erano ancora in tanti.

Nel 1940 scoppiò la II guerra mondiale e Giarratana, oltre agli stessi problemi subiti durante la I guerra mondiale, vide anche incursioni e bombardamenti condotte dalle forze militari angloamericane durante il periodo dello “Sbarco in Sicilia” (avvenuto il 10 Luglio 1943). Seguirono negli ultimi anni della guerra vari tumulti legati al movimento “Non si parte” che si opponeva ad ennesimi “arruolamenti” dei giovani (tra reduci di guerra e chi non è ancora mai partito a combattere) che dovevano essere inviati in Italia centro settentrionale per combattere contro l’esercito fascista. La popolazione che aveva già subito numerosi danni (materiali ed economici) in seguito alla guerra e al rischio di una nuova mancanza di forza lavoro da impiegare nei settori produttivi cittadini (perlopiù agricoltura, allevamento, commercio e artigianato) cominciò a ribellarsi e ad impedire nuovi arruolamenti. Ovviamente ci furono scontri con le autorità che durarono dal 1944 al 1945, anno in cui terminò il secondo conflitto mondiale..

Dopo il secondo dopoguerra, a partire dagli anni 1950 cominciò la lenta ripresa economica della cittadina che avvenne negli anni 60, 70 e 80 della seconda metà del 1900, culminata con nuove espansioni urbane di cui quella ad oriente che inglobò il Torrente Tiracavalli all’interno della periferia est cittadina. Man mano le condizioni di vita migliorarono, fiorirono varie attività commerciali ed artigianali e vi furono anche importanti scoperte archeologiche come quella della Villa Romana di Orto Mosaico avvenuta nel 1989. Ciononostante in molti continuarono ad emigrare o in Italia settentrionale o in altre nazioni nordeuropee.

A partire dagli anni 1990 e 2000 fino ad arrivare ai giorni nostri, Giarratana ebbe un ulteriore sviluppo economico incentrato sul turismo e sulla produzione e valorizzazione del principale prodotto tipico locale, la “Cipolla di Giarratana” favorendo così la nascita di nuovi settori lavorativi.

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Giarratana oggi; economia, turismo, personaggi famosi

Economia

Giarratana, il centro urbano più piccolo della Provincia di Ragusa, possiede una fiorente varietà di fonti economiche contraddistinte dai settori agricolo – zootecnico, agroalimentare, artigianale e turistico.

Per quanto riguarda l’agricoltura ovviamente il principale ortaggio coltivato in territorio giarratanese è la “Cipolla di Giarratana”, la cui produzione e lavorazione è la principale fonte di reddito di Giarratana, a cui sono legati altri settori economici (agroindustriale e agroalimentare, artigianale e turistico); sono inoltre diffuse le coltivazioni di vari ortaggi in campo aperto (patate, broccoli, lattuga, spinaci, carciofi ecc…), legumi (fave, ceci, cicerchie, lenticchie, fagiolini ecc…), cereali (frumento di cui alcuni tipi di “Grano Antico” siciliano) e colture foraggere. Tra le colture arboree vanno citate quelle di olive, mandorle, carrube e vari alberi da frutta (nespole, fichi, melograni ecc…). Ha una certa importanza la raccolta ed il commercio di Fichi d’India e di verdure selvatiche (senape dei campi, asparagi ecc…).

Il settore zootecnico è caratterizzato dall’allevamento di bovini, ovini (da latte o da carne), suini, equini (asini e cavalli), volatili (galline ovaiole) e di animali da cortile in generale (conigli, tacchini, anatre ecc…).

Le industrie presenti nel territorio giarratanese sono prevalentemente di tipo agroalimentare e sono specializzate nella trasformazione della Cipolla di Giarratana in varie conserve, e nella produzione di olio extravergine di oliva, vino, farine alimentari, produzione di salumi ed insaccati, formaggi e latticini e mangimi. Da citare piccole aziende famigliari in cui vengono prodotti pane e prodotti da forno in generale (pizze, focacce ecc…) e dolciumi oltre ad aziende artigianali di vario tipo. Da citare anche la produzione di fuochi pirotecnici. 

Turismo

Il turismo all’interno della cittadina giarratanese si sta diffondendo grazie a vari fattori che sono: le particolarità architettoniche del centro storico giarratanese, le importanti aree naturalistiche ed archeologiche, le vivaci festività popolari di Agosto e ovviamente la presenza di ottimi prodotti enogastronomici di cui quello più importante è rappresentato dalla “Cipolla di Giarratana”. Oltre a ciò presso Giarratana e le sue aree limitrofe vengono organizzate varie escursioni e visite guidate curate da associazioni locali, per far conoscere meglio la cittadina giarratanese e i suoi dintorni.

