Buccheri, Bosco Frassino (Masseria Frassino – Quercia Secolare – Torrente Frassino)

Al termine della S.P. 72 Margio – Tallarita – Frassino (raggiungibile dalla S.P. 5 Buccheri – San Giovanni per Francofonte dopo la traversa per la Cava della Stretta) troviamo una stradina sterrata che ci conduce di fronte ad una masseria abbandonata in cui è posizionata una torretta di controllo appartenente alla Guardia Forestale (utilizzata per monitorare la zona); siamo all’interno dell’area boschiva demaniale del Bosco Frassino, uno dei cosiddetti Boschi di Buccheri, di cui pare essere il più antico e il più fedele alla vegetazione di tipo ibleo per la presenza di piante spontanee nonché di alberi di olivo; oltre che di frassini. Il bosco venne arricchito piantando anche querce da sughero durante l’epoca feudale buccherese.

Il Bosco Frassino è formato da un antico bosco spontaneo formato da alberi di frassini (da cui deriva il nome dato a questo bosco), olivi e querce da sughero, presenti in maniera minore della Sughereta facente parte del Bosco Pisano che, come questo bosco era anticamente feudo prima della famiglia feudataria di Buccheri Alliata – Villafranca e poi di quella di origine inglese Eaton – Cassis. Dagli anni 60 del 900 passò al Demanio Forestale della Regione Sicilia assieme ai Boschi Contessa e Santa Maria (mentre il Bosco Pisano appartiene al Comune di Buccheri). Esso si estende tra i versanti montuosi dei Monti Mazzarino (ad ovest) e Tallarita (ad est) ed è il bosco meno visitato di tutti quelli buccheresi, ma non per questo è il meno interessante anzi il Bosco Frassino è quello che cresce in una delle aree panoramiche più belle della Sicilia sudorientale che si affaccia sulla Piana di Catania in cui è possibile ammirare le città di Francofonte, Lentini, buona parte delle aree di Palagonia – Scordia – Militello, l’area della grande città catanese e in lontananza l’Etna.

Per visitare il Bosco Frassino basta quindi arrivare alla vecchia masseria abbandonata nota come “Masseria Frassino” che un tempo faceva parte del vasto territorio feudale degli Alliata – Villafranca prima che cedessero tutti i loro terreni agli Eaton – Cassis. Questa masseria feudale, ormai ridotta ad un rudere ospitava stalle e magazzini nonché un’elegante residenza.

A sud est della masseria vi è una grande “Gebbia” di quadrata (vasca utilizzata per la raccolta delle acque piovane) e, a pochi metri di fronte ad essa vi è un muro a secco dopo del quale vi è posta una grande quercia da sughero secolare posta all’interno della propaggine settentrionale del Bosco Frassino. Si tratta di un albero piantato nel 1600 e tuttora in buona salute considerato come uno degli alberi secolari più importanti della Provincia di Siracusa e per cui posto sotto tutela.

Andando verso est entrando all’interno del bosco troviamo il tratto iniziale del Torrente Frassino, corso d’acqua dalla buona portata idrica che, dopo aver solcato una breve cava iblea, riceve le acque del Torrente Rannazzisi (posto in un’appendice del territorio comunale francofontese) immettendosi più a valle presso il Fiume San Leonardo presso la Contrada Terrenove delimitando per svariati chilometri un’area di confine tra i territori buccheresi, francofontesi e carlentinesi.

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