*Avola Antica, Area del Quartiere “Balzi”

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Avola Antica
(Frazione di Avola)

*Area del Quartiere “Balzi”
(“Case – Grotta” di Avola Antica – Rovine della Chiesa di San Sebastiano – Grotta di Santa Venera)

Oltrepassato il Belvedere di Avola Antica e l’area del quartiere “Marchi”, percorriamo la S.P. 4 in direzione della frazione di Avola Antica.

Raggiungiamo il settore orientale dell’antica città avolese corrispondente al quartiere detto dei “Balzi” o “Sotto Castello”, noto la presenza delle rovine  dell’antica chiesa consacrata al “Protettore di Avola” e per la cosiddetta “Grotta di Santa Venera”.


L’area di Avola Antica facente parte dell’antico quartiere noto come “Balzi” (fotografata dal Belvedere di Avola Antica).

Questa zona è posta su di una “balza”, ossia una rupe rocciosa posta a strapiombo sulla cava iblea nota come “Vallone Bugliola”, oggigiorno contraddistinta da terrazzamenti agricoli delimitati da muri a secco. Esso è interamente solcato dalla S.P. 4 Avola – Avola Antica – Manghisi, essendo posto a nord del “Belvedere” panoramico.

Un tempo questo era il quartiere popolare della città collegato al sottostante Piano di San Nicola (e quindi al Quartiere Ronchetto) e ai soprastanti quartieri “Marchi” e “Suso” da tortuose strade, di cui la più nota era la “Strada di San Sebastiano”.

Lungo la S.P. 4 si affacciano le “Case – Grotta” di Avola Antica, ossia abitazioni rupestri scavate nella roccia poste su terrazzamenti posti sotto il sito del Castello ubicato presso il settentrionale quartiere “Suso”.

Le “Case – Grotta”, note localmente come “I rutti ri Avula Veccia” (“Le grotte di Avola Antica”) in origine dovevano essere delle tombe rupestri di varie epoche (perlopiù di epoca sicula o bizantina)  riadattate ad uso abitativo o come ricovero per gli animali.

Il sito del quartiere “Balzi” è piuttosto simile all’area rupestre di Chiafura posta presso la città di Scicli (in Provincia di Ragusa), essendo formata da abitazioni scavate nella roccia, con prospetto in muratura che va a coprire l’area abitativa posta all’interno della caverna.

Molte tra queste case avevano appunto una struttura esterna (facciata) che andava appunto a coprire l’interno scavato nella roccia calcarea (in certune è rimasto intatto il muro con l’apertura di accesso).

Si riconoscono quelle adibite a stalla per la presenza di vasche scavate nella viva roccia che fungevano da abbeveratoio per gli animali.

Dopo il sisma dell’11 Gennaio 1693 le grotte vennero riconvertite essendo utilizzate come “ovili rupestri” di tipo fortificato facenti capo ai limitrofi terrazzamenti. Qui gli animali (perlopiù pecore e capre) trovavano la protezione dall’assalto di animali predatori tra cui volpi e, in epoche molto antiche, i lupi (animali che si sono estinti in Provincia di Siracusa così come in tutta la Sicilia dopo un’indiscriminata caccia).

Queste case rupestri oggigiorno sono facilmente visitabili, ad eccezione di qualcuna posta sui costoni posti a strapiombo.


L’area delle Case Grotta di Avola Antica.

Il principale luogo sacro di questo quartiere era la quattrocentesca Chiesa di San Sebastiano, le cui poche rovine, molto probabilmente sono poste sull’estremo sperone roccioso dei Balzi dove ora sorge una costruzione rurale.

L’edificio sacro risalirebbe al secolo 1400 (anno 1449 secondo lo studioso Gaetano Apollo Gubernale) visto che in quegli anni il culto verso questo Santo crebbe in seguito al ritrovamento della statua di “San Sebastiano di Melilli” avvenuto nel mese Maggio dell’anno 1414 presso la Penisola Magnisi (protuberanza roccioso a quei tempi facente parte del litorale melillese).

Un’altra chiesa presente all’interno di questo quartiere era quella consacrata a “Sant’Aloe” (o Sant’Eligio), di cui non si conosce la precisa ubicazione.

Del quartiere dei Balzi fa parte il sito rupestre della “Grotta di Santa Venera”, il cui ingresso è posto lungo la S.P. 4  Avola Antica – Manghisi nel secondo tornante dopo il “Belvedere”.

Varcando il cancello d’ingresso raggiungiamo uno spiazzale panoramico che si affaccia sul Vallone Bugliola, da cui inizia un sentiero che conduce all’area archeologica comprendente la Grotta di Santa Venera posta sotto la vetta del Monte Aquilone corrispondente al quartiere “Suso”.


L’area archeologica della Grotta di Santa Venera.

La Grotta di Santa Venera, secondo diverse fonti storiche, era abitata dalla “Patrona di Avola” nel periodo in cui evangelizzò buona parte della Sicilia Orientale (secolo 100 d.C.).

Si tratta di una caverna che si affaccia a strapiombo sul Vallone Bugliola, che venne utilizzata come “Pirrera” ossia cava di pietre da cui sono stati prelevati blocchi di pietra che, secondo la tradizione locale, sarebbero stati utilizzati per la costruzione dell’odierna Chiesa di Santa Venera posta presso l’attuale città di Avola.

Da qui si può ammirare un ottimo panorama della città di Avola nonché della zona meridionale della Provincia di Siracusa.


Foto dell’area archeologica della Grotta di Santa Venera adiacente alla Cava di Avola Antica.

L’area limitrofa è posta sotto il vincolo della Regione Sicilia (Assessorato ai Beni Culturali) e sta venendo man mano antropizzata per essere fruibile ai turisti.

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