*Augusta, Cala Femmina Morta


La scogliera di Cala Femmina Morta.

A nord del Capo Santa Croce è posta l’insenatura rocciosa chiamata “Cala Femmina Morta” (localmente “Fimmina Motta”) e da essa è raggiungibile seguendo la scogliera a nord delle “piazzette” di Monte Sant’Elena (località in cui sorge l’area di “Santa Croce”) tramite un sentiero posto a picco sulla scogliera; la zona la si può raggiungere anche da Via Marina del Monte imboccando il primo sentiero sterrato alla nostra destra che conduce prima alla protuberanza nota come “Punta Stampace”, che delimita a nord appunto la Cala Femmina Morta.

L’appellativo “Femmina Morta” deriva da una leggenda popolare risalente presumibilmente all’800 che narra di una donna di nome Maddalena che in questo punto chiamava giornalmente il suo marito (defunto in mare) con forti grida con la speranza che potesse tornare a casa. Un giorno questa donna fece un giro in barca con suo figlio, ma durante una tempesta morirono entrambi affogati. Il corpo del figlio non venne mai ritrovato, ma quello di Maddalena venne rinvenuto in questa scogliera che da allora si chiama “Cala Femmina Morta” (“Cala Fimmina Motta” in siciliano).

Questa zona è riconoscibiel dall’ampio tavolato roccioso sotto cui vi è una breve scogliera a sud della quale vi è un’insenatura semicircolare che va dal soprastante scoglio aguzzo di Punta Stampace fino al Capo Santa Croce formata da varie cavità rupestri; essa è solcata da una breve incavatura cuneiforme che è la “Cala” ossia la breve spiaggetta rocciosa che si affaccia a nord del Monte Sant’Elena. Vi sono anche interessanti formazioni rocciose chiamati localmente “isolotti” nonché fondali marini di medio – alta profondità misti tra sabbia e scogli densamente popolati da molte specie di pesci. Da questa zona possiamo godere di un’ampia visuale sulle scogliere limitrofe di Capo Santa Croce (a sud), Punta Stampace e degli Archi Vuoti (a nord).

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