Avola, Festa di San Sebastiano

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Avola

Festa di San Sebastiano


Il Simulacro di “San Sebastiano” venerato ad Avola.

La festa di “San Sebastiano” è uno dei principali eventi religiosi della città avolese, in quanto essa è consacrata al suo “Santo Protettore e Compatrono”.

I festeggiamenti in forma liturgica vengono celebrati il 20 Gennaio con il pellegrinaggio invernale dei devoti noti come “Nuri” dalla Tonnara di Avola alla Chiesa Madre cittadina, mentre la festa esterna viene celebrata la seconda Domenica di Maggio.

In concomitanza di eventi straordinari, la festa può essere spostata alla terza Domenica del corrente mese.

La festività esterna avolese consacrata al “Santo Bimartire” è appunto una delle principali ricorrenze della cittadina avolese, che viene celebrata con molto fervore e devozione essendo quella che più di ogni altra rappresenta una profonda religiosità.

Questa festa comprende il pellegrinaggio votivo al “Misteri i Sammastianu” per buona parte del mese di Maggio e la Processione del simulacro raffigurante il “Santo Bimartire” per le vie della città avolese.

La Festa di San Sebastiano di Avola è inoltre una tra le principali ricorrenze religiose della zona meridionale della Provincia di Siracusa, caratterizzata anche dagli immancabili fuochi pirotecnici.

Storia di San Sebastiano

Sebastiano nacque a Narbona (Francia) da genitori cristiani nel 256 d.C.

Dopo la morte del padre, il piccolo Sebastiano si trasferì a Milano insieme alla madre e lì venne avviato allo studio culturale dei classici greci e romani, considerati come la massima espressione della cultura letterale di allora.

Sebastiano, che nel frattempo si convertì al cristianesimo, andò a Roma per intraprendere la carriera militare, divenendo anche un “predicatore” cristiano.

L’Imperatore Diocleziano e il suo uomo di fiducia Massimiliano, notarono che Sebastiano era intelligente e colto.

Così il “giovane milanese” venne promosso con il grado di “Comandante della prima Corte della Guardia Pretoriana”.

Teoricamente Sebastiano aveva il compito di “perseguitare i cristiani”, ma lui all’insaputa dell’imperatore, aiutò moralmente molti di loro durante la prigionia, salvandone il maggior numero possibile dal martirio.

Dopo i primi presunti “miracoli” (tra cui la guarigione di una giovane dal mutismo) Sebastiano, indignato per le torture atroci subite dai cristiani, incominciò a predicare il cristianesimo pubblicamente non avendo paura di essere arrestato e torturato.

Una spia di Diocleziano  andò a riferire tutto ciò all’imperatore, che inizialmente stentò a credere che uno dei suoi migliori militari fosse un cristiano.

Diocleziano allora convocò Sebastiano e chiese lui se era vero quanto detto sul suo conto.

Il giovane rispose di si, dicendo che aveva ricevuto un’educazione cristiana sin da piccolo, e che ormai era giunto il momento di smetterla con queste persecuzioni contro i cristiani.

Diocleziano ovviamente andò su tutte le furie e fece condannare a morte il giovane Sebastiano.

Egli venne condotto in un bosco situato presso “Colle Palatino” venendo legato ad un albero, e successivamente trafitto con centinaia di frecce (la biografia storica dice che “Fu riempito di dardi tanto da sembrare un riccio”) lasciandolo in un primo momento esanime.

Ma alcuni suoi proseliti si accorsero che nonostante le gravi ferite, il giovane era ancora in vita poiché in maniera miracolosa i suoi organi vitali furono protetti dalle frecce.

Loro, guidati dalla giovane Irene (una ragazza innamorata di lui, divenuta anch’essa “Santa Martire” e “Patrona” di Altamura e Erchie, città situate rispettivamente nelle province di Bari e Brindisi), prelevarono il giovane Sebastiano nascondendolo e curandolo.

Dopo le inutili implorazioni dei discepoli al loro “Maestro”, Sebastiano andò da Diocleziano e, notato lo stupore dell’Imperatore, gli disse queste testuali parole <“Diocleziano, sono un uomo uscito dalla tomba per avvertirti che si avvicina il tempo della vendetta! Tu hai bagnato questa città col sangue dei servi di Dio e la sua collera poserà grave su di te: morrai di morte violenta e Dio darà alla sua Chiesa un imperatore secondo il suo cuore (riferendosi probabilmente a Costantino il Grande). Pentiti mentre è tempo e domanda perdono a Dio”>.

