*Augusta, Saline di Augusta (Saline Ovest – Saline Est – Saline Sud)

Cenni principali e storici sulle Saline di Augusta

A nord dell’attuale città di Augusta troviamo parte delle antiche Saline della città che un tempo occupavano buona parte dell’attuale periferia nord del centro abitato augustano essendo per lunghissimi secoli la maggior fonte di guadagno dell’area augustana prima dello sviluppo dell’industria petrolchimica difatti dopo il primo dopoguerra le saline man mano smisero di essere in funzione fino al 1979, anno in cui cessò del tutto la produzione. Le vaste saline erano divise tra loro e comprendevano anche i vecchi impianti posti alla foce del Fiume Mulinello presso l’area del Porto Commerciale di Augusta.

La presenza di queste saline si perde nella notte dei tempi, secondo alcuni fonti storiche esse erano funzionanti in epoca greca e romana ed erano di proprietà dell’antica Siracusa, difatti anche Plinio il Vecchio le cita in un suo testo. L’attività di questa salina non cessò neanche in epoca medievale, lo stesso Federico II apprezzava le doti del cosiddetto “Sale Megarese”. Facendo un salto secolare, arriviamo nel 1800, quando queste saline vennero divise in vari lotti che vedremo più sotto, dotati di vasche naturali in cui veniva ricavato il sale facendo evaporare l’acqua marina che, evaporando, depositava il pesante cloruro di sodio (sale) sotto forma di cristalli mentre le altre molecole dell’acqua (idrogeno e ossigeno) si dissolvevano sotto la forte calura del sole siciliano. Nonostante l’attraversamento ferroviario della linea Siracusa – Catania, le Saline di Augusta producevano ampie quantità di ottimo sale marino da cucina facendo in modo che un grosso mucchio di sale sia reso gratuito per i cittadini augustani mentre gli altri venivano caricati presso l’allora porto (o tramite la ferrovia) e trasportati in altre zone della Sicilia o dell’Italia. A causa di violente alluvioni che si abbatterono ad Augusta tra la fine dell’800 e i primi anni del 900, nelle saline venne a depositarsi molta melma per cui divenne quasi impossibile ricavare sale mettendo così in ginocchio l’economia che ruotava attorno alla produzione e alla vendita del sale marino augustano fino a quando le saline non vennero ripulite facendo ripartire la produzione di sale. Con la II guerra mondiale gli impianti limitrofi alle saline vennero bombardati, ma vennero ricostruiti nel dopoguerra. A partire dagli anni 50 le Saline di Augusta si posero in concorrenza con quelle nettamente più grandi e più attrezzate di Trapani e Marsala (Sicilia occidentale), e con quelle di Margherita di Savoia (Provincia di Barletta – Andria – Trani) con ottimi risultati. Grazie alla crescente notorietà di cui godeva, il sale proveniente da questi impianti di salificazione venne esportato via mare verso alcune nazioni dell’Europa centro – settentrionale, ma anche in altre nazioni ubicate in Asia e in Africa, ma dopo qualche anno, le saline chiusero poiché l’economia megarese si dimostrò più interessata alla trasformazione e al commercio dei prodotti petrolchimici e anche perché a causa degli scarichi inquinanti nel mare augustano e al crescente traffico di navi petrolifere, mercantili ecc… la qualità delle acque scese e non era più possibile produrre sale di qualità. Le saline, perlomeno quelle che erano rimaste aperte mentre altre vennero “interrate” in seguito alla rapida espansione urbana di Augusta, vennero chiuse definitivamente nel 1979.

Esse erano note come: “Saline Migneco – Lavaggi” poste a nordovest di Augusta presso l’ingresso cittadino venendo dalla SS 193 note anche come “Saline Ovest”; “Saline Comunali” o “Regina” (che tuttora sono le più grandi) poste a nordest di Augusta nei pressi delle Contrade Scardina e Granatello e quindi note come “Saline Est”; “Saline Castellino” o “Pantano Daniele” poste presso l’attuale area urbana nota come “Borgata” (non più esistenti). Oggigiorno rimangono solo parte delle “Saline Ovest” e le “Saline Est”.

Oggigiorno le Saline di Augusta sono state catalogata sia come “Zona di Interesse Comunitario”, sia come “Zona di Protezione Speciale” dall’Unione Europea per via della biodiversità di quest’importante ecosistema acquatico, considerato una vera e propria “Isola biologica” in contrapposizione ai colossali impianti petrolchimici che occupano l’intera costa a sud di Augusta e inoltre quest’area è stato posta sotto la tutela del WWF. 

Presso di esse possiamo ammirare un’interessante flora acquatica formata da Canneti, Giunchi e vari tipi di piante sottomarine. La fauna è anch’essa importante composta principalmente da pesci (anguille, cefali, spigole), anfibi (rane, rospi e raganelle), rettili (bisce d’acqua e lucertole), mammiferi (perlopiù topi di campagna, gatti selvatici e qualche esemplare di volpe) e soprattutto moltissimi volatili che popolano le saline nei periodi di migrazione (primavera e autunno). Essi si dividono in uccelli acquatici (cicogne, gallinelle d’acqua, beccacce di mare, aironi, Cavalieri d’Italia, trampolieri, anatre, cigni, folaghe, cormorani, martin pescatori certe volte anche fenicotteri rosa), passeriformi (cardellini, verdoni, pettirossi ecc…), rapaci (falco di palude, poiane) e di altre specie quali colombi, tortore, gazze, merli e gabbiani solo per citarne alcuni.

