Augusta, Chiesa e Convento di Santa Maria delle Grazie (Ex Ospedale – Orfanotrofio “Opera Pia Zuppello – Parisi – Santangelo”)

Augusta

Chiesa e Convento di Santa Maria delle Grazie
(Ex Ospedale – Orfanotrofio “Opera Pia Zuppello – Parisi – Santangelo”)

Tra le Via Marina di Levante, Orfanotrofio e Reno, presso lo spiazzale noto come “Piazza delle Grazie” posto all’imbocco del Lungomare Ionio (collocato presso un’antico bastione difensivo) è posta la Chiesa di Santa Maria delle Grazie (consacrata all’antica “Patrona di Augusta” prima della diffusione del culto di “San Domenico”) assieme al suo ex Convento. Anticamente questa chiesa era considerata come la principale dell’ordine francescano della città di Augusta dato che essa era sede di un importante Convento occupato dai Frati Minori Osservanti (ordine monastico di tipo appunto francescano). Dopo il decreto di eversione dell’asse ecclesiastico redatto nel 1866 dall’allora Regno d’Italia, i locali del Convento dei Frati Minori Osservanti il Convento ospitò la nuova sede dell’Ospedale di Augusta (che prima era collocato presso la Piazza d’Astorga nel retro della Chiesa Madre di Santa Maria Assunta). L’Ospedale venne poi trasferito nell’odierna sede di Contrada Granatello mentre il Convento divenne sede distaccata del Giudice di Pace di Siracusa divenendo la “Pretura” di Augusta, mentre una piccola parte di esso ospitò un orfanotrofio retto da un’Opera Pia fondata da esponenti della famiglia Zuppello (ramo Zuppello – Parisi – Santangelo) che si occupava dei bambini orfani; oggigiorno i locali dell’ex orfanotrofio (collocati appunto nella limitrofa Via Orfanotrofio) ospitano le sedi di associazioni benefiche augustane.

La Chiesa della Madonna delle Grazie presenta una facciata molto semplice caratterizzata da un unico portale rettangolare la cui unica decorazione è data dalla “cornice” in pietra bianca formata da due pilastri che sostengono un architrave piuttosto semplice. Ai lati del portale vi sono due finestrelle quadrangolari anch’esse recanti una “cornice” in pietra iblea presso cui vi sono ubicati due pregevoli lampioncini in ferro battuto. Sopra il portale vi è solo una semplice finestra rettangolare. Completano la facciata il frontone triangolare e una piccola torretta campanaria. A lato della facciata vi è un’edicola votiva consacrata alla “Madonna delle Grazie” sovrastata da una “Croce”.

L’interno della Chiesa invece presenta un’unica ma fastosa Navata che stona nettamente con l’estrema semplicità della facciata esterna del luogo sacro. Qui possiamo ammirare lo splendido Altare Maggiore marmoreo sopra cui troneggia uno splendido “Crocifisso” ligneo, importante opera d’arte seicentesca miracolosamente scampata alla furia distruttrice del terremoto del 1693. Presso l’Abside vi sono due splendide vetrate artistiche.

Nelle pareti laterali possiamo ammirare il dipinto seicentesco raffigurante la “Madonna delle Grazie” (anch’esso miracolosamente scampato al terremoto del 1693), la bella statua che raffigura la “Madonna Immacolata” (che ogni anno viene portata in Processione durante una solenne festività) nonché il “Crocifisso” snodabile utilizzato durante le funzioni pasquali della “Scisa ‘a Cruci” e la seguente Processione del Venerdì Santo. All’interno della chiesa vi sono posti alcuni monumenti funebri in marmo policromo, oltre ad altre opere d’arte sacra.

L’attiguo Convento è formato da un semplice prospetto recante due portoncini rettangolari e varie finestre della medesima forma; qui vi sono formelle raffiguranti “Gesù” e “Maria” poste presso la facciata. All’interno vi sono gli uffici della Pretura di Augusta posti presso l’area conventuale formata da studio, refettorio e celle abitative, che si affacciano presso il Chiostro interno dell’edificio.

Nei pressi della limitrofa Via Orfanotrofio, un cancello monumentale ci conduce all’interno dell’Opera Pia Zuppello – Parisi – Santangelo, nata con lo scopo di accudire gli orfani che qui venivano abbandonati. Oggigiorno come detto prima, vi operano varie associazioni benefiche che si occupano dell’aiuto dei poveri augustani.

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