Augusta, Centro urbano e storico augustano (quartiere della Borgata – Isola Centro Storico)

Augusta

Centro urbano e storico augustano
(quartiere della Borgata – Isola Centro Storico)

La città di Augusta, raggiungibile dalla SS 193 (tramite l’Autostrada Siracusa – Catania) è divisa in due distinte aree: l’area settentrionale posta su una piccola penisola di aspetto moderno nota come “Borgata”, mentre l’area meridionale posta su di una piccola isola in cui è collocato il “centro storico” della città.

Foto panoramica della città di Augusta con in primo piano il quartiere della Borgata.

La parte settentrionale della città di Augusta, corrispondente ai suoi quartieri più moderni, forma il vasto “Quartiere della Borgata” (o semplicemente “A Burgata” ) interamente ubicato sulla cuspide meridionale della penisola che precede l’isolotto in cui è collocato il centro storico della città.

La zona della Borgata un tempo era un’area rurale in cui vi erano ubicate zone dedicate al pascolo degli animali (infatti presso la Piazza Fontana era posto un antico abbeveratoio) oltre a buona parte delle originarie Saline di Augusta ma poi data la crescita della popolazione augustana non era più possibile costruire edifici abitativi presso l’isolotto (e la zona a sud del centro storico nota come “Terravecchia”, un tempo anch’essa disabitata, venne occupata dal comando della Marina Militare di Augusta) e per cui si decise di costruire sulla terraferma nella cosiddetta “Campagna”; ciò significò l’adeguamento del “Ponte di Campagna” ossia il vecchio ponte che collegava Augusta alla terraferma (e alle altre città limitrofe) che venne allargato adattandolo al traffico veicolare permettendo il collegamento con la Ferrovia Siracusa – Catania di cui la stazione ferroviaria di Augusta sorge presso l’area un tempo occupata dalla salina nota come “Castellino”. Così agli inizi del 900 la zona che nel frattempo venne chiamata “Borgata” si espanse sempre più verso nord superando anche il tracciato ferroviario arrivando a lambire il rilievo di Monte Tauro (posto a nord di Augusta) permettendo anche l’ampliamento del Porto di Augusta con la costruzione dei nuovi cantieri navali (posti nell’area della stazione) e delle sue aree militari di cui va citato l’idroscalo con il suo maestoso Hangar dei dirigibili (che sorge presso l’area di Costa Pisone a nordovest di Augusta). Superando il periodo tra le due guerre mondiali e i vari “dopoguerra”, con l’implementarsi dell’industria petrolchimica e il conseguente abbandono delle attività agricolo – pastorali con l’imminente chiusura delle Saline di Augusta, la “Borgata” si componeva di palazzine abitative nonché di un secondo ponte noto come “Ponte Federico II” che venne costruito per rendere più rapidi i collegamenti tra la vecchia e la nuova Augusta. Durante il periodo posteriore al terremoto del 13 Dicembre 1990 che fece numerosi danni ad Augusta e nei centri limitrofi, l’area nordorientale della Borgata posta tra la Piazza Fontana e la periferia ospitò una tendopoli e vari container abitativi in cui vissero per lunghi anni i terremotati prima di poter ritornare nelle loro case (oppure di riceverne una nuova).

Oggi la Borgata si presenta come un moderno ed animato quartiere periferico colmo di negozi e locali di ritrovo facilmente collegato alla linea ferroviaria Siracusa – Catania – Messina grazie alla stazione posta all’interno del quartiere ma anche all’Autostrada Siracusa – Catania e alle limitrofe zone di Monte Tauro, Brucoli e Villasmundo nonché alle aree portuali e industriali situate sia all’interno della città sia presso il polo petrolchimico siracusano grazie ad un’efficiente rete viaria di cui quella interna è formata da due assi viari. Ad ovest vi è quello formato dal Viale Italia che arriva fino al passaggio a livello sulla linea ferroviaria appena citata da cui quindi si arriva alla Stazione Ferroviaria di Augusta, e dalla Via Giovanni Lavaggi che partendo dal passaggio a livello arriva fino al “Ponte Vecchio” passando sotto la cosiddetta “Porta Spagnola” entrando nell’isolotto in cui è posto il centro storico augustano costeggiando l’area a sudovest del Castello Svevo di Augusta. La zona sudoccidentale della Borgata è nota come “Campo Palma” poiché ospitava un antico campo sportivo che ora è stato sostituito da un’area abitativa riservata alla Marina Militare di Augusta. Ad est vi è il Corso Sicilia, moderna arteria viaria che tramite l’interessante Viadotto Federico II che scavalca la linea ferroviaria e un ampio tratto marittimo posto tra la Borgata e l’isolotto recante il centro storico passando ad est del Castello Svevo. Degni di menzione sono i Lungomari Gioacchino Rossini e Granatello, rispettivamente posti nell’area sud della Borgata di fronte all’isola recante il centro storico augustano (da cui si può anche ammirare l’imponente mole del Castello Svevo) e nell’area a sud delle Saline Regina ad est di Augusta fungendo da collegamento con l’area marina di Punta Izzo e del Capo Santa Croce (vedi sezione riguardante “Monte Tauro” per saperne di più).

