Rosolini

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Mappa di Rosolini e del suo territorio


Mappa di Rosolini e del suo territorio (per ingrandire la mappa clicca qui).

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Cenni principali su Rosolini

La città di Rosolini è ubicata presso il vertice sudoccidentale della Provincia di Siracusa a poca distanza dal confine con la Provincia di Ragusa (territori comunali di Ispica, Modica e Ragusa).

Difatti Rosolini geograficamente e culturalmente è più vicina all’area ragusana rispetto a quella siracusana.

Dal comune capoluogo “Siracusa” Rosolini dista 49 chilometri, anche se la distanza è stata notevolmente accorciata grazie al tratto autostradale della A 18 “Siracusa – Gela” che oggigiorno arriva fino alla città rosolinese (il tratto tra Rosolini e Modica è attualmente in costruzione).


Foto panoramica di Rosolini.

La città è posizionata su un piccolo altopiano calcareo delimitato a nord dalla Cava Grande di Rosolini e a sud dalla Cava Scardina, ubicato presso il vertice occidentale della Piana di Noto.

Questa altura è posta in posizione dominante rispetto alla vicina valle del fiume Tellaro da cui si intravedono le propaggini ragusane dei Monti Iblei scavate dal tratto rosolinese, ma anche buona parte del vicino Promontorio di Pachino (rilievo di origine vulcanica che comprende la punta meridionale della Sicilia terminante col Capo Isola delle Correnti).


Rosolini vista dall’Autostrada A 18 Siracusa – Gela.

Quest’area è inoltre posta a poca distanza dall’importante area iblea della Cava d’Ispica (di cui una breve porzione di essa appartiene al territorio comunale rosolinese).


L’ingresso di Rosolini posto presso la SS 115 Noto – Rosolini.

La struttura urbana della cittadina rosolinese è a scacchiera ed è caratterizzata da vie perfettamente perpendicolari fra di loro, anche se alcune di esse sono in pendenza vita la conformazione orografica dell’area urbana.

L’ingresso “storico” di Rosolini è posto lungo la Via Eloro a nord del centro abitato venendo dalla SS 115 “Noto – Rosolini” (Via Nazionale) che si congiunge più a sud con la Via Roma.

In seguito all’apertura del sopracitato tratto autostradale (il cui svincolo è posto lungo la S.P. 26 “Rosolini – Pachino”) collegato a Rosolini tramite un moderno viadotto che scavalca la linea ferroviaria “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi” e comunicante con il tratto urbano della SS 115 “Rosolini – Ispica” noto come “Viale Paolo Orsi”, raggiungiamo l’ingresso posto lungo il tratto orientale di Via Bellini (posto presso la rotatoria collocata in adiacenza al già citato viadotto) oppure quello posto lungo il sopracitato tratto urbano della SS 115 in direzione “Ispica – Ragusa” rappresentato dal tratto orientale di Via Ronchi (adiacente al Parco “Giovanni Paolo II”), quest’ultima strada che più ad ovest si congiunge con la Via Sant’Alessandra (S.P. 27 “Sant’Alessandra – Rosolini” per Modica e il tratto nord della Cava d’Ispica).

Al centro della cittadina è ubicata la grande Piazza Garibaldi dove confluiscono la Via Roma (da nord), la Via Alessandro Manzoni (da est) e il Corso Savoia (da sud), in cui possiamo ammirare la Chiesa Madre di San Giuseppe.

Poco più a nord troviamo la Piazza Masaniello con la Fontana del Tritone, mentre a meridione sono collocate la Piazza Santissimo Crocifisso con la neogotica Chiesa consacrata al culto della “Croce Santa di Rosolini”.

Altri importanti edifici sono: la Chiesa del Cuore Immacolato di Maria con l’annesso convento settecentesco, il Castello Platamone con la Basilica ipogeica bizantina, le Chiese di Santa Caterina di Via Bellini, il moderno Santuario consacrato al “Sacro Cuore di Rosolini” e considerato come uno dei principali luoghi di culto cristiano della Provincia di Siracusa, e infine vari palazzi aristocratici e nobiliari appartenenti alla famiglia Sipione.

Altre importanti arterie viarie sono la Via Gonzaga, la Via Bellini, la Via Platamone e la Via Sipione.

Va citata la vasta area di verde pubblico nota come “Parco Giovanni Paolo II” meglio noto come “Verde a Valle”, presso la quale si tengono eventi di vario tipo.


La Piazza Garibaldi di Rosolini.

Dal 1998 la città fa parte del “GAL (Gruppo di Azione Locale) Eloro” (www.galeloro.org) insieme ad Avola, Noto, Pachino e Portopalo di Capo Passero, ossia i comuni più meridionali della Provincia di Siracusa.

Rosolini è stata nominata “Città del Carrubo” per la sua florida produzione e trasformazione di questi frutti prettamente mediterranei che abbondano presso le aree iblee della Sicilia sudorientale.

La città è nota anche per il sopracitato “Sacro Cuore di Rosolini”, un’immagine miracolosa a cui il centro abitato rosolinese è consacrato, situata all’interno dell’omonimo e moderno Santuario oggetto di numerosi pellegrinaggi religiosi.

Rosolini è anche famosa perché all’interno del suo centro storico sono state filmate gran parte delle scene del film italiano del 2014 “Andiamo a quel paese”.

Concludiamo infine parlando del dialetto parlato a Rosolini; esso assieme a quelli di Pachino e Portopalo di Capo Passero non deriva dal dialetto siracusano, ma bensì dal dialetto ragusano che non prevede l’uso della “CH” (utilizzando parole tipo “Ciavi”, “Ciuovu” ecc…) e che tra l’altro va ad influenzare i dialetti parlati a Noto, Avola, Palazzolo Acreide e Canicattini Bagni.

Infatti il dialetto rosolinese ha una diversa pronuncia molto più stretta e marcata rispetto agli altri dialetti parlati in Provincia di Siracusa, avvicinandosi notevolmente alla parlata “ragusana”.

Rosolini infine è gemellata con le città di Santa Fé (Argentina) e Toronto (Canada).

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Statistiche generali

  • Nome in siciliano: “Rusalini” ;
  • Abitanti: rosolinesi;
  • Popolazione abitante: 21071 abitanti;
  • Comuni confinanti: Noto (SR)RagusaIspica, Modica (RG);
  • Fiumi e torrenti limitrofi: Fiume Tellaro, Fiume TellesimoTorrente Favara (Cava di Ispica)Torrente Granati (Cava Lazzaro)Torrente Prainito (Cava Paradiso)Torrente Ristallo – Stafenna, Torrente ScalarangioTorrente Scardina – Cipolla (Cava del Signore);
  • Monti e rilievi limitrofi: Cozzo Cisterna, Cozzo di Manzio, Cozzo Rose, Cozzo VerroCugno Taverna;
  • Clima: freddo e umido in inverno con eventuali precipitazionicaldo e torrido in estate con venti di ponente o sciroccomite con eventuali piogge in autunno e primavera;
  • Santo Patrono: San Luigi Gonzaga;
  • Altri Santi venerati: San GiuseppeSacro Cuore di GesùSanta Maria ImmacolataServa di Dio Madre Carmela Aprile;
  • Economia rosolinese: agricoltura, allevamento, turismo, mobilifici, esercizi alberghieri, aziende agroalimentari;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: Cavolo Vecchio di Rosolini, Carrube di Rosolini e prodotti tipici a base di essa (dolciumi alle carrube, Vino Cotto di Carruba, Liquore alla Carruba ecc…), Funghi di Carrubo, Pasta casereccia (“Maccarruna”, “Cavatieddi” e “Lolli” ), preparazioni tipiche a base di legumi locali (“Maccu ri Favi), pizze e focacce tipiche (“Mpanati”, “Scacci”, “Cucca” e “Pastizzetti” ), Olio Extravergine di Oliva “Monti Iblei DOP”, Formaggi e latticini (“Ragusano DOP”, Pecorino primo sale o stagionato, “Tuma” e ricotta), Crispelle, dolciumi tipici localiVino “Eloro”;

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Come Raggiungere Rosolini

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada Catania – Siracusa – Gela (in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Rosolini” (obbligatorio), per poi immettersi sulla SS 115 Rosolini – Ispica ed arrivare così nella città rosolinese);
  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna, Agrigento e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella tangenziale, dopodiché sull’Autostrada Catania – Siracusa (che a sua volta si immetterà sul tratto autostradale Siracusa – Gela in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Rosolini”, per poi immettersi sulla SS 115 Rosolini – Ispica ed arrivare così nella città rosolinese);
  • Per chi proviene da Gela e Ragusa: immettersi sulla SS 115 fino a Rosolini e entrare nella città rosolinese;

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Rosolini) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • L’aeroporto più vicino a Rosolini è quello di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sul sito controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dall’Aeroporto Fontanarossa conducono a Rosolini (controllate le Autolinee AST).

Via Autobus

Via Mare

  • Rosolini è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

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Storia di Rosolini

Dal periodo preistorico (2000 – 1200 a.C.) al terremoto dell’11 Gennaio 1693

Il territorio attorno Rosolini sin dal periodo preistorico ha assunto sin da allora la funzione di principale zona di transito tra le attuali Province di Siracusa e Ragusa.

Infatti troviamo tracce di frequentazione umana risalente al 2000 a.C. circa.

A testimonianza di ciò nelle contrade di campagna attorno Rosolini, specialmente nelle località “Cozzo Cisterna” (presso la Cava Lazzaro) e “Stafenna”, sono stati trovati vari insediamenti preistorici di epoca sicana e sicula comprendenti anche vari siti funerari di tipo rupestre.

Intorno al 1200 a.C. presso il territorio rosolinese sorsero vari insediamenti siculi, facendo in modo che l’area cominciasse ad essere abitata in maniera stabile.

Coloro che si stabilirono presso l’attuale territorio appartenente a Rosolini, iniziarono ad apprendere le tecniche per la costruzione dei villaggi, l’agricoltura sia l’allevamento.

I principali insediamenti di epoca preistorica sono ubicati lungo l’area di Cava Lazzaro, a nord di Rosolini.

Durante il periodo greco, il territorio rosolinese venne abitato da alcuni coloni provenienti da Siracusa che fondarono un piccolo villaggio contadino di cui tuttora non sappiamo il nome, che doveva collegarsi alle città portuale di Eloro (territorio marino di Noto) e di Neas (antica “Noto” sul Monte Alveria) tramite strade comunicanti con la “Via Elorina”, ossia la strada che collegava Siracusa alla punta sudorientale della Sicilia passando appunto dalla sopracitata “Eloro”.

Dopo il periodo greco, il territorio rosolinese così come l’intera Sicilia (in particolare i territori appartenenti a Siracusa), passarono ai Romani che chiamarono il villaggio contadino col nome di “Rus Elorinum” (da cui sarebbe derivato il nome “Rosolini”).

Come la maggior parte dei centri abitati sorti un epoca greco – romana, anche la costruzione dell’insediamento relativo alla città di Rosolini ha la sua leggenda.

Secondo la mitologia classica il Dio Vulcano, lasciò la sua residenza (il Monte Etna), e fondò una città sull’altopiano posto tra la Cava Lazzaro a nord e la Cava Scardina a sud, la dove ora è posta l’odierna Rosolini.

Dopo la caduta di Roma coincidente con l’inizio del periodo noto come “Medioevo”, il piccolo insediamento di Rosolini venne popolato dai Bizantini, ai quali si deve la presenza di numerosi siti rupestri ubicati presso le limitrofe cavità iblee (Cave Lazzaro, Scardina, Prainito, Scalarangio e Vallone Stafenna) tra cui vanno citate catacombe e oratori rupestri come ad esempio l’Eremo di Croce Santa di Cava Lazzaro, all’interno della quale si venerava un miracoloso “Crocifisso”.

Presso questo Eremo, molti furono coloro che vissero all’interno del medesimo in ascetismo e in eremitaggio durante i secoli successivi; tra essi va citato “Sant’Ilarione da Gaza” che visse anche presso la limitrofa Cava d’Ispica.

A ciò si aggiunge la presenza di una comunità ebraica, le cui aree funerarie anch’esse catacombe rupestri (poste lungo la Cava Grande di Rosolini e la Contrada Scalarangio), erano (e sono) contraddistinte dalle figure della “Menorah” (il candelabro a sette bracci simbolo dell’ebraismo) incise sulla roccia.

A sudest dell’attuale Rosolini venne costruita una Basilica Rupestre che venne inglobata all’interno del Castello Feudale che appartenne alla famiglia Platamone (vedi più sotto).

In seguito alla conquista araba della Sicilia iniziata nell’827 e condotta dal generale Asad ibn al-Furat, il territorio rosolinese divenne possedimento arabo.

In questo periodo il nome di quest’area divenne “Rus Salib’Ni” (o “Garu As Salibin”) ossia “Grotta della Croce” che dovrebbe derivare dalla presenza di una raffigurazione di un Crocifisso presso la Chiesa Rupestre posta all’interno del Castello Platamone.

Le ipotesi che il nome derivi dall’Eremo di Croce Santa della Cava Grande di Rosolini sarebbero infondate, dato che il “Santissimo Crocifisso” venerato attualmente presso la città rosolinese venne rivenuto circa sei secoli dopo (anno 1533).

La presenza degli arabi è avvalorata dai toponimi delle limitrofe località iblea (Incallebba, Granati, Gisira, Ritillini, Favarotta, Narbalata, Saia Randeci ecc…).

In seguito alla conquista normanna della Sicilia iniziata nel 1061, il territorio rosolinese passa successivamente ai normanni.

Durante le successive normanne, sveve, angioine e aragonesi, l’attuale territorio rosolinese divenne sede di un feudo noto come “Cugni d’Incumbao” chiamata anche “Li Salini” o “Savini” (toponimo derivante dall’arabo “Rus Salib’Ni”), che apparteneva alla città di Noto (allora ubicata sul Monte Alveria).

Questo feudo appartenne a varie famiglie tra cui vanno citate i De Girgia, i De Apello e i De Podio, questi ultimi proprietari di queste terre per buona parte dei secoli 1300 e 1400.

