*Riserva Naturale Orientata “Cava Grande del Cassibile”, Tratto “Scala u Saravagghiu” – “Dieri di Cava Grande” – “Fosso Calcagno”

Homepage – AvolaCava Grande del CassibileTratto “Scala u Saravagghiu” – “Dieri” – “Fosso Calcagno”

Riserva Naturale Orientata
“Cava Grande del Cassibile”
(Territori di Avola, Noto e Siracusa)

*Tratto “Scala u Saravagghiu” – “Dieri di Cava Grande” – “Fosso Calcagno”

Il tratto della Cava Grande del Cassibile posto tra la “Scala u Saravagghiu” e il “Fosso Calcagno” è quello più impervio e difficoltoso da visitare il tratto più impervio e difficoltoso della Cava Grande del Cassibile assieme a quello della “Scala Porci”, sia per la discesa (che avviene presso la parete nord della Cava Grande, ubicata tra i territori di Noto e Siracusa), sia per l’eventuale esplorazione del complesso rupestre dei “Dieri di Cava Grande” (riservata solo a speleologi o scalatori).

Nonostante ciò, questo tratto è uno dei più interessanti dal punto di vista archeologico – naturalistico poiché, oltre ai già citati “Dieri di Cava Grande” vi sono i resti di necropoli sicule e bizantine e i ruderi di antiche masserie; inoltre lungo il corso del fiume iniziano a formarsi le cosiddette “Marmitte dei Giganti”, ossia le cascate poste su vari dislivelli che confluiscono presso i laghetti centrali della Cava Grande.

Inoltre una lussureggiante flora di tipo mediterraneo va a ricoprire la cavità nota come “Fosso Calcagno”.

Va detto inoltre che l’esplorazione del tratto della “Scala u Saravagghiu” non comprende anche quella dei Dieri o del “Fosso Calcagno”.

“Scala U Saravagghiu”

Il tratto caratterizzato dalla ripida “Scala u Saravagghiu” è raggiungibile dalla S.P. 73 Cassibile – Cugni Stallaini – Canicattini Bagni meglio nota come “A Strata re Cugni”, il cui imbocco è posto in territorio di Siracusa ad ovest dello svincolo autostradale di Cassibile della A 18 Siracusa – Gela lungo la S.P. 38 Cassibile – Floridia (il primo alla nostra sinistra venendo dalla SS 115).

Il tratto dell’escursione comincia dalla “Vicinale Strozzi” in Contrada Cunsiria (posta tra i territori di Noto e Siracusa a nord della Cava Grande del Cassibile.

Essa è una piccola mulattiera raggiungibile dalla S.P. 73 posta ad ovest di una masseria abbandonata, delimitata da una sbarra di ferro posta di fronte ad un ampio spiazzale, in cui sono riportate le indicazioni per la Cava Grande. 

Da qui arriviamo ad un bivio, in cui a sinistra si va verso la scala detta di “Mastra Ronna” che conduce ai Laghetti di Cava Grande e alla Grotta dei briganti, mentre alla nostra destra proseguiamo imboccando al sentiero noto come “Scala u Saravagghiu”.

Questo sentiero è piuttosto tortuoso ed impervio poiché costeggia uno sperone roccioso chiamato “Costa Salvia” (per la presenza di numerose piante di Salvia Selvatica).

Il sentiero assume forma serpeggiante e si presenta molto ripido e difficoltoso da percorrere essendo poco antropizzato, per cui bisogna avere ottime condizioni di salute se lo si vuole percorrere facendo attenzione a non cadere di sotto.

Il percorso conduce fino ad un boschetto di alberi di leccio, il cui sottobosco è colmo di arbusti, presso il quale bisogna fare attenzione a non perdere di vista il sentiero percorso.

Dopo una discesa di circa 300 metri si arriva giù nel fondo della cava, di fronte ad un grosso albero di platano presso cui vi è il Fiume Cassibile, nell’area posta di fronte alla cavità nota come “Fosso Calcagno”.

Comunque sia qui si può attraversare il fiume per ammirare le cascate note come “Marmitte dei Giganti” ed alcuni laghetti in cui è possibile fare il bagno, avendo la possibilità di dissetarsi presso una piccola sorgente posta nei pressi di questo tratto del Fiume Cassibile.

