*Riserva Naturale Orientata “Cava Grande del Cassibile”, Tratto Contrada Gallina – Cava dell’Enel – Cugno Mola – Necropoli del Cassibile

Homepage – AvolaCava Grande del CassibileTratto “Gallina” – “Cava dell’Enel” – “Cugno Mola”

Riserva Naturale Orientata
“Cava Grande del Cassibile”
(Territori di Avola, Noto e Siracusa)

*Tratto “Gallina” – “Cava dell’Enel” – “Cugno Mola” – “Necropoli del Cassibile”

Il Tratto della Cava Grande del Cassibile comprendente le Gallina, la Cava dell’Enel e il Cugno Mola.

Il tratto più orientale della Riserva della Cava Grande del Cassibile è quello di più facile esplorazione, anche se alcuni tratti sono piuttosto impervi per via della conformazione montana di queste zone.

Esso è noto come “Cava dell’Enel” per la presenza della Centrale Idroelettrica del Fiume Cassibile, gestita dall’Ente Nazionale Energia Elettrica (Enel), ma non per questo è il meno spettacolare delle zone citate nelle altre sottosezioni riguardanti la Riserva della Cava Grande del Cassibile.

Ad Avola quest’area è nota appunto come “A Cava i l’Enel”.

L’esplorazione di questo tratto della cavità iblea inizia dalle Contrade Gallina e Marchesa ubicate presso la foce del Fiume Cassibile (SS 115 Avola – Siracusa), risalendo verso lo sbocco della cava delimitato a nord dal Cugno Mola e a meridione dai Cugni di Fassio e dal rilievo noto come “Serra Palazzo”.

Qui è posto il tratto della Cava Grande del Cassibile noto come “Cava dell’Enel” (visibile dal viadotto “Cassibile” della A 18 Siracusa – Gela) comprendente anche la Necropoli del Cassibile.

Quest’area la si raggiunge o dalla “Traversa Gallina” posta sulla SS 115 Avola – Cassibile – Siracusa a sud del ponte che oltrepassa la foce del corso d’acqua (strada posta in prossimità della “Fattoria” appartenente ai Marchesi di Cassibile), oppure da Avola tramite la S.P. 83 Petrara – Sanghitello – Tangi andando in direzione delle indicazioni in cui è riportata la scritta “Centrale Enel”.

Tratto “Gallina” – “Stradicò” – “Marchesa e Foce del Fiume Cassibile” – “Trenta Salme”


I rilievi iblei di Contrada Gallina posti a ridosso dello sbocco della Cava Grande del Cassibile.

La Contrada Gallina è ubicata tra la foce del Fiume Cassibile e l’inizio del tratto della Cava Grande noto come “Cava dell’Enel”, solcata dall’unico tratto pianeggiante della cavità.

L’esplorazione di questa zona è consigliabile iniziarla dal ponte sulla SS 115 Avola – Siracusa che scavalca la foce del Fiume Cassibile e iniziare a camminare su quel che resta della vecchia statale per poi arrivare in una masseria abbandonata provvista di un silos in cui veniva immagazzinato il mangime per gli animali, che apparteneva ai Marchesi di Cassibile.

Da qui inizia un sentiero da cui possiamo ammirare i rilievi di matrice iblea che delimitano lo sbocco della Cava Grande del Cassibile oltrepassando la Contrada Stradicò.

Qui lungo le sponde del Fiume sono posti i ruderi di una fattoria romana e siti ipogeici ubicati nei pressi del ponte ad archi su cui passa la Ferrovia Siracusa – Ragusa – Gela – Canicattì – Caltanissetta Xirbi.

Il sentiero raggiunge il “Mulino Nuovo”, impianto molitorio costruito nei primi anni del 1900 dal Marchese di Cassibile presso la sponda sinistra del Fiume Cassibile in territorio comunale di Avola. 

L’edificio è posto nei pressi del pilastro del “Viadotto Cassibile” dell’Autostrada A 18 Siracusa – Gela, ed è in buono stato di conservazione, seppure esso non è più in funzione dagli anni 1950.

