Buccheri, I Boschi di Buccheri (Boschi Contessa, Santa Maria, Pisano, Sughereta, Frassino, Ragameli)

I Boschi di Buccheri rappresentano la più grande distesa boschiva della provincia siracusana sia come estensione (poiché, a differenza dei Boschi Frassino e Ragameli che sono posti in aree più isolate), essi sono in un modo o nell’altro collegati tra loro formando una vasta foresta che circonda la cittadina buccherese e le sue alture iblee, sia come tipologia di ecosistema, flora e fauna. Tutti i Boschi di Buccheri (ad eccezione del Bosco Pisano) fanno parte del “Demanio forestale della Regione Sicilia”. Questi boschi sono molto particolari e si presentano come aree di rimboschimento come i Boschi Contessa, Santa Maria e Ragameli, ma anche come zone aventi piante autoctone e soprattutto secolari come ad esempio il Bosco Frassino e il Bosco Pisano in cui cresce la rarissima “Zelkova Sicula” pianta di origini preistoriche che miracolosamente cresce solo in quest’area.

Bosco Contessa

Il Bosco Contessa è posto a sud di Buccheri a poca distanza dal territorio di Buscemi (in cui ne cresce una buona porzione) ed ha diversi ingressi controllati (di cui quello sulla SS 124 in direzione Buscemi posto alla nostra destra venendo da Buccheri) in cui per entrare bisogna avere l’autorizzazione dell’Azienda Regionale Foreste Demaniali per fare delle escursioni organizzate (basta mandare un fax al numero telefonico +39 0931 623 73) altrimenti bisognerebbe costeggiare le falde meridionali del Monte Contessa tramite una traversa sterrata posta alla nostra destra posta sempre sulla SS 124 in direzione Buscemi (posta in Contrada Iunci in territorio buscemese) e avventurarsi presso le aree rurali che costeggiano il rilievo a sud, dove vi sono state rinvenute rovine appartenenti ad un villaggio neolitico. All’interno del Bosco Contessa troviamo numerose specie arboree come i Pini Marittimi piantati dal Demanio a cui si uniscono specie arboree locali come Castagni, Lecci, Roverelle, Sugherete, Nocciole, Querce, Eucalipti. Sotto questi alberi non è raro trovare alcune specie di funghi (commestibili e no). Da segnalare la presenza di numerose specie di piante erbacee tipici dei Monti Iblei buccheresi; stessa cosa dicasi per la fauna. All’interno del bosco vi è posto anche il cosiddetto “Rifugio San Bartolo”, costruito nell’area che era occupata dall’antico Feudo della famiglia Ventimiglia e da numerose rovine rurali molte delle quali appartenenti ad antiche “Neviere”, edifici in cui veniva immagazzinata la neve raccolta durante l’inverno e venduta durante l’anno ai commercianti di generi alimentari deperibili (carne, pesce e verdura) o ai cuochi – pasticceri che la utilizzavano per la preparazione di dolci (gelati e granite). A poca distanza vi sono le sorgenti del Fiume Anapo

Bosco di Santa Maria – Pineta del Monte Lauro – Pineta di Buccheri

Il Bosco di Santa Maria è posto ad ovest di Buccheri e lo si può raggiungere dalla vecchia SS 124 per Vizzini andando in direzione dell’Eremo della Madonna delle Grazie percorrendo il resto della strada che costeggia il convento (che da il nome al bosco) fino ad arrivare ad un cancello in cui si entra nell’area demaniale, una delle prime a sorgere in territorio buccherese. Al termine della strada entriamo nell’area comunale del bosco (in cui vi è posto anche l’ingresso del Parco Avventura di Buccheri noto come “Parcallario”) troviamo un’area attrezzata dotata di bracieri in pietra lavica in cui è possibile arrostire il cibo che gli escursionisti portano con loro, ma anche tavoli e sedili del medesimo materiale. Vi sono anche delle fontane (sempre della medesima pietra) la cui acqua proviene dalle sorgenti sotterranee del soprastante Monte Lauro, da cui si origina anche il piccolo Torrente di Santa Maria (la cui sorgente è posta in località Polveriera – Fontana Murata in cui è poto anche un pccolo sito archeologico comprendente le rovine dell’antico Eremo di Fontana Murata) che più a valle costeggerà un’altro importante bosco buccherese, la Sughereta. La vera e propria area demaniale (chiusa da un cancello di pietra lavica con dei pinnacoli) racchiude un folto bosco che cresce sulle sponde del Monte Lauro e che arriva a coprire anche buona parte del suo altopiano. Da qui parte un sentiero che costeggia queste pareti risalendo fino alla vetta del Monte Lauro presso la zona in cui sono collocate le antenne militari. Il Bosco di Santa Maria comprende varie specie arboree come vari tipi di Pino, Querce, Frassini, Castagni ecc… Ma, essendo una zona di tipo ibleo possiede anche ampi tratti di macchia mediterranea in cui vi sono numerose piante autoctone. Qui è possibile raccogliere castagne e funghi (se si ha le competenze necessarie nel riconoscerli) da Ottobre a Dicembre.