Dopo aver esplorato questo tratto di cava, o si può ammirare dal basso il complesso rupestre dei “Dieri di Cava Grande” e il limitrofo “Fosso Calcagno di cui parleremo nei paragrafi sottostanti (o se si ha l’attrezzatura adatta, tentare di arrampicarsi nella parete rocciosa per esplorarli), o si ritorna su all’inizio della “Scala u Saravagghiu”

Per ritornare presso la “Scala u Saravagghiu” bisogna ripartire dal punto indicato dal grosso platano già citato prima, e ripercorrere la scala, tenendo conto che la risalita è piuttosto difficoltosa rispetto alla discesa, oppure in alternativa si può andare poco più ad est seguendo il “Sentiero di Mezzacosta”, raggiungere la Scala di “Mastra Ronna” da cui risalire verso l’altopiano di Contrada Cugni (questo sentiero, volendo lo si può utilizzare anche per raggiungere le già menzionate aree di questo tratto della cava). 

La sopracitata area della Cava Grande la si può raggiungere anche da meridione in maniera molto meno difficoltosa, bisogna percorrere il sentiero posto in Contrada Fosso Carrubbella (ingresso da Via Madonna di Lourdes tramite la S.P. 4 Avola – Avola Antica – Manghisi) imboccando il sentiero per l’area posta sotto la “Timpa ca Tona”, per percorrere poi il “Sentiero di Mezzacosta” verso est (e viceversa per il ritorno).

“Dieri di Cava Grande”

Il sito rupestre di epoca bizantina noto come “Dieri di Cava Grande”, rappresenta uno dei più interessanti insediamenti di tipo rupestre della Sicilia sudorientale, ma anche uno dei siti archeologici più importante della riserva naturale solcata dal Fiume Cassibile assieme alla “Grotta dei Briganti” di Contrada Cunziria e alla “Necropoli del Cassibile” di Cugno Mola.

Il sito dei Dieri di Cava Grande (localmente noto come “I Rutti re Tri Pirati” ossia “Le Grotte dei Tre Pirati”) è ubicato sulla parete sud della Cava Grande a 400 metri dal cosiddetto “Belvedere di Cava Grande”, sopra una rupe triangolare che precede il cosiddetto “Fosso Calcagno”, esattamente di fronte alla fine della “Scala u Saravagghiu”.

Il nome “Dieri” deriva dall’arabo “Ad Deyar” (significante “casa – riparo”) e con questo nome vengono indicati anche altri siti rupestri nella provincia siracusana come il “Convento Rupestre” ubicato nei pressi del tratto della Cava d’Ispica posto in territori di Rosolini, i “Dieri di Baulì” posti in territorio di Noto e la “Timpa Dieri” posta nei pressi di Villasmundo (frazione di Melilli). Nella limitrofa Provincia di Ragusa vanno citate le “Grotte del Dieri” di Modica e vari insediamenti rupestri posti lungo la Cava d’Ispica.

Tornando a parlare dei Dieri di Cava Grande, va detto che sono stati e sono tuttora oggetto di studio e di esplorazione da parte di archeologi e speleologi.

Gli studi effettuati fino ad ora hanno stabilito che i Dieri di Cava Grande, formati da ampie gallerie scavate nella roccia sotto la parete montana, servivano durante il periodo alto medievale come rifugio con annesso deposito rupestre di viveri.

I Dieri si possono ammirare nel tratto posto alla fine della “Scala u Saravagghiu” e dal limitrofo fondo cava antistante al Fosso Calcagno, ma per esplorare direttamente questo sito rupestre innanzitutto bisogna rivolgersi o ad associazione naturalistiche e speleologiche locali, oppure all’Ispettorato Forestale della Provincia di Siracusa (il cui numero di telefono + 39 0931 691 28).

Dopo aver avuto il permesso, bisogna valutare le condizioni atmosferiche (il tempo deve essere soleggiato o quantomeno sereno, e soprattutto controllare il terreno e la parete rocciosa affinché non siano umidi e scivolosi), avere l’attrezzatura adatta per scalare pareti montane (caschi, torce, picconi, chiodi, corde ecc…), e oltre tutto bisogna avere una buona esperienza in campo alpinistico – speleologico e soprattutto saper arrampicarsi su pareti montane e anfratti rocciosi.

L’esplorazione dei Dieri è vietata a chi presenta malattie neurologiche, ossee e cardiocircolatorie, e a chi non ha esperienze in campo alpinistico – speleologico poiché l’esplorazione del sito rupestre è molto pericolosa, e se non si è preparati si corre il rischio di riportare ferite gravi o addirittura di cadere nel vuoto.

Dopo aver citato le precauzioni necessarie, parliamo dell’esplorazione dei Dieri.