Saline Ovest di Augusta “Migneco – Lavaggi”


Foto delle antiche Saline Migneco – Lavaggi con le sue case sommerse.

All’ingresso di Augusta dalla SS 193 Villasmundo – Augusta (strada a scorrimento veloce che si collega con l’Autostrada Catania – Siracusa) raggiungiamo l’ingresso della città augustana presso l’area nota come “Palazzo di Vetro” e, alla rotatoria imbocchiamo la Via Pio La Torre fino a quando troviamo un sentiero sterrato alla nostra destra che conduce all’area delle ex Saline Ovest di Augusta nota anche come “Migneco – Lavaggi” poiché appartenevano alle omonime famiglie nobiliari augustane.

Un tempo queste saline si espandevano anche all’estrema periferia nord di Augusta presso le aree di Piazza America nell’area nota come “Fontana” (difatti era nota come “Salina Fontana”) e Cozzo delle Forche (fine dello scorrimento veloce della SS 193 ed erano note come “Vittoria” e “Nuova”) ma ora non sono più esistenti poiché hanno lasciato spazio a terreni agricoli e ad attività industriali. Di esse sono esistenti quelle a ridosso di Via Pio La Torre note come “Salina Regia Corte” e quelle di fianco al Cantiere Navale Golden Bay (il cui ingresso è posto di fronte all’area artigianale “Meccano 2) nota come “Salina Arcevia”.

La “Salina Regia Corte” è quella più interessante perché oltre alle vasche in cui l’acqua marina veniva lasciata ad evaporare per ottenerne lastroni di sale, alle canalizzazioni per il deflusso delle acque e ai resti di alcuni mulini a vento (noti come “Machini a Ventu”) che servivano per macinare il sale e renderlo trasportabile, vi sono anche le curiose quanto antiche case dei “Salinari” che ormai sono semisommerse dal mare. L’intero perimetro della salina (costeggiato dalla Via Pio La Torre) sono sono divise dal mare dalla Ferrovia Siracusa – Catania, sotto la quale vi sono le canalizzazioni da cui l’acqua marina entrava per riempire le vasche poste nell’area più interna.

La limitrofa “Salina Arcevia” un tempo era unita alla “Regia Corte” e presenta piccole vasche in cui avveniva l’evaporazione delle acque marine. Buona parte di esse venne interrate per costruirvi il limitrofo cantiere navale noto come “Golden Bay” (ora sede di un piccolo approdo nautico).

Le Saline Migneco – Lavaggi possedevano piccoli pontili che servivano per caricare il sale su piccole imbarcazioni che si mettevano in collegamento col Porto di Augusta in cui veniva a sua volta caricato su navi più grandi. Il trasporto del sale avveniva anche via terra in direzione della stazione ferroviaria anche grazie alla costruzione di strade facilmente percorribili dagli autoveicoli.

Saline Est di Augusta “Regina” (Comunali)

Nella periferia est di Augusta, comprese tra la Via Aldo Moro (imbocco della S.P. 62 Monte Tauro – Sant’Elena), la Via Giacomo Matteotti, la Piazza Unità d’Italia e il Lungomare Granatello troviamo un ampio stagno diviso in due dalla ferrovia Siracusa – Catania. Questo grande stagno salmastro non è altro che l’invaso noto come “Saline Regina”.

Esse erano le saline appartenenti al Comune di Augusta caratterizzate da una buona presenza di acqua salmastra alimentata dalle acque marine grazie a piccole canalizzazioni collocate presso il Lungomare Granatello. Presso la zona ad ovest delle saline (nei pressi della Piazza Unità d’Italia) vi sono le rovine del “Mulino Santa Margherita”, che era uno dei tanti mulini alimentati dal vento marino che servivano per macinare i grossi cristalli di sale. Questi mulini come sappiamo erano chiamati dagli augustani con il nome di “Machini a ventu” (“Macchine a vento”). Delle vecchie abitazioni dei “Salinari” (coloro che lavoravano nelle saline) e dei locali in cui veniva confezionato il sale ed amministrate le attività lavorative ed economiche delle saline rimane ben poco (solo i ruderi posti presso l’area in cui sorge l’Ospedale Emanuele Muscatello di Augusta).

Saline Sud di Augusta “Castellino” (Pantano Daniele)

A nord dell’isolotto in cui tuttora è collocato il centro storico di Augusta, vi erano le cosiddette “Saline Castellino” (chiamate così perché sorgevano a nord del Castello Svevo di Augusta), note anche come “U Pantanu Daniele” poiché esse erano di proprietà dell’omonima famiglia nobiliare augustana. Di queste saline non rimane più niente poiché si estendevano presso l’attuale quartiere noto come “Borgata” solcato dalle Vie Giovanni Lavaggi e dal Corso Sicilia oltre che dal tratto cittadino della Ferrovia Siracusa – Catania; infatti al posto delle saline sorsero i quartieri periferici di Augusta, la stazione ferroviaria e l’attuale Cantiere Navale del Porto di Augusta (oltre al pontile petrolifero Maxcom). Furono quindi le prime saline ad essere dimesse ed interrate (ad esse seguirono quelle a nord delle attuali “Saline Migneco – Lavaggi”).

Va detto infine che che presso tutti i siti delle attuali Saline di Augusta vi sono i divieti di balneazione, di campeggio, di maltrattamento verso fauna, flora e ambiente, e soprattutto non si possono accendere fuochi o abbandonare rifiuti organici e no mentre si può praticare liberamente il bird watching e si possono visitare il siti sopraelencati rispettando queste semplci regole.

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