 Dalla S.P. 6 Buccheri – Giarratana raggiungiamo la vasta Pineta del Monte Lauro al cui interno sorgono varie antenne di tipo militare o per la teleradiodiffusione (posizionate qui sfruttando l’altitudine del rilievo montano). Questo bosco, diviso in due dalla provinciale per Giarratana, è per buona parte di tipo demaniale (quindi chiuso al pubblico) ed è il prolungamento dei boschi Contessa e Santa Maria posti rispettivamente a sud e a nord del Monte Lauro. Questa zona è prevalentemente coperta da varie specie di Pino, albero appartenente alle conifere in grado di resistere ai cambiamenti climatici di questa zona di Sicilia che in estate presenta alte temperature siccitose, mentre in inverno vi possono essere anche delle copiose nevicate. La zona meridionale della pineta, occupate dal ripetitore televisivo della Rai (Radiotelevisione Italiana) presenta un’area occupata da una vasta macchia mediterranea mista ad alberi di pino. Quella settentrionale è posta presso la vetta del Monte Lauro ed è l’area più fitta nel mezzo della quale vi è un interessante sentiero che conduce ad ovest di Buccheri all’interno del Bosco di Santa Maria.

La Pineta di Buccheri è posta presso l’area archeologica del Castello Medievale di Buccheri (vedi sezione riguardante il centro storico buccherese per saperne di più) che sorge proprio sulla vetta del vecchio vulcano. Scendendo più a nord il bosco diventa più fitto e la pineta comincia a mischiarsi con la tipica macchia mediterranea di tipo ibleo (non è raro l’accostamento tra pini e fichi d’india per esempio), infatti la Pineta di Buccheri è un’ottima area di una certa importanza naturalistica posta all’interno dei Monti Iblei. Vi sono anche buone possibilità di trovare funghi commestibili sotto i pini (ma bisogna saperli riconoscere). Dalla Pineta di Buccheri inoltre possiamo ammirare un ottimo panorama delle vallate attorno a Buccheri solcate dal Torrente Risicone – Sughereta verso ovest e dell’alto corso del Fiume San Leonardo, mentre a sud oltre alla città buccherese, possiamo ammirare anche il rilievo del Monte Lauro.

 Bosco Pisano – Sughereta

Percorrendo la S.P. 71 Buccheri – Cava Sughereta – Rizzolo arriviamo di fronte al cancello dell’area demaniale nota come “Bosco Pisano”, che si estende dalle propaggini settentrionali del Monte Costerotte fino alla piana di Rizzolo, un tempo antico feudo della famiglia Alliata – Villafranca ma divenuto di proprietà poi della famiglia inglese Eaton – Cassis, poi infine della famiglia lentinese Pisano da cui prende il nome. Comprendente anche la Sughereta di Buccheri, il Bosco Pisano è il più vasto complesso boschivo posto nel territorio comunale buccherese ed è anche il più antico visto che la sua presenza risale a molti secoli prima del terremoto del 1693. Il bosco venne poi ampliato piantando querce da sughero e gelsi (presso le aree di San Ranieri – Rocca e Rizzolo) e di Roverelle, Frassini, Pini e Castagni, oltre che di numerose piante tipiche degli iblei (vedi pagina principale del Territorio Ibleo Buccherese). Per molti secoli presso questo bosco vi operarono cacciatori, pastori e agricoltori e un tempo vi era una fiorente fabbricazione di carbone da legna. Oggigiorno il Bosco Pisano è sotto tutela dei demani comunali (appartenente al Comune di Buccheri) e regionali (della Regione Sicilia). Questa area boschiva (anch’essa antropizzata) presenta numerosi alberi secolari delle specie appena descritte, ma anche una rarissima pianta, la “Zelkova Sicula”, un arbusto facente parte della famiglia dell’Olmo che cresce solo in questo bosco. Questa pianta è considerata come un “fossile vivente” poiché essa era piuttosto presente durante la preistoria e si presume che parte di queste piante si siano salvate durante il periodo in cui la terra era sotto la grande glaciazione dopo l’estinzione dei dinosauri; durante i secoli questa pianta trovò in quest’area posta a nord di Buccheri l’unico ambiente al mondo adatto per crescere e proliferare, sebbene in poche unità. Oggigiorno la “Zelkova Sicula” è una delle piante poste sotto tutela ambientale poiché la sua presenza mondiale è relegata solo in un’area circoscritta del Bosco Pisano. È una pianta a forte rischio estinzione e per questo è molto tutelata, se si ha la possibilità di ammirarla è vietato toccarla, manipolarla o estirparla.