Personaggi famosi

Giarratana ha dato i natali allo studioso Antonio Dell’Agli e al politico Bartolomeo Cannizzo.

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Guida turistica di Giarratana
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

Giarratana è una cittadina della Provincia di Ragusa avente un piccolo ma interessante centro urbano e storico collocato a ridosso del rilievo ibleo noto come “Puoju di li Ddisi” ; attorno ad esso è posta la “Circonvallazione di Giarratana” che funge da principale asse viario extraurbano. A sud della cittadina vi sono il Cimitero di Giarratana e l’imbocco del Corso Umberto I, la principale strada di Giarratana che solca il centro urbano da nord a sud (e viceversa) fungendo anche da tratto urbano della SS 194 per Ragusa, da cui possiamo raggiungere il Portico di Via Gulfi, l’area archeologica occupata dalla Villa Romana di Contrada Orto Mosaico comprendente i ruderi di un edificio di epoca romana di cui possiamo ammirare la pavimentazione in mosaico, e l’area di Via dei Martiri. All’esatto centro di Giarratana vi è l’incrocio tra il Corso Umberto I e il Corso XX Settembre, importante strada che, oltre a fungere da asse urbano della SS 194 per Monterosso Almo, Ragusa e per la S.P. 57 Giarratana – Palazzolo Acreide, conduce alla periferia orientale della cittadina giarratanese. Nel tratto orientale di questa strada possiamo ammirare il palazzo sede della Biblioteca di Giarratana, un elegante Palazzo Neoclassico posto al numero civico 84, la piccola Chiesa di Santa Maria delle Grazie e presso la periferia orientale cittadina la Villa Comunale di Giarratana con l’adiacente Abbeveratoio di Via Giovanni Manzitto, e le vicine aree della Piazza 13 Ottobre 1902 e di Via Madonna delle Grazie adiacente al corso urbano del Torrente Tiracavalli, presso cui è ubicato il Centro Giovanile di Giarratana comprendente la fontana nota come “U Rugghiu Viecciu”. Presso il tratto occidentale del Corso XX Settembre possiamo ammirare la grande ed elegante Chiesa di San Bartolomeo Apostolo in stile barocco, consacrata al “Patrono di Giarratana”; da qui si possono raggiungere la monumentale fontana – abbeveratoio nota come “U Rugghiu” e la limitrofa area panoramica di Via delle Ninfe adiacente alla cava in cui scorre il Torrente Cuccovio. Risalendo il Corso Umberto I dopo il sopracitato incrocio col Corso XX Settemnre, poco più a nord troviamo la Via Garibaldi che collega la periferia orientale di Giarratana con il centro storico terminando ad ovest presso un’area panoramica che si affaccia sulla suddetta cava del Torrente Cuccovio, e soprattutto la principale Piazza Vittorio Veneto col suo Monumento ai Caduti, in cui possiamo ammirare l’Ex Cinema Bellini oggi sede di un importante auditorium, il neoclassico Palazzo Municipale con la Torre dell’Orologio e infine l’imponente e monumentale Chiesa Madre di Santa Maria Annunziata e San Giuseppe consacrata al “Protettore di Giarratana”. L’area più pittoresca del centro storico giarratanese è rappresentata dal quartiere noto come “U Cuozzu” posto nell’area nordoccidentale della cittadina iblea comprendente vari edifici storici ed un’interessante edicola votiva in stile neoclassico, oltre al “Museo a Cielo Aperto” inscenato all’interno delle case in stile rustico che caratterizzano questo piccolo ma interessante quartiere di Giarratana in cui viene anche organizzato il caratteristico “Presepe Vivente” durante il periodo natalizio. Nelle vicinanze possiamo ammirare l’aristocratico Palazzo Barone sede del “Museo Ibleo dell’Emigrazione”, e la barocca Chiesa di Sant’Antonio Abate e Santa Maria della Neve, l’edificio sacro più elegante della cittadina giarratanese consacrato alla “Patrona” cittadina. A nord di Giarratana è posto un interessante belvedere panoramico presso la Via Duca degli Abruzzi, mentre nella parte alta del sito collinare su cui è adagiata la cittadina giarratanese sono poste le rovine del “Castello dei Settimo”, ossia la diruta residenza settecentesca dell’omonima famiglia dei Marchesi di Giarratana circondate da un interessante parco urbano che, oltre a svolgere la funzione di importante area di verde pubblico, è anche un ottimo punto panoramico da cui poter ammirare Giarratana dall’alto ma anche gran parte delle aree iblee limitrofe alla cittadina giarratanese.

