Comiso

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Comiso
(Pedalino)

Mappa di Comiso e del suo territorio


Mappa di Comiso (per ingrandire la mappa clicca qui).

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Cenni principali su Comiso

Comiso è un’importante città della Provincia di Ragusa che dista dal capoluogo ragusano circa 18 Km e solo 8 dalla limitrofa città di Vittoria.

Questa cittadina è nota per la presenza dell’importante Aeroporto intitolato al politico e vittima di mafia “Pio La Torre” che, dopo l’Aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania (meglio noto come “Fontanarossa”), è il più importante scalo aeroportuale della Sicilia sudorientale collocato nel cuore della Provincia di Ragusa a poca distanza dalle aree di Gela e di Siracusa.


Foto panoramica della città di Comiso.

La città di Comiso è posta all’interno di una conca che fa parte dell’estrema propaggine orientale dell’altopiano noto come “Piana di Vittoria”, delimitata dai rilievi iblei noti come Colle Canicarao e Monte Tabuto a nord, Monte Racello a nordest, Cozzo di Apollo ad est e dalle alture iblee di Castiglione, Tresauro (in territorio ragusano) a sudest e Crocilla a sudovest, mentre l’intera area occidentale è lambita dal corso del Fiume Ippari che funge anche da confine tra il limitrofo territorio comunale di Vittoria.

Essendo posta in questa particolare area montuosa, Comiso quindi risulta costruita sullo sbocco di diverse cavità iblee, ossia le Cave Canicarao, Petraro, Porcaro, Cucca, i cui omonimi torrenti scorrono nel sottosuolo comisano, confluendo comunque nel limitrofo Fiume Ippari.

Proprio per la vicinanza a questo corso d’acqua alla città di Comiso e a ciò che le appartiene è associato l’aggettivo “Ipparino” (stessa cosa dicasi per la limitrofa città di Vittoria).

La cittadina comisana è raggiungibile dalla SS 514 “Ragusa – Catania” andando in direzione “Gela – Vittoria – Comiso” seguendo il tratto della SS 115 “Ragusa – Comiso – Vittoria” andando in direzione della città comisana oltre che dal sopracitato aeroporto.

La SS 115 attraversa il tessuto urbano della città comisana tramite l’asse urbano formato dalle seguenti vie: Corso Garibaldi, Corso Vittorio Emanuele II, Via Principe di Piemonte, Via Generale Girlando, Corso Ho Chi Minh, Via San Biagio e Via Gandhi che funge da “snodo viario” al poco distante centro storico collocato nell’area occidentale della città.

In futuro la città sarà collegata alla costruenda autostrada A 18 “Siracusa – Gela” tramite lo svincolo “Vittoria Nord – Comiso”. 

A nord di questo asse viario vi sono le Vie Leonardo Sciascia e Sandro Pertini che si collegano rispettivamente alle S.P. 7 “Comiso – Chiaramonte Gulfi” e S.P. 4 “Comiso – Pedalino” – Grammichele (che è la principale via di collegamento tra Comiso e l’Aeroporto “Pio La Torre”).

Queste strade, oltre a condurre alle sopracitate località (di cui va citata la frazione comisana di Pedalino) si collegano alla principale arteria viaria dell’area settentrionale del ragusano, la SS 514 “Ragusa – Catania” (che prevede un ammodernamento che la dovrebbe elevare a standard autostradali, collegandosi magari a collegare con l’Autostrada A 18 “Siracusa – Gela”).

Da quanto descritto Comiso, seppur essendo un piccolo centro di circa 30000 abitanti, si presenta quindi come una delle più importanti aree di transito per il traffico veicolare della Provincia di Ragusa, essendone di fatto un importante “snodo”.

La città possiede anche uno scalo ferroviario posto presso la linea ferroviaria “Siracusa – Ragusa – Gela – Caltanissetta Xirbi” (la principale della Provincia di Ragusa).


La città di Comiso con le cupole delle sue principali chiese.

Il tessuto urbano comisano, delimitato dall’interessante asse viario che ricalca il tracciato urbano della SS 115, oltre all’interessante posizione posta allo sbocco di tre cave iblee (essendo oltretutto simile a quello delle vicine città di Modica e Scicli).

Esso è formato dai quartieri più moderni composti da isolati a scacchiera collocati attorno al centro storico cittadino, quest’ultimo presentant pittoresche strade e vicoletti che si affacciano presso le grandi piazze principali della città comisana, mantenendo di conseguenza un assetto urbano tipico delle città medievali siciliane; comunque sia le aree circostanti costruite nel 1700 e 1800 possiedono assi viari più “regolari”.

La strada principale del centro storico comisano è il Corso Vittorio Emanuele II che, dal sopracitato asse viario urbano della SS 115, scende verso ovest attraversando buona parte della città lambendone i principali quartieri storici.

La piazza principale della città di Comiso è “Piazza Fonte Diana” in cui è posto l’omonimo monumento urbano.

All’interno del centro storico della città ipparina possiamo ammirare chiese e palazzi barocchi di cui vanno citati la Chiesa di Santa Maria Annunziata e la Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle (i principali luoghi di culto della città comisana), il Castello Aragonese di Comiso appartenente ai Conti Naselli, l’ex Mercato Ittico divenuto sede del “Museo Civico di Storia Naturale” cittadino (uno dei più interessanti della Sicilia) utilizzato per le riprese di alcune scene del noto telefilm “Il Commissario Montalbano” (le cui riprese sono effettuate in gran parte della Provincia di Ragusa), il “Teatro Naselli”, gli eleganti Palazzi Melfi, Iacono – Ciarcià, Trigona di Canicarao, Ferreri ecc… 

A ciò si aggiungono le Chiese di San Giuseppe, San Biagio, San Francesco all’Immacolata, e di Santa Maria delle Grazie; quest’ultima attigua al Convento dei Frati Cappuccini (al cui interno è collocata anche una cripta sepolcrale in cui sono esposti scheletri e corpi mummificati di monaci e illustri cittadini comisani).

A poca distanza troviamo l’area di Cava delle Grazie, un’antica cava di pietra a ridosso della città comisana presso la quale è ubicata la Chiesa di Santa Maria di Monserrato.

All’interno di Comiso vi molti edifici e monumenti cittadini in stile medievale, barocco, neoclassico e liberty che rendono il piccolo ma interessante centro storico comisano uno dei più eleganti e pittoreschi del ragusano.


Foto aerea del centro storico della città di Comiso.


Il Castello dei Conti Naselli.


La principale Piazza Fonte Diana.


La bella Chiesa di Santa Maria Annunziata di Comiso.


L’elegante Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle.

Al di fuori di Comiso come detto in precedenza vi sono varie aree iblee di cui quelle a sud e ad est più rurali e con più curiosità archeologiche.

Tra esse vanno citati il sito rupestre di Cava Porcaro ad oriente, mentre ad ovest, lungo la Valle del Fiume Ippari (anch’essa colma di siti naturalistici ed archeologici), vi sono varie borgate rurali confinanti col territorio comunale di Vittoria.

Nell’estrema area meridionale iblea del territorio comisano è collocata una buona parte della “Riserva Naturale Orientata del Pino d’Aleppo” solcata dal corso del Fiume Ippari che va a delimitare i territori comunali di Comiso, Vittoria e Ragusa.

In gran parte di queste zone iblee a ridosso di Comiso vi sono varie “cave di pietra” in cui si estrae la pregiata “Pietra di Comiso”.

Essa è la principale fonte economica del centro urbano ipparino noto appunto come “Città della Pietra”, il cui artigianato è legato proprio alla lavorazione di questo particolare tipo di “pietra iblea” di colore chiaro con cui sono costruiti gran parte degli edifici delle città di Comiso, Chiaramonte Gulfi, Vittoria e anche della stessa Ragusa.

Oggigiorno con la Pietra di Comiso si ottengono elementi architettonici e decorativi e vengono create eleganti sculture, bassorilievi e fregi decorativi. 

Di Comiso fa parte la frazione extraurbana di Pedalino, una località agricola posta a 10 km a nordovest della città comisana (a poca distanza dall’Aeroporto “Pio La Torre”), che a sua volta comprende diverse borgate rurali tra cui quelle note come “Cicogne” e “Quaglio”.

Nelle aree tra Comiso e Pedalino vengono prodotti particolari vini come “Ambrato di Comiso” e “Albanello di Comiso”, che dal punto di vista enogastronomico sono i principali prodotti tipici agroalimentari della città comisana, la cui enogastronomia è simile a quella delle limitrofe città della provincia ragusana seppur mantenendo una spiccata nota autoctona.

L’attuale città di Comiso è identificata col sito archeologico dell’antica città greca di “Casmene” (le cui rovine sono poste tra i territori di Giarratana e Buscemi, cittadina collocata in Provincia di Siracusa), e l’aggettivo “Casmeneo” viene utilizzato per identificare persone o aspetti legati proprio alla città comisana (vedi il paragrafo “Storia di Comiso” per saperne di più).

Infine va detto che Comiso, assieme alle città di Vittoria, Acate e Gela (CL) fa parte del GAL (“Gruppo di Azione Locale”) “Valli del Golfo” (sito web www.galvallidelgolfo.com)

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Statistiche generali

  • Nome in siciliano: “Comisu” (o “U Comisu” ) – “Pilarinu” ;
  • Abitanti: comisani;
  • Popolazione abitante: 30086 abitanti;
  • Comuni confinanti: Ragusa, Vittoria, Chiaramonte Gulfi;
  • Fiumi e torrenti limitrofi: Fiume Ippari, Torrente Canicarao, Torrente Cucca, Torrente Petraro, Torrente Porcaro, Torrente Profinni;
  • Monti e rilievi limitrofi: Colle Canicarao, Monte Tabuto, Monte Racello, Cozzo di Apollo, rilievi delle Contrade Castiglione, Tresauro e Crocilla;
  • Clima: freddo e umido in inverno con eventuali precipitazioni, caldo e torrido in estate con venti di ponente o sciroccomite con eventuali piogge in autunno e primavera;
  • Santo Patrono: San Biagio Martire (Comiso), Santa Maria del Rosario (Pedalino);
  • Altri Santi venerati: San Giuseppe (Comiso e Pedalino), Santa Maria Annunziata, Santa Maria Addolorata, Santa Maria delle Grazie, Sant’Antonio di Padova;
  • Economia comisana: agricoltura, allevamento, attività estrattive e lavorazione della “Pietra di Comiso”, turismo, settore commercialeeconomia commerciale a conduzione familiare, commercio agroalimentare, settore ricettivo;
  • Prodotti tipici e specialità gastronomiche: Vini “Ambrato di Comiso” e “Albanello di Comiso”, Mini Melanzana di Comiso”, colture cerealicole e ortofrutticole, produzione di formaggi e latticini, pane e focacce caserecce, conserve, olio extravergine di oliva, dolciumi tipici;

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Come raggiungere Comiso

Via Auto

  • Per chi proviene dall’Italia peninsulare e da Messina, Catania e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 18 Messina – Catania, dopodiché percorrere la Tangenziale di Catania e immettersi sull’Autostrada Catania – Siracusa – Gela (in esercizio fino a Rosolini) e uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” (con indicazione anche per Ragusa), per poi immettersi sulle SS 194 Lentini – Vizzini e SS 514 Vizzini – Ragusa per poi uscire allo svincolo per Ragusa Ovest – Comiso – Vittoria immettendosi sulla SS 115 Ragusa – Gela arrivando ed entrando presso Comiso; (si può raggiungere Comiso anche dallo svincolo per Chiaramonte Gulfi sulla SS 514 seguendo le indicazioni per Comiso e il suo Aeroporto percorrendo la S.P. 7 Comiso – Chiaramonte in direzione della città comisana);
  • Per chi proviene da Palermo, Caltanissetta, Enna e Trapani e rispettive province: immettersi sull’Autostrada A 19 Palermo – Catania ed uscire allo svincolo “A 18 Tangenziale di Catania – Ragusa – Siracusa” ed immettersi prima nella tangenziale, dopodiché sull’Autostrada Catania – Siracusa e uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” e seguire le indicazioni sopracitate;
  • Per chi proviene da Gela e Agrigento: immettersi sulla SS 115 fino a Comiso e entrare nella città comisana;
  • Per chi proviene da Siracusa: immettersi sull’Autostrada A 18 Siracusa – Gela in direzione sud (Gela) uscendo allo svincolo di Rosolini, percorrendo la SS 115 oltrepassando Ispica e Modica per poi uscire allo svincolo per Comiso immettendosi sulla SS 115 Ragusa – Gela arrivando all’ingresso di Comiso, oppure uscire allo svincolo “Lentini – Carlentini” dell’Autostrada Siracusa – Catania percorrendo le SS 194 e 514 in direzione Ragusa uscendo poi allo svincolo “Chiaramonte – Comiso” seguendo la S.P. 7 in direzione Comiso – Vittoria fino all’ingresso della città comisana.

Via Treno

  • Sul sito www.trenitalia.com compilare il modulo con le città di partenza e le città di arrivo (in questo caso Comiso) per conoscere giorni, orari e durata del viaggio.

Via Aereo

  • Gli aeroporti più vicini a Comiso sono appunto quelli di Comiso (Aeroporto “Pio La Torre” www.aeroportodicomiso.eu) e di Catania (Aeroporto Fontanarossa “Vincenzo Bellini” www.aereoporto.catania.it), sui siti controllate gli orari dei voli, e sui siti delle autolinee controllate gli orari degli autobus che dagli aeroporti di Catania e Comiso conducono a Comiso (controllate le Autolinee AST, Interbus, Giamporcaro.

