Vittoria, Valle del Fiume Ippari, Sito Archeologico “Grotte Alte” e Riserva Naturale Orientata del Pino d’Aleppo

Vittoria

Valle del Fiume Ippari, Sito Archeologico “Grotte Alte” e Riserva Naturale Orientata del Pino d’Aleppo

Mappa della Valle del Fiume Ippari


Mappa della Valle del Fiume Ippari (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali sulla Valle del Fiume Ippari

Ad est di Vittoria si snoda la Valle del Fiume Ippari, ampia cava di tipo ibleo che è considerata come la principale archeologico – naturalistica del territorio comunale vittoriese per la presenza di numerosi siti rupestri e di varie rovine adiacenti al corso del Fiume Ippari ma anche per la presenza della Riserva Naturale Orientata del Pino d’Aleppo, una delle principale zone boschive della Sicilia sudorientale. Il nome deriva dal greco antico “Ippois” che significa “Cavallo”, quindi era noto come “Il Fiume dei Cavalli” in quanto presso questa vallata un tempo questi animali vivevano allo stato brado, per poi essere addomesticati ed allevati dagli abitanti della limitrofa Kamarina. Su questo fiume vi è anche una leggenda, quella del Pastore Ippari (che era un “semidio” in quanto nato dalla relazione di un dio dell’antica Grecia con una contadina, o viceversa) e della Ninfa Camarina (o Kamarina) che per certi versi è simile ai miti siracusani delle Ninfe Ciane ed Aretusa dato che il pastorello che viveva sui monti, quando portava il suo gregge al pascolo vide la ninfa in compagnia di un grosso cigno presso l’attuale costa tra Scoglitti e Punta Secca. I due si innamorarono ma il dio Zeus (che era innamorato anche lui della ninfa) li separò. Camarina e Ippari soffrirono la lontananza per poi morire di crepacuore, ma poi gli dei si impietosirono e trasformarono il pastore in una sorgente (e quindi in un fiume) e la ninfa in un lago, dove il fiume si immetteva prima di sfociare nel Mare Mediterraneo.

Nella realtà il Fiume Ippari è uno dei corsi d’acqua più importanti della Provincia di Ragusa lungo 28 Km (il quarto per lunghezza dopo Irminio, Dirillo, e Tellaro), che nasce a sud di Chiaramonte Gulfi presso due sorgenti collocate, una in Contrada Cifali (a nord di Comiso) l’altra presso le pendici meridionali del Monte Serra Burgio (quinta vetta più alta dei Monti Iblei) in territorio di Chiaramonte Gulfi a circa 800 metri sul livello del mare, nel luogo in cui secondo la mitologia, il pastorello Ippari venne trasformato in fonte. Il fiume scende verso sudovest attraversando l’altopiano posto a sud di Chiaramonte Gulfi oltrepassando le Contrade Cifali, Casa Bernardello, Cascalanella e Mastrella presentandosi come un vallone prevalentemente secco, ma che dalla Contrada Mastrella in poi acquista sempre più portata idrica scendendo verso sud e quindi lambendo ad ovest la città di Comiso. Qui il fiume viene molto probabilmente alimentato da varie sorgenti sotterranee nonché da vari torrenti (di cui vanno citati i Torrenti Canicarao, Petraro e Cucca) compiendo una curva verso ovest toccando le aree di Cozzo del Re e Giardinello superando la confluenza col Torrente Profinni posta nell’area sudoccidentale del territorio comisano nell’area nota come “Cava Corallo”, entrando poi in territorio di Vittoria in cui vi è la confluenza col Torrente Volpe presso le aree note come Castellazzo e Martorina.

Proprio presso la confluenza tra il Fiume Ippari e il Torrente Volpe, di fronte all’area orientale della città di Vittoria, vi è la principale zona archeologica del territorio comunale vittoriese che comprende perlopiù rovine rupestri comprese nel sito archeologico di “Grotte Alte” in cui è collocata la “Caverna delle Sette Camere”, le Necropoli di Martorina, Lavinia e Comuni i siti rupestri della Chiesa di Santa Rosalia, Mendolilli, Nipitella e Colobria oltre a vari mulini ad acqua un tempo messi in funzione dalle acque del fiume (come i Mulini Martorina e Camera d’Aranci che sono gli unici rimasti in piedi). Questa zona la si può raggiungere da Vittoria scendendo presso la sottostante valle tramite sentieri percorribili dalle Vie Ipperia, Ultimo Marsala e Girolamo Giardina poste rispettivamente a nord e a sud del centro storico vittoriese.

