Siracusa, Riserva Marina del Plemmirio

Siracusa

Riserva Marina del Plemmirio

Mappa della Riserva Marina del Plemmirio


Mappa della Riserva Marina del Plemmirio (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali sulla Riserva Marina del Plemmirio

Il tratto di mare facente parte della Riserva Marina del Plemmirio.

La Riserva Marina del Plemmirio, istituita nel 2005, è una delle più “giovani” riserve marine italiane. Essa è ubicata nell’estrema punta orientale della Penisola della Maddalena presso il Capo Murro di Porco (raggiungibile sia dalla S.P. di Contrada Isola, sia dalla S.P. per Fontane Bianche imboccando poi la strada che conduce alla Contrada Terrauzza, in qualsiasi caso conviene seguire la segnaletica con la dicitura “Plemmirio”).

Questa riserva che sorge presso la Contrada Plemmirio (nome di origine siceliota forse riconducibile ad un villaggio che sorgeva nei pressi della vicina Terrauzza) comprende una vasta area marina compresa tra la Punta Castelluccio e la Punta Milocca (poste rispettivamente a nord e a sud nella Penisola della Maddalena) caratterizzata da alte scogliere che, grazie all’azione erosiva delle acque marine e della salsedine, presentano vere e proprie “sculture” naturali. Dal punto di vista archeologico si presenta ricca di rovine sicule e greche (in particolar modo Necropoli a grotticella o a fossa) ma va anche detto che quest’area fu una zona molto decisiva per la guerra tra Siracusa e Atene, qui i siracusani guidati dal guerriero Gilippo sconfissero gli ateniesi mettendo così fine a questo conflitto che fece di Siracusa la città più importante della Sicilia Greca. Vi sono poche rovine medievali, riconducibili all’antica Chiesa di Santa Maria Maddalena, che sorgeva su un costone roccioso adiacente alla “Grotta della Pillirina”.

Le aree che fanno parte della riserva sono:

  • Punta Castelluccio;
  • Punta della Mola;
  • Punta Tavola;
  • Scogliera della Maddalena – Cala della Pillirina;
  • Punta del Gigante;
  • Punta Tavernara;
  • Punta dell Elefante;
  • Capo Murro di Porco;
  • Scogliera di Capo Meli;
  • Costa Bianca;
  • Tonnara di Terrauzza;
  • Litorale di Terrauzza.

La riserva non ha confini territoriali visto che si estende in maniera uniforme presso buona parte della Penisola della Maddalena (andando a sua volta a comprendere luoghi che non si affacciano sul mare) ma è semplicemente suddivisa in tre zone; Zona A (che comprende il cuore della riserva ubicato presso la punta del Capo Murro di Porco); Zona B (comprendente la riva e i fondali marini adiacenti alla Zona A); e infine la Zona C (comprendente i fondali più esterni della Riserva), come è evidenziato nella mappa sottostante.


Mappa della Riserva Marina del Plemmirio.


La costa rocciosa del Plemmirio.

Oltre a queste splendide scogliere vi sono anche interessanti concrezioni organiche note come “Piattaforme a vermeti” che si sono formate con l’accumulo di conchiglie appartenenti a molluschi vermetidi che si sono assimilate tra loro assumendo aspetto roccioso. Queste piattaforme (diffuse un po’ ovunque in tutto il Mediterraneo) sono simili alle barriere coralline dell’Oceano Pacifico. Presso queste scogliere sono presenti piccole “calette” in cui vi sono splendide spiaggette sabbiose da cui possiamo immergerci in uno dei mari più puliti del Mediterraneo.

Il punto più alto della Riserva è il Capo Murro di Porco, che è la punta della Penisola della Maddalena, in cui sorge un faro di segnalazione la cui luce è visibile da tutto il Golfo di Noto. Accanto al Faro vi sono degli edifici ormai abbandonati. Qui la scogliera diventa altissima formando un vero e proprio promontorio a picco sul mare (è consigliabile non sostare sul ciglio della scogliera perché il rischio di cadere o in acqua o di sbattere sugli scogli riportando gravi lesioni è piuttosto alto).


La punta del Capo Murro di Porco.


Il Faro di Capo Murro di Porco.

Questa roccia presenta numerose “marmitte” scavate dalle infiltrazioni d’acqua marina che, per via della pressione ondosa, scavano nella roccia tanti piccoli canali che fanno affiorare l’acqua marina sulla superficie rocciosa (questo effetto è simile allo spruzzo d’acqua dei geyser islandesi).


Le cosiddette “marmitte” da cui fuoriesce l’acqua marina che si infiltra all’interno della scogliera salendo poi in superficie.

A sud del Capo Murro di Porco, la costa assume man mano aspetto sabbioso fino ad arrivare in Contrada Terrauzza, dove possiamo ammirare i resti di una Tonnara .


La costa a sud di Capo Murro di Porco.

