*Augusta, Scogliera di Contrada Carrubbazza – Capo Spezzantennula – Punta Sant’Elia

Ad est di Punta Izzo, seguendo Via Sant’Elena (raggiungibile da Augusta dalla S.P. 61 Monte Tauro – Sant’Elena o dal Lungomare Granatello), raggiungiamo la Contrada Carrubbazza chiamata così poiché un tempo in quest’area che un tempo era prettamente agricola vi erano dei carrubeti che oggi hanno fatto largo a villette private rendendola importante dal punto di vista turistico. Arrivando presso il tornante che dalla Via Sant’Elena si immette presso la zona del Faro Santa Croce (che possiamo ammirare alla nostra sinistra) possiamo ammirare a sud la scogliera di Carrubbazza in cui si può riconoscere l’insenatura formata da un alto promontorio marino noto come “Capo Spezzantennula” che più a sud va a formare la Punta Sant’Elia; si tratta di una delle aree marine augustane meno antropizzate (perché ricade in un’ex area militare utilizzata come poligono di tiro ora dimesso) e per questo considerata anche una delle più incontaminate di tutto il litorale facente parte del territorio comunale di Augusta, ma anche molto difficile da visitare vista la sua conformazione che è a strapiombo sul mare ma nello stesso tempo molto scenografica. L’accesso è formato da un doppio sentiero (uno posto presso una cancellata, l’altro che conduce ad un piccolo casale in rovina) che arriva fino ad una rete metallica (che in molti saltano) mentre l’accesso “ufficiale” è posto presso Punta Izzo nella stradina collocata ad est dei “Lidi” che conduce all’area di Grotta del Monaco (vedi link nella pagina precedente per saperne di più); in entrambi i casi si raggiunge un sentiero sterrato che costeggia l’area che si inerpica presso il breve ma spettacolare altopiano roccioso collegandolo con la scogliera sottostante.

La scogliera di Carrubbazza in passato era nota anche come “Monte Sant’Elia” poiché si presume che qui vi vivesse un eremita noto come “Sant’Elia” (nome comune di altri “Frati Eremiti” di cui un “Sant’Elia” che visse da eremita tra i territori di Noto ed Avola) in una delle tante caverne poste su questo sperone roccioso che si affaccia a sudest del rilievo noto come “Monte Tauro”. Queste grotte andavano a formare insediamenti abitativi e necropoli di epoca neolitico – sicula ma riutilizzati anche durante il periodo bizantino. Alcune di esse presentano semplici fori quadrangolari, altre possiedono piccoli vestiboli in cui sono disposte le aperture di accesso. Presso questa zona sono state rinvenute anche antiche “Carcare” ossia fornaci per la fabbricazione della calce formate da fossi di forma circolare scavati anch’essi nella roccia. L’area presenterebbe anche tracce di antichissimi siti di estrazione (noti come “Latomie”) nonché rovine di insediamenti abitativi (che sia il piccolo centro abitato in cui alcuni fuggitivi della diruta Megara Hyblaea si stabilirono andando a formare una delle prime comunità abitate di Monte Tauro?).

Degna di nota è la presenza di interessanti grotte marine (raggiungibili però solo in barca e non di facile esplorazione) che si sono formate tra l’insenatura di Capo Spezzantennula e la Punta Sant’Elia presso la base della scogliera sia per l’opera di scavo delle acque marine, sia per la struttura originaria della roccia di tipo sedimentaria che forma l’intera zona marina a nord di Augusta compresa tra Monte Tauro e Capo Campolato (Brucoli) che talvolta racchiude anche frammenti fossili di animali preistorici (conchiglie). In questa zona i fondali marini hanno una medio – alta profondità e sono molto popolati da varie specie ittiche; le pareti rocciose (salvo alcuni punti) cadono a strapiombo sul mare facendone così una delle zone costiere più alte del siracusano (e per questo difficili da visitare).

L’altopiano di Punta Sant’Elia era come detto prima un tempo sede del poligono di tiro della Marina Militare di Augusta difatti vi sono ancora i resti del sito militare e di alcune “batterie” antiaeree risalenti alla II guerra mondiale. Questo è un’ottimo punto panoramico da cui si possono ammirare sia l’Etna da lontano e l’area di Sant’Elena a nord, mentre a sud possiamo ammirare l’intera città di Augusta e il suo golfo chiuso a sud dal Capo Santa Panagia presso cui è posta Siracusa; sullo sfondo vi sono i rilievi iblei dei Monti Climiti da cui possiamo ammirare in lontananza la cittadina di Melilli, e non per caso venne scelto dalla marina come “base” collegata al limitrofo sito di Punta Izzo.

Se si ha intenzione di visitare l’area di Punta Sant’Elia bisogna rivolgersi alla Marina Militare di Augusta o a varie associazioni naturalistiche augustane e no (Natura Sicula, Marilighea ecc…) facilmente reperibili su internet, e soprattutto va fatta molta attenzione nel visitare l’intero sito e se ne sconsiglia la visita a chi ha problemi motori o di salute in generale.

Torna indietro