L’imperatore, rimasto inizialmente stupito nel vedere il giovane Sebastiano vivo e vegeto, sentito ciò detto non volle sentire ragioni e lo condannò definitivamente a morte.

Sebastiano venne frustato, strangolato e lasciato ad annegare, morendo nella data del 20 Gennaio del 288 d.C.

Dopo il Martirio, “San Sebastiano” apparve in sogno alla giovane Lucina dicendogli di “Toglierlo dalla fossa comune in cui era stato posto e di seppellirlo lì dove riposavano i due grandi Apostoli San Pietro e Paolo”.

Nel frattempo la premonizione di “San Sebastiano” fatta a Diocleziano divenne realtà, l’imperatore si ritirò presso l’odierna a Spalato in cui morì di morte naturale.

 Nel IV Secolo venne costruita a Roma la “Basilica di San Sebastiano” in cui riposano tuttora le spoglie del “Giovane Martire”.

Il culto avolese a “San Sebastiano”

Il culto avolese a “San Sebastiano” risalirebbe alla prima metà del 1400, sicuramente al Maggio dell’anno 1414 quando venne rinvenuto il simulacro di “San Sebastiano di Melilli” presso l’area nota come “Magnisi” (ora in territorio di Priolo Gargallo).

Il ritrovamento di questa statua attirò molti pellegrini da buona parte della Sicilia sudorientale e dall’attuale area della Provincia di Siracusa, che portarono il culto del “Santo Martire” nelle loro città.

Tra loro vi erano anche molti avolesi provenienti dalla vecchia città di Avola collocata sul Monte Aquilone presso la quale venne costruita una chiesa presso il quartiere noto come “Balzi” in onore del “Martire Milanese”, presumibilmente nell’anno 1449 (secondo a quanto cita lo studioso avolese Gaetano Apollo Gubernale).

Secondo la tradizione locale avolese, intorno alla prima metà del 1400 una grave pestilenza colpì l’antica Avola causando un alto numero di morti.

Per far si che la pestilenza scomparisse, vennero pregati con insistenza i due Santi allora venerati maggiormente ad Avola che erano “Santa Venera” e “San Corrado Confalonieri” fino a quando un fedele propose di elevare preghiere anche verso “San Sebastiano” (il cui simulacro come detto in precedenza venne ritrovato a poca distanza da Melilli).

Gli avolesi pregarono il “Santo Martire” affinché questa pestilenza scomparisse offrendo in voto un pellegrinaggio “a piedi” verso la città di Melilli.

Dopo qualche giorno la peste cessò e si attribuì il miracolo ai primi due “Santi” e appunto a “San Sebastiano”, eletto nel frattempo “Compatrono di Avola”.

In base alla suddetta datazione, il culto avolese verso “San Sebastiano” sarebbe quello “più antico” dopo quello melillese ad essere praticato nell’area sudorientale della Sicilia compresa tra le Province di Siracusa e Ragusa.

Comunque sia, nel 1449 la famiglia Aragona – Pignatelli – Tagliavia fece erigere la chiesa in onore del “Santo Bimartire” presso l’antica città avolese sul quartiere “Balzi” e di conseguenza venne inviata ad Avola una sua Reliquia (si tratta di un piccolo pezzetto di osso).


La Reliquia avolese di “San Sebastiano”.

Dopo il terremoto che l’11 Gennaio 1693 distrusse l’antica Avola sul Monte Aquilone e quindi anche la Chiesa consacrata al “Protettore di Avola”, presso il nuovo sito cittadino venne ricostruita nel 1713 una nuova Chiesa consacrata a “San Sebastiano”, edificio che venne però abbattuto nel 1889.

Il culto al “Santo Bimartire” venne assorbito dalla limitrofa Chiesa Madre di San Nicolò (consacrata dal 1986 anche a “San Sebastiano”) all’interno della quale venne collocato il Simulacro venerato tuttora ad Avola.

I festeggiamenti avolesi in onore di “San Sebastiano” divennero fastosi a partire dalla seconda metà del 1800 grazie all’interessamento dei “macellai” che finanziarono gran parte della festa.

“San Sebastiano” era festeggiato due volte durante l’anno.

La prima festività era quella liturgica del 20 che commemorava il “Martirio di San Sebastiano” tramite solenni Messe.

La seconda festività era quella “esterna” ricadente la seconda Domenica di Maggio, che comprendeva la vivace festa cittadina che comprendeva la Processione del simulacro di “San Sebastiano” per le strade di Avola.