Via Autobus

Via Mare

  • Comiso è raggiungibile via mare dagli scali di Pozzallo (RG), Catania, Messina, Milazzo (ME), Termini Imerese (PA), Palermo e Trapani (per le informazioni stradali vedere paragrafi soprastanti); per saperne di più visitate il sito www.traghettilines.it.

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Storia di Comiso

Dalla Preistoria (2000 a.C. – 1200 a.C.) al periodo greco – romano (700 a.C. – 476 d.C.)

Il territorio comisano trae origine dall’emersione dei Monti Iblei avvenuta nella preistoria in seguito agli spostamenti della crosta terrestre.

Tralasciando il lungo periodo preistorico di cui rimangono vari fossili esposti al “Museo Civico di Storia Naturale” della città comisana, arriviamo nel periodo che va dal 2000 a.C. al 1200 a.C circa in cui nacquero i primi insediamenti urbani di origine sicana.

I primi siti abitativi in territorio comisano (abbondantemente studiato da molti archeologi di cui il roveretano Paolo Orsi e il comisano Biagio Pace) risalgono all’età neolitica in cui, durante il periodo neolitico – siculo (1200 a.C. circa) quando cominciarono a sorgere piccoli nuclei abitativi posti presso il Monte Tabuto (in particolare presso l’area di Cozzo delle Ciavole) e il Monte Racello, a nordest dell’attuale città di Comiso, in cui si vennero a creare dei villaggi semi rupestri con annesse necropoli.

Anche le aree a sudest di Comiso (Castiglione, Cava Porcaro, Tresauro, Profinni) e l’area della Valle del Fiume Ippari presentano ruderi di aree abitative neolitico – sicule.

Non si esclude la presenza di un’insediamento abitativo (villaggio) collocato presso l’attuale sito cittadino.

Dopo il 1200 a.C. le locali popolazioni di origine sicula che abitavano l’area dell’attuale territorio comisano che si affaccia presso le sponde del Fiume Ippari, ebbero certamente scambi commerciali con popolazioni di origine greca e fenicia, e ovviamente con popolazioni locali che abitavano sui versanti dei Monti Iblei e sulle coste ioniche e mediterranee della Sicilia meridionale.

Intorno al 700 a.C. avvenne la conquista greca della Sicilia sudorientale con la fondazione della città di Siracusa (734 a.C. circa).

In questo periodo la popolazione locale cominciò ad abitare l’attuale area della periferia cittadina a nord di Comiso posta su un’altura a nordest del Fiume Ippari collocata tra le Contrade Merlino e Deserto che era quello più vicino all’attuale città.

Altri insediamenti abitativi si ebbero presso le aree di Contrada Difesa a nordovest di Comiso ma soprattutto preso l’aree iblee di Crocilla e Tresauro a ridosso della Cava Corallo posta nei pressi della confluenza tra il Fiume Ippari e il Torrente Profinni nell’area nota come “Cozzo del Re” a sud di Comiso.

In questi insediamenti (in cui a poca distanza vi erano ubicate delle necropoli funerarie) abitarono gente di etnia greca e ovviamente popolazioni autoctone che praticavano l’agricoltura, la pastorizia e alcuni lavori artigianali; molto probabilmente la primitiva lavorazione della “Pietra di Comiso” risale a questo periodo.

Anche ad est della città presso l’altura nota come “Cozzo di Apollo” vi era un insediamento di tipo urbano risalente a questo periodo le cui rovine sono state rinvenute.

Nel 644 a.C. circa i siracusani fondarono sul Monte Casale – Erbesso (tra i territori di Giarratana in Provincia di Ragusa e Buscemi in Provincia di Siracusa) la città di “Kasmenai” meglio nota come “Casmene”, il cui nome indicava erroneamente gli insediamenti sopracitati.

Comunque sia ad associare il nome “Casmene” a “Comiso” fu il prete – studioso Padre Biagio La Leta che nel 1862 effettuò alcuni studi presso il Cozzo di Apollo in cui vi erano posti ruderi di antiche abitazioni di epoche antiche riconducibili secondo la fantasia locale al sito di Casmene.

Secondo Padre Biagio La Leta il nome Comiso deriverebbe dall’evoluzione del nome “Casmene” che divenne “Camesne”, poi “Camese” e infine “Comiso”.

Questa ipotesi venne meno agli inizi del XX secolo col ritrovamento della vera “Casmene” presso il Monte Casale – Erbesso da parte dell’archeologo Paolo Orsi. Il nome “Comiso” invece, secondo studi contemporanei, deriverebbe dal termine greco antico “Komidzo” che significa “ricovero” indicante un luogo abitato. Comunque sia un legame con la vera “Casmene” dovrebbe esserci in quanto l’area con molta probabilità era in contatto con la città casmenea nonché con la vicina “Kamarina” (altra città fondata dai siracusani, ma posta presso la costa rocciosa del Monte Cammarana tra i territori di Vittoria, Ragusa e Santa Croce Camerina).

Difatti l’attuale Comiso è posta al centro di un’area in cui sorgevano “Kamarina”, “Akrilliai” (centro abitato di origine greca le cui rovine sono poste in Contrada Scornavacche nel territorio di Chiaramonte Gulfi) e appunto “Casmene”, che doveva un tempo essere un’affollata “via di transito” tra le antiche città di Siracusa, Gela e Agrigento.

Proprio presso l’antica città agrigentina sarebbero stati costruiti templi ed edifici vari utilizzando proprio la “Pietra di Comiso”.

Si presume che il “Tempio di Ercole” le cui rovine sono poste presso la nota “Valle dei Templi”, avesse avuto elementi architettonici e fregi proprio con la pietra comisana, estratta in quelle che venivano definite “Latomie” che venivano utilizzate anche come siti funerari di tipo rupestre.

Intorno al 500 a.C. molto probabilmente sorse inoltre il primo insediamento urbano collocato nell’area in cui sorge l’attuale città di Comiso.

Con le prime incursioni romane, i sopracitati villaggi di origine greca vennero abbandonati e la gente si rifugiò in aree interne presso le Cave Canicarao (detta anche “dei Modicani”) e Petraro, ma soprattutto presso le aree di Cava Porcaro e Cava Corallo in cui i fuggiaschi di origine greca andarono a rifugiarsi.

Comunque sia con la conquista romana della Sicilia avvenuta nel 212 a.C. conseguente alla caduta di Siracusa, il territorio comisano venne popolato da gente proveniente da Roma che intuì le ricchezze che quest’area poteva offrire.

Infatti in questo periodo dovrebbe risalire il termine “Jhomisus” con cui veniva identificata quest’area, i fuggiaschi divennero “romani” a tutti gli effetti e si riebbe una graduale ripresa economica, mentre l’antica città nota come “Casmene” venne distrutta. 

Col passare del tempo l’insediamento andò ad ingrandirsi divenendo un vero e proprio centro abitato  il vennero costruiti presso l’attuale sito cittadino alcuni edifici di cui un interessante impianto termale, i cui ruderi sono collocati presso l’attuale “Fonte di Diana” e che come essa era alimentata da una sorgente che venne consacrata al culto della dea Diana protettrice della natura e della caccia, attorno alla quale venne edificato il primo nucleo urbano.

Verso la fine dell’impero romano il villaggio venne fortificato e cominciarono ad essere costruiti i primi luoghi di culto cristiani.

Il periodo altomedievale (500 d.C. – 900 d.C), il periodo bassomedievale e la “Contea dei Naselli” (1000 – 1453), la distruzione seicentesca (1693)

Alla fine dell’Impero Romano verso il 500 d.C. il villaggio venne popolato dai bizantini che costruirono le prime vere e proprie chiese cristiane (a questo periodo dovrebbe inoltre risalire l’inizio del culto a “San Biagio Martire” Patrono della città comisana oltre a quello consacrato a “San Nicola di Bari”) nonché opere difensive collocate tra la vallata solcata del Fiume Ippari e le cavità iblee limitrofe.

In particolare la Cava Porcaro che divenne inoltre un vero e proprio luogo di culto formato da oratori rupestri e catacombe sepolcrali.

Tra il 700 e l’800 il centro abitato del primitivo insediamento di Comiso, consacrato nel frattempo a “San Biagio” che ne divenne sin da allora “Patrono”, venne fortificato in seguito alle prime invasioni saracene.

Comiso cadde nelle mani dei musulmani l’anno 878 dopo un lungo assedio che vide i bizantini perdere il dominio sulla Sicilia.

Durante il periodo arabo il centro abitato fece parte del “Val di Noto” (una delle tre province arabe siciliane assieme alle Valli di Mazara e di Demona, che occupava la cuspide sudorientale della Sicilia) venendo chiamato “Hums” (termine arabo che significa “terra confiscata”) e molte contrade assunsero una nomenclatura araba che oggigiorno sopravvive negli attuali toponimi delle limitrofe contrade.

Con gli arabi fiorì l’agricoltura con la coltivazione di “cannamele” ossia di canne da zucchero lungo il Fiume Ippari, l’apicoltura con la produzione di miele (ancora oggi praticata) nonché alla costruzione di “Saie” (condotte idriche) e “Pozzi” sotterranei comprendenti le cosiddette “Senie” (arcaici impianti di sollevamento) che sfruttavano le risorse idriche locali.

Dopo la conquista normanna della Sicilia avvenuta nel 1090 a Comiso, che fece parte della Contea normanna di Ragusa fino al 1194, ricominciò man mano a rifiorire il culto cristiano che culminò con la riconsacrazione della Chiesa consacrata a “San Nicola di Bari” divenendo di fatto “Chiesa Madre” cittadina, oltre ad edifici sacri vari di cui va citata l’antica Chiesa della Misericordia.

La cittadina, al cui centro era posta la sorgente che i romani consacrarono alla Dea Diana, venne inoltre dotata di una massiccia cinta muraria che andava ad implementare le precedenti fortificazioni difensive.

Nel 1200 (secolo in cui la Sicilia passò dagli svevi agli angioini, e a sua volta agli aragonesi) Comiso divenne parte di un vasto feudo che venne affidato nel 1283 al Barone Federico Spiciario che, un anno dopo, fece erigere un imponente castello feudale.

Nel 1299 in seguito al “Massacro di Gulfi” (avvenuto nell’omonimo borgo ubicato presso l’attuale Chiaramonte Gulfi) molte donne superstiti trovarono rifugio presso la città comisana.

Nel 1300 Comiso divenne di proprietà della famiglia Chiaramonte si ingrandì malgrado fu vittima di un’epidemia di peste.

Il 20 Giugno 1398 Comiso fece parte della “Contea di Modica” retta dal Conte Don Bernardo Cabrera. Sotto la contea modicana durante la prima metà del 1400 Comiso ebbe un discreto sviluppo urbano ed economico con la costruzione della Chiesa di Santa Maria Annunziata (sul sito della Chiesa di San Nicola), oltre che del miglioramento delle strutture difensive e al rifiorire di antiche attività artigiane quali quella della lavorazione della “Pietra di Comiso”.

Nel 1453 il Feudo di Comiso, facente parte della Contea di Modica, venne acquisito dal Barone Periconio II Naselli che fece del territorio comisano una “baronia” che venne retta dalla suddetta famiglia fino al 1816 dimorando ininterrottamente all’interno del castello cittadino.

Nel 1480 la Chiesa dell’Annunziata perse il titolo di “Chiesa Madre” molto probabilmente perché secondo le fonti storiche dell’epoca non volle rinunciare alle messe di rito greco – ortodosso recitate al suo interno sin dall’alto medioevo, in favore della futura Chiesa di Santa Maria delle Stelle che verrà costruita tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500 presso il sito in cui era ubicata l’antica Chiesa di Santa Maria del Mulino limitrofa al corso del Torrente Cucca (ora coperto dalla Via Papa Giovanni XXIII).

Alla fine del 1500 venne del tutto completata la costruzione dell’edificio sacro che divenne a tutti gli effetti la principale “Chiesa Madre” cittadina al posto di quella consacrata a “Santa Maria Annunziata” suscitando polemiche tra i fedeli delle due chiese.

La città di Comiso era quindi divisa in due fazioni: i “Nunziatari” ossia i fedeli appartenenti alla Chiesa dell’Annunziata devoti al Simulacro di “Santa Maria Annunziata” portato in Processione a Pasqua, e i “Matricrisiari” devoti a “Santa Maria Addolorata” festeggiata a Maggio (oltre che a “San Biagio Martire”).

Questa divisione in passato fu causa di diverse “contese” ma col tempo andò ad attenuarsi e, in un certo senso dura fino ai giorni nostri dato che molti comisani si definiscono ancora “Nunziatari” e “Matricrisiari”, anche se oggigiorno c’è cooperazione e sinergia tra i fedeli delle due principali chiese comisane. 

Nel 1571 la Baronia di Comiso divenne “Contea” in seguito all’investitura a “Conte” di Gaspare II Naselli da parte del Re di Spagna Filippo II d’Asburgo, per aver contrastato i saraceni per conto del Vicereame di Sicilia (a cui apparteneva l’attuale Provincia di Ragusa) appartenente appunto all’Impero di Spagna.

Presso la Chiesa del Convento Francescano di Sant’Antonio (oggi “San Francesco all’Immacolata”) venne inoltre costruito il mausoleo sepolcrale della famiglia Naselli.