Il territorio ibleo di Giarratana è posto presso il confine della Provincia di Siracusa con quelle di Siracusa e Catania ed è quasi interamente solcato dalla Valle del Fiume Irminio comprendente il tratto più a nord del corso d’acqua più importante della provincia ragusana. Immediatamente a nord di Giarratana è posta la Contrada Presti – Pianazzo mentre poco più ad est è posto il Torrente Tiracavalli, che attraversa l’area orientale della cittadina giarratanese prima di immettersi nel Fiume Irminio. A poca distanza da Giarratana è posto il tracciato dell’ex Ferrovia Siracusa – Ragusa – Vizzini che comprendeva le stazioni ferroviarie di “Giarratana” e “Bivio Giarratana” da cui la ferrovia si diramava nei tratti per Ragusa, Vizzini e Siracusa. A nordovest di Giarratana è posta l’area iblea formata dalle Contrade Ulbisate – Donna Marina in cui si origina il Torrente Fosso di Margi, oltre alla Masseria Feudale Cocuzza. A poca distanza sono poste le aree iblee di Contrada Gazzena e di Contrada Montagna poste lungo il confine col territorio comunale di Monterosso Almo. A nord di Giarratana è posto il sito archeologico di Terravecchia in cui sono ubicate le rovine della medievale Giarratana poste su un sito collinare collocato a ridosso della confluenza tra il Torrente Miele e il Fiume Irminio. Ad est di Giarratana è posta la Valle del Torrente Liequa, corso d’acqua che si immette ad est di Giarratana presso il Fiume Irminio, oltre alle aree di Santa Margherita – Poggi – Mandrevecchie e di Piano Pozzi. A nordest di Giarratana, a ridosso del confine con la Provincia di Siracusa, sono posti il Monte Cortese, il Monte Casale – Erbesso su cui è posto il sito archeologico dell’antica città greca di Casmene, il Monte Difisi comprendente la Serra Casale (seconda vetta più alta dei Monti Iblei) che domina l’area di Contrada Guffari in cui si origina il Fiume Anapo (posta nell’adiacente provincia siracusana), il Bosco di Contrada Marchesa sede di un’area attrezzata all’interno della quale sono poste le sorgenti del Fiume Irminio e infine il Monte Lauro che è la vetta più alta dei Monti Iblei posta tra le Province di Ragusa, Siracusa e Catania (di cui la porzione sudoccidentale ricade in territorio giarratanese). L’estremità settentrionale del territorio giarratanese è compresa all’interno delle Contrade Volparo – Casal Gerardo – Doratra collocate al confine col territorio vizzinese. A sud di Giarratana è posta l’area iblea di Contrada Monterotondo comprendente anche un interessante sito archeologico. Ad ovest della cittadina giarratanese possiamo ammirare l’altura del Poggio Giallupo che è un’altura che domina la cuspide occidentale del territorio giarratanese posta nell’area di confine tra i territori di Monterosso Almo e Chiaramonte Gulfi. Nel medesimo punto cardinale è situata la Cava del Torrente Cuccovio, che è il corso d’acqua che lambisce ad ovest Giarratana prima di immettersi anch’esso presso il Fiume Irminio, comprendente vari siti archeologici e sentieri di notevole importanza. A sudovest di Giarratana è collocata l’area boschiva del Bosco di Calaforno comprendente oltre all’area boschiva anche i siti archeologici di Donna Scala, Case Cafici e Piano Manna, il Mulino e l’Ipogeo di Calaforno. A sudest di Giarratana è collocata l’area nota come “Piano del Conte” in cui sono poste le confluenze dei Torrenti Liequa e Tiracavalli col Fiume Irminio oltre ai ruderi di un antico mulino e ad una sorgente – abbeveratoio. A sud di Giarratana sono collocate le aree iblee di Contrada Orto Marchese posta presso la confluenza tra il Torrente Cuccovio e il Fiume Irminio, la Contrada Rabbuina in cui vi sono siti funerari rupestri oltre ad un’area boschiva, e infine la Contrada Margi in cui sono state rinvenute le rovine di un interessante insediamento rurale di epoca romana.

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Elenco completo dei luoghi da visitare

Centro urbano di Giarratana

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Territorio ibleo giarratanese

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I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

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Geolocalizzazione del luoghi da visitare

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Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

A Giarratana vengono celebrate due fastose feste patronali; la prima consacrata a “Santa Maria della Neve” che si celebra il 5 Agosto, e la seconda consacrata a “San Bartolomeo Apostolo” che invece ricade il 24 Agosto. Queste due festività sono considerate a pari merito tra le più belle e vivaci della Provincia di Ragusa per la presenza di antichi riti religiosi accompagnati da ferventi tradizioni popolari, oltre ad eventi di vario tipo, spettacoli e soprattutto stupendi spettacoli pirotecnici tra i migliori dell’intera area del ragusano e considerati tra i più rinomati della Sicilia sudorientale.