Col passare degli anni la festività avolese in onore del “Bimartire” divenne una delle più fastose della provincia siracusana e al pari di essa anche il culto religioso verso il “Santo Milanese” che nel frattempo secondo il folclore popolare, compiva vari miracoli inducendo molti pellegrini a effettuare un toccante pellegrinaggio durante la mattinata della Domenica in cui ricadeva (e ricade tuttora) la festa, noto come “A Cursa re Nuri”.

Si trattava di un “cammino votivo” che in alcuni tratti veniva effettuato correndo, il cui nome derivava dal fatto che i partecipanti (di sesso maschile) che erano vestiti solo con mutandine portando una fascia rossa a tracolla.

I partecipanti compivano un cammino votivo dalla Marina Vecchia di Avola fino alla Chiesa di San Sebastiano elevando grida di invocazione al Santo.

Questo pellegrinaggio si svolgeva anche il 20 Gennaio ma per lunghi anni non si tenne; questa tradizione venne ripresa dall’anno 2015 portando in Processione anche un piccolo simulacro raffigurante il “Santo Bimartire”.

Con l’abbattimento della Chiesa di San Sebastiano avvenuto nel 1889, il culto al “Santo Bimartire” come detto in precedenza venne assorbito dalla Chiesa Madre di Avola consacrata a “San Nicola di Bari”, la cui sede parrocchiale venne intitolata anche a “San Sebastiano” nell’anno 1986.

Nei primi anni del 1900 venne costruita l’edicola votiva nota come “U Misteri i Sam’Mastianu” atttualmente ubicata in Contrada Chiusa di Carlo a nord di Avola (lungo la SS 115 Avola – Cassibile – Siracusa), e la “Cursa re Nuri” partì anche da questo medesimo punto.

Fu così che pellegrinaggio dalla Marina di Avola venne man mano soppiantato da quello compiuto dalla Contrada Chiusa di Carlo.

Dagli anni 1940 in poi i “Nuri” vennero costretti ad effettuare il pellegrinaggio vestiti con camicia e pantaloni bianchi (portando sempre una fascia rossa a tracolla) in quanto l’allora prete della Chiesa Madre di Avola, Padre Antonio Frasca, appena vide l’arrivo dei pellegrini vestiti con le sole mutande chiuse il portone principale della chiesa vietando loro l’ingresso.

L’anno seguente i “Nuri” cominciarono ad indossare il tradizionale vestito sopracitato, che venne indossato anche da molte donne e bambini permettendo loro di recarsi in pellegrinaggio per espletarne il “voto di grazia ricevuta” oppure per chiederne una al Santo.

Parlando sempre di eventi miracolosi legati a “San Sebastiano”, ad Avola si dice che chi non rispettava il “Voto” da sciogliere, il malcapitato finiva col perdere la voce temporaneamente risvegliandosi indolenzito.

Questo fenomeno era chiamato col nome di “I Lignati i Sam’Mastianu” (“Le Legnate di San Sebastiano”), e si tratta chiaramente di un frutto della fantasia popolare che lo ha associato ad un cattivo adempimento del “miracolato” nei confronti del “Santo Martire” e della dottrina cristiana in particolare, anche perché è teoricamente impossibile che un “Santo dia legnate ai loro devoti”.

Comunque sia questa “credenza” o “tradizione” che dir si voglia, ha favorito col passare degli anni un sempre più crescente rispetto al “Santo”.

Oggigiorno “San Sebastiano” è ancora molto venerato dagli avolesi, e non di rado nei quartieri “popolari” della città sopravvive ancora la vecchia usanza di “Dumannari a Missa a Sam’Mastianu”, che letteralmente significa “Chiedere la Messa a San Sebastiano”.

Si tratta della questua di piccole offerte in denaro che verranno utilizzate per far dire la “Messa” ad un parente defunto in modo che “San Sebastiano lo aiuti ad andare in Paradiso”.

Durante le prime settimane di Maggio, inoltre vi è l’usanza di farsi la “Caminata a Sam’Mastianu” dal centro abitato fino al sopracitato “Misteri i Sam’Mastianu” lungo la SS 115 Avola – Siracusa.

La gente qui vi depone vestitini rossi come “ex voto” e numerosi mazzetti floreali di fattura artigianale comprendenti composizioni con rami di “Asparagus Medeoloides” e vari fiori tra cui gladioli, garofani e “Gigli i Sam’Mastianu” (un comune giglio i cui petali di colore bianco e rosso sono attribuiti erroneamente al culto del “Santo Bimartire” poiché possiede gli stessi colori del vestito dei “Nuri” ).

