Augusta, Punta Izzo (Lidi balneari della Marina Militare – *Scogliera di Punta Izzo – *Grotta del Monaco e siti rupestri funerari e militari – Panorama sul Golfo Xifonio)

Augusta

Punta Izzo
(Lidi balneari della Marina Militare – *Scogliera di Punta Izzo – *Grotta del Monaco e siti rupestri funerari e militari – Panorama sul Golfo Xifonio)


La scogliera di Punta Izzo.

A sudest del Monte Tauro vi è un’importante area marina augustana posta presso la zona nota come “Punta Izzo” che va a chiudere l’insenatura posta a est della città di Augusta nota come “Golfo Xifonio”, chiamato così dal toponimo “Xiphonia” riconducibile ad un centro abitato di origine greca che in passato occupava l’attuale isolotto in cui è posto il centro storico di Augusta. Quest’area, che ospita l’area balneare nota come “I Lidi” (appartenente alla Marina Militare ma aperta anche ai cittadini augustani) è raggiungibile da Augusta sia tramite la S.P. 61 Monte Tauro Sant’Elena (imbocco da Via Aldo Moro) sia dal Lungomare Granatello andando ad est delle Saline, in ogni caso bisogna accedere tramite la Via Milano per quanto riguarda l’area dei “Lidi”, mentre per la scogliera ad est bisogna seguire la strada che dai “Lidi” conduce alle “Batterie di Punta Izzo” e ai suoi siti rupestri posti ad est dell’area dei “Lidi”. Un tempo quest’area era feudo della famiglia augustana Tumscitz ma poi venne acquisita dalla Marina Militare Italiana con sede ad Augusta facendone dapprima un’area in cui erano poste batterie contraeree ma poi dopo la II guerra mondiale la zona divenne “area balneare” dapprima riservata solo ai militari e alle loro famiglie, ma poi man mano usufruibile anche dal resto dei cittadini augustani. Per poter visitare tutta questa zona (ad eccezione dei Lidi) bisogna chiedere informazioni o al Comune di Augusta (assessorato turismo), o al personale dei Lidi oppure ad associazioni culturali – naturalistiche locali (Natura Sicula, Marilighea ecc…) facilmente reperibili su internet (va detto che gli augustani vorrebbero volentieri che la zona che va da Punta Izzo fino a Punta Sant’Elia, facente parte della Marina Militare, sia di libero accesso e che queste aree nonostante i divieti di accesso senza autorizzazione vengono ugualmente “visitate” entrando di straforo da vari accessi nonostante reticolati e recinzioni). L’area però è raggiungibile se si ha a disposizione una qualsiasi imbarcazione oppure (opzione molto sconsigliata) andare a piedi costeggiando la scogliera a sud di Capo Sant’Elena ad ovest della punta nota come “Capo Sant’Elia” (posta ad est di Punta Izzo).

L’area di Punta Izzo è una bella zona marina augustana che giuridicamente appartiene alla Marina Militare comprendendo lidi balneari riservati agli ufficiali e ai sottufficiali in istanza presso Augusta, infatti i cosiddetti “Lidi” si dividono in “Lido Sottufficiali” (posto nella zona ovest) e “Lido Ufficiali” (posto in quella ad est) riportanti l’omonima dicitura; entrambi i “Lidi” sono posti in un’area a fondale misto (sabbioso e roccioso) e provvisti di cabine private e aree di ristoro, nonché un piccolo molo e alcuni pontili di approdo per piccole imbarcazioni.

Dalla parte alta dei “Lidi” (costeggiata dalla Via Ancona) che forma l’altopiano roccioso dell’area di Punta Izzo possiamo ammirare uno splendido panorama della città di Augusta, del Golfo Xifonio (parola proveniente dal termine greco “Xiphonium” che significa “Fonte”, da cui deriverebbe il nome “Xifonia” dato ad un piccolo villaggio di epoca greca che un tempo sarebbe stato ubicato sul’isolotto in cui è posto il centro storico augustano) in cui sono ubicate le aree costiere note come “Badiazza” e “Paradiso”, del Capo Santa Croce con il suo faro, ma soprattutto una bella vista sul Mare Ionio e dell’area iblea dei Monti Climiti su cui è adagiata Melilli, fino a Capo Santa Panagia a sud in cui è collocata la periferia nord di Siracusa.

L’area ad est dei lidi, che è formata dalla vera e propria “Punta Izzo”, è quella in cui vi sono posti i resti delle batterie contraeree dell’esercito italiano che però vennero tolte alla fine della guerra; i siti delle batterie sono collegati da cunicoli scavati nella roccia che fanno ancora parte di un’area di interesse militare.

Proseguendo per la strada ad est dei lidi, superiamo la Punta Izzo per arrivare presso un breve promontorio posto tra le Contrade Carrubbazza a nord e la scogliera di Punta Sant’Elia a sud, in cui sono collocati diversi siti rupestri di cui quello più importante è formato dalla cosiddetta Grotta del Monaco, chiamata così perché qui in passato (periodo bizantino?) vi viveva un frate eremita di cui non si conoscono le generalità anche se una vecchia leggenda augustana diceva che qui vi era la statua di un “Monaco” che indicava un punto della grotta in cui si presumeva vi fosse nascosto un tesoro (formato da monete, gioielli ecc…) fino a quando la statua venne divelta (e forse anche rotta) e dal sito in cui era posta invece del tesoro sgorgò una fonte di acqua dolce (ormai prosciugata).


L’interno della Grotta del Monaco di Punta Izzo.

La Grotta del Monaco, nota anche come “A Rutta Longa” (ossia “La Grotta Lunga”), comunque sia è una cavità di tipo carsico scavata dalle acque meteoriche che hanno modellato durante i millenni passati le pareti interne di questa interessante caverna percolando tra la friabile roccia calcarea formata da due ingressi, uno naturale a forma trapezoidale, e un’area ricoperta da una struttura in muratura con ingresso e finestre che andava a formare una “casa – grotta”. All’interno di questa caverna possiamo ammirare splendide sculture naturali (stalattiti, colonne e stalagmiti) ma anche un abbeveratoio a sezione circolare scolpito (o dallo stesso eremita o dal “padrone” della grotta) che serviva a raccogliere l’acqua che colava (e che cola tuttora) dalla volta della caverna. Nei pressi della Grotta del Monaco vi sono altri siti rupestri che formavano insediamenti abitativi e/o sepolcrali di epoche varie.


Siti rupestri posti presso Punta Izzo.

Per visitare queste aree rupestri oltre ad avere il permesso della Marina Miltare, bisogna innanzitutto essere esperti in speleologia e soprattutto non soffrire di patologie neurologiche, cardiovascolari e ossee; va detto infine che bisogna visitare la grotta solo in caso di giornate serene.

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