*Augusta, Torre di San Cusumano (Vivaio Medievale di San Cusumano)

Proseguendo sulla S.P. 96 Melilli – Augusta, superata l’area della Cava Cantera e dei suoi impianti estrattivi (ormai dimessi), troviamo una serie di brevi tornanti che conducono al cavalcavia che scavalca l’Autostrada Siracusa – Catania; poco prima del ponte alla nostra sinistra (venendo da Augusta) notiamo una traversa chiusa da un cancello di ferro che ci conduce sulle alture del rilievo noto come “Costa Gigia” noto anche come “San Cusumano” (poiché in passato durante il medioevo qui vi era posto un Eremo provvisto di Chiesa consacrata ai “Santi Cosma e Damiano” e l’area in maniera popolana veniva chiamata “San Cusumanu”) in cui vi è un’area militare (quindi riservata), anche se è raggiungibile da sotto da un’altra traversa posta presso lo svincolo “San Cusumano” collocato presso la S.P. 114 Priolo – Augusta (posto solo in direzione Priolo) al cui termine vi è un sentiero che risale il rilievo noto come “Costa Gigia”. In ogni caso da qui possiamo raggiungere le rovine di un’interessante area medievale di cui fa parte la cosiddetta “Torre di San Cusumano”, nota anche come “Torre Cantera” (per via della vicinanza all’omonimo corso d’acqua).


I resti della Torre di San Cusumano.

Questa torre faceva parte di un’antica fortezza nota anche come “Vivaio di San Cusumano” voluta da Federico II di Svevia come “area di caccia e di pesca” fortificata e circondata da una serie di torrioni difensivi (di cui la citata Torre di San Cusumano) dotata di un ingegnoso sistema di canalizzazione delle acque provenienti dal limitrofo Torrente San Cusumano (che in molti, assieme al limitrofo Torrente Cantera, indicano come il mitico “Fiume Alabon” presso le cui sponde sarebbe stata fondata Megara Iblea) che sollevava le acque ponendole all’interno di grosse vasche di pietra che servivano per l’allevamento di varie specie di pesci di acqua dolce commestibili (trote, tinche, anguille?) che a quei tempi popolavano i limitrofi corsi d’acqua (oggi quasi del tutto prosciugati); queste costruzioni definivano il “Feudo di San Cusumano”. Lo studioso cinquecentesco Tommaso Fazello ne documentò la presenza di questo medievale impianto di “acquacoltura” che però svolse poche volte questa funzione assumendo quella di “fortezza” anche grazie alla sua vicinanza alla costa a sud di Augusta venendo utilizzata quindi come “area di avvistamento” contro le incursioni dei pirati saraceni; al Fazello si deve il nome “Limpetra” dato a quest’area e citato in una via del centro storico augustano, che sarebbe una storpiatura del nome greco “Colimbetra” significante “Vasca circondata da un vasto giardino”. Il terremoto del 1693 distrusse gran parte di questa struttura medievale risparmiando solo il basamento della costruzione oggi nota come “Torre di San Cusumano”, che venne ampiamente studiata nei primi anni del 900 dallo studioso canicattinese Giuseppe Agnello.

Gli unici resti di questa importante testimonianza del passato sono posti sulla sommità della collina di Costa Gigia e si presentano come un torrione di base quadrangolare da cui parte una breve cinta muraria con accesso arcuato e nicchia romboidale sulla sua sommità. Purtroppo le rovine di questa torre sono collocate nei pressi dell’area militare nota come “Dromo Gigia” e non è pertanto possibile visitarli (a meno che non si entri di nascosto) e cercare di studiarli facendo si che il rudere della Torre di San Cusumano siano a rischio crollo andando quindi a perdere l’unica testimonianza di questa importante costruzione medievale considerate tra le più interessanti della Sicilia sudorientale.

Nei pressi della torre vi sono i resti di strade carraie che collegavano la cava con la torre nonché alcuni resti delle canalizzazioni dell’antico allevamento ittico collocato sotto la torre. Molto probabilmente i limitrofi caseggiati rurali sorgono sulle rovine del resto dell’area di caccia del “Vivaio di San Cusumano”.

 Va detto infine che presso la limitrofa Cava di San Cusumano vi sono moltissimi ruderi rupestri di epoche varie (vedi link sulla Cava San Cusumano posto nella pagina precedente).