All’inizio del 1600, per la precisione nel 1608, un alto numero di comisani emigrarono presso la limitrofa città di Vittoria (costruita per volere della Contessa Vittoria Colonna per risollevare le sorti economiche della “Contea di Modica”) cercando migliori opportunità lavorative ed economiche.

Nonostante questa emigrazione di massa la città godeva di una buona economia interna.

In questo periodo visse ed operò a Comiso il “Servo di Dio” Pietro Palazzo che fu una delle personalità religiose più importanti della città comisana che contribuì ad un’ennesima “rinascita” della città comisana oltre alla costruzione di tre edifici conventuali: il Convento Carmelitano di San Giuseppe (ora occupato dall’attuale Municipio), il Convento delle Suore Teresiane di Regina Coeli (in cui ora è posta la Scuola “Edmondo De Amicis”) e infine del Convento di San Filippo Neri dei Padri Filippini attiguo alla Chiesa del Gesù (in cui venne sepolto nel 1648) tuttora esistente ma sconsacrato.

L’11 Gennaio 1693 un terribile terremoto distrusse gran parte della Sicilia sudorientale e anche la città di Comiso venne colpita duramente comportando il crollo della maggior parte degli edifici che provocò un centinaio di vittime tra la popolazione.

Terminava così un importante periodo della storia comisana ma nonostante ciò la popolazione decise fin da subito di ricostruire la città.

Dalla ricostruzione settecentesca (1700) ai giorni nostri (2000)

Nel 1693 la città di Comiso si presentava come un cumulo di macerie e la ricostruzione nonché il ripopolamento erano difficili da compiere; comunque sia i conti Naselli affidarono a Don Francesco Maria Porcelli (allora parroco della Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle) il compito di riorganizzare la riedificazione degli edifici cittadini secondo il piano di ricostruzione della Sicilia sudorientale redatto da Giuseppe Lanza Duca di Camastra (nominato “vicario per la ricostruzione del Val di Noto” dal Vicereame di Sicilia).

In quello stesso anno cominciò la ricostruzione cittadina in chiave barocca riadattandosi all’originaria planimetria medievale ma ridisegnando l’assetto urbano con la presenza di ampie vie che delimitavano i quartieri cittadini collocato attorno all’attuale Piazza Fonte Diana in cui era (ed è tuttora posta) l’omonima sorgente, nonché della presenza di ampie piazze in cui vennero ricostruiti gli edifici sacri e nobiliari con la risistemazione del Castello dei Naselli.

Ciò comprese anche la costruzione di eleganti edifici nobiliari in stile barocco come il Palazzi Melfi, Occhipinti e Iacono – Ciarcià, a cui si aggiungono la residenza della famiglia dei Marchesi Ferreri dell’Anguilla (proprietari del Feudo di Scoglitti) e dei Marchesi Trigona di Noto (SR), proprietari del limitrofo feudo di Canicarao in cui fecero erigere la loro tenuta feudale.

Dopo la ricostruzione la città ipparina assunse un elegante aspetto barocco dovuto anche all’utilizzo della “Pietra di Comiso” per la ricostruzione degli edifici principali.

Nel 1729 per volere del Conte Baldassarre Naselli venne impiantata la prima “Cartiera” della Sicilia lungo le rive del Fiume Ippari tra le Contrade Giardinello e Frategianni.

Si trattava di un vero e proprio impianto industriale ottenuto riutilizzando un vecchio mulino ad acqua, all’interno del quale avveniva per la prima volta in Sicilia la produzione della carta su scala industriale.

L’avvio della Cartiera andò a creare una notevole fonte economica all’interno della città già nota per la lavorazione lapidea della locale pietra nonché per agricoltura e allevamento. La cartiera fu per moltissimi anni una fonte economica ragguardevole per Comiso e i suoi cittadini.

Alla fine del 1700 la signoria dei Conti Naselli però si avviava ad un inesorabile declino, culminato con alcuni incidenti avvenuti presso la sopracitata cartiera che però riprese a produrre dopo alcuni lavori di manutenzione.

Nel 1816 in seguito all’abolizione della feudalità in Sicilia Comiso non appartenne più alla famiglia Naselli (di cui l’ultimo Conte fu Baldassarre VII Naselli) divenendo parte della Provincia di Siracusa del Regno delle Due Sicilie sotto il Distretto di Modica.

In questo periodo a Comiso vi furono molti tumulti avversi al regno retto dai Borbone di Napoli, che culminarono nel 1848 in una grande manifestazione in cui si inneggiava all’Italia unita, che venne repressa dalle locali autorità borboniche.

Comiso fece parte del Regno d’Italia nel 1860 in seguito alla “Spedizione dei Mille” guidata da Garibaldi tramite la quale l’Italia meridionale (e quindi anche la Sicilia) divennero parte della nascente “Italia Unita”.

Comiso appartenne alla Provincia di Siracusa facendo parte però del “Circondario di Modica”.

Negli anni a seguire si ebbe anche un certo risveglio culturale della città con la messa in funzione del “Teatro Comunale” (attuale “Teatro Naselli”) e con l’apertura di vari circoli culturali, nonché dei primi veri e propri “studi archeologici” sul territorio comisano condotti nel 1862 dal prete – archeologo Padre Biagio La Leta che, come detto in precedenza, associò “Comiso” alla città greca nota come “Casmene”.

Venne risistemata la Piazza Fonte Diana con l’abbellimento della fontana e venne costruito l’attuale Municipio di Comiso e la limitrofa Stazione ferroviaria. 

Nei primi anni del 1900 vennero aperte fabbriche che producevano generi alimentari (conserve, pasta, vini e liquori).

Nonostante ciò con lo scoppio della I guerra mondiale molti giovani comisani che davano forza lavoro alle attività cittadine (tra cui le cave di pietra, la cartiera e i vari stabilimenti alimentari) bloccando economicamente lo sviluppo cittadino, ma ancor più grave molti di loro morirono o patirono gravi ferite (che culminarono spesse volte con mutilazioni o la perdita di vista o udito) durante i combattimenti contro l’esercito austro – ungarico lungo la line del fronte italiano collocato tra Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Al termine della I guerra mondiale vi furono tumulti tra socialisti e fascisti che culminarono nel 1922 con l’inizio del periodo fascista all’interno della città comisana in cui coloro che ne erano avversi subivano una dura repressione.

Nonostante ciò le attività economiche a Comiso rifiorirono e si ebbe anche uno sviluppo urbano al di fuori delle aree limitrofe al centro storico con il completamento e l’inaugurazione delle reti elettriche ed idrico – fognarie.

Inoltre grazie agli studi condotti dai comisani Biagio Pace e Fulvio Stanganelli si ebbe anche un risveglio culturale legato alla cittadina ipparina.

A partire dal 2 Gennaio 1927 Comiso appartenne alla neonata Provincia di Ragusa (dal 4 Agosto 2015 “Libero Consorzio Comunale di Ragusa”) in seguito al decreto redatto dal politico ragusano Filippo Pennavaria, assieme ai comuni dell’ex “Circondario di Modica” che facevano un tempo parte della Provincia di Siracusa.

Nel 1932 la borgata rurale di Pedalino, che in precedenza apparteneva al comune di Chiaramonte Gulfi, divenne “frazione di Comiso”.

In questo periodo sorse inoltre l’impianto industriale della Manifattura Tabacchi in cui venivano lavorate le piante di tabacco provenienti dalle limitrofe campagne.

Inoltre tra il 1934 e il 1937 grazie all’archeologo Biagio Pace vennero riportate alla luce le “Terme di Diana” di epoca romana.

Sempre nel 1937 venne iniziata la costruzione dell’Aeroporto Militare “Vincenzo Magliocco” che venne intitolato all’omonimo generale palermitano dell’aviazione italiana caduto in Etiopia nel 1936.

La costruzione dell’aeroporto (a cui assistette anche Benito Mussolini) terminò nel 1939 in concomitanza con lo scoppio della II guerra mondiale.

Con l’apertura di questo aeroporto comprendente anche una base militare appartenente un tempo all’esercito italiano, Comiso cominciò ad avere una notevole importanza dal punto di vista militare.

Durante il secondo conflitto mondiale, durante gli anni 1940, 1941, 1942 e 1943, Comiso proprio per via dell’aeroporto che fungeva anche da base militare antiaerea con guarnigioni facenti parte dell’esercito italiano e nazista composto da militari tedeschi (questi ultimi malvisti dalla popolazione locale per via di alcuni “atti intimidatori” verso i comisani, si narra addirittura di un omicidio di un comisano imputato ad un militare nazista per futili motivi avvenuto nel 1942).

Comunque sia la città comisana in questo periodo svolgeva la funzione di principale punto strategico e militare della Sicilia meridionale, e non di rado era bersaglio di bombardamenti da parte dell’aviazione angloamericana.

Nel Luglio 1943 avvenne lo “Sbarco in Sicilia” dell’esercito angloamericano che comportò l’inizio della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, e Comiso fu una delle prime città ad essere “liberate” anche se subì gravi danneggiamenti per via dei bombardamenti contro l’aeroporto militare (che come detto in precedenza fecero molte vittime, anche tra la popolazione civile).

Nonostante la liberazione dal regime fascista, la situazione a Comiso non era delle migliori; oltre ai danni da riparare in seguito ai bombardamenti vi erano scarse risorse economiche, igieniche e alimentari legate sempre allo svolgimento della II guerra mondiale e alla situazione italiana durante questo conflitto.

Verso la fine del 1944 arrivò una nuova “chiamata alle armi” da parte dell’esercito italiano (ora alleato degli angloamericani) per andare a contrastare i nazisti nel nord Italia oppure in altre aree del’Europa e molti siciliani, stanchi della guerra e del vedere partire i propri figli per andare a combattere e che nel frattempo abbandonavano nuovamente le loro attività lavorative (agricole, artigianali ecc…) diedero vita ai movimenti del “Non si parte” in cui la chiamata alle armi veniva rifiutata e per di più vi erano tumulti che non di rado terminavano con numerose vittime (come ad esempio la “Rivolta del Pane” avvenuta il 19 Ottobre 1944 a Palermo in cui vi furono 24 morti e un centinaio di feriti tra i manifestanti che erano appunto esasperati dalla fame e dalle precarie condizioni economiche e umanitarie).

Per cui anche a Comiso furono in molti a gridare contro la chiamata alle armi e al grido collettivo di “Nun pattiemu” (“Non partiamo”) alla fine del 1944 cominciarono una rivolta contro il provvisorio governo militare italiano rifiutando per l’ennesima volta la chiamata obbligatoria alle armi.

Il 6 Gennaio 1945, dopo scontri con autorità locali e guarnigioni angloamericane in istanza a Comiso, venne proclamata la “Repubblica di Comiso” ossia una sorta di comitato che autogestiva la cittadina garantendo la libertà dalla guerra e (seppur con poche scorte alimentari disponibili) cibo a chi ne avesse più bisogno. Inoltre la proclamazione di questa “repubblica” risvegliò sentimenti indipendentisti da parte di gente che preferiva la Sicilia “indipendente” dal resto dell’Italia.

Dopo una settimana l’esercito italiano circondò Comiso minacciando operazioni militari contro i rivoltosi se non si fossero arresi. Grazie al clero cittadino i rivoltosi trattarono con l’esercito arrendendosi, ma venendo comunque imprigionati ad Ustica e a Lipari, venendo amnistiati (e quindi liberati) al termine della guerra nel 1946.

Terminata la II guerra mondiale Comiso ricominciò man mano a rivivere; rifiorirono nuovamente le attività agricole, artigianali e culturali e vennero riparati i danni subiti durante il conflitto per il periodo che andò dalla seconda metà degli anni 1940 fino alla prima metà degli anni 1950 vedendo anche un nuovo sviluppo urbano e industriale grazie al riavvio della Cartiera di Comiso e all’inaugurazione dello stabilimento noto come “Teverina” in cui veniva prodotto olio da semi di varie specie vegetali (lino, soia ecc…) posto all’interno della città.

A ciò si aggiunsero gli avviamenti di varie fabbriche artigianali per la produzione di mangimi e conserve alimentari.

Nel 1955 Comiso cominciò a far parte della Diocesi di Ragusa.

Nonostante i sopracitati progressi economici, in tanti furono i comisani che decisero di emigrare in altre aree d’Italia o all’estero per cercare maggiori fortune e ricchezze.

Stessa cosa avvenne negli anni 1960 e 1970 anche se le condizioni di vita della città comisana miglioravano nettamente anche grazie all’ammodernamento delle infrastrutture stradali e alla sempre più crescente espansione urbana verso nordovest in cui si andarono a formare varie borgate abitative collocate lungo la Valle del Fiume Ippari al confine col territorio di Vittoria, con cui Comiso pare formare una conurbazione.

In questo periodo vissero ed operarono il pittore Salvatore Fiume e lo scrittore Gesualdo Bufalino, entrambi comisani.

All’inizio degli anni 1980, per la precisione il 7 Agosto 1981, il governo italiano allora retto dal ministro Giovanni Spadolini, decise di riutilizzare l’abbandonato Aeroporto “Vincenzo Magliocco” facendolo divenire nuovamente una “base militare” appartenente stavolta alla NATO con la presenza di una guarnigione americana, ma soprattutto di batterie di missili da crociera a lungo raggio (noti come “Cruise”) aventi testata nucleare (quindi vere e proprie “bombe atomiche”) per intimorire l’Unione Sovietica durante il periodo conclusivo della cosiddetta “guerra fredda”.