Qui possiamo ammirare la “Saia” ossia la condotta che convogliava l’acqua dal limitrofo fiume sotto l’edificio facendo muovere una ruota metallica azionando la macina interna in pietra per macinare i cereali.

Ad ovest del “Mulino Nuovo” possiamo proseguire risalendo il Fiume Cassibile addentrandoci nel tratto della cavità iblea noto come “Cava dell’Enel” arrivando ai piedi del “Cugno Mola” la cui sommità è raggiungibile dalla “Scala Disa”.

Oppure possiamo tornare ad oriente al punto di partenza, potendo esplorare così l’area marina di Contrada Marchesa presso la quale è ubicata la foce del fiume scavalcata dal ponte novecentesco della SS 115 che collega Avola al centro urbano di Cassibile (frazione di Siracusa che prende il nome da questo corso d’acqua).

Qui possiamo ammirare la “Spiaggia del Gelsomineto”, la sopracitata foce del Fiume Cassibile e la limitrofa scogliera di Contrada Marchesa confinante con l’area in cui è ubicata la sorgente del “Ciaurello” (vedi sezione riguardante la “Marina di Avola” per saperne di più).


La Contrada Gallina (fotografata dalla stradina che conduce alla Cava dell’Enel).


La fine di Contrada Gallina con i primi rilievi di matrice iblea.


Il Fiume Cassibile presso la Contrada Gallina.

Presso la sponda nord del Fiume Cassibile, lungo la Contrada Trenta Salme ubicata in territorio comunale siracusano (raggiungibile da varie traverse poste alla nostra destra venendo da Avola lungo il tratto dell SS 115 a nord del corso d’acqua) vi è una zona pianeggiante adibita alla coltivazione di agrumi, cereali e ortaggi (in prevalenza patate, finocchi, carciofi ecc…).

Da qui possiamo raggiungere la parte inferiore del Cugno Mola e dei suoi limitrofi rilievi, aree in cui è ubicata la vasta Necropoli del Cassibile.

Tratto “Cava dell’Enel”
“Contrada Gallina” – “Serra Palazzo” – “Villaggio ENEL” – “Centrale Idroelettrica del Fiume Cassibile”


La “Cava dell’Enel”.

Il tratto della Cava Grande del Cassibile noto come “Cava dell’Enel”, è raggiungibile dal sentiero che inizia dalla Contrada Gallina citato in precedenza, oppure dalla S.P. 83 Avola – Petrara – Sanghitello – Tangi (quest’ultima consigliabile per chi intendesse andarci in auto) il cui imbocco è posto a sud dello svincolo di Avola della A 18 Siracusa – Gela (all’altezza del ristorante “La Locanda di Bacco”), seguendo poi le indicazioni per la centrale “Enel – Cassibile”.

Esso è uno dei tratti più noti della Cava Grande del Cassibile essendo tra l’altro quello più “accessibile” la cui esplorazione è relativamente “facile” anche se vanno prese le dovute precauzioni (ovviamente se si hanno problemi di salute o psico – motori, l’esplorazione non è ugualmente consigliata).

La cavità è costeggiato da una stradina parzialmente asfaltata raggiungibile dalla S.P. 83 Avola – Petrara – Sanghitello – Tangi, che conduce alla Centrale Idroelettrica del Fiume Cassibile.


La strada semi asfaltata che costeggia tutta la “Cava dell’Enel”.

Percorrendo questa strada (per chi prosegue a piedi dalla Contrada Gallina, vi è sempre il sopracitato sentiero che costeggia il fiume) possiamo notare a sinistra le pareti a gradoni della cava che delimitano un vasto agrumeto diviso dalle anse del Fiume Cassibile (ai lati del quale vi sono degli agrumeti) sovrastato dai rilievi iblei che delimitano questo tratto della Cava Grande


Le scoscese pareti della “Cava dell’Enel”, ultimo tratto della Cava Grande del Cassibile.


Le profonde anse modellate dal Fiume Cassibile.


