Riserva Marina di Eloro – Vendicari

Noto

Riserva Marina di Eloro – Vendicari

Mappa della Riserva di Eloro – Vendicari


Mappa della Riserva di Eloro – Vendicari (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali e storici sulla Riserva di Eloro – Vendicari


Foto aerea della Riserva Marina di Vendicari.

Istituita nel 14/03/1984 dalla Regione Sicilia, la Riserva Naturale dei Pantani di Vendicari è considerata insieme al Biviere di Gela (Caltanissetta), all’Isola delle Femmine (Palermo), allo Stagnone di Marsala (Trapani), alla Riserva Naturale del Fiume Irminio (Ragusa), alla Foce del Simeto (Catania), nonché dei vicini Biviere di Lentini e Riserva Orientata Ciane e Saline (Siracusa) come uno dei ricoveri degli uccelli acquatici più importanti della Sicilia intera. In quest’importante area marina, in cui al suo interno ricade anche l’area archeologica comprendente le rovine dell’antica città portuale di Eloro, fanno tappa infatti molti volatili di diverse specie che qui trovano cibo e riparo nei periodi delle Migrazioni invernali e primaverili. Il nome “Vendicari” dovrebbe essere di origine bizantino – araba, ma localmente la zona è nota come “Vinnicari”.

La riserva è raggiungibile dalla S.P. 19 Noto – Pachino; basta girare a sinistra seguendo le indicazioni per Vendicari. Essa si divide in Pantani di Vendicari, Saline di Vendicari, Tonnara di Vendicari e Torre Sveva, ma è stata estesa alle limitrofe contrade di Eloro, Stampace, Marianelli, Calamosche, Roveto, Pozzo Cicogna, Poggio dell’Arena, Roveto e Maccari comprendendo così anche le limitrofe spiagge, scogliere e siti archeologici tra i quali citiamo quelli della antica città portuale di Eloro e i resti della Cittadella dei Maccari, unico esempio in Sicilia di città bizantino, arrivando così a comprendere la maggior parte delle zone costiere di Noto salvaguardandole avendo così la più ampia fascia di zona costiera protetta di Sicilia mantenendola incontaminata e ampiamente popolata da numerose specie vegetali ed animali, comprendendo però anche i numerosi siti archeologici citati in precedenza.

Dentro l’intero perimetro della Riserva Naturale di Vendicari è severamente vietato: 

  • Fare il bagno dentro i Pantani;
  • Lasciare rifiuti organici e inorganici nei pantani, nelle spiagge limitrofe o all’interno della riserva;
  • Fare entrare nella riserva animali (cani in particolare);
  • Accendere fuochi e campeggiare di notte;
  • Molestare la fauna e la flora, per cui è vietato cacciare, pescare e raccogliere piante spontanee protette;
  • Intaccare l’ambiente naturale o artificiale.


I Pantani di Vendicari.  

Il cuore della Riserva Naturale di Vendicari è formata in tutto da cinque pantani che si dividono in: Pantano Grande, Pantano Piccolo, Pantano Roveto, Pantano Sichilli e Pantano Scirbia. Questi pantani che sorgono a pochi metri dal mare, non sono altro che il frutto dell’infiltrazione dell’acqua marina stessa che alimenta questi laghetti, tramite piccoli cunicoli sottomarini, difatti troviamo molta fauna ittica marina dentro di essi. I pantani sono circondati da un’ampia schiera di dunette naturali di sabbia chiamate “Macconi” (analoghi a quelli presenti nel Biviere di Gela). Il perimetro di questa zona umida si estende per circa otto chilometri. 

I cartelli segnaletici dell’Ente Fauna della Regione Sicilia delimitano l’ingresso e i confini della riserva naturale, ogni anno frequentata da numerosi amanti della natura, ma soprattutto del “Bird Watching” (professione naturalistica che consiste nell’osservare, fotografare e studiare i volatili di una determinata area protetta naturalistica). Dall’ingresso si snodano vari sentieri che ci conducono ad ognuno dei pantani.

Per quanto riguarda fauna e flora il discorso è piuttosto ampio poiché la riserva ne è ricchissima.

Iniziamo a parlare della fauna acquatica e terrestre. Nei cinque pantani vi trovano cibo e nutrimento numerosi volatili tra cui: Aironi Cinerini, Cavalieri d’Italia, Cormorani, Cigni, Germani reali, Gallinelle d’acqua, Folaghe, Falchi di palude, Fenicotteri rosa, Beccacce di mare, Anatre, Cicogne, Gabbiani e i Martin Pescatori per quanto riguarda gli uccelli acquatici; Allocchi, Civette, Cardellini, Pettirossi, Gazze (in siciliano “Caccarazze”), Merli, Verdoni, Tordi, Passeri Selvatici, Poiane, Colombi, Colombacci e Tortore per quanto riguarda passeriformi, fringillidi e rapaci.