Degne di nota sono anche le belle festività consacrate a “Sant’Antonio Abate” (celebrata la Domenica limitrofa al 17 Gennaio) e a “San Giuseppe”, quest’ultima celebrata due volte in maniera identica durante l’arco dell’anno (nel periodo limitrofo al 19 Marzo e la seconda Domenica di Settembre), anch’esse caratterizzate da importanti tradizioni popolari, spettacoli e spettacoli pirotecnici.

Altre importanti feste sono il Carnevale Giarratanese, la Pasqua Giarratanese con lo svolgimento della “Via Crucis Vivente” presso il quartiere “U Cuozzu”, il “MeMu Fest” ossia un’allegra rassegna estiva incentrata sul periodo medievale che si tiene il penultimo Sabato di Luglio, la Commemorazione dei Defunti, la Festa di San Martino e infine il Natale Giarratanese che comprende oltre ai riti del periodo natalizio i festeggiamenti in onore di “Santa Maria Immacolata” e lo svolgimento del “Presepe Vivente di Giarratana”, considerato come uno dei più interessanti e pittoreschi della Sicilia sudorientale.

Vanno citate infine anche le antiche tradizioni popolari giarratanesi.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Giarratana

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Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Estate Giarratanese

L’Estate Giarratanese è l’insieme di rassegne, eventi e spettacoli che si tengono nel periodo estivo presso la cittadina di Giarratana, comprendendo anche il MeMu Fest, la Sagra della Cipolla di Giarratana e le feste religiose consacrate ai Santi Patroni “Santa Maria della Neve” e “San Bartolomeo Apostolo”, oltre a eventi incentrati sulla valorizzazione turistica di Giarratana e del suo territorio. Per informazioni più dettagliate clicca qui.

Festa del Folklore Siciliano

La Festa del Folklore Siciliano, organizzata per la prima volta nel 2018, viene celebrata l’ultimo Venerdì di Luglio presso l’area del quartiere “U Cuozzu”. Questa manifestazione è incentrata sull’importanza delle tradizioni folcloristiche siciliane incentrate sull’artigianato, sull’enogastronomia e soprattutto sul vasto patrimonio musicale del territorio siciliano. In occasione di questa festa vi sono esibizioni di gruppi folcloristici siciliani provenienti da buona parte della Sicilia (e in particolare dalle Province di Ragusa, Siracusa e Catania) e il tradizionale mercatino in cui si possono acquistare oggetti artigianali e vari prodotti tipici locali.

Sagra della Cipolla di Giarratana

La Sagra della Cipolla di Giarratana che si tiene nella data del 14 Agosto di ogni anno, è il più importante evento enogastronomico della cittadina giarratanese ed è uno dei principali a tenersi in Provincia di Ragusa proprio per l’importanza del principale prodotto tipico locale, la “Cipolla di Giarratana”, particolare ortaggio che si presenta molto diverso dalle cipolle che si trovano nel resto d’Italia dato che alcuni esemplari sono di grosse dimensioni (arrivando anche a pesare più di un chilo), che cresce nelle aree iblee a ridosso della cittadina giarratanese e la cui raccolta coincide proprio con il mese di Agosto. Nel corrente mese ricadono le principali festività patronali cittadine consacrate a “Santa Maria della Neve” e a “San Bartolomeo Apostolo” celebrate rispettivamente il 5 e il 24 Agosto. La Sagra della Cipolla di Giarratana, tenendosi il 14 Agosto, funge da tramite tra le due festività coincidendo anche col periodo del Ferragosto (15 Agosto).

In occasione di questa sagra viene appunto sponsorizzata la “Cipolla di Giarratana”, ottima per insaporire molti piatti della tradizione gastronomica locale e fungendo anch’essa da “piatto tipico” mediante varie preparazioni. 

La manifestazione enogastronomica comincia alle ore 18.00 presso la Piazza Martiri Ungheresi della Libertà in cui sono posti gli stand in cui si possono degustare preparazioni e conserve a base di Cipolla di Giarratana oltre a vari prodotti tipici del territorio (formaggi, salumi, focacce, pizze, conserve, vini e liquori ecc…). Durante la serata vi saranno vari spettacoli presso il Corso XX Settembre e la Piazza 13 Ottobre 1902 che inizieranno a partire dalle ore 20.00 curati da artisti locali; tra spettacoli e degustazioni vi è anche il concorso in cui viene premiata la “Cipolla di Giarratana più grande”.