Da questo altare votivo, la mattina della Domenica in cui ricorre la festa esterna partirà “A Cursa re Nuri” che, dopo aver attraversato la SS 115 entrando all’interno di Avola, da cui percorrerà la Via Siracusa e il tratto orientale del Corso Vittorio Emanuele II (attraversando Piazza Trieste), terminerà poi in Piazza Umberto I entrando in Chiesa Madre (vedi più sotto).


Il “Misteri i Sam’ Mastianu”.

I più coraggiosi invece andranno a fare “A Caminata a Sam’Mastianu” fino a Melilli (vera e propria “culla” del culto provinciale a “San Sebastiano”), camminando a piedi la notte tra il 3 e il 4 Maggio, giorno in cui viene celebrata la festa melillese del “Santo Martire” (che è la più importante per quanto riguarda il suo culto nella Sicilia sudorientale).

I “Nuri” avolesi, dopo essersi riuniti presso il Sagrato della Chiesa Madre di Avola, camminano per oltre 40 chilometri di strada oltrepassando i territori di Siracusa e Priolo Gargallo per poi arrivare con molta fatica presso la Basilica di Melilli in cui è posto il miracoloso Simulacro del “Santo” (che come è stato detto in precedenza, è stato ritrovato nel 1414), venerato da molti pellegrini provenienti da buona parte della Provincia di Siracusa e dalla Sicilia orientale (per sapere la storia di questo rito vedi il link “Festa di San Sebastiano” nella sezione del sito riguardante la città di Melilli).

Un’antica poesia dialettale avolese celebra il culto legato a “San Sebastiano” recitando i seguenti versi;

Siciliano

“Sam’Mastianu ri quannu si criau
ca fu ‘nta lu lettu e allu munnu nasciu
la Santa Firi Cattolica abbrazzau
cu l’occi apetti riguardannu a Diu

Diu ci resi razzia impurtanti
ri lura lu ciamau ch’era ‘nnuccienti
Sam’Mastianu, lu Re di Li Santi
Abbrazzau li so Martirii aruciamenti.

Aruciamenti lu sancu e la vina
ca ‘ncoddu nun ci arristau n’ugnidda sana
n’aviti a vogghia i fari sazzini
nun l’abbannunu la Firi Cristiana.

La Firi Cristiana a tutti insigna
Signuri, quannu moru cu ‘Bbui sugnu
Vui muristuvu nta n’truncu ri lignu
la ciaia ca rastuvu a mia nun l’abbannunu.

Nun l’abbannunu pi mia nuranza
picchì è ciaia ri Cristu ‘nniputenza
ri Sam’Mastianu la so ‘bbirienza.

Sam’Mastianu fu nu beddu giuvinottu
la Cresia ri Vinezia arunnau
li so spadduzzi nun ‘mmistunu lettu
ca supra ‘mmanchiteddu trapassau.

Ci cala l’Angilu cu lu so rispettu
ci rici: Vastianu, nun dubbitari
ca ‘cca mi ‘cci ha mannatu lu Signuri
‘ccu ‘mmossu r’acqua e na fedda ri pani.

Ciana n’cielu e ci su ru funtani
una ri razia l’autra ri zicchini
sti rui Santuzzi su ‘bbinizzani
e su ‘bbinuti pi stari vicinu.

Sam’Mastanu cu Santa Lucia
su rui funtani ri oru e ri zicchini
sti ru Santuzzi su ‘bbiniziani
e su ‘bbinuti pi stari vicinu “.

Italiano

“San Sebastiano quando nacque
e dentro un letto aprì gli occhi al mondo
la Santa Fede Cattolica abbracciò
con i suoi occhi aperti guardando Dio.

Dio gli diede una grazia importante
riconoscendo che era senza peccato
San Sebastiano il Re di tutti i Santi
abbracciò dolcemente il suo Martirio.

Dolcemente nel sangue nelle vene
(tanto che) addosso non gli restò neanche un unghia sana
continuate a torturarmi
non l’abbandono la Fede Cristiana.

La Fede Cristiana a tutti insegna
Signore, quando muoio con Voi sono
Voi siete morto su di un tronco di legno (la “Croce”)
la piaga che mi avete dato non l’abbandono.

Non l’abbandono per il mio onore
perché è la piaga  dell’Onnipotenza di Cristo
ecco di San Sebastiano l’ubbidienza.

San Sebastiano fu un bel giovanotto
che la Chiesa di Venezia adornò
le sue spallucce non videro un letto
perché sopra un banchetto (il patibolo) trapassò.

Scende l’Angelo con tutto il suo rispetto
gli dice: Sebastiano, non dubitare
perché qui mi ha mandato il Signore
‘con un po’ d’acqua e una fetta di pane.

