Augusta, Hangar dei Dirigibili e Parco Ecologico (Ex Idroscalo Militare “Luigi Spagnolo”)

Augusta

Hangar dei Dirigibili e Parco Ecologico
(Ex Idroscalo Militare “Luigi Spagnolo”)

Da Augusta raggiungiamo la S.P. 193 (ex SS 193 Villasmundo – Augusta) che conduce alle aree marittime ad ovest della città augustana occupate dal Fiume Mulinello arrivando presso la Contrada Costa Pisone. Di fronte ai capannoni della Sicily Fruit vi è posto l’ex Aeroporto Militare “Luigi Spagnolo” di Augusta che svolgeva le funzioni di idroscalo, all’interno del quale è collocato il maestoso Hangar dei Dirigibili, considerato come uno dei principali monumenti della città augustana e come uno dei principali hangar per dirigibili d’Italia.


La maestosa struttura dell’Hangar dei Dirigibili vista da Augusta.

Esso sorge di fronte agli impianti portuali ubicati in prossimità della foce del Fiume Mulinello e a poca distanza dal cantiere navale Golden Bay (il cui accesso è posto sempre presso la S.P. 193 all’altezza dell’area artigianale nota come “Meccano I e II”). Esso è considerato come uno dei più importanti monumenti legati all’Aviazione Italiana civile e militare, ma anche come l’unico Hangar per dirigibili al mondo a possedere l’intera struttura portante in cemento armato.

L’Hangar venne progettato dall’ingegnere brindisino Antonino Garboli e costruito a partire dal 1917 per ospitare dirigibili e aerei militari. Ma la costruzione dell’Hangar venne completata nel 1920 un anno dopo la “Pace di Versailles”, con cui si stabilirono i vincitori (tra cui l’Italia) e gli sconfitti della “Grande Guerra” (così venne chiamato il primo conflitto mondiale dall’opinione pubblica di allora, anche se la vera e propria “Grande Guerra” arrivò nel 1939 con lo scoppio della II guerra mondiale). L’Hangar così venne adibito per ospitare dirigibili che effettuano voli civili tra la Sicilia e le altre regioni d’Italia e d’Europa. Oltre all’Hangar inoltre vennero costruiti locali per gli ufficiali dell’Aviazione, capannoni in cui riporre acqua, viveri e carburante, postazioni per ospitare gli aerei da guerra, officine per la manutenzione di dirigibili e aerei e postazioni radar e radiofoniche. Lo specchio d’acqua antistante l’Hangar venne adibito ad idroscalo in cui ospitare i cosiddetti “Idrovolanti” (grossi aerei che venivano ormeggiati in acqua) che più avanti venne intitolato al pilota Luigi Spagnolo caduto in battaglia. Durante la II guerra mondiale l’Hangar ospitò molti mezzi aerei dell’Asse (l’unione tra forze armate fasciste, naziste e giapponesi voluta da Hitler e Mussolini) fino a quando gli Alleati Angloamericani non conquistarono Augusta. L’Hangar non venne distrutto come le altre infrastrutture militari durante i bombardamenti alleati, ma utilizzati da inglesi e americani nel secondo dopoguerra, in particolare da una compagnia civile inglese che effettuava voli tra l’Africa e l’Inghilterra facendo tappa però presso l’idroscalo megarese. Dal 1958, salvo un breve utilizzo da parte della Guardia di Finanza, l’Hangar venne abbandonato a se stesso divenendo meta per vandali e graffitari, fino a quando associazioni locali (quali l’associazione Hangar Team Augusta, sito web www.hangarteam.it) si sono occupate della pulizia e della messa in sicurezza del sito cercando di renderlo fruibile ai visitatori. Si era parlato anche di un’interessamento dell’Unesco per la salvaguardia dell’hangar ma molto probabilmente si era trattato di dicerie locali. Oggigiorno l’area dell’Hangar è chiusa ai visitatori (anche se è possibile entrare da “passaggi” posti vicino al cancello d’ingresso dell’ex idroscalo.

Lo spazio in cui è posto l’hangar è collocato in un’ex area militare delimitata da un lungo muro sorretto da eleganti pilastri facenti capo ad un interessante cancello d’ingresso delimitato da alcuni casotti di guardia che conduce a sinistra dell’hangar e all’ex caserma al suo interno (i cui edifici sono abbandonati e in rovina). Da qui percorriamo una stradina che ci conduce di fronte all’hangar.

L’edificio che ospitava l’hangar si presenta come un parallelepipedo ricoperto da una tettoia semi cilindrica la cui superficie totale misura circa 105 metri quadri che comprende imponenti pilastri in cemento armato che sorreggono quest’imponente struttura. Nel prospetto frontale vi è una gigantesca saracinesca in ferro laminato, ormai arrugginita dalla salsedine marina. Di fronte all’hangar vi è il grande spazio di manovra nonché di volo, il tutto circondato da un bosco di palme ed eucalipti che formano quello che dovrebbe essere un “parco ecologico” che dovrebbe comprendere un’area di ritrovo turistico – culturale molto importante per i turisti che volessero visitare Augusta (che tramite alcuni sentieri dovrebbe essere anche collegata all’area archeologica delle Catacombe del Mulinello).


L’esterno dell’Hangar dei Dirigibili.

A sud dell’hangar, presso la riva che si affaccia sul Porto di Augusta, è posto l’ex idroscalo recante ancora i locali di controllo dello scalo aereo augustano (ormai abbandonati) e i serbatoi idrici e per il carburante dei velivoli mentre lo spazio marittimo è delimitato da un piccolo molo; qui possiamo ammirare le antiche gru di carico che servivano per la manutenzione degli idrovolanti. Anche quest’area è da restaurare e da rendere fruibile ai turisti (scalo turistico per poter visitare i Forti Garcia e Vittoria e la Torre Avalos?).


L’interno dell’Hangar dei Dirigibili.

All’interno vi è innanzitutto il grande spazio centrale in grado di ospitare dirigibili fino a 12000 metri cubi e i locali appartenenti all’Aviazione. Oggigiorno vi è la speranza che quest’importante monumento venga del tutto restaurato e rivalutato, si consiglia a chi lo volesse visitare di aver rispetto di questo importante testimonianza dell’importante ruolo logistico e militare che deteneva la città megarese fino agli anni 50 del 1900.

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