Le pareti a gradoni che sovrastano la “Cava dell’Enel”.

Dalla sopracitata strada raggiungiamo l’ingresso dell’agrumeto, di fronte al quale (sulla nostra sinistra venendo da est) notiamo un piccolo sentiero che che conduce ad una piccola tomba rupestre di epoca neolitica scavata dentro le concrezioni calcaree di questa parete della Cava Grande del Cassibile. 


La tomba neolitica posta presso la Cava dell’Enel.


L’interno di questa piccola tomba.

Di fronte a queste formazioni calcaree vi è un cancello di ferro che conduce al sopracitato agrumeto, da qui si snoda un sentiero che va a raggiungere il corso del Fiume Cassibile circondato da una flora piuttosto lussureggiante, e che si mette in collegamento con la strada campestre che delimita la Contrada Gallina.


La Cava dell’Enel presso il corso del Fiume Cassibile.


Il corso del Fiume Cassibile presso la Cava dell’Enel.

Qui sono ubicati altri due mulini non più funzionanti:

  • il “Mulino Toscano” ubicato presso la sponda meridionale del fiume (che è quello che è più facilmente “visitabile” all’interno) il cui nome deriva dalla famiglia dei baroni Toscano di Avola;
  • il “Mulino Vecchio” noto anche come “Mulino Loffredo” dato che apparteneva all’omonima famiglia dei marchesi di Cassibile (la cui visita è un po’ difficoltosa per colpa della vegetazione spontanea che potrebbe dare fastidio) posto invece presso la sponda nord.

Presso questi due mulini sono ancora visibili le “Saie” (i canali che prelevano le acque dal fiume), i “Uttigghiuni” (le vasche in cui veniva condotta l’acqua) e le ruote metalliche che azionavano le macine in pietra poste nei palmenti all’interno dei due mulini, che servivano sempre per macinare il grano in modo da ottenerne la farina.

Oggigiorno questi due mulini non sono più funzionanti, ma al loro interno possiamo ammirare le grosse macine e macchinari di epoca novecentesca per estrarre l’acqua dal sottosuolo (le cosiddette “Travelle” ) anch’esse non più funzionanti.

Va detto inoltre che dietro al “Mulino Vecchio” vi è un sentiero chiamato “Scala Disa” che conduce al “Cugno Mola”, in cui è ubicata la Necropoli del Cassibile (vedi il prossimo paragrafo), delimitata da vari terrazzamenti.


I due mulini posti all’interno della Cava dell’Enel (il mulino a destra nella foto è il “Mulino Vecchio” mentre quello a sinistra è il “Mulino Toscano”).


Il Mulino Loffredo, posto presso la riva destra del Fiume Cassibile.


La “Saia” del Mulino Loffredo.


L’interno del Mulino Loffredo.


Terrazzamenti posti nei paraggi del Mulino Loffredo.


Foto panoramiche scattate da un costone roccioso posta sopra il Mulino Loffredo.


Il Mulino Toscano (posto a sinistra del Fiume Cassibile).


Il cosiddetto “Uttigghiuni” del Mulino Toscano.


Particolare della ruota metallica posta sotto il Mulino Toscano.


L’interno del Mulino Toscano.


Particolare del palmento e della macina (ormai smontata) posti all’interno del mulino.


Un’antiquata pompa di sollevamento delle acque posta di fronte alla macina del Mulino Toscano.


Un antica “Travella” ossia una pompa di sollevamento delle acque del sottosuolo con le relative tubature, posta all’interno del Mulino Toscano.

Continuando per la sopracitata strada che costeggia la cosiddetta “Cava dell’Enel” possiamo ammirare la maestosa “Serra Palazzo”, il rilievo montano che lambisce a sud questo tratto della cavità iblea, che si presenta come una gigantesca distesa verde per via della fitta vegetazione che la ricopre.

Sulle alture di questo rilievo che si frappone tra la Cava Grande e la Cava Tangi sono state individuate un centinaio di tombe rupestri di epoca sicula poste su entrambi i versanti, all’interno delle quali sono stati rinvenuti vari reperti tra cui un vaso di epoca siceliota.


