*Buscemi, Cava di San Pietro, Ruderi e Mulini (Mulini San Pietro, La Costaia, Prita, Case Salemi – Luna Paradiso, Fontanella – Fosso Nocilla)

A nord dei Cugni di Prita, dall’unione delle Cave di Santa Rosalia e di San Giorgio, si viene a formare la vasta Cava di San Pietro, chiamata così per la presenza dell’Eremo Rupestre di San Pietro di epoca bizantina. Il fondo di questa cava è raggiungibile dalla traversa che costeggia il cimitero di Buscemi. Ad est del cimitero e del belvedere panoramico posto di fronte ad esso vi è un sentiero sterrato che scende verso la cava fino ad arrivare sotto al sito rupestre di San Pietro, facente parte del percorso chiamato “Sentiero Frassati delle Terre del Timo”, che ripercorre gran parte della “Regia Trazzera” che collegava Buscemi a Cassaro.

La Cava di San Pietro, in cui scorre l’omonimo torrente, è una profonda cava che sorge tra i Cugni di Prita e i rilievi settentrionali dei Monti Pavone e San Germano (in cui comincia a formarsi il cosiddetto “Tetto degli Iblei” occupato dal versante del Monte Lauro) in parte antropizzata dal cosiddetto Sentiero Frassati posto tra Buscemi e Cassaro. Oltrepassato il sito di San Pietro, si scende verso valle seguendo il corso del fiume fino al Mulino La Costaia (il più importante della cava poiché esso è il meno degradato di tutti gli altri cinque mulini presenti), un mulino ad acqua in cui venivano macinati i cereali oggi in rovina (molto simile ai mulini della Cava Purbella presso Palazzolo Acreide). Presso questa cava vi sono altri mulini simili ma ormai del tutto caduti in rovina. La Cava di San Pietro si immette a sua volta dopo una vallata ricurva verso sud, presso il Fosso Nocilla, cava iblea che si origina dalla confluenza di quella di San Pietro con quella della Madonna del Bosco, in cui il corso d’acqua originatosi dall’unione delle acque dei Torrenti San Pietro e Madonna del Bosco si immette presso il Fiume Anapo tra i territori di Cassaro e Palazzolo Acreide.

Oltre alle rovine della Chiesa di San Pietro, presso la cava vi sarebbero altri siti rupestri sempre di origine bizantina.

Tornando a parlare dei mulini, come detto prima ve ne sono ben 5 sparsi per tutta la cava che sono (andando da ovest verso est seguendo il Sentiero Frassati da Buscemi a Cassaro) Mulino San Pietro (il primo mulino della cava ormai in rovina posto in prossimità del sito rupestre di San Pietro), Mulino La Costaia (come detto prima il meno degradato e il più grande degli altri), Mulino Prita (posto sotto l’omonimo altopiano), Mulino Salemi – Luna Paradiso (posto a ridosso di una casa colonica all’interno di una fitta vegetazione) e Mulino Fontanella – Fosso Nocilla (l’ultimo dei mulini posto presso la confluenza tra la Cava di San Pietro ed il Fosso Nocilla). Tutti questi mulini erano di vitale importanza per il territorio buscemese andando a formare una cosiddetta “Valle dei Mulini” meno nota di quella di Palazzolo (in cui tutti i mulini sono intatti in cui vi è posto il Mulino Santa Lucia facente parte del circuito museale buscemese “I Luoghi del Lavoro Contadino”) ma non meno importante. Possiamo ammirare le condotte forzate note come “Saie” che conducevano le acque del torrente sotto la ruota che azionava la grossa macina in cui venivano macinati i cereali raccolti negli altipiani che circondano la città di Buscemi

La Cava di San Pietro è immersa in una fitta vegetazione mediterranea di tipo ibleo caratterizzata dalla vasta presenza di piante aromatiche (tra cui il Timo che da il nome al Sentiero Frassati tra Buscemi e Cassaro) e di rare orchidee che fioriscono in primavera. Sono presenti anche numerose specie animali.

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