Per informazioni più dettagliate sulla Sagra della Cipolla di Giarratana clicca qui.

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo.

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono a Giarratana visitate i siti www.comunegiarratana.gov.it e la relativa pagina facebook, www.unioneibleide.itwww.italreport.itwww.lettera32.org, www.giarratanaontheway.it (pagina facebook), e le pagina facebook Ufficio Turismo Giarratana.

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Prodotti tipici giarratanesi

La Cipolla di Giarratana


Una busta di Cipolle di Giarratana

La “Cipolla di Giarratana” è uno dei principali prodotti tipici della Provincia di Ragusa noto in tutta la Sicilia ma anche in buona parte dell’Italia, oltre ad essere il vero e proprio “simbolo” dell’enogastronomia della cittadina giarratanese (da cui prende il nome), divenuto anche “Presidio Slowfood” (per saperne di più clicca qui) e attualmente si sta lavorando affinché possa avere la denominazione “IGP” (“Indicazione di origine Geografica Protetta”).

La Cipolla di Giarratana è infatti una particolare specie autoctona dell’omonimo ortaggio facente parte della famiglia delle liliacee che viene seminata ad Ottobre dentro serre o semenzai, piantata nei terreni limitrofi alla cittadina giarratanese nei mesi di Febbraio e Marzo, e infine raccolta nel mese di Agosto.

L’origine della coltivazione di questo ortaggio è molto antica e di essa si ha già notizia sin dal periodo medievale; con molta probabilità questo ortaggio è originario del Medio Oriente venendo poi introdotto nel territorio giarratanese da popolazioni non indigene (greci? arabi?), e trovando l’ambiente giusto per poter crescere e assumere particolari caratteristiche organolettiche che la rendono “speciale” rispetto ad altre specie di cipolle. Infatti la Cipolla di Giarratana si presenta di forma tonda leggermente schiacciata coperta da una buccia di color giallo – oro con polpa interna di colore bianco, arrivando ad essere più grossa di altre specie di cipolle e arrivando ad avere dimensioni e peso considerevoli (gli esemplari più grossi pesano circa tre chili); oltre a ciò va citato il gusto gradevolmente dolciastro della polpa che non si presenta aspra ed è quindi più facile da mangiare cruda.

Va comunque detto che le Cipolle di Giarratana sono tra quelle che fanno “lacrimare” di meno gli occhi quando vengono lavorate, in quanto durante la manipolazione della polpa essa sprigiona poche molecole dell’enzima noto come “allinasi”, che da il via ad una reazione chimica rilasciando molecole di isoallina e di acido sulfenico che a loro volta andranno a creare il principale fattore che causa la lacrimazione degli occhi ossia le molecole note come “propantial – S – ossido”. 

Tralasciando il fattore chimico, va fatta notare l’importanza della “Cipolla di Giarratana” dai punti di vista storici ed economici della cittadina giarratanese in quanto la comunità che abita questo piccolo centro sui Monti Iblei ha tratto da sempre profitto economico grazie alla coltivazione, raccolta, commercio e lavorazione di queste cipolle, ritenute uno dei veri e propri “pilastri” dell’enogastronomia dell’area ragusana (ma volendo anche siciliana in generale).

L’utilizzo della Cipolla di Giarratana nella cucina locale è indispensabile per insaporire varie ricette di carne, pesce e verdure, all’interno del “Pisci r’Ovu” (la tipica frittata siciliana), bollite in pentola con acqua calda (fungendo da base per ottime zuppe di verdure), per condire vari primi piatti di pasta, in o per farcire “Mpanate”“Scacce” (le tipiche focacce farcite del ragusano) assieme ad altri ingredienti. Anche le sole cipolle giarratanesi sono ottime se cotte in agrodolce con olio e aceto in padella, tagliate ad anelli e fritte dopo esser state pastellate, lessate per ottenere un’ottima zuppa di sole cipolle, gratinate al forno con pangrattato e formaggio grattugiato, arrostite sulla brace ecc… Queste cipolle ovviamente sono ottime anche crude in insalata o accompagnate con pane casereccio cotto nel forno a legna.


Cipolle di Giarratana gratinate con pangrattato e formaggio.

Con le Cipolle di Giarratana si possono ovviamente fare ottime conserve di vario tipo filetti di cipolla in agrodolce o aromatizzati, creme e confetture di cipolle. Va detto infine che nella cittadina giarratanese viene preparato anche uno speciale “gelato” proprio al gusto di “Cipolla di Giarratana”.