La cosiddetta “Serra Palazzo”, che sovrasta la Cava dell’Enel.

Seguendo la strada verso ovest, notiamo una una costruzione diroccata forse una masseria che precede un bivio: a destra la strada prosegue fino alla Centrale Idroelettrica del Cassibile, mentre a sinistra inizia una stradina che conduce all’ex “Villaggio Enel”.

Conviene a questo punto visitare per prima il villaggio.


Il sentiero che conduce al villaggio in cui abitavano i dipendenti della centrale dell’Enel.

L’ex Villaggio Enel, chiamato chiamato localmente “I Casi Rosa” (“Le Case Rosa” per via del colore delle pareti esterne), era una borgata abitativa costruita nei primi decenni del 1900 in cui dimoravano gli operai che lavoravano presso la limitrofa centrale idroelettrica.

Esso è formato da una schiera di case ormai diroccate, immerse nella vegetazione spontanea della cava.

Al centro del villaggio è posto è un cortile dominato da una palma, alla destra del quale è collocata la casa principale, in cui possiamo ammirare ancora parte delle stanze recanti ancora la pavimentazione.

All’interno di essa è posta una cosiddetta “Tannura” (cucina a legna fatta in muratura) oltre a ciò che resta delle stanze interne contraddistinte da elementi architettonici di epoca novecentesca.

Percorrendo la scalinata interna della casa principale, raggiungiamo una piccola collinetta dietro di essa, da cui possiamo ammirare uno splendido panorama di questo tratto della Cava Grande del Cassibile”. 

Da qui si può raggiungere un rifugio antiaereo la cui costruzione risale al periodo della II guerra mondiale, formato da una galleria da cui raggiungiamo una piccola stanza.

Il cunicolo conduce al picco più alto di questa collina, dove si può ammirare tutta la cosiddetta “Cava dell’Enel” oltre a buona parte dei rilievi di Serra Palazzo e di Cugno Mola.

Ad ovest del villaggio vi sono due sentieri montani posti a sudovest e a nordovest.

Il sentiero sudoccidentale conduce alla condotta forzata che convoglia le acque del limitrofo bacino (a sua volta raccolte presso la “Prisa” posta nel tratto ad ovest dei “Laghetti di Cava Grande” in Contrada Carrubbella) sotto le turbine della centrale idroelettrica, seguendo la conduttura in direzione della “vasca” in cui viene incanalata l’acqua (attenzione! questo sentiero non è antropizzato e la risalita di esso potrebbe essere pericolosa).

Il sentiero nordoccidentale conduce invece ad una scalinata che si collega alla strada principale da cui raggiungiamo la sottostante centrale idroelettrica.


I resti del villaggio in cui risiedevano i dipendenti della centrale elettrica posta nel mezzo della cava.


I resti delle stalle poste all’entrata del villaggio.


L’interno delle case di questo villaggio abbandonato.


L’ingresso del rifugio antiaereo costruito durante la II guerra mondiale .


La galleria sotterranea che fungeva da rifugio antiaereo durante la II guerra mondiale.


Il panorama visto dalla collina (raggiungibile dalla galleria antiaerea) in cui possiamo ammirare il bacino idroelettrico posto nel cuore della “Cava dell’Enel”.

Dopo aver il visitato il villaggio, si riprende la strada principale per arrivare alla Centrale idroelettrica del Fiume Cassibile.

Lungo il percorso possiamo notare delle grotte artificiali, forse antiche catacombe (sicule o bizantine) che fungevano da ricoveri rupestri per gli animali.


Una grotta artificiale utilizzata anticamente come ricovero per gli animali.

Al termine della strada, arriviamo presso lo spiazzale antistante alla Centrale Idroelettrica del Fiume Cassibile, potendone ammirare la struttura risalente ai primi del 1900.