Nella metà del secolo 1400, in seguito al matrimonio tra Margherita De Podio e Antonio Platamone, facente parte di una facoltosa e nobile famiglia catanese, l’attuale territorio rosolinese suddiviso in varie aree feudali tra cui quella nota come “Lufanini” posta tra la Contrada Commaldo Superiore e il Cozzo Cisterna (a ridosso della Cava Grande di Rosolini) passò a quest’ultima.

La famiglia Platamone intendeva costruire un “centro abitato” attorno ad un “castello” presso il feudo di “Li Salini”, e richiese la cosiddetta “Licentia Aedificandi” all’allora sovrano di Sicilia Ferdinando II d’Aragona (detto “Il Cattolico”).

Il sovrano acconsentì a ciò il 15 Gennaio 1485 e cominciarono i lavori di edificazione del nuovo centro abitato, ma il senato di Noto (su pressioni della locale nobiltà) non approvò per paura di perdere i proventi provenienti dalle imposte riscosse presso l’attuale territorio comunale rosolinese, e dopo due anni il 23 Gennaio 1487 venne bloccata la suddetta concessione.

Ciò provocò un contenzioso tra la famiglia Platamone e il senato netino che durò circa due secoli.

I Platamone tentarono ugualmente di ottenere la “Licentia Aedificandi”,

Venne effettuato un primo tentativo nel 1538 durante il regno di Carlo V d’Asburgo con Girolamo Platamone che richiese ciò all’allora Viceré di Sicilia Ferrante Gonzaga I tramite il presidente del regno Arnaldo Albertino Vescovo di Patti, trovando pareri discordanti da parte del del senato netino.

In seguito fu Maria Platamone a richiedere la “Licentia Aedificandi” nel 1559 durante il regno di Filippo I d’Asburgo all’allora Viceré Juan De la Cerda tramite il presidente del Regno Ferdinando Silva, ma il nobile netino Cola Mandalà si oppose e il desiderio di creare un “centro abitato” presso il feudo rosolinese non fu possibile neanche in questa occasione.

Nel frattempo venne miracolosamente ritrovata la “Croce Santa” venerata sin dal periodo bizantino presso l’omonimo ed attuale Eremo posto nel cuore della Cava Grande di Rosolini, che venne costruito in seguito a ciò proprio inglobando le caverne che lo componevano.

In molti citano la data del 3 Maggio 1533 come “effettiva” del sopracitato ritrovamento, ma ad oggi non si hanno fonti certe e quantomeno veritiere su quest’ultima.

Nel 1673 il territorio rosolinese divenne “Baronia” e il feudatario Francesco Platamone ne divenne reggente col titolo di “Barone di Rosolini”, riuscendo ad ottenere l’agognata “Licentia Aedificandi” durante il regno di Filippo III d’Asburgo da espletare entro dieci anni, ma ciò non fu possibile neanche in questa occasione.

In questo medesimo anno venne costruita la prima “Chiesa” presso l’area feudale rosolinese, che venne intitolata al “Santissimo Sacramento” e successivamente consacrata al culto della “Croce Santa” rinvenuta presso l’omonimo eremo in cui essa venne rinvenuta.

In seguito al terremoto dell’11 Gennaio 1693 che distrusse l’intera area del Val di Noto seminando devastazioni e morte tra i suoi abitanti, anche l’area feudale di Rosolini subì notevoli ripercussioni.

Rosolini dal 1700 ai giorni nostri

Dopo il sisma che distrusse la Sicilia sudorientale nel 1693, il territorio di Rosolini poté seriamente ambire ad essere indipendente da Noto con la costruzione di un vero e proprio “centro abitato”.

Ciò cominciò ad avversarsi nel 1704 quando Eleonora Platamone, l’unica figlia dell’allora Barone di Rosolini Don Antonio Platamone, si sposò con Francesco Moncada – Cirino Principe di Larderia.

Questo matrimonio fu il preludio dell’indipendenza di Rosolini da Noto, resa possibile dall’importanza e dal prestigio della famiglia Moncada (una delle più importanti della Sicilia), di cui cui il principe Francesco ne era esponente.

Ciò avvenne nella data del 1 Agosto 1712 in piena ricostruzione post – terremoto; Don Antonio Platamone, la sua unica figlia Eleonora, principessa di Rosolini e suo marito Don Francesco Cirino Moncada ebbero la “Licentia Populandi” dall’allora Sovrano di Sicilia Re Filippo V di Borbone, e il senato della città di Noto dopo più di due secoli di contenziosi acconsentì.

In seguito alla “Licentia Populandi” ottenuta nel 1712, cominciarono i lavori per l’edificazione dell’attuale Rosolini che si andarono ad aggiungere a quelli dovuti alla ricostruzione dei centri del Val di Noto distrutti durante il terremoto dell’11 Gennaio 1693.

Venne quindi costruita o per meglio dire “ampliata” la residenza feudale nota come “Castello Platamone” (che in realtà era esistente sin dal 1485) che fu dimora della famiglia Moncada, che ingloba un oratorio rupestre di epoca bizantina riconsacrato alla “Madonna del Buon Consiglio”.

A ciò si aggiunse l’edificazione di alcune chiese di cui quelle più note erano quelle del “Santissimo Sacramento” che ricopriva il ruolo di prima “Chiesa Madre” cittadina (attuale Chiesa del Santissimo Crocifisso), della “Madonna Immacolata” posta a nordovest della residenza feudale della famiglia Platamone – Moncada (che venne demolita nel 1985), di “San Bartolomeo” e di “San Giuseppe” consacrata al futuro “Santo Protettore” cittadino (questi edifici sacri non sono più esistenti).

In seguito alla costruzione del centro abitato, nel 1713 venne cominciata la costruzione dell’acquedotto sopraelevato in Contrada Cansisina (ultimata poi nel 1736), che canalizzava le acque prelevate da una limitrofa sorgente incanalandole sotto la città rosolinese per poi confluire presso “U Cavittuni” ossia la “Saia Randeci” (canale irriguo costruito in epoca araba).

Alla costruzione di quella che è divenuta l’attuale città di Rosolini, lavorarono vari architetti locali, tra cui un allievo del noto architetto siracusano Pompeo Picherali che progettò la principale Chiesa cittadina che venne consacrata a “San Giuseppe”, collocata presso la principale piazza cittadina.

Venne inoltre ricostruita la Chiesa del Santissimo Sacramento nel 1728, che venne riconsacrata al “Santissimo Crocifisso” il 29 Dicembre 1742.

Inoltre fu ultimato il Convento Francescano con l’annessa Chiesa del Cuore Immacolato di Maria.

Nella data del 25 Gennaio 1754, “San Luigi Gonzaga” venne proclamato “Patrono di Rosolini”.

Con l’estinzione della casata dei Platamone, Rosolini appartenne del tutto alla famiglia Moncada.

Furono in molti dai centri limitrofi a trasferirsi presso Rosolini, in particolare dalle attuali città di Avola, Noto, Palazzolo Acreide, Spaccaforno (odierna Ispica), Modica e Scicli, avendo in enfiteusi una casa ed un appezzamento di terreno dalla famiglia Moncada.

Inoltre in molti dalle terre di Pachino emigrarono verso l’odierna Rosolini stabilendosi nell’area oggi nota come “Via Pachinello”.

Rosolini divenne quindi sede di un’Università (ente che aveva le funzioni degli odierni “comuni”) il cui territorio era posto tra quelli di Noto (a cui prima apparteneva), Spaccaforno, Modica e Ragusa.

Nel 1792 la “Croce Santa” venne traslata dalla Cava Grande di Rosolini all’interno della Chiesa anticamente consacrata al “Santissimo Sacramento”, che come detto in precedenza venne riconsacrata al “Santissimo Crocifisso”.

Nel secolo 1800 Rosolini cominciò a far parte del “Regno delle Due Sicilie” retto dalla famiglia dei Borbone di Napoli a partire dal 1812, facendo parte del Distretto di Noto a sua volta appartenente all’allora Provincia di Siracusa.

In questo periodo la famiglia Sipione acquisì notevole prestigio facendo edificare anche eleganti tenute nobiliari all’interno della città (tra cui i Palazzi Sipione e Santacroce), e alcuni dei loro esponenti ebbero il titolo di “Barone”; altre famiglie aristocratiche importanti furono quelle dei Cartia, dei Calvo e dei Savarino.

Nel 1840 fu ultimata la costruzione della Chiesa Madre di Rosolini, e in concomitanza di ciò avvenne la sistemazione della limitrofa Piazza principale.

Dal 15 Maggio 1844, Rosolini cominciò a far parte della “Diocesi di Noto”.

Durante il periodo risorgimentale, furono in molti i rosolinesi ad essere avversi ai Borbone di Napoli, riscontrando idee favorevoli tra coloro che parteggiavano per l’Italia unita,

Infatti molti giovani di Rosolini si aggregarono ai “Mille” di Giuseppe Garibaldi durante la sua famosa “Spedizione” in Sicilia avvenuta nel 1860.

Dopo l’Unità d’Italia nel 1861, ma in particolare nella prima metà del 1900, la città di Rosolini fece parte dell’attuale Provincia di Siracusa (dal 4 Agosto 2015 nota come “Libero Consorzio Comunale di Siracusa”) all’interno del “Circondario di Noto”.

Tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 furono notevoli i miglioramenti urbanistici con la costruzione di nuove opere pubbliche.

Infatti venne migliorata la rete idrica alimentata dall’Acquedotto Cansisina, e grazie a ciò venne restaurato nel 1880 l’abbeveratoio comunale settecentesco presso l’attuale Piazza Masaniello.

Un altro abbeveratoio venne costruito lungo la Via Eloro a nordest dell’allora centro urbano rosolinese.

Grazie all’apertura al traffico della linea ferroviaria “Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi” con la conseguente inaugurazione della Stazione di Rosolini avvenuta il 23 Dicembre 1891, il traffico di merci (tra cui prodotti agricoli coltivati in territorio rosolinese) tra i centri urbani di Siracusa, Noto, Modica e Ragusa favorì l’economia locale.

Inoltre in questo medesimo periodo il territorio rosolinese (in particolare l’area di Cava Lazzaro) venne cominciato a studiare dall’archeologo Paolo Orsi.

Anche il notaio nonché studioso rosolinese Faustino Maltese cominciò a studiare in maniera approfondita la storia di Rosolini e del suo territorio.

Nei primi anni del 1900, la città rosolinese ebbe una notevole espansione urbana conseguente alla costruzione di nuovi edifici in stile liberty e neogotico (alcuni di essi appartenenti alle sopracitate famiglie aristocratiche cittadine).

Oltre a ciò anche l’economia era piuttosto florida grazie al settore agricolo e zootecnico oltre al fatto che la cittadina era posta in un’area “strategica” posta tra gli attuali territori siracusani e ragusani, favorendo così gli scambi commerciali.

Nel 1912 venne inoltre costruita la “Fontana del Tritone” presso l’attuale Piazza Masaniello (un tempo nota come “Piazza Commendatore Sipione”).

Nonostante ciò molti rosolinesi emigrarono in America (in particolare in Canada o negli Stati Uniti d’America) tra la fine del 1800 e i decenni iniziali del 1900 per cercare occasioni lavorative e uno stile di vita migliore; tra loro citiamo la famiglia di Francesco “Frank” Lentini, l’uomo nato con tre gambe che grazie a ciò riuscì ad avere una certa fama effettuando diversi spettacoli circensi.

Il periodo della I guerra mondiale iniziato con l’entrata dell’Italia nel conflitto avvenuta nel 1915,  segnò un periodo nero per Rosolini.

Infatti molti giovani venivano reclutati forzatamente e mandati a combattere al fronte, andando a togliere forza lavoro (in particolare al comparto agricolo, che come abbiamo detto in precedenza era la principale fonte di guadagno per la città) causando una mancanza di manodopera con il conseguente calo dell’economia locale.

Ma ancor più grave fu il fatto che questa generazione patì un vero e proprio “martirio”, dato che furono in molti i rosolinesi che morirono in guerra mentre coloro che si “salvarono”, rimasero in gran parte gravemente feriti o mutilati.

E Rosolini nel periodo del primo dopoguerra, così come avvenne la maggior parte di tutte le città italiane, dovette attraversare un periodo di crisi facendo i conti con la poca manodopera lavorativa rimasta e i conseguenti deficit economici che, assieme al dolore delle famiglie per i loro parenti morti o tornati in maniera gravemente compromessa dalla guerra.

Tutto ciò segnò una triste pagina per l’intera città rosolinese.

Dagli anni 1920 in seguito all’avvento della dittatura fascista, vi fu un altro periodo non molto positivo in cui la “libertà di opinione” era limitata.

Inoltre furono in molti coloro che continuarono ad emigrare in America per cercare lavori più remunerativi.

Nonostante ciò in quegli anni la figura carismatica di “Madre Carmela Aprile” fu un punto di riferimento per la popolazione rosolinese, venendo una luce di speranza nella miracolosa figura del “Sacro Cuore di Gesù” che in quegli anni cominciava ad essere venerata grazie all’operato della religiosa rosolinese.

Il periodo fascista però non fu del tutto negativo, infatti vennero edificate scuole, migliorata la rete idrico – fognaria, completata linee elettrica e si ebbe una nuova espansione urbana.

In questo periodo la Chiesa del Santissimo Crocifisso venne ricostruita in stile neogotico.

Inoltre Rosolini si ritrovò a far parte della “Provincia di Siracusa”, dopo che il limitrofo “Circondario di Modica” andò a formare l’attuale “Provincia di Ragusa” in seguito al decreto del 2 Gennaio 1927 redatto dal senatore ragusano Filippo Pennavaria.

In base a ciò il territorio rosolinese, che geograficamente, culturalmente e linguisticamente era (ed è) più prossimo all’area ragusana, cominciò a far parte della “nuova” Provincia di Siracusa assieme ai limitrofi comuni dell’area meridionale aretusea (Noto, Pachino, Portopalo di Capo Passero e Avola).

 Negli anni 1940, coincidenti con l’inizio della II guerra mondiale, Rosolini vide il suo periodo più nero della sua storia.