Salì in cielo e cono su due fontane
una di grazia l’altra di oro zecchino
questi due Santi sono veneziani
e sono venuti per starci vicino.

San Sebastiano con Santa Lucia
sono due fontane di oro zecchino
questi due Santi sono veneziani
e sono venuti per starci vicino”.

Da notare nell’ultima parte della poesia l’accostamento di “Santa Lucia” a “San Sebastiano”, considerati come i “Protettori della Provincia di Siracusa”.

Va detto inolttre che in occasione della Festa di San Sebastiano di Avola è usanza regalare il “Tamburello di San Sebastiano” ai bambini, assieme ad una “Santuzza” (immaginetta) del “Santo Bimartire” e ad un nastro rosso che ne simboleggia il martirio.

In alcune famiglie avolesi è ancora usanza preparare i “Cuddureddi i Sam’Mastianu” ossia il pane votivo di questa festività, avente la forma di ciambella a cui è legato un nastro rosso.

Nel periodo della “festa esterna” di Maggio è inoltre fiorente la produzione di ceri votivi e di “Mazzetti” floreali che vengono portati in corteo durante i “Caminati o Misteri”, “A Cursa re Nuri” o durante la Processione per essere poi donati al “Santo Bimartire”.

I festeggiamenti invernali di “San Sebastiano”

La Festa Liturgica di San Sebastiano e il Pellegrinaggio Invernale dei “Nuri” (20 Gennaio)

Il 20 Gennaio ad Avola ricorre la Festa Liturgica con cui viene commemorato il “Martirio di San Sebastiano”.

Essa è preceduta da un piccolo Triduo di preparazione celebrato in Chiesa Madre nei giorni 17, 18 e 19 Gennaio con solenni Messe celebrate in Chiesa Madre alle ore 18.30 circa.

Arrivata la data del 20 Gennaio comincia la ricorrenza invernale in onore del “Compatrono di Avola”, annunziata con lo sparo di colpi di cannone e con il vivace scampanio delle campane della Chiesa Madre di Avola.

Questa festività prevede lo svolgimento di un’antica tradizione ripresa il 20 Gennaio 2015, la “Cursa re Nuri” invernale che partiva dall’antico borgo marinaro di Mare Vecchio per poi arrivare in Piazza Umberto I presso la Chiesa Madre di Avola, in cui il Simulacro di “San Sebastiano” viene posto alla venerazione dei suoi fedeli.

Alle ore 17.00 presso la Via Elsa Morante (“Lungomare Marina Vecchia”) i “Nuri” che compiranno il percorso penitenziale a piedi nudi come “voto” al “Santo Martire”, si ritrovano elevando grida di invocazione al “Santo” (vedi più sotto).

Da qui porteranno a spalla un piccolo Simulacro raffigurante il “Santo Martire”, incamminandosi in pellegrinaggio dalla Piazza Santa Maria del Mare, percorrendo Via Antonino D’Agata, Via Aldo Moro (Lungomare Pantanello), Via Miramare arrivando presso il Largo Sicilia, da cui percorreranno il tratto periferico del Corso Garibaldi attraversando Piazza Duca degli Abruzzi da cui, tramite la Via Nizza verrà raggiunto il sagrato della Chiesa della Madonna delle Grazie in cui si effettua la prima sosta di preghiera.

La processione imboccherà il Corso Garibaldi arrivando in Piazza Teatro presso il sagrato della Chiesa di Santa Venera in cui si terrà la seconda sosta di preghiera.

Infine verrà percorso il tratto del Corso Garibaldi posto nell’area meridionale del centro storico avolese arrivando presso la Piazza Umberto I dalla quale i “Nuri” si appresteranno ad entrare in Chiesa Madre.

Con l’arrivo dei pellegrini all’interno dell’edificio sacro terminerà il pellegrinaggio con l’omaggio al simulacro di “San Sebastiano”.

La festività liturgica si concluderà con la solenne Messa delle ore 19.00 a cui parteciperanno tutti i pellegrini, che attenderanno i festeggiamenti di Maggio per onorare nuovamente “San Sebastiano”.