Le principali piazze della Borgata sono le Piazze Fontana nota anche come “Piazza America” posta all’ingresso della città augustana, Sacro Cuore posta nel cuore della “Borgata”, Mattarella e Unità d’Italia collocate nella zona est del quartiere moderno di Augusta nei pressi di Corso Sicilia, tutte di aspetto moderno che rappresentano importanti luoghi di ritrovo per gli abitanti di questa zona di Augusta. Ad esse va aggiunta la “Via Soccorso”, sede del “Mercato del Sacro Cuore” che si tiene tutti i giorni (assieme a quello della Via Marina Ponente nel centro storico augustano), mentre la “Fiera del Giovedì” (un grande mercato di bancarelle) si tiene nel medesimo giorno settimanale presso l’area di Via Bruno Buozzi.

Va doverosamente citata la presenza di due importanti luoghi di culto per la zona, le moderne Chiese di Santa Lucia (posta presso il Viale Italia) e del Sacro Cuore di Gesù (posta presso l’omonima piazza).

Infine, grazie alla vicinanza delle ex Saline (a nordovest le Saline Migneco – Lavaggi e a nordest le Saline Regina, vedi link “Saline di Augusta” per saperne di più) e al mare data la presenza dei Lungomari Gioacchino Rossini e Granatello, l’area della Borgata è anche importante dal punto di vista naturalistico per la presenza di queste zone umide popolate da molte specie animali che sono anche visibili dal tessuto urbano augustano.


Foto panoramica dell’isola in cui è collocato il centro storico di Augusta.

Il centro storico della città di Augusta è uno dei più interessanti della Sicilia orientale nonostante sia stato martoriato prima dai bombardamenti della II guerra mondiale (e dalle seguenti ricostruzioni del dopoguerra che ne stravolsero l’aspetto urbanistico) e dal terremoto del 1990 in cui si susseguirono gravi danni in gran parte degli edifici storici più vecchi. Nonostante ciò quest’area possiede fastose chiese barocche di cui vanno citate le Chiese di Santa Maria Assunta e delle Anime Sante e eleganti palazzi d’epoca di cui vanno citati i Palazzi Zuppello, Omodei e Ferreri, oltre a zone con ancora la struttura viaria di epoca medievale formata da stretti vicoli, il tutto incastonato da due lungomari da cui si godono ottimi panorami sulle coste meridionali e settentrionali della Sicilia orientale anche se l’attrazione maggiore è il massiccio Castello Svevo (che però è chiuso da diverso tempo) con il suo parco divenuto Villa Comunale. Nonostante queste zone ad alto pregio storico e architettonico non si è cercato mai promuovere seriamente il centro storico della città augustana in ambito turistico, e solo ora qualche privato cittadino e qualche associazione locale stanno cercando di far risvegliare nei turisti un certo interesse per il centro storico della città di Augusta, che per le sue opere storiche non si può ritenere inferiore rispetto ad altre città siciliane molto più note.