L’area sudoccidentale della Valle del Fiume Ippari è posta all’interno dell’ampio bosco che forma la Riserva Naturale Orientata del Pino d’Aleppo, ricadente nei territori comunali di Vittoria, Comiso e Ragusa. In questa zona va citato i siti rupestri delle Contrade Torrevecchia, Castelluccio, Cava Catauro (in cui vi è la confluenza con un piccolo corso d’acqua noto come “Torrente Catauro”) oltre alla zona nota come “Cammarana” posta allo sbocco della vallata a poca distanza dalla foce del Fiume Ippari. Quest’ultima zona prende il nome dalla limitrofa città greca di “Kamarina” ed è caratterizzata dalle rovine dell’antica Chiesa di Santa Maria Assunta di Cammarana oltre che dal sito in cui vi era collocato l’antico “Lago di Cammarana”, bacino lacustre che la leggenda vuole essere sgorgato dal corpo della ninfa Kamarina che venne bonificato del tutto in epoca greca. Al posto del lago venne costituita una vasta risaia di cui restano ancora visibili i canali perpendicolari in cui le acque del fiume venivano convogliate per irrigarla. Questa zona la si raggiunge dalle S.P. 18 Vittoria – Piombo e S.P. 19 Scoglitti – Piombo, che entrambe conducono nel limitrofo comune di Santa Croce Camerina. L’area solcata dal fiume ospita vari appezzamenti di terreno noti come “Cannavati” che venivano un tempo irrigati con le acque stesse del fiume.

Dal punto di vista naturalistico la Valle del Fiume Ippari si presenta ricoperta da una folta macchia mediterranea di tipo ibleo formata da arbusti e piante erbacee e alberi quali il Carrubo, l’Olivo e il Mandorlo, ma soprattutto vi è la presenza della sopracitata area boschiva che forma la Riserva Naturale Orientata del Pino d’Aleppo, una delle più importanti aree naturalistiche della Sicilia.

La fauna (per quanto riguarda rettili, mammiferi, volatili e insetti) e la flora sono le stesse del limitrofo territorio ibleo vittoriese (vedi pagina precedente per saperne di più); speciale menzione merita quella ittica che popola le acque del fiume in cui troviamo granchi di acqua dolce, anguille e tinche (seppur in maniera molto minore rispetto al passato in cui il fiume aveva molta più portata idrica); verso la foce vi sono cefali e spigole. Sempre presso la foce sono presenti uccelli migratori quali fenicotteri, aironi, anatre, germani reali, cormorani, folaghe ecc… oltre a varie specie di rapaci e passeriformi. Sono presenti anfibi quali rane e rospi ma anche vari rettili come le bisce acquatiche e i colubri leopardini (serpenti innocui) mentre è scarsa la presenza di vipere; vi è una consistente presenza di tartarughe di terra.

Per visitare l’area della Valle del Fiume Ippari vanno seguite le seguenti regole:

  • Avere un buono stato di salute (non avere handicap fisici, malattie osseeneurologiche e cardiovascolari);
  • Avere una buona perizia nel sapersi arrampicare su ogni tipo di parete rocciosa di tipo montano;
  • Essere esperti in speleologia (per quanto riguarda l’esplorazione di grotte, caverne o anfratti) o in alpinismo (per quanto riguarda arrampicate ed esplorazioni su pareti montane);
  • Fare attenzione ai serpenti che siano velenosi o no;
  • Saper attraversare fiumi e torrenti di qualsiasi portata;
  • Visitare i territori iblei nel periodo primaverile o estivomai in autunnoin inverno (periodi piovosi) o dopo un temporale poiché le pareti iblee possono essere scivolose e disgregarsi con l’acqua (essendo roccia calcarea è soggette a crollo), stessa cosa dicasi per l’esplorazione di grotte ed ipogei profondi;
  • Non esplorare mai grotte o ipogei sotterranei durante un temporale poiché vi è il rischio di rimanere soffocati nella grotta causa il riempimento di acqua delle pareti calcaree;
  • Non lasciare rifiuti organici ed inorganici;
  • Non accendere fuochi specialmente in estate poiché potrebbero sorgere focolai incendiari;
  • Si possono fare tranquille scampagnate a patto che i luoghi scelti siano sicuri (da evitare specialmente aree vicino a precipizi);
  • Non molestare la fauna locale;
  • Non danneggiare la flora;
  • Non raccogliere funghi senza la specifica autorizzazione rilasciata dalle ASL;
  • Non tagliare alberi;
  • È possibile effettuare scampagnate, campeggi o passeggiate in certi territori iblei ma bisogna rispettare le regole sovrastanti e soprattutto non montare campeggi nelle aree potenzialmente pericolose da visitare;
  • Non tentare di “visitare” forzatamente aree e edifici citati nel sito di proprietà privata in cui l’accesso è vietato.

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