Oltre al fatto che si è ripetuto ciò che avvenne durante la I guerra mondiale, ossia che la forza lavoro venne a mancare per la chiamata alle armi dei giovani rosolinesi impiegati nei vari settori lavorativi che contribuivano all’economia cittadina, con la conseguente morte di molti di loro durante i combattimenti (tra cui va citato il soldato Corrado Lao deceduto il 6 Luglio 1943 a Mestre in Veneto, e i cui resti sono stati sepolti a Rosolini nel 2014 dopo esser stati tumulati a Venezia presso il Tempio Votivo della Pace); i più fortunati tornarono in vita ma in molti furono quelli che riportarono gravi ferite o mutilazioni.

A ciò si aggiunsero i bombardamenti angloamericani avvenuti nel Luglio del 1943 durante lo “Sbarco in Sicilia”, che provocarono danneggiamenti alla città (tra cui va citata la distruzione dell’area limitrofa all’odierna “Piazza Santissimo Crocifisso”) e vittime tra la popolazione.

Terminato il secondo conflitto mondiale, malgrado la crisi economica che attanagliava la Sicilia nel periodo postbellico, si cercò di ricostruire ma anche di “migliorare” l’agricoltura e modernizzare le allora piccole industrie artigiane per poter risollevare a poco a poco l’economia rosolinese.

In parte ciò avvenne con risultati eccellenti durante gli anni 1950, 1960, 1970 e 1980 comprendendo un ennesimo sviluppo urbano e la notevole miglioria delle infrastrutture stradali dato che ora Rosolini cominciava ad essere un importante polo economico posto presso il confine tra le Province di Siracusa e Ragusa.

Incominciò allora a svilupparsi l’agricoltura in maniera più consistente anche grazie alla diffusione della serricoltura, e nelle campagne furono attuate nuove innovazioni lavorative che permisero di modernizzare e sveltire i lavori agricoli.

Nonostante ciò molti rosolinesi non riuscirono a trovare fortuna presso la loro terra, e decisero quindi di emigrare in Nord Italia o in altre aree dell’Europa centrosettentrionale.

In questo periodo si diffuse notevolmente il culto al “Sacro Cuore di Rosolini”, portato avanti dalla religiosa rosolinese Madre Carmela Aprile fino al 1968, anno della sua morte presso quello che diventò il futuro “Santuario” curato dalle Suore della Visitazione.

Il 13 Dicembre del 1990, a causa del cosiddetto “Terremoto di Santa Lucia”, vennero danneggiati alcuni edifici della cittadina rosolinese.

Dagli anni 1990 ad oggi, anche grazie alla costruzione del tratto “Cassibile – Rosolini” dell’Autostrada 18 “Siracusa Gela”, l’economia rosolinese è contraddistinta dalla valorizzazione dei settori agricolo – zootecnico, manifatturiero, commerciale e ultimamente anche turistico – religioso grazie al sempre più crescente numero di pellegrini che il Santuario del Sacro Cuore attira ogni anno nella città rosolinese.

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Rosolini oggi; economia, turismo, personaggi famosi

Economia

Rosolini è una città in cui l’agricoltura e l’artigianato locale ne fanno una delle zone economicamente più attive dei sud est della Sicilia, anche perché il suo centro abitato risulta ubicato presso un’area di transito obbligato per chi proviene dalle province di Siracusa e Ragusa per via dell’Autostrada A 18 “Siracusa – Gela”, che ha di fatti sveltito i collegamenti con la rete stradale nazionale.

L’agricoltura continua ad essere il principale punto di forza dell’economia rosolinese.

Così come avviene in gran parte della Sicilia sudorientale (in particolare presso le limitrofe aree di Pachino, Portopalo e Ispica), troviamo la maggior parte dei terreni agricoli occupati da grandi serre semi automatizzate dentro le quali si coltivano: pomodori (tra cui le varietà “Ciliegino”, “Datterino”, “Piccadilly” e “Marmande”), peperoni, zucchine, melanzane, angurie e fragole.

Per quanto riguarda l’agricoltura in campo aperto anch’essa piuttosto importante vengono coltivati: lattuga, carote (tra cui anche la cosiddetta “Carota di Ispica IGP”), patate, cavolfiori, leguminose di vario tipo (lenticchie, piselli, fagioli, fagiolini, ceci ecc…) e cereali (in particolare frumento di grano duro, tra cui anche varietà di “Grani Antichi Siciliani”).

Da citare la coltivazione di nicchia del cosiddetto “Cavolo Vecchio di Rosolini”, un’ortaggio divenuto anche presidio “Slow Food” per le sue speciali caratteristiche vitali e per la sua qualità gastronomica (per saperne di più clicca qui).

Per quanto riguarda le colture arboree, la più importante è quella della carruba (frutto legnoso di colore marrone), che nei terreni vicino Rosolini trova un ambiente ideale in cui crescere rigogliosamente.

Non a caso Rosolini è considerata come la  “Città della Carruba”, al cui interno questo frutto viene lavorato e trasformato in vari prodotti tipici locali (dolciumi, sciroppi ecc…).

 Altra coltivazione arborea molto importante è quella delle olive da olio, tanto che il medesimo prodotto rientra nel consorzio di tutela “Monti Iblei” presso l’area di produzione “Val Tellaro” (il cui olio è prodotto con il 70% olive di varietà “Moresca”).

Altre importanti coltivazioni frutticole importanti sono: agrumi (limoni, arance, mandarini e clementine), gelsi, nespole, melograni, loti e fichi.

Presenti anche coltivazioni di vitigni usati per produrre vini “Nero d’Avola”, “Eloro”, “Moscato” e altri tipi di vino tra cui citiamo le varietà “Pignatello”, “Frappato”, “Syrah”, “Cabernet – Sauvignon” e appunto “Nero d’Avola” (rossi), “Grillo”, “Inzolia” e “Moscato” (bianchi).

Non indifferente la raccolta di Fichi d’India e di verdure selvatiche (asparagi, borragine, senape dei campi ecc…).

L’allevamento è un’altra risorsa economica molto importante del rosolinese, infatti sono presenti allevamenti bovini, ovini e caprini (sia da latte che da carne), suini e volatili (tacchini e polli da carne, galline ovaiole e altri volatili come quaglie, anatre e oche).

Da citare la presenza di un allevamento ittico di trote, tra cui anche la varietà “Macrostigma” (per saperne di più clicca qui).

Il settore industriale rosolinese si basa principalmente sul lavoro artigianale del legno, degli infissi metallici e del ferro battuto, nonché del restauro e vendita di mobili.

Infatti Rosolini è il secondo centro in Provincia di Siracusa ad essere provvisto di esercizi commerciali e aziende legate al commercio e all’assemblaggio di mobili e infissi.

Vi è anche la presenza di ditte specializzate nel montaggio di serre agricole e di impianti di irrigazione, che usano le maggiori tecnologie all’avanguardia per questo settore.

Il settore alimentare presenta ditte artigianali il cui lavoro si basa sulla trasformazione dei prodotti agricoli e lattiero – caseari del territorio.

Presso Rosolini vengono prodotti prodotti formaggi e latticini (tra i quali  pecorino, provola, ricotta, “Ragusano DOP” e “Tuma” ), vini rossi e bianchi con le sopracitate varietà d’uva, conserve a base di verdure (tra cui il “Cavolo Vecchio di Rosolini”) o di trote (dal sopracitato allevamento ittico), pasta casereccia e vari prodotti da forno (pane, pizze, focacce tra i quali  “Scacce” e “Mpanati”  ecc..) e infine dei vari dolciumi (pasticcini, torroni e dolci tradizionali).

La sopracitata abbondanza di carrube ha fatto si che a Rosolini si siano sviluppate aziende specializzate nel trasformarle in prodotti dolciari come caramelle, creme e soprattutto nello sciroppo detto “Vino Cotto” usato in tutto il sud est della provincia come condimento per le “Crispelle”.

Turismo

Rosolini sta cercando di affermarsi anche come centro di valenza turistica valorizzando le sue bellezze naturalistiche e architettoniche, non tralasciando il movimento turistico legato al culto cristiano e all’enogastronomia locale.

Infatti Rosolini, favorita dalla sua posizione strategica a ridosso delle Province di Siracusa e Ragusa, oltre ad essere un “centro di transito”, è divenuta anche meta di un discreto numero di turisti che visitano gli edifici cittadini, il Parco “Papa Giovanni Paolo II” e il Santuario del Sacro Cuore di Gesù.

Al di fuori della cittadina vengono visitati la Cava Lazzaro con l’Acquedotto Cansisina e l’Eremo di Croce Santa, la Cava Prainito e le limitrofe aree iblee.

Il turismo è stato favorito anche per via di varie riprese cinematografiche di film italiani, avvenute all’interno della cittadina rosolinese.

Inoltre Rosolini sta avendo possibilità di farsi conoscere in campo turistico anche grazie a numerosi eventi organizzati specialmente nel periodo estivo, tra cui va citata la “Sagra dell’Arancino” che è divenuta il principale evento dell’estate rosolinese, senza tralasciare le festività consacrate a “San Giuseppe”, alla “Croce Santa”, a “San Luigi Gonzaga” (Patrono cittadino) e al “Sacro Cuore di Gesù”.

Inoltre molta gente avvalendosi dei fondi monetari stanziati dagli enti locali per implementare il turismo, ha iniziato sempre di più ad inaugurare bed & breakfast, piccoli ristoranti, trattorie e soprattutto agriturismi.

Tutto ciò ha fatto di Rosolini uno dei principali centri strategici per quanto riguarda il turismo nel sud della provincia aretusea.

Personaggi famosi

Tra i personaggi illustri legati alla cittadina di Rosolini citiamo: Francesco Lentini (l’unico uomo al mondo ad avere tre gambe perfettamente funzionanti),  il famoso scultore Biagio Poidimani, il religioso Monsignor Corrado Mingo, la “Serva di Dio Madre Carmela Aprile” che fondò il Santuario del Sacro Cuore di Rosolini (vedi nel link “Feste e tradizioni” il paragrafo “Festa del Sacro Cuore di Rosolini”), il dottore in legge Daniele Sipione, fondatore dell’associazione “I nostri amici lebbrosi” (che ogni anno aiuta i numerosi ammalati di lebbra nelle nazioni del terzo mondo). il Professor Giorgio Calabrese (famoso dietologo con ampia fama nazionale). il comico Francesco Sparacino, la cantante Rosalia Misseri e infine la presentatrice Ambra Lombardo.

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Guida turistica di Rosolini
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

Rosolini è una piccola cittadina posta su di un breve rilievo ibleo su cui è posto il suo centro urbano e storico, suddiviso in vari quartieri.

Ad est di Rosolini è posto l’asse viario di Via Nazionale – Viale Paolo Orsi, comprendente il tratto urbano della SS 115 per Noto e Ispica.

L’accesso “storico” alla città è però posto lungo la Via Eloro posta lungo il quartiere “Vignale”, presso la quale è posto un interessante abbeveratoio monumentale. Al termine di questa piazza è posta la Piazza dei Caduti in cui possiamo ammirare il Monumento ai Caduti di tutte le guerre.

Da questa piazza possiamo raggiungere la centrale Via Roma che conduce presso il centro storico cittadino.

Qui è posto l’imbocco dell’importante Via Gonzaga, dalla quale possiamo raggiungere l’Oratorio del Buon Pastore, la Piazza Saro Adamo, la Piazza degli Angeli con l’adiacente Viale Alto Moro, e infine il Cimitero di Rosolini.

Dalla Via Roma raggiungiamo la pittoresca Piazza Masaniello in cui è posta la “Fontana del Tritone” e il limitrofo Quartiere noto come “San Cherchiri”, presso il quale è posta la Casa Natale di Frank Lentini, il rosolinese con tre gambe che divenne famoso negli Stati Uniti.

Alla fine della Via Roma è posto il Palazzo Comunale, sede del Municipio di Rosolini.

A sud di Via Roma raggiungiamo la centrale Piazza Garibaldi, la principale della cittadina rosolinese presso la quale possiamo ammirare alcuni dei più suoi importanti edifici storici.

A settentrione è posta l’imponente Chiesa Madre di San Giuseppe, il principale luogo di culto cittadino consacrata ai culti di “San Luigi Gonzaga” (Patrono della città di Rosolini), “San Giuseppe”, “Santa Maria Immacolata” e “Santa Lucia”.

A sinistra della Chiesa possiamo ammirare il Palazzo Cartia, mentre ad ovest della Piazza Garibaldi è posto l’elegante Palazzo Santacroce – Sipione – Ignaccolo con la sua torretta dell’orologio.

A meridione possiamo ammirare il Palazzo Savarino sede di ex cinema, il Palazzo del Circolo Ricreativo “Non Fumatori”, il Palazzo Poidomani sede del Circolo Culturale “Luigi Pirandello” e di un piccolo spazio espositivo.

Ad est della piazza è collocato un imponente Palazzo in stile neoclassico.

Dalla Piazza Garibaldi possiamo raggiungere a nord l’importante Via Manzoni caratterizzata dalla presenza di edifici in stile liberty, mentre a sud vi è il Corso Savoia, pittoresca strada pedonale del centro storico rosolinese in cui sono posti interessanti edifici storici.

Nel tratto più a nord del Corso Savoia è posto l’elegante Palazzo Senia.

Qui è ubicato l’imbocco della Via Bellini, una delle più importanti strade di Rosolini, nel cui tratto ad oriente del Corso Savoia possiamo ammirare la Chiesa Vecchia di Santa Caterina con l’attiguo Orfanotrofio “Savarino”, la Piazza XXIV Maggio con il Parco Giochi “Giuliana Trombatore”, le Scuole di Via Bellini di cui fanno parte gli Istituti Francesco D’Amico e Emanuele De Cillis, e infine il Palazzo Comunale di Via Bellini.

Tornando in Via Savoia, possiamo ammirare la Piazza Faustino Maltese intitolata all’omonimo studioso rosolinese, presso la quale possiamo ammirare la Casa di Faustino Maltese e un Palazzo Barocco provvisto di un elegante portico sotto il quale passa la Via Monreale.

A sud di Piazza Faustino Maltese è posta la Via Platamone presso la quale possiamo ammirare il Palazzo Sipione – Avveduto provvisto di un elegante cortile interno, e il Palazzo Calvo – Nobile in stile neoclassico.