Dopo questa introduzione passiamo alla descrizione del centro storico augustano; esso sorge su di un’isola (proprio come quello del capoluogo Siracusa) che non ha un nome specifico anche se alcuni la chiamano “Isola Xifonia” oppure “Isola delle Palme”. Essa anticamente era attaccata alla terraferma formando una stretta penisola che venne popolata sin dall’epoca neolitico – sicula da popolazioni seminomadi anche se l’attuale area abitata non vide la nascita di un vero e proprio impianto urbano che invece era presente nel sito di Megara Hyblaea sin dal 728 a.C. (anno della fondazione dell’antica città megarese) collocato però nella costa a sudovest di Augusta alla foce del cosiddetto “Fiume Alabo” oggi noto come “Torrente Cantera”. Questa zona quindi non ebbe una vitale importanza fino al 481 a.C. quando il tiranno siracusano Gelone distrusse Megara Hyblaea deportando la popolazione megarese presso Selinunte; si dice però che chi riuscì a fuggire si andò a stabilire proprio in questa penisola formando un piccolo villaggio rurale noto come “Xiphonia” popolato da agricoltori e pescatori. Di questo sito noto come “Xiphonia” (che a quanto sembra era popolato anche nelle epoche romane, bizantine, arabe e normanne) fino ad ora non vi è stata trovata nessuna traccia anche perché l’area dal 1232 cominciò ad essere edificata sotto Federico II di Svevia andando a formare l’attuale area storica dell’odierna Augusta; forse un’accurata campagna di studi (e di scavi) potrebbe risolvere questi quesiti legati all’antica Xiphonia (che non va confusa con l’omonima città greca chiamata poi “Akis” sorta presso l’attuale area di Acireale in Provincia di Catania). Comunque sia dalla sua fondazione ufficiale Augusta venne completamente fortificata tant’è che la sua zona più antica posta nella cuspide nord dell’isola sorge in posizione sopraelevata poiché venne collocata su inespugnabili bastioni circondati da poderose mura che vennero migliorate sotto i domini aragonesi (1300 – 1400) e spagnoli (1500 – 1600). Parte di queste mura sono visibili lungo la Via Marina Ponente.

L’isola odierna per come ora è conosciuta risale all’1500 quando l’area abitativa venne staccata dalla terraferma per rendere più difendibile la città durante gli assalti saraceni andando a formare un canale noto come “La Tagliata” in cui venne collocato un sistema di difesa formato da un bastione collegato da due ponti alla terraferma (in cui ora è posto il tratto della Via Giovanni Lavaggi che collega la zona nuova a quella vecchia della città) formato da tre “Rivellini” (ossia isole artificiali che fungevano da postazioni di guardia) in cui in quello centrale noto come “Rivellino Quintana” vi era posta una prima porta d’accesso detta “Porta di Terra”, mentre presso l’imbocco dell’isola è posta la porta d’ingresso all’antica città nota come “Porta Spagnola” ai cui lati vi sono i resti di due bastioni sormontati dal Castello Svevo, vera e propria “fortezza” cittadina. Grazie a queste opere di fortificazione Augusta era una delle più importanti “città – roccaforte” del meridione d’Italia (di cui va citata anche la limitrofa Carlentini, avamposto difensivo posto nei pressi delle propaggini settentrionali dei Monti Iblei); a sud dell’isola vi era una zona di campagna nota come “Terravecchia” che non era popolata ma che vide anch’essa un ulteriore fortificazione di origine aragonese formata da una cinta muraria che era compresa tra il “Bastione dei Forni” (posto tra la Via Cordai e il Lungomare Paradiso a sudest dell’isola) e il “Bastione dei Cannizzoli” (che molto probabilmente era collocato tra la zona occidentale di Via della Rotonda ad angolo con Via X Ottobre) comprendendo anche un torrione inglobato all’interno della Chiesa di Santa Maria del Soccorso. Qui vi era anche una porta d’ingresso nota come “Porta di Terravecchia” (sorta nel 1500 circa) posta all’imbocco dell’attuale Viale Risorgimento, che conduceva all’omonima zona costiera collocata a sud dell’attuale centro storico di Augusta. Vi era una fortezza anche a sud di Augusta nota come “Torre di Terravecchia” o “Torre de Vega” (dal nome del Viceré che la fece costruire sempre nel 1500) sui cui basamenti venne costruita una fatiscente casupola che venne demolita negli anni 60 in seguito all’ampliamento della sede della Marina Militare di Augusta. Degne di nota le fortezze marittime cinquecentesche costruite su scogli affioranti per difendere la città da assalti via mare come la Torre Avalos a sud di Augusta (raggiungibile da un pontile collocato all’interno dell’area della Marina Militare) e i Forti Garcia e Vittoria, entrambi posti nel tratto marittimo ad ovest di Augusta di fronte alla banchina del Porto Commerciale (raggiungibili con vari tipi di imbarcazioni previo permesso dell’Autorità Portuale di Augusta). Nonostante il sisma del 1693 che oltre a distruggere tutta l’area del Val di Noto fece ampi danni ad Augusta e provocò anche un alto numero di morti (nel cui mare era localizzato proprio l’epicentro di questo terremoto, che molto probabilmente formò anche onde anomale di grosse dimensioni) tutte queste fortificazioni (tra cui anche il Castello Svevo) però rimasero intatte grazie alla loro struttura piuttosto massiccia che nonostante l’incuria a cui vennero lasciati alcuni luoghi (su tutti il castello e le tre fortezze marine) resistono ancora oggi.