All’interno della città comisana vi furono contrasti tra le autorità politiche favorevoli e contrarie, mentre i comisani erano in maggioranza contrari alla collocazione di missili nucleari a poca distanza da casa sia per paura di un loro eventuale utilizzo che avrebbe comportato l’inizio di un nuovo conflitto dato che i missili da Comiso potevano colpire obiettivi in Europa, Africa ed Asia (così come poteva essere colpita Comiso e l’intera Sicilia) sia per paura di eventuali “incidenti” che potevano causare l’innesco dei missili.

Anche il politico e sindacalista siciliano Pio La Torre più volte si schierò contro i “missili” a Comiso, che nel frattempo tornò ad avere nuovamente un’alta valenza “militare” e ciò non era ben visto dalla maggior parte della popolazione locale e no. Ci furono molte manifestazioni a Comiso e presso l’aeroporto “Magliocco”, che durarono dal 1981 al 1986 dato che molti “pacifisti” crearono un vero e proprio “accampamento” nei pressi della nascente base, ma la principale fu quella del 4 aprile 1982 quando a Comiso furono in più di 100000 persone a manifestare contro il collocamento delle testate nucleari.

A nulla valse questa protesta poiché la costruzione della base era già iniziata e dal 1983 vennero i primi militari americani a Comiso, e con loro le prime testate nucleari (e nel frattempo il 30 Aprile 1982 Pio La Torre venne ucciso dalla mafia).

Gli scontri tra i manifestanti pacifisti e le autorità durarono fino al 1986. Nel 1987 anche grazie alla “distensione” tra Stati Uniti e Unione Sovietica che sanciscono un trattato in cui si riducevano gli armamenti statunitensi e sovietici.

Ciò portò allo smantellamento della base militare di Comiso con la rimozione totale degli armamenti nucleari e l’effettiva riconversione dell’aeroporto “Vincenzo Magliocco” da “militare” a “civile”.

All’inizio degli anni 1990, con lo smantellamento dell’ultima batteria di missili da crociera, l’aeroporto “Vincenzo Magliocco” venne chiuso, mentre a Comiso si cominciò a puntare sulla modernizzazione dell’agricoltura (da campo e serricola), sulla zootecnia e sulla lavorazione della “Pietra di Comiso”, ma soprattutto cominciò la promozione turistica della città di Comiso (e della frazione Pedalino) facendo conoscere le sue bellezze architettoniche, i siti archeologici, l’artigianato e il folclore locale grazie anche all’avvento di internet.

Nel frattempo l’Aeroporto “Vincenzo Magliocco”, dopo aver ospitato profughi kosovari nel 1999, divenne a tutti gli effetti oggetto della sopracitata “riconversione” da “base militare” ad “aeroporto civile” voluta dal Comune di Comiso, dalla Regione Sicilia e dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile.

Il 3 Maggio 2002 venne approvato il finanziamento per l’inizio dei lavori che iniziarono ufficialmente il 28 Maggio 2004 la cui prima parte terminò nell’Aprile 2007.

Il primo volo civile è atterrato il 30 Aprile 2007 inaugurando a tutti gli effetti l’Aeroporto Pio La Torre di Comiso (intitolato all’omonimo politico siciliano vittima della mafia nonché contrario alla base militare comisana) che però entrò in funzione nel 2013 in seguito ad altri lavori di riadeguamento.

Nel 2008 la giunta comunale di Comiso però intitola nuovamente l’aeroporto all’aviatore Vincenzo Magliocco suscitando parecchie perplessità e indignazione.

Dopo l’apertura completa al traffico aereo avvenuta il 30 Maggio 2013, il 7 Giugno 2014 viene intitolato definitivamente a “Pio La Torre”.

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Comiso oggi; economia, turismo, personaggi famosi

Economia

Oggigiorno la città di Comiso (assieme alla sua frazione Pedalino) è una delle più importanti della Provincia di Ragusa grazie alle sue bellezze naturali, architettoniche, alle sue tradizioni popolari piuttosto rinomate (come le feste di Pasqua, di “Santa Maria Addolorata” e del Patrono “San Biagio”) e all’artigianato legato alla lavorazione della “Pietra di Comiso”.

La notorietà di Comiso la si deve soprattutto alla riconversione di un’area militare in un’utile infrastruttura logistica per la Sicilia sudorientale che è appunto l’Aeroporto Pio La Torre, che collega la Provincia di Ragusa (e volendo anche le aree di Gela, Caltanissetta, Agrigento, Caltagirone e parte della Provincia di Siracusa) al resto d’Italia e d’Europa tramite i vari voli che fanno scalo a Comiso (anche se le infrastrutture stradali e ferroviarie sarebbero in procinto di essere migliorate data la presenza dell’importante scalo aeroportuale, e oltretutto con il completamento della A 18 Siracusa – Gela e della Superstrada Ragusa – Catania dovrebbero esserci collegamenti con la città di Comiso e le suddette arterie di grande comunicazione in fase di progettazione).

La principale fonte di reddito della città sono i servizi commerciali, ricettivi, logistici e turistici legati alla presenza del limitrofo Aeroporto “Pio La Torre”, e ovviamente l’estrazione e la lavorazione della locale “Pietra di Comiso” con la presenza di impianti estrattivi e di stabilimenti (artigianali e industriali) per la produzione di manufatti ed elementi architettonici in pietra locale.

L’agricoltura è comunque una delle principali risorse economiche cittadine; nei dintorni di Comiso vengono coltivati prevalentemente cereali di cui grano duro di cui alcune varietà di “Grani Antichi” siciliani (tra cui quello di varietà “Timilla”), legumi quali ceci, fave, fagioli, lenticchie e fagiolini. Come ortaggi è diffusa la coltivazione di lattuga, bietole, patate, carote, broccoli, spinaci, carciofi, zucche, finocchi in campo aperto e di pomodori, melanzane, peperoni e zucchine, angurie e meloni in serra.

Le colture arboree predominanti sono quelle di olive (da cui si ricava un ottimo olio extravergine), carrube e mandorle; vi sono inoltre aree adibite ad agrumeto e frutteto ed è diffusa la raccolta ed il commercio di Fichi d’India.

Degna di nota è la coltivazione di uve da tavola e da vino da cui si ricavano vini quali il “Cerasuolo di Vittoria” e i locali “Ambrato di Comiso” e “Albanello di Comiso”.

Per quanto riguarda l’allevamento va citata la presenza di allevamenti dell’autoctona “Pecora Comisana” nota anche come “Faccia Rossa” (per il colore della peluria che ne ricopre il capo) utilizzata per la produzione di lana per materassi e coperte ma soprattutto di latte da cui si ottengono formaggi di ottima qualità.

Non indifferente l’allevamento di bovini (da latte e da carne), suini, equini (cavalli e asini), nonché di pollame (galline ovaiole e polli da carne, tacchini), conigli, anatre, oche ecc…

Il settore industriale comisano oltre ad essere interessato alla lavorazione della sopracitata “Pietra di Comiso”, è caratterizzato dalla presenza di industrie edili, agricolo – zootecniche (mangimifici) e soprattutto alimentari di tipo più o meno artigianale in cui vengono prodotti olio d’oliva, conserve, pasta, prodotti da forno (pane, focacce, biscotti ecc…), dolciumi, bevande (vino) ecc…

Turismo

Dal punto di vista turistico Comiso, anche grazie alla presenza del suo limitrofo aeroporto ma soprattutto per essere la località di nascita del famoso artista d’arte contemporanea Salvatore Fiume e del rinomato scrittore Gesualdo Bufalino, sta avendo un crescente flusso di turisti che decide di soggiornare presso la città ipparina apprezzandone monumenti (chiese, palazzi barocchi e monumenti medievali oltre alla “Fonte di Diana”), spazi culturali (come ad esempio il “Teatro Naselli”, sito web www.spazionaselli.com) e museali (come il “Museo Civico di Storia Naturale”) nonché aree archeologiche e naturalistiche (come ad esempio i siti di Cava Porcaro e della Valle del Fiume Ippari), assistendo anche alle secolari tradizioni popolari e gastronomiche presenti all’interno della città.

Va anche detto che Comiso, essendo stata oggetto di riprese televisive legate alla famosa serie televisiva “Il Commissario Montalbano”, è divenuta anch’essa meta del cosiddetto “Turismo di Montalbano” in cui vengono visitati i luoghi in cui sono state girate le varie puntate di questo telefilm.

Anche presso l’area della frazione di Pedalino vi è un certo movimento turistico rappresentato da gente che cerca un turismo più “rilassante” e a contatto con la natura iblea che contraddistingue buona parte del territorio comunale comisano.

Personaggi famosi

A Comiso sono legate le seguenti personalità: vari esponenti della famiglia Naselli di cui Periconio II Naselli (primo Barone di Comiso), Gaspare II Naselli (primo Conte di Comiso) e Baldassarre V Naselli (Conte di Comiso che fece erigere la locale cartiera), il religioso Pietro Palazzo (proclamato “Servo di Dio” dalla chiesa cattolica), il pittore cinquecentesco Andrea Giovanni Lo Bianco (noto come “Il Comiso”), il religioso Fra’ Mansueto da Comiso, l’archeologo e studioso Padre Biagio La Mesa, l’imprenditore e politico Raffaele Caruso, l’archeologo e studioso Biagio Pace, il letterato Paolo Nicosia, il famoso pittore contemporaneo Salvatore Fiume considerato come uno dei più importanti artisti d’arte contemporanea italiani, il poeta Carmelo Lauretta, lo scrittore e studioso Fulvio Stanganelli, i pittori Nunzio Gulino e Biagio Brancato, il noto scrittore Gesualdo Bufalino uno dei più famosi scrittori siciliani vincitore anche di importanti premi letterari, il politico e storico Antonio Fede, l’eroe di guerra Salvatore Pelligra, l’attore Biagio Pelligra, il cantante Salvatore Adamo, il calciatore Giuseppe Mascara (nato a Caltagirone ma cresciuto a Comiso) che ha giocato in molte squadre italiane di serie C, B e A (tra cui Ragusa, Avellino, Salernitana, Palermo, Perugia, Catania, Napoli, Novara, Pescara e Siracusa) e presso la squadra “Al Nasr” degli Emirati Arabi, il calciatore Emilio Docente che ha militato anch’egli in importanti squadre siciliane ed italiane (tra cui Gela, Messina, Rimini, Ternana, Trapani ecc…), e infine la famosa cantante e religiosa Cristina Scuccia meglio nota come “Suor Cristina”.

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Guida turistica di Comiso
(clicca sui link per visualizzare i luoghi da visitare)

Per poter usufruire di una visita virtuale del centro storico di Comiso utilizzate questo servizio redatto dall’Università di Catania per avviarlo clicca qui.

Il centro urbano della città di Comiso, comprendente il suo centro storico, è posto in una conca delimitata ad ovest dal Fiume Ippari e ad est da una serie di rilievi noti come “Cozzo di Apollo”, “Colle Sante Croci” e “Cozzo del Monaco”; a poca distanza è posto l’importante Aeroporto “Pio La Torre”, considerato come un’importante infrastruttura logistica per buona parte della Sicilia meridionale. Tramite l’asse viario composto dalle Vie Corso Garibaldi – Corso Vittorio Emanuele tratto periferico – Via Principe di Piemonte – Via Generale Girlando – Corso Ho Chi Minh – Via San Biagio – Ponte sul Fiume Ippari – Via Gandhi la SS 115 attraversa il perimetro cittadino, mentre ai margini della periferia settentrionale vi sono le Vie Canicarao – Carlo Alberto Dalla Chiesa – Rosario Livatino – Paolo Borsellino – Giovanni Falcone che fungono da “attraversamento esterno” del perimetro cittadino. In questa zona vi sono la Chiesa del Sacro Cuore di Gesù col limitrofo Centro Giovanile “Biagio Attardi” e la vicina Piazza Angelo Maiorana. Da citare la presenza dell’alberata Via Giovanni Pascoli e della Piazza Karl Marx in cui è posto l’imponente Ex Stabilimento Manifattura Tabacchi della città comisana, che oggi ospita vari uffici comunali ed un piccolo spazio espositivo. A poca distanza è posto l’elegante Viale della Resistenza, una delle più importanti e affollate strade della città comisana, che attraversa anche la grande Villa Comunale della città. A nord del centro storico è posto il “Quartiere Saliceto”, attraversato dalla Via Casmene sotto la quale è posto il corso del Torrente Porcaro che scorre nel sottosuolo comisano. L’area a nord della città è solcata dall’asse viario Corso Ho Chi Minh – Via degli Eucalipti – Via Leonardo Sciascia, in cui è collocata la moderna Chiesa di Sant’Antonio di Padova. L’estrema periferia occidentale di Comiso comprende il Parco Urbanistico del Fiume Ippari posto sulla riva sinistra del tratto urbano del corso d’acqua ipparino, l’asse viario Via Gandhi – Viale Europa che delimita la periferia nordoccidentale della città comisana, e la moderna Chiesa dei Santi Apostoli.