L’olio extravergine di oliva e le conserve sott’olio

Presso la cittadina di Giarratana è fiorente la coltivazione di olive della varietà “Tonda Iblea” utilizzate per la produzione di un ottimo olio extravergine d’oliva assumente la denominazione “Monti Iblei DOP (Denominazione di Origine Protetta) – Gulfi” facente parte dell’omonimo consorzio di tutela (per saperne di più visita il sito www.montiblei.com). L’olio di oliva giarratanese è ottimo per insaporire vari piatti tipici locali a base di carne e pesce cotti in vari modi, verdure cotte o crude tra cui anche le “Cipolle di Giarratana”, zuppe di legumi e ovviamente per dare più sapore a sughi e ai ripieni delle tipiche focacce locali.

Con l’olio di Giarratana si possono “Cunzare” ossia condire anche fette di “Pane di Casa” cotto nel forno a legna assieme ad ingredienti vari tra cui sale, peperoncino, erbe aromatiche, formaggi e conserve di vario tipo, magari preparate utilizzando il medesimo olio; tra esse citiamo il pomodoro secco che può essere anche “Capuliatu” (pestato al mortaio e fungendo anche da ottimo condimento), melanzane, zucchine, carciofi, funghi locali ecc… e ovviamente anche la Cipolla di Giarratana che può essere ottimamente conservata sott’olio.

I salumi, gli insaccati e la carne giarratanesi

Giarratana è nota anche per la produzione di ottimi salumi ed insaccati di carne di maiale, che viene lavorata in maniera artigianale venendo tagliata a pezzi insieme a del grasso, insaporita con vari aromi, e insaccata dentro budelli fini per essere poi lasciata a stagionare per diverso tempo. Tra i salumi giarratanesi vanno menzionati i salami e le salsicce secche a base di carne di suino nero. Ottima anche la salsiccia fresca che può essere cotta alla brace, in padella o al forno da sola o con ingredienti vari (di solito verdure miste o semplice Cipolla di Giarratana in agrodolce).

Da citare anche le ottime carni suine, bovine, ovine, avicole ecc… provenienti da animali allevati nei dintorni di Giarratana, con cui si possono preparare molti piatti tipici della tradizione locale.

I formaggi e i latticini


Ricotte di latte di pecora prodotte a Giarratana.

Nel territorio di Giarratana vi sono molte aziende zootecniche specializzate negli allevamenti di animali (bovini e ovini) da latte, il quale viene utilizzato per la produzione di ottimi formaggi e latticini. Tra i formaggi stagionati vanno citati il formaggio “Ragusano” (noto anche come “Caciocavallo Ibleo”) e le “Provole” a base di latte bovino, oppure varie forme di “Pecorino” (a base di latte di pecora) fresco o stagionato. Tra i latticini invece citiamo la “Ricotta” a base di latte bovino o ovino, dalla cui lavorazione deriva il formaggio noto come “Tuma” da cui deriva poi il formaggio pecorino. 

La pasta casereccia giarratanese

Nella cittadina giarratanese è tradizione preparare la pasta casereccia in vari vari formati utilizzando un particolare impasto a base di acqua e farina di grano duro locale, comprendente anche quella proveniente da vari tipi di “Grani Antichi Siciliani” coltivati nell’area del ragusano. I formati più preparati sono “Cavatieddi” (noti anche come “Cavati” ) ossia dei gnocchetti che vengono piegati su loro stessi con l’ausilio delle dita, i “Maccarruni” che vengono lavorati con un lungo filo di ferro, vari formati di tagliatelle ecc… e ovviamente i “Ravioli” comprendenti due sfoglie di pasta che vanno a racchiudere un ripieno a base di ricotta

La pasta casereccia prodotta a Giarratana è ottima se condita con sugo di carne al pomodoro, legumi di vario tipo (freschi o secchi), sughi a base di funghi locali ecc…

Funghi e Tartufi

Nelle aree iblee a ridosso di Giarratana, in particolare presso il Bosco di Calaforno, possiamo raccogliere varie specie di funghi commestibili di cui quelli più noti sono i “Funci ri Pani Cauru” del tipo “Pleurotus”, i “Funci i Pagghia” meglio noti come “prataioli” e altre specie ovviamente commestibili. Comunque sia la specie più pregiata è quella dei “Funci ri Carrua” che crescono in prossimità degli alberi di carrubo.

Tutti questi funghi commestibili sono ottimi cotti in umido in padella, arrosto, e ovviamente come condimento per vari tipi di pasta casereccia locale. Sono ottimi anche conservati sott’olio.

Ovviamente se si ha intenzione di andare a raccogliere questi funghi bisogna innanzitutto avere il patentino per saper riconoscere quelli commestibili da quelli velenosi, e ovviamente chiedere le dovute autorizzazioni presso le istituzioni locali per poterne effettuarne la raccolta, anche se essi si possono tranquillamente trovare in commercio freschi (nel periodo autunnale) o conservati, e ovviamente si possono mangiare all’interno di ristoranti specializzati nella loro lavorazione, preparazione e cottura.