Al termine della S.P. 71 Buccheri – Cava Sughereta – Rizzolo, vi è una strada sterrata che costeggia la cava in cui scorre il Torrente Risicone, e da qui vi è l’ingresso al Bosco Pisano, riconoscibile da un cartello (vedi link posto nella pagina precedente). All’interno dell’area del Bosco Pisano vi è posto il Bosco Sughereta, che si affaccia sulle pendici orientali della Cava Risicone detta anche della Sughereta. La Sughereta di Buccheri era una delle più importanti della Sicilia orientale assieme a quella del Cozzo Ogliastri (posto presso Villasmundo in territorio di Melilli) in cui veniva raccolto il sughero (le escrescenze della corteccia di queste querce) utilizzato per produrre tappi per le botti che contenevano il vino. Oggigiorno non è più sfruttata ma le querce da sughero sono tuttora presenti e formano un interessante bosco, compreso all’interno del più grande Bosco Pisano. Esso è posto in un’altura nota come “Monte Sughereta” (facente sempre parte del rilievo noto come “Monte Costerotte”) da cui è possibile ammirare un bel panorama delle vallate circostanti e in particolar modo del vulcano Etna.

Bosco Frassino

Al termine della S.P. 72 Margio – Tallarita – Frassino (raggiungibile dalla S.P. 5 Buccheri – San Giovanni per Francofonte dopo la traversa per la Cava della Stretta) troviamo una stradina sterrata che ci conduce di fronte ad una masseria abbandonata in cui è posizionata una torretta di controllo appartenente alla Guardia Forestale (utilizzata per monitorare la zona); siamo all’interno dell’area boschiva demaniale del Bosco Frassino, uno dei cosiddetti Boschi di Buccheri, di cui pare essere il più antico e il più fedele alla vegetazione di tipo ibleo per la presenza di piante spontanee nonché di alberi di olivo; oltre che di frassini. Il bosco venne arricchito piantando anche querce da sughero durante l’epoca feudale buccherese. Il Bosco Frassino è formato da un antico bosco spontaneo formato da alberi di frassini (da cui deriva il nome dato a questo bosco), olivi e querce da sughero, presenti in maniera minore della Sughereta facente parte del Bosco Pisano che, come questo bosco era anticamente feudo prima della famiglia feudataria di Buccheri Alliata – Villafranca e poi di quella di origine inglese Eaton – Cassis. Dagli anni 60 del 900 passò al Demanio Forestale della Regione Sicilia assieme ai Boschi Contessa e Santa Maria (mentre il Bosco Pisano appartiene al Comune di Buccheri). Esso si estende tra i versanti montuosi dei Monti Mazzarino (ad ovest) e Tallarita (ad est) ed è il bosco meno visitato di tutti quelli buccheresi, ma non per questo è il meno interessante anzi il Bosco Frassino è quello che cresce in una delle aree panoramiche più belle della Sicilia sudorientale che si affaccia sulla Piana di Catania in cui è possibile ammirare le città di Francofonte, Lentini, buona parte delle aree di Palagonia – Scordia – Militello, l’area della grande città catanese e in lontananza l’Etna. Per visitare il Bosco Frassino basta quindi arrivare alla vecchia masseria abbandonata nota come “Masseria Frassino” che un tempo faceva parte del vasto territorio feudale degli Alliata – Villafranca prima che cedessero tutti i loro terreni agli Eaton – Cassis. Questa masseria feudale, ormai ridotta ad un rudere ospitava stalle e magazzini nonché un’elegante residenza. A sud est della masseria vi è una grande “Gebbia” di quadrata (vasca utilizzata per la raccolta delle acque piovane) e, a pochi metri di fronte ad essa vi è un muro a secco dopo del quale vi è posta una grande quercia da sughero secolare posta all’interno della propaggine settentrionale del Bosco Frassino. Si tratta di un albero piantato nel 1600 e tuttora in buona salute considerato come uno degli alberi secolari più importanti della Provincia di Siracusa e per cui posto sotto tutela. Andando verso est entrando all’interno del bosco troviamo il tratto iniziale del Torrente Frassino, corso d’acqua dalla buona portata idrica che, dopo aver solcato una breve cava iblea, riceve le acque del Torrente Rannazzisi (posto in un’appendice del territorio comunale francofontese) immettendosi più a valle presso il Fiume San Leonardo presso la Contrada Terrenove delimitando per svariati chilometri un’area di confine tra i territori buccheresi, francofontesi e carlentinesi.

Bosco Ragameli

Bosco Ragameli, formato da varietà di conifere (pini) e di piante arboree, arbustive e erbacee locali, tra cui anche numerose specie di orchidee e piante aromatiche (vedi la sezione principale del territorio ibleo buccherese per saperne di più), sorge tra i territori di Buccheri e Carlentini (Pedagaggi) presso l’area nota come “Ragameli- Valle Cupa” in cui scorre il Torrente Sapillone (affluente del Fiume San Leonardo) in una zona archeologica posta tra l’area di Sant’Andrea e la zona detta “Vallelupa” (o Valle Lupo), antico feudo medievale. Questo vasto bosco posto tra i comuni di Buccheri, Ferla e Carlentini, è considerato come uno dei “polmoni verdi” della provincia siracusana per la sua vastità e per la possibilità di compiere varie escursioni al suo interno seguendo i sentieri aperti agli escursionisti (posti nelle Contrade Vallelupa e Sant’Andrea).

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