 A sudovest di Comiso è posto il tratto meridionale di Via San Biagio posto all’interno dell’omonimo quartiere facente parte dell’area nord del centro storico comisano, adiacente all’Ex Mattatoio di Comiso (ospitante il “centro giovanile” della città comisana) e all’area periferica solcata dall’asse viario Via Villafranca – Viale Mediterraneo, da cui possiamo raggiungere la Stazione Ferroviaria di Comiso e l’area dell’Ex Stabilimento “Teverina”. Qui vi sono posti anche l’Ex Cinema Diana e l’Ex Arena Sicilia. Presso la bella Piazza San Biagio sono posti il Castello Aragonese che è uno dei più importanti edifici della città comisana, il Teatro Naselli in stile neoclassico in cui si tengono vari spettacoli al suo interno comprendente il vicino “Foyer” con l’adiacente Auditorium “Biagio Pace”, e infine la barocca Chiesa di San Biagio Martire, consacrata al “Santo Patrono” della città di Comiso. A poca distanza vi sono la pittoresca Piazza Aurelio Saffi e l’elegante Via Avvocato Giuseppe Di Vita con l’imponente Palazzo sede della Pro Loco di Comiso e la limitrofa Via Conte di Torino che conduce presso l’area centro – meridionale del centro storico comisano. Il centro storico è attraversato al centro dal Corso Vittorio Emanuele II che si presenta come la principale arteria viaria dell’area più antica della città comisana. Ad est vi sono il Quartiere di San Giuseppe in cui sono posti la Chiesa di San Giuseppe e i Palazzi Occhipinti (uno dei più eleganti palazzi barocchi della città comisana), CappellaniCucuzzella e Comitini  A sud di quest’area è posto il pittoresco Quartiere di San Leonardo, in cui è posta la particolare Chiesa di San Leonardo che da il nome a quest’area del centro storico di Comiso. Nel cuore del centro storico della città comisana è posta la grande Area Annunziata – San Nicola (comprendente anche i quartieri noti come “Favacchio”, “Matrice” e “Itria”) che corrisponde all’area più antica del centro abitato da cui cominciò a svilupparsi l’odierna città comisana sin dall’epoca greco – romana. In questa zona possiamo innanzitutto ammirare molti edifici nobiliari come il Palazzo Caruso e il Palazzo Calafato (edificio settecentesco ospitante il Centro Pastorale “Paolo VI” di Comiso). Qui è posta inoltre l’antica “Porta del Cassero” (inglobata all’interno di un elegante edificio che fu residenza dell’ecclesiastico Monsignor Domenico Ruscica) che oggi si presenta come un pittoresco portico in cui tramite la Via Tenente Meli raggiungiamo la centrale Piazza Fonte Diana. A poca distanza troviamo Via Gioacchino Ferreri, nota anche come “U Strittu” per via della sua ridotta estensione, che presenta l’elegante Palazzo dei Marchesi Ferreri dell’Anguilla, appartenente un tempo all’omonima famiglia nobiliare. Al centro di quest’area, raggiungibile dalla pittoresca Via Gioacchino Iacono, è collocata la Piazza Fonte Diana che è la più elegante della città comisana presentandosi circondata da splendidi edifici che sono il Palazzo Criscione (in stile tardoliberty), il Palazzo Iacono, il Palazzo Leopardi – Romano – Melfi e l’ex Albergo Casmene (tutti e tre in stile neoclassico), il Palazzo Iacono – Ciarcià (in stile barocco settecentesco) e infine il Palazzo Municipale di Comiso costruito sul preesistente Convento di San Giuseppe. Al centro della piazza è collocata la Fontana di Diana, sorta su di una sorgente sotterranea che in epoca romana era consacrata alla “Dea Diana”, essendo anche protagonista di una curiosa leggenda popolare secondo la quale le acque di questa fonte determinavano la “purezza” di chi vi si immergeva. Dalla limitrofa Via Emanuele Calogero possiamo ammirare le rovine delle “Terme di Diana” di epoca romana che sono un importante esempio di “archeologia urbana” poste all’interno della città comisana, ma anche l’edificio in cui era collocato l’ex Cinema Vona divenuto ora uno spazio espositivo di arte moderna noto come “Spazio 12”. Tramite la Via degli Studi in cui sono posti la Biblioteca Comunale “Fulvio Stanganelli” e il “Museo Civico di Storia Naturale” della città (uno dei più importanti d’Italia di tipo paleontologico), raggiungiamo la Piazza dell’Annunziata, grande spiazzale solcato dalla Via Papa Giovanni XXIII (sotto la quale scorre il tratto urbano del Torrente Cucca) in cui è collocata la bellissima Chiesa di Santa Maria Annunziata in stile barocco che è uno dei principali edifici monumentali della città comisana nonché una delle più belle chiese settecentesche della Provincia di Ragusa, e di fronte ad essa la sede dell’Istituto Scolastico “Edmondo De Amicis” che sorge sul preesistente sito in cui un tempo vi era la Chiesa ed il Convento di Santa Maria Regina Coeli; di fronte vi è posta la Chiesa e l’ex Convento di San Filippo Neri. Andando verso nord entriamo nella pittoresca Piazza delle Erbe (che è considerata la principale della città dopo la limitrofa Piazza Fonte Diana) in cui possiamo ammirare l’adiacente Ex Mercato Ittico di Comiso oggi sede della “Fondazione Gesualdo Bufalino” della città, la splendida Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle in stile barocco che è la principale della città ipparina che è anche una delle più grandi ed eleganti chiese settecentesche del ragusano, e infine l’ex Lavatoio PubblicoDall’incrocio tra la Via Papa Giovanni XXIII e il Corso Vittorio Emanuele II, proseguiamo in direzione di quest’ultimo andando verso ovest, trovando il Palazzo Pace in stile liberty (ospitante lo spazio espositivo noto come “Galleria degli Archi”) oltre a due “Porte Medievali” (le Porte della Posteria e del Castro?), oltre all’antica Chiesa di Santa Maria dell’Itria facente capo all’omonimo quartiere. A nordovest di Comiso è posto l’antico Quartiere di San Francesco, al cui centro è posta la Chiesa di San Francesco all’Immacolata con l’annesso Convento ospitante anche la “Cappella Naselli” in cui sono sepolti i conti della città comisana. A poca distanza è posta la Piazzetta di Santa Maria della Catena facente capo all’omonimo quartiere, in cui è posta la piccola Chiesa di Santa Maria della Catena. L’estremità nordoccidentale di Comiso è racchiusa nel medievale “Quartiere dell’Ospedale” noto anche come “Pero”, solcato dalla Via Giuseppe Morso e composto da stretti e pittoreschi vicoli in cui si affacciano interessanti edifici di cui la Chiesa della Misericordia e la medievale “Porta dell’Ospedale”. Presso l’estrema area occidentale di Comiso solcata dal Corso Vittorio Emanuele II è posto il Quartiere della Madonna delle Grazie in cui è posta la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. L’area sudorientale di Comiso è occupata dall’area “Cappuccini – Monserrato” formata da vari quartieri che si affacciano presso la Cava delle Grazie e il tratto iniziale del “Torrente Cucca”, scavalcato dalla Via Roma tramite il monumentale “Ponte Onorio” da cui possiamo raggiungere anche la Via Mario Battaglia da cui si può godere di un’ottimo panorama della città comisana. Al centro di quest’area è posta la Chiesa col Convento Cappuccino di Santa Maria della Grazia all’interno del quale è posta la cripta in cui sono esposte le cosiddette “Mummie di Comiso”, appartenenti a frati cappuccini e a importanti personalità comisane vissute tra il 1700 e il 1800. Un altro belvedere panoramico su Comiso è posto lungo la Via Urbano Rattazzi. A sudovest di Comiso è collocata la “Cava delle Grazie”, un antico impianto di estrazione in cui veniva estratta la “Pietra di Comiso” che è stato inglobato all’interno del tessuto urbano comisano. Sopra questa cava è collocata la Chiesa di Santa Maria di Monserrato col suo ex convento. L’estrema area occidentale di Comiso è nota come “Vigna del Conte – Molinazzo” ed è contraddistinta dalla presenza del Cimitero cittadino, dall’elegante Piazzetta Molinazzo e dalla piccola ma interessante Chiesa di San Giuseppe Lo Sperso (nota anche come “San Giusippuzzu” ). Lungo la sponda del Fiume Ippari a sudovest di Comiso è posto infine il quartiere cittadino noto come “Passaporto”.

Per poter usufruire di una visita virtuale del centro storico di Comiso utilizzate questo servizio redatto dall’Università di Catania per avviarlo clicca qui.

Attorno alla città di Comiso è posto il suo territorio ibleo, caratterizzato da molte aree di interesse archeologico e naturalistico nonché da antiche Cave di Pietra in cui veniva (e viene tuttora) estratta la “Pietra di Comiso”. A nordovest della città comisana sono posti il Feudo Billona – Ciarcià e le rovine della Contrada Billona – Cascalana. A nord vi è posta l’ex Regia Trazzera Comiso – Chiaramonte Gulfi che collega tuttora le due città tra loro, attraversando l’area rurale di Contrada Donna Dolce e il Mercato Ortofrutticolo della città comisana. A nordest di Comiso è posta l’area iblea della Contrada Canicarao comprendente vari siti archeologici e aree di pregio naturalistico; qui sono poste la Pagoda della Pace (uno dei pochi templi buddisti della Sicilia) e l’ex Feudo Trigona di Canicarao comprendente la tenuta feudale degli omonimi marchesi ed edifici limitrofi. L’estrema area nordorientale del territorio ibleo comisano è compresa all’interno dell’area iblea formata dai rilievi “Monte Tabuto – Monte Raci – Monte Racello” comprendenti importanti siti archeologici rupestri come le miniere di selce del Monte Tabuto e di epoca siculo – greca come i resti dei villaggi posti sui Monti Raci e Racello, nonché aree di importante valenza paesaggistica e naturalistica. L’area orientale del territorio ibleo comisano comprende l’area di Cava Petraro e i siti archeologici posti presso i rilievi noti come “Cozzo di Apollo” (in cui si presume vi sia ubicato il primitivo centro abitativo da cui si sviluppò l’attuale Comiso) e “Colle Sante Croci”. A sudest di Comiso vi è posta l’area solcata dalla Cava Cucca, ma soprattutto l’importante sito archeologico di Cava Porcaro comprendente un’interessante necropoli formata da catacombe rupestri di epoca paleocristiana. A poca distanza vi è posta l’area nota come “Costa del Monaco” in cui è posta una necropoli greca. L’estrema area sudorientale del territorio comisano è dislocata su parte dell’altopiano di Castiglione, importante sito archeologico posto al confine col territorio di Ragusa che comprendeva un importante villaggio di epoca siculo – greca in cui venne ritrovato il famoso reperto archeologico noto come “Guerriero di Castiglione”. L’area meridionale del territorio comisano risulta delimitata dall’altopiano comprendente l’area iblea di Tresauro – Crocilla (posta anch’essa al confine col territorio di Ragusa). A sudovest di Comiso vi sono posti i siti di Contrada Manco – Vigna del Conte e soprattutto l’area iblea solcata dalla Cava Corallo in cui scorre il Torrente Profinni, che comprende vari siti archeologici al suo interno.

L’intera area ad ovest di Comiso ricade all’interno dell’area solcata dalla Valle del Fiume Ippari, che comprende anche buona parte della Riserva Naturale Orientata del Pino d’Aleppo, una delle più importanti aree naturalistiche della Provincia di Ragusa e della Sicilia sudorientale. Dalle sue sorgenti, il Fiume Ippari lambisce le importanti aree rurali  di Cifali, Borgo Orchidea e Borgo Bosco, Serra Carcara, Margi – Deserto – Difesa e Mastrella – Senia poste nel tratto a nord della città di Comiso, che comprendono anche interessanti siti archeologici. Da qui il fiume attraversa l’area urbana comisana lambendo le aree di Merlino e Passaporto, in cui è posto il “Mulino Inxiraro” (impianto molitorio ad acqua ancora funzionante). Da qui il fiume lambisce l’area di Giardinello, in cui è posta l’Ex Cartiera di Comiso fatta costruire dai Conti Naselli che era un importante stabilimento industriale specializzato nella produzione della carta, e la zona di Frategianni – Cozzo del Re posta presso la confluenza tra il Torrente Profinni e il Fiume Ippari. L’estrema area occidentale del territorio di Comiso è il tratto iniziale della vera e propria “Valle del Fiume Ippari” che divide tra loro i territori comisani e vittoriesi; qui vi sono poste le aree naturalistiche ed archeologiche di Passo Ippari – Comuni (in cui inizia la Riserva del Pino d’Aleppo), Granaro, Targena – Colobria – San Silvestro, San Lorenzo – Cava Giumenta – Cozzo di Monaca e infine l’area di Torrevecchia da cui parte il tratto finale del Fiume Ippari che sfocia nel Mar Mediterraneo a pochi chilometri da Scoglitti (importante centro marittimo e balneare appartenente a Vittoria) e dal sito archeologico di Kamarina (posto in territorio di Ragusa).

Nell’area settentrionale del territorio comunale di Comiso è posta Pedalino, la principale frazione extraurbana della città ipparina, collocata presso una breve pianura (estrema propaggine settentrionale della “Piana di Vittoria”) che si affaccia a nord sulla Valle del Fiume Dirillo (posta in territorio di Chiaramonte Gulfi) originatosi dall’omonimo feudo appartenuto un tempo ai Baroni Mulè e Melfi. Qui possiamo ammirare il piccolo centro urbano con l’asse viario formato dalle Vie XXV Luglio e Madonna del Rosario, la Masseria Feudale di Via XXV Luglio, la Piazza della Concordia, la principale Piazza Antonio Gramsci, la moderna Chiesa di Santa Maria del Rosario consacrata alla “Patrona” di Pedalino, la limitrofa Piazza Padre Pio comprendente il “Circolo Culturale Esperia” e la Masseria Feudale di Via Madonna del Rosario. Al di fuori di Pedalino è posto il suo piccolo ma interessante territorio ibleo che è posto presso una breve pianura in cui un tempo vi era posto un folto bosco di querce. Qui possiamo ammirare la settecentesca Villa Sant’Antonino appartenuta ai Baroni Melfi, l’aree rurali di Sant’Antonino e Piraino, la Villa Melina,  la Villa Cancellieri, l’area rurale di Bosco Cicogne, il Borgo Cicogne con l’annessa masseria feudale di epoca seicentesca fatta erigere dai Baroni Mulè, le aree rurali di Monacazza e Cazzola e infine la borgata rurale nota come Quaglio (posta al confine col territorio comunale di Chiaramonte Gulfi).

