Buccheri, Masseria Feudale di Rizzolo (Feudo Alliata – Villafranca – Eaton – Cassis)

Dalla traversa per la Contrada Rizzolo (che si imbocca dalla S.P. 33 Lentini – Francofonte alla nostra sinistra venendo da Buccheri prima del ponte sul Fiume Costanzo, il secondo da est ad ovest) superiamo la residenza Eaton – Cassis (sede di un albergo ormai chiuso) arrivando dopo alcuni tornanti presso la grande masseria feudale di Rizzolo, posta in un altopiano collocato tra i Fiumi San Leonardo e Costanzo (Torrente Risicone – Sughereta) che un tempo era coperto da un folto bosco di sugheri (mentre oggi la zona è piena di alberi di agrumi, in special modo arance rosse) nella zona più “bassa” del territorio ibleo buccherese molto prossima però alla città di Francofonte, nota come “Belvedere di Rizzolo” chiamata così poiché da queste zone si può godere di un ottimo panorama dei rilievi iblei settentrionali, sia della Piana di Catania e dei rilievi francofontesi – militellesi. Quest’area è nota anche per la formazione di paludi stagnanti durante lunghi periodi di pioggia. Si tratta della più grande masseria di tipo feudale posta presso la Provincia di Siracusa assieme a quelle dei Feudi Burgio e Maucini poste presso la città di Pachino. 

La grande masseria venne eretta nel 700 dopo che la precedente venne distrutta dal terremoto del 1693 per volere della famiglia Alliata principi di Villafranca (che erano feudatari dell’intero attuale territorio comunale buccherese). Si tratta di un grande fabbricato che circonda un grande cortile (“Bagghiu”) rettangolare con una grande vasca circolare posta al centro. L’ingresso della masseria è posto nella traversa di Rizzolo ed è composto da un’arcata che si immette nel cortile dentro il quale si affaccia l’ex residenza feudale ormai diroccata posta a destra del portico d’ingresso (venendo dall’esterno). Essa si compone di una palazzina provvista di un’apertura rettangolare e di due serie di finestre della medesima forma poste sui due ordini orizzontali della facciata. Presso la parete esterna invece vi è un’ampia balconata ormai diroccata e pericolante. L’interno ormai è compromesso ma possiamo ammirare i grandi saloni interni dell’edificio. Il perimetro della masseria è formato da quelle che erano i locali in cui abitavano i “massari” ossia i dipendenti del feudo (per la maggior parte crollati), le stalle, i magazzini, il grande palmento per la produzione di vino e olio, e soprattutto un edificio in cui veniva lavorata la seta estratta dall’allevamento di bachi da seta.

Oggigiorno questa masseria è caduta in rovina e andrebbe salvaguardata e restaurata per essere utilizzata o come struttura ricettiva o per vari scopi turistico – culturali.

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