Innanzitutto è consigliabile cominciare dal punto ubicato a 400 metri dal “Belvedere di Cava Grande” raggiungibile dalla S.P. 4 Avola – Avola Antica – Manghisi seguendo la segnaletica marrone recante la dicitura “Cava Grande del Cassibile”. Arrivati presso il Belvedere, bisogna oltrepassare il ristorante seguendo la parete rocciosa della cava finché non si arriva in un punto in cui la parete forma un costone roccioso di forma triangolare che domina la cavità nota come “Fosso Calcagno”.

L’area la si può raggiungere dalla traversa posta a destra del bivio tra la S.P. 4 e la strada che conduce presso la Contrada Giordano, da cui raggiungiamo la medesima altura posta sul Fosso Calcagno.

Da questo punto si possono notare dall’alto le grotticelle artificiali dei Dieri, facendo ovviamente attenzione al sottostante dirupo.

Da qui in poi bisogna trovare un punto stabile in cui attaccare le corde per la discesa con la quale si possono raggiungere i Dieri.

Scendendo dalla parete rocciosa per circa 93 metri, si arriva al cosiddetto “Livello Intermedio” dei Dieri in cui vi sono i primi insediamenti di tipo rupestre posti a strapiombo.

Dopodiché si risale arrampicandosi al sovrastante “Livello Alto” tramite uno stretto passaggio; qui vi sono altri tipi di grotticelle artificiali utilizzate come abitazioni rupestri.

Ritornando indietro al “Livello Intermedio” si può decidere di scendere in fondo alla cava (seguendo un sentiero scosceso che conduce al Fiume Cassibile) o di andare verso l’insediamento principale dei Dieri, oltrepassando una fonte di acqua potabile.

L’insediamento principale è contraddistinto dai “Dieri” veri e propri, ossia delle gallerie scavate nella roccia.

Il primo tunnel conduce al “Vallone dell’Orniello” (una piccola frattura posta nella parete rocciosa di questo tratto di cava); qui vi è un terrazzo naturale da cui si può ammirare un panorama mozzafiato della Cava Grande ammirando così il Fiume Cassibile mentre forma laghetti, “Uruvi”, cascate, ma soprattutto le cosiddette “Marmitte dei Giganti” tra un laghetto e l’altro.

Da qui si sale in alto fino ad arrivare alla grotta più interessante del complesso rupestre dei Dieri, la “Sala dei Vasi”, chiamata così per i profondi solchi circolari posti a terra, in cui venivano poste grosse anfore contenenti olio, vino e cereali; difatti questa grotta fungeva da deposito segreto per il cibo utilizzato poi in caso di guerre o carestie.

Tornando al “terrazzo naturale”, troviamo di sotto un cunicolo verticale che conduce in fondo alla parete rocciosa della Cava.

Da qui si può scendere al “Sentiero di Mezzacosta” (ubicato una decina di metri sotto le grotte da cui si snoda il cunicolo) o di risalire per poi esplorare le ultime caverne poste nei pressi del “Fosso Calcagno”.

“Fosso Calcagno”

Il Fosso Calcagno è una spaccatura della parete rocciosa posta ad ovest del complesso rupestre dei Dieri di Cava Grande ricoperto da una folta vegetazione.

Qui vi è un sentiero da cui scendere e salire chiamato “Scala di Fosso Calcagno” ormai non più praticabile, per cui è consigliabile raggiungere l’area sottostante ad esso tramite i sentieri di “Scala Cruci”, “Scala Mastra Ronna” o “Scala u Saravagghiu”.

Degno di nota è il boschetto di lecci posto in fondo al Fosso Calcagno, che da rifugio a varie specie animali tra cui anche varie testuggini (tartarughe di terra).

Presso il tratto del Fiume Cassibile antistante al Fosso Calcagno, vi è la possibilità farsi il bagno in qualche laghetto o “Uruvu”.

Va detto infine che presso il Fosso Calcagno è posta una rupe che sovrasta una sorgente idrica nota come “U Sautu ri Maruzza” (“Il Salto di Maruzza”) da cui, secondo la tradizione locale una ragazza nota appunto come “Maruzza” qui venne uccisa dal marito geloso che la gettò nel fondo della cava (per saperne di più clicca qui).

Mappa del tratto “Scala u Saravagghiu” – “Dieri di Cava Grande” – “Fosso Calcagno”

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Schemi illustrativi dei “Dieri di Cava Grande”


(clicca per ingrandirli)

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