Acate, Tratto acatese del Bosco di Santo Pietro

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Acate

Tratto acatese del Bosco di Santo Pietro

Nell’estrema cuspide settentrionale del territorio acatese vi è collocata una piccola porzione del vasto Bosco di Santo Pietro, una delle più importante foreste spontanee siciliane collocata quasi per intero nel territorio comunale di Caltagirone (CT).

Questo bosco prende il nome dell’omonima frazione amministrativa del comune caltagironese sorta nei primi anni del 1900. 

Il bosco è raggiungibile dalla S.P. 2 Vittoria – Acate – Santo Pietro andando in direzione dell’omonima frazione di Caltagirone in cui è posto l’ingresso dell’area boschiva.

È una delle foreste più antiche della Sicilia che si presenta delimitata quasi per intero da valli fluviali di cui quella del Fiume Dirillo a sud (nel territorio acatese), ad est dal Torrente Ficuzza (affluente del Fiume Dirillo), ad ovest e a nord dai Torrenti Terrana e Ogliastro (che a loro volta separano il bosco dalla Sughereta di Niscemi, posta in territorio nisseno).

La foresta, facente parte di un feudo noto come “Fetanasimo”, venne donata al popolo calatino da Re Ruggero II di Altavilla nell’anno 1160 come ricompensa per aver aiutato il sovrano normanno a cacciare i saraceni dalla Sicilia.

La legna proveniente dagli alberi di questo bosco alimentò per diversi secoli le fornaci in cui veniva prodotta la cosiddetta “Ceramica di Caltagirone” e, per ogni albero abbattuto, ne venivano piantati altri in modo che la foresta potesse essere sempre rigogliosa e il ciclo vitale degli alberi non venisse meno.

Nonostante ciò l’abbandono, l’abbattimento dissennato di alberi per la produzione di legna o per formare nuove aree agricole hanno ridotto la foresta che un tempo era compresa anche nei territori di Niscemi (CL), Mazzarrone (CT) e nei comuni ragusani di Acate e Vittoria.

Verso la fine del 1800 sorse il villaggio di Santo Pietro che diede nome alla limitrofa foresta.

Il Bosco di Santo Pietro è divenuto “Riserva Naturale Orientata” nel 1999 ed appartiene al demanio forestale della Regione Sicilia.

Il Bosco di Santo Pietro, solcato dai suddetti torrenti e comprendente varie sorgenti idriche, è aperto agli escursionisti tutto l’anno purché loro non commettano reati ambientali rispettando la natura. E’ formato da varie specie arboree di cui vanno citati vari tipi di querce (tra cui quella da sughero) nonché lecci, roverelle, carrubi e pini marittimi e d’Aleppo.

Presso l’area attrezzate vi sono zone per escursioni e anche una piccola chiesa consacrata a “Santa Maria dell’Idria”. Interessante anche la frazione caltagironese di Santo Pietro che, oltre alla chiesa parrocchiale (consacrata a “San Pietro”), possiede anche un piccolo museo naturalistico.

Da qui possiamo raggiungere Caltagirone, la limitrofa zona di Granieri (altra importante frazione caltagironese), la cittadina di Mazzarrone e l’area di Niscemi (CL).

La porzione acatese del Bosco di Santo Pietro è raggiungibile dalla S.P. 2: dopo i tornanti di Poggio Biddini entriamo in territorio provinciale catanese nella Contrada Borgo Ventimiglia facente parte del comune di Caltagirone (in cui la strada è nota come S.P. 34 Santo Pietro); oltrepassata la comunità “Oasi” imbocchiamo la prima traversa alla nostra sinistra venendo da Acate fino a quando non raggiungiamo le propaggini meridionali del bosco rientrando nuovamente in territorio acatese.

Da qui percorriamo una strada sterrata verso sud che conduce ad una strada incompiuta che, più a sud si collega all’imbocco della S.P. 2 presso la Contrada Litteri, nella valle del Fiume Dirillo.

In questa zona vi è una parte del bosco formata da alberi di pino e querce che ingloba caseggiati rurali antichi e cisterne idriche utilizzate per l’irrigazione dei limitrofi campi agricoli.

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