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Elenco completo dei luoghi da visitare

Aeroporto, Centro urbano e storico di Comiso

  1. Centro urbano e storico di Comiso
  2. Aeroporto di Comiso “Pio La Torre”
    (Ex Aeroporto Militare “Vincenzo Magliocco” e Base NATO)
  3. Asse viario sud – est – nord – ovest – tratto cittadino della SS 115
    (Corso Garibaldi e Quartiere “Carlentini” – Corso Vittorio Emanuele tratto periferico – Via Principe di Piemonte – Via Generale Girlando – Corso Ho Chi Minh – Via San Biagio – Ponte sul Fiume Ippari – Via Gandhi)
  4. Asse viario est – ovest
    (Via Canicarao e quartiere “Roggiu” – Carlo Alberto Dalla Chiesa – Rosario Livatino – Paolo Borsellino – Giovanni Falcone e ponte sul Fiume Ippari; periferia orientale di Comiso, quartieri “Roggiu” e “Senia”, antiche cave di pietra)
  5. Chiesa e Istituto del Sacro Cuore di Gesù
  6. Piazzetta e Centro Giovanile “Biagio Attardi”
  7. Piazza Angelo Maiorana
  8. Via Giovanni Pascoli
  9. Vie Tolomeo e Galileo Galilei
    (Tratto urbano del Torrente Petraro)
  10. Piazza Karl Marx
  11. Ex Stabilimento Manifattura Tabacchi
  12. Viale della Resistenza
    (Tratto periferico – Area pedonale – Tratto del centro storico)
  13. Villa Comunale di Comiso e Monumento alla Resistenza Partigiana della II guerra mondiale
  14. Quartiere Saliceto
    (Via Casmene e corso urbano del Torrente Porcaro – Via Umberto I e piazzetta)
  15. Palazzo Labisi (Via Duilio)
  16. Asse viario Corso Ho Chi Minh – Via degli Eucalipti – Via Leonardo Sciascia
    (Periferia settentrionale di Comiso e Quartiere “Senia” – impianti sportivi di Comiso – Ex Mercato Ortofrutticolo)
  17. Chiesa di Sant’Antonio di Padova
  18. Parco Urbanistico del Fiume Ippari
    (Tratto urbano del Fiume Ippari)
  19. Asse viario Via Gandhi – Via Biscari – Viale Europa
    (ponte sul Fiume Ippari – periferia occidentale di Comiso e Quartiere “Santi Apostoli – Deserto” – Piscina Comunale di Comiso – Aree di verde pubblico)
  20. Chiesa dei Santi Apostoli
  21. Via San Biagio
    (Tratto “centro storico” – Quartiere San Biagio – Castello)
  22. Ex Mattatoio di Comiso e Centro Giovanile
  23. Ex Cinema Diana
  24. Ex Arena Sicilia
  25. Via Villafranca e Piazza del Santo Patrono
  26. Stazione Ferroviaria di Comiso
  27. Ex Stabilimento “Teverina”
    (Area Artigianale tra le Vie Villafranca – Ippari – Milano – Giuseppe Luigi Lagrange – Papa Giovanni XXIII)
  28. Piazza San Biagio
  29. Castello Aragonese di Comiso dei Conti Naselli
    (Castello – Fortezza di Comiso, Palazzo Naselli, Giardino del Castello e Monumento ai Caduti della I guerra mondiale, Battistero Bizantino di San Gregorio Magno, Ex Magazzini del Castello)

  30. Teatro Naselli
    (Foyer del teatro – Auditorium “Biagio Pace”)
  31. Chiesa di San Biagio Martire
  32. Piazza Aurelio Saffi
  33. Via Avvocato Giuseppe Di Vita
  34. Palazzo della Pro Loco di Comiso
  35. Via Conte di Torino
  36. Corso Vittorio Emanuele II
    (Tratto del centro storico – Quartiere “Puostu i Tavila” e Ponte su Via Casmene)
  37. Quartiere San Giuseppe
    (Piazza San Giuseppe)
  38. Chiesa di San Giuseppe
  39. Palazzo Occhipinti
  40. Palazzo Cappellani
  41. Palazzo Cucuzzella
  42. Palazzo Comitini
  43. Quartiere San Leonardo
  44. Chiesa di San Leonardo
  45. Area Annunziata – San Nicola
    (Quartiere Annunziata o San Nicola – Piazza dell’Annunziata, Quartiere Favacchio – Fonte Diana, Quartiere Matrice – Piazza delle Erbe, Quartiere Itria – Via Amedeo)
  46. Palazzo Fidone (angolo Corso Vittorio Emanuele – Via Senatore Caruso)
  47. Palazzo Caruso
  48. Palazzo Calafato
    (Centro Pastorale “Paolo VI” di Comiso)
  49. Porta del Cassero
    (Via Tenente Meli e Palazzo – Residenza di Monsignor Domenico Ruscica)
  50. Via Gioacchino Ferreri
    (“U Strittu” )
  51. Palazzo Ferreri dei Marchesi dell’Anguilla
  52. Via Gioacchino Iacono
  53. Piazza Fonte Diana
  54. Palazzo Criscione
  55. Palazzo Iacono
  56. Palazzo Leopardi – Romano – Melfi
  57. Palazzo ex Albergo – Ristorante Casmene
  58. Palazzo Iacono – Ciarcià
  59. Palazzo Municipale di Comiso
    (Ex Convento di San Giuseppe)
  60. Fontana di Diana
  61. Via Emanuele Calogero e Terme di Diana
  62. Ex Cinema Vona
    (Area Espositiva “Spazio 12”)
  63. Via degli Studi
  64. Biblioteca Comunale “Fulvio Stanganelli” e Archivio Storico Comunale
  65. Museo Civico di Storia Naturale
    (Palazzo Ex Scuola d’Arte)
  66. Piazza dell’Annunziata
  67. Vie Papa Giovanni XXIII e Duca d’Aosta
    (Tratto urbano del Torrente Cucca)
  68. Chiesa di Santa Maria Annunziata
    (Ex Chiesa Medievale di San Nicola)
  69. Istituto Scolastico “Edmondo De Amicis”
    (Ex Convento di Regina Coeli delle Suore Teresiane)
  70. Chiesa e Convento di San Filippo Neri dei Padri Filippini
    (Chiesa del Gesù e San Filippo Neri – Sala “Pietro Palazzo”)
  71. Piazza delle Erbe
  72. Ex Mercato Ittico di Comiso
    (Fondazione “Gesualdo Bufalino”)
  73. Chiesa Madre di Santa Maria delle Stelle
  74. Ex Lavatoio Pubblico di Comiso
  75. Palazzo Pace
    (Spazio Espositivo “Galleria degli Archi”)
  76. Porte Medievali del tratto occidentale di Corso Vittorio Emanuele II
    (presunte Porte della Posteria e del Castro)
  77. Chiesa di Santa Maria dell’Itria
  78. Quartiere San Francesco
    (Corso e Piazza San Francesco)
  79. Chiesa e Convento di San Francesco all’Immacolata
    (Statue della “Madonna Immacolata” e di “San Francesco” – Collegio Serafico – Chiesa dell’Immacolata – Cappella Naselli – Rovine archeologiche)
  80. Piazzetta e Quartiere di Santa Maria della Catena
  81. Chiesa di Santa Maria della Catena
  82. Quartiere dell’Ospedale o del Pero
  83. Ponte di Via Giuseppe Morso
  84. Chiesa della Misericordia
  85. Porta dell’Ospedale o del Pero
  86. Quartiere della Madonna delle Grazie e Villa Monsignor Rosario Sgarioto
  87. Chiesa di Santa Maria delle Grazie
  88. Area Cappuccini – Monserrato
    (Quartieri Cappuccini e Monserrato – Belvedere di Via Monferrato)
  89. Via Roma e Ponte Onorio
    (Periferia meridionale di Comiso)
  90. Scuola Monserrato e Palazzetto Spallanzani
  91. Via Mario Battaglia
    (Strada Panoramica)
  92. Chiesa di Santa Maria della Grazia, Convento dei Cappuccini e Cripta Sepolcrale
    (Ex Ospedale “Regina Margherita” – “Mummie di Comiso”)
  93. Belvedere Panoramico di Via Urbano Rattazzi
  94. Cava delle Grazie
    (Via Domenico Farini – Via Monferrato)
  95. Chiesa ed ex Convento di Santa Maria di Monserrato
  96. Quartiere Vigna del Conte – Molinazzo
  97. Cimitero di Comiso
  98. Piazzetta Molinazzo
  99. Chiesa di San Giuseppe Lo Sperso o di “San Giusippuzzu”
  100. Quartiere Passaporto
    (Via Amari – Area verde)
  101. Viale Mediterraneo
    (Periferia sudoccidentale e belvedere sul Fiume Ippari)

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Territorio ibleo comisano e Valle del Fiume Ippari – Pino d’Aleppo

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Pedalino

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I luoghi il cui titolo è affiancato da un asterisco (*) sono pericolosi da visitare per vari motivi. Inoltre molti edifici storici, fabbricati e aree al di fuori del centro abitato potrebbero essere di proprietà privata, e senza relativi permessi (da parte dei rispettivi proprietari) non vanno assolutamente visitate al loro interno e l’accesso non consentito è severamente vietato e perseguito a norma di legge.

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Geolocalizzazione dei luoghi da visitare

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Feste e tradizioni religiose e popolari
(clicca sui link per visualizzare le feste e le tradizioni)

La città di Comiso è rinomata per l’abbondanza e la ricchezza delle sue feste popolari, in particolare quelle consacrate alla “Madonna” che fanno della città comisana un’autentica roccaforte del culto mariano in Sicilia.

Le più importanti, che sono collocate tra le migliori festività sacre della Provincia di Ragusa, sono la “Pasqua Comisana” che è una tra le più particolari ed interessanti tra quelle celebrate nel sudest siciliano per la ricchezza e il fasto dei suoi riti che commemorano la “Passione di Cristo”, ma celebrano anche “Santa Maria Annunziata”; la “Festa di Santa Maria Addolorata” celebrata la terza Domenica di Maggio che è una delle feste più fastose e vivaci della Sicilia sudorientale ricca di religiosità e di interessanti tradizioni popolari, la “Festa di San Biagio Martire” consacrata al Patrono di Comiso, che è la grande festa estiva caratterizzata da antichi rituali religiosi e da allegre tradizioni popolari che viene celebrata la seconda Domenica di Luglio, e infine la “Festa di Santa Maria delle Grazie” che un’antica e vivace solennità mariana molto sentita dai comisani.

Non meno importanti delle sopracitate sono le feste della “Madonna di Lourdes”, del “Carnevale Comisano”, di “San Giuseppe”, di “Santa Maria Annunziata” (intesa come festa liturgica), di “Santa Rita da Cascia”, del “Corpus Domini”, del “Sacro Cuore di Gesù” (comprendente un’interessante Infiorata), dei “Santi Apostoli Pietro e Paolo”, di “Santa Maria Assunta”, di “San Pio da Pietrelcina”, di “Santa Maria dei Sette Dolori”, di “Sant’Antonio di Padova”, di “San Francesco di Assisi”, di “Santa Maria del Rosario” e di “Santa Maria di Fatima”. Da citare infine la “Commemorazione di tutti i Defunti”, la tradizionale Festa di San Martino, il Natale Comisano comprendente anche le feste di “San Nicola di Bari”, “Santa Maria Immacolata” e “Santa Lucia” e anche le interessanti “Feste Buddiste” celebrate presso la Pagoda della Pace di Contrada Canicarao a Comiso durante l’anno.

Presso la frazione comisana di Pedalino, oltre al Carnevale e al Natale, vanno citate le feste di “San Giuseppe”, della “Pasqua Pedalinense”, del “Corpus Domini” di Pedalino comprendente una grande “Infiorata”, e infine la bella “Festa di Santa Maria del Rosario” consacrata alla “Patrona” della frazione pedalinense.

Vanno citate infine le varie tradizioni popolari.

Elenco delle feste e tradizioni popolari di Comiso e Pedalino

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Eventi, sagre e rassegne enogastronomiche

Stagione teatrale al “Teatro Naselli”

Presso il Teatro Naselli di Comiso ogni anno si tiene la stagione teatrale che comprende lo svolgimento di spettacoli ed eventi di vario tipo, di cui i più importanti sono commedie teatrali, spettacoli di danza e concerti musicali, curati da artisti locali e italiani oltre a vari convegni ed eventi di vario tipo.

Per informazioni più dettagliate visita il sito www.spazionaselli.com.

