*Riserva Naturale Biviere di Lentini, Lago Artificiale del Biviere di Lentini


Foto dell’area in cui sorge il Biviere di Lentini.

A nord di Lentini, al centro della breve pianura nota come “Campi Leontini”, sorge il vasto invaso idrico noto come “Biviere di Lentini”, che sorge nel luogo dove esisteva il preesistente omonimo lago le cui origini si ricollegano ad un’antica leggenda greca che ha per protagonista Ercole che, dopo aver ucciso un mostro dalla testa di leone, creò questo grande lago. Dal nome del mostro nacque anche il toponimo “Leontinoi” che indicava l’antica città greca le cui rovine sono poste a sud di Lentini. Ma le leggende su questo lago sono tantissime, si dice anche che il lago sia stato creato (o ampliato) anche in epoca medievale dai cavalieri templari oppure per volere di Federico II di Svevia (vedete la sezione riguardante le feste e le tradizioni popolari di Lentini per saperne di più).

Il lago però ha origini naturali poiché si formava (e in parte si forma tuttora) dall’immissione delle acque del Torrente Trigona presso una vasta conca posta tra le Contrade Armicci, Timpunazzo, Bardara (sudest), Guardara – Case Perrotta, Galici, Ferrarotto (sudovest), Cicogna, Cipollazza (nordovest), Catalicciardo, Galermo, Santalania e Valsavoia (nordest) le cui risorse idriche venivano sfruttate dai contadini e dai pastori, ma va detto che qui vi erano numerosi allevamenti ittici (in maniera speciale di anguille e tinche) e di rane (che tuttora a Lentini sono una specialità tipica) prima di essere prosciugato durante i lavori di bonifica era il più vasto lago siciliano popolato da molte specie ittiche di acqua dolce ma soprattutto era area di transito di numerosi volatili che durante le migrazioni si fermavano presso il Biviere. La bonifica divenne necessaria tra la fine dell’800 e gli inizi del 900 per risanare l’area circostante che in estate diventava malarica a causa delle zanzare che popolando la zona umida del Biviere si muovevano nei dintorni (quindi anche a Lentini e presso il suo circondario) trasmettendo malattie mortali come la malaria. Il lago venne prosciugato per volere dei baroni Beneventano negli anni precedenti alla II guerra mondiale, anche se nel frattempo venne trovato anche un rimedio alla malaria grazie alla scoperta di sostanze chimiche per allontanare le zanzare. Dopo vari periodi di siccità o di estremo clima rigido (che arrivava a creare gelate, letali per l’agrumicoltura) in assenza della giusta umidità, si decise negli anni 70 di ricreare in maniera ridotta il lago di Lentini sotto forma di diga artificiale, però aumentandone la profondità in modo da servire come serbatoio idrico per la vasta area agrumicola che sorge attorno a Lentini (le sue acque sono utilizzate anche dai limitrofi comuni di Palagonia, Scordia, Francofonte e Carlentini). Nel frattempo il lago man mano si ripopolò di varie specie ittiche di acqua dolce (carpe, tinche, alborelle, anguille ecc…) e ridivenne area di transito per vari volatili acquatici. Oggi il lago è gestito dalla Regione Sicilia che lo ha affidato al Comune di Lentini, che dovrebbe riaprire il lago ai visitatori (visto che i suoi ingressi principali posti sulle S.P. 67 e 16 sono chiusi al pubblico). Il lago è gestito anche dalla LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) vista la sua importanza naturalistica dovuta al fatto che esso crea un ecosistema favorevole per essere area di nutrimento per vari uccelli acquatici. Difatti sono molte le specie di uccelli acquatici che qui possiamo ammirare e tra essi vanno citati anatre, oche, cigni,  germani reali, cicogne aironi (tra cui l’airone aosso e l’airone cinerino), cormorani, folaghe, cavalieri d’italia, fenicotteri rosa, gallinelle d’acqua, svassi, falchi pescatore, poiane, gufi, allocchi, vari passeriformi. Altri animali (anfibi, insetti, rettili, mammiferi) sono comuni al resto del territorio di Lentini. Oltre alle piante autoctone della campagna lentinese sono presenti anche vari tipi di piante acquatiche poste all’interno del lago.

Si può però visitare la zona nord del Biviere posta lungo la SS 385 per Palagonia (zone di Contrada Galermo) in cui è posta la sponda settentrionale di origine naturale (a sud, ad est e ad ovest è invece posta la vasca che chiude questa conca naturale in cui è posto il lago) tramite stradine sterrate poste alla nostra sinistra verso sud che, dopo aver attraversato la ferrovia per Palagonia, si affacciano sulle sponde settentrionali del Biviere, le più importanti dal punto di vista naturalistico. Possiamo raggiungere la sponda settentrionale del Biviere dalla Traversa Schifazzo (di fronte alla traversa che conduce in Contrada Catalicciardo) che, passando sotto la ferrovia per Palagonia costeggia la sponda nordoccidentale del Biviere in una zona che possiamo visitare tranquillamente da cui poter ammirare tutto l’invaso arrivando presso la Masseria Schifazzo, nota anche come “Casa dello Zoccolo del Biviere” poiché posta sull’unica riva rocciosa del lago (nel punto in cui noi possiamo visitarlo) che dovrebbe ospitare una struttura ricettiva (compresa di hotel – ristorante) posta proprio sul lago. Un altro punto da cui poter ammirare il Biviere è posto in Contrada Galermo. Nelle aree a sud ovest e sud est del Biviere invece possiamo ammirare i pochi resti degli antichi allevamenti ittici formati da strutture in pietra che formavano vari canali che confluivano in grosse vasche in cui venivano condotti i pesci con un procedimento simile a quello delle “Tonnare” poste presso le coste siciliane. Sono presenti anche rovine di imbarcaderi utilizzati sempre dai pescatori che anticamente lavoravano presso il Biviere.


Particolare del lago artificiale del Biviere di Lentini.

Va comunque detto che la LIPU e altre associazioni naturalistiche (lentinesi e no) organizzano anche escursioni complete all’interno del Biviere di Lentini, e che sempre presso questo lago si tengono competizioni di pesca sportiva autorizzate (in cui i pesci non vengono catturati e nemmeno uccisi) mentre è vietata la caccia e la pesca di frodo. Inoltre non è possibile farsi il bagno all’interno del lago ed è vietato campeggiare presso le sponde del lago così come lasciare rifiuti di qualsiasi genere.

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