Canicattini Bagni, Pasqua Canicattinese (“U Santissimu Cristu” e “A Paci – Paci”)

La Pasqua Canicattinese è la festa più sentita dai canicattinesi dopo quella del Patrono San Michele Arcangelo (vedi link “Festa di San Michele Arcangelo”). Essa è abbastanza simile alla “Pasqua Avolese” per la sua ricchezza di tradizioni e riti legati agli antichi culti popolari legati alla “Passione, morte e resurrezione di Cristo” (per saperne di più clicca qui). Non a caso i festeggiamenti pasquali canicattinesi sono indicati al pari di quelli di Avola, Augusta, Noto, Pachino, Francofonte, Buccheri, Sortino e Ferla come “I più belli della Provincia”.

Le tradizioni pasquali di Canicattini Bagni hanno origini piuttosto antiche, che segnarono la religiosità canicattinese per molti secoli. Non a caso il simbolo cittadino è un “Agnello Pasquale” simbolo della “Redenzione dei Peccati tramite la Morte e Resurrezione di Cristo”. Difatti dopo il terremoto del 1693, Canicattini da “Città Morta” a mano a mano “Risorse” dalle proprie macerie divenendo più splendida e più florida di prima (in realtà era lo stemma araldico della famiglia Daniele, feudataria di Canicattini, che per le motivazioni poch’anzi descritte, scelse proprio questo simbolo).

I riti pasquali iniziavano già dalla prima settimana di Quaresima, dove ogni Sabato veniva fatta una breve Processione della “Madonna Addolorata”, che partiva dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli e terminava presso quella delle Anime Sante del Purgatorio. Quest’usanza venne meno col passare degli anni.

La “Domenica delle Palme” e la “Via Crucis Vivente”

I festeggiamenti pasquali oggigiorno iniziano dalla “Domenica delle Palme” dove dalle ore 10.00 una processione mattutina raffigura allegoricamente “L’Entrata di Gesù Cristo a Gerusalemme” snodandosi dalla Chiesa delle Anime Sante fino a quella di Santa Maria degli Angeli. I partecipanti (facenti parte delle Azioni Cattoliche canicattinesi) recano in mano rami di palma intrecciata mediante una particolare lavorazione a mano. Essi saranno benedetti sul sagrato della Chiesa d’appartenenza e dopo la fine della Funzione, essi saranno esposti nelle case poiché la tradizione vuole che “Le Palme benedette esposte in casa proteggono la famiglia e scacciano il demonio”. Anticamente questi rami di palma erano portati in campagna poiché si credeva che con essi il raccolto poteva essere consistente. Dopo la Processione delle Palme si tiene una solenne Messa alle ore 10.30 in Chiesa Madre con cui si commemora la “Passione e Morte di Cristo”. Un’altra Messa alle ore 18.00 conclude la giornata.

Alle ore 20.30 si tiene la toccante rappresentazione scenica della Via Crucis Vivente in cui viene riproposta la “Passione e Morte di Cristo” grazie a vari figuranti (facenti parte di associazioni ecclesiastiche di Canicattini”. Si tratta di una bella tradizione che fa rivivere le sofferenze provate da “Gesù” al momento della sua morte.

I riti della “Settimana Santa”

Dopo la Domenica delle Palme, si entra nella “Settimana Santa” (chiamata “A ‘sumana o niviri”, che significa “Settimana in nero”, per il lutto procurato dalla “Morte di Cristo”). Il Mercoledì nelle chiese vi è il rito dei “Tràpani” (stante per “tenebre”) dove si abbrunano le pareti della chiesa e si spengono tutte le candele salvo un grosso cero posto sull’Altare Maggiore, considerata come “La Vera Luce di Cristo”. Sempre di Mercoledì, alle ore 20.30, gli scout di Canicattini organizzano una “Via Crucis” che da inizio ai riti pasquali veri e propri, mentre all’interno delle chiese vengono “Cunzati i Sepolcri” ossia sistemati gli Altari della Reposizione (vedi più sotto).

