Augusta, Faro Santa Croce

Presso l’area di Monte Sant’Elena (raggiungibile da Augusta tramite la Via Sant’Elena) vi è posto il cosiddetto “Faro Santa Croce” posto sulcapo roccioso posto presso l’estremità orientale del cosiddetto “Monte Tauro” noto appunto come “Capo Santa Croce”. Si tratta di uno dei tre importanti “fari nautici a luce bianca” della Provincia di Siracusa (gli altri due sono il Faro del Plemmirio posto a sud di Siracusa presso il Capo Murro di Porco e il Faro di Cozzo Spadaro posto presso Portopalo di Capo Passero presso l’estrema punta meridionale della Sicilia).


Il maestoso Faro Santa Croce.

Il faro è collocato su un’alta protuberanza rocciosa circondata da profondi anfratti caratterizzati da un mare piuttosto limpido. Una popolare leggenda si dice che qui sbarcò “Sant’Elena” colei che scoprì la “Croce di Cristo” (nonché madre dell’imperatore Costantino) che, mentre navigava da Gerusalemme a Roma con la sua imbarcazione proprio con a bordo la “Croce”, venne colta da una tremenda tempesta presso l’attuale costa a nord di Augusta e decise di gettare un pezzo della Croce in mare fermando così la tempesta dando vita ad un evento miracoloso. “Sant’Elena” approdò quindi verso il Capo Santa Croce decidendo di costruire un’edicola votiva formata da una grossa “Croce” di pietra. Molti secoli dopo adiacente a questa croce venne costruita anche una piccola Chiesa sul luogo in cui vennero rinvenute le presunte “impronte” di “Sant’Elena”. Sia la Croce che la Chiesa crollarono molto probabilmente in seguito al terremoto del 1693 e di essi rimasero solo il basamento in cui venne collocata la “Croce” e molto probabilmente qualche rudere della chiesa (posto adiacente all’attuale Faro Santa Croce”) mentre delle “Impronte di Sant’Elena” si sono perse le tracce.

Presso il luogo in cui venne eretta la “Croce” venne costruito l’attuale Faro nell’anno 1856 per volere dei Borboni che intendevano segnalare la presenza ai naviganti dei porti di Brucoli e di Augusta facendo in modo di avere un segnale visivo della costa a nord di Siracusa. Assieme al faro venne costruito anche un adiacente casale che serviva come stalla per il ricovero degli animali (cavalli o asini) che permettevano il collegamento ad Augusta o ad altre città limitrofe. L’edificio presso cui è collocato il faro è composto da una palazzina ad unico ordine con ingresso arcuato e finestre rettangolari; questo edificio ospita laboratori scientifici appartenenti all’I.RI.M (Istituto scientifico di Ricerca Marina), ente appartenente all’Università di Catania. Al centro si innalza la torre a sezione circolare sopra cui è posta la potente “luce” del Faro Santa Croce in grado di segnalare alle imbarcazioni di ogni stazza la presenza degli impianti portuali augustani e del piccolo porto – canale di Brucoli. La luce di questo faro è visibile nelle ore notturne sia dalla costa catanese (in maniera speciale dal belvedere dell’Etna) che da quella siracusana (Targia – Santa Panagia) nonché dalle aree priolesi (Penisola Magnisi) e melillesi (Belvedere di Viale Italia).

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