A sud di Via Platamone, è posto il Palazzo Sipione di Corso Savoia.

Al centro del Corso Savoia è posto l’incrocio con la Via Sipione, un’altra importante via del centro storico rosolinese lungo la quale sono posti quattro eleganti edifici che sono (da est ad ovest) il Palazzo Savarino un tempo sede della dimora del Governatore dell’Universitas (Comune) di Rosolini, il tardo settecentesco Palazzo Sipione – Grande, il neoclassico Palazzo Sipione – Cartia con i suoi interessanti “mascheroni” posti presso l’accesso secondario di Via Gubernale, e il neogotico Palazzo Giunta – Cartia.

Nella limitrofa Via Aprile troviamo il Museo Etnografico “Giovanni Savarino”, un importante spazio espositivo incentrato sul passato di Rosolini e del suo territorio.

Al centro della Via Sipione è posta la Piazza Santissimo Crocifisso che da il nome al limitrofo quartiere, presso la quale è ubicata la neogotica Chiesa del Santissimo Crocifisso, importante luogo di culto cittadino consacrato alla “Croce Santa” rinvenuta presso la Cava Grande di Rosolini.

A sud di Piazza Santissimo Crocifisso, lungo la Via Ispica è posto il neoclassico Palazzo Sipione – Giuliano un tempo sede del cinema all’aperto noto come “Arena Giuliano”, al cui interno è stato allestito uno spazio espositivo.

Lungo il tratto di Via Sipione posto ad occidente di Piazza Santissimo Crocifisso, possiamo ammirare l’Ex Carcere di Rosolini e la Piazza Savarino.

Ad occidente è posto l’Asse Viario di Via Sipione Ovest (comprendente il Viale Giacinto Facchetti e il Piazzale Baden Powell) che conduce alla periferia occidentale di Rosolini, presso cui è posta la Nuova Chiesa di Santa Caterina comprendente un moderno oratorio e un cine – teatro, e la Piazza Rosario Errante sede di un parco giochi.

A sud del Corso Savoia (il cui estremo tratto periferico si collega alla SS 115 per Ispica) raggiungiamo la “Passeggiata Comunale di Rosolini” caratterizzata dalla statua della “Madonna Immacolata”, che conduce alla Piazza Europa posta nell’area nota come “Verde a Valle”, toponimo con cui è noto il vasto Parco “Papa Giovanni Paolo II” che è l’area di verde pubblico più grande e importante della città rosolinese presso la quale si tengono spettacoli ed eventi di vario tipo.

A meridione è posta la Villa Comunale di Rosolini, che prima della costruzione del sopracitato parco era la principale area di verde pubblico cittadina.

Ad ovest di Piazza Europa è posto l’Ex Cinema Odeon di Rosolini.

L’area sudoccidentale del centro storico rosolinese è solcata dall’Asse Viario di Via Ronchi, Via Raffaello Sanzio e Via Sant’Alessandra che collega il Viale Paolo Orsi (SS 115) alla S.P. 27 per Modica oltrepassando il quartiere detto appunto di “Sant’Alessandra”.

Di fronte al suo medesimo imbocco, lungo il Viale Paolo Orsi è posta la Stazione Ferroviaria di Rosolini.

Dalla Via Ronchi possiamo raggiungere il Parco Giochi di Via Armando Diaz (collegato al retrostante Villa Comunale), l’Ex Orfanotrofio “Giuseppina Leggio – Sipione”, l’Oratorio “San Domenico Savio” presso il quale è posto l’Eliporto cittadino, e la Piazza Corrado Frasca.

Lungo la Via Sant’Alessandra possiamo ammirare la Piazza Nicholas Green, l’edificio in stile liberty sede del Serbatoio Comunale di Rosolini, il Monumento alla “Croce Santa” e la Piazza Ippolita Dell’Ali.

A sud di Via Sant’Alessandra è posta la Passeggiata di Via Cavour lungo il tratto urbano della Cava Ristallo, e il moderno Palazzetto dello Sport di Rosolini.

L’area orientale del centro storico di Rosolini è solcata dalla Via Immacolata, che attraversa l’ex area feudale cittadina corrispondente alla zona più antica del centro abitato rosolinese.

Qui infatti è posto il seicentesco “Castello Platamone” (o per meglio dire ciò che ne resta), ossia la residenza feudale della famiglia Platamone – Moncada che comprende un’interessante basilica rupestre bizantina.

A poca distanza da questo edificio sono posti vari ruderi e aree rupestri appartenenti al feudo rosolinese, e la Statua della Madonna del Buon Consiglio di epoca seicentesca.

Lungo la Via Immacolata possiamo raggiungere la pittoresca Via Micieli con la Piazza Capuana, e l’antistante Piazza Padre Pio col Belvedere di Via Molino.

L’area settentrionale del centro storico rosolinese corrispondente al quartiere noto come “Sacro Cuore”, comprende la Piazza San Francesco presso la quale si affaccia la settecentesca Chiesa del Cuore Immacolato di Maria con l’attiguo ex convento francescano; più ad ovest raggiungiamo la moderna Piazza Concetto Petrolo.

In quest’area del centro storico rosolinese troviamo il Santuario del Sacro Cuore di Gesù, divenuto uno dei principali luoghi di culto del siracusano comprendente la moderna chiesa in cui è venerata l’omonima immagine miracolosa, con l’attiguo convento delle Suore della Visitazione all’interno della quale è posta la tomba della religiosa rosolinese “Madre Carmela Aprile”.

Poco più a nord è posto il monumentale Palazzo Savarino – Criscione, circondato da un vasto giardino.

In adiacenza è posta la Piazza Luigi Savarino, mentre più a nord troviamo la moderna Piazza Grande in cui è posto un parco giochi.

A nord di Rosolini è posto l’Asse Viario di Via Cavalier Domenico Marina, Viale della Libertà e Viale della Pace, che collega il tratto della SS 115 “Rosolini – Noto” alla S.P. 27 per Modica e alla S.P. 66 “Timpa Rossa – Cozzo Cisterna”, e dal quale possiamo raggiungere la Piazza “Angeli della Strada”, la Casa Moltisanti – Scollo e l’Auditorium “Attilio del Buono”.

Sotto la città rosolinese è posto il tratto urbano dell’Acquedotto “Cansisina”, che convogliava le acque dalla Cava Grande di Rosolini all’interno del centro urbano.

Al di fuori di Rosolini è posto il suo vasto territorio ibleo che comprende aree di notevole importanza archeologica e naturalistica.

Ad est di Rosolini è posta la Saia Randeci, canale costruito in epoca araba che ci collega in territorio netino al Fiume Tellaro, nel quale erano canalizzate le acque che dall’Acquedotto Cansisina venivano condotte nella città rosolinese.

A nordest di Rosolini vi è situata l’area di Codalupo, una borgata rurale posta in territorio netino comprendente l’area agricola di Narbalata e il rilievo noto come “Costa dei Grani”.

L’area a nord del centro abitato rosolinese è delimitata dalle Contrade Vignale Lungo e Incallebba, aree agricole poste presso lo sbocco del Torrente Granati proveniente dalla “Cava Grande di Rosolini”.

A poca distanza vi è l’interessante area della Contrada Zacchita – Stafenna dove lungo l’omonimo Vallone Stafenna in cui si immettono i Torrenti Granati e Scalarangio prima di confluire nel Fiume Tellaro, troviamo vari siti rupestri comprendenti abitati e necropoli di epoca neolitica e alto medievale.

A nordovest è ubicata la Cava Palombieri – Scalarangio comprendente l’area agricola di Contrada Gisira Grande, lungo la quale sono poste varie necropoli tra cui vanno citati siti sepolcrali ebraici.

A nord è posto il tratto rosolinese della Valle del Fiume Tellaro ubicato tra le confluenze del Fiume Tellesimo e del Torrente Prainito.

L’area a sud di Rosolini corrispondente alle Contrada Rizzarelli e Masicugno, è solcata dalla piccola cavità iblea nota come “Cava Ristallo” (che più a nord si immette nella Saia Randeci).

Qui possiamo ammirare anche la Villa Sipione – Masaracchio, un’elegante tenuta neoclassica ormai abbandonata.

A sudest di Rosolini troviamo l’area agricola di Contrada Ucceri – Cipolla, mentre a sudovest è ubicata la Contrada Casazza, dalla raggiungiamo l’interessante Cava Scardina in cui sono poste alcune tombe rupestri.

L’estrema area sudoccidentale del territorio ibleo di Rosolini comprende il breve tratto rosolinese della Cava d’Ispica presso il quale è posta l’area di Contrada Grotticelli comprendente il sito rupestre delle Grotte Capraria, posto di fronte al presunto “Sacello di Sant’Alessandra” di Contrada Scale Piane (in territorio modicano).

A settentrione della città rosolinese è posta la vasta “Cava Grande di Rosolini”, ampia cavità iblea all’interno della quale scorre il Torrente Granati comprendente vari siti archeologici di diverse epoche.

Immediatamente a nordovest di Rosolini è posta l’area iblea di Contrada Zacco Miccio – Barbieri che si affaccia sulla suddetta cava, comprendente una necropoli rupestre di epoca alto medievale.

Ad ovest della cittadina rosolinese, a poca distanza dalla cavità è ubicata la Contrada Commaldo Inferiore – Case Castellano in cui possiamo ammirare una villa appartenuta alla famiglia Sipione, la Masseria di Case Castellano e la retrostante necropoli composta da tombe a fossa.

Raggiungiamo il tratto centrale della cavità noto come “Cava Cansisina – Croce Santa” comprendente la “Strada di Sant’Alessandra” ossia la principale via di accesso alla cavità oltrepassata dal settecentesco “Acquedotto Cansisina” ad archi, in cui possiamo ammirare la sorgente che lo alimenta e un mulino diroccato, oltre a vari siti rupestri.

Al centro di questa cava è posto l’Eremo di Croce Santa composto da vari ambienti rupestri comprendenti la chiesa scavata nella roccia consacrata a “San Teodoro di Amasea” e la “Grotta del Bove” all’interno della quale è stato trovato il “Crocifisso” venerato a Rosolini.

Ad occidente è ubicato il tratto della cavità noto come “Cava Lazzaro”, che è quello più interessante dal punto di vista archeologico data la presenza di necropoli rupestri risalenti all’età del bronzo di cui fa parte anche la monumentale Tomba “Paolo Orsi”, a cui si aggiunge un ricovero rupestre di epoca preistorica noto come “Grotta Lazzaro”.

Adiacenti alla Cava Lazzaro sono le aree di Cozzo Pernice e Cava Ternulla, presso le quali vi sono state rinvenute varie tombe rupestri.

L’estremo tratto orientale corrispondente alla confluenza con il Vallone Stafenna è noto come “Cava Granati”, comprendente anch’esso vari siti archeologici di tipo rupestre posti tra le Contrade Barbieri, Timpa Rossa, Granati Nuovi e Granati Vecchi.

A nordest della cava è ubicato un interessante Borgo Feudale comprendente l’ex convento gesuitico, collocato presso l’area iblea di Cozzo Cisterna contraddistinta dal sentiero noto come “Scala di San Teodoro” che si collega all’Eremo di Croce Santa oltre che da vari siti rupestri di tipo sepolcrale.

A nordovest è posta l’area di Cava Marchesa, anch’essa comprendente varie aree rupestri e sentieri che si collegavano alla sottostante Cava Grande di Rosolini.

L’estrema area nordoccidentale della Cava Grande di Rosolini comprende le aree iblee di San Cristoforo all’Ulivella posta a nord della Cava Lazzaro e di Commaldo Superiore di cui faceva parte la cosiddetta costruzione feudale nota come “Torre di Commaldo” e dalla quale possiamo raggiungere la Catacomba di Contrada Ciaceri (in territorio modicano), la piccola ma interessante Chiesa della Madonna di Fatima, e infine l’area iblea di Contrada Gorgodaino corrispondente alla sorgente del Torrente Granati posta al confine col territorio di Modica, da cui si forma l’ampia cavità che attraversa gran parte del territorio rosolinese.

Presso la cuspide nordoccidentale del territorio ibleo di Rosolini è ubicata la Cava Prainito , area fluviale nota come “Cava Paradiso” per la sua natura incontaminata, all’interno della quale scorre il Torrente Prainito noto per la presenza di varie specie ittiche quali la “Trota Macrostigma Italiana”.

Il tratto più a monte è quello di “Frigintini – Favarotta”, corrispondente alle sorgenti poste tra i territori di Modica e Rosolini che alimentano il Torrente Prainito.

Poco più a sud è posto il tratto “Cozzo Rose – Spatacinta – Case Poidomani” che comprende un’interessante necropoli rupestre dell’età del bronzo.

In prossimità di esso è posta l’interessante Chiesa della Sacra Famiglia posta sull’altura nota come “Cozzo Rose”, comprendente anche l’attiguo “Eremo”.

A meridione del Cozzo Rose, ad ovest dell’altopiano di Contrada Ritillini  inizia il vero e proprio tratto della “Cava Paradiso”, suddiviso nei tratti “Cava Paradiso Nord – Cozzo Tondo – Povere Donne” caratterizzato dalla presenza dei ruderi di una basilica bizantina dell’interessante rilievo di Cozzo Tondo, a cui si aggiungono necropoli rupestri, varie grotte carsiche e le due sorgenti idriche dette delle “Povere Donne” che alimentano il corso del Torrente Prainito; e “Cava Paradiso Sud  – Case Prainito – Mulino Grotte” contraddistinto dalla presenza di un vecchio acquedotto non più funzionante, ma soprattutto dei ruderi dell’impianto molitorio noto come “Mulino Grotte” e della catacomba nota come “Grotta dell’Icona”.

A meridione è ubicato il tratto “Case Prainito – Gisira – Confluenza Fiume Tellaro” comprendente l’area del Feudo del Prainito l’area circostante, il tratto del Torrente Prainito che scorre lungo la Contrada Gisira e la confluenza col Fiume Tellaro in Contrada Passo della Mandria. 

