Augusta, Porta Spagnola

Augusta

Porta Spagnola

Al termine della Via Giovanni Lavaggi concomitante con la fine del “Ponte Vecchio” posto a collegamento tra la zona nuova e il centro storico di Augusta, troviamo la cosiddetta “Porta Spagnola”, considerata come uno dei monumenti più rappresentativi della città di Augusta, il vero e proprio “simbolo” per eccellenza della città assieme al limitrofo Castello Svevo, difatti se si pensa subito ad Augusta il pensiero va appunto alla sua elegante porta d’ingresso.


La Porta Spagnola posta all’ingresso del centro storico di Augusta.

Questo monumentale portico di accesso, il cui nome originario è “Porta di Santo Stefano” per via di colui che la fece edificare, il Viceré spagnolo di Sicilia Francesco Benavides IV di Santo Stefano (mentre il nome “Porta Spagnola” gli venne dato popolanamente dagli augustani) è appunto uno dei più importanti sotto il profilo storico proprio al par del Castello Svevo, che rimane il simbolo della potenza militare della città di Augusta sotto Federico II di Svevia; la Porta Spagnola invece è il simbolo del prestigio di cui godeva la città augustana durante il periodo di dominazione spagnola della Sicilia che durò dalla fine del 1400 fino agli inizi del 1700 per poi ritornare (dopo un breve periodo in mano ai Savoia) in mani relativamente “spagnole” sotto i Borbone (che anche se erano reggenti del Regno delle Due Sicilie con capitale Napoli, erano sempre di stirpe spagnola legati ai Borbone di Spagna).

Progettata intorno al 1680 dall’architetto militare olandese Carlos De Grunenberg per volere del Viceré Francesco Benavides IV, questa porta dal sontuoso portale d’ingresso ha resistito miracolosamente a terremoti, guerre e soprattutto all’incuria delle passate istituzioni. La Porta Spagnola era il principale accesso alla città megarese ed era collegata alla “Porta di Santa Maria” (andata distrutta) da un sistema di ponti levatoi che tramite il “Rivellino” (posto nel fossato noto come “La Tagliata” che andò a formare l’attuale “isola” in cui è posto il centro storico augustano, mentre prima vi era una lunga penisola) su cui sorgeva la “Porta di Terra” (di cui resta solo un basamento di una colonna tortile che formava il pilastro sinistro di essa); il tutto circondato da bastioni difensivi da cui partiva una cinta muraria mura che circondava l’unica via d’accesso all’isola in cui sorge l’attuale centro storico cittadino. Dopo la demolizione delle mura circostanti, la Porta Spagnola venne risparmiata dall’opera di demolizione assieme a parte dei bastioni difensivi divenendo come una sorta di “Monumento” posto a ricordo del periodo spagnolo. Dopo i bombardamenti della II guerra mondiale, la Porta (che rimase miracolosamente intatta) divenne oggetto di alcuni lavori di manutenzione. Il “Terremoto di Santa Lucia” (13 Dicembre 1990) danneggiò in maniera piuttosto grave la struttura portante della Porta Spagnola, che rischiava di crollare andando poi a perdersi come le altre due porte cittadine (“Porta di Terra” e “Porta di Santa Maria”). Dopo un lungo restauro terminato nel 2005, la Porta Spagnola ha acquisito lo splendore di un tempo anche grazie alle tecniche di restauro che hanno fatto in modo di dare risalto alla pietra bianca e ai bassorilievi che caratterizzano quest’importante monumento seicentesco.


Particolare della Porta Spagnola di Augusta.

La Porta Spagnola, posta nei pressi di un bastione “a tenaglia” noto come “Bastione San Francesco” (vedi link “Resti delle Fortificazioni Spagnole” posto nella pagina precedente) presenta una struttura portante di forma trapezoidale (molto simile a quella della contemporanea ma più maestosa e purtroppo non più esistente “Porta di Ligny” che un tempo sorgeva all’ingresso dell’antica città di Siracusa, a quel tempo relegata all’interno dell’isola di Ortigia, suo attuale centro storico) e un tempo era attaccata ai due bastioni a nord dell’isola di Augusta (è stata “staccata” da quello di nordovest per formare un “corridoio veicolare” per accedere all’isola – centro storico, mentre per uscirne bisogna passare proprio al di sotto della porta). Al centro è posto l’arco che delimitava l’ingresso nella parte vecchia della città megarese. Alla sommità dei monumentali pilastri di tipo bugnato che sorreggono l’architrave vi sono dei contrafforti a spirale che recano due mascheroni grotteschi sopra cui vi è lo scudo scolpito in bassorilievo raffigurante lo stemma del Viceré Francesco Benavides IV. Nell’architrave centrale (di forma trapezoidale) vi è un grande mascherone grottesco sopra cui vi è una targa in marmo riportante un’iscrizione in latino che sancisce la fine della costruzione delle opere difensive augustane citando oltre al Viceré Francesco Benavides anche l’allora sovrano dei tutto l’allora Impero di Spagna che comprendeva anche la Sicilia, l’Imperatore Carlo II di Asburgo – Spagna, ponendo a protezione Augusta e il suolo italiano e la sua cristianità (riferendosi al pericolo di assalti saraceni di fede musulmana). La Porta Spagnola è infine coronata dal sontuoso bassorilievo raffigurante lo stemma della Casa Reale degli Asburgo di Spagna sorretto da due grifoni alati. A sinistra della Porta Spagnola vi è un piccolo portico arcuato che fungeva da “porta secondaria”.


Particolare degli stemmi e dell’iscrizione posti sulla Porta Spagnola.

L’interno della porta presenta robusti contrafforti formati da grossi blocchi di pietra che si alternano a “strati” la cui dimensione va a diminuire verso l’interno facendo da “struttura portante”; sulla nostra destra è posta un’apertura rettangolare chiusa da un cancello che molto probabilmente fungeva da postazione di guardia facente capo al limitrofo “Bastione San Francesco”.

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