Il “Giovedì Santo”; i “Sepolcri”

Il “Giovedì Santo” iniziano i riti pasquali veri e propri. Il primo è quello della “Lavanda dei Piedi”, atto con cui “Gesù lavò i piedi ai suoi Discepoli” mettendosi simbolicamente “Al servizio dei Peccatori per riportarli sulla retta via”. Dopo la Messa Serale del Giovedì che si tiene alle ore 18.00, si finisce di “Scunzari l’Altari” e finalmente “Si Conza u Sepolcru” (viene composto l’Altare della Reposizione chiamato “Il Sepolcro”), dove verranno esposti i “Laurieddi” (“Lavoretti”), composizioni artistiche fatte con germogli di grano fatti crescere in assenza di luce solare per farli divenire color giallo paglierino; rappresentano “La Sconfitta delle Tenebre da parte del Cristo Risorto”. I “Laurieddi  “sono chiamati anche “Giardini di Adone” in ricordo dell’antica divinità greca raffigurante la bellezza e l’abbondanza. Attorno ai “Sepolcri” vi si svolgerà la “Veglia” dove si commemorano “L’Ultima Cena”, “Il Tradimento di Giuda Iscariota” e “La Cattura di Cristo”. Un tempo veniva esposta davanti ai “Sepolcri” anche la statua raffigurante “Maria Addolorata”.

Presso le principali chiese di Canicattini vi sono vari turni di adorazione che iniziano alle ore 19.00 per terminare poi alle 24.00 circa; nel frattempo molti fanno visita al “Sepolcro”. Viene anche svelata la statua del “Santissimo Cristo” che verrà portata in processione l’indomani.

Il “Venerdì Santo”; la Processione dell’ “Ecce Homo” – “U Santissimu Cristu”

Il “Venerdì Santo” è un giorno molto cruciale per i festeggiamenti pasquali a Canicattini. Esso anticamente era segnato dal “Trapassu”,il digiuno generale dove si saltavano i pasti dalla “Legatura delle Campane” del “Giovedì Santo” al “Crisci Loria ” (scampanio che indicava la “Resurrezione di Cristo”, vedi più sotto).

Alle 15.00 circa inizia nella Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli, la “Funzione” che entra nel vivo nelle ore 17.00 in cui dapprima viene recitata la “Liturgia della Passione e Morte di Cristo”, che termina col grido “Ecce Homo” in cui contemporaneamente viene svelata la statua raffigurante il “Cristo alla Colonna” tra la commozione generale. Subito dopo inizierà la Processione dell’ “Ecce Homo” nota anche come la “Processione del Santissimo Cristo” che inizia alle ore 19.00 uscendo dalla Chiesa di Santa Maria degli Angeli.

 La statua verrà posizionata nella “Vara”, uno splendido catafalco in legno dorato, portato in Processione a “Spadda Nura” (spalla nuda) dai “Nuri ” (significante “Nudi” ma stante per “Penitenti”, anche se essi facevano anticamente la processione a torso nudo) per devozione data dal loro voto di grazia ricevuta. L’abbigliamento dei “Nuri ” è particolare poiché risalta la loro fervente religiosità; indossano pantaloni e camicia di color bianco (risaltante il candore della Grazia di Dio) mentre sulle spalle indossano una mantellina rossa con due croci ricamate nei laterali (indicante il “Martirio di Cristo”). Al collo portano il giogo dato dal “Pasturuni” (una cordicella in “Liama” una pianta locale utilizzata per fare corde), mentre in testa recano un fazzoletto bianco contornato dal “Circu “, una corona fatta con rami di “Mitavira ” (pianta locale) intrecciata, somigliante alla “Corona di Spine” fatta indossare a Cristo durante la “Via Dolorosa”. Come detto prima i “Nuri ” portano la pesante “Vara” recante la statua dell’ “Ecce Homo” camminando anche scalzi indossando solo calze di color bianco, sempre per voto devozionale.