L’estrema cuspide nordoccidentale del territorio ibleo di Rosolini è interessata dalla Valle del Fiume Tellesimo di cui fa parte l’interessante tratto noto come “Cava dei Servi”, all’interno della quale il principale affluente del Fiume Tellaro scorre all’interno di una sinuosa cavità di tipo ibleo, anch’essa incontaminata, formando cascatelle e conche di media profondità in gran parte del suo percorso.

Il tratto più a monte è quello “Bellocozzo – Carbonara – Cava Milispina” corrispondente alle sorgenti del Fiume Tellesimo poste tra i territori di Ragusa, Modica e la cuspide nordoccidentale del territorio comunale di Rosolini, presso la quale è ubicata la Chiesa del Santissimo Salvatore in Carbonaro sede di una parrocchia rurale.

Poco più a sud è posto il tratto “Cozzo Croce – Cava dei Servi – Cozzo di Manzio” più semplicemente noto come “Cava dei Servi” (o “Cava dei Servi di Dio”) che è il più noto e più facile da esplorare dell’intera valle in cui scorre il Fiume Tellesimo che qui la profonda conca nota come “Urva Campana” ; qui possiamo ammirare i resti attribuiti a dolmen di epoca preistorica e vari siti rupestri scavati nelle pareti a strapiombo sul corso d’acqua, che comprendono tombe neolitiche e un villaggio abitativo di epoca alto medievale che era popolato da eremiti da cui deriverebbe il toponimo di questa area iblea.

Ad est vi è il particolare tratto “Cugna – Cozzo Pancari – Cava Utilissima”, contraddistinto da una serie di sinuose anse lungo le quali il fiume scorre formando cascatelle e conche.

Poco più a valle è posto il tratto “Vallone della Fera – Gisira Pagna” contraddistinto da una breve cavit iblea che si immette lungo il Fiume Tellesimo presso un’area rurale che un tempo apparteneva alla famiglia dei Principi Nicolaci di Villadorata.

A sudovest è vi è il tratto “Cava del Margione – Ponte Cipollone” corrispondente alla confluenza tra la suddetta cavità posta al confine tra i territori di Rosolini e Modica e il Fiume Tellesimo, ubicata poco più a nord del viadotto noto come “Ponte Cipollone” (posto lungo la S.P. 79 per Frigintini) nei pressi del quale il corso d’acqua forma varie conche di medio – alta profondità.

Il tratto più a valle è quello “Cava del Cugno – Gisirotta – Fiume Tellaro” posto tra le alture delle Contrade Ritillini, Pagliarazzi e Taverna nei pressi delle quali è posta la Cava del Cugno (affluente del Fiume Tellesimo) in prossimità della quale è posta una tenuta feudale appartenente ai Marchesi Di Lorenzo del Castelluccio, e l’area di Contrada Gisirotta in cui è posta la confluenza tra il Fiume Tellesimo e il Fiume Tellaro.

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Elenco completo dei luoghi da visitare

Centro urbano di Rosolini

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Territorio ibleo, cave e Necropoli rosolinesi

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I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

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Geolocalizzazione del luoghi da visitare

(in allestimento)

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Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

A Rosolini vengono celebrate importanti e allegre feste popolari.

La prima festività dell’anno è il “Carnevale Rosolinese”, uno dei più allegri del siracusano che comprende sfilate in maschera, degustazioni di prodotti tipici e spettacoli di vario tipo.

A Marzo viene celebrata la festa in onore di “Festa di San Giuseppe” caratterizzata dal “Palio” contraddistinto dalla presenza di artistici carretti siciliani, dall’Asta di beneficenza e dalla Processione di “San Giuseppe” allietata da spettacoli di vario tipo e da fuochi pirotecnici.

In primavera viene celebrata la “Pasqua Rosolinese”, che comprende i principali riti della “Settimana Santa” tra cui la Processione del Venerdì Santo e “A Paci”, l’incontro tra la “Madonna” e il “Cristo Risorto”.

A Maggio si celebra la “Festa della Croce Santa” ossia del “Crocifisso” ritrovato miracolosamente presso la Cava Grande di Rosolini, che comprende il pellegrinaggio del 1 Maggio verso l’Eremo di Croce Santa e la Processione del miracoloso “Crocifisso” all’interno di Rosolini che si svolge la Domenica successiva, allietata da fuochi d’artificio e eventi vari.

Nel periodo estivo si svolge il “Palio del Grano”, comprendente vari giochi popolari che vedono protagonisti i quartieri cittadini.

La prima Domenica di Agosto viene celebrata la “Festa di San Luigi Gonzaga” consacrata al “Santo Patrono di Rosolini”, comprendente la Processione del suo simulacro, eventi di vario tipo e spettacoli pirotecnici.

Nei giorni limitrofi al 15 Agosto si celebra il “Ferragosto Rosolinese” che comprende la festa in onore della “Madonna Assunta” e la manifestazione enogastronomica nota come “Sagra dell’Arancino”, caratterizzata anche dallo svolgimento di molti spettacoli ed intrattenimenti vari.

Durante il periodo estivo si tengono inoltre la “Festa di Santa Maria del Carmine” di Contrada Cozzo Rose (16 Luglio), la “Festa della Madonna di Fatima” di Contrada Commaldo Superiore (prima Domenica di Agosto), e la “Festa del Santissimo Salvatore” di Contrada Carbonaro (seconda Domenica di Agosto).

L’ultima Domenica di Settembre si celebra la “Festa del Sacro Cuore di Gesù”, comprendente le solenni veglie notturne all’interno del Santuario di Via Sacro Cuore, la sfilata a cavallo, la folcloristica asta, la Processione del simulacro del “Sacro Cuore di Rosolini” per le vie della città rosolinese, oltre a spettacoli pirotecnici e eventi di vario genere. 

Durante l’anno si tengono anche le importanti festività della “Madonna del Rosario” (ultima Domenica di Maggio) del “Corpus Domini”, del “Cuore Immacolato di Maria” (ultima Domenica di Giugno), di “San Francesco di Assisi” (4 Agosto), le ricorrenze di Tutti i Santi e della Commemorazione dei Defunti (1 e 2 Novembre), e l’allegra festività di “San Martino” (11 Novembre).

Le feste cittadine si concludono a Dicembre con il “Natale Rosolinese”, comprendente le feste in onore di “Santa Maria Immacolata” (prima Patrona cittadina), “Santa Lucia” e ovviamente i riti e le tradizioni legate alla “Nascita di Cristo” con lo svolgimento del “Presepe Vivente” presso l’Eremo di Croce Santa e le varie festività correlate (tra cui il Capodanno e l’Epifania).

Da citare infine anche le tradizioni popolari di Rosolini, riguardanti la leggenda delle “Povere Donne” e le vicende di Frank Lentini e di Madre Carmela Aprile.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Rosolini

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Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Sagre di Carnevale

Durante il “Carnevale Rosolinese” presso la centrale Piazza Garibaldi, si tengono varie rassegne gastronomiche durante le serate del “Giovedì Grasso” e in occasione delle “Sfilate” della Domenica di Carnevale e del Martedì Grasso.

La sera del Giovedì Grasso viene organizzata la Sagra dei “Maccarruna” .

La rassegna gastronomica curata dall’associazione di volontariato “Misericordia di Rosolini” inizia alle ore 18.30.

In appositi stand vengono cucinati e distribuiti i “Maccarruna” insaporiti dal tradizionale sugo a base di pomodoro e carne di maiale (piatto tipico del periodo carnevalesco).

Durante la “Domenica di Carnevale” e il “Martedì Grasso” sempre in Piazza Garibaldi, durante le sfilate si tengono degustazioni di “Lolli no Maccu” (pasta casereccia condita con una preparazione a base di fave fresche o secche nota come “U Maccu” ), ricotta calda e salsiccia di maiale locale alla brace.

Ovviamente durante queste “sagre”, si tengono spettacoli di vario tipo organizzati a seconda del programma annuale del “Carnevale Rosolinese”.

Motoraduno “Eremo di Croce Santa”

Il  Motoraduno “Eremo di Croce Santa” si tiene l’1 Maggio di ogni anno presso la Cava Grande di Rosolini in concomitanza con la festività consacrata alla “Croce Santa di Rosolini”.

Questa manifestazione motoristica viene organizzata dal “Moto Club Rosolini” tenendosi presso il tratto della cavità noto come “Cava Cansisina”, per la precisione presso l’ampio spiazzale antistante all’Eremo di Croce Santa (in alcuni anni la manifestazione si è però tenuta all’interno della città rosolinese).

Il motoraduno inizia verso le ore 09.00 con l’iscrizione dei partecipanti alla manifestazione, che termina verso le ore 11.30.

Alle ore 11.40 circa avviene la benedizione collettiva dei caschi e dei mezzi.

Verso le ore 12.00 / 12.30 i motociclisti gireranno in corteo per la cittadina di Rosolini, dirigendosi successivamente in direzione dell’Eremo di Croce Santa lungo la S.P. 27 “Rosolini – Sant’Alessandra – Grotticelli” imboccando la “Traversa Cansisina” che conduce alla suddetta cavità.

Verso le ore 13.30 i motociclisti arrivano presso lo spiazzale di fronte all’Eremo di Croce Santa.

A partire dalle ore 14.00 / 14.30 inizieranno giochi popolari e spettacoli di vario tipo curati da artisti locali, che si protrarranno per tutto il pomeriggio.

Alle ore 17.30 verranno distribuiti gli attestati di partecipazione ai partecipanti al motoraduno.

Alle ore 18.30 avviene la traslazione in moto della “Croce Santa di Rosolini” dalla Chiesa del Crocifisso all’Eremo di Cava Cansisina a cui seguirà un momento di preghiera.

Alle ore 19.30 termina il Motoraduno del 1 Maggio di Rosolini.

Per saperne di più visita la pagina facebook del Moto Club Rosolini.

Estate Rosolinese

È l’insieme dei vari eventi che si tengono a Rosolini nel periodo estivo tra i mesi di Giugno e Settembre, comprendenti anche feste religiose, sagre, mostre e rassegne di vario tipo.

Il culmine degli eventi estivi lo si ha ad Agosto, mese in cui si celebrano i festeggiamenti del Patrono “San Luigi Gonzaga” che ricade la prima Domenica del mese, e la “Sagra dell’Arancino” divenuta la principale manifestazione enogastronomica cittadina celebrata durante il periodo di “Ferragosto” (di solito 12, 13, 14 e 15 Agosto).

Va comunque detto che durante tutto il periodo estivo si tengono varie manifestazioni culturali, esibizioni culturali, eventi gastronomici ecc…

Festival Folcloristico Popolare

IlFestival Folcloristico Popolare, meglio noto come “Festival Folk” è una interessante rassegna folcloristica che si tiene ogni anno a Rosolini dal 2016.

Questo evento è organizzato di solito tra il periodo posteriore al “Ferragosto” e il terzo fine settimana di Settembre o in Piazza Masaniello o l’area di Piazza Capuana – Piazza Padre Pio, prevedendo lo svolgimento di concerti di musica popolare siciliana che si svolgono durante l’arco della giornata.

Oltre a ciò si tengono anche rassegne culturali sulle tradizioni popolari rosolinesi.

StreetArt Rosolini

La rassegna artistica “StreetArt Rosolini” si tiene il terzo fine settimana di Settembre (Venerdì, Sabato e Domenica) presso la cittadina rosolinese.

Essa è incentrata sulla “Street Art” (per saperne di più clicca qui) che viene proposta all’interno della città rosolinese durante tutto l’anno, ma trovando il suo culmine in questa manifestazione.

Durante le serate della rassegna che prevede l’installazione di opere d’arte di strada in Piazza Masaniello, Piazza Garibaldi e Corso Savoia – Piazza Faustino Maltese, presso queste tre aree del centro storico rosolinese si tengono spettacoli musicali e degustazioni di prodotti tipici locali.

Per saperne di più visita la pagina facebook “StreetArt Rosolini”.

Fiera Campionaria “Sud-Est in Fiera”

La fiera campionaria “Sud-Est in Fiera” viene organizzata a Rosolini durante l’ultima settimana di Settembre (penultimo Sabato di Settembre – ultima Domenica di Settembre) presso l’area della Protezione Civile di Contrada Casazza raggiungibile dalla S.B. 7 “Ristallo – Masicugno”.

Questa fiera molto importante per l’economia aziendale della zona meridionale della Provincia di Siracusa e della limitrofa area della Provincia di Ragusa, prevede la presenza di vari stands espositivi appartenenti a varie aziende locali (metalmeccaniche, artigianali, agricole ecc…), a cui si aggiungono postazioni gastronomiche in cui si possono degustare anche prodotti tipici locali.

Inoltre si tengono spettacoli ed eventi di vario tipo tra cui il “Festival del Cavallo”, che comprende lo svolgimento di esibizioni equestri, ippoterapia, equitazione ecc…

Per saperne di più visita la pagina facebook “Sud-Est in Fiera”.

Festa del Mosto

La “Festa del Mosto” è uno dei principali eventi enogastronomici di Rosolini, che viene organizzato l’ultimo fine settimana di Ottobre (Sabato e Domenica) in Piazza Garibaldi e lungo il Corso Savoia.

In passato nota come “Sagra del Mosto” essa è una delle più datate manifestazioni enogastronomiche rosolinesi in viene sponsorizzata la produzione viti – vinicola locale, e in particolare quella di vari dolciumi a base di mosto d’uva quali la mostarda (localmente nota come “Mustata” ) e i “Purcidduzzi”.

Quest’ultima rappresenta particolare dolce al cucchiaio ottenuto dalla bollitura del mosto ottenuto da varietà di uva da vino, a cui oltre a vari aromi (cannella e chiodi di garofano) viene aggiunto un involucro in stoffa contenente al suo interno della cenere di legno di olivo, carrubo, vite, mandorlo ecc… per assorbirne l’acidità.

La base della mostarda, cosparsa con abbondante granella di mandorle, può essere servita da sola o con i “Purcidduzzi”, un formato di pasta casereccia simile ai “Maccarruni” (o “Cavatieddi” che dir si voglia) cotti assieme al mosto.

Oltre a ciò vengono sponsorizzati e venduti vini e vari tipi prodotti tipici locali, di cui molti di essi a base di Cavolo Vecchio e Carrube di Rosolini (due importanti prodotti tipici locali), a cui si aggiungono numerosi tipi di dolciumi locali (come ad esempio i biscotti a base di mandorla quali i “Mucatuli”, le “Impanatigghi” tipiche del territorio modicano, e le “Crispelle” dolci).

