Augusta, Monte Sant’Elena e Scogliera di Capo Santa Croce

Augusta

Monte Sant’Elena e Scogliera di Capo Santa Croce

Da Augusta, tramite il Lungomare Granatello o dalla S.P. 61 Monte Tauro – Sant’Elena (il cui imbocco è posto presso la Via Aldo Moro in direzione dell’Ospedale Emanuele Muscatello) raggiungiamo la scogliera di Capo Santa Croce, dominata dall’omonimo celebre Faro nonché dalla “Piazzetta” noto luogo di ritrovo per gli augustani, il tutto posto nella contrada nota come “Monte Sant’Elena”. Questa zona è il punto più orientale del promontorio noto come Monte Tauro comprendente oltre al Monte Sant’Elena anche i Monti Celona, Pergola, Amara e Pecoraro, che non sono dei “Monti” veri e propri ma dei piccoli rilievi costieri che formano spettacolari quanto alte scogliere crivellate da grotte marine e non. Proprio il cosiddetto Monte Sant’Elena va a formare il Capo Santa Croce, uno sperone roccioso di forma cuneiforme a picco sul mare divenuto appunto uno dei maggiori punti balneari del litorale augustano molto frequentati in estate sia di di giorno in cui si vede la presenza di numerosi bagnanti, sia di sera per la presenza di chioschi dove giovani e no si ritrovano, il tutto sotto la mole del Faro Santa Croce (vedi link nella pagina precedente per saperne di più).


La scogliera di Capo Santa Croce facente parte del rilievo costiero noto come “Monte Sant’Elena”.

 Il nomi “Capo Santa Croce” e “Monte Sant’Elena” sono tratti da un’antichissima leggenda cristiana risalente al 324 d.C. che narra di come la Regina Elena, (madre dell’Imperatore Costantino il Grande, divenuta poi “Santa”), durante il ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa (precisamente a Gerusalemme) l’imbarcazione su cui viaggiava, giunta presso le attuali coste megaresi, si trovò nel bel mezzo di una tempesta. La Regina Elena gettò in mare alcuni frammenti della “Croce di Cristo” (raccolti a Gerusalemme) per placare le acque. Quando i frammenti della “Croce” caddero in mare, la tempesta scomparve. Come ringraziamento, la Regina Elena fece erigere una grande “Croce” presso questo capo mentre nel 1600 venne eretta una piccola Chiesa consacrata sia a “Sant’Elena” sia alla “Santa Croce” in seguito al presunto ritrovamento delle impronte di “Sant’Elena” in una roccia limitrofa. Oggigiorno la chiesetta, le “Impronte di Sant’Elena” e la “Croce” sono andate perse (si presume che le rovine dell’edificio sacro siano poste in un piccolo appezzamento di terreno adiacente al faro in cui sorge un piccolo casale, mentre delle impronte della Santa poco si sa), ma a testimonianza di ciò resta un foro rettangolare in un masso ubicato presso il Faro, dove sarebbe stata piantata la “Croce Votiva” dalla Regina Elena. Da allora questo sperone roccioso è chiamato “Monte Sant’Elena” e la sua estremità reca appunto il nome di “Capo Santa Croce”.

Passiamo alla descrizione dell’area di Monte Sant’Elena, si tratta di una vasta scogliera frastagliata formata da alte pareti rocciose di pietra calcarea di origine vulcanica (molte delle quali possedenti anche fossili di invertebrati marini) il cui principale scoglio si protende verso il Mare Ionio formando il Capo Santa Croce su cui si affaccia l’omonimo faro (funzionante).

La scogliera a sud del Faro Santa Croce posta tra l’omonimo capo e la scogliera facente parte della Punta Sant’Elia (Capo Spezzantennula) presenta una serie di interessanti formazioni rocciose scavate dalle onde marine chiamate localmente “Le Vasche” per la loro forma simile ad una vasca e sono raggiungibili da una scalinata posta a sud di Via Sant’Elena, che da qui in poi forma un breve lungomare che forma le aree note come le “piazzette” del Faro Santa Croce.


Le cosiddette “Vasche” poste presso la scogliera a sud del Capo Santa Croce.

Andando in direzione del faro troviamo l’accesso alla scogliera di Capo Santa Croce formata da insenature di media altezza intervallate da piccole “cale” che formano spiaggette rocciose in cui troviamo l’accesso per il grande scoglio a punta che forma il capo su cui si erge la possente mole del faro. Le retrostanti “piazzette” sono separate dalla scogliera da inferriate (intervallate da brevi accessi che conducono alla limitrofa scogliera) presso cui vi sono locali di ritrovo (bar – chioschi).


La scogliera di Capo Santa Croce presso la quale è collocato l’omonimo Faro.

A nord del Faro Santa Croce vi è un’insenatura rocciosa curva formata da un’alta scogliera che termina presso un’altra celebre zona marittima augustana nota come “Cala Fimmina Morta” delimitata da un’aguzza protuberanza rocciosa nota come “Punta Stampace” (vedi i link nella pagina precedente per saperne di più) che si può raggiungere da un sentiero posto a nord delle “piazzette” di Monte Sant’Elena.

Va detto infine che dalla scogliera di Monte Sant’Elena e del Capo Santa Croce possiamo ammirare un ottimo panorama sia del Golfo di Catania col vulcano Etna all’orizzonte (che si affaccia sulla sottostante Catania che presso la costa nordorientale della Sicilia, che da qui in caso di giornate serene si può anche ammirare) sia sul Golfo di Augusta con la città augustana e in particolare l’isolotto sul quale è posto il suo centro storico, i rilievi iblei dei Monti Climiti su cui è adagiata la città di Melilli nonché la costa a sud di Augusta (in cui sono poste sia Priolo Gargallo e il polo petrolchimico siracusano nonché le rovine di Megara Hyblaea) fino al Capo Santa Panagia su cui è collocata la periferia nord di Siracusa.

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