Da ammirare anche gli splendidi fondali marini antistanti la costa rocciosa della Riserva Marina del Plemmirio, ricchi di specie vegetali e semianimali (Alghe, Posidonie, Spugne ecc…), minerali (Coralli e Gorgonie) ma soprattutto animali in cui va citata la ricca fauna ittica in cui possiamo ammirare molte specie di pesci multicolori tra cui citiamo le Donzelle, i Ghiozzi, le Bavose,  le Murene, le Salpe, le Sogliole, le Cernie, i Saraghi, gli Scorfani, le Razze, i Trigoni, talvolta anche grossi pesci come Tonni, Leccie e Ricciole ecc… bisogna dire che possiamo anche ammirare pesci cetacei (che a differenza di quelli comuni sono mammiferi) come il Capodoglio e il Delfino. Per quanto riguarda crostacei e molluschi, va notata la presenza oltre che di Ricci di Mare, Gamberi, Granchi, Aragoste, Calamari, Seppie, Polpi, Lumache di Mare e mitiliformi (Cozze, Vongole, Fasulari, Telline, Patelle    ecc…), anche di molluschi e crostacei non commestibili come l’Anemone di Mare, il Vermecane, la Medusa gigante o “Polmone di Mare”, la Vaccarella (questi animali sono molto pericolosi poiché rilasciano una sostanza molto urticante, quindi non devono essere mai toccati), lo Spirografo, la Margherita di Mare, il Polipo (da non confondere con il Polpo), la Stella Marina ecc… Da menzionare anche la consistente presenza di Tartarughe Marine (in via di estinzione).

Limitrofi a questi fondali vi sono interessantissime grotte marine al cui interno vi sono anche numerosi reperti archeologici (provenienti da relitti e trascinati all’interno di esse dalla corrente marina). Va detto anche che questi fondali sono visitabili tramite un programma di immersioni guidate (vedi più sotto per informazioni più dettagliate) aperta, oltre che a bambini, ragazzi, adulti ed anziani, anche a invalidi mentali, fisici, non udenti e non vedenti.


L’ingresso di una grotta marina, ubicato presso il Capo Murro di Porco.

Le grotte e i principali anfratti marini (esplorabili solo con apposite guide specializzate fornite dal Consorzio Plemmirio) sono (in ordine alfabetico):

  • Costone di Punta Milocca (zona C al largo di Punta Milocca);
  • Gli Archi (zona B al largo di Capo Meli);
  • Grotte del Capo (zona A presso Capo Murro di Porco);
  • Grotta del Formaggio (zona A presso Capo Murro di Porco);
  • Grotta del Plemmirio (zona B al largo di Terrauzza);
  • Grotta delle Corvine (zona A presso Punta dell’Elefante);
  • Grotta delle Stalattiti (zona B al largo di Punta Tavola);
  • Grotta di Capo Meli (zona B presso Scogliera di Capo Meli);
  • Il Muro (zona A al largo di Capo Murro di Porco);
  • Lingua del Gigante (zona A presso Capo Murro di Porco);
  • Secca del Capo (zona A presso Capo Murro di Porco);
  • Parete delle 3 Ancore (zona A al largo di Capo Murro di Porco);
  • Tavila (zona C al largo di Punta del Gigante).

Per saperne di più su queste grotte e come visitarle visitate il sito www.plemmirio.it.

L’entroterra della Riserva Marina del Plemmirio possiede caratteristiche simili a quelle delle campagne iblee del siracusano. Tra le numerose piante spontanee, va citata la presenza di numerose Palme Nane (pianta in via di estinzione).


Numerosi esemplari di Palma Nana, posti presso la Riserva Marina del Plemmirio.


Foto ravvicinata di Cardi Selvatici, pianta tipica delle zone marine siracusane, tra cui anche la Riserva del Plemmirio.

Presso l’area protetta del Plemmirio, nella località nota come “Punta del Gigante”, possiamo ammirare la cosiddetta “Grotta della Pellegrina”, Oratorio rupestre in cui, secondo la tradizione popolare locale, vi avrebbe abitato e predicato “Santa Maria Maddalena”, presso cui vi è una piccola spiaggia, detta appunto della “Pillirina”. Qui vicino vi sono anche numerose masserie e ville nobiliari, appartenenti alle famiglie aristocratiche di Siracusa (in particolare alle famiglie Giaracà, Beneventano del Bosco, Bonanno e così via).

Per quanto riguarda le regole per visitare la Riserva Marina del Plemmirio, oltre a fare attenzione nel visitare la riserva per via delle alte scogliere (come detto poch’anzi), non bisogna;

  • inquinare l’ambiente gettando rifiuti o accendendo fuochi;
  • praticare attività venatorie (caccia) nelle zone A, B e C della riserva;
  • pescare o raccogliere crostacei e molluschi senza autorizzazione nelle zone A, B e C della riserva;
  • spaccare le rocce della scogliera per cercare molluschi come datteri di mare o vermi per la pesca;
  • non sfiorare mai le specie animali pericolose (Tracine, Scorfani, Gronghi, Murene, Meduse, Anemoni di Mare, Vermicani, Trigoni, Ricci di Mare ecc…) quando si effettuano le immersioni;
  • tuffarsi in acqua da scogli alti;
  • molestare la fauna e la flora locale;
  • effettuare immersioni nei fondali senza l’autorizzazione del Consorzio Plemmirio;
  • rubare i reperti archeologici sottomarini;
  • non lasciare rifiuti organici nella Riserva.

La Riserva Marina del Plemmirio è aperta in tutti i periodi dell’anno, ma per le escursioni sottomarine e per altri servizi turistici e no, bisogna visitare il sito www.plemmirio.it.

Sottosezioni

Torna indietro

Torna alla pagina “Il Siracusano”

Torna alla home page