Subito dopo la “Vara”, vi sono i “Virginieddi”, le ragazzine che seguono che seguono i “Nuri”. Anche loro presentano un particolare abbigliamento; sono completamente coperte da un saio bianco e in testa portano una veletta di raso bianco. Il loro abbigliamento è simile a quello usato dalle donne in Palestina ai tempi di Cristo (quello delle cosiddette “Pie Donne” che seguirono Cristo fino al “Monte Golgota”, dove morì crocifisso). I “Virginieddi” durante il percorso usano cantare cantilene dialettali con cui invocano il “Santissimo Cristu” per ottenere varie grazie; una di queste recita:

Siciliano

“O Santissimu Cristu li campagni n’ata bbiniriciri
la bonannata n’ata mannari
o patri di tuttu lu munnu!”

Italiano
“O Santissimo Cristo le campagne dovete benedire
la buona annata mandateci
o patre di tutto il mondo!”

Al “Cantu r’e Virginieddi” si alterna “U Lamientu r’e Nuri”, entrambi nenie funebri in dialetto canicattinese molto toccanti e commoventi (un usanza simile si tiene a Pachino).

Italiano

“Vorra fari na navi ammienzu o mari,
tutta furriata r’uommini e ncignieri:
Sam’ Paulu cu Sam’ Pietru marinari,
la Matri Santa ca spinciu li veli.

Maria ciamau supra nu scuogghiu,
ittàu na uci all’aria e ss’ammantinni:
Mi ciamati a Ghiuvanni e ccà lu uogghiu,
quantu cci spiu s’è mmuortu ma fìgghiu.

Maria passau ri na strata nova,
la porta ri n’ firraru aperta era:
O bbuonu mastru chi sta’ fannu a st’ura?;
Fazzu na lancia i tri ppuncenti ciova;
O bbuonu mastru, nulli fari a st’ura;
ri nuovu ti la paiu la mastria.
O bbona ronna, nun lu puozzu fari
unni c’è Gesù cci miettunu a mia.

Ora ‘cci criru ch’è mmuortu ma fìgghiu! di niuru cci fazzu lu cummuogghi.
Se l’acqua ri lu mari forra uogghiu cci vardamu lu venniri a’mma fìgghiu”.

Italiano

 “Vorrei fare una nave in mezzo al mare,
guidata da uomini forti e intelligenti:
San Paolo e San Pietro marinai,
la Madre Santa che guida le vele.

Maria chiamava sopra uno scoglio,
buttò un grido che si sparse nell’aria potente e disse:
Mi chiamate a Giovanni che lo voglio,
quando gli chiedo se è morto mio Figlio.

Maria prese una strada nuova,
la porta di un fabbro era aperta:
O buon mastro che stai facendo a quest’ora?;
Faccio una lancia e tre chiodi pungenti;
O buon mastro, non li fare più;
a costo che non fai niente ma ti pago;
O buona donna, non lo posso fare
se no dove c’è Gesù mettono a me.

Ora ci credo che mio figlio e morto! di nero gli farò il lenzuolo.
Se l’acqua del mare diventasse olio guarderemo il destino di mio figlio”.

Altro toccante rito è quello che si tiene al numero civico 117 di Via Garibaldi presso un’edicola votiva recante un’immagine del “Santissimo Cristo” (posta presso l’edificio chiamato localmente “U Palazzu ri Pinieddu”) in onore degli emigrati canicattinesi in cui vengono intonati i canti del “Lamientu” e dei “Virgineddi” facendoli ascoltare via telefono o via internet agli emigrati canicattinesi.

La Processione durerà per cinque ore e dopo un lunghissimo quanto stremante giro (sentitissimo dai canicattinesi a cui vi partecipano in massa) in cui toccherà tutte le contrade e i quartieri cittadini, finirà a notte inoltrata, col rientro del Simulacro in Chiesa Madre. Con il rito della “Velata” del “Santissimo Cristo” si concludono le manifestazioni del Venerdì Santo canicattinese (va detto che il “Santissimo Cristo” viene svelato in Estate per buona parte del mese di Agosto).