Nei due giorni in cui si svolge questa rassegna gastronomica, alle ore 10.00 comincia la vendita dei prodotti tipici locali che si protrarrà fino a tarda serata, a cui si aggiungono rassegne legate alla produzione viti – vinicola locale e vari tipi di eventi.

La Festa del Mosto verrà comunque inaugurata alle ore 17.30 dell’ultimo Sabato di Ottobre, con la degustazione della mostarda e di vari prodotti tipici.

La manifestazione gastronomica durerà per buona parte della successiva Domenica.

A partire dalle ore 19.00 presso la Piazza Garibaldi si terranno spettacoli ed eventi di vario genere, che si protrarranno fino a tarda serata.

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo. 

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono a Rosolini visitate i siti www.comune.rosolini.sr.itwww.radioram.it e www.corriereelorino.it.

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Prodotti tipici rosolinesi

La Carruba di Rosolini


Le Carrube di Rosolini.

La “Carruba di Rosolini” è uno dei principali prodotti tipici della cittadina rosolinese.

Essa è il frutto del Carrubo (Ceratonia Siliqua), un albero facente parte della famiglia delle siliquacee ampiamente diffuso all’interno delle aree iblee della Sicilia sudorientale, caratterizzato dalla durata vitale piuttosto longeva che supera anche i 100 anni di vita; infatti uno degli alberi di carrubo più antichi del mondo (se non addirittura il più antico) è stato localizzato in Contrada Favarotta (tra i territori di Modica e Rosolini).

La maggior parte dei carrubi (tra cui pure quelli secolari), è ubicata lungo l’area di tra le Province di Siracusa e Ragusa.

All’interno della provincia aretusea è il territorio rosolinese in cui si conta il maggior numero di albero di carrubo perché qui questa pianta piuttosto rustica trova l’ambiente adatto per crescere e svilupparsi in modo ottimale.

La coltivazione del carrubo in territorio rosolinese (e siciliano) risalirebbe al periodo a cavallo tra la fine del periodo “siculo” e l’inizio dell’egemonia greca che vide come protagonista anche Siracusa, in cui le popolazioni locali effettuavano vari scambi commerciali con i mercanti provenienti dalla Fenicia.

Sarebbero stati proprio i fenici ad introdurre la coltivazione del carrubo in Sicilia.

La coltivazione del carrubo si è poi tramandata di secolo in secolo fino ai giorni nostri, divenendo uno dei veri propri simboli dell’agricoltura rurale della Sicilia sudorientale comprendente anche il territorio di Rosolini.

Gli alberi di carrubo, specie quelli secolari, sono molto ampi e si adattano a vari tipi di terreno; inoltre sulla loro corteccia è possibile talvolta trovare il pregiato “Fungo di Carrubo” (altro prodotto tipico di quest’area della Sicilia sudorientale).

I semi del frutto venivano impiegati per misurare il valore delle pietre e dei metalli preziosi in “Carati” (termine che deriva dall’arabo “Qirat” a sua volta derivante dal greco “Kerátion ” indicante i frutti del carrubo), unità di misura ancora oggi utilizzata nella medesima misurazione.

Tornando a parlare delle carrube coltivate in territorio rosolinese, va detto che esse sono rinomate per la loro ottima qualità e per il loro sapore, essendo ottime per il consumo umano e animale.

Le carrube possono essere consumate crude nonostante la presenza della dura buccia e dei sopracitati semi, tanto che esse venivano impiegate intere o sotto forma di sfarinato come mangime per cavalli, asini e maiali (cosa che avviene anche oggi).

Le carrube però sono un’ottima materia prima impiegata per la produzione di sfarinati e sciroppi, a loro volta utilizzati per la produzione di biscotti noti come “Carrubelli” e persino alcuni formati di pasta casereccia (tagliatelle, “Maccarruna” o “Cavatieddi”, ravioli farciti con ingredienti vari ecc…).

Dalla bollitura diretta dalle carrube si ottiene il “Vino Cotto”, un denso sciroppo la cui preparazione  piuttosto complessa avviene ancora a seconda del metodo tradizionale che prevede la macerazione e la lessatura delle carrube, e un successivo filtraggio del liquido che assume una consistenza simile ad uno sciroppo.

I frutti del carrubo, dopo esser stati schiacciati, sminuzzati e privati dei semi, vengono tenuti a mollo in acqua per almeno due giorni, dopodiché il tutto viene fatto bollire aggiungendo della cenere (preferibilmente di legno di carrubo).

Successivamente il composto viene schiacciato e rimescolato lasciandolo riposare per circa 24 ore; il tutto poi viene setacciato e il liquido filtrato subisce un’ultima bollitura dalla quale si ottiene il prodotto finale.

Il Vino Cotto di Carrube per insaporire le preparazioni note come “Crispeddi” (vedi più sotto), o come ingrediente di alcuni dolciumi tipici tra cui citiamo i “Mustazzoli” o le “Caramelle alla Carruba”.

Il Vino Cotto di carrube è ottimo anche per alleviare il mal di gola e la tosse in caso di influenza, anche se ovviamente non svolge le funzioni di vero e proprio “medicinale”.


Il Vino Cotto, uno sciroppo scuro e denso a base di carrube lessate.

La Carruba di Rosolini (o di qualsiasi altra area limitrofa), viene lavorata da varie aziende agroalimentari oppure all’interno di pasticcerie e strutture ricettive varie (in particolare ristoranti o agriturismi), venendo infine utilizzata anche per la produzione di liquori, mangimi per animali e prodotti per la cosmetica.

Il Cavolo Vecchio di Rosolini

Il Cavolo Vecchio di Rosolini è un ortaggio divenuto uno dei prodotti tipici principali della città rosolinese e del suo territorio, divenuto “Presidio Slow Food”.

Si tratta di una verdura della famiglia delle brassicacee di origine spontanea del tipo “Brassica Rapa”, che veniva coltivata un tempo presso i territori di Rosolini, Noto, Palazzolo Acreide in Provincia di Siracusa, mentre in territorio ragusano essa è coltivata presso Ispica, Modica e Ragusa,

Il “Cavolo Vecchio di Rosolini” è chiamato così per il lungo ciclo vitale (circa 6 o 7 anni), ed è molto affine alle “Cime di Rapa” note anche come “Friarielli” (“Brassica Rapa Sylvestris”).

La coltivazione di questo ortaggio, diffusa in territorio rosolinese da un imprecisato periodo di tempo, avveniva al margine dei depositi di letame scavati nel terreno noti localmente come “I Salini” (da non confondere col nome del feudo “Li Salini” da cui deriva l’attuale toponimo “Rosolini”).

Dopo un periodo di flessione, questo ortaggio è stato riscoperto e rivalutato cominciando ad essere coltivato e distribuito venendo apprezzato grazie all’associazione “Brassicari Rosolinesi”, divenendo inoltre la principale materia prima di varie preparazioni e conserve.

La raccolta del Cavolo Vecchio di Rosolini avviene nel periodo tra Agosto e Marzo.

La parte commestibile di questa pianta è rappresentata dalle infiorescenze e dalle foglie più tenere.

Il Cavolo Vecchio di Rosolini è ottimo crudo in insalata (condito con olio di oliva), oppure lessato e/o saltato in padella per essere consumato da solo o per insaporire varie ricette quali “A Pastratedda” (un formato di pasta simile agli gnocchi tipico della città di Modica ma preparato anche a Rosolini, a base di farina di frumento, uova e ricotta).

Col Cavolo Vecchio di Rosolini si possono insaporire anche piatti di carne o di pesce, e volendo si ci possono farcire anche le tradizionali “Focacce” (“Scacce” o “Mpanati” ) utilizzandolo al posto dei broccoli.

Dal Cavolo Vecchio di Rosolini si ottiene inoltre un’ottimo “Pesto” a base di olio d’oliva, succo di limone, mandorle e sale, ottimo per condire vari formati di pasta per realizzare ottime bruschette (magari utilizzando fette di pane di casa locale abbrustolito).

Per saperne di più visita il sito www.fondazioneslowfood.com e la relativa pagina facebook.

La Pasta Casereccia di Rosolini

A Rosolini vi è una fiorente produzione di pasta casereccia o per meglio dire “A Pasta ri Casa”, prodotta in ambito casalingo o da pastifici artigianali.

Essa è a base di farina di grano duro locale (tra cui anche varietà di “Grani Antichi Siciliani”) oppure con farina di carrube locali, prevedendo una minuziosa lavorazione artigianale con la quale vengono prodotti e confezionati i vari formati.

Tra quelli più diffusi vanno citati i “Cavatieddi”, i “Maccarruna” e i “Lolli”, affini a quelli prodotti nei vari centri limitrofi la cui lavorazione avviene grazie ad un arnese noto come “Usu” ottenuto dallo stelo secco delle piante di frumento (in alternativa si usano i ferri da maglia), su cui viene ripiegato con le dita fino ad ottenerne il formato finale.

I “Cavatieddi” sono simili agli omonimi cavatelli lisci o rigati (ottenuti grazie ad una tavola di legno su cui sono incisi vari solchi), e vengono conditi di solito col tradizionale sugo al pomodoro arricchito con pezzi di carne di maiale (e/o con salsicce di carne suina); sono anche ottimi col “Sucu Fintu” (sugo al pomodoro privo di carne arricchito con patate, cipolle, olio d’oliva e spezie tra cui semi di finocchio selvatico), col “Cavolo Vecchio di Rosolini” o con verdure miste (melanzane, peperoni, zucchine ecc…), pesce ecc…

La versione più grossa dei “Cavatieddi” è nota come “Maccarruna”.

Con i “Maccarruni” o “Cavatieddi” si può fare anche un timballo a base di sugo di pomodoro, carne di maiale e ricotta salata, che viene poi infornato.

I “Lolli” sono simili agli “Strozzapreti” o ai “Cicatelli” (aventi un formato leggermente più lungo dei “Cavatieddi” ) e di solito vengono conditi con il “Maccu”, preparazione cremosa a base di fave fresche o secche essendo quindi noti come “Lolli no Maccu” ; sono ottimi anche con i sopracitati condimenti dei “Cavatieddi”.

È diffusa anche la preparazione di altri formati di pasta quali tagliatelle, maccheroni e ravioli farciti al loro interno con ricotta di latte bovino o ovino (insaporita da erbe aromatiche quali la maggiorana), conditi anch’essi con i medesimi condimenti (ad eccezione del “Maccu” di fave).

A Rosolini è diffusa inoltre la preparazione di “U ‘Ncucciatieddu”, che è un formato di pasta  sempre a base di farine di grano duro che viene “incocciata” a mano (e dalla cui lavorazione ne deriva il nome) ma che si può ottenere anche mediante una grattugia a fori grossi, insaporita da una particolare minestra a base di zucca gialla e ricotta.

Tra le varie preparazioni a base di vari formati pasta, vanno citate “A Pasta ca Muddica” (condita con olio, aglio, formaggio pecorino stagionato e mollica di pane grattugiata e tostata in padella), “A Pasta ‘a Carrittera” (con aglio, olio, pomodoro, basilico e peperoncino), e “A Pasta che Sciurietti” (con i broccoli verdi che può essere brodosa o meno).

Va inoltre detto che a Rosolini è diffusa la preparazione del “Cuturru”, preparazione molto diffusa nelle limitrofe aree del ragusano a base di grano pestato grossolanamente e bollito, che così diviene simile ad una “polenta” che viene servita con verdure di vario tipo o per assemblare varie preparazioni a base di carne o pesce (col “Cuturru” talvolta vengono pure preparati gli “Arancini”).

L’Olio Extravergine  d’Oliva di Rosolini e le varie conserve

A Rosolini vi è una fiorente produzione di olio extravergine d’oliva di ottima qualità data la cospicua presenza di piantagioni di olivo diffuse in gran parte del territorio comunale rosolinese.

L’olio d’oliva rosolinese è tutelato dal consorzio “Monti Iblei DOP” facendo parte della zona di produzione “Val Tellaro” a base del 70% di olive di varietà “Moresca”.

L’olio d’oliva rosolinese è ottimo per condire e insaporire varie preparazioni tradizionali tra cui va citato “U Maccu” di fave, “U Pani Cunzatu” (consistente in fette di pane locale condite con olio, sale, origano e vari ingredienti) e varie ricette a base di carne, pesce e verdure (tra le quali figura il “Cavolo Vecchio di Rosolini”).

Da citare infine le ottime conserve sott’olio prodotte a Rosolini quali tra cui u “Capuliatu” a base di pomodori secchi essiccati al sole e sminuzzati in olio d’oliva ottenendo una specie di “pesto” ottimo per condire varie preparazioni.

Tra le conserve sott’olio vanno citati i sopracitati pomodori secchi, ma anche carciofi, peperoni, zucchine, melanzane, e infine le olive locali lasciate intere o schiacciate e/o denocciolate assieme a carote, sedano, aglio e aromi vari.

Da citare infine le conserve di pesce (perlopiù acciughe sott’olio confezionate in maniera casalinga) e le varie “creme” e “pesti” di verdure varie, tra cui quello al “Cavolo Vecchio di Rosolini”.

Frutta e verdura locale

L’area di Rosolini e dei suoi territori limitrofi ha un’alta vocazione agricola data la presenza di vasti campi coltivati, presso i quali vengono coltivate frutta e verdura di alta qualità.

Le principali coltivazioni frutticole poste all’interno del territorio rosolinese sono di tipo arboreo.

Le più diffuse sono quelle agrumicole, da cui si ottengono limoni della varietà “Femminello di Siracusa”, arance, mandarini e clementine.

Da citare anche la presenza di coltivazioni arboree di loti, gelsi, melograni, nespole, prugne, gelsi e fichi.

Tra la frutta “a guscio”, oltre alle carrube (uno dei prodotti tipici principali di Rosolini), citiamo la massiccia presenza di coltivazioni di mandorle di diverse varietà.

Degna di nota la coltivazione di varietà di uve da vino (vedi paragrafo “Vini e liquori rosolinesi”) e di olive da olio (tra cui le varietà “Moresca” e “Tonda Iblea”), o da tavola.

