Marina di Avola, Area Marina di Piccio – Balata – Fiumara

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Marina di Avola
(Frazione di Avola)

Area Marina di Piccio – Balata – Fiumara
(Spiagge di Piccio e Balata – Foci del Fiume Asinaro e del Torrente Bochini)

Il vertice sudorientale del territorio comunale avolese corrisponde alla vasta area compresa tra le Contrade Piccio, Fiumara e San Marco che lambiscono il tratto meridionale del Fiume Asinaro.

Esso è uno dei corsi d’acqua più importanti della Provincia di Siracusa che si origina in territorio netino presso l’area adiacente alla località nota come “Testa dell’Acqua”, che va a lambire le aree di Noto Antica e dell’attuale città netina facendo da confine tra i territori comunali di Avola e di Noto, per poi sfociare nel Mare Ionio presso la località nota come “Balata”.

Questa zona è delimitata anche dal basso corso del Torrente Bochini (ormai quasi privo di scorrimento idrico) che, in località “Puzzi”, si ingrotta nel sottosuolo per poi dividersi in due diramazioni: una che si immette nel Fiume Asinaro, l’altra che termina presso la Spiaggia di Piccio (delimitata da un vasto canneto).

Questa zona è attraversata dalla S.P. 59 Avola – Lido di Noto da cui, tramite le Traverse Piccio, Palma – Fiumara (in territorio avolese) e dal Viale Eolie (in territorio netino) raggiungiamo le aree elencate in questa pagina.

L’area nota come “Piccio” è posta a sud della località avolese nota come “Cicirata”, ed è raggiungibile sia da una piccola stradina posta alla fine della Via Sebastiano Morale (presso cui si raggiunge la Spiaggia della Cicirata, vedi link nella pagina precedente per saperne di più), ma principalmente dalla Traversa Piccio (ubicata presso la S.P. 59 Avola – Lido di Noto all’altezza di un’edicola votiva consacrata a “San Pio da Pietrelcina”) e da quest’ultima strada bisogna imboccare la traversa delimitata da un cancello che conduce alla spiaggia di Piccio (al termine della stradina posta alla fine della sopracitata Via Sebastiano Morale).

In questa zona vi è posta la più vasta spiaggia del territorio marino avolese comprendente anche le limitrofe spiagge delle Contrade Cicirata e Balata, quest’ultima posta nei pressi del confine comunale tra il territorio di Avola e quello di Noto, diviso dal tratto finale del Fiume Asinaro che in questo punto sfocia nel Mare Ionio.

Anticamente qui vi era collocata anche la foce del Torrente Bochini del cui corso che, come è stato detto in precedenza, va ad ingrottarsi tra le Contrade Palma, Puzzi e Fiumara – San Marco per poi dividersi in due rami: uno che si immette nell’Asinaro e l’altro che sfociava proprio presso questa spiaggia (che viene tuttora scavalcato dalla Traversa Piccio).

Ma la modesta portata idrica ha fatto si che il tratto del torrente si sia interrato man mano avendo solo un modesto scorrimento idrico durante le forti piogge. Comunque sia la foce era localizzata presso il tratto settentrionale della Contrada Piccio in cui vi è posto un vasto canneto. 


La vasta spiaggia di Piccio.

Alla fine della spiaggia di Piccio vi è foce del Fiume Asinaro raggiungibile dalla S.P. 59 Avola – Lido di Noto tramite il Viale Eolie alla cui fine è posto l’ingresso alla limitrofa spiaggia di Balata (posta in territorio netino) da cui si può raggiungere anche quella posta presso la Contrada Piccio.

L’acqua del fiume che è piuttosto fredda causa all’incontro col quella calda marina piccole correnti chiamate localmente “Tremuli”, ossia dei vortici che si formano sotto la sabbia del mare grazie al contrasto tra l’acqua fredda del fiume con l’acqua calda del mare, che creano un effetto simile alle sabbie mobili ma non letale.

Presso la foce di questo fiume vi è una buona presenza di fauna marina composta da rettili (bisce acquatiche), anfibi (rane e rospi), volatili (aironi, folaghe, cormorani, anatre, germani, falchi di palude, poiane, martin pescatori, cardellini, merli, colombi ecc…), mammiferi (donnole, volpi, topi) ma soprattutto fauna ittica che trova nutrimento nelle acque salmastre antistanti alla foce, composta da pesci (cefali, spigole, anguille, orate, mormore, saraghi, donzelle, boghe ecc…), crostacei (gamberi) e molluschi (polpi) oltre a vari organismi quali patelle, telline, vongole, ricci di mare, oloturie ecc…

La spiaggia si presenta piuttosto pulita e molto frequentata durante il periodo estivo.


La foce del Fiume Asinaro.

Camminando seguendo la riva del fiume verso l’interno troviamo un piccolo meandro dove il letto del fiume aumenta improvvisamente di profondità (quindi vietato alla balneazione vista la profondità del fiume e anche perché poco distante è posto un impianto di depurazione delle acque che contribuisce alla pulizia del mare e del fiume stesso) nel tratto noto come la Fiumara (“A Ciumara” in siciliano) dove vi possiamo incontrare ugualmente uccelli acquatici quali anatre e aironi e pesci quali cefali, spigole e anguille (talvolta anche qualche esemplare di tinche, carpe e trote nel tratto più a monte).

Fuori dal fiume sono presenti rane, rospi e serpenti innocui come il colubro leopardino e le bisce d’acqua visibili solo in mezzo alla fitta vegetazione di ninfee e canne di fiume. Qui è severamente vietato pescare se non si ha l’apposita autorizzazione della Guardia Forestale (mentre dalla scogliera si può pescare liberamente).

Il letto del fiume è raggiungibile anche dalla S.P. 59 da una piccola traversa sterrata alla nostra sinistra (venendo da Avola) collocata dopo il breve viadotto che lo attraversa. Ad ovest è posta l’interessante area archeologica posta presso le Contrade Fiumara e San Marco (vedi link riguardante la Valle del Fiume Asinaro nella pagina precedente per saperne di più).

A sud del tratto finale del Fiume Asinaro vi è la frazione marinara di Calabernardo (chiamata appunto anche Balata) appartenente al comune di Noto (vedi la sezione del portale riguardante la città netina), dove si innalzano di nuovo frastagliate scogliere rocciose in cui vi sono posti alcuni ruderi di tipo rupestre (tombe? latomie? fornaci?) ed un’antica torre che fungeva da acquedotto.

Qui i fondali marini oltre ad essere piuttosto puliti si presentano molto bassi per poi essere più profondi qualche metro più avanti.

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