I Forti Garcia e Vittoria.


La Torre Avalos.

Nel 1700 l’attuale centro storico di Augusta perde man mano le sue funzioni militari e in maniera parziale il suo aspetto angusto dovuto alla presenza di quartieri caratterizzati da stretti vicoli posti attorno all’area occupata dal Castello Svevo, assumendo un preciso assetto urbano caratterizzato da uno stile barocco piuttosto austero rispetto ad altre città della Provincia (come per esempio Noto, Sortino, Palazzolo o come la stessa Siracusa), ma non per questo meno elegante arrivando talvolta a picchi di eccellenza come le decorazioni del Palazzo Ferreri o della Chiesa delle Anime Sante o di maestosità come la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta o il complesso monastico di San Domenico arrivando anche a trovare monumenti unici nel suo genere come la Chiesa di Santa Maria del Soccorso detta anche “La Rotonda” per la sua forma cilindrica dovuta al torrione aragonese inglobato all’interno di essa.

Molti edifici storici però come detto prima vennero distrutti dai bombardamenti della II guerra mondiale o demoliti per altre ragioni. Per quanto riguarda le Chiese, vanno citate quelle di Sant’Andrea (bombardata durante la II guerra mondiale ma ricostruita presso la Via Principe Umberto in forme moderne per volere della “Confraternita dei Pescatori di Augusta”), di San Biagio (posta un tempo tra le Vie Roma e Epicarmo, demolita nella seconda metà dell’800 ma di cui rimane solo l’attiguo monastero – convitto dei Frati Eremiti dell’Ordine di Sant’Agostino noto ora come Palazzo San Biagio, mentre il “culto” è stato trasferito presso la Chiesa del Carmine), di Gesù e Maria (detta anche “Chiesa delle Tombe” collocata tra le Vie Garibaldi e Megara, distrutta durante la II guerra mondiale), della Santa Croce (posta presso Piazza Astorga assieme all’attiguo Convento – Ospedale, entrambi demoliti), di Santa Caterina (posta con l’adiacente Monastero delle Benedettine tra le Vie Roma, Principe Umberto e Piazza Duomo, demolita agli inizi del 900 assieme all’edificio monastico) di San Francesco (posta presso Via Generale La Ferla e demolita assieme al limitrofo Convento dei Cappuccini nei primi anni del 900 e sul sito originario venne edificato un edificio scolastico; il suo “culto” è stato trasferito prima presso la Chiesa di Santa Maria del Soccorso poi in quella moderna di Cristo Re), San Lorenzo (posta all’inizio della Via Principe Umberto e demolita nel 1940), Sant’Antonio Abate (posta presso la Via Cristoforo Colombo di fronte al Castello Svevo e demolita agli inizi del 900), San Pietro da Verona (posta tra le Vie XIV Ottobre e Garibaldi e demolita molto probabilmente agli inizi dell’800), di Sant’Eligio (tra le Vie Xiacche ed Epicarmo e demolita addirittura nel 1700), di Santa Maria dell’Itria (tra le Vie Roma ed Epicarmo demolita alla fine degli anni 50 in quanto molto probabilmente era piuttosto compromessa e di non facile restauro, il suo “culto” è stato trasferito presso la Chiesa delle Anime Sante) e del Salvatore (posta presso l’area di Terravecchia e demolita agli inizi del 900, in sostituzione ad essa vi è l’attuale Chiesa di Santa Barbara posta all’interno della Marina Militare); al di fuori delle mura sulla terraferma era posta anche la Chiesa della Madonna della Grazia (o “delle Grazie”) prima “Patrona di Augusta” (declassato a favore di quello consacrato a “San Domenico”) ma venne distrutta molto probabilmente prima del terremoto del 1693 (il “culto” ora è praticato presso l’attuale Chiesa della Madonna delle Grazie in Via Marina Levante).

