*Buscemi, Ruderi del Tempio Siculo – Greco di Costa dell’Oro

A nord est della Contrada Salvatore vi è la zona nota come “Costa Laura” facente parte delle pendici meridionali del Monte San Nicolò, raggiungibile da un sentiero sterrato che sale fino all’area di Collo di Monaco. La zona è facilmente riconoscibile poiché è ricca di concrezioni rocciose poste in medio – alta altezza e si presenta come una piccola “terrazza” a strapiombo sulla Valle dell’Anapo, molto difficile da raggiungere sia perché il sentiero (alla nostra sinistra sulla stradina sterrata che conduce a Collo di Monaco) è molto impraticabile ed è a strapiombo (anche se sotto il sito vi sono i ruderi di una “Scala” ossia un sentiero che si inerpicava dal fondo cava alle pareti della Costa dell’Oro, anch’essa impraticabile). Un’accesso più “facile” è collocato sulla S.P. 39 per Buscemi all’altezza del primo tornante a destra presso una cancellata di ferro; da qui vi è un vecchio terrazzamento che arriva fino al costone in cui è collocato il sito archeologico. Quest’area è chiamata “Costa dell’Oro” ed è una delle più importanti zone archeologiche di epoca greca di tipo rupestre al pari dei “Santoni” e dei “Templi Ferali” di Palazzolo Acreide. Quest’area venne scoperta dall’archeologo Paolo Orsi nel 1899 durante una campagna di scavi in cui bisognava trovare aree attigue all’antica città greca di Akrai e, su segnalazione di contadini del luogo, l’archeologo trovò con non poche difficoltà quest’area difficile tuttora da esplorare che ancora nasconde numerosi segreti legati sia all’utilizzo di questo tempio, sia alla possibilità di trovare altre rovine nelle zone circostanti.

L’area della Costa dell’Oro (che sorge di fronte al Colle Acre, dove vi sono le rovine di Akrai nonché l’odierna città di Palazzolo Acreide) doveva essere un tempio di origine sicula consacrato a divinità locali (in particolare ad una dea che veniva venerata come “Madre della Terra” il cui culto doveva essere affine a quello della “Dea Madre” che i greci e i romani identificano con i nomi di Demetra e Cerere che si praticava presso i Santoni di Palazzolo), ma che in epoca greco – romana venne anche adibito al culto di vari dei legati alla natura (tra cui anche la dea Artemide – Diana). Il tempio rupestre è formato da tre grotte note come “Grotte A,B,C” al cui interno sono poste nicchie con timpano (triangolare) ormai rovinate dal tempo (e dalle frane) molto simili a quelle degli “Heroa” (templi rupestri in cui erano commemorati i defunti) in cui venivano collocati gli ex voto che le popolazioni locali offrivano a questi dei. Sono state rinvenute anche iscrizioni in greco e latino di tipo commemorativo che descrivono anche le probabili funzioni di questo tempio, consacrato a questa Dea Madre e al culto delle cosiddette “Paides” ossia ninfe che proteggono la natura secondo quanto riportato dagli studi dell’archeologo Paolo Orsi. Per raggiungere queste grotte vi sono dei cunicoli in parte praticabili posti presso la balza della Costa dell’Oro. Degli antichi sentieri che si collegavano alle città limitrofe di Akrai e Casmene rimane ben poco.

A poca distanza dal tempio in una zona più a valle vi è collocata un’altra grotta detta “Grotta D” che doveva essere invece una catacomba rupestre molto simile a quelle rinvenute a Siracusa nell’area delle “Grotticelle”.

L’area della Costa dell’Oro andrebbe rivalorizzata e antropizzata per salvaguardarla e metterla in sicurezza per coloro che volessero visitare questo importante tempio rupestre.

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