La Festa Esterna di San Sebastiano (seconda Domenica di Maggio)

I “Caminati o Misteri i Sam’Mastianu”, il Pellegrinaggio a Melilli (3 – 4 Maggio) e il “Triduo di Preparazione” alla Festa di San Sebastiano (secondo fine settimana di Maggio)

Passata la solennità del 20 Gennaio e con essa le festività di Carnevale e di Pasqua, con l’inizio del mese di Maggio la città di Avola si appresta a celebrare nuovamente “San Sebastiano”, questa volta in forma “esterna”.

in questo periodo in cui ancora in molti chiedono la sopracitata “Missa a Sam’Mastianu”, molta gente compie un “pellegrinaggio” noto come “A Caminata o Misteri i Sam’Mastianu” partendo dalla Chiesa Madre di Avola, percorrendo (anche a piedi nudi) il Corso Vittorio Emanuele II, la Via Siracusa e il tratto della SS 115 “Avola – Cassibile – Siracusa” arrivando poi all’edicola votiva consacrata al “Santo Martire” in cui verranno deposti fiori e vestitini in suo suffragio, facendo poi ritorno in Chiesa Madre percorrendo inversamente il tragitto effettuato.

La sera tra il 3 e il 4 Maggio molti avolesi (molte volte assieme a pachinesi e netini) compiono il “Pellegrinaggio a Melilli” effettuato rigorosamente a piedi (alcuni lo compiono anche scalzi) partendo dalla Piazza Umberto I e percorrendo a piedi (solitamente) l’intero tratto della SS 115 tra Avola e Siracusa attraversando Cassibile e buona parte della città aretusea.

Da Siracusa il percorso continuerà percorrendo a piedi (spesse volte anche assieme ai pellegrini provenienti da Siracusa e altri centri limitrofi) il tratto della S.P. 114 arrivando presso Priolo Gargallo e da qui, tramite la S.P. 95 si arriva fino all’Altare consacrato a “San Sebastiano” posto all’ingresso della cittadina melilese. 

Alcuni avolesi però salgono da Floridia, percorrendo da qui l’insieme di strade provinciali che si collegano poi a Melilli.

In ogni caso, dall’Altare di “San Sebastiano” posto all’ingresso di Melilli si percorre la salita di Via Italia fino alla Chiesa di San Sebastiano di Melilli, dando omaggio al Simulacro del “Santo Bimartire” rinvenuto nel 1414.

Il faticoso percorso svolto per chiedere una grazia o sciogliere un voto, dura per buona parte della nottata compiendosi del tutto a mattinata inoltrata.

Dopo “Sam’Mastianu i Miliddi” (così come viene chiamata localmente la grande festività melillese), la seconda settimana di Maggio iniziano ufficialmente i riti avolesi in onore del “Santo Bimartire”.

Essi cominciano con il consueto “Triduo di Preparazione” alla festività avolese in onore di “San Sebastiano” che prevede nei giorni di Giovedì, Venerdì e Sabato solenni Messe in Chiesa Madre alle ore 19.00 (precedute dal consueto Rosario delle ore 18.30).

In questi tre giorni vengono montate le luminarie artistiche presso il centro storico di Avola, e oltre ad esse viene allestito il consueto mercatino formato da molte bancarelle di cui quelle collocate in piazza vendenti oggetti legati al culto di “San Sebastiano” (come statue, quadretti e i tradizionali “Tamburelli di San Sebastiano”).


La collocazione della statua di “San Sebastiano” presso l’Altare Maggiore della Chiesa Madre di Avola durante il Triduo di Preparazione.


Il Fercolo utilizzato per portare “San Sebastiano” in Processione per le vie di Avola.


L’illuminazione artistica della Festa di San Sebastiano.


Le bancarelle poste presso la Piazza Umberto I.

I festeggiamenti in onore di “San Sebastiano” (seconda Domenica di Maggio)

I riti mattutini della Festa di San Sebastiano

“A Cursa re Nuri”

La mattina seconda Domenica di Maggio, iniziano ufficialmente i festeggiamenti avolesi in onore di “San Sebastiano”, aperti ufficialmente dalla “Cursa re Nuri”.

Si tratta del più toccante rito della festa di “San Sebastiano” di Avola che coinvolge molti pellegrini che si ritrovano fin dalle prime ore dell’alba davanti al “Misteri di Sam’Mastianu”, situato presso la Contrada Chiusa di Carlo lungo la  SS 115 per Siracusa.

La Domenica alle 07.00 di mattina, una serie di forti colpi di cannone annunzia l’inizio dei festeggiamenti ufficiali in onore di “San Sebastiano” segnalando la partenza della processione dei “Nuri” che, come detto in precedenza, compiono questo percorso come “Voto per Grazia Ricevuta”.

