Sortino, Sito Archeologico di Sortino Diruta – Cava Guccione – Santa Sofia

Mappa di Sortino Diruta


Mappa di Sortino Diruta (per ingrandire la mappa clicca qui).

Cenni principali e storici su Sortino Diruta


Foto dell’area archeologica di Sortino Diruta posta sotto l’attuale cittadina iblea di Sortino.

A sud di Sortino tra i rilievi iblei del Monte Aita, della Costa Giardini e del Colle Serramezzana, è collocato il sito archeologico di Sortino Diruta, comprendente le rovine dell’antica città medievale di Sortino nonché dei primi insediamenti abitativi dell’area urbana sortinese risalenti all’epoca neolitico – sicula. Gli studi su questo sito archeologico piuttosto vicino a Sortino ma per anni trascurato sono molto recenti e sono partiti da studiosi locali dei quali va citato il sortinese Gioacchino Bruno che fu il primo a cominciare studi e ricognizioni su questo sito fin dagli anni 80. Le rovine di Sortino Diruta si possono raggiungere dalla S.R. 11 per Pantalica andando verso l’eremo di Santa Sofia a Rasso seguendo un sentiero che costeggia il Torrente Ciccio, dalla Via Dione partendo dal Convento dei Cappuccini per arrivare presso l’area di Villa delle Rose (dove vi sono le rovine del Castello di Sortino), dalla Via Sottocappuccini e quindi dal tratto sortinese della vecchia S.P. 54 Sortino – Fiumara – Mandredonne che passa sotto il sito di Sortino Diruta, ma anche da una tortuosa strada che da questa vecchia provinciale risale i rilievi di Monticelli e Costa Giardini mettendosi in collegamento con la S.P. 28 sotto la zona della pizzeria Le Monache. Sortino Diruta comprende anche le rovine delle cave poste attorno a Sortino (Cava Miello ad ovest, Cava Guccione a sudovest, Cava del Marchese ad est e Cava Don Cesare a sudest).


L’area iblea in cui sorgeva l’antica città medievale di Sortino.

Il sito di Sortino Diruta si presenta compreso in vari terrazzamenti (molti di essi ricadenti in terreni privati) che ricalcano l’antico sito urbano collinare che era disposto a “scalini” sul versante meridionale del Monte Aita, li dove sorge l’attuale Sortino. Il nucleo abitativo più antico però è collocato più ad est presso i rilievi della Costa Giardini e dei Monticelli, in cui vi sono posti ruderi riconducibili ad abitati rupestri e ad aree funerarie di epoca neolitico – sicula ma riutilizzati sia da popolazioni di origine bizantina, sia in periodo medievale come “case – grotta” o come “Mannira” ossia stalla rupestre. L’area di Sortino Diruta venne abitata in epoca greco – romana con la presenza di vari insediamenti. Il sito cominciò ad essere abitato in epoca araba con la fondazione della fortezza – castello posto sulla sommità del rilievo che domina la valle del Torrente Ciccio (o Guccione) fondando l’avamposto di vedetta chiamato “Shurtin”, nome arabo significante “posto di guardia” da cui deriva l’attuale Sortino (nel dialetto locale la città viene ancora chiamata “Sciurtinu” che più si avvicina al nome arabo). Passata la dominazione araba il sito venne fortificato dai normanni che cominciarono a costruire i primi edifici (palazzi e chiese). Sortino si ampliò durante i secoli medievali passando poi a varie famiglie dai Moncada ai Conti di Modica fino ad essere di proprietà della famiglia Gaetani nel 1477. La suddetta famiglia mantenne il possesso della città fino al 1800 vedendo nella sua storia anche la distruzione dell’antica Sortino di cui ora restano solo molti ruderi. I Gaetani fecero ricostruire Sortino sull’attuale sito del Monte Aita in elegante stile barocco mentre il vecchio sito rimase abbandonato oppure popolato da pastori che, presso le tante grotte costruirono molte “masserie rupestri” comprese di palmenti, stalle e magazzini (siti simili sono posti presso l’area di Lardia ad ovest di Sortino). Si ebbero Sortino Nuova (ossia l’attuale cittadina) e Sortino Diruta. Il sito cadde nel dimenticatoio e divenne preda di tombaroli che cercavano di depredare quanti più reperti possibili, fino a quando si decise che le rovine e i i pochi reperti che venivano alla luce dovevano essere salvaguardati. Infatti dagli anni 80 il sito cominciò appunto ad essere studiato da studiosi locali che cominciarono ad analizzare, catalogare e salvaguardare le rovine di questo particolare sito archeologico che però non è stato mai del tutto abbandonato dai sortinesi visto che l’area era molto importante dal punto di vista rurale.

Oggi molte associazioni locali (tra la quale va citata la sede sortinese dell’associazione Siciliantica) organizzano molte escursioni presso il sito di Sortino Diruta con lo scopo di farlo conoscere ai turisti e quindi di salvaguardarlo in attesa di essere riconosciuto ufficialmente come “sito archeologico”.

All’interno delle aree facenti parte del sito di Sortino Diruta vi è il divieto di scavare nelle rovine, di gettare rifiuti e di accendere fuochi, i luoghi difficoltosi da visitare hanno il titolo sottolineato.

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