Tra le coltivazioni “erbacee” di frutta citiamo angurie e meloni (della varietà “Cantalupo).

Ha anche una discreta importanza la raccolta di Fichi d’India, che crescono spontaneamente in gran parte del territorio rosolinese.

La frutta coltivata a Rosolini, oltre ad essere consumata fresca, diviene materia prima di vari prodotti alimentari tra cui dolciumi (marmellate, confetture e dolci di vario tipo) e liquori.

Per quanto riguarda le verdure, la coltivazione di essa avviene in serra o in campo aperto a seconda delle varietà coltivate.

Tra le colture in serra citiamo: pomodori (varietà “Ciliegino”, “Datterino”, “Piccadilly” e “Marmande”), zucchine, peperoni e melanzane.

Tra le coltivazioni in campo aperto citiamo oltre al “Cavolo Vecchio di Rosolini” anche varie varietà di broccoli, cavolfiori, patate, lattuga, carciofi, cipolle, aglio e infine anche carote (tra cui anche la “Carota di Ispica IGP”).

Le sopracitate verdure vengono utilizzate per la produzione di ricette tipiche della tradizione locale quali “A Caponata” (a base di melanzane fritte a cui vengono aggiunti peperoni, olive e capperi, il tutto lasciato cucinare con olio e aceto), “A Parmigiana” di melanzane fritte, i carciofi “Cini” (farciti con formaggio, pangrattato, aglio e olio) o cotti in padella o in umido con salsiccia di maiale,

Ovviamente con molte di queste verdure si possono farcire le focacce caserecce (“Scacci” o “Mpanati” ), e sono ottime per la produzione di varie conserve alimentari tra cui vanno citati sughi e condimenti di vario tipo, pomodori secchi salati e verdure sott’olio tra cui peperoni, zucchine, carciofi e melanzane (grigliati o meno).

È infine diffusa la raccolta di verdura selvatica quali asparagi e borragine con cui si preparano rispettivamente ottime frittate (“Pisci r’Uovu”), senape dei campi (“Sinapa” ) quest’ultima ottima lessata e condita con olio d’oliva e limone, e di bietole selvatiche quest’ultime ottime per farcire “Mpanati” e “Scacci”.

Per quanto riguarda i funghi, che citiamo assieme agli ortaggi, vanno citati i pregiati “Funghi di Carrubo” (“Funci i Carrua”), che crescono sulla corteccia degli alberi secolari del medesimo frutto simbolo di Rosolini, che sono ottimi cotti in umido con pomodoro, aglio e olio d’oliva.

I legumi e “U Maccu”

Nelle campagne rosolinesi è diffusa la coltivazione di legumi di vario tipo tra lenticchie, ceci, fagioli, fagiolini, ma soprattutto di fave.

Quest’ultimo legume, la cui raccolta avviene nel periodo primaverile, viene ampiamente utilizzato in cucina dalle famiglie rosolinesi.

Di solito le preparazioni con fave fresche si effettuano in primavera, mentre in inverno sono diffuse quelle a base di fave essiccate.

Uno dei principali piatti tipici della cittadina rosolinese ma che è ampiamente diffuso in gran parte della Sicilia sudorientale, è “U Maccu”  ossia una purea cremosa di fave fresche o secche (utilizzate a seconda del periodo), insaporita con abbondante olio d’oliva, finocchio selvatico, sale e pepe.

Il “Maccu” serve anche per condire il formato di pasta casereccio noto come “Lolli”.

Simile ad esso è “U Maccu Lurdu”, preparazione tipica del “Giovedì Grasso” a base della sopracitata purea di fave secche, a cui si aggiungono legumi misti (fagioli, lenticchie e ceci) e lardo di maiale.

Un’altra ricetta a base di fave è rappresentata dalle “Favi a ‘Nzicaredda”, a base di fave sbucciate e lessate in acqua, condite con olio, sale e cipolla cruda.

Infine è diffusa la preparazione di varie ricette a base di vari legumi sia freschi sia secchi tra piselli, ceci, fagioli, fagiolini e lenticchie.

Carni, insaccati e salumi

Rosolini, così come tutte le città della fascia sudorientale della Sicilia corrispondente alle zona sud della provincia siracusana e a quella est di quella ragusana, possiede una fiorente economia basata sulla lavorazione delle carni bovine, suine, ovine e sul pollame.

Le carni lavorate a Rosolini provengono in maggior parte da allevamenti locali posti a ridosso delle aree iblee confinanti con la Provincia di Ragusa (territori di Ispica e Modica).

A Rosolini sono infatti diffuse molte preparazioni a base di carne.

Per quanto riguarda la carne bovina, va citato “U Farsumauru” ossia il “Falsomagro”, un  polpettone farcito con vari ingredienti (uova sode, salumi, formaggi e verdure) tipico della tradizione culinaria siciliana.

Da citare anche “U Bollitu” di carne di vitello con patate, carote, verdure e aromi vari.

Con la carne suina si preparano i “Cuosti o furnu” o “Cuosti ‘nfurnati” (costate passate nel pangrattato e cotte in forno con aromi vari), e il tradizionale sugo al pomodoro comprendente vari tagli con cui si condisce la pasta casereccia.

La carne suina è materia prima per la produzione di ottimi insaccati.

Tra quelli “freschi” citiamo le salsicce a base di carne e lardo di maiale tagliata a pezzi fini, condita con vino rosso, semi di finocchio selvatico e peperoncino; esse sono ottime cotte insieme al sugo di maiale, arrostite alla brace, cotte in padella o al forno con ingredienti vari, oltre ad essere consumate all’interno di ghiotti panini presso le locali paninoteche.

La medesima salsiccia può essere lasciata a “seccare” divenendo un ottimo “salume”, stesso procedimento utilizzato per ottenere salami artigianali.

A Rosolini vengono prodotti in maniera artigianale anche vari salumi sempre a base di carne suina tra cui prosciutti, capocolli e porchette.

È inoltre diffusa la produzione di gelatina di carne suina meglio nota come “Liatina” , che si ottiene mediante la bollitura di vari tagli di carne assieme ad una testa di maiale intera e ad aromi di vario tipo (tra cui arance amare o limoni).

Per quanto riguarda la carne ovina va citato l’agnello o il capretto al forno con patate, verdure e aromi vari rispettivamente come “Agneddu” e “Ciaurieddu ‘nfurnati”, preparazione tipica del periodo pasquale.

Con la carne di agnello si farciscono anche i “Pastizzetti”, particolari focaccine a base di carne macinata e riso (è comunque diffusa la preparazione della “Mpanata” di agnello tipica della limitrofa Provincia di Ragusa).

Anche il consumo di pollame (pollo e tacchino) è ampiamente diffuso all’interno della cittadina rosolinese, difatti una preparazione tipica è “U Iaddu Cinu” (pollo o gallina interi disossati e lessati, che vengono farciti al suo interno con vari ingredienti tra cui le stesse interiora dell’animale, carne macinata, riso e uova).

In parallelo all’allevamento di polli da carne, va citato quello di galline ovaiole le cui uova sono un importante ingrediente per varie preparazioni, di cui quella più nota è “U Pisci r’Uovu” (frittata a base di uova sbattute e formaggio, a cui possono essere aggiunti anche gli asparagi selvatici).

Una notevole importanza la possiede anche la carne di coniglio, la cui preparazione più tipica (comune anche ad altri centri limitrofi) è “U Cunigghiu ‘a Stimpirata” (coniglio in agrodolce con olive e capperi, cotto in padella assieme a verdure fritte in precedenza separatamente).

Inoltre è diffusa la lavorazione di carne equina perlopiù di cavallo, da cui si ricavano preparazioni di vario tipo, anche se viene perlopiù utilizzata per la produzione di polpette o per la farcitura dei tipici panini che si possono acquistare e mangiare presso le locali paninoteche.

I tagli di gran parte delle sopracitate carni sono inoltre ottimi arrostiti alla brace e cotti in diverse maniere, oppure per essere utilizzati per la produzione di diversi “preparati” insaporiti da vari ingredienti (verdure, formaggi ecc…) tra cui involtini, spiedini, cotolette, polpette, hamburger e vari tipi di specialità del tipo “pronto cuoci”.

Da menzionare infine il consumo di lumache di terra, che vengono lessate e passate in padella con peperoni, cipolla, olio e aceto.

Le Trote di Rosolini

Per quanto riguarda i prodotti ittici, a Rosolini vi è un sostanziale consumo di pesci d’acqua dolce, in particolare delle trote della varietà “Salmo Cettii” note anche come “Trote Macrostigma Italiane”, che popolano le acque dei Fiumi Tellaro, Tellesimo e del Torrente Prainito, derivante dalla pesca dei medesimi che avveniva presso i sopracitati corsi d’acqua (oggigiorno fortemente regolamentata per salvaguardare il numero degli esemplari).

Comunque sia a nord di Rosolini in Contrada Stafenna (area iblea posta in territorio di Noto, ma molto vicina alla cittadina rosolinese) vi è un allevamento di trote “Macrostigma” specializzato nella trasformazione delle medesime in prodotti alimentari di qualità tra cui possiamo citare i filetti di trota affumicati utilizzati per insaporire varie ricette (per saperne di più clicca qui).

Altro pesci d’acqua dolce particolarmente apprezzati a Rosolini sono le anguille, che vengono perlopiù utilizzate come ripieno per alcuni tipi di focacce (“Mpanati” ) durante il periodo natalizio.

Formaggi e latticini

Il territorio rosolinese, ha in comune con le limitrofe aree del ragusano (territori di Ispica e Modica) una fiorente produzione lattiero – casearia specializzata nella produzione di latte, formaggi e latticini.

Essa avviene all’interno di aziende agricolo – zootecniche o agrituristiche in gran parte poste lungo il confine tra le Province di Siracusa e Ragusa, all’interno delle quali vengono allevate razze bovine e ovine da latte tra cui anche la mucca “Modicana” e la pecora “Comisana”.

Con il latte bovino si ottengono ottimi formaggi quale il “Ragusano DOP” (prodotto anche in territorio rosolinese in quanto esso è limitrofo alla provincia ragusana), il suo “gemello” noto come “Caciocavallo Ibleo” e la “Provola”.

Con il latte ovino vengono prodotte varie forme di formaggio “Pecorino” semplici o arricchiti al loro interno da pistacchio, pepe in grani o peperoncino, che possono essere a bassa o ad alta stagionatura. 

Tra i latticini di latte bovino e ovino va citata la “Ricotta”, ottima consumata calda accompagnata con “Pane di Casa” locale, o per insaporire o farcire varie preparazioni della tradizione locale salate o dolci, ad esempio fungendo da ripieno per i ravioli caserecci, vari tipi di focacce salate e dolci (come “I Cassateddi” ) e per farcire cannoli e dolciumi di vario tipo.

 Dalla lavorazione della ricotta, o per meglio dire dalla “cagliata”, deriva la “Tuma” che è un ottimo latticino vera e propria “materia prima” per la produzione del formaggio vero e proprio.

Da citare infine la produzione di vari formati di mozzarella di latte bovino, tra cui va menzionata la cosiddetta “Trecciona”.

Pane, pizze e focacce rosolinesi

Rosolini vanta un’ottima produzione legata alla produzione artigianale di pane, pizze e focacce.

Infatti il settore della panificazione rosolinese è uno dei più rinomati della Provincia di Siracusa, essendo influenzato dalla vicinanza con la provincia ragusana, quest’ultima vantante ottimi prodotti tipici legati ad essa.

La materia prima è ovviamente la farina a base di frumento di grano duro locale, tra cui vanno citate anche varietà di “Grani Antichi Siciliani” (in particolare la varietà “Russello”) coltivate nei territori limitrofi alla cittadina rosolinese, da cui si ottiene l’impasto per la produzione di pane, focacce e pizze.

La produzione artigianale prevede anche l’uso del “lievito madre” meglio noto come “Criscienti”, ottenuto dalla fermentazione del medesimo impasto.

Il pane rosolinese o per meglio dire “U Pani i Casa” (“Pane di Casa”), è così chiamato perché un tempo veniva cotto nei forni a legna presenti un tempo all’interno delle abitazioni; oggigiorno questa modalità di pane viene cotta nel medesimo tipo di forno alimentato da bucce di mandorle o da tronchi e rami secchi di legno di agrumi, olivo, mandorlo e carrubo.

Il Pane di Casa rosolinese può essere “A Pasta Rura” ossia ad impasto duro in grado di preservare la compattezza della mollica interna caratterizzato da vari formati (a “S”, lungo, a ciambella e quindi noto come “Cuddura” ecc…), oppure può essere simile ad una pagnotta ad impasto morbido nota come “Nciminata”.

Il pane rosolinese è ottimo per accompagnare varie ricette della tradizione locale (in maniera speciale ricette a base di verdure e legumi come “U Maccu” di fave), per essere servito sotto forma di “Bruschetta” (tagliato a fette, tostato e condito con vari tipi di ingredienti), oppure “Cunzatu” ossia imbottito con ingredienti di vario tipo (olio d’oliva, sale, origano, peperoncino, pomodori secchi “Capuliati”, formaggi, conserve di vario tipo ecc…).

Col medesimo impasto per il pane, si ottengono anche vari tipi di pizze e focacce rustiche, che di solito vengono preparate nelle case rosolinesi in occasione delle festività più importanti (Pasqua e Natale su tutte), e preferibilmente anch’esse cotte all’interno di forni a legna.

La pizza rosolinese che possiamo consumare in ristoranti, pizzerie, panifici ecc… ma che spesse volte viene preparata anche in ambito casalingo, è di ottima qualità.

Esssa è condita con ingredienti di vario tipo disposti a seconda della fantasia di chi le prepara.

I condimenti più comuni per le pizze rosolinesi sono: salsa di pomodoro, mozzarella e formaggi vari, uova sode, salsiccia di maiale, carne di cavallo, salumi (prosciutto, mortadella, salame piccante ecc….), olive, verdure (melanzane, peperoni, cipolle, funghi, lo stesso “Cavolo Vecchio di Rosolini” ecc…), prodotti ittici (acciughe salate, tonno, crostacei e molluschi, nero di seppia, frutti di mare ecc…), e anche ingredienti dolci (creme alla nocciola, al pistacchio, alle mandorle ecc…).