Fino agli anni 1950 questa era la centrale idroelettrica più importante della Provincia di Siracusa, ma una catastrofica alluvione avvenuta nel 1951 l’ha danneggiata in maniera seria.

La centrale venne restaurata negli anni 1960 ma vista l’apertura delle centrali termoelettriche nel triangolo industriale Priolo – Melilli – Augusta (rispettivamente le centrali “Enel Tifeo” di Augusta ed “Enel Archimede” di Priolo Gargallo – Marina di Melilli), essa non poté più soddisfare la produzione di energia elettrica e venne abbandonata.

La centrale è stata però nuovamente restaurata e rimessa in funzione dal 2017.

Ad oggi l’energia prodotta da questa centrale elettrica alimenta le campagne di Avola e una parte della stessa cittadina avolese usufruendo di moderni alternatori.

Dall’ingresso principale (il cui accesso è permesso solo al personale autorizzato) si possono ammirare i generatori di corrente e gli uffici interni della centrale.

Dallo spiazzale antistante la centrale possiamo ammirare il costone montuoso su cui è ubicato il villaggio abitato dai dipendenti della centrale, ma anche le condotte forzate che conducono le acque dal bacino ubicato sul limitrofo rilievo di Serra Palazzo presso le turbine poste sotto la centrale in modo da far funzionare gli alternatori per poter generare l’energia elettrica.

Le acque che fanno funzionare gli alternatori vengono incanalate all’interno di una condotta sotterranea tramite una piccola chiusa nota come “A Prisa” posta in località “Carrubbella” (ad ovest dei Laghetti di Cava Grande).

La condotta, che attraversa gran parte della Cava Grande del Cassibile, convoglia le acque presso il bacino di Contrada Tangi posto presso la parete nordoccidentale della “Serra Palazzo”, (raggiungibile da un sentiero ormai reso in gran parte impraticabile) in cui esse sono raccolte, venendo inviate in maniera forzata lungo le condutture che scendono lungo il versante meridionale di questo tratto della Cava Grande del Cassibile.

La pressione delle acque aziona le turbine degli alternatori generando energia elettrica.


La centrale idroelettrica ubicata presso la riva sinistra del Fiume Cassibile.


La centrale elettrica fotografata frontalmente.


La fitta vegetazione che circonda la centrale.


L’interno della centrale elettrica (fotografato dall’esterno) prima dei restauri.


Alcuni generatori di corrente posti all’interno della centrale prima dei restauri (fotografati dall’esterno).


Particolare di un generatore elettrico prima dei restauri (fotografato dall’esterno).


Il costone montano in cui è ubicato il villaggio in cui stavano i dipendenti della centrale elettrica del Fiume Cassibile.


Le condotte forzate poste sopra la centrale.

Presso le pareti rocciose adiacenti alla centrale vi sono numerose grotte artificiali, le quali fungevano da deposito o da rifugio antiaereo durante la II guerra mondiale.

Va detto che queste grotte sono profonde risultando puntellate al loro interno, e secondo la “tradizione locale” dovevano essere essere delle gallerie che conducevano presso le contrade Tangi e sulla Serra Palazzo salendo per il costone montuoso che sovrasta la centrale.


Una caverna posta nei pressi della centrale.

Ad est della centrale, tramite una breve stradina, troviamo un’interessante opera di canalizzazione delle acque che ha la duplice funzione di reimmettere le acque prelevate dalla “Prisa” nell’alveo principale del fiume, ma anche di inviarne una buona parte presso i pozzi dei limitrofi agrumeti.

Lungo questo tratto possiamo ammirare piccole ma interessanti cascatelle formate dal corso fluviale.

Sia ad est che ad ovest possiamo ammirare le pareti a gradoni della cava modellate dalle acque del fiume, oltre alla lussureggiante macchia mediterranea che avvolge le acque del Fiume Cassibile.

In alcuni punti presso questo tratto del Fiume Cassibile possiamo ammirare anche piccoli “Uruvi” ossia “laghetti” di media profondità.


Foto della Cava, delle canalizzazioni e del corso del Fiume Cassibile nella parte della Cava dell’Enel ad est della centrale.

