*Buccheri, Gole della Stretta – Cava del Fiume San Leonardo (Torrente Mazzarino)


Le Gole della Stretta sotto le quali scorre il Fiume San Leonardo.

Dalla S.P. 5 Buccheri – San Giovanni (per Francofonte) arriviamo ad un bivio; a destra si va per la Chiesa di Sant’Andrea di epoca medievale tramite la traversa Costa Lunga – Sant’Andrea (che spunta sempre sulla S.P. 5), a sinistra seguendo la strada provinciale andando in direzione dell’agriturismo Terraliva; oltrepassato l’agriturismo dopo una serie di tornanti, sulla nostra sinistra vi è una traversa stretta circondata da degli uliveti; andando sempre in direzione nordovest si entra presso la Contrada Mazzarino in cui sotto l’omonimo monte in cui sono collocate le cosiddette “Gole della Stretta”, una delle aree iblee più interessanti della Sicilia sudorientale. Andando più avanti la strada diventa sterrata, proseguiamo fino a quando non troviamo un altro sentiero sterrato posto nei pressi di una masseria che dalla nostra sinistra scende verso il fondo cava, risalendo il corso del fiume verso sud entriamo presso la cava fino a quando non troviamo delle concrezioni rocciose note come “Gole della Stretta”.

  Facenti parte della cava solcata dal Fiume San Leonardo, le Gole della Stretta (note inin dialetto buccherese come “A Stritta”), sono state scavate dall’azione erosiva del fiume che in questo tratto è noto come “Torrente Mazzarino”. Questo corso d’acqua considerato come il più importante della Zona nord della Provincia di Siracusa lambisce più a valle l’estremità settentrionale degli Iblei bagnando i territori a cavallo tra Francofonte e Lentini dividendo idealmente la provincia aretusea da quella catanese.

Le Gole della Stretta presenta pareti piuttosto irte e scoscese che formano uno stretto corridoio in cui scorre il fiume che forma dei laghetti simili a quelli posizionati lungo la Valle dell’Anapo (sotto il sito di Pantalica tra Ferla e Sortino) e la Cava Grande del Cassibile (presso Avola). Il più importante di essi è chiamato “Campana di Sant’Antonio” poiché una leggenda locale narra che in questo lago venne ritrovata la campana della vecchia Chiesa di Sant’Antonio, crollata in seguito del terremoto del 1693. Da ammirare anche le falesie scavate dallo scorrimento del fiume che assumono forme interessanti. Per certi versi le Gole della Stretta per la loro orografia sono paragonate alle ben più note “Gole dell’Alcantara” poste tra le province di Catania e Messina (che però sono poste all’interno di pareti laviche anche esse strette e difficili da esplorare) anche se sono per certi versi molto diverse (la Gola della Stretta è formata da pareti in calcare tipiche delle cave iblee).

Dal punto di vista archeologico, la Cava della Stretta presenta delle rovine interessanti di varie epoche a testimonianza che questo era un sito piuttosto frequentato. Infatti le pareti della cava possiamo notare numerosi anfratti scavati dalla corrente del fiume, e molto più in alto anche delle grotte artificiali che ospitavano un sito funerario rupestre di epoca neolitico – sicula comprendente circa 150 tombe a grotticella scavate nella roccia che ricoprono buona parte delle pareti della cava; sono facilmente riconoscibili dalla stradina d’accesso alla cava, ma difficilissime da esplorare. Presso l’altura nota come Monte Mazzarino (posta a nord est della cava) invece vi è posto un sito funerario di epoca bizantina. Si ipotizza la presenza di rovine risalenti ad antichi insediamenti di epoche varie (tra cui quelle sicule e bizantine) da cui deriverebbero i limitrofi feudi di Sant’Andrea – Racalmemi e dell’attuale sito in cui tuttora sorge la città di Buccheri. Sono ovviamente presenti terrazzamenti in cui tuttora viene praticata l’olivicoltura.

La “Gola della Stretta” ha una rigogliosa flora in cui troviamo molte delle specie erbacee e arboree descritte nella pagina che descrive complessivamente il territorio ibleo di Buccheri, per non parlare delle molte specie animali che la popolano. Tutto ciò, aggiunto allo splendido paesaggio, fanno di questa gola un piccolo ma importante gioiello ibleo, ancora non del tutto antropizzata e visitabile solo in parte, poiché alcune aree della cava risultano piuttosto impervie e di difficile esplorazione.

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