Insieme ai funghi vanno inoltre citati i “tartufi”, tuberi commestibili che vengono trovati presso alcune aree del territorio giarratanese (in particolare le aree confinanti con la Provincia di Siracusa) grazie all’aiuto di cani detti appunto “da tartufo”. Essi sono dei tuberi di forma globulare di colore nero che sprigionano un particolare profumo. I tartufi sono ottimi per insaporire molte ricette locali oltre a salumi e insaccati freschi e stagionati.

Pane, focacce e pizze

Presso la cittadina di  Giarratana è diffusa la produzione di un ottimo pane casereccio noto come “U Pani i Casa”  caratterizzato dal caratteristico impasto “a pasta dura” tipico delle aree a ridosso tra le province ragusane e siracusane. L’impasto di questo pane comprende acqua e farina proveniente da grano duro locale (di cui fanno parte anche alcune varietà dei “Grani Antichi Siciliani”), a cui si aggiunge la presenza di lievito madre (“Criscienti” ) e la cottura all’interno di forni a legna. Il Pane di Giarratana è anche sinonimo di festa in quanto viene prodotto sotto forma di “Pane Votivo” durante le festività religiose cittadine, tra cui quelle di “Sant’Antonio Abate” e “San Giuseppe”, in cui vengono preparate varie forme di pane note come “Cruci”, “Vastuni” o “Cudduri”.  Inoltre il Pane di Giarratana appena sfornato viene tagliato a fette e Cunzatu” (condito) con olio extravergine di oliva, sale, erbe aromatiche (origano), formaggi, salumi, varie conserve tra cui il pomodoro “Capuliatu” e ovviamente con il principale prodotto tipico cittadina, la “Cipolla di Giarratana” (fresca o sotto forma di conserva).

Oltre al pane, presso Giarratana è diffusa la produzione di focacce e pizze di ottima qualità. Tra le focacce citiamo i “Mpanati” farcite con carne di agnello o tacchino e preparate nel periodo pasquale, le “Scacce” dalla classica forma rettangolare farcite con ingredienti vari (salsiccia, ortaggi misti, sugo al pomodoro, formaggi ecc…) che vengono preparate specialmente nel periodo natalizio. Vanno citate inoltre “Pastieri” di pasqua di forma tonda farciti con carne di agnello, e gli “Scacciuni”, focacce rustiche che vengono condite con ingredienti di vario tipo, così come le varietà di pizze preparate all’interno della cittadina giarratanese. Focacce e pizze sono ovviamente insaporite grazie all’ausilio della “Cipolla di Giarratana”.

Da citare infine i “Cassateddi”, focacce dolci tipiche del periodo pasquale farcite con ricotta zuccherata.

Le “Frittelle”

A Giarratana è diffusa la preparazione delle “Frittelle” (in dialetto “Fritteddi” ), che sono palline a base di un impasto di semola di grano duro  che vengono immerse nell’olio bollente e fritte. Esse possono essere semplici o farcite con vari ingredienti salati o dolci; quest’ultime vengono cosparse con miele e abbondante zucchero (semolato o a velo). Le Frittelle vengono di solito inzuppate nel “Vino Cotto”, un denso sciroppo a base di carrube o mosto d’uva. Il periodo in cui vengono preparate è tradizionalmente l’autunno in particolare l’11 Novembre per la festività di “San Martino”, ma possono essere preparate durante l’anno in occasione di eventi vari.

Il Miele di Giarratana

Presso le aree iblee a ridosso della cittadina giarratanese è molto diffusa l’apicoltura mediante l’allevamento di api utilizzate per la produzione di miele di ottima qualità e ovviamente di vari tipi. Il miele giarratanese viene utilizzato principalmente per insaporire vari dolciumi locali e, a seconda del tipo di polline che viene prelevato dalle api, può essere di fiori di timo selvatico, di zagara (di agrumi),  di vari tipi di fiori (essendo noto come “Millefiori”) ecc… Assieme al miele sono prodotti anche “Pappa Reale” e “Propoli”.

Il Torrone Bianco di Giarratana e i dolci giarratanesi


Dolci prodotti a Giarratana.

Tra i prodotti tipici di Giarratana vanno annoverati anche i dolciumi tradizionali che vengono prodotti all’interno della cittadina giarratanese in maniera artigianale utilizzando ingredienti di qualità.

