Canicattini Bagni, Ponte di Sant’Alfano

Il Ponte di Sant’Alfano, situato ad ovest della città nell’omonima contrada, è il monumento più antico e più celebre di Canicattini Bagni. Esso si trova subito fuori l’abitato cittadino, in direzione della vecchia “Regia Trazzera” (nome che indica le vecchie mulattiere che collegavano le città siciliane tra loro) per Palazzolo (proseguimento della “Regia Trazzera della Montagna” posta a sud di Canicattini). È collocato lungo la S.P. 86 Canicattini – Sant’Alfano – Bibbia per Palazzolo Acreide ed è visibile alla nostra destra dal viadotto che oltrepassa la Cava Bagni.


Il vecchio Ponte di Sant’Alfano, il più importante monumento di Canicattini Bagni.

Voluto dal Marchese Daniele per collegare la città alla strada sopracitata, il Ponte di Sant’Alfano rappresenta una mirabile opera civile tuttora ben conservata e percorribile (solo a piedi massimo in bicicletta).

La struttura in pietra calcarea è molto particolare; un ampio arco in pietra bianca modellata sostiene la struttura in “pietra a secco” delimitante il muro che separa la strada dal vuoto della Cava Bagni (o Cava di Sant’Alfano), che si distingue per la sua direttrice zigzagata tipica dei vecchi ponti di pietra. All’uscita del ponte vi è un arco in pietra delimitato ai lati da due statue raffiguranti due contadini recanti in mano un fiasco di vino.


Particolare dell’arco del Ponte di Sant’Alfano in cui sono riportate le sue celebri statue.

Le due sculture rimembrano un fatto leggendario avvenuto presumibilmente prima del terremoto del 1693. Secondo un’antica leggenda canicattinese si narra che presso la Cava Bagni due amici contadini chiamati “Calamaru” (significante “Calamaro”, ma forse indicante un nome simile a “Calogero”) e “Currarinu” (significante “Corradino”), si sfidarono in un duello mortale (forse per ragioni passionali) uccidendosi a vicenda.

Bisogna dire infine che presso il Ponte di Sant’Alfano sorgeva il primitivo nucleo urbano di Canicattini Bagni. Oggigiorno non resta niente dell’antico nucleo urbano crollato durante il terremoto del 1693 e quindi rimodellato secondo gli stili tardobarocco, neoclassico e liberty.

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