*Brucoli, Area Archeologica Porcaria – Gisira – Adonai – Baia del Silenzio – Vallone Maccaudo – Torrente Porcaria e rovine archeologiche (Tratto villasmundese del Vallone Maccaudo – Cozzo Battaglia – San Fratello – Occhiali – Cozzo dei Turchi – Tavoliere (Trotylon?) – Xirumi – Gisira – Samperi – Foce del Porto Canale di Brucoli)


Il Torrente Porcaria che scorre nella pareti rocciose del Vallone Maccaudo aventi numerose cavità rupestri.

Il Vallone Maccaudo è una cava iblea che si origina in Contrada Maglitto ad ovest di Villasmundo per poi attraversare le contrade a nord della frazione melillese fino ad arrivare in territorio augustano nei pressi di Brucoli sfociando nel Mare Ionio a nordovest del centro marinaro andando a formarne il piccolo porticciolo. Il Vallone Maccaudo è inoltre uno dei siti paleontologici più importanti della Sicilia per i suoi ritrovamenti che, secondo alcuni studi, fanno di quest’area una delle prime ad essere popolate in Sicilia.

Il Torrente Porcaria era noto in epoca greca come “Pantakyas”, italianizzato “Pantagia” ma è popolanamente chiamato “Ciumara i Purcaria” o come Fiume Bruca o Auruca (da cui derivò il nome Brucoli). Il torrente viene anche citato dal poeta romano Virgilio nella sua opera “L’Eneide” con i seguenti versi “… passò la foce, che era di vivo sasso del Fiume Pantagia, e i seni ancora di Megara e Tapso…” riferendosi all’eroe troiano Enea che passò dalla Sicilia orientale durante il suo viaggio verso il Lazio in cui secondo l’antica leggenda narrata da Virgilio, fondò Roma da cui si sviluppò l’omonima civiltà che divenne un grande impero; anche se Virgilio molto probabilmente il poeta si riferiva al Fiume Marcellino (che è quello posto a poca distanza tra i siti di Thapsos e di Megara Iblea) e il nome “Pantakyas” è molto più simile ad una contrada posta presso il basso tratto fluviale del Marcellino nota come “Pantalone” anche se si narra di un antico villaggio noto come “Trotylon” che doveva sorgere presso il Fiume Bruca o Auruca che in passato veniva chiamato anch’esso “Pantakyas”, le cui rovine sembrerebbero essere collocate al confine tra i territori comunali di Melilli ed Augusta molto probabilmente in Contrada Tavoliere tra i territori di Melilli e Augusta, solcati dal basso corso del torrente.

Tralasciando il tratto melillese del Torrente Porcaria compreso tra le aree di Sorgente Maglitto, Casitte, Piano Torre, San Domenico, San Domenichello, Aliana, Luogogrande e Cozzo Battaglia, cominciando a fare da confine tra i territori di Villasmundo (Melilli) e Brucoli (Augusta), il Vallone Maccaudo arriva presso l’area nota come “Tavoliere” (venendo scavalcato dall’Autostrada CT – SR e dalla SS 114 in questa zona) cominciando ad essere alimentato da sorgenti sotterranee poste nelle limitrofe contrade di Occhiali, Tavoliere (in territorio melillese), Mangiamela, Arcile e Cozzo dei Turchi (in territorio augustano) avendo quindi un discreto scorrimento idrico a differenza del tratto villasmundese. Questa zona è raggiungibile da Brucoli dalla S.P 57 Carlentini – Brucoli e dalle S.P. 3 Augusta – Villasmundo tramite la S.P. 105 San Fratello – Porcaria (prima traversa posta alla nostra sinistra dopo l’Hotel Sicilfuel sulla S.P. 3; ultima traversa alla nostra sinistra prima di imboccare la statale 114 da Brucoli) che oltrepassa il letto del Torrente Porcaria (il cui attraversamento è altamente sconsigliato durante i periodi piovosi poiché il torrente passa proprio sulla strada e col la forza acquisita dalle acque piovane potrebbe avere la forza di sommergere e/o trascinare veicoli e persone) presso l’area nota come “Tavoliere”, lambita a nord dal Vallone Maccaudo. Il nome “Tavoliere” deriverebbe dall’altopiano piuttosto regolare che si affaccia sulla piccola ma interessante cava del Torrente Porcaria. La zona è raggiungibile dalla S.P. 105 da un sentiero posto presso l’attraversamento del Torrente Porcaria in cui si può decidere di andare sulla parte superiore oppure di addentrarci all’interno della cava.

