*Buscemi, Rovine di Monte Vignitti – Cugno Arancino – Neviera di Buscemi

Buscemi

*Rovine di Monte Vignitti – Cugno Arancino – Neviera di Buscemi

A nord di Buscemi vi è la sommità del rilievo noto come “Monte Vignitti”, che nella sua parte meridionale è occupato dal sito urbano buscemese, mentre a nord o risulta lottizzato ed occupato da villette, oppure presenta terrazzamenti agricoli (zona occidentale).

La zona più interessante del rilievo è posta proprio alla sua sommità presso l’area nota come “Cugno Arancino” chiamato così per la sua forma conica (simile ad un’arancina) posto a nord dell’altopiano del Monte Vignitti, visibile dalla SS 124 presso il secondo bivio per Buscemi da cui parte la S.P. 39 che mette in collegamento Buscemi con i comuni di Buccheri e Cassaro tramite la SS 124.

Questa zona, raggiungibile da molte traverse a nord di Buscemi (Via Aldo Moro, Via Archimede ecc… volendo anche dalla S.P. 39 per Buccheri) si presenta come una distesa di terra e roccia intervallata da molti muri a secco. Molto probabilmente in quest’area vi era un’insediamento abitativo di tipo rurale sorto su zone abitate molto più antiche considerate come le prime aree popolate da cui si sarebbe sviluppato l’attuale centro urbano di Buscemi. Man mano questi insediamenti fecero spazio ad abitazioni più moderne che attualmente hanno degli appezzamenti di terreno che occupano gran parte del sito collinare. Nelle aree più interne a ridosso delle limitrofe Cave di Santa Rosalia e di San Giorgio (in mezzo alle quali sorge il Cugno Arancino ossia la vetta del Monte Vignitti) vi sono anche numerose rovine archeologiche di epoca neolitico – sicula (insediamenti e necropoli semi rupestri) oltre che bizantine (come la Chiesa di San Pietro, posta presso la parte terminale della Cava di San Giorgio). Va detto che l’area settentrionale del Monte Vignitti è caratterizzata da una folta macchia mediterranea intervallata da alberi di pino. In quest’area è posta una grande neviera scavata nella roccia in cui veniva immagazzinata la neve che cadeva (e cade tuttora) sulle alture buscemesi; questa neve veniva immagazzinata e venduta a cuochi e pasticceri per usi gastronomici (per la preparazione di gelati e granite) o a chi aveva necessità di conservare cibi degradabili (carne, pesce, vegetali ecc…) Essa è formata da un fosso e da un’apertura che conducono ad un ambiente scavato nella roccia iblea che garantiva la giusta temperatura per non far sciogliere il ghiaccio immagazzinato al suo interno).

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