I “Nuri” che possono partecipare autonomamente o aggregandosi a vari “gruppi”, sono vestiti con camicia e pantaloni bianchi indossando una fascia rossa a tracollo (talvolta anche un copricapo di colore rosso) tenendo in mano un particolare “mazzetto” che, come detto in precedenza, è composto da rami di di “Asparagus Medeoloides” e vari fiori (garofani, gladioli e gigli bianchi e rossi chiamati come detto prima “Gigli i Sam’Mastianu” ).

Molti di loro camminano scalzi proprio per sciogliere un voto molto importante per loro anche se in molti preferiscono indossare comode calzature.

I gruppi formati da “Nuri” maschi e femmine, sono guidati da un capogruppo, il cui compito è quello è di “lanciare” le invocazioni al Santo esortando gli altri componenti a rispondere.

Il capogruppo intona varie invocazioni tipo “E ciamamulu ca n’aiuta; Nun è Santu di paura; E chi semu surdi e muti l’avulisi?; Chistu è Santu miraculusu” ecc… ricevendo come risposta dagli altri componenti del gruppo “Viva Diu e Sam’Mastianu” alzando il mazzetto floreale o il cero in alto.

Arrivati all’entrata di Avola verso le ore 08.00, precisamente in Via Siracusa all’altezza del bivio con il Viale Lido e il Corso Vittorio Emanuele II, avviene l’incontro con il simulacro di “San Sebastiano”. che in precedenza è stato condotto qui in corteo dalla Chiesa Madre seguito dai membri della Confraternita di San Sebastiano, dalle autorità politiche ed ecclesiastiche cittadina e ovviamente dalla banda musicale.

Avvenuto l’incontro tra il simulacro e “Nuri”, questi ultimi seguiranno in corteo la statua fino in Chiesa Madre elevando sempre urla di invocazione.

Questo tratto del pellegrinaggio tra la Via Siracusa e la Piazza Umberto I, spesse volte viene compiuto correndo.

Durante il cammino verso la Piazza Umberto I è usanza “Isari i picciriddi a Sam’Mastianu” (“Alzare i bambini a San Sebastiano”) affinché vengano benedetti.

Arrivati presso il sagrato della Chiesa Madre, i “Nuri” seguiranno il Fercolo di “San Sebastiano” all’interno della chiesa, per poi assistere alla solenne Messa mattutina in onore del “Compatrono di Avola” che si svolge alle ore 10.00 circa.

Dopo la funzione, molti “Nuri” deporranno i loro mazzetti sulle tombe dei loro parenti defunti collocate presso il Cimitero cittadino.

Per tutto il pomeriggio, la Chiesa Madre di Avola rimarrà aperta per permettere ai devoti (e a coloro che ancora compiono la camminata al “Misteri i Sam’Mastianu” ) di onorare il simulacro di “San Sebastiano”.

Foto della “Cursa re Nuri” del 2010

Foto della “Cursa re Nuri” del 2018

I festeggiamenti serali in onore di “San Sebastiano”

La “Vendita all’Asta” e la “Messa Serale”

Nel pomeriggio riprendono i riti in onore di “San Sebastiano”.

Alle ore 15.00 del pomeriggio presso il sagrato della Chiesa Madre avviene la cosiddetta “Vendita all’Asta” ossia un’asta benefica di prodotti tipici avolesi (olio, vino, formaggi, dolciumi, carni, pesce, verdure ecc…) e prodotti di qualsiasi tipo offerti da negozianti o da privati.

Il clima è molto divertente e, unendo proprio divertimento e folclore si contribuisce anche a fare un’opera di carità verso i meno fortunati.


La “Vendita all’Asta” che si svolge sul Sagrato della Chiesa Madre di Avola.

Dopo l’asta, la gente va presso il tradizionale mercatino di bancarelle di cui. tra di esse ve ne sono tante chiamate “Bancarelle di San Sebastiano” che come scritto prima vendono oggetti legati al “Culto del Martire” tra “Tamburelli” e immagini sacre.

Qui possiamo acquistare anche i grossi ceri di color giallo che verranno lasciati accesi nei pressi dell’ingresso laterale della Chiesa Madre di Avola.


I “Ceri Votivi” venduti davanti alla Chiesa Madre.

Alle ore 18.30 circa comincia la solenne Messa serale in onore di “San Sebastiano” a cui parteciperanno le autorità cittadine ed un alto numero di fedeli, che da li a poco seguiranno il Santo in processione.


Il Simulacro di “San Sebastiano” esposto nella Chiesa Madre di Avola.


La Messa Serale in onore di “San Sebastiano Martire”.

Nel frattempo i fuochisti provvederanno a sistemare le cariche con i fuochi artificiali che annunzieranno l’uscita del “Santo Bimartire” dalla Chiesa Madre avolese.