Per quando riguarda la fauna sottomarina troviamo come pesci: Anguille, Cefali, Spigole, Sogliole, varie specie di Carangidi (piccole Ricciole e Leccie) e Sparidi (Occhiate, Mormore, Saraghi, Pagelli), Triglie, Labridi (Donzelle e Tordi) ecc… che nel fondo di questi pantani o presso i limitrofi fondali vi depongono le uova da cui escono i cosiddetti Pesci neonati o Avannotti (la prelibata ma sempre più minacciata “Nunnata” o “Muccu”). Per quanto riguarda i crostacei troviamo granchi e gamberi, non è raro trovare anche Aragoste e Cicale di Mare. Sono presenti anche rettili (Ramarri o “Nuticiani ” e Bisce acquatiche) anfibi vari (Rane e Rospi), insetti (Scarabeo Stercoraro, Libellule, Grilli e Cicale). Numerosissimi anche i mammiferi di cui troviamo: Topi, Pernici, Volpi, Marmotte, Ricci, Istrici, Faine, Lepri e Gatti selvatici. Bisogna dire vi sono stati ritrovamenti di uova di Tartarughe acquatiche (Caretta – Caretta) ormai in via di estinzione a conferma dell’ecosistema naturale inalterato che facilita la riproduzione delle Tartarughe marine del Mediterraneo. Sono comunque diffuse anche numerose Tartarughe di terra.

Per quanto riguarda la flora, possiamo trovare molteplici varietà di piante. Cominciamo a parlare delle piante terrestri; in prossimità dei pantani troviamo: Cespugli di Origano e Cappero, Finocchio selvatico, Papaveri, Coda di Volpe (“Maccia ‘mpicalora”), Cardi selvatici (“Carduna”), Avena selvatica, Salicornia, Mandragore, Orchidee selvatiche e Margherite selvatiche (per quanto riguarda le piante erbacee); Cespugli di Mirto, Alloro, Rosmarino, Ginepro “Coccolone” (piante aromatiche utilizzate nella cucina siciliana e nazionale), Palme nane, Fichi, Gelsi, Carrubi, Olivi e Agrumeti (per quanto riguarda gli arbusti e gli alberi); Aloe e Fichi d’India (per quanto riguarda le piante grasse). Tra le piante acquatiche troviamo: Ninfee, Canneti, Alghe Brune e Posidonia. 

Va detto infine che da Vendicari possiamo ammirare uno splendido panorama sia sulla Zona Sud della Provincia, sia sui coli iblei intorno a Noto, sia sul “Giardino di Pietra”, il cuore barocco del sud est siciliano.

Presso i Pantani di Vendicari vi sono situate le vecchie Saline. Esse sono di origine molto antica (400 a.C.) ed erano una delle più importanti della Sicilia sud orientale. Queste saline rimasero in attività per tanti secoli, finché non vennero abbandonate intorno alla fine del 1800 poiché la produzione di sale marino non rendeva più economicamente.

Le saline sono poste vicino alla Tonnara situate adiacenti al Pantano Grande. Di esse possiamo visitare le vasche in cui si ricavava il sale cristallizzato e alcune “Case dei Salinari” dove abitavano coloro che lavoravano giorno e notte nelle vicine saline (i “Salinari”).  

Vicino ai Pantani e alle Saline vi sono gli interessanti resti della vecchia Tonnara di Vendicari e della Torre Sveva.

La vecchia Tonnara risalente al 1600, era una delle cosiddette “Tonnare di Ripasso”, dove venivano catturati i tonni che ritornavano in mare dopo aver deposto le uova in prossimità della riva (il cosiddetto “Ripasso”). Dentro il grande edificio (caduto in rovina) veniva poi lavorato il tonno pescato (tramite salatura, affumicatura o cottura) che veniva confezionato dentro boccacci di vetro o di terracotta e poi conservato sott’olio. Ora la tonnara giace diroccata sotto il sole e la salsedine del mare; di essa restano solo la fornace con la lunga ciminiera dentro cui veniva fatto essiccare il pesce e le colonne portanti della Tonnara.

Poco più in là vi è la Torre Sveva (nota anche come “Torre di Vendicari”) voluta nei primi anni del 1400 da Pietro d’Aragona come baluardo difensivo dell’entroterra netino. Dalla torre sui possono scorgere le aperture dove vi erano posizionati i cannoni che servivano per difendere la costa. Vicino alla torre vi erano attraccate delle piccole imbarcazioni chiamate “Saitte”, che servivano per cacciare o inseguire i pirati saraceni in mare.

Presso la Tonnara e la Torre Sveva vi era anche un trafficato porticciolo che serviva per imbarcare il pesce lavorato presso i locali della Tonnara e il sale proveniente dalle vicine Saline.

Bisogna dire infine che in prossimità della Tonnara sono stati rinvenuti alcuni fossi circolari; probabilmente essi sono stati scavati in epoca romana per essere utilizzati per la lavorazione del “Garum”, una conserva di pesce salata fatta seccare al sole.

Della Riserva di Vendicari sono entrati a far parte i siti archeologici della antica città di Eloro, della Torre Stampace, della Cittadella dei Maccari e delle Contrade Poggio dell’Arena, Case Banca, Roveto – Pozzo Cicogna, nonché le spiagge di Eloro, Marianelli e Calamosche e le loro limitrofe scogliere, alle quali si aggiungono l’isolotto di Vendicari, Capo Balsamo e la scogliera di Terreni Nuovi (posta nei pressi di San Lorenzo).

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