Estate Comisana 

L’Estate Comisana è il contenitore estivo degli spettacoli, delle sagre, degli eventi e delle manifestazioni sportive che si tengono nella città di Comiso e nella sua frazione di Pedalino. Durante il periodo estivo presso la Piazza Fonte Diana, nel centro storico e nel resto della città comisana, ma anche all’interno di Pedalino si tengono molti eventi che allietano il periodo estivo assieme alle festività religiose ricadenti in estate.

Sagra della Vendemmia (Pedalino)

La Sagra della Vendemmia di Pedalino che viene organizzata dal “Centro Socio Culturale Polisportiva Pedalino”, è il principale evento agroalimentare  il  in territorio comisano nell’ultimo fine settimana di Settembre.

Questa sagra sponsorizza i prodotti vitivinicoli del territorio con degustazioni di dolciumi a base di mosto d’uva quali la “Mustata” (dolce al cucchiaio ottenuto dalla bollitura del mosto) e i “Cuddireddi” (tagliatelle dolci condute con mosto d’uva), panini farciti con salsiccia locale e ovviamente l’ottimo vino prodotto in territorio comisano e pedalinense di cui va citato il “Cerasuolo di Vittoria” (la cui produzione avviene anche nelle aree limitrofe a Comiso e Pedalino) oltre ai vari vini autoctoni comisani quali l’Ambrato e l’Albanello.

Gli eventi di vario tipo (spettacoli musicali, esibizioni sportive ecc… curate da artisti locali) cominciano di solito l’ultimo Mercoledì di Settembre alle ore 20.00, protraendosi nelle serate del Giovedì e del Venerdì.

Il Sabato e la Domenica si tiene la vera e propria “Sagra della Vendemmia” con degustazioni di “Mustate”, “Cuddireddi”, panini con la salsiccia e vino a partire dalle ore 19.00, mentre a partire dalle ore 20.00 si tengono spettacoli di vario tipo curati da artisti locali, oltre ad eventi di vario tipo come il Festival del Folclore che si tiene di solito la Domenica mattina alle ore 09.00.

La sagra si conclude nella tarda serata di Domenica con un concerto musicale curato da artisti locali.

Sagra della Frittella, del Vino e della Salsiccia

L’11 Novembre a Comiso nel giorno di “San Martino”, presso l’area nota come “Cava delle Grazie” si tiene la “Sagra della Frittella, del Vino e della Salsiccia” (organizzata dalla Parrocchia di San Giuseppe) in cui, a partire dalle ore 19.30 circa, avvengono le degustazioni di “Frittelle” (palline fritte di semola di grano duro che possono essere dolci o salate), e appunto vino e salsiccia locale. Vi sono anche spettacoli di vario tipo curati da artisti locali ad allietare la serata.

Rassegna cinematografica “Cine for Us” (Pedalino)

La rassegna cinematografica di Pedalino nota anche come “Cine for Us” è un evento organizzato da varie associazioni locali di cui vanno citate il “Centro Socio Culturale Polisportiva Pedalino” che è l’organizzatore principale, oltre al Comune di Comiso, alla Parrocchia di Santa Maria del Rosario, alla scuola “Gesualdo Bufalino” (www.icsgesualdobufalino.gov.it) e alla “Fondazione San Giovanni Battista” (www.fsgb.it).

Viene organizzata tra i mesi di Novembre e Gennaio in cui vengono proiettati film per ragazzi presso il Centro Culturale “Esperia” della frazione comisana verso le ore 15.00. Dopo la proiezione dei film si tengono eventi di vario tipo, degustazioni per i ragazzi che partecipano alla rassegna e sorteggi di premi vari.

NOTA BENE! Le varie festività religiose e gli eventi citati nella corrente pagina possono variare ed eventualmente non essere organizzati in base alla programmazione annuale cittadina, per cause di forza maggiore e in base a fattori di vario tipo. 

Per qualsiasi informazioni riguardanti gli eventi che si tengono a Comiso e Pedalino visitate i siti www.comune.comiso.rg.itwww.italreport.it, www.lettera32.org, e la pagina facebook della Pro Loco di Comiso.

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Prodotti tipici comisani

Il Vino Ambrato di Comiso

Il Vino Ambrato di Comiso è considerato come il principale prodotto agroalimentare comisano oltre ad essere uno dei vini più importanti prodotti all’interno della Provincia di Ragusa.

La produzione di questo vino è piuttosto antica e si hanno notizie su di esso a partire dal 1700.

Essendo un “vino da dessert” veniva considerato come una valida alternativa al più noto “Marsala” ed aveva una certa importanza commerciale prima che un’epidemia di fillossera distrusse buona parte di tutti i vitigni siciliani tra cui quelli con cui veniva prodotto questo vino.

Oggi la produzione del vino Ambrato è ripresa grazie a moderne tecniche di innesto utilizzate per ottenere vitigni resistenti alle malattie (da parassiti e no), ed è diffusa tra i territori di Comiso (inclusa la frazione di Pedalino), Ragusa, Chiaramonte Gulfi, Santa Croce Camerina, Vittoria e Acate.

L’Ambrato di Comiso, avente denominazione “IGT” (“Indicazione Geografica Tipica”), è di un vino di colore giallo ambra ottenuto da vitigni locali (Frappato di Vittoria, Calabrese, Nerello Mascalese ecc…) il cui mosto viene fatto fermentare in assenza di vinacce dentro grandi tini di legno, dopodiché il vino viene lasciato ad affinare dentro botti più piccole venendo poi imbottigliato e/o lasciato ad invecchiare.

Questo vino assume naturalmente un ottimo sapore che si accompagna bene a frutta e dolciumi di vario tipo.

Il Vino Albanello di Comiso

Il Vino Albanello di Comiso è uno dei più interessanti prodotti vitivinicoli della Sicilia, poiché viene prodotto con l’uva bianca nota appunto come “Albanello” proveniente dall’omonimo vitigno autoctono quasi estinto a causa di un’epidemia di fillossera che distrusse gran parte dei vitigni siciliani.

Oggi il vitigno Albanello (che pian piano sta venendo reimpiantato) viene coltivato solo in alcune aree della Sicilia, in particolare nei dintorni di Siracusa, in alcune aree del nisseno, presso i rilievi etnei tra Bronte e Maletto e appunto a Comiso (anche se alcune coltivazioni sono presenti in territorio vittoriese ed acatese, e ovviamente presso la frazione comisana di Pedalino).

Da queste uve si ricava uno dei migliori vini prodotti in Sicilia, l’Albanello, che venne coltivato a partire dal 1712 in territorio siracusano (dalla nobile famiglia Landolina) apprezzato sin dal 1800 da numerosi critici gastronomici italiani e no tra cui vanno citati il Conte Giuseppe di Rovasenda (famoso enologo ottocentesco) che definì il vino Albanello (prodotto però a Siracusa) “uno dei migliori vini liquorosi da me assaggiati”nel 1879 l’enologo ferrarese Giovanni Briosi disse che l’Albanello era “Il migliore vino asciutto di tutta la Sicilia”.

Altri critici gastronomici che diedero parere favorevole su questo vino furono gli enologi francesi Pierre Viala e Victor Vermorel algi inizi del 1900, successivamente vennero espressi pareri molto positivi dal vittoriese Giuseppe Coria (autore di diversi libri sulla cucina siciliana), lo scrittore torinese Mario Soldati e dal critico enogastronomico milanese Luigi Veronelli.

A Comiso, tramite la lavorazione artigianale di queste uve ne viene estratto il mosto che dopo un certo periodo di fermentazione e affinamento, diventa a tutti gli effetti il Vino Albanello di Comiso. Questo vino è adatto anche a lunghi periodi di invecchiamento e affinamento che ne risaltano le particolari qualità organolettiche. 

L’Albanello di Comiso, avente denominazione “IGT” (“Indicazione Geografica Tipica”) è un vino di colore ambrato con tonalità dorate e sapore secco ed asciutto piuttosto ricercato da critici ed intenditori enogastronomici, che si gusta ottimamente assieme a portate di vari tipi di piatti tipici locali; vi è anche una versione “da dessert” poco più dolce.

Altri tipi di vino prodotti a Comiso

In territorio comisano vengono prodotti anche altri tipi di vino le cui uve sono coltivate nelle aree vicino Comiso e Pedalino, adatti ad essere accompagnati a vari piatti tipici locali e no (primi e secondi di carne, pesce e verdure, frutta, dolciumi ecc…).

Di essi vanno citati i rossi “Cerasuolo di Vittoria” (con certificazione “DOCG” ossia “Denominazione di Origine Controllata e Garantita”), “Syrah”, “Frappato”, “Nero d’Avola” ecc… e i bianchi “Inzolia” “Grillo” e “Carricante”. Sono diffuse le produzioni di vini “Spumanti” e “Passiti”.

La Mini Melanzana di Comiso

La “Mini Melanzana” di Comiso, nota anche come “Melanzana Perlina”, è uno dei più rinomati prodotti di eccellenza coltivati nei dintorni della città comisana.

Questa particolare melanzana è stata ottenuta incrociando e selezionando in materia naturale varie specie di melanzane dall’azienda agricola “La Perla del Sud” venendo coltivata all’interno degli impianti serricoli della suddetta ditta tra le aree di Comiso, Vittoria e Santa Croce Camerina.

Questa melanzana per le sue particolari qualità organolettiche ha ottenuto la denominazione “IGP” (“Indicazione Geografica Protetta”, per saperne di più clicca qui).

Questa varietà di melanzana è molto più piccola delle altre caratterizzata da una particolare forma allungata e dalla sottile buccia avente un vivo colore violaceo.

Questa melanzana si consuma intera ed è ottima cruda o cotta da sola o come componente di varie ricette tipiche locali. Per saperne di più visita il sito www.laperladelsud.it.

I prodotti ortofrutticoli comisani

Comiso è anche famosa per la sua frutta e verdura che viene venduta presso il locale Mercato Ortofrutticolo di Contrada Mendolilla.

Nel territorio comisano e pedalinense vengono coltivate varie specie ortive da serra (melanzane, pomodori delle varietà “Ciliegino”, “Datterino”, “Costoluto”, peperoni, zucchine, angurie, meloni ecc…) e da campo aperto (carciofi, patate, finocchi, lattuga, spinaci, cipolle, broccoletti locali noti come “Sciurietti”, zucche di vario tipo ecc…) oltre a cereali (grano duro) e legumi (ceci, fave, fagioli, piselli, lenticchie ecc…) e verdure selvatiche (asparagi, borragine, bietole selvatiche ecc…).

Vi è anche una discreta coltivazione di vari tipi di frutta fresca (specialmente agrumi, uva da tavola “Vittoria”, prugne, susine, mele cotogne ecc…) e secca (noci e nocciole).

I prodotti ortofrutticoli comisani sono ottimi consumati freschi oppure per la preparazione di conserve secche (come i “Ciappi ri Pummaroru” ) o sott’olio, oltre a vari tipi di ricette salate (se si tratta di ortaggi, cereali e legumi) come la tradizionale “Caponata” o dolci (se invece si tratta di frutta) crude o cotte.

L’Olio extravergine di oliva e le varie conserve

Presso il territorio comisano vi è una fiorente produzione di olio extravergine di oliva ottenuto dalla lavorazione di olive provenienti da piante autoctone collocate nell’area facente parte del consorzio di tutela “Olio Extravergine di Oliva Monti Iblei” nell’area denominata “Valle dell’Irminio” di cui fa parte anche la città di Comiso.

L’olio di oliva prodotto a Comiso (e nella sua frazione di Pedalino), prodotto in prevalenza con olive della varietà “Moresca” (non inferiore al 60% più altre varietà al 40%) tutte coltivate in loco.

Esso è di alta qualità ed è ottimo per condire vari piatti tipici della tradizione locale quali primi e secondi di carne e pesce, zuppe di verdure e legumi, ortaggi crudi in insalata o cotti e ovviamente “U Pani Cunzatu” ossia le fette di pane cosparse con abbondante olio d’oliva, sale, origano, peperoncino e altri ingredienti vari.

Con l’olio d’oliva comisano si possono fare anche ottime conserve di verdura poste all’interno di barattoli di vetro quali pomodori secchi interi noti come “Ciappe” o sminuzzati (il cosiddetto “Capuliatu” ottimo per condire “Pani Cunzatu”, bruschette e primi piatti), carciofi, melanzane, zucchine, peperoni ecc… e ovviamente le olive locali schiacciate o intere. Ottime anche le conserve di pesce (tonno, acciughe ecc…) salato e posto sott’olio dentro barattoli di vetro e le creme di verdure o pesce sempre a base di olio d’oliva locale.

La Pasta casereccia comisana

Presso Comiso vi è una fiorente produzione casereccia di pasta fresca ottenuta con farine ottenute da varietà locali di frumento duro di cui fanno parte anche alcune varietà dei cosiddetti “Grani Antichi” siciliani.

I formati più comuni sono “Cavati”, “Cavatieddi” e “Maccarruni” e vari formati di tagliatelle, mentre tra quelli “ripieni” vanno citati i ravioli farciti con ricotta ovina locale.

Il condimento della pasta casereccia comisana prevede l’utilizzo del tradizionale “Sucu” di pomodoro con carne o senza, la ricotta, i legumi e le verdure locali (anche con condimenti a base di prodotti ittici locali).

Tra le preparazioni a base di pasta vanno citate anche i timballi di maccheroni, lasagne e cannelloni al forno conditi con sugo di carne e ingredienti di vario tipo.