La sistemazione dei fuochi artificiali che “saluteranno” l’uscita della Processione di San Sebastiano.

La “Processione Serale di San Sebastiano”

Dopo la Messa il simulacro di “San Sebastiano” viene sistemato per essere condotto in Processione per le vie della città avolese.

Alle ore 19.30, la Statua di “San Sebastiano” assieme alla “Reliquia” escono dalla Chiesa Madre salutati da un vivace scampanio a cui seguono lanci di bigliettini rossi con su scritto “Viva San Sebastiano” e accensioni di fuochi artificiali.


L’uscita della Processione di San Sebastiano.

Il Simulacro di “San Sebastiano” verrà condotto in Processione all’interno dei quartieri facenti parte del centro storico o della periferia di Avola, che variano ogni anno a seconda della zona.

Alla Processione partecipano le autorità cittadine ed ecclesiastiche, vari gruppi di “Nuri”, la locale “Confraternita di San Sebastiano” di Avola e (se invitate) di altre città limitrofe consacrate al culto del “Martire” oltre ad un alto numero di devoti.

Durante il tragitto vengono preparati numerosi altarini con l’effigie del “Santo”, che verranno benedetti con la sua Reliquia.

La Processione in onore del “Protettore di Avola” si terrà dapprima in parte del centro storico, per poi girare in un quartiere periferico della città (come detto prima il percorso varia ogni anno) in cui vengono posti Altarini votivi in onore del “Santo” (che verranno benedetti con la Reliquia avolese di “San Sebastiano”) e anticamente venivano poste forme di pane votivo note come i “Cuddureddi i Sam’Mastianu” (pani simili a piccole ciambelle legate con un fiocco rosso).

Al passaggio del fercolo vengono lanciati petali di fiori e stesi drappi eleganti, ma verranno anche organizzati piccoli spettacoli pirotecnici da alcuni abitanti del quartiere.

A tarda serata, la Processione continuerà il suo giro rientrando nel centro storico avolese fino ad arrivare verso le ore 22.00 in Piazza Umberto I.


La Processione di “San Sebastiano” per le vie della città di Avola.

Alle ore 22.00 circa, quando il fercolo di “San Sebastiano” si ferma al centro della Piazza Umberto I, viene effettuato un ottimo spettacolo pirotecnico che saluterà l’entrata in chiesa della Processione di “San Sebastiano”.


I fuochi d’artificio in onore di “San Sebastiano”.

Dopo il fuochi pirotecnici, il simulacro di “San Sebastiano” rientrerà in Chiesa Madre.

Esso compirà circa una decina di giri lungo le navate della chiesa “correndo” all’interno dell’edificio sacro, seguito da alcuni fedeli che elevano le urla di invocazione dei “Nuri”.

Dopo i giri, “San Sebastiano” viene posto nuovamente presso l’Altare Maggiore della chiesa in cui rimarrà esposto durante l’ottavario che conclude la festività avolese in suo onore.

Foto della Processione di San Sebastiano del 2018



Le foto della Processione, dei Fuochi e dei Giri di San Sebastiano del 2018

L’Ottavario della Festa di San Sebastiano (terza settimana di Maggio)

L’Ottava della Festa di San Sebastiano e la conclusione dei festeggiamenti

Passata la festa in onore di “San Sebastiano”, la terza settimana di Maggio comincia il solenne Ottavario che conclude il periodo in onore del “Santo Bimartire”, che prevede per tutta la settimana solenni Messe in Chiesa Madre verso le ore 18.30 – 19.00 circa.

La Domenica dell’Ottava (terza Domenica di Maggio) molti devoti assisteranno alle Messe del mattino (ore 11.00) e serali (ore 19.00) che concluderanno la solennità in onore di “San Sebastiano”.

Dopo la Messa serale dell’Ottava che prevede la partecipazione di moltissimi devoti, il simulacro di “San Sebastiano” verrà riposto nel suo Altare in cui resterà esposto per tutto l’anno alla devozione dei fedeli fino alle feste liturgiche ed esterne dell’anno seguente.

Per saperne di più visita il sito web www.chiesamadreavola.it e la pagina “San Sebastiano ad Avola”.

Video della Festa di San Sebastiano

Festa di San Sebastiano (2013)
canale Sudest Sicilia

Festa di San Sebastiano (2015)
canale Sudest Sicilia

   

Festa di San Sebastiano (2016)
canale Sudest Sicilia

Festa di San Sebastiano (2018)
canale Sudest Sicilia

    

Festa di San Sebastiano (2019)
canale Sudest Sicilia

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