Tratto “Cugno Mola” – “Scala Disa” – “Cugno Nave” – “Cava Sant’Anna” – “Necropoli del Cassibile”


Il “Cugno Mola”.

La sponda settentrionale di questo tratto della Cava Grande del Cassibile è dominato dal rilievo noto come “Cugno Mola”, sovrastato dal “Castello dei Marchesi di Cassibile”, un tempo signori di queste terre.

Questo rilievo roccioso è delimitato a nord da una piccola cavità iblea nota come “Cava Sant’Anna”, a sua volta delimitata a settentrione da un’altro piccolo rilievo chiamato “Cugno Nave”.

In queste sopracitate aree è posta la cosiddetta “Necropoli del Cassibile”.

La sommità del Cugno Mola la si può raggiungere dal fondo cava tramite il sentiero noto come “Scala Disa”, il cui imbocco è posto alle spalle del “Mulino Loffredo”.

Questo sentiero è praticabile ma si presenta piuttosto impervio e in alcuni tratti anche a strapiombo, e la cui percorrenza risulta quindi difficoltosa ed è ovviamente preclusa a chi ha problemi di salute o psico – motori di vario tipo e se la si vuole compiere bisogna fare ovviamente molta attenzione; ma comunque sia esso conduce sulla sommità del Cugno Mola.

In alternativa potete raggiungere la sommità del Cugno Mola tramite la S.P. 73 Cassibile – Cugni – Stallaini (il cui imbocco è posto lungo la S.P. 12 Cassibile – Floridia ad ovest del sottopasso della A 18 Siracusa – Gela, imboccando la prima strada alla nostra sinistra venendo da Cassibile o Avola), superando tutti i tornanti proseguendo verso ovest, arrivando poi presso una biforcazione delimitata da un grosso albero di olivo posta in Contrada Cugni (territorio di Noto).

Da qui seguiamo la strada alla nostra sinistra che costeggia il tratto ovest del Cugno Mola corrispondente al vertice della cavità nota come “Cava Figghi Figghi” (che si immette a meridione presso la Cava Grande del Cassibile).

Procedendo verso oriente (entrando nuovamente nel territorio comunale di Siracusa) notiamo un cancello delimitato da un filare di alberi di pino che conduce ad un sentiero che costeggia la Cava Sant’Anna, conducendo ad est sulla sommità del Cugno Mola.


La “Scala Disa”.


Il Cugno Mola visto dal Mulino Loffredo.

Percorrendo o la “Scala Disa” o la sopracitata strada dalla S.P. 73, raggiungiamo l’altura del Cugno Mola in cui è posto il “Castello dei Marchesi di Cassibile”.

Questa era la residenza montana della famiglia Loffredo che deteneva il possesso del Marchesato di Cassibile, che oggi versa in grave stato di abbandono.

L’edificio in stile neoclassico poggia su un anfratto roccioso che corrisponde alla vetta del “Cugno Mola”, presentando sui suoi quattro prospetti tre aperture rettangolari sormontate da timpani triangolari. L’area inferiore della residenza presenta un portico d’ingresso di forma arcuata e artistiche finestrelle romboidali.

L’interno dell’edificio è ormai in rovina ed è pericolante, e non è consigliabile visitarlo all’interno perché il soffitto potrebbe crollare causando ferite gravi e letali.


Il Castello dei Marchesi di Cassibile posto sulla vetta del Cugno Mola (foto di Giuseppe Sampognaro).

Lungo il versante orientale del “Cugno Mola” era posto il villaggio di epoca sicula da cui si sviluppò la cosiddetta “Civiltà del Cassibile” che si sviluppò in Sicilia sudorientale prima della venuta dei greci che fondarono Siracusa (coeva ad essa fu la “Civiltà di Pantalica”).

Il villaggio venne abitato anche in epoca greca, e alla medesima risalirebbero i ruderi di un tempio consacrato probabilmente alla Dea Artemide (divinità a cui era cara la caccia e le bestie selvatiche).