Presso i siti in cui sorgevano queste chiese (ad eccezione di quelli delle Chiese del Salvatore e della Madonna delle Grazie) sono state poste delle lapidi a testimonianza della presenza di questi luoghi sacri.

Va anche detto che nel sottosuolo limitrofo all’area in cui sorgevano questi edifici sacri (in particolare le Chiese di Gesù e Maria, San Biagio, Santa Caterina e dei Cappuccini) ma anche nelle aree occupate dalle attuali chiese esistenti vi sarebbero ancora le cripte sepolcrali sotterranee, alcune di esse con ancora i corpi dei defunti al loro interno; fino ad ora sono state ritrovate le cripte della Chiesa Madre e delle Chiese di San Domenico e di Santa Maria Assunta, oltre quella della non più esistente Chiesa di Gesù e Maria, detta proprio “delle tombe” per la presenza di catacombe sotterranee. Tutti questi siti ora non sono più visitabili. 

Oggigiorno il centro storico augustano si presenta come un’area sopraelevata per via della sua originaria collocazione circondata da bastioni e mura difensive che seguivano un tempo gli attuali assi viari Viale Vittorio Veneto – Via Marina Ponente e Lungomare Paradiso – Via Xifonia – Via Marina Levante – Lungomare Ionio collocati rispettivamente ad ovest e ad est dell’isola, mentre il “cuore” del centro storico è formato dalla Via Principe Umberto e dalle strade limitrofe (Vie XIV e X Ottobre, Megara, Epicarmo, Garibaldi, Roma, Alabo, Generale La Ferla, Limpetra e della Rotonda) con una presenza di vicoletti e cortili di epoca medievale posti nella zona nord del centro a ridosso dell’area occupata dal Castello Svevo.


La Via Marina di Ponente.

La principale strada d’accesso al centro storico è la Via Giuseppe Lavaggi che, dopo aver superato l’area del Rivellino (in cui è posto il Monumento ai Caduti del Mare nella II guerra mondiale) e la Porta Spagnola con i limitrofi Bastioni difensivi noti come “Bastioni Santa Maria, San Francesco, San Carlo e Santa Teresa”, costeggia ad ovest il Castello Svevo tramite il Viale Vittorio Veneto. Da qui risaliamo la Via Cristoforo Colombo (oppure la Via XIV Ottobre) arrivando presso Villa Comunale di Augusta “Orso Maria Corbino”, grande area verde compresa di parco giochi, un palco in ferro battuto e una grande area interna in cui sono collocati alcuni monumenti di cui quello al Milite Ignoto intitolato ai caduti della I guerra mondiale e quello ai Caduti dell’Aria intitolato ai piloti morti durante la II; la villa era posta in quella che era la “Piazzaforte” ossia “piazza d’armi” del Castello Svevo di Augusta, il principale monumento cittadino raggiungibile dal parco tramite un corridoio formato dai bastioni sud del castello.


I bastioni spagnoli posti all’ingresso del centro storico di Augusta.


La Porta Spagnola di Augusta.


Il Castello Svevo di Augusta.

Tramite la Via Garsia arriviamo presso la Piazza San Domenico (costeggiata dalla Via XIV Ottobre) in cui si affacciano sia la Chiesa sia il Convento consacrati a “San Domenico Guzman” (Patrono di Augusta) ma anche costruzioni nell’area limitrofa tra la piazza e l’asse viario Via XIV e X Ottobre come i Palazzi Miraglia, Pignato – Cipriano – Astorga, Gulino o del Governatore (quest’ultimo appartenente agli ultimi governatori spagnoli di Augusta, i Velasco) passando per quella che era la cosiddetta “Piazza del Mercato” in cui è posto anche il retro della Canonica della Chiesa Madre di Augusta; da citare anche la presenza del moderno Palazzo delle Poste. Si può anche decidere di proseguire per la Via Marina Ponente costeggiando l’area cittadina del Porto di Augusta (vedi link nella pagina precedente) arrivando presso la Via Adua e l’adiacente Viale Eroi di Malta che si collegano con la Marina di Levante (vedi più sotto).