Da citare inoltre le “Pizzette” o la “Pizza al Taglio”, reperibili in gran parte di bar, rosticcerie e panifici di Rosolini.

Un particolare tipo di pizza o per meglio dire di “focaccia”, è la “Faccia ri Veccia”, condita semplicemente con olio d’oliva, origano e sale, a cui si possono aggiungere anche acciughe o pomodorini freschi.

Le vere e proprie “focacce” (anche se questo termine è abbastanza improprio) rosolinesi, affini a quelle preparate nei limitrofi centri tra le Province di Siracusa e Ragusa, sono tutte un vanto della gastronomia locale essendo preparate in occasione delle festività pasquali e natalizie.

Tra esse vanno citate i “Mpanati” di forma tondeggiante, composte da due strati di impasto collegati tra loro tramite il “Rieficu”, farcite con ortaggi tra cui broccoli, oppure pesce tra cui baccalà o anguille.

In alcune famiglie è diffusa la preparazione della “Mpanata” con carne di agnello (ricetta pasquale tipica della Provincia di Ragusa).

I “Scacci” sono affini alle “Mpanati” ma sono a forma di mezza luna, farcite con vari ingredienti tra cui patate, spinaci o bietole selvatiche, broccoli o Cavolo Vecchio di Rosolini, salsiccia, pomodoro secco ecc…).

È inoltre diffusa la preparazione delle “Scacci” rettangolari simili a quelle preparate nell’area del ragusano il cui impasto viene ripiegato su se stesso, farcite con sugo di pomodoro, formaggio (di solito il “Ragusano” o “Caciocavallo”), cipolla, ricotta, salsiccia, patate, melanzane ecc…

Certe volte vengono preparate anche “I Scacci Apierti”, di forma tondeggiante che lasciano scoperta la farcitura centrale, di solito a base di pomodoro e formaggio (sono simili alle “Lumere” netine e agli “Scifietti” pozzallesi).

Una speciale focaccia è “A ‘Nfigghiulata”, consistente in un disco di impasto farcito con un composto di olio d’oliva, uova, sale e ricotta a cui si aggiungono pezzi di salsiccia e cipolla (alcuni inseriscono anche un sugo di pomodoro), il cui impasto viene racchiuso formando un grosso fagotto che alla fine viene infornato.

Da citare anche la cosiddetta “Cucca” a forma di rosa farcita con formaggio (di solito “Ragusano” o “Caciocavallo”) e salsiccia.

Particolari tipi di focaccia sono i “Pastizzetti”, che sono dei fagottini preparati perlopiù durante il periodo pasquale, farciti con riso, piselli, salsiccia di maiale o carne macinata di agnello o manzo.

Infine vanno menzionate i “Cassateddi”, focaccine simile ai “Scacci Apierti” anch’esse tipiche del periodo pasquale, farcite al loro interno con ricotta, “Tuma” e uova, oppure con ricotta dolce.

Le “Crispelle” e gli “Arancini” di Rosolini

Le “Crispelle” (in dialetto “Crispieddi” ), rappresentano una preparazione autunnale diffusa in gran parte della Sicilia sudorientale e quindi anche a Rosolini, essendo la specialità tipica della “Festa di San Martino” che si celebra l’11 Novembre di ogni anno per celebrare il “Vino Nuovo”.

Esse sono palline a base di impasto di farina di grano duro simile a quello utilizzato per la preparazione di pane, pizze e focacce, al cui impasto possono essere aggiunte patate schiacciate oltre a vari tipi di farcitura, che vengono fritte ad immersione nell’olio bollente.

Le “Crispelle” sono ottime “semplici” o ovviamente farcite in vari modi con vari ingredienti dolci o salati, che vengono aggiunti nell’impasto o durante la formazione della “Crispella”.

Le farciture più tradizionali sono quelle con acciughe salate, alle noci, con l’uva passa, col finocchio selvatico e con la ricotta; ma possiamo trovare anche varianti al miele, ai salumi, al cioccolato, con frutta, marmellate o confetture, creme dolci di vario tipo ecc…

Ad esse si uniscono le “Ciambelline” dolci fritte, cosparse con abbondante zucchero semolato.

Le “Crispelle” sono ottime inzuppate nel “Vino Cotto di Carrube” o nel miele, e vengono accompagnate da ottimo vino novello locale.

Parlando sempre di particolari “fritture”, van doverosamente citata la preparazione degli “Arancini”.

Questa tipica specialità a base di riso (o di “Cuturru” ossia grano pestato in maniera grossolana e bollito) farcito dalla tipica forma appuntita (o sferica), impanata e fritta possiamo gustare in tutta la Sicilia, a Rosolini viene sapiente preparata in gran parte delle rosticcerie cittadine, divenendo assoluta protagonista della “Sagra dell’Arancino” che si tiene in estate nei giorni limitrofi al 15 Agosto.

Ovviamente gli arancini rosolinesi vengono preparati anche in ambito casalingo, specie durante festività e occasioni speciali.

L’arancino tradizionale è farcito con sugo di carne e formaggio, ma non mancano farciture alternative (al burro e prosciutto, ai funghi, agli spinaci, al nero di seppia, al pistacchio, con la carne di cavallo, al Cavolo Vecchio di Rosolini ecc…).

I dolciumi tipici rosolinesi

Rosolini ha un’ottima tradizione dolciaria riguardante la produzione di vari tipi di dolciumi, comprendente le specialità tipiche locali e i dolci comuni in gran parte della regione siciliana.

Con la Carrubba di Rosolini si preparano i “Carrubini” (biscotti a base di farina di carruba e mandorle) e varie creme dolci.

Ma i dolciumi principali rosolinesi sono quelli preparati in occasione delle principali festività.

Per la festività del Carnevale si preparano le “Chiacchiere”, sfoglie dolci a base di farina di grano tenero e strutto, cosparse con zucchero a velo o arricchite con glassa al cioccolato, al pistacchio o agli agrumi.

I dolci tipici del periodo pasquale sono i “Cassateddi”, focaccine a forma di raggera, al cui interno sono farcite con un composto di ricotta zuccherata, uovo e cannella.

Altri dolci prettamente pasquali sono i “Palummeddi cu l’Uova”, che sono pani dolci a base di farina di grano tenero e uovo aventi la forma di una colomba, cosparsi in superficie con zuccherini colorati e recanti un uovo sodo al centro, che simboleggia la rinascita della vita avvenuta tramite la “Resurrezione di Cristo”

Anche i “Pasti Fuorti” sono tipiche del periodo pasquale; si tratta di biscotti duri il cui impasto è a base di farina di grano tenero, cannella, chiodi di garofano e zucchero, che dopo esser stati modellati (quasi sempre a forma di colomba) vengono lasciati ad asciugare al sole per un paio di giorni prima di essere infornati; durante la cottura lo zucchero si depositerà sul fondo assumendo una colorazione marrone, mentre la parte superiore rimarrà di colore bianco (questi biscotti sono tipici anche del periodo della “Commemorazione dei Defunti”).

Durante il periodo della vendemmia è diffusa la preparazione della “Mostarda” di mosto d’uva nota come “Mustata”, che è un particolare dolce al cucchiaio ottenuto dalla bollitura del mosto di uva da vino insaporito da cannella e chiodi di garofano, a cui viene viene aggiunto un involucro in stoffa contenente al suo interno della cenere di legno di olivo, carrubo, vite, mandorlo ecc… in modo da assorbire l’acidità del succo d’uva.

La Mostarda alla fine viene lasciata ad asciugare, essendo inoltre cosparsa con abbondante granella di mandorle.

All’interno del mosto che funge da base per la “Mustata”, si cucinano inoltre i “Purcidduzzi”, un formato di pasta casereccia simile ai “Maccarruni” (o “Cavatieddi” ), anch’essi cosparsi in superficie con granella di mandorle.

Tra i mesi di Ottobre e Novembre avviene la preparazione della “Cutugnata”, confettura di mele cotogne di colore arancione, lasciata ad indurire dentro stampini di varie forme.

Nei primi giorni di Novembre che comprendono la “Festa di Tutti i Santi” e la “Commemorazione dei Defunti”, vi è la preparazione dei dolciumi tradizionali di quest’ultima solennità chiamati “I Dolci dei Morti”, tra cui citiamo le sopracitate “Pasti Fuorti” che in questo caso sono note come “Ossa dei Morti”, la “Frutta Martorana” e i Pupi di Zuccuru” a base di “Pasta Reale” di mandorle.

Anche le sopracitate “Crispelle” dolci tipiche della Festa di San Martino dell’11 Novembre, sono considerate come “prodotti dolciari” a tutti gli effetti.

Come sappiamo esse sono palline il cui impasto è a base di farina di grano duro e / o patate, farcite con ingredienti “dolci” (i più tradizionali sono quelle alle noci e all’uvetta, ma vi sono vari tipi di farcitura tra cui quelle al cioccolato, alla crema di nocciole o pistacchio, alle marmellate o confetture ecc…), e infine cosparse con abbondante zucchero e eventualmente inzuppate nel vino cotto di carrube.

Affini ad esse sono le “Ciambelline”, cosparse con abbondate zucchero semolato.

Tra i dolci natalizi citiamo il torrone a base di semi di sesamo, mandorle, zucchero, miele e bucce d’arancia noto come “Ghigghiulena”, i pani dolci noti come “Ramuzzi” a base di farina di grano tenero e miele di timo, aventi forme di rami o di albero natalizio, i “Mustazzoli” alle mandorle al miele o al vino cotto di carrube, e a “Cuccìa” tipica del 13 Dicembre (giorno consacrato a “Santa Lucia”) composta da grano bollito in acqua zuccherata che viene infine aromatizzato con vino cotto e cannella, o servita con ricotta zuccherata, scaglie di cioccolato e frutta candita.

Ai sopracitati dolci si aggiungono i vari biscotti a base di farina di mandorle tra cui citiamo i “Pasti Ricci” (di forma arricciata e arricchiti da una ciliegia candita al centro), “Beddi e Brutti” o “Malfatti” (biscotti di forma irregolare a base di mandorle).

Altri tipi di dolci tradizionali preparati a Rosolini sono i “Gnuocchili” o “Pagnuccata” (palline dolci fritte a base di farina di grano tenero, legate tra loro da abbondante miele e cosparse con zuccherini colorati), i “Gravazzati” (dolcetti a base di cioccolato e ricotta), “U Turruni” a base di albume d’uovo, mandorle e miele.

Tra i vari tipi di biscotti citiamo quelli al latte “Ricci” o a “Esse”, i biscottini al burro con glassa al cioccolato. i “Savoiardi” (pani dolci dalla consistenza soffice), 

A Rosolini sono preparati alcuni dolci tipici delle aree del ragusano come i “Macallè” (cartocci dolci fritti simili a dei cannoli ma dalla consistenza spugnosa, farciti con ricotta dolce, crema pasticcera e cioccolato), i “Mucatuli” (biscotti di grano tenero e strutto a forma di “esse”, farciti al centro con un composto a base di mandorle, miele e arancia candita), e le “Impanatigghi” (dolci di origine modicana sempre a base di farina di grano tenero e strutto cosparsi con zucchero a velo, al cui interno è posta una speciale farcitura dolce a base di carne di vitello macinata finemente, mandorle, miele e cioccolato).

Vanno citati infine i tradizionali dolci siciliani quali i “Cannoli” (farciti con ricotta dolce, crema pasticcera o cioccolato), le “Cassate” di pasta di mandorle e ricotta, le “Granite” di vari gusti (a cui si affiancano anche vari tipi di gelati) da consumare con le tipiche “Brioscie”, i “Geli” di limone e melone, il “Biancomangiare” di mandorle e svariati tipi di biscotti e pasticcini.

La maggior parte dei sopracitati dolciumi si possono comunque acquistare presso pasticcerie, panifici e negozi alimentari in gran parte dell’anno

Vini e liquori rosolinesi

Concludiamo il discorso legato ai prodotti tipici locali parlando dei vini e dei liquori prodotti presso Rosolini e il suo territorio.

Le aree attorno a Rosolini presentano coltivazioni di uve da vino di tipo “Nero d’Avola”, “Pignatello”, “Frappato”, “Syrah”, “Cabernet – Sauvignon” (rossi), “Grillo”, “Inzolia” e “Moscato” (bianchi).

Il più rappresentativo del territorio rosolinese è il vino “Eloro DOC” (“Denominazione di Origine Controllata”), ottenuto in gran parte con mosto di uva “Nero d’Avola” (al 100% o mescolato con quello di diversi vitigno) o di uve “Frappato” o “Pignatello”.

In territorio rosolinese è diffusa la produzione di vini noti come “Pistammutta” (chiamato così perché il mosto proveniente dalla pigiatura delle uve viene posto subito a fermentare lentamente in botte, assumendo una colorazione più chiara), “Vintiquattr’uri” e “Quarantott’uri” che vengono lasciati a fermentare uno o due giorni prima di essere posti in botte ad invecchiare.

È inoltre diffusa la produzione di vino “Novello”, ottenuto alla fine della vendemmia del medesimo anno, il cui assaggio viene celebrato con la “Festa di San Martino” dell’11 Novembre.

Va citata inoltre la produzione di vino “Moscato di Noto DOC” utilizzando uve di tipo “moscato bianco” al 100% coltivate in territorio rosolinese.

Tutti i vini prodotti in territorio rosolinese sono di ottima qualità, e sono ottimi per essere degustati assieme a vari piatti tipici della tradizione locale.

In parallelo al vino, va infine citata la produzione artigianale o per meglio dire “casalinga”, di vari tipi di liquore ottenuti dalla fermentazione, distillazione o infusione in soluzione alcolica (alcool puro per uso alimentare) di frutti (carrube, agrumi, frutta di vario tipo), spezie (cannella) e erbe aromatiche.

I più noti sono il liquore alla carruba, il Limoncello, l’Arancello e il Mandarinetto. 

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Artigianato rosolinese

(in allestimento)

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Strutture ricettive rosolinesi

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Fotogallery di Rosolini

(in allestimento)

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