Dalla sommità del Cugno Mola possiamo ammirare un ottimo panorama di gran parte della zona meridionale della Provincia di Siracusa (compresa l’area di Capo Passero) e del Golfo di Noto


La cima del Cugno Mola, presso cui è possibile notare il “Castello del Marchese di Cassibile”.


Il rilievo montano in cui è ubicata la “Necropoli del Cassibile”.

La sottostante area è caratterizzata invece dalla presenza della “Necropoli del Cassibile”, i cui sepolcri sono posizionati tra le pareti del Cugno Mola, e le limitrofe aree della Cava Sant’Anna e del Cugno Nave (poste a settentrione).

Le tombe si possono ammirare (e volendo anche raggiungere) sia dalla “Cava dell’Enel” percorrendo il sentiero a nordest del Mulino Loffredo, oppure sempre tramite la S.P. 73 dalla strada posta ad est della tenuta feudale del Marchese di Cassibile nota come “Traversa Stradicò”.

In ogni caso arriviamo nell’area posta tra il Cugno Nave e il Cugno Mola, dove possiamo ammirare il sito funerario.

Questa necropoli è caratterizzata da un “cimitero rupestre” di epoca sicula posto in un’area frequentata anche in epoca greco – romana e bizantina, composta da circa 2000 tombe “a forno” scavate nella roccia essendo seconda solo alla Necropoli di Pantalica per numero di sepolcri rupestri (quest’ultima posta lungo la Valle dell’Anapo tra i territori di Sortino, Cassaro e Ferla ne comprende più di 5000 del medesimo tipo).

All’interno delle tombe è possibile ammirare le nicchie sepolcrali di forma quadrangolare all’interno delle quali sono poste le camere sepolcrali dove venivano deposti i defunti.

Limitrofi al Cugno Mola vi sono vari siti rupestri di epoca bizantina comprendenti catacombe funerarie o oratori rupestri al cui interno vi sono tracce di affreschi.

Presso il sito della necropoli sono stati ritrovati numerosi reperti in ceramica (vasi, anfore, statuine ecc…) e bronzo (fibule, punte di frecce, gioielli ecc…).

L’esplorazione “diretta” della Necropoli del Cassibile è riservata solo ad esperti in speleologia e in arrampicate poiché la posizione di molti sepolcri rupestri è posta a strapiombo e sono difficili da raggiungere vista la pericolosità di questa zona.


L’area iblea comprendente il Cugno Mola e la Necropoli del Cassibile.


La Necropoli del Cassibile (foto di Giuseppe Sampognaro).

Per quanto riguarda la flora arborea di questa area della Cava Grande (senza citare gli alberi di arance e limoni presenti negli agrumeti) possiamo ammirare innanzitutto pini, platani, pioppi, olivi, aranci amari, oleandri, bagolari e rovi.

Tra la flora erbacea citiamo la presenza di gigli, bocche di leone e orchidee selvatiche, oltre a varie specie di piante aromatiche (finocchio selvatico, timo, salvia e origano) e di Fichi d’India.


Particolare della vegetazione presente presso la “Cava dell’Enel”.

Per quanto riguarda la fauna (in generale), va segnalata la presenza di: lepri e conigli, volpi, donnole, porcospini, istrici, lucertole, rane e rospi, serpenti innocui (colubro leopardino, biacco e biscia acquatica) ma anche vipere (nei periodi caldi, anche se in numero ridotto), libellule e gerridi (un insetto simile ad un ragno capace di camminare a pelo d’acqua).

Una menzione a parte merita la fauna ittica, composta da granchi d’acqua dolce e pesci tra cui anguille, trote e tinche nei tratti più interni, mentre verso la foce sono presenti cefali e spigole.


Una lucertola fotografata presso la Cava dell’Enel.


Alcuni girini che nuotano nelle acque del fiume.

Mappa del tratto “Gallina” – “Cava dell Enel” – “Cugno Mola” – “Necropoli del Cassibile”


(clicca per ingrandirla)

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