Questa zona del vallone è la più interessante dal punto di vista archeologico. Essa si presenta crivellata dalle principali grotte a “camerone” che servivano come rifugio, casa, luogo sacro e sepolcrale per moltissimi secoli. Si presume che l’area fosse abitata proprio dall’età paleolitica fino a quella altomedievale vedendo il passaggio e di dimora di primitive popolazioni protostoriche che poi si inserirono nel contesto “siculo”. Col passare dei secoli questa zona divenne utilizzata da greci e romani come area agricola e, molto probabilmente nella limitrofa Contrada Tavoliere (posta sulla sponda meridionale di questo tratto del Porcaria) venne molto probabilmente fondato in epoca sicula il villaggio noto come “Trotylon” (citato da molti storici e saggi greci e romani), che venne abitato anche nei periodi greco, romano e bizantino per poi essere abbandonato del tutto dall’alto medioevo. Da allora di questo villaggio non se ne riesce a trovare traccia e come detto prima non si sa se esso sia stato collocato proprio nell’area nota come “Tavoliere” (che è quella più ad est dell’intero territorio comunale melillese) oppure più a nord presso l’area di Gisira (ricadente in territorio di Augusta). Vi sono però numerose rovine rupestri che attesterebbero la presenza di un abitato fungendo prima da cimitero rupestre, poi da “casa – grotta”. In quest’area sono stati rinvenuti molti reperti ceramici ma anche alcune armi rudimentali (punte di frecce in pietra). Molto probabilmente gli ultimi ad usufruire di questa zona furono gli arabi che qui favorirono lo sviluppo dell’agricoltura impiantando vari agrumeti (coltura che sopravvive anche oggi e che troviamo in entrambe le sponde di quest’ultimo tratto del torrente) posti presso le aree di Occhiali (ad ovest del Torrente Porcaria) e di Cozzo dei Turchi (rispettivamente ad est).


Il tratto finale del Vallone Maccaudo posto in territorio augustano.

Il Vallone Maccaudo superata questa zona ora entra completamente in territorio augustano scorrendo sotto il sito rupestre di Cozzo Telegrafo (posto alla nostra sinistra sulla S.P. 57 Carlentini – Brucoli) che si presenta come una cava di pietra ma che nasconde origini molto più antiche e, tramite un’ansa posta in località “Cozzo dei Turchi – Occhiali” (quest’ultimo toponimo deriverebbe dal nome di un brigante saraceno) ricevendo le acque di un piccolo corso d’acqua che si origina in Contrada San Fratello (“Torrente Scirumi – San Fratello”) che lambisce l’area feudale della Gisira appartenente un tempo alla famiglia Lavaggi. Dopodiché entra in un’area urbana formata dalle contrade augustane di Gisira, Samperi – Intagliata – Perceltora (colme di numerose rovine rupestri) effettuando un’ultima curva verso nord sfociando quindi presso il porticciolo di Brucoli. Anche in quest’ultimo tratto sono poste varie cavità rupestri, di cui quelle collocate presso la foce che sono utilizzate dai locali pescatori di Brucoli come depositi rupestri per le loro attrezzature da pesca. Quest’ultimo tratto lo si può ammirare dalla S.P. Brucoli – Gisira o dal porticciolo di Brucoli.


La foce del Torrente Porcaria e sullo sfondo il Castello di Brucoli.

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