Il “Sabato Santo”; “U Crisci Loria”

Il “Sabato Santo”, in cui un tempo si teneva la Processione dell’Addolorata, viene celebrata nelle chiese canicattinesi la “Messa di Resurrezione” alle ore 22.30 in cui viene commemorata “La sconfitta delle tenebre per mezzo della Resurrezione di Cristo Gesù”. Alla Mezzanotte precisa vi è lo scampanio generale che indica la “Resurrezione di Gesù”, chiamato in dialetto “Crisci Loria”. Anticamente in occasione del “Crisci Loria” venivano eseguite delle penitenze corporali (tra cui quella di camminare ginocchioni leccando il pavimento per le navate della Chiesa principale della città fino ad arrivare all’Altare del “Santissimo Sacramento”) e di altri gesti tra cui quello di innalzare i neonati a Cristo per benedirli o di offrire animali alla Chiesa (venduti poi a scopo benefico) al grido di “Crisci Loria”.

Durante il “Crisci Loria” è usanza presso le case canicattinesi gettare via roba vecchia o rifiuti e lanciare acqua salata gridando “Acqua e Sali a li Maiari chiddu ca riciunu ‘npozza livari” all’indirizzo di chi manda maledizioni (“I Maiari”) e annullarle, battendo con un ramo di olivo (o olivastro) letti e porte facendo così uscire via gli spiriti maligni.

La “Domenica di Pasqua”; “A Paci – Paci”

La “Domenica di Pasqua” è il giorno più gioioso e più importante dei Festeggiamenti Pasquali di Canicattini, quello della “Paci – Paci”. Dopo la Messa di Pasqua delle ore 10.30, incomincia il corteo simile a quelli che avvengono in altre città del siracusano. Dalla piazza antistante la Chiesa di Maria Ausiliatrice parte il corteo della “Paci – Paci” che inizia alle ore 11.30 circa. Il “Simulacro dell’Addolorata”, ricoperto da un manto nero, viene privato da esso dai Portatori, che intravedendo improvvisamente l’altro Simulacro, quello del “Cristo Risorto”. Alle grida dicenti “A Paci – Paci” i portatori dei due simulacri corrono verso il centro della piazza facendo abbracciare simbolicamente le due statue. L’incontro si terrà anche presso la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio e infine presso la Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli. Dopo la “Paci – Paci”, la gente usa perdonarsi reciprocamente gli screzi reciproci, in un clima di cristiana amicizia. Una solenne Messa alle ore 19.00 conclude i riti legati alla Settimana Santa canicattinese .

Ovviamente dopo i festeggiamenti pasquali vi è il tradizionale “Pranzo di Pasqua” la cui pietanza più rappresentativa è data dalla Pasta al Forno; un timballo che varia dal tipo di pasta utilizzata (lasagne, cannelloni ripieni di carne o maccheroncini) posta a strati legati tra essi da sugo di pomodoro, ragù di carne, besciamella, prosciutto, piselli, uovo sodo e mozzarella. Dopo questo sostanzioso primo piatto vi sono svariate portate a base di carne, comprendenti fettine di vitello o maiale e salsicce arrostite alla brace, cotolette, involtini ripieni con salumi, formaggio e uovo sodo (detti “Falsomagri”) e infine preparazioni elaborate come il coniglio alla “stimpirata ” e alti tipi di cacciagione (lepri, fagiani, piccioni e beccacce al forno con patate e aceto); ma la portata per eccellenza è l’agnello da latte al forno con contorno di patate e erbette aromatiche. Concludono infine il pranzo i dolciumi pasquali canicattinesi; tra cui “A pupa cu l’ova” (“Pupa con l’uovo”), un canestrino di semola dolce contenente un uovo sodo simbolo della “Nuova Vita”; e “U pani r’Apuostili” (il “Pane degli Apostoli”) distribuito il “Giovedì Santo e consumato solo dopo la “Paci – Paci” come vuole tradizione.

Il “Lunedì di Pasquetta” viene passato in campagna in compagnia di parenti o amici consumando frittate con gli “Sparici” (asparagi selvatici) e “Mpatati r’agneddu” (focacce a base di carne di agnello) oltre a carne o pesce arrostiti, pane condito e vari tipi di pizze e focacce. Ultimamente vi l’usanza di trascorrere la Pasquetta in altre località turistiche della provincia (Siracusa, Noto, Palazzolo Acreide, Marzamemi, Cava Grande, Pantalica ecc…).

Per informazioni più dettagliate visita la pagina facebook della Chiesa Madre di Santa Maria degli Angeli.

Torna indietro