Augusta, Ponte Vecchio e Rivellino (“Ponti di Campagna”, Rivellino Quintana, resti della “Porta di Terra” e dei Bastioni della Borgata)

Augusta

Ponte Vecchio e Rivellino
(“Ponti di Campagna”, Rivellino Quintana, resti della “Porta di Terra” e dei Bastioni della Borgata)

Dopo aver percorso l’asse viario Viale Italia – Via Giovanni Lavaggi, arriviamo presso il vertice sud della penisola in cui è posta l’area moderna di Augusta nota come “Borgata”; qui vi è l’accesso all’isola in cui è posto il centro storico della città, raggiungibile dal cosiddetto “Ponte Vecchio”, che è uno dei più importanti monumenti della città di Augusta. Esso venne edificato alla fine del 1800 per sostituire antichi pontili di accesso di tipo levatoio; esso è ancora noto come “I Ponti di Campagna” scavalcando lo specchio d’acqua chiamato “La Tagliata” che separa i quartieri moderni sulla terraferma dal centro storico; non è un braccio marittimo naturale ma bensì un canale creato nel 1671 per costituire un “fossato” difensivo formato da bastioni difensivi e dai cosiddetti “Rivellini”.

I Rivellini erano degli isolotti artificiali costruiti nel 1682 in seguito al potenziamento delle fortificazioni curato dall’architetto militare di origine olandese Carlos De Grunenberg che sorgevano nello specchio d’acqua antistante il Castello Svevo, che servivano come avamposti difensivi utilizzati per proteggere l’unico accesso diretto alla città megarese ma anche da “raccordo” tra la terraferma e la città circondata dal mare. Essi erano in tutto tre; “Rivellino della Quintana”, “Rivellino di Sant’Anna” e “Rivellino di Santo Stefano”.

L’unico rimasto integro di questi rivellini (che resistettero assieme a tutte le opere di fortificazione alle scosse sismiche del terribile terremoto dell’11 Gennaio 1693 ma che vennero demoliti tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900 per permettere l’espansione urbana della città, non senza polemiche da parte degli augustani di allora) è quello della “Quintana”, che oltre a sostenere il ponte nella sua parte centrale, fungeva da avamposto militare assieme agli altri due rivellini ormai andati perduti. Un tempo qui vi sorgeva la cosiddetta “Porta di Terra”, ormai andata distrutta visto che ormai resta solo una minima porzione che possiamo ammirare sulla nostra sinistra; si tratta di un basamento di colonna tortile che doveva formare una grande porta molto simile alla cosiddetta “Porta Ligny” posta un tempo all’ingresso dell’isola di Ortigia ma demolita alla fine dell’800 così come venne demolita la Porta di Terra posta sul Rivellino di Augusta.

Nella parte meridionale dell’attuale Borgata presso l’area sud dell’area militare di “Campo Palma” vi sono ancora i bastioni difensivi di terra (che sono visibili alla nostra destra) che delimitavano un’altra porta d’ingresso nota come “Porta Madre di Dio” (demolita anch’essa) chiamata così perché in questa zona (molto probabilmente a ridosso del Lungomare Rossini) vi era posta la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, prima Patrona di Augusta ma il cui culto decadde in favore di “San Domenico”.

Oggi il Rivellino, attraversato dal ponte (provvisto di campate arcuate che sono state ampliate per permetterne il completo passaggio degli autoveicoli) è utilizzato come un piccolo “punto panoramico” caratterizzato da un piccolo giardino, si presenta come un “cuneo” in cui alla nostra sinistra possiamo ammirare i resti della “Porta di Terra” (un basamento di colonna tortile) e invece a destra il “Monumento ai Caduti del Mare” (vedi link nella pagina precedente per saperne di più). Da entrambi i lati del Rivellino possiamo godere di un ottimo panorama sul mare di Augusta oltre ad avere una dettagliata visuale su quel che resta oggi dei maestosi bastioni difensivi della città megarese.

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