Carne e insaccati

Presso la città di Comiso e la sua frazione di Pedalino vi è una fiorente produzione di carne di ottima qualità, proveniente da animali (bovini, ovini, suini, pollame) allevati e lasciati pascolare liberamente nel territorio limitrofo.

Vi sono varie ricette a base di carne locale di cui la più tradizionale è la costata di maiale ripiena con formaggio, uova, salumi e macinato di carne mista.

Da citare anche la preparazione di fettine di carne arrosto bovina o suina sulla griglia, del tradizionale “Sucu ri Carni” formati da pezzi di carne mista cotta all’interno di un denso sugo di pomodoro, o al forno con verdure e aromi vari.

Anche il consumo di carne ovina è discreto grazie all’allevamento della “Pecora Comisana” da cui si ottiene un’ottima carne oltre a varie specie di agnelli da carne.

Le ricette a base di carne ovina sono diffuse nel periodo pasquale in cui è tradizione preparare l’agnello al forno con le patate oppure le tipiche focacce pasquali note come “Mpanate” (a base di pezzi di carne ovina) e “Pasturieddi” (farcite con interiora di agnello).

Da citare la preparazione dei “Turciniuna” ossia budelle di agnello farcite con interiora del medesimo animale che vengono arrostite sulla brace.

È diffusa anche la preparazione del Coniglio “A’ Stimpirata” cotto in padella con carote, patate, olive e menta.

Tra gli insaccati va citata la salsiccia a base di carne di maiale che viene posta dentro sottili budelli, ottima cotta sulla brace, fritta in padella oppure infornata con ingredienti vari.

Formaggi e latticini

In territorio di Comiso vi è una grande produzione di formaggi e latticini di ottima qualità così come avviene nel resto della provincia ragusana, molto apprezzati poiché prodotti con latte proveniente da animali sani che pascolano liberamente per le alture iblee limitrofe alla città ipparina e alla sua frazione di Pedalino.

Tra i formaggi e i latticini di latte bovino vanno citati le Provole (dalla forma a pera) e il “Ragusano” formaggio a forma di parallelepipedo impropriamente chiamato “Caciocavallo” che viene appeso e lasciato a stagionare, avente la certificazione “DOP”  (ossia “Denominazione di Origine Protetta”), “U Tumazzu” (un formaggio a forma cilindrica a pasta semidura), la mozzarella e la ricotta bovina.

Tra i formaggi e i latticini a base di latte ovino vanno citate le varie forme di “Pecorino” (semplice o caratterizzato dalla presenza di pepe nero o peperoncino) il cui sapore e consistenza varia in base alla stagionatura, la “Tuma” e ovviamente la prelibata Ricotta ovina, ottima sia calda che fredda.

Infine vanno doverosamente indicati i prelibati i formaggi e latticini ottenuti con il latte proveniente dalle pecore di razza “Comisana” o di capra.

Pane, focacce e pizze

La fiorente produzione di farine di grano duro (ottenute anche da varie varietà di “Grani Antichi” siciliani), fa si che all’interno della città comisana vengono prodotti pane, focacce e pizze la cui alta qualità è dovuta ovviamente all’impasto a base delle sopracitate farine.

Quest’ultimo seguendo la tradizione culinaria locale, viene fatto lievitare naturalmente grazie al “Criscienti” (lievito madre) dando un particolare gusto a questi prodotti da forno, che vengono ovviamente farciti con ingredienti di alta qualità.

Il pane comisano presenta varie forme ed è solitamente cosparso con semi di sesamo venendo preparato quasi tutti i giorni nei panifici comisani (alcuni di essi provvisti di antichi forni a legna) oppure cotto in maniera tradizionale all’interno delle case dei cittadini comisani e presso le aree a ridosso della città ipparina e ovviamente anche presso la frazione di Pedalino (possibilmente sempre all’interno di forni a legna).

Questo pane è ottimo per accompagnare varie preparazioni a base di carne, verdure o pesce. Con esso si prepara anche il tradizionale “Pani Cunzatu” cioè tagliato in mezzo e condito con olio d’oliva, sale, origano, peperoncino, formaggio (pecorino o “Tumazzu” ), “Capuliatu”, acciughe salate ecc… Il pane comisano viene preparato anche in occasione di vari festeggiamenti religiosi venendo distribuito all’interno delle chiese cittadine (a seconda degli eventi parrocchiali).

Oltre al pane, Comiso è conosciuta anche per la bontà delle sue tradizionali focacce caserecce. Le più note sono senza dubbio le tipiche “Scacce” diffuse in buona parte del ragusano farcite con ingredienti vari e richiuse “a fazzoletto” su se stesse formando vari strati o “a mezzaluna” (senza ulteriori strati interni), per poi essere infornate all’interno sempre di forni a legna.

Le “Scacce” possono essere farcite con pomodoro, caciocavallo, “Sciurietti” (broccoli), spinaci (cotti assieme all’uva passa), ricotta, salsiccia, cipolla, patate ecc… e aromatizzate anche con abbondante prezzemolo al suo interno (a seconda del tipo di condimento).

Particolari focacce sono le “Mpanate” tonde farcite con carne di agnello, o i “Pasturieddi” che sono piccole focaccine farcite con interiora d’agnello lessate e aromatizzate con prezzemolo. Degno di nota è “U Sfuogghiu”, formato da una sottile pasta (simile ad una sfoglia) lavorata con strutto e zucchero, farcito con salsiccia e ricotta.

Vanno menzionate anche le focaccine dolci note come “Cassateddi” che si presentano di forma tondeggiante simile ad una piccola corona con i vertici appuntiti, venendo poi farcite con ricotta ovina zuccherata e aromatizzata con abbondante cannella.

Frittelle e “Mitilugghie”

Presso la città di Comiso e la sua frazione di Pedalino va citata la preparazione delle “Frittelle” e delle “Mitilugghie”.

Le “Frittelle” (“Fritteddi” in siciliano), preparate specialmente l’11 Novembre per il giorno di “San Martino” (o in altre occasioni), sono una specialità tradizionale della provincia ragusana in generale (oltre che del resto della Sicilia sudorientale in cui sono note con i nomi di “Zeppole” o “Crispelle” ) a base sempre di un impasto di grano duro dolce o salato, da cui vengono ricavate delle piccole sfere che vengono fritte in abbondante olio bollente assumendo una colorazione dorata.

Le frittelle dolci possono essere cosparse con zucchero e miele mentre quelle salate al loro interno possono essere condite con acciughe salate e finocchietto selvatico (anche se, dolci o salate che siano, si possono farcire in vari modi). Le frittelle vanno poi inzuppate nello zucchero, nel miele o nel “Vino Cotto”, uno sciroppo denso a base di carrube lessate.

Le “Mitilugghie” (altra preparazione diffusa in buona parte della Provincia di Ragusa) sono delle pagnottelle a base del medesimo impasto delle sopracitate frittelle ma molto più grosse di queste ultime, che vengono sempre fritte in olio bollente che  possono essere dolci o salate venendo cosparse con zucchero e miele, oppure con sale e origano venendo poi farcite con vari ingredienti.

Esse formano il tradizionale cibo delle maggiori festività comisane di tipo religioso; infatti durante i giorni che precedono una celebrazione religiosa o una grande festa con processione, musica e fuochi, era ed è tuttora usanza organizzare la “Sagra delle Mitilugghie” presso i locali parrocchiali della chiesa che ospita la festività in questione, venendo allietata da vari tipi di spettacoli. Ovviamente vengono anche preparate l’11 Novembre per “San Martino” assieme alle “Frittelle”.

Dolciumi tipici comisani

Citiamo infine i vari dolciumi tipici di Comiso preparati durante l’anno di cui anche i dolci tipici delle principali festività comisane e pedalinensi.

Tra essi citiamo i “Viscotta Scavurati” (biscotti con impasto a base di farina di grano tenero e strutto fatti bollire e poi infornati), i “Mucatuli” (biscotti sempre a base di farina di grano tenero e strutto, farciti con ripieno di miele e mandorle), i tradizionali “biscotti alle mandorle”, la “Cubbaita” (un torrone a base di sesamo, miele, scorze d’arancia e mandorle), “A Cutugnata” (una confettura di mele cotogne fatta indurire all’interno di vari stampini), “A Mustata” (dolce al cucchiaio a base di mosto d’uva) e i “Cuddireddi” (particolare pasta dolce cotta nel mosto d’uva e cosparsa con granella di mandorle).

Da citare anche la preparazione delle “Chiacchiere di Carnevale” (sfoglie dolci fritte e cosparse con zucchero a velo), i “Pupi” e la “Frutta” di “Pasta Reale” di mandorle e le “Ossa di Morto” e i “Pasti Fuorti” (biscotti duri a base di cannella e chiodi di garofano) preparati in occasione della Festa dei Morti e della Pasqua, della “Pignolata” (palline dolci a base di farina di grano tenero fritte e cosparse con miele e zucchero colorato), i “Cudduri cu l’ovu” (pani dolci tipici del periodo pasquale recanti uova sode al loro interno) e dei “Cassateddi” (le focacce farcite con ricotta dolce aromatizzata alla cannella).

Vanno citati ovviamente i tradizionali dolci della tradizione siciliana quali cannoli, cassate, pasticcini, torte, gelati, granite ecc… 

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Artigianato comisano

La Pietra di Comiso e la sua lavorazione

La lavorazione della “Pietra di Comiso” è una grande fonte economica per la città ipparina, circondata da rilievi di tipo ibleo caratterizzati da una particolare pietra calcarea di colore chiaro piuttosto simile al marmo come struttura ma molto più facile da lavorare.

Questa pietra viene estratta presso gli impianti di estrazione posti nelle contrade Margitello, Petraro, Canicarao, Manco – Vigna del Conte, Corallo – Barco e Crocilla, che circondano la città comisana, mentre un tempo erano in attività i siti di “Cava delle Grazie” e “Cucca” posti a sud della città.

Ovviamente questa pietra è una risorsa che man mano andrà ad esaurirsi sempre di più e per questo viene estratta con molta parsimonia e stando attenti a non danneggiare le limitrofe aree iblee.

La “Pietra di Comiso” veniva utilizzata con certezza a partire dal periodo greco – romano come materiale da costruzione, ma col tempo venne utilizzata per la creazione di vari elementi architettonici decorativi rivelandosi ottima anche per creare sculture e manufatti di vario genere; infatti secondo alcune “dicerie”, il noto “Tempio di Ercole” posto nella Valle dei Templi di Agrigento sarebbe stato costruito adoperando elementi architettonici in Pietra di Comiso. 

Va comunque detto che la “Pietra di Comiso”, assieme a quelle di Modica, Noto e Siracusa, è la protagonista assoluta della ricostruzione tardobarocca dell’estrema area sudorientale della Sicilia avvenuta dopo il terremoto dell’11 Gennaio 1693; infatti molti edifici di Comiso e delle località limitrofe sono stati appunto ricostruiti e decorati utilizzando proprio questa particolare pietra comisana.

Un tempo vi erano molti laboratori artigianali in cui la Pietra di Comiso veniva lavorata in maniera artigianale da scultori e scalpellini che con le loro mani e tramite vari “attrezzi” danno vita a vere e proprie “opere d’arte”.

Oggigiorno a ridosso della cittadina ipparina vi sono moderni stabilimenti collocati nei pressi degli impianti estrattivi in cui vengono prodotti in maniera artigianale, ma con moderni accorgimenti, vari tipi di manufatti (fregi, bassorilievi, balaustrini, colonne, capitelli ecc…) ricercati in buona parte della Sicilia e dell’Italia.

L’allevamento della Pecora Comisana

La Pecora Comisana è una particolare razza ovina originaria della Provincia di Ragusa, più precisamente dell’area iblea a ridosso della città di Comiso, da cui prende il nome. 

Questa razza di pecore si è originata da vari incroci assumendo la peculiare caratteristica di essere un animale dalle buone dimensioni, resistente alle intemperie e alle malattie che non ha problemi di ambientamento.

 Gli agnellini sono anch’essi resistenti e piuttosto vivaci. 

La pecora comisana è facilmente riconoscibile per via del colore rossiccio della lunga testa, solcata al centro da una striscia bianca, mentre il corpo è interamente di colore bianco; per questo viene chiamata “Faccia Rossa” o “Testa Rossa”, mentre è nota anche con il nome di “Lentinese”.

Da secoli i pastori locali allevano queste pecore lasciandole libere di pascolare sugli altopiani iblei la cui erba da un sapore molto particolare al latte che andranno poi a produrre, materia prima per la produzione di ottimi formaggi e latticini tipici del ragusano quali il “Pecorino” e la “Ricotta” (particolarmente apprezzati quelli prodotti a Comiso).

Infatti la Pecora Comisana è considerata come una vera e propria “razza da latte” anche se alcuni esemplari di pecora vengono allevati per ricavarne carne ovina (di buona qualità) mentre la lana di questo ovino non ha un particolare valore commerciale.

Gli allevamenti di Pecora Comisana, in cui gli animali sono allevati e seguiti in maniera tradizionale, sono collocati a ridosso delle aree iblee tra Comiso e Pedalino (oltre che in gran parte delle Province di Ragusa, Siracusa e Catania) e da qui questa razza ovina si è via via diffusa in buona parte dell’Italia settentrionale e meridionale dove vi è un’alta richiesta di agnelli di “Comisana” che, dopo esser cresciuti, diventeranno (a seconda del loro sesso) pecore da latte in grado di procreare altri agnelli o arieti da monta. 

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Strutture ricettive comisane

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Fotogallery di Comiso

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