La Chiesa di San Domenico e il suo adiacente Convento.

Dall’area settentrionale del centro storico (di fronte alla villa comunale, raggiungibile sempre da Via XIV Ottobre) vi è la lunga Via Principe Umberto che è la strada principale del centro storico di Augusta in cui si affaccia la Piazza Duomo, la principale della città augustana in cui a sua volta vi sono la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, il Palazzo Comunale (che ospita la temporanea sede del Museo militare della Piazzaforte un tempo situato presso il Castello Svevo) e l’ex Badia delle Suore Benedettine. Presso questa strada si affacciano anche la Chiesa delle Anime Sante (in stile barocco) e di Sant’Andrea (ricostruita in forme moderne dopo esser stata distrutta durante la II guerra mondiale) nonché alcuni palazzi nobiliari quali i Palazzi Lavaggi – Traina, Omodei e Tumscitz e vari edifici in stile liberty come il Palazzo Franco. Con la Via Principe Umberto si incrocia con le Vie Garibaldi e Roma. Nella prima possiamo ammirare le Chiese settecentesche di Santa Maria Annunziata, San Giuseppe e l’ex Convento della Madonna del Carmine con l’attigua Chiesa nonché i Palazzi Daniele, Omodei – Martelli e Lavaggi; nella seconda possiamo ammirare i Palazzi Romeo, Migneco – Omodei – Patania, San Biagio e soprattutto l’elegante Palazzo Ferreri. Altre due vie intersecanti sono le Vie Limpetra, Generale La Ferla e Alabo in cui vi sono eleganti edifici privati. Parallele alla Via Principe Umberto sono le Vie Megara in cui sono collocati la Chiesa di San Sebastiano e il Palazzo Torresi, e Epicarmo in cui possiamo ammirare il Palazzo Zuppello (altro elegante palazzo barocco cittadino che ora ospita un albergo) e la costruzione nota come “Ricetta di Malta” di epoca seicentesca.


La Via Principe Umberto.


La Chiesa delle Anime Sante.


La Piazza Duomo con in primo piano la Chiesa Madre di Santa Maria Assunta e il Palazzo di Città.

La zona meridionale del centro storico augustano è cinta dalla Via della Rotonda in cui sorge la Chiesa di Santa Maria del Soccorso, detta della Rotonda per la sua forma; qui vi sono anche l’attuale Convento dei Cappuccini (quello originario di Via Generale La Ferla, come scritto in precedenza venne distrutta) e il vecchio Mattatoio comunale. A sud della Via Principe Umberto, delimitata dai pilastri dell’antica Porta di Terravecchia, vi è il Viale Risorgimento che conduce al quartiere sorto nell’area un tempo nota appunto come “Terravecchia” ora sede della Marina Militare di Augusta.

Da questa strada tramite il Viale Eroi di Malta (in cui vi è posta un’interessante area di verde pubblico) si costeggia la moderna Chiesa di Cristo Re (i cui attigui edifici ospitano il nuovo Convento dei Frati Cappuccini) arrivando presso il Lungomare Paradiso che assieme alle Vie Xifonia, Marina Levante e al Lungomare Ionio forma l’asse viario che costeggia la costa est dell’isola in cui sorge il centro storico augustano risalendo così verso nord. In questa zona possiamo ammirare le Chiese di San Francesco di Paola (la seconda più grande della città dopo la Chiesa Madre) e di Santa Maria delle Grazie che si affaccia presso la Piazza delle Grazie (collocata presso un antico bastione posto ad est del centro storico augustano), oltre ad uno splendido panorama sulla costa nordorientale di Augusta formata dal Capo Santa Croce. Al termine di questa zona ritorniamo presso l’area del Castello Svevo in cui è collocato il Ponte Federico II di Svevia che, scavalcando un considerevole tratto marino, rappresenta la via più rapida per uscire ed entrare nel centro storico augustano. 


Il Lungomare Paradiso.


Il Ponte Federico II di Svevia.

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