Il dolce più importante della cittadina è il “Torrone Bianco di Giarratana” a base di mandorle, miele e albume d’uovo ed è prodotto utilizzando materia prima locale; sono comunque diffuse varianti al pistacchio, al cioccolato, agli agrumi ecc… oltre alla produzione dei classici “torroncini” morbidi (classici o sempre al cioccolato) e degli speciali torroni pasquali e natalizi (a forma di colomba o stella).

Oltre al “Torrone Bianco di Giarratana” vi è la produzione di vari dolciumi tra cui vari tipi di biscotti tra cui quelli “Scaurati” (aromatizzati con semi di finocchio selvatico, bolliti e infornati), glassati, al latte, farciti con confetture varie o frutta secca (noti come “Nucatoli” ), al cioccolato, al miele e a base di mandorle. Da citare anche i “Palummeddi” noti anche come “Pasti Fuorti”, “Moscardini” o “Ossa di Morto” (che sono dei biscotti duri a base di cannella e chiodi di garofano che si preparano per la Pasqua o per la Commemorazione dei Defunti).

Tra i pani dolci vanno citati i “Mustazzoli” natalizi a base di mandorle e miele, la versione dolce dei “Pani Votivi di San Giuseppe”, i “Cudduri cu l’Ovu” di Pasqua aventi varie forme, ma recanti uovo sodo al loro interno rappresentante la nascita della vita (quindi anche la “Resurrezione di Cristo”), i “Parigini” (pani dolci farciti con vari tipi di confetture), e infine i soffici Savoiardi o “Firringozza”.

Degne di nota sono i “Cassateddi” che sono focacce dolci tipiche del periodo pasquale farcite con ricotta dolce, le “Chiacchiere” di Carnevale che invece sono sfoglie dolci che vengono fritte e cosparse con abbondante zucchero a vero, la “Pagnuccata” che è un dolce formato da varie palline  il cui impasto è a base di farina di grano tenero e zucchero che vengono prima fritte e poi cosparse con miele e zuccherini colorati, e infine vanno citate le “Frittelle” dolci.


“Pagnuccata” prodotta a Giarratana.

Da citare anche i tradizionali dolci a base di “Pasta Reale” di mandorle di cui l’Agnello Pasquale, la “Frutta Martorana” e “Pupi ri Zuccuru” (questi ultimi due tipici del periodo dei “Morti”).

Infine vi sono particolari dolci quali la “Mustata” a base di mosto d’uva bollito e lasciato a seccare dentro stampini di varie forme, la “Cutugnata” che è una confettura a base di mele cotogne lasciata sempre ad indurire all’interno di stampini di varie forme, e i vari dolci tipici della tradizione siciliana (cannoli, cassate, granite ecc…).

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Artigianato giarratanese

La produzione di fuochi pirotecnici a Giarratana

La città di Giarratana, grazie all’importanza delle sue festività patronali rinomate per i suoi spettacoli pirotecnici, è un’importante meta per gli amanti di questo settore.

Innanzitutto presso Giarratana vengono prodotti in maniera artigianale i cosiddetti “Nzaiareddi” ossia le caratteristiche strisce di carta colorata che vengono lanciate durante le uscite dei “Santi” dalle loro rispettive chiese (basta citare le “Sciute” di “Santa Maria della Neve” o di “San Bartolomeo Apostolo”). Viene utilizzata una robusta carta variopinta che viene tagliata in lunghe strisce a cui viene applicato un chiodo metallico (che fungerà da peso per facilitare la caduta durante lo sparo). Gli “Nzaiareddi” vengono prodotti in piccoli “laboratori” durante l’arco dell’anno venendo poi “affidati” ai pirotecnici incaricati ad effettuare lo spettacolo, venendo collocati dentro appositi mortai che, durante l’accensione pirotecnica, proiettano in aria questi “Nzaiareddi” andando a formare la scenografia tipica delle “Sciute” dei “Santi”, diffuse oltre che a Giarratana anche nei limitrofi centri dell’area iblea collocata tra le province di Ragusa, Siracusa e Catania.

In questa cittadina inoltre vi è posta una importante fabbrica di fuochi pirotecnici posta presso la Contrada Piano Conte, in cui vengono assemblati in maniera artigianale vari artifici utilizzati per le festività in cui essa viene chiamata ad effettuare vari spettacoli sia di tipo diurno che notturno. L’arte della creazione dei fuochi d’artificio è tramandata di generazione in generazione. Essa prevede un lungo lavoro manuale sia per la creazione artigianale degli artifizi utilizzando varie miscele esplosive e coloranti che formano i rumori ed i bagliori tipici dei fuochi pirotecnici che possono essere di vario formato, calibro e ovviamente potenza

Per saperne di più visitate il sito www.eliafireworks.it

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Strutture